Canale in destra di Reno



























Canale in destra di Reno
Stato
Italia Italia
Regioni
Emilia-Romagna Emilia-Romagna
Province Ravenna
Nasce Scolo Zaniolo
Sfocia Mar Adriatico

Il canale in destra di Reno è un importante canale di bonifica della Romagna occidentale lungo 37 km. Deve il suo nome al fatto che scorre alla destra del fiume Reno, seguendone il percorso fino al mare Adriatico, mantenendosi alla distanza di circa 1 km. Buona parte del territorio scolante nel Canale in destra di Reno ricade nel comune di Ravenna.




Indice






  • 1 Descrizione


    • 1.1 Storia


    • 1.2 Tracciato




  • 2 Attività umane


  • 3 Note


  • 4 Fonti





Descrizione |



Storia |




Botte a sifone a cinque canne sotto il fiume Reno. Anni 1930.




Scariolanti (Mandriole, 1939).




Pianta dei quattro consorzi idraulici interessati nello scolo di bonifica in destra di Reno.


Il fiume Reno scorre su un alveo pensile, quindi non può raccogliere le acque basse. Il canale artificiale è stato costruito allo scopo di raccogliere tutte le acque "basse" della provincia di Ravenna.


L'opera ebbe una lunga gestazione e una ancor più lunga fase di realizzazione. Fin dal 1884 era stata decisa l'escavazione del grande canale collettore. I vent'anni seguenti trascorsero invano, finché nel 1903 i quattro consorzi di bonifica allora esistenti in provincia di Ravenna (Zaniolo, Buonacquisto, Canal Vela e Fosso Vecchio) furono riuniti in un unico «Consorzio di esecuzione della bonifica della bassa pianura ravennate». Al tempo in cui fu progettata (a cura dei vari ingegneri dei quattro consorzi di scolo interessati) rappresentò la più grande opera idraulica di tutto il Ravennate[1].


Il canale, della lunghezza complessiva di 37 chilometri, avrebbe ricevuto lungo il suo tragitto le acque basse di un bacino di 62.000 ettari, dei quali 20.000 a scolo difficoltoso e 13.000 perennemente sommersi. Prima dell'inizio della costruzione del canale si previde una spesa stimata di 10.204.440 lire (pari a circa 40 milioni di euro)[2]. In base alla “legge Baccarini”[3], lo Stato si accollò i tre quinti della spesa; un quinto fu finanziato dai quattro consorzi di bonifica ravennati ed il restante quinto dalla provincia e dai comuni.


L'opera avrebbe dovuto essere completata in nove anni, ma in realtà ne occorsero ventisette[4]. Emersero infatti notevoli difficoltà tecniche nella realizzazione delle botti che avrebbero consentito di sottopassare il Senio e il Santerno, soprattutto quest'ultimo. Mentre infatti la realizzazione del sottopasso del Senio fu ultimata nel 1912, quella del Santerno fu di fatto interrotta a causa delle caratteristiche del terreno, soggetto a frane e con un basso grado di consistenza e solidità[5]. Lo scoppio del primo conflitto mondiale procrastinò ulteriormente la conclusione dei lavori, rinviandoli al dopoguerra.
Il governo Mussolini (in carica dal 31 ottobre 1922) non si occupò del progetto per anni, per poi riprendere i lavori e portarli a conclusione nel 1930.


L'ente che curò la manutenzione del canale fu, sin dal 1931, il Consorzio della bassa pianura ravennate. Nel secondo dopoguerra fu sostituito dal Consorzio della Romagna Centrale, poi confluito nel Consorzio della Romagna. Dal 2009 la gestione è esercitata dall'ente confinante, il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale[6].



Tracciato |


Nasce dallo scolo Zaniolo, nel comune di Conselice. Scorre in direzione ovest-est attraversando la parte settentrionale della provincia di Ravenna. Seguendo un corso quasi sempre rettilineo, dopo 36 km si getta nel mare Adriatico (in località Casal Borsetti), utilizzando l'antica foce del Lamone, che oggi sfocia 3 km a sud del canale.



Attività umane |


Agricoltura

Il canale in destra di Reno è spesso utilizzato nella stagione estiva per l'irrigazione dei campi.


Pesca

Il canale è spesso meta di molti pescatori per le numerose specie ittiche che lo popolano. Tra esse troviamo: il siluro, la carpa, il carassio, il lucioperca, la scardola, l'anguilla, la brema, il persico, il pesce gatto, il cavedano, l'alborella, il nono ed il cefalo (in prossimità della foce). La canna da pesca è lo strumento maggiormente utilizzato dai pescatori del luogo; ma altri ricorrono alla pesca con la bilancia, soprattutto nella zona di Alfonsine.


Il canale sfocia a Casal Borsetti in un molo. Qui molti pescatori praticano la pesca alla passera, al cefalo, al ghiozzo paganello, ricorrendo all'uso di bilance grandi fino a 6 metri.


Alle spalle del centro abitato di Casal Borsetti è sorto all'inizio degli anni 2000 il porto turistico denominato Marina di Porto Reno, che è connesso al mare tramite il tratto terminale del canale. Per consentire l'accesso anche alle barche a vela è stato spostato verso l'interno il ponte carrabile e ne è stato costruito uno pedonale levatoio più vicino al mare.



Note |




  1. ^ Carte d'acqua, p. 24.


  2. ^ Carte d'acqua, p. 26.


  3. ^ La legge n. 869 del 25 giugno 1882 introdusse la novità dell'intervento dello Stato centrale nel finanziamento dei lavori di bonifica.


  4. ^ Carte d'acqua, p. 25.


  5. ^ Carte d'acqua, p. 25.


  6. ^ Carte d'acqua, p. 33.



Fonti |



  • Angelo Varni (a cura di), Lo scorrere del paesaggio, Faenza, EDIT, 2007.

  • Tito Menzani, Le bonifiche in Romagna. La realizzazione del Canale in destra di Reno (secc. XVIII-XX), Imola, La Mandragora, 2008.

  • Tito Menzani (a cura di), L'attività di bonifica nel territorio romagnolo. Percorsi di sviluppo in 150 anni di Italia unita (1861-2011), Imola, La Mandragora, 2012.

  • Tito Menzani e Matteo Troilo, Carte d'acqua. Le mappe della bonifica in Romagna (secc. XVIII-XXI), Faenza, EDIT, 2016.




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