Montecatini (azienda)




































Montecatini
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Stato
Italia Italia
Fondazione 26 marzo 1888 a Firenze
Chiusura
1966, incorporata in Edison (poi Montecatini Edison)
Sede principale Milano
Persone chiave


  • G.B. Serpieri, fondatore


  • Guido Donegani, presidente


  • Giacomo Fauser, ingegnere chimico


  • Giulio Natta, chimico


Settore
  • minerario (prima)


  • chimica industriale (poi)

  • Sito web
    www.edison.it

    La Montecatini - Società Generale per l'Industria Mineraria e Chimica è stata un'importante e storica azienda chimica italiana che cessò la sua attività nel 1966 a seguito della sua incorporazione nella Edison, con la conseguente nascita del gruppo Montecatini Edison (poi Montedison). L'ingresso della Società Montecatini in Borsa avvenne nel 1900, la sua cancellazione formale nel 1967.




    Indice






    • 1 Storia


      • 1.1 Origini


      • 1.2 L'era Fauser e i fertilizzanti


      • 1.3 La crescita


      • 1.4 La collaborazione con Natta


      • 1.5 La crisi


      • 1.6 La nascita del gruppo Montedison




    • 2 Stabilimenti


    • 3 Note


    • 4 Voci correlate





    Storia |



    Origini |


    La società fu fondata nel 1888 con il nome di Società anonima delle miniere di Montecatini, per lo sfruttamento delle miniere di rame di Montecatini Val di Cecina.
    Per circa 10 anni la società si dedicò allo sfruttamento della Miniera di Caporciano, quindi, a seguito della scoperta di piriti ferrose in Maremma, passò alla produzione di acido solforico acquisendo concessioni di sfruttamento di miniere di zolfo, la più importante delle quali fu quella di Perticara che risultò essere la miniera di zolfo più grande d'Europa con i suoi circa 100 km di gallerie distribuite su 9 livelli di coltivazione per un'estensione di 7,5 km².



    L'era Fauser e i fertilizzanti |


    In questo perido la società cambia due volte ragione sociale, nel 1917 in "Montecatini Società Generale per l'Industria Mineraria" e negli anni 20 in "Montecatini Società Generale per l'Industria Mineraria ed Agricola". Nel 1910 viene chiamato a dirigere la società Guido Donegani, che avrà un ruolo determinante per la storia dell'azienda e del suo sviluppo. Sotto la sua direzione la società, dopo la prima guerra mondiale, entrò nel settore dei prodotti chimici e raggiunse una posizione di preminenza sul mercato per la produzione di fertilizzanti fosfatici e azotati e del solfato di rame. Questi importanti risultati nel settore dei fertilizzanti sono dovuti anche alla collaborazione, iniziata nel 1921, con Giacomo Fauser, un ingegnere chimico novarese che aveva messo a punto un sistema per la produzione di ammoniaca a basso costo. Precisamente tale processo permetteva di estrarre l'azoto dall'atmosfera e di trasformarlo in ammoniaca, processo assai più economico di quello che invece estraeva l'ammoniaca dagli escrementi animali.



    La crescita |




    1938: Ingresso della centrale idroelettrica Montedison di Ponte Gardena[1]


    Negli anni successivi la Montecatini ampliò il proprio raggio d'azione a settori affini, attraverso la costituzione di società apposite, divenendo uno dei più importanti gruppi industriali italiani dell'epoca. In particolare:



    • nel 1928 venne fondata (joint venture con la Rhône-Poulenc) la Rhodiaseta, poi Rhodiaceta e infine Rhodiatoce per la produzione delle fibre dell'acetato di cellulosa e successivamente di quelle poliammidiche (Nylon);

    • nel 1931 venne fondata l'ACNA (Azienda Coloranti Nazionali e Affini) per la produzione di coloranti;

    • nel 1935 venne costituita (joint venture con la Rhône-Poulenc) la Farmitalia;

    • nel 1936 venne costituita, in società con lo Stato italiano, l'Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili) per la produzione di gas liquefatti e oli lubrificanti;

    • fu tentato anche uno sviluppo in Etiopia, appena conquistata, tramite la Comina.


    Successive operazioni di acquisizione e incorporazione di aziende simili porteranno la Montecatini ad avere alla fine degli anni 30 circa 50.000 dipendenti con attività che si estendono dal settore minerario (alunite, blenda, galena, marmo, pirite, zolfo) al settore metallurgico (alluminio, piombo, zinco), dall'industria farmaceutica ai coloranti, dagli esplosivi alle fibre sintetiche, dalle materie plastiche ai fertilizzanti. Possedeva inoltre diverse centrali elettriche e una rete di elettrodotti.


    Dopo la Seconda guerra mondiale, sotto la guida di Carlo Faina e di Piero Giustiniani, la Montecatini sviluppa il settore degli idrocarburi e del petrolchimico.



    La collaborazione con Natta |


    In quegli anni inizia la collaborazione con un brillante chimico ligure, Giulio Natta. Gli studi di Natta sulla sintesi dei polimeri lo porteranno nel 1954 all'invenzione della molecola di polipropilene isotattico. Questo polimero è caratterizzato da un elevato carico a rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all'abrasione.


    Solo quattro anni dopo la scoperta, il polipropilene è in produzione. Viene realizzato il Moplen per la produzione di oggetti in plastica di varia natura: casalinghi, giocattoli, guarnizioni, contenitori per alimenti.



    La crisi |


    Nel 1959 la Montecatini avviò la realizzazione di uno stabilimento a Brindisi per la produzione di derivati polipropilenici, avvalendosi dei finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno. La realizzazione dello stabilimento si rivelò un fallimento. Errori in fase di progettazione e di realizzazione dell'impianto comportarono maggiori costi e l'impegno finanziario che ne derivò influì pesantemente sul bilancio aziendale.


    Giustiniani fu costretto a dimettersi, dando così avvio ad una situazione di destabilizzazione che porterà la Montecatini alla fine della sua esistenza. Infatti nei cinque anni successivi si assistette a lotte interne per la supremazia che determinarono una situazione di incertezza.



    La nascita del gruppo Montedison |


    La situazione si protrasse fino al 1966, anno in cui Mediobanca ideò e sostenne l'incorporazione della Montecatini nella Edison; l'operazione venne effettuata e la Montecatini cessò di esistere, mentre Edison, anche per non perdere un marchio storico dell'industria chimica, assunse la nuova denominazione di Montecatini Edison e quindi di Montedison.



    Stabilimenti |




    Lo stabilimento dismesso di Rieti



    • Stabilimento di Cabernardi (frazione di Sassoferrato): acquisita nel 1917, era impiegata nell'estrazione dello zolfo. Nel 1952 vi fu l'occupazione della Miniera da parte degli operai, in disaccordo sulla notizia di un'imminente chiusura dello stabilimento, che venne definitivamente reso inattivo nel 1959.

    • Stabilimento di Rieti: fondato nel 1937, produceva l'acido solforico necessario per la fabbricazione della viscosa rayon nel vicino stabilimento Supertessile della SNIA;[2] fu chiuso nel 1972.[3]



    Note |




    1. ^ La statua equestre in alluminio, fatta erigere da Mussolini, era originariamente dedicata "Al Genio del Fascismo", e nel 1945 ridedicata "Al Genio italico"; essa fu distrutta da un attentato il 29 gennaio 1961 e non più ricostruita.


    2. ^ Maria Giacinta Balducci, Rita Filippi, Marilena Giovannelli, Liana Ivagnes, Roberto Lorenzetti, Testimonianze d'archivio sulla storia dell'industria a Rieti (PDF), su Archivio di Stato di Rieti. URL consultato il 17 settembre 2015.


    3. ^ Rieti Virtuosa attacca a destra e a sinistra, in Il Tempo edizione Lazio Nord, 8 gennaio 2012. URL consultato il 29 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2016).



    Voci correlate |



    • ACNA

    • Anic

    • Comina (azienda)

    • Montedison

    • Rhodiatoce






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