Monte Amiata




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Monte Amiata

Amiata flickr01.jpg
Il monte Amiata
Stato
Italia Italia
Regione
Toscana Toscana
Provincia
Template:IT-SI-GR
Siena Siena
Altezza 1 738 m s.l.m.
Prominenza 1 490 m
Catena
Antiappennino toscano (negli Appennini)
Ultima eruzione
ca. 180.000 anni fa (nel Pleistocene Superiore)
Codice VNUM 211800
Coordinate
42°53′17″N 11°37′22″E / 42.888056°N 11.622778°E42.888056; 11.622778Coordinate: 42°53′17″N 11°37′22″E / 42.888056°N 11.622778°E42.888056; 11.622778
Mappa di localizzazione

Mappa di localizzazione: Italia

Monte Amiata

Monte Amiata



Il monte Amiata è un vulcano situato nell'Antiappennino toscano posto tra la Maremma, la Val d'Orcia e la Val di Chiana, compreso tra la provincia di Grosseto e quella di Siena.


L'origine del toponimo Amiata è stata da alcuni individuata nel latino ad meata, ossia «alle sorgenti»[1]. Altre ipotesi sull'etimo del toponimo Amiata sono state rappresentate in una rivista storico-culturale locale[2], ove si indica una derivazione da mons Tuniatus-Montuniata, con riferimento a Tinia, la massima divinità etrusca.




Indice






  • 1 Geografia


    • 1.1 Geografia fisica


    • 1.2 Geografia antropica




  • 2 Storia


  • 3 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 3.1 L'area protetta




  • 4 Ambiente


    • 4.1 Specie vegetali autoctone




  • 5 Economia


  • 6 Infrastrutture e trasporti


  • 7 Panorama


  • 8 Note


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Geografia |



Geografia fisica |


Il monte Amiata è collocato nella Toscana meridionale, dove svetta sulle valli circostanti, tra cui vanno citate la Val d'Orcia, la Maremma, la vallata del lago di Bolsena, il Chianti. Il massiccio montuoso, oltre all'omonima vetta che raggiunge i 1738 metri sul livello del mare, include anche una serie di cime, in continuità l'una con l'altra. Sul versante grossetano spiccano i rilievi di Poggio Trauzzolo (1.200 metri), monte Labbro (1.193 metri), monte Civitella (1.107 metri), monte Buceto (1.152 metri), monte Aquilaia (1.104 metri) e monte Calvo (930 metri); sul versante senese ritroviamo, tra le vette più alte, Poggio Zoccolino (1.035 metri), Poggio Le Perazzette (922 metri) e Poggio Roccone (913 metri).


È un antico vulcano, ormai spento, con presenze di rocce e di laghetti di origine vulcanica. Vi si trovano, inoltre, le sorgenti dei fiumi Fiora, Vivo, Albegna e Paglia. Le sorgenti, che sgorgano in notevole quantità laddove finiscono le rocce trachitiche e inizia il basamento calcare-argilloso, costituiscono una imponente ricchezza idrica che caratterizza da sempre questo rilievo vulcanico. Le origini vulcaniche del massiccio montuoso hanno mantenuto attiva l'attività sismica nella zona.


Tra i vari eventi verificatisi, c'è da segnalare il terremoto del 3 novembre 1948 che ebbe come epicentro l'area montana a cavallo delle province di Grosseto e Siena, raggiungendo la magnitudo 5,03 della Scala Richter e il VI-VII grado della Scala Mercalli. Altri eventi sismici che hanno interessato l'area amiatina hanno avuto invece come epicentri le località di Arcidosso, Santa Fiora, Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio.[3]


Nel territorio amiatino vi sono inoltre situate numerose aree protette: la riserve naturali del Monte Labbro, di Pescinello, del Bosco dei Rocconi, di Poggio all'Olmo, della Santissima Trinità, del Monte Penna ed inoltre un importante parco faunistico.



Geografia antropica |



































Comune Provincia
Abbadia San Salvatore
Siena Siena
Arcidosso
Grosseto Grosseto
Castell'Azzara
Grosseto Grosseto
Castel del Piano
Grosseto Grosseto
Piancastagnaio
Siena Siena
Santa Fiora
Grosseto Grosseto
Seggiano
Grosseto Grosseto

L'area del Monte Amiata è poco densamente abitata, formata perlopiù da piccoli centri disposti lungo le valli del monte, sia nel versante della provincia di Grosseto che in quello della provincia di Siena, soprattutto nelle aree situate ad ovest e ad est della vetta, dove sono situati i centri principali. L'area compresa dai comuni di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castell'Azzara, Castel del Piano, Castiglione d'Orcia, Piancastagnaio, Santa Fiora e Seggiano conta una popolazione complessiva di 25.453 abitanti, mentre se vengono considerati anche quei comuni situati più a valle che però fanno parte dell'Unione dei comuni del Monte Amiata, sia sul versante grossetano (Cinigiano, Roccalbegna, Semproniano), sia sul versante senese (Radicofani, San Quirico d'Orcia), si raggiunge una popolazione di 34.418 abitanti[4].


I centri più abitati sono quelli di Abbadia San Salvatore (6.319 abitanti), sul versante senese e capoluogo dell'Unione dei Comuni Amiata Val d'Orcia, e di Castel del Piano (4.675 abitanti) per il versante grossetano, anche se il centro amministrativo principale è quello di Arcidosso (4.460 abitanti), capoluogo dell'Unione dei Comuni Amiata Grossetano.




Cinabro dell'Amiata



Storia |


Si può far risalire la sua ultima eruzione a circa 180.000 anni fa. È attestata la presenza umana sull'Amiata fin dalla preistoria. La più antica testimonianza artistica è un graffito raffigurante un arciere. L'"arciere", da cui prende il nome la grotta in cui è situato, si trova nel comune di Abbadia San Salvatore ad un'altitudine di 1050 m.s.l.m.. La sua datazione è difficile da precisare ma si ipotizza che risalga all'età del bronzo. Per gli etruschi l'Amiata era la terra sacra, dove dimorava la loro divinità più importante: Tinia (Giove per i romani).


Da ricordare l'avventura mistica e rivoluzionaria di David Lazzaretti, il profeta dell'Amiata, che si immolò nel 1878 per il riscatto religioso e sociale della propria gente, avversando le ingiustizie del mondo e il declino del clero romano[5]. Lazzaretti fondò un vero e proprio movimento religioso, il Giurisdavidismo, che conta ancora oggi un limitato gruppo di adepti.


Nel 1897 sorse sull'Amiata, ad Abbadia San Salvatore, una delle più importanti miniere di mercurio del mondo (seconda per ricchezza solamente a quella di Almaden in Spagna). L'attività di estrazione e trasformazione del cinabro (da cui si ricava il mercurio), contribuì enormemente allo sviluppo industriale ed economico di Abbadia San Salvatore, apportando ricadute positive anche negli altri paesi Amiatini. La miniera fu chiusa intorno alla metà degli anni settanta. Del passato minerario dell'Amiata, rimangono oggi due musei, ad Abbadia San Salvatore e a Santa Fiora.



Monumenti e luoghi d'interesse |




Veduta della rocca di Arcidosso




L'abbazia di San Salvatore


Reperti storici e artistici sono tutt'oggi registrabili nei centri abitati dell'Amiata. Presenze come quelle riferibili all'arte figurativa del trecento senese, e architetture monumentali come i castelli del lontano medioevo (Arcidosso, Montelaterone, Piancastagnaio), le abbazie romanico-longobarde (Abbadia San Salvatore, Abbazia di Sant'Antimo), la Villa Sforzesca di Castell'Azzara, il palazzo Bourbon del Monte a Piancastagnaio, le chiese rinascimentali e barocche di Castel del Piano, le ceramiche robbiane e il parco Peschiera a Santa Fiora, stanno a testimoniare l'incrociarsi di civiltà e culture che hanno interessato o comunque lambito il territorio dell'Amiata, inserito nella sorprendente storia della Toscana meridionale, posta al confine della Tuscia e dello Stato Pontificio.


Negli anni novanta, l'artista contemporaneo Daniel Spoerri, esponente del Nouveau Réalisme, diede vita nel comune di Seggiano al Giardino di Daniel Spoerri dove sono esposte molte sue opere e di altri artisti.



L'area protetta |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Cono vulcanico del Monte Amiata.


Ambiente |



Specie vegetali autoctone |


Le caratteristiche geomorfologiche e climatiche della montagna hanno reso possibile la diffusione di moltissime specie, soprattutto vegetali, che hanno trovato e trovano su questa altura le condizioni ideali per la propria sopravvivenza. L’Amiata ospita piante dalle esigenze molto diverse tra loro; alcune a vocazione mediterranea, soprattutto nel versante che si affaccia sul mar Tirreno, ed altre decisamente più continentali, prevalentemente nel versante orientale. Si segnalano numerosi endemismi, ovvero specie che assumono caratteristiche peculiari della zona in cui si trovano; ricordiamo su tutti la Viola etrusca e il Crocus etruscus.[6]


Poco distante dalla vetta dell’Amiata, in un ambiente molto particolare e ristretto vegeta la Lonicera coerulea, un caprifoglio tipico delle zone artiche e delle Alpi che nella penisola italiana (esclusa appunto la catena alpina) veniva considerato assente o incerto. Tra le specie degne di nota è da rammentare, fra quelle arboree, il “pero picciòlo”, pianta esclusiva del comune di Abbadia San Salvatore e dei margini della zona di Vivo D’Orcia i cui frutti, le pere picciòle, sono state nel passato uno dei pochi alimenti della dieta invernale dei badenghi basata quasi esclusivamente sulle castagne. È considerata una antichissima varietà sopravvissuta fino a oggi grazie alla propagazione tramite innesto ad opera della gente del paese.[7]


In montagna vegeta ancora la leggendaria “erba carolingia”, quella che guarì l’esercito di Carlo Magno dalla peste quando egli si trovò a soggiornare nel monastero di Abbadia San Salvatore. La leggenda dell’erba carolingia (il cui nome scientifico è Carlina acanthifolia) era molto famosa nel medioevo ma anche più tardi tanto che nel ‘700 il più grande classificatore di specie della storia, Carlo Linneo, diede il nome di Carlina a un intero genere di piante.[8]



Economia |


La parte meno elevata del territorio amiatino è caratterizzata dalla presenza di oliveti e vigneti, con relativa produzione di olio pregiatissimo (ricordiamo l'olivastra di Seggiano) e di vino la cui qualità sta imponendosi anche nei mercati esteri, con particolare riferimento al Montecucco e all'Orcia, entrambi DOC, il primo dal 1998. Nella parte più alta invece si possono trovare vari prodotti del sottobosco e non solo, che sono stati per decenni il cibo delle popolazioni amiatine. In particolare, la castagna, che ha già ottenuto la denominazione DOP, prevalentemente raccolta nella zona di Castel del Piano, Arcidosso e Santa Fiora, e il fungo, che sta acquisendo il marchio IGP, raccolto in tutte le zone dell'Amiata, ma in particolare nella zona di Bagnolo (Santa Fiora), Saragiolo (Piancastagnaio), Selvena (Castell'Azzara) e Abbadia San Salvatore. Molte sono infatti le sagre e le feste che in tutto l'arco dell'anno e su tutto il territorio rendono omaggio a questi prodotti.


L'Amiata è ricchissimo di acque, tutte captate e gestite dall'Acquedotto del Fiora che le trasporta e distribuisce nell'intera Toscana meridionale e nella parte settentrionale del Lazio. Va segnalata anche la produzione di energia elettrica da parte dell'Enel, che utilizza le emissioni di vapore geotermico (soprattutto nella zona di Piancastagnaio e Bagnore), proveniente dalle profondità del sottosuolo interessato ancora da fenomeni paravulcanici.


Nella stagione invernale si praticano gli sport invernali, essendo stato allestito negli anni un complesso sciistico con piste ed impianti di risalita dislocati nei punti cardine della montagna: la vetta, il Prato delle Macinaie, il Prato della Contessa, il Rifugio Cantore e il Pian della Marsiliana. La stazione sciistica ha uno sviluppo totale di 12 km per quanto concerne lo sci alpino mentre si hanno a disposizione alcuni chilometri per le pratiche dello sci nordico[9]. Particolarmente emozionante può risultare l'esperienza dello sci notturno a volte allestito sulla pista attrezzata Dedo-Crocicchio. Molto interessante è sicuramente l'area protetta creata sul versante grossetano all'interno del territorio comunale di Arcidosso, destinata al ripopolamento del lupo appenninico.



Infrastrutture e trasporti |


L'Amiata è facilmente raggiungibile da Grosseto e da Siena, mediante un sistema stradale agevole di strade provinciali. Il versante est si raggiunge dai caselli autostradali di Chiusi-Chianciano e Orvieto, quello ovest si raggiunge distaccandosi dalla Grosseto-Siena in località Paganico.


Visto il crescere di importanza e di intensità del traffico è in fase di ampliamento la Strada Statale 323 Tratto Arcidosso - Aiole che porta verso Santa Fiora e il Versante Senese.


Il progetto prevede il taglio di alcune curve e la realizzazione di un viadotto.



Panorama |


La peculiarità della morfologia vulcanica, essendo l'Amiata un rilievo isolato, permette al visitatore, in condizioni ambientali favorevoli (soprattutto nelle giornate invernali), di spaziare con lo sguardo per centinaia di chilometri. Con cielo terso e ventoso si può osservare la quasi totalità degli Appennini settentrionali e centrali: il Massiccio del Gran Sasso d'Italia (Abruzzo), poi da Sud verso Nord, il monte Terminillo (Lazio), i monti Sibillini (Marche/Umbria), il Massiccio del monte Catria (Appennino umbro-marchigiano), il monte Falterona dell'Appennino Tosco-Romagnolo, il monte Cimone dell'Appennino Tosco-Emiliano, l'Alto Appennino parmense e parte dell'Appennino Ligure. Inoltre si scorgono le città di Grosseto, Siena, Arezzo, Viterbo e in condizioni meteorologiche notturne particolari è visibile il bagliore di Roma. Ottimamente visibili sono anche il Lago Trasimeno e quello di Bolsena. Verso ovest, in direzione del mar Tirreno è visibile buona parte dell'Arcipelago Toscano con l'isola d'Elba, il monte Argentario, la Corsica ed addirittura sulla costa verso sud le ciminiere della centrale elettrica A. Volta di Montalto di Castro (VT) e verso nord sempre sulla costa le ciminiere della centrale elettrica di Tor del Sale di Piombino (LI).





Vetta.jpg


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Veduta verso Sud dalla Vetta





Note |




  1. ^ Silvio Pieri, Toponomastica della Toscana meridionale, Siena, 1930


  2. ^ Amiata Storia e Territorio, n. 67, aprile 2012


  3. ^ [1] Stucchi et al. (2007). DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. Quaderni di Geofisica, INGV.


  4. ^ Dati aggiornati al 31/12/2011


  5. ^ Giacomo Barzellotti, "Monte Amiata e il suo profeta", Milano, F.lli Treves, 1910


  6. ^ (EN) Dall’Euphorbia alla pera picciòla, viaggio attraverso le diversità del Monte Amiata, in ABBADIA NEWS - la Postilla, 28 novembre 2013. URL consultato il 24 luglio 2018.


  7. ^ (EN) Dall’Euphorbia alla pera picciòla, viaggio attraverso le diversità del Monte Amiata, in ABBADIA NEWS - la Postilla, 28 novembre 2013. URL consultato il 24 luglio 2018.


  8. ^ (EN) Dall’Euphorbia alla pera picciòla, viaggio attraverso le diversità del Monte Amiata, in ABBADIA NEWS - la Postilla, 28 novembre 2013. URL consultato il 24 luglio 2018.


  9. ^ Umberto Rambelli, "Il comprensorio del monte Amiata", Quaderni dell'Amministrazione Provinciale di Grosseto, 1969



Voci correlate |



  • Amiata (asino)

  • Amiata Records



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Parco Nazionale Museo delle Miniere dell'Amiata, su parcoamiata.it.

  • Interviste Video ai Minatori del Monte Amiata, su archiviovideodistoriaorale.it.

  • Il sito geografico-informativo sul territorio del monte Amiata, su webamiata.it.


  • Monte Amiata | Vicinanza In Inglese

  • Monte Amiata, su monte-amiata.com.

  • Stazione sciistica Monte Amiata, su amiataneve.it.

  • Museo delle Miniere del Monte Amiata, su minieredimercurio.it.


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