Scardinius erythrophthalmus

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Scardola | |
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![]() Adulto (sopra) ed esemplari giovanili | |
Stato di conservazione | |
![]() Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio |
Eukaryota |
Regno |
Animalia |
Sottoregno |
Eumetazoa |
Ramo |
Bilateria |
Superphylum |
Deuterostomia |
Phylum |
Chordata |
Subphylum |
Vertebrata |
Infraphylum |
Gnathostomata |
Classe |
Actinopterygii |
Sottoclasse |
Neopterygii |
Infraclasse |
Teleostei |
Superordine |
Ostariophysi |
Ordine |
Cypriniformes |
Superfamiglia |
Cyprinoidea |
Famiglia |
Cyprinidae |
Sottofamiglia |
Leuciscinae |
Genere |
Scardinius |
Specie |
S. erythrophthalmus |
Nomenclatura binomiale | |
Scardinius erythrophthalmus Linnaeus, 1758 |
La scardola (Scardinius erythrophthalmus Linnaeus, 1758) è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae.
Indice
1 Descrizione
2 Biologia
2.1 Riproduzione
2.2 Alimentazione
2.3 Predatori
2.4 Pesca
3 Distribuzione e habitat
4 Tassonomia
5 Note
6 Bibliografia
7 Altri progetti
Descrizione |
La forma del corpo è tipica di quella della famiglia Cyprinidae: compresso ai fianchi, con dorso piuttosto alto e ventre pronunciato in età adulta. I giovani sono più filiformi.
La scardola presenta grosse scaglie dai magnifici riflessi argentei, così appunto come la sua livrea, che vede anche dorso e fianchi dai riflessi dorati, mentre il ventre è quasi bianco. Le pinne negli adulti sono rosse.
Raggiunge una lunghezza di 50 cm e un'aspettativa di vita di oltre 18 anni.
Biologia |
Riproduzione |
La deposizione avviene tra maggio e luglio: le uova, piccole e opaline, sono deposte tra le piante acquatiche, alle quali si attaccano tramite un muco adesivo.
Alimentazione |
La scardola ha dieta onnivora, si ciba di insetti, pesci, crostacei, zooplancton e detriti vegetali.
Predatori |
È preda abituale di lucci, lucioperche e siluri.
Pesca |
Dato che abbocca voracemente a qualsiasi esca animale le venga presentata è un pesce apprezzato soprattutto da bambini alle prime armi e da garisti mentre è piuttosto detestato da tutti gli altri in quanto spesso rende impossibile la pesca a prede più pregiate.
Le sue carni sono insipide e liscosissime, pertanto il suo interesse commerciale è totalmente nullo. Esemplari di piccole dimensioni puliti, aperti a libro e diliscati si prestano al consumo impanati e fritti.
Chiaramente la salubrità e la qualità delle carni variano a seconda dell'habitat dell'animale.
Tendenzialmente esse possono essere associate ad un sapore erboso viste le abitudini stazionarie e alimentari assimilabili a quelle della carpa o della breme.
Distribuzione e habitat |
È diffusa nelle acque dolci dell'Europa e dell'Asia occidentale. Vista la sua rapidissima riproduzione e la sua resistenza anche ad acque inquinate e poco ossigenate, la si considera infestante e potenzialmente pericolosa per l'ecosistema.
In Italia è presente sull'intero territorio ed è frequentissima nei medi e grandi laghi del Nord (Pusiano, Garda, Maggiore e Iseo) e del centro (Bolsena).
Abita acque calme (laghi, stagni) e fiumi a corrente lenta, con generosa presenza di piante acquatiche tra cui si riproduce.
Tassonomia |
Alcuni autori riconoscono come specie a sé stante Scardinius scardafa (Bonaparte, 1837), endemica dell'Italia centro-meridionale. Questa specie è riconosciuta solo da una minoranza di ittiologi e sarebbe quasi estinta, sopravvivendo solo in alcuni bacini lacustri del centro Italia[2][3].
Note |
^ (EN) Freyhof, J.,2008, Scardinius erythrophthalmus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2018.2, IUCN, 2018.
^ *Zerunian S. Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole 2002
^ * Cornol (CH) Kottelat M., Freyhof J., Handbook of European Freshwater Fishes, Publications Kottelat, 2007, ISBN 88-7021-299-8.
Bibliografia |
- (EN) World Conservation Monitoring Centre 1996, Scardinius erythrophthalmus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2018.2, IUCN, 2018.
Altri progetti |
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