Belle Époque




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Moulin Rouge - La Goulue manifesto di Henri de Toulouse-Lautrec del 1891.


Col nome di Belle Époque si indica il periodo storico, socio-culturale e artistico europeo che va dall'ultimo ventennio dell'Ottocento all'inizio della Prima guerra mondiale.


Pur facendo riferimento specifico alla Francia, in special modo Parigi,[1] esso vide manifestazioni parallale con tratti molto simili non solo in altri paesi dell'Europa occidentale ma anche in ambiti extra-europei, proprio come gli Stati Uniti (la cosiddetta Gilded Age) ed il Messico (il "Porfiriato", cioè il periodo della dittatura di Porfirio Díaz).




Il Titanic era un simbolo della Belle Époque.




Indice






  • 1 Origine del termine


  • 2 Rilevanza storica


  • 3 Invenzioni e scoperte importanti


  • 4 La nascita del tempo libero


  • 5 Una società di consumatori [senza fonte]


  • 6 Note


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Origine del termine |


L'espressione "Belle Époque" (Epoca Bella) nacque in Francia alla fine dell'Ottocento, scaturendo in parte dalla realtà storica e in parte da un sentimento di nostalgia. In quel periodo le invenzioni e i progressi della tecnica e della scienza furono senza paragoni con le epoche passate.


I benefici di queste scoperte portarono a standard di vita notevoli. L'illuminazione elettrica, la radio, l'automobile, il cinema, la pastorizzazione, e altre comodità, tutte contribuirono ad un miglioramento delle condizioni di vita e al diffondersi di un senso di ottimismo.


L'espressione ebbe in seguito fortuna perché bene esprimeva la contrapposizione fra l'epoca precedente e l'epoca successiva alla prima guerra mondiale, cioè tra il periodo della libertà e il periodo della perdita della libertà. La Belle Époque indicava la vita brillante nelle grandi capitali europee, le numerose esperienze artistiche, soprattutto esprimeva l'idea che il nuovo secolo, il Novecento, sarebbe stata un'epoca di pace e di benessere.



Rilevanza storica |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione industriale.

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«Nazioni e Imperi, coronati di principi e di potentati, sorgevano maestosamente da ogni parte, avvolti nei tesori accumulati nei lunghi anni di pace. Tutti si inserivano e si saldavano, senza pericoli apparenti, in un immenso architrave. I due potenti sistemi europei stavano l'uno di fronte all'altro, scintillanti e rimbombanti nelle loro panoplie, ma con sguardo tranquillo… Il vecchio mondo, nell'ora del suo tramonto era bello a vedersi…»


(Winston Churchill, La crisi mondiale, 1921)

Successivamente alla fine della guerra franco-prussiana e della grande depressione del 1873-1895, e prima della tragedia della prima guerra mondiale, la Belle Époque si colloca come un periodo di pace e relativa prosperità. Le continue scoperte e le innovazioni tecnologiche lasciavano sperare che in poco tempo si sarebbe trovata una soluzione a tutti i problemi dell'umanità. Debellata la maggior parte delle epidemie e ridotta notevolmente la mortalità infantile, gli abitanti del pianeta toccavano ormai il miliardo e mezzo. Alla crescita demografica fece riscontro anche un impressionante aumento della produzione industriale e del commercio mondiale, che tra il 1896 e il 1913 raddoppiarono. La sterlina britannica era il solidissimo riferimento economico.


Nel 1913 l'estensione della rete ferroviaria mondiale aveva raggiunto il milione di chilometri e le automobili cominciavano a percorrere le strade delle città americane ed europee. Il trasporto marittimo fu caratterizzato dalla corsa alla costruzione di transatlantici sempre più grandi e lussuosi (non a caso, l'affondamento del Titanic, avvenuto nel 1912, fu poi considerato come il sogno infranto della Belle Époque).


Durante questo periodo nacquero nuove forme di intrattenimento, come il cabaret, il can-can e il cinema, mentre nuove invenzioni resero la vita più facile a tutti i ceti e livelli sociali, la scena culturale prosperava e l'arte prendeva nuove forme con l'Impressionismo, il Preraffaellismo, il Simbolismo e l'Art Nouveau.


L'alta borghesia celebrava i risultati raggiunti in pochi decenni di egemonia con esposizioni universali, in cui si esibivano le ultime meraviglie della tecnica, con conferenze di esploratori, missionari e ufficiali, che raccontavano le grandezze e le miserie di mondi lontani, il cui contrasto con l'Occidente inorgogliva gli ascoltatori e confermava la loro certezza di appartenere a un mondo superiore, che nulla mai avrebbe potuto incrinare. I politici confermavano. Le guerre, se c'erano, erano lontane: in Cina, in Africa, sulle pendici dell'Himalaya.


Affrontare la vita con questo spirito significava caratterizzarlo in modo spensierato e positivo. Gli abitanti delle città avevano scoperto il piacere di uscire, anche e soprattutto dopo cena, di recarsi a chiacchierare nei caffè e assistere a spettacoli teatrali. Le vie e le strade cittadine erano piene di colori: manifesti pubblicitari, vetrine con merci di ogni tipo, eleganti magazzini.

Questa mentalità e questo modo di affrontare la vita aveva condizionato anche i settori produttivi. In tutta Europa si erano sviluppate una serie di correnti artistiche giunte a teorizzare che ogni produzione umana poteva divenire un'espressione artistica. Ogni oggetto e ogni luogo diveniva un'elegante decorazione, un motivo floreale, una linea curva e arabesca.


Quando iniziò il nuovo secolo, Parigi volle celebrarlo con un'incredibile mostra nella quale venivano esposte le innovazioni più recenti: l'esposizione universale (o Exposition Universelle). Nel 1900 persone da tutto il mondo sbarcarono in Francia per assistere alla gigantesca fiera. La gente ne visitava ogni parte e ne ammirava tutti gli aspetti, dalle scale mobili (dette "tapis roulant") ai tram elettrici, assaggiando le cento varietà di tè importato dall'India.


L'Europa era in pace da trent'anni (circa dal 1870), cioè da quando la Germania aveva inaugurato un'industrializzazione e sviluppo che venivano garantite dalla nuova politica di equilibrio. Nessuno pensava più, quindi, che la guerra potesse devastare ancora il mondo; nel 1894 ebbe perciò luogo anche il primo congresso sui giochi olimpici, che stabilì che le Olimpiadi si sarebbero svolte ogni 4 anni.


Fu così che il periodo che va dal 1890 al 1914 fu caratterizzato da un periodo di euforia e frivolezza, denominato "Belle Époque".[2] Inoltre durante questo periodo un importantissimo movimento formato essenzialmente da donne "si fece sentire": venivano chiamate suffragette e con a capo Emmeline Pankhurst rivendicarono il diritto di voto delle donne.



Invenzioni e scoperte importanti |



  • La prima lampadina - Thomas Edison - 1879

  • La prima radio - Guglielmo Marconi - 1899

  • Il primo telefono - Antonio Meucci - 1854

  • Il primo Tapis roulant - 1890

  • Il primo grattacielo (Chicago) - 1880


  • Traforo del Frejus - 1857-1871

  • La prima ferrovia (Stockton & Darlington Railway) - 1825

  • Il primo volo - Fratelli Wright - 1903

  • Le prime automobili

  • La catena di montaggio (Ford, Modello T) - Frederick Taylor.

  • La prima macchina per scrivere.

  • Il cinema (precinema) come il Kinetoscopio di Thomas Edison e il Cinematografo dei Fratelli Lumière

  • Il vaccino contro la rabbia-Louis Pasteur-1885

  • La pastorizzazione di Louis Pasteur



La nascita del tempo libero |


La parte più agiata della popolazione sviluppa il costume di andare in vacanza per benessere: nascono così le prime località turistiche in senso moderno, spesso termali o balneari, come la Costa Azzurra, Sanremo, Recoaro Terme. Anche lo sport ha la sua importanza in questo settore: il 6 aprile 1896 ad Atene, si svolgono le prime Olimpiadi moderne.



Una società di consumatori .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
[senza fonte]
|


Il progresso aveva un prezzo: il benessere di alcuni si basava sulle fatiche e sul disagio di molti altri, segnatamente del proletariato operaio e contadino. Tuttavia il proletariato, soprattutto quello operaio, durante la Belle Époque cominciò a godere di qualche vantaggio, non solo grazie alle proprie durissime lotte, ma grazie anche alla logica stessa dell'economia di mercato, in base alla quale se si vuole guadagnare di più bisogna produrre e vendere di più. Per aumentare le vendite era necessario che masse sempre più estese avessero il denaro sufficiente a comprare. Gli imprenditori, quindi, man mano che la produzione scendeva, accettarono di concedere aumenti salariali, facendo salire il reddito pro capite nei paesi sviluppati.


Dopo aver creato nuovi mercati nelle colonie, costringendole ad acquistare dall'Occidente i prodotti lavorati, i paesi sviluppati misero in moto una crescita esponenziale dei loro mercati interni, ponendo le basi per una vera e propria società di consumatori. Per realizzare compiutamente questo allargamento del mercato si provvide rapidamente alla crescita della distribuzione; beni di consumo come abiti, calzature, mobili, utensili domestici, che prima erano prodotti artigianalmente e venduti da piccoli commercianti al dettaglio, cominciarono a essere offerti da una rete commerciale sempre più ampia. Si moltiplicarono i grandi magazzini, furono incrementate la vendita a domicilio e la vendita per corrispondenza, furono trovate nuove forme per il pagamento rateale, che indebitava le famiglie, ma nel contempo rendeva accessibili ai meno abbienti una quantità prima impensabile di prodotti costosi. In appoggio a questa massiccia strategia di vendita nasceva la pubblicità, che cominciava ormai a riempire i muri delle città e le pagine dei giornali.



Note |




  1. ^ belle époque, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato il 12 luglio 2017.


  2. ^ Dino Papale, Taormina Segreta - La Belle Epoque 1876-1914, Edizioni P&M., 1995.



Voci correlate |




  • Art Nouveau o stile liberty

  • Belle Époque (film)

  • Decadentismo

  • Età giolittiana

  • Positivismo



Altri progetti |



Altri progetti



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Collegamenti esterni |


  • La Belle Epoque a Parigi attraverso cartoline e documenti, su paris1900.lartnouveau.com.

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