ACT UP
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AIDS Coalition to Unleash Power | |
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Il celebre simbolo di Act Up: un triangolo rosa rovesciato con il motto: "Il silenzio equivale alla morte". | |
Abbreviazione | ACT UP |
Fondazione | Marzo 1987 |
Fondatore | Larry Kramer |
Scopo | HIV/AIDS |
Motto | Silence = Death (Silenzio = Morte) |
Sito web | |
L'AIDS Coalition to Unleash Power (ACT UP), letteralmente "Coalizione AIDS per scatenare il potere" (ma si tratta di un acronimo inverso che fa riferimento alla filosofia del gruppo), è un'organizzazione internazionale di azione diretta che lavora per richiamare l'attenzione sulle vite dei malati di AIDS e sulla pandemia dell'AIDS per portare a legislazioni, ricerche e trattamenti medici che portino alla fine della malattia mitigando la perdita di salute e vite.[1]
ACT UP fu fondata di fatto nel marzo del 1987 al Lesbian and Gay Community Services Center a New York. Larry Kramer doveva fare un discorso come parte di una serie di oratori a rotazione, e il suo discorso con molti spettatori si concentrò sull'azione per combattere l'AIDS. Kramer parlò apertamente contro il Gay Men's Health Crisis (GMHC), che percepiva come politicamente impotente. Kramer era cofondatore del GMHC ma aveva dato le proprie dimissioni dal consiglio di amministrazione nel 1983. Secondo Douglas Crimp, Kramer fece una domanda al pubblico: "Vogliamo iniziare una nuova organizzazione dedicata all'aziona politica?" La risposta fu "un risuonante sì." Circa 300 persone si riunirono 2 giorni dopo per formare ACT UP.[2]
Indice
1 Azioni di Act Up New York
1.1 Wall Street
1.2 FDA
1.3 General Post Office
1.4 La rivista Cosmopolitan
1.5 Le Donne e la definizione di AIDS del CDC
1.6 "Stop the Church"
1.7 Day of Desperation
1.8 Scuole di Seattle
2 Struttura di ACT UP
2.1 DIVA-TV
2.2 Indipendenza istituzionale
3 Anni Successivi
4 Scissionismo a San Francisco
5 Note
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Azioni di Act Up New York |
I seguenti resoconti cronologici delle azioni di ACT UP New York sono tratte dalla storia di ACT UP di Douglas Crimp, l'ACT UP Oral History Project, e la Capsule History online di ACT UP, New York.[3]
Wall Street |
Il 24 marzo 1987 250 membri di ACT UP dimostrarono a Wall Street e Broadway per chiedere maggiore accesso a farmaci sperimentali contro l'AIDS e per una politica nazionale coordinate per combattere la malattia.[4] Un articolo d'opinione di Larry Kramer pubblicato sul New York Times il giorno precedente descriveva alcune delle questione di cui si occupava ACT UP.[5] Diciassette membri di ACT UP vennero arrestati durante questa disobbedienza civile.[6] Il 24 marzo 1988 ACT UP ritornò a Wall Street per una dimostrazione più grande durante la quale più di 100 persone furono arrestate.[7]
Il 14 settembre 1989, sette membri di ACT UP si infiltrarono alla Borsa di New York e si incatenarono alla galleria VIP per protestare i prezzi elevati dell'unico farmaco per l'AIDS approvato, l'AZT. Il gruppo mostrò uno striscione con su scritto: “SELL WELLCOME” (Vendete Wellcome), riferendosi allo sponsor farmaceutico dell'AZT, Burroughs Wellcome, che aveva fissato un prezzo di circa $10,000 per paziente per anno per il farmaco, ben al di fuori alla portata di quasi tutte le persone positive all'HIV. Diversi giorni dopo la dimostrazione, Burroughs Wellcome abbassò il prezzo dell'AZT a $6,400 per paziente per anno.[8]
FDA |
L'11 ottobre 1988 ACT UP organizzò una delle sue manifestazioni più di successo (sia in termini di dimensioni sia in termini di copertura dei media nazionali) quando chiuse con successo la Food & Drug Administration (FDA) per un giorno.[9][10][11]
General Post Office |
ACT UP tenne la sua azione successive al General Post Office di New York City la notte del 15 april 1987, a un pubblico di persone che compilavano la dichiarazione dei redditi all'ultimo minuto. Questo evento segnò l'inizio dell'associazione di ACT UP con il progetto Silence = Death, che aveva creato il famoso poster di un triangolo rosa con la punta rivolta verso l'alto (un triangolo rosa con la punta verso il basso fu usato per segnalare i gay nei campi di concentramento Nazisti) su uno sfondo nero con il testo "SILENCE = DEATH". Douglas Crimp parla della "furbizia mediatica" di ACT UP a questa dimostrazione, perché i programmi tv "fanno sempre storie su chi compila la dichiarazione dei redditi all'ultimo minuto." Come tale, ad ACT UP era virtualmente garantita copertura nei media.[2]
La rivista Cosmopolitan |
Nel gennaio 1988, la rivista Cosmopolitan pubblicò un articolo di Robert E. Gould, uno psichiatra, dal titolo Rassicuranti Notizie sull'AIDS: un dottore racconta perché potresti non essere a rischio ("Reassuring News About AIDS: A Doctor Tells Why You May Not Be At Risk").[2] La principale tesi dell'articolo era che durante il sesso vaginale non protetto tra un uomo e una donna che avevano entrambi "genitali sani" il rischio di trasmissione di HIV era insignificante, anche se il partner maschile era infetto. Donne da ACT UP che avevano organizzato "dyke dinners" (cene lesbiche) informali, si incontrarono con Gould in persona, interrogandolo su diversi fatti fuorvianti (per esempio il fatto che la trasmissione dal pene alla vagina sia impossibile), metodi giornalistici discutibili (nessuna revisione paritaria, informazione bibliografica, mancanza di aver dichiarato che fosse uno psichiatra e non specializzato in medicina interna), e chiesero una ritrattazione e una scusa.[12]
Quando questi si rifiutò, decisero, nelle parole di Maria Maggenti, che "dovevano chiudere Cosmo". Secondo chi era coinvolta nell'organizzazione dell'azione, era significative che fosse la prima volta che le donne in ACT UP si organizzavano separatamente dal corpo principale del gruppo.[13] Inoltre, la ripresa dell'azione stessa, la preparazione e il seguito furono tutti consapevolmente pianificati e risultare in un corto video intitolato: Dottori, Bugiardi, e Donne: attivisti per l'AIDS dicono no a Cosmo ("Doctors, Liars, and Women: AIDS Activists Say No To Cosmo"). L'azione consisteva approssimativamente di 150 attivisti che protestarono davanti all'edificio della Hearst (società madre di Cosmopolitan) cantando "Dite no a Cosmo!" e tenendo cartelloni con slogan come "Sì, la ragazza Cosmo PUÒ prendere l'AIDS!"[2]
Anche se l'azione non risultò in nessun arresto, portò significativa attenzione televisiva alla controversia attorno all'articolo. Phil Donahue, Nightline e un talk show locale chiamato People Are Talking ospitarono tutti discussioni sull'articolp. Sull'ultimo, due donne, Chris Norwood e Denise Ribble, presero il palco dopo che il presentatore, Richard Bey, interruppe Norwood durante una discussione sul rischio di AIDS per le donne eterosessuali.[14] Filmati da tutte queste apparizioni mediatiche vennero montate in Dottori, Bugiardi e Donne. Cosmopolitan pubblicò in seguito una parziale ritrattazione dei contenuti dell'articolo.[12]
Le Donne e la definizione di AIDS del CDC |
A seguito della loro partecipazione nella protesta di Cosmopolitan, il comitato delle donne di ACT UP prese come bersaglio il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Center for Disease Control) per la sua stretta definizione di cosa constituiva HIV/AIDS. Mentre le cause di trasmissione dell'HIV, come sesso non protetto vaginale o anale, erano simili sia tra uomini sia tra donni, i sintomi del virus variavano enormemente. Come notò la storica Jennifer Brier: “per gli uomini, l'AIDS a tutti gli effetti spesso provocava sarcoma di Kaposi, mentre le donne sperimentavano polmonite batterica, malattia infiammatoria pelvica, e neoplasie della cervice uterina.” Dato che la definizione del CDC non teneva conto di questi sintomi come un risultato dell'AIDS, alle donne americane negli anni ottanta era spesso diagnosticato Complicazioni relative all'AIDS (o ARC) o HIV.
“In questo processo,” Brier spiegò, “a queste donne erano essenzialmente negati i benefici di Sicurezza sociale che gli uomini con l'AIDS si erano assicurati combattendo duramente, e vincendo, alla fine degli anni Ottanta.”[15] Nell'ottobre del 1990, l'avvocato Theresa McGovern iniziò una causa rappresentando 19 Newyorkesi che affermavano di essersi viste negati ingiustamente sussidi di disabilità a causa della stretta definizione di AIDS del CDC. Durante una protesta del 2 ottobre 1990 per generare attenzione per la causa di McGovern, due cento protestatori e protestatrici di ACT UP si radunarono a Washington e cantarono “Quante ancora devono morire prima che diciate che sono qualificate,” e portarno poster alloa marcia con gli slogan: “Le donne non prendono AIDS/ Ne muoiono e basta.”[16] La reazione iniziale del CDC a chiamate per la revisione della definizione di AIDS includevano fissare la soglia dell-AIDS sia per gli uomini sia per le donne a un conteggio dei linfociti T al di sotto delle 200. Tuttavia, McGovern rigettò questo suggerimento. “A molte donne che si presentano negli ospedali non vengono contate i linfociti T. Nessuno sa che hanno il cancro HIV. So quante delle nostre clienti stavano morendo di HIV senza che fossero loro contate i linfociti T.”
Piuttosto, McGovern, insieme con l'ACLU e il New Jersey Women and AIDS Network, chiese l'aggiuta di quindici condizioni alla lista della definizione di casi sorveglianza del CDC, che vennero successivamente adottate nel gennaio del 1993. Sei mesi più tardi, l'amministrazione Clinton rivedette i criteri federali per valutare lo stato HIV e rendere più facile per le donne con l'AIDS assicurarsi sussidi di sicurezza sociale.[17] Il ruolo del comitato delle donne nel cambiare la definizione del CDC aiutò non solo ad aumentare drasticamente la disponibilità di sussidi federali alle donne americane, ma aiutò a dar luce ad un numero più accurato di donne infette da HIV/AIDS negli Stati Uniti; “sotto il nuovo modello, il numero di donne con l'AIDS negli Stati Uniti crebbe quasi del 50 per cento.”[18]
"Stop the Church" |
ACT UP non era d'accordo con il Cardinale John Joseph O'Connor sulla posizione pubblica dell'Arcidiocesi di New York contro l'educazione per il sesso sicuro nelle scuole pubbliche di New York, distribuzione di preservativi, le opinioni pubbliche del cardinale sull'omosessualità, in aggiunta all'opposizione cattolica all'aborto. Questo portò alla prima protesta Stop the Church ("Fermate la Chiesa") il 10 dicembre 1989 presso la Cattedrale di San Patrizio (New York).[19] Nel dicembre del 1989, circa 4,500 dimostranti mobilizzati da ACT-UP e WHAM! (Women's Health Action and Mobilization, Azione e Mobilitazione per la Salute delle Donne) si riunirono fuori durante la messa nella cattedrale.[20] Qualche dozzina di attivisti entrarono nella cattedrale, interruppero la Messa, cantarono slogan, o si sdraiarono nelle navate.[21] Un dimostrante ruppe un'ostia e la gettò al suolo.[22] Centoundici dimostranti vennero arrestati.[23] Vennero presentate solo accuse minori, punite principalmente da sentenze di lavori sociali; alcuni dimostranti che rifiutarono i servizi sociali vennero processati, ma non andarono in prigione.[24]
Come risultato dell'azione della Cattedrale di San Patrizio, ACT UP fu pubblicamente condannata dal sindaco Ed Koch e alcuni media per quello che vedevano come militanza e mancanza di rispetto. Anche il governatore dello Stato di New York Mario Cuomo condannò la dimostrazione. Il resoconto dell'evento di ACT UP nota che "La stampa sceglie di concentrarsi su, e distogliere, la protesta personale di un singolo dimostrante cattolico che coinvolgeva un'ostia." Tuttavia, la protesta della Cattedrale fu criticata come "stupida e avventata" da Andy Humm, un portavoce per la Coalition for Gay and Lesbian Rights (Coalizione per i Diritti di Gay e Lesbiche), mentre il leader di ACT UP, Peter Staley, denunciò la protesta come un "fallimento totale" e una "cosa egoista, da macho."[25]
Il documentario di Robert Hilferty sulla protesta, Stop the Church, doveva originariamente andare in onda su PBS. La pellicola venne successivamente tolta dal palinsesto nazionale da PBS, ma andò comunque in onda su televisioni pubbliche via cavo in diverse grandi città, incluse Los Angeles, New York e San Francisco.[26] Il fatto è stato paragonato al processo nel 2012 delle Pussy Riot per vandalismo e incitamento all'odio religioso a Mosca dopo la loro protesta presso la Cattedrale di Cristo Salvatore.
Un articolo di Radio Free Europe sul processo di Mosca descrisse la protesta Stop the Church come "fondamentale", contribuendo a riforme all'inizio degli anni novanta che garantivano a americani con HIV e AIDS protezione federale dalla discriminazione, un ufficio del governo degli USA su politiche dell'AIDS, e milioni di dollari per ricerca biomedica. "Gli attivisti di ACT UP adesso dicono che la protesta di SAn Patrizio cambiò il modo in cui molti americani vedevano la Chiesa cattolica. Non era più intoccabile, e le sue politiche -- su tutto dai preservativi all'aborto al matrimonio gay e donne preti -- non erano più sacrosante." Jim Hubbard, un membro di ACT UP e realizzatore del documentario "United in Anger" (Uniti nella rabbia) sulla storia di ACT UP, disse "Non avevo le idee chiare su cosa andare dentro la chiesa avrebbe aggiunto al tempo. Ma adesso penso che lo shock di entrare e confrontare il cardinale abbia davvero funzionato. ha aiutato a portare ACT UP all'attenzione mainstream. Ha portato la crisi a un punto in cui il governo e i media mainstream dovevano davvero iniziare a farci i conti."
Day of Desperation |
Il 22 gennaio 1991, durante la Guerra del Golfo, l'attivista di ACT UP John Weir e due altri attivisti entrarono nello studio del telegiornale serale di CBS all'inizio della messa in onda. Gridarono "L'AIDS è una notizia. Combattete l'AIDS, non gli arbi!" e Weir andò di fronte alla cinepresa prima che la camera di controllo tagliò per un break pubblicitario. La stessa notte ACT UP dimostrò agli studi della MacNeil/Lehrer Newshour. Il giorno seguente attivisti mostrarono striscioni a Grand Central Terminal che dicevano "Soldi per l'AIDS, non per la guerra" e "Una morte per l'AIDS ogni 8 minuti." Uno degli striscioni era tenuto a mano e esibito attraverso l'orario dei treni e l'altro era attaccato a un mucchio di palloncini che lo sollevavano fino al soffitto dell'ernome sala centrale della stazione. Queste azioni facevano parte di una protesta coordinata chiamata "Day of Desperation."(Giorno della Disperazione)[27]
Scuole di Seattle |
Nel dicembre del 1991, la sezione di ACT UP di Seattle distribuì più di 500 pacchetti per il sesso sicuro fuori dalle scuole superiori della città. I pacchetti contenevano un pamphlet intitolato "How to Fuck Safely"(Come scopare in sicurezza), che era illustrato fotograficamente e includeva due uomini che rappresentavano una fellatio. La legislature dallo Stato di Washington successivamento passò una legge "Dannoso per i Minors" rendendo illegale distribuire materiale sessualmente esplicito a minorenni.[28]
Struttura di ACT UP |
ACT UP fu organizzata come una rete senza leader e di fatto. Questo fu intenzionale da parte di Larry Kramer - la descrive come "democratica all'eccesso."[29]
Seguiva una struttura per comitati con ogni comitato che riportava ad un incontro del comitato coordinato una volta a settimana. Azioni e proposte erano generalmente portate al comitato coordinatore e poi al pubblico per un voto, ma questo non era richiesto - ogni mozione poteva essere portata ad un voto ad ogni momento.[30] Gregg Bordowitz, uno dei primi membri, ha detto del processo:
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«Questo è come la politica democratica di base funzione. Fino a un certo punto, questo è come la politica democratica dovrebbe funzionare in generale. Convinci le persone della validità delle tue idee. Devi andare là fuori e convincere le persone.» |
Questo non significa che in pratica era puramente anarchica or democratica. Bordowitz e altri ammettono che certe persone erano in grado di comunicare e difendere le loro idee più effectivamente di altre. Anche se Larry Kramer è spesso etichettato come il primo "leader" of ACT UP, come il gruppo maturava, quelle persone che partecipavano regolarmente agli incontri e facevano sentire le loro voci divennero condutture attraverso le quali pi# piccoli "gruppo di affinità" presentavano e organizzavano le loro idee. La leadership cambiava mani frequentemente e all'improvviso.[31]
- Alcuni dei comitati erano:
- Comitato Azione
- Comitato Finanza
- Comitato Outreach
- Comitato Trattamento e Dati
- Comitato Media
- Comitato Grafica
- Comitato Alloggio
Note: In quanto ACT UP non ha un piano organizzativo, i titoli di questi comitati sono in qualche modo variabili e alcuni membri li ricordano in modo diverso da altri.
In aggiunta ai comitati, ACT UP New York faceva grande affidamento su "gruppi di affinità". Questi gruppi spesso non avevano strutture formali, ma erano centrati su specifiche questioni o connessioni personali, spesso all'interno di comitati più grandi. I gruppi di affinità sosteveano solidarietà complessiva in azioni politiche più grandi e complesse attraverso il mutuo sostegno fornito dai membri del gruppo. Gruppi di affinità spesso si organizzavano per portare a termini compiti più piccoli nell'ambito di una più grande azione politica, come il "Day of Desperation", quando il gruppo Needle Exchange (Scambio di Aghi) presentò agli ufficiali del Dipartimento Sanitario di New York migliaia di siringhe usate che avevano raccolto attraverso il loro scambio (contenute in bottiglie termiche).
DIVA-TV |
DIVA-TV acronimo di “Damned Interfering Video Activist Television," (Televisione dei Dannati Attivisti Video Invadenti) era un gruppo di affinit' di ACT UP che registrava e documenta l'attivismo per l'AIDS. I suoi membri fondatori sono Catherine Gund, Ray Navarro, Ellen Spiro, Gregg Bordowitz, Robert Beck, Costa Pappas, Jean Carlomusto, Rob Kurilla, George Plagianos.[32] Uno dei loro primi lavori è “Like a Prayer” (1991), che documentava le proteste di ACT UP del 1989 presso la Cattedrale di San Patrizio contro la posizione del cardinale di O'Connor's su AIDS and contraccezione. Nel video, Ray Navarro, un attivista di ACT UP/DIVA TV,[33] svuolge il ruolo di narratore, travestito da Gesù. Il documentario ha l'obiettivo di mostrare la faziosità dei mass media bias in quanto giustappone video originali della proteste con le immagini mostrate ai telegiornali serali.
Nonostante fosse meno "collectiva" dopo il 1990, DIVA TV ha continuato a documentare (oltre 700 ore di ripresa) le azioni dirette degli attivisti di ACT UP, e le reazioni della comunità all'HIV/AIDS, producendo più di 160 programmi video canali tv in chiaro - mentre la serie settimanale "AIDS Community Television" dal 1991 al 1996[34] e dal 1994 al 96 la serie in chiaro con chiamata diretta"ACT UP Live"; proiezioni di film festival; e documentazione on-line e webcasts in streaming continui. Il video attivismo di DIVA TV alla fine ha cambiato media con la fondazione nel 1997 e continuo sviluppo del sito di ACT UP (New York). Il più recente programma video del genere di DIVA TV che documenta la storia e l'attivismo di ACT UP (New York) è il documentario lungometraggio: "Fight Back, Fight AIDS: 15 Years of ACT UP" (2002), proiettato al Festival internazionale del cinema di Berlino e mostrato in tutto il mondo. I programmi di DIVA TV e le cassette originali delle videocamere sono attualmente rimasterizzati, archiviati e conservati, e accessibili al pubblico nella collezione "AIDS Video Activist Video Preservation Project" (Progetto per la preservazione video dei video attivisti AIDS) alla New York Public Library.[35]
Indipendenza istituzionale |
ACT UP ebbe un primo dibattito sul registrare l'organizzazione come una nonprofit 501(c) (3) per permettere a chi contribuiva esenzioni dalle tasse. Successivamente decisero contro, perché, come ha detto Maria Maggenti said, "non volevano avere niente a che fare con il governo."[36] Questo tipo di etica senza compromessi ha caratterizzato il pubblico sin dai suoi inizi; condusse successivamente a una divisione tra coloro nel gruppo che volevano rimanere completamente indipendenti e coloro che vedevano opportunità per raggiungere compromessi e progresso "entrando [nelle istituzioni e sistemi contro cui combattevano]."[37]
Anni Successivi |
ACT UP, mentre estremamente prolifica e certamente al suo apice, subì estreme pressioni interne sulla direzione del gruppo e della crisi AIDS. Dopo le azioni al NIH, queste tensioni risultarono in un'effettiv a troncatura del Comitato Azione e il Comitato Trattamenti e Dati, che si riformò come il Gruppo Azione Trattamento (Treatment Action Group, TAG).[37][38] Diversi membri la descrissero come una "troncatura della doppia nature di ACT UP."
Nel 2000 ACT UP/Chicago venne inserita nella Chicago Gay and Lesbian Hall of Fame.http://www.glhalloffame.org/index.pl?page=inductees&todo=year
Sezioni di ACT UP continuano a incontrarsi e protestare, seppure con un minor numero di membri. ACT UP/New York e ACT UP/Philadelphia sono particolarmente solide, con altre sezioni attive altrove.
Housing Works, la più grande organizzazione di New York per servizi per l'AIDS e Health GAP, che combatte per estendere il trattamento a persone con l'AIDS in tutto il mondo, si sono sviluppate direttamente da ACT UP.
Scissionismo a San Francisco |
Nel 2000, ACT UP/Golden Gate cambiò il suo nome in Survive AIDS, per evitare confusione con ACT UP/San Francisco (ACT UP/SF). Le due si erano precedentemente separate nel 1990, ma avevano continuato a condividere la stessa filosofia di fondo. Nel 1994, ACT UP/SF aveva iniziato a rifiutare l'opinione prevalente in ambito scientifico rispetto al ruolo dell'HIV come causa dell'Aids. Ciò fece sì che ACT UP/SF entrasse in urto con ACT UP/Golden Gate ed altre associazioni gay e di lotta all'AIDS. ACT UP/SF avrebbe in seguito fatto fronte comune con "People For the Ethical Treatment of Animals" contro la sperimentazione su animali delle cure per l'AIDS.[39] La situazione degenerò al punto da ricevere ingiunzioni restrittive dopo che l'organizzazione attaccò fisicamente associazioni di volontariato per l'AIDS che aiutavano pazienti positivi all'HIV,[40]; due militanti furono condannati con la condizionale per minacce a giornalisti e funzionari della sanità pubblica.[41]
Note |
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^ "Activists sentenced for misdemeanors". Gay.com. Archiviato dall'originale il 2005-03-08.
Voci correlate |
Spencer Cox: membro di ACT UP New York
Sarah Schulman: membro di ACT UP New York- Gregg Gonsalves
- Lesbian Avengers
- Housing Works
- David B. Feinberg
Didier Lestrade: cofondatore di ACT UP Parigi
Thierry Schaffauser: attivista, lavoratore e scrittore ex-membro di ACT UP Paris
Fed Up Queers: gruppo fondato attraverso ACT UP
Luke Montgomery: member of ACT UP Seattle- J. Quinn Brisben
Bash Back: gruppo di "queer radicali" influenzato da ACT UP- Queer Nation
Kiyoshi Kuromiya: membro di ACT UP Filadelfia.
Chris Bartlett: membro of ACT UP Filadelfia.- Larry Kramer
Keith Haring: artiste di New York il cui lavoro Silence=Death divenne un tema usato da ACT UP intorno al 1987
How to Survive a Plague: documentario del 2012
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ACT UP
Collegamenti esterni |
- "The Making of an AIDS Activist: Larry Kramer" and "ACT UP", pp. 162–166, Johansson, Warren and Percy, William A. Outing: Shattering the Conspiracy of Silence.[dead link] New York and London: Haworth Press, 1994.
- “AIDS Assaults Courts Controversy with Andrew Cornell Robinson's Obscene Ceramics”, SOWEBO, ACT UP Exhibition, Baltimore, MD. 1991 Group Show & ACT UP benefit courts controversy, Harry Newspaper, Baltimore, MD, July 1991, Vol 2, p. 1
- Curley, Mallory. A Cookie Mueller Encyclopedia, Randy Press, 2010.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 128989370 · ISNI (EN) 0000 0001 1955 3631 · BNF (FR) cb129192498 (data) |
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