Barbanera




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Barbanera (litografia del XVIII secolo)


Edward Teach (o Thatch), meglio noto come Barbanera (Bristol, 1680 circa – Ocracoke, 22 novembre 1718) è stato un pirata britannico che ebbe il controllo del Mar dei Caraibi per un breve periodo fra il 1716 e il 1718, durante la cosiddetta età d'oro della pirateria.
Si è discusso anche del suo cognome: sarebbe Teach secondo la maggior parte degli storici, ma vi è chi sostiene si chiamasse in altri modi, tra cui Drummond, Thatch, Tirsh o Dirmmon. Si sarebbe sposato 14 volte, l'ultima moglie sarebbe stata appena sedicenne e di origine hawaiana.




Indice






  • 1 Biografia


  • 2 Leggenda


  • 3 Barbanera nella cultura


  • 4 Note


  • 5 Bibliografia


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti





Biografia |


Anche se poco si sa circa la sua vita, si pensa che il pirata "Barbanera" sia nato a Bristol, in Inghilterra, secondo alcune fonti, a Port Royal in Giamaica secondo altre. Egli fu un marinaio su una nave corsara durante la guerra di Successione Spagnola, nota in America come Guerra della Regina Anna, prima di stabilirsi nell'isola bahamiana di New Providence, base del capitano pirata Benjamin Hornigold, alla cui ciurma Teach si unì nel 1716.


Hornigold lo pose al comando di uno sloop, che aveva catturato in precedenza, e i due si distinsero insieme in valorosi atti di pirateria. Insieme ad Hornigold, Barbanera assaltò circa 20 navi in 18 mesi. S'impossessò in particolare di un vascello proveniente dalla Guiana francese, il Concorde, per ribattezzarlo Queen Anne's Revenge ed equipaggiarlo con 40 cannoni.


Il numero dei seguaci aumentò ulteriormente con la cattura di altre due navi da aggiungere alla flotta pirata, una delle quali passò poi in comando a Stede Bonnet, ma sul finire del 1717 Hornigold decise di ritirarsi dalla pirateria, prendendo con sé due vascelli a uso personale.


Barbanera divenne così un rinomato pirata, il cui soprannome era derivato dalla sua barba lunga, nera e intrecciata che gli conferiva un aspetto inquietante assieme alle finte micce che si faceva accendere sotto il cappello a inizio di ogni battaglia per incutere terrore ai suoi nemici. Oltre ad arrembare le navi in alto mare, Barbanera assaltò porti in diverse regioni, fra cui Turkill, Grand Cayman, Bahamas, Carolina. Nel 1718 assediò il porto di Charleston nella Carolina del Sud: in quell'occasione catturò un amministratore della città con il figlio di quattro anni e chiese come riscatto un baule di medicine. Passò poi a Beaufort, nella Carolina del Nord.


Si divise la compagnia con Bonnet, stabilendosi a Bath Town, dove accolse il perdono che gli venne concesso da re Giorgio I d'Inghilterra. Ben presto però riprese la via del mare. Il 20 luglio 1718 Barbanera rifiutò l'amnistia offertagli da Woodes Rogers, Governatore di Nassau e delle Bahamas. Il governatore della Virginia Alexander Spotswood ordinò al tenente di vascello della Marina inglese Robert Maynard di catturare Barbanera, vivo o morto. A bordo della nave da guerra Pearl, Maynard raggiunse Barbanera il 21 novembre del 1718, nell'insenatura di Ocracoke, e riuscì a ucciderlo dopo una sanguinosa battaglia, nella quale molti altri marinai della sua ciurma vennero uccisi.


Si racconta che Barbanera non sia morto prima di aver subito 25 ferite, di cui 5 da arma da fuoco, e che il suo corpo abbia compiuto tre volte il giro della nave prima di inabissarsi. La testa mozzata del pirata venne infissa sulla punta del bompresso della Pearl. Nella sua carriera Barbanera aveva catturato quasi 140 navi. Alla sua morte aveva 38 anni.



Leggenda |




La bandiera di Edward Teach


Leader freddo e calcolatore, Teach preferiva all'uso della forza la possibilità di incutere terrore ai suoi nemici, facendo di sé un'immagine che è rimasta nell'immaginario collettivo e alle sue imprese (reali e leggendarie) si deve in gran parte lo stereotipo del "pirata cattivo" nella cultura.


In una occasione avrebbe fatto riempire con fuoco e zolfo la stiva della sua nave allo scopo di creare un'atmosfera infernale, e avrebbe sfidato i suoi a una gara di resistenza in mezzo al fumo (ovviamente vincendo). Si dice che bevesse rum mischiato con polvere da sparo e che la sua barba fosse così lunga che egli se la attorcigliava attorno alle orecchie; che quando andava in battaglia si mettesse dei pezzi di miccia accesi sotto il cappello in modo da essere sempre avvolto da una fitta nuvola di fumo (particolare che rendeva il suo aspetto al tempo stesso bizzarro e spaventoso). I cronisti riferiscono che Barbanera "durante le azioni indossava una fascia intorno alle spalle con appese tre paia di pistole nelle loro fondine a mo' di bandoliera".


Al contrario delle moderne rappresentazioni che si fanno dei pirati, egli comandò i suoi vascelli con benevolenza nei confronti dei suoi uomini e non vi sono rapporti nei quali si dice che abbia mai maltrattato o ucciso uno dei suoi prigionieri. Il Barbanera venne romanzato dopo la sua morte e divenne una figura ispiratrice per molti film e racconti sulla pirateria.


Nel marzo 2007 i responsabili del Queen Anne's Revenge Shipwreck Project hanno annunciato l'intenzione di recuperare la Queen Anne's Revenge entro tre anni; impresa questa mai portata a termine. La nave si trova al largo delle coste della Nord Carolina e attualmente è coperta di coralli.[1]



Barbanera nella cultura |


Il personaggio Barbanera ricorre spesso nella letteratura, nel cinema e in altre forme di finzione; in genere viene rappresentato secondo lo stereotipo del crudele pirata, depositario di un misterioso tesoro, e maledetto al punto di riapparire, non di rado, come fantasma.




La cattura di Barbanera


Alcune opere in cui ha un ruolo primario:



  • Barbanera è un personaggio centrale del romanzo Mari stregati (On Stranger Tides, 1987) di Tim Powers.

  • Il pirata Barbanera è uno degli antichi nemici di Hellboy nell'omonima serie a fumetti.


  • Il pirata Barbanera (Blackbeard, the pirate, 1952) è un film d'azione diretto da Raoul Walsh e con Robert Newton nei panni del pirata. Barbanera viene mostrato alle prese col suo rivale, il Capitano Henry Morgan, nella disputa per un tesoro; avrà la meglio ma finirà affogato dai suoi stessi uomini.


  • Il fantasma del pirata Barbanera (Blackbeard's Ghost, 1968) è un film Disney di Robert Stevenson, con Peter Ustinov nella parte del fantasma (fra gli altri attori, Dean Jones). Il fantasma del terribile e crudele pirata viene evocato involontariamente da un insegnante e decide di garantirsi la pace eterna, dismettendo i panni di fantasma e compiendo delle buone azioni. La stessa storia fu utilizzata da Disney anche per una storia classica di Topolino.

  • Parodia del film Disney è Franco, Ciccio e il pirata Barbanera (1969) con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

  • Nel film Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, 2011), Barbanera è l'antagonista principale, interpretato dall'attore Ian McShane.

  • Nel videogioco Assassin's Creed IV - Black Flag (2013), Barbanera è uno dei coprotagonisti del pirata Edward Kenway. Egli viene mostrato nella maggior parte delle imprese presenti all'interno della sua biografia.

  • Nella serie televisiva C'era una volta Barbanera è uno dei personaggi secondari ed è nemico di Capitan Uncino. È interpretato da Charles Mesure.

  • Nella serie televisiva Black Sails (2014-2017) viene interpretato dall'attore Ray Stevenson.

  • Nel film Pan - Viaggio sull'isola che non c'è (Pan, 2015), Barbanera è l'antagonista principale, interpretato dall'attore Hugh Jackman.

  • Nel manga One Piece il pirata Marshall D. Teach viene soprannominato Barbanera.



Note |




  1. ^ Entro 3 anni recuperata la nave di Barbanera, Il Corriere della Sera. URL consultato il 4 marzo 2007.



Bibliografia |



  • Philip Gosse, Storia della pirateria, Bologna, Odoya 2008, ISBN 978-88-6288-009-1

  • Compare anche come primo antagonista nel celebre romanzo di J. M. Barrie Peter Pan (1902).



Voci correlate |



  • Pirateria

  • Francis Drake

  • Henry Morgan

  • Jolly Roger

  • Personaggi di Pirati dei Caraibi



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



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