Decreto dei pieni poteri
Decreto dei pieni poteri | |
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Discorso di Hitler al Reichstag per la promozione della legge | |
Titolo esteso | Legge a rimedio dell'afflizione sofferta dal Popolo e dal Reich |
Stato | Germania |
Date fondamentali | |
Promulgazione | 24 marzo 1933 |
Testo |
Il Decreto dei pieni poteri, conosciuto anche come Legge dei pieni poteri (in lingua tedesca, Ermächtigungsgesetz), è il termine con cui venne indicato il provvedimento approvato dal parlamento tedesco (Reichstag) il 24 marzo 1933. Questo decreto rappresentò il secondo passo - il primo fu il Decreto dell'incendio del Reichstag - compiuto dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (e controfirmato dal Presidente Hindenburg) per dichiarare lo stato di emergenza e nei fatti instaurare una dittatura utilizzando gli strumenti legali messi a disposizione dalla Repubblica di Weimar.
Quando il neocancelliere Adolf Hitler presentò il Decreto dei pieni poteri al Parlamento, egli non possedeva la maggioranza assoluta dei voti (non aveva quindi, neanche la possibilità di formare un governo) e, per assicurarsi l'approvazione del piano, Hitler fece arrestare o comunque impedì con la forza di partecipare alla seduta tutti i deputati comunisti e alcuni socialdemocratici, minacciò fisicamente ministri ed esponenti del Centro Cattolico e fece disporre le SA, squadre paramilitari del Partito nazionalsocialista, attorno e all'interno del Reichstag durante la votazione. Secondo alcuni storici, il consenso dato dal Partito del Centro all'approvazione della legge dei pieni poteri fu concesso in cambio della promessa di Hitler di stipulare un concordato con la Santa Sede; tuttavia, dai documenti dell'archivio vaticano non risulta che la Santa Sede fosse stata preventivamente informata sulle trattative intercorse tra Hitler e i parlamentari del Centro, ma sembra invece che questi abbiano agito autonomamente senza il mandato del Vaticano. Inoltre, dal rapporto inviato dal nunzio Cesare Orsenigo in Vaticano il 24 marzo non risulta che durante tali trattative si fosse fatto cenno a un possibile concordato tra Santa Sede e Governo tedesco[1] Il primo atto preso nell'ambito del decreto dei pieni poteri fu l'ordine di scioglimento del Partito Socialdemocratico di Germania, che aveva votato contro il decreto stesso.[2]
Indice
1 Testo
2 Note
3 Voci correlate
4 Collegamenti esterni
Testo |
Il testo del decreto è di ridotta estensione. Qui viene riprodotto integralmente in lingua tedesca[3] e italiano:
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(DE) «Gesetz zur Behebung der Not von Volk und Reich
| (IT) «Legge a rimedio dell'afflizione sofferta dal Popolo e dal Reich
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Note |
^ cfr. G. Sale, Hitler, la Santa Sede e gli ebrei,, Jaka Book, Milano 2004, p. 55-62.
^ William Shirer, The Rise and Fall of the Third Reich, Touchstone Edition, New York, Simon & Schuster, 1990
^ Uwe Brodersen, Gesetze des NS-Staates, p. 22
Voci correlate |
- Incendio del Reichstag
- Decreto dell'incendio del Reichstag
Collegamenti esterni |
- (IT) Testo della Legge in italiano