Lama dei Peligni





































































































Lama dei Peligni
comune


Lama dei Peligni – Stemma
Lama dei Peligni – Veduta
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Regione-Abruzzo-Stemma.svg Abruzzo
Provincia
Provincia di Chieti-Stemma.png Chieti
Amministrazione
Sindaco Andrea di Fabrizio (Lista Civica lama unita") dal 5/6/2016
Territorio
Coordinate
42°03′N 14°11′E / 42.05°N 14.183333°E42.05; 14.183333 (Lama dei Peligni)Coordinate: 42°03′N 14°11′E / 42.05°N 14.183333°E42.05; 14.183333 (Lama dei Peligni)
Altitudine 669 m s.l.m.
Superficie 31,37 km²
Abitanti 1 206[1](31-8-2017)
Densità 38,44 ab./km²
Frazioni Corpi Santi, Fonti Rossi, Vaccarda, Piani Marini
Comuni confinanti
Civitella Messer Raimondo, Colledimacine, Fara San Martino, Gessopalena, Pacentro (AQ), Taranta Peligna, Torricella Peligna
Altre informazioni
Cod. postale 66010
Prefisso 0872
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
069045
Cod. catastale E424
Targa CH
Cl. sismica zona 1 (sismicità alta)
Nome abitanti lamesi
Patrono san Sebastiano
Giorno festivo 20 gennaio
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Lama dei Peligni

Lama dei Peligni



Lama dei Peligni – Mappa
Posizione del comune di Lama dei Peligni all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Lama dei Peligni è un comune italiano di 1.206 abitanti[2] della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa anche parte della Comunità montana Aventino-Medio Sangro e il territorio comunale è compreso nel Parco nazionale della Majella. Il paese, noto ai naturalisti come il paese dei camosci, si trova in un'area florofaunistica di particolare interesse.




Indice






  • 1 Geografia


  • 2 Origine del nome


  • 3 Storia


  • 4 Monumenti e luoghi di interesse


    • 4.1 Chiese e luoghi di culto


    • 4.2 Grotte


    • 4.3 Altri monumenti e luoghi d'interesse




  • 5 Cultura


    • 5.1 Letteratura




  • 6 Manifestazioni ed eventi


  • 7 Società


    • 7.1 Evoluzione demografica




  • 8 Amministrazione


  • 9 Note


  • 10 Bibliografia


  • 11 Voci correlate


  • 12 Altri progetti


  • 13 Collegamenti esterni





Geografia |


Situato a 669 metri di altitudine, il paese è situato tra il fiume Aventino e le falde meridionali del massiccio della Majella. Per collegare le due sponde del fiume si sono costruiti vari ponti, che sono crollati tranne uno, che viene chiamato Ponte di ferro, costruito con i pezzi di legno che venivano usati nella costruzione delle rotaie. Vario si presenta l'ambiente di Lama dei Peligni: si va dalla zona a minor altitudine in cui prevalgono vasti querceti passando per le ripide balze rocciose abitate tra l'altro da scoiattoli, caprioli e cinghiali, sino ai territori pianeggianti posti in alta quota in cui vegetano ad esempio le Stelle alpine appenniniche.


Il paese ospita la prima area faunistica del camoscio d'Abruzzo della Majella e non è raro l'avvistamento di esemplari di questa particolare specie appenninica. Inoltre, il Museo Naturalistico Archeologico "M. Locati", costituito da una sezione naturalistica con diorami, supporti multimediali, pannelli didattici e bacheche espositive, presenta in dettaglio questa specie animale cui è dedicato. Nel museo vi è inoltre una sezione archeologica che raccoglie reperti provenienti dalla valle Aventino e propone un percorso a ritroso nel tempo, dal medioevo alla preistoria.



Origine del nome |


Il toponimo è di derivazione pre-latina, provenendo dalla parola "lama" che letteralmente significava "lamatura", cioè "terreno dove l'acqua ristagna"; successiva è da ritenersi l'aggiunta riferita al popolo italico, i Peligni appunto, che si sarebbe spinto sino al territorio del fiume Aventino.[3]



Storia |


Il territorio fu abitato sin dall'epoca preistorica, come testimoniato ampiamente da una serie di pitture rupestri rinvenute nelle grotte della zona e dai resti di un villaggio di epoca neolitica. In "Contrada Fonterossi", proprio nelle vicinanze del sito neolitico, fu rinvenuto, agli inizi del XX secolo, il cosiddetto "Uomo della Maiella", resto umano di una sepoltura preistorica risalente al 7000-5000 a.C..


In età romana, la zona fu abitata dalla tribù italica dei Carecini, di derivazione sannita, distribuita nei centri abitati principali di Cluviae e Juvanum. Il periodo del Medioevo si caratterizzò per la presenza di eremi, presso cui dimorarono asceti e santi; tra i tanti va menzionato il Beato Roberto da Salle, discepolo di Celestino V, alloggiato presso il locale Eremo di Sant'Angelo. Lo sviluppo del paese nel campo della produzione della lana si ebbe a partire dall'epoca rinascimentale.[3]


Il paese fu completamente distrutto da violenti terremoti e nella Seconda guerra mondiale; entrato a far parte della Brigata Maiella, il paese fu liberato dai tedeschi il 31 gennaio 1944.


Nei pressi è sita la Grotta del Cavallone, grotta in cui Gabriele D'Annunzio ambientò La figlia di Iorio.[4]



Monumenti e luoghi di interesse |



Chiese e luoghi di culto |




Piazza Umberto I e la Parrocchia di Gesù Bambino


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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Nicola e Clemente.


  • Chiesa parrocchiale di Gesù Bambino. La chiesa parrocchiale, originariamente intitolata ai SS. Nicola e Clemente, è stata intitolata nel corso del 2015 a Gesù Bambino, con Decreto dell'Arcivescovo Mons. Bruno Forte. È sita in piazza Umberto I, dinanzi al municipio. L'edificio originario risale al XVI secolo. Un'epigrafe sul campanile attesta che la chiesa è avvenuta nel 1589 nel Settecento sono state aggiunte due finestre sulla facciata per avere più luce. Il portico, sito sul lato destro, è novecentesco. La facciata è rettangolare. Un timpano sovrasta il portale, mentre un rosone è ornato da alcune testine di angeli. Il portico è a sei campate con arco a tutto sesto. Il campanile è a tre livelli scanditi all'esterno da cornice marcapiano. L'interno è a tre navate, una centrale e due laterali. Nelle navate laterali sono presenti altari minori, con rappresentazioni di Santi.

Nella navata destra compaiono, nell'ordine, una nicchia con S. Sebastiano, un primo altare moderno con un'effigie della Divina Misericordia (allestito recentemente), che ospita il fonte battesimale, quest'ultimo coperto da un cassone in legno tardo-gotico risalente all'Ottocento. Successivamente vi è un altare con la Madonna Addolorata e il Cristo morto, poi un altare con S. Antonio da Padova e infine un ultimo con la raffigurazione del Sacro Cuore di Gesù. Nella navata di sinistra compaiono, nell'ordine, un primo altare con la Madonna del Rosario, poi un altare con un quadro della Madonna delle Grazie. Successivamente un altare con S. Cesidio, seguito da quello in onore di S. Giuseppe. Per finire vi è una nicchia con S. Gabriele dell'Addolorata. In fondo alla chiesa, sul portone di ingresso, è posto un soppalco sostenuto da quattro colonne, che ospita un organo a canne realizzato nel XVII secolo. In fondo a sinistra della navata centrale è situato un pulpito in legno, con rappresentazioni della vita di Gesù. L'altare maggiore è posto in fondo alla navata centrale, posto al centro del presbiterio ed è illuminato dalla luce della cupola. Dietro l'altare è posta l'urna del Santo Bambino, con al di sotto il tabernacolo.[5]






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Lo stesso argomento in dettaglio: Grotta Sant'Angelo (Lama dei Peligni).



  • Eremo della Grotta Sant'Angelo e abside di Sant'Agata.


  • Chiesa di Santa Maria della Misericordia e Convento di Sant'Antonio da Padova. È sito nella località Largo Convento. Il convento è stato fondato nel 1327 da Roberto da Salle: Il campanile è stato realizzato da Roberto Verlengia. La chiesa ha facciata a capanna. Il timpano presenta alcune decorazioni mostranti delle storie di Sant'Antonio. Una statua dello stesso santo è posta sopra il timpano. L'interno è ad un'unica navata. Il campanile è a cinque piani divisi da cornici marcapiano. Il secondo e quinto piano hanno delle bifore con una balaustra. L'annesso convento è sito alla sinistra della chiesa il quale consta di più locali con delle murature in pietra. Agli interni si trovano una croce in rame di maestranze abruzzesi del XIV secolo, una statua della Madonna del XII secolo e dei manoscritti di Sant'Alfonso Maria de' Liguori.[6]


  • Chiesa di San Rocco. È sita presso il laghetto Plebiscito. La chiesa è stata rimaneggiata più volte su un edificio risalente alla metà del XVII secolo. Venne ricostruito nel 1713 dopo il terremoto del 1703, epoca in cui risulta arricchito da argenterie ed arredi sacri. Nel 1802 il campanile venne aggiunto nel 1802. Nel 1933 la chiesa è resa impraticabile per via del terremoto cui si rese necessario un restauro. Nella seconda guerra mondiale che provocò danni all'abside e alla facciata ricostruite negli anni cinquanta. Nel 1994 risale il rifacimento del tetto. Il campanile è a quattro piani scanditi all'esterno da cornici marcapiano. I primi tre piani sono in pietra, mentre l'ultimo è in mattoni mentre gli angoli sono rafforzati da cantonali. L'interno è ad aula suddivisa da quattro campate sostenute da tre coppie di pilastri. L'abside è coperta a vela.[7]


    Veduta di Lama dei Peligni, con in fondo il campanile di San Rocco





  • Chiesa di San Pietro. È sita sulla strada provinciale per Taranta Peligna. Verosimilmente la chiesa è sorta nel novecento su di un preesistente edificio. La facciata è a capanna con due campanili a vela. La porta è preceduta da una piccola scalinata. Il portale è sormontato da una finestra a sua volta sormontata da un timpano. L'interno, ad aula, conserva un busto in legno raffigurante San Francesco Saverio.[8]



  • Chiesa di San Clemente. È sita su un burrone posto alla periferia del paese. Data la mancanza di fonti non è possibile datare con certezza la fondazione della chiesa, tuttavia una pietra della chiesa riporta il 1529. Il terremoto della Maiella del 1933 e susseguentemente la seconda guerra mondiale fecero abbandonare per sempre l'edificio religioso. La struttura della chiesa è semplice e povera con mura in pietre di diversa forma. La facciata, forse, era a capanna. A fianco del portale erano delle finestre devozionali. A causa della vegetazione rigogliosa che è all'interno non è possibile accedere all'interno.[9]


  • Chiesa della Madonna dei Corpi Santi. È sita nella Contrada Corpi Santi. L'edificio attuale è frutto della ricostruzione, nell'Ottocento, di un precedente edificio distrutto nel terremoto del 1706. Tra i cimeli della vecchia chiesa rimangono una lampada di piombo ed una statua della Madonna. Il coronamento è orizzontale. Un timpano suddivide la facciata in due parti. L'interno è a navata unica con delle cappelle laterali.[10]



Grotte |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Grotta del Cavallone.



L'entrata della Grotta del Cavallone




  • Grotta del Cavallone: situata al confine tra Lama e Taranta Peligna, nota per essere la grotta naturale visitabile più alta d’Europa. Il poeta Gabriele D'Annunzio vi ha ambientato la tragedia La figlia di Iorio.


  • Grotta Sant'Angelo: la prima attestazione certa risale al 1447. Nella parte relativa a Lama del “Registro dei fuochi del Regno di Napoli” è menzionata una tale Margarita concubina prioris Sancti Angeli de monte (“Margherita, concubina del priore di S. Angelo del Monte”).
    L'intitolazione a S. Michele Arcangelo fa presupporre, tuttavia, una fondazione altomedievale. Nel 1838 il luogo viene menzionato nei Decreti della Prima Santa Visita di G.M. Saggese, vescovo di Chieti. Secondo una tradizione locale, nel 1656, per sfuggire alla peste, vi si rifugiò il ricco notaio De Camillis; un secolo dopo, il ritrovamento di uno stivale pieno di monete d'oro provocò la distruzione delle mura da parte degli abitanti del luogo alla ricerca di un eventuale tesoro. La struttura è la seguente: ampio androne largo circa 20 m all'ingresso con poche tracce superstiti di muratura che permettono di ricostruirne a grandi linee la struttura originaria.
    La parte frontale della grotta era interamente chiusa, con un unico accesso al centro, mentre l'interno era costituito da due ambienti di diversa grandezza. Il primo, che conserva ancora i resti di un piccolo altare sormontato da un'edicola lignea, costituiva la zona presbiteriale del complesso, come testimonia anche la presenza di un'acquasantiera scavata nella roccia della parete d'ingresso; il secondo ambiente, di dimensioni più piccole, era il nucleo abitativo dell'eremo.



Altri monumenti e luoghi d'interesse |




Palazzo dei Baroni Tabassi.


  • Palazzo Verlengia. È sito in piazza Umberto I. La presenza di un'inferriata barocca fa supporre che l'edificio sia settecentesco. Il palazzo è stato rielaborato nel Novecento. Attualmente il palazzo è abitato solo in parte. Ove l'intonaco è caduto si vedono tracce di muratura. Anche la porta ha una mostra in pietra.[11]



Il camoscio d'Abruzzo nel parco di Lama


  • Palazzo dei Baroni Tabassi. È sito in piazza Umberto I. La costruzione risale al XVI secolo, susseguentemente l'edificio è stato ristrutturato e rimaneggiato. Il palazzo è su tre livelli separati da cornici marcapiano. La facciata principale ha, negli angoli delle lesene giganti su cui è posta, in alto, una trabeazione. Il portale principale è in pietra sormontato da un arco a tutto sesto. Sopra la cornice del portone vi è lo stemma della famiglia ducale. A fianco del portale principale vi sono altri tre portali a sesto ribassato. Ai piani superiori vi sono finestre e balconi che hanno disposizione di gusto classico.[12]

  • Palazzo Ducale. È sito a piazza Umberto I. Il palazzo fu costruito per volontà dei duchi Di Capua nel Cinquecento. Nel 1756 il palazzo risulta di proprietà dei D'Aquino di Caramanico. Dell'impianto originale resta ben poco salvo qualche pietra cantonale e qualche finestra. Il palazzo è su tre livelli. Il cantonale è costituito da una parasta che è sormontata da un elemento circolare che è sorretto da mensole. La finestra posta su di un cantonale ha una mostra in pietra con dei piedritti con delle decorazioni a motivi floreali impiantati su un davanzale sostenuto da mensole. La cornice sulla quale termina la trabeazione è sostenuta da alcune mensole con decorazione a foglie di acanto. La facciata ha un profilo a scarpa.[13]

  • Fonte Cannella. È sita in via Nazionale Frentana. È una fontana a tre cannelle con due vasche a forma rettangolare poste ai lati. Forse è stata realizzata nel XX secolo su di uno stabile precedente posto su una sorgente. La vasca ha un profilo con modanature ed è sorretta da due piedistalli a volute. La parete di fondo ha una cornice aggettante, sovrastata da un attico più alto nella parte centrale.[14]


  • Museo naturalistico archeologico "Maurizio Locati"

  • Giardino botanico "Michele Tenore"



Cultura |



Letteratura |




Manifesto de La figlia di Iorio di Gabriele d'Annunzio


Il paese è famoso per esser stato scelto da Gabriele d'Annunzio, assieme alla Grotta del Cavallone, come scenario della sua tragedia La figlia di Iorio.


Il paese nella storia è abitato da pastori, tra i quali vi è la famiglia di Lazaro, proveniente da Roio del Sangro, che sta per festeggiare il matrimonio del giovane Aligi, figlio del capofamiglia, con una popolana locale. Tuttavia Aligi rifiuta la sua amata, perché s'innamora della contadina Mila, che salva da un linciaggio di pastori, perché creduta una strega che porti male. Nell'opera d'Annunzio evidenzia molto l'aspetto del paese e dei suoi abitanti, che fondano le loro certezze nelle credenze religiose del cristianesimo e del paganesimo, e che non esitano a considerare l'estraneo come un essere maligno che voglia portare la sventura nel paese.



Manifestazioni ed eventi |




  • Fino al 17 gennaio: rievocazione delle tentazioni del diavolo a Sant'Antonio abate.


  • 20 gennaio: festa patronale di San Sebastiano.


  • 1ª domenica di maggio: festa in onore della Madonna Addolorata nella contrada Fonterossi.


  • 3ª domenica di maggio: raduno di canoa sull'Aventino.


  • Penultimo sabato domenica di maggio: festa del Santo Bambino di Lama.


  • Ultima settimana di luglio: festival "Aventino Blues".


  • 12-13 agosto: festa in onore di Sant'Antonio.


  • Penultimo sabato e domenica di agosto: festa in onore di San Martino nella contrada Fico San Martino.


  • 1º sabato e domenica di settembre: festa in onore della Madonna di Corpi Santi, nella contrada Corpi Santi.


  • 25-26 dicembre: festa in onore di Santa Barbara.


  • 11 agosto: festa della musica a cura dell'Associazione Culturale Festa della Musica[15]



Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[16]






Amministrazione |


































Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note
23 aprile 1995

1997
Tommaso Giuseppe Ricchiuti

Lista Civica di Centro-sinistra

Sindaco
[17]
27 aprile 1997
28 maggio 2006
Rocco Velli

Lista Civica di Centro-sinistra

Sindaco

[18][19]
29 maggio 2006

in carica
Antonino Amorosi

Lista Civica di Centro-sinistra (2006-2011)
Lista Civica Lama Unita (dal 2011)

Sindaco

[20][21]


Note |




  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2017.


  2. ^ Comune di Lama dei Peligni - Abruzzo - Elezioni Comunali - Risultati - 5 giugno 2016, su la Repubblica.it. URL consultato il 5 giugno 2016.


  3. ^ ab . Il toponimo Lama è anche ricondotto alla forma della montagna, ossia di lama di coltello.
    Autori Vari, Lama dei Peligni e la sua storia (1ª parte), Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.



  4. ^ Autori Vari, Lama dei Peligni e la sua storia (2ª parte), Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  5. ^ Autori Vari, Chiesa di San Nicola e di San Clemente, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  6. ^ Autori Vari, Chiesa di Santa Maria della Musericordia e Convento di Sant'Antonio da Padova, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  7. ^ Autori Vari, Chiesa di San Rocco, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  8. ^ Autori Vari, Chiesa di San Pietro, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  9. ^ Autori Vari, Chiesa di San Clemente, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  10. ^ Autori Vari, Chiesa della Madonna di Corpi Santi, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  11. ^ Autori Vari, Palazzo Verlengia, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  12. ^ Autori Vari, Palazzo Carosi-Tabassi, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  13. ^ Autori Vari, Palazzo Ducale, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  14. ^ Autori Vari, Fonte Cannella, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  15. ^ Autori Vari, Manifestazioni e spettacoli, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009.


  16. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.


  17. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su elezionistorico.interno.it.


  18. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 aprile 1997, su elezionistorico.interno.it.


  19. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 maggio 2001, su elezionistorico.interno.it.


  20. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 15 maggio 2011, su elezionistorico.interno.it.


  21. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 28 maggio 2006, su elezionistorico.interno.it.



Bibliografia |



  • F. Verlengia, Il pulpito della chiesa di San Nicola in Lama dei Peligni, in Rivista Abruzzese, VII, 1954, Pag.107-112.

  • F. Verlengia, Lama dei Peligni: Chiesa di San Nicola. Taranta Peligna: chiesa di San Biagio. Fara San Martino: Monastero di San Martino in Valle, in RAAM (Ritrovo Amici Abruzzo e Molise), IV n. 1-4, 1915, p. 102-104.

  • F. Verlengia, Note d'arte abruzzese. La prima educazione artistica di Nicola da Guardiagrele: Bomba, il pulpito della chiesa di San Nicola in lama dei Peligni, in Annuario del R. Liceo di B. Liceo di Teramo, Teramo, 1923-1924, p. 161-172.

  • F. Verlengia, Storia del Convento di Santa Maria della Misericordia in Lama dei Peligni, in L'Alba, XII, n 8-9, Lanciano, 10 luglio 1922.

  • F. Verlengia, Nel convento dei MM.OO. di Lama dei Peligni. Le nuove opere, in Il Risorgimento d'Abruzzo e Molise, 26 agosto 1923.

  • F. Verlengia, Il convento di Lama. L'eremo da cui uscì un papa, in Momento sera, 21 novembre 1947.

  • R. Caprara, Lama dei Peligni nella storia e nella leggenda, Chieti, 1986.

  • F. Verlengia, Note d'arte. Un quadro e una statua di scuola napoletana nella chiesa di San Rocco in Lama dei Peligni, in L'Abruzzo letterario,VI n. 3, 1912.

  • Verlengia F. Il santo bambino di Lama dei Peligni. Lanciano. 1927

  • A. Pezzetta: Lama dei Peligni. Il suo ambiente e la sua storia feudale e comunale. Tommaso Bucci & C. Chieti. 1991

  • A. Pezzetta: Casa rurale, ambiente, agricoltura e società a Lama dei Peligni dal 1700 ai giorni nostri. Monfalcone (Go, 1994.

  • A. Pezzetta: Prodromo della flora di Lama dei Peligni (Regione Abruzzo e Parco Nazionale della Majella). In Annales - Ser. Hist. Nat. 22 2011-2, pagg. 185-204. Koper-Capodistria (Slovenia).



Voci correlate |



  • Parco Nazionale della Majella

  • Comunità Montana Aventino-Medio Sangro



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Sito Ufficiale del Comune, su comunelamadeipeligni.it.

  • Pro Loco Lama, su prolocolama.it. URL consultato il 6 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2007).


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