NBA
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National Basketball Association | |
---|---|
Sport | Pallacanestro |
Tipo | franchigie |
Paese | Stati Uniti Canada |
Cadenza | annuale |
Apertura | ottobre |
Chiusura | giugno |
Partecipanti | 30 squadre |
Formula | Regular season + Playoffs + Finals. |
Sito Internet | NBA.com |
Storia | |
Fondazione | 1946 |
Detentore | Golden St. Warriors (6) |
Record vittorie | Boston Celtics (17) |
Ultima edizione | National Basketball Association 2017-2018 |
Prossima edizione | National Basketball Association 2018-2019 |
La National Basketball Association, comunemente nota come NBA, è la principale lega professionistica di pallacanestro degli Stati Uniti d'America.
Si può affermare che quasi tutti i migliori cestisti in circolazione giochino nella NBA: per questo motivo il livello complessivo della competizione è considerato il più alto al mondo.
La lega fu fondata a New York, il 6 giugno 1946 come Basketball Association of America (BAA). La lega adottò il nome di National Basketball Association nell'autunno del 1949 dopo una fusione con la lega rivale National Basketball League. Il quartier generale della NBA si trova nella Olympic Tower al 645 della Fifth Avenue a New York. La NBA Entertainment e gli studi della NBA TV sono ubicati invece a Secaucus, New Jersey.
Indice
1 La nascita e la storia della NBA
1.1 Anni cinquanta: l'integrazione razziale e i 24 secondi
1.2 Anni sessanta: la dinastia dei Celtics e la rivalità con la ABA
1.3 Anni settanta: l'accordo con la ABA ed espansione a 22 squadre
1.4 Anni ottanta: i Celtics, i Lakers, e l'arrivo di Michael Jordan
1.5 Anni novanta: globalizzazione e nascita della WNBA
1.6 Anni 2000: 30 squadre
1.7 Dal 2010
2 Le squadre
2.1 Squadre della NBA scomparse
2.2 Le franchigie e il sistema sportivo nord-americano
3 Organizzazione
3.1 Regular season
3.2 Playoff NBA
3.3 Finali NBA
4 Albo d'oro del campionato NBA
4.1 Titoli NBA vinti per franchigie
5 Regole di scelta e mercato dei giocatori
5.1 NBA Draft
5.2 Mercato NBA
5.3 Salary Cap
6 NBA D-League: la lega di sviluppo
7 Persone importanti
7.1 Presidenti e Commissari della NBA
7.2 Giocatori
7.3 Allenatori
8 Record
9 Premi annuali e onorificenze
10 Codice di abbigliamento
11 Note
12 Bibliografia
13 Voci correlate
14 Altri progetti
15 Collegamenti esterni
La nascita e la storia della NBA |
Anni cinquanta: l'integrazione razziale e i 24 secondi |
Negli Stati Uniti del secondo dopoguerra, in cui dominava incontrastata la segregazione razziale, la NBA si pose all'avanguardia del cambiamento quando, già nel 1950, fece esordire i primi giocatori afroamericani: Chuck Cooper con i Boston Celtics, Nat "Sweetwater" Clifton con i New York Knicks, ed Earl Lloyd con i Washington Capitols.
Nella stagione 1947-48 il nippo-americano Wataru Misaka era stato il primo non caucasico a scendere in campo per la lega, sia pure per solo 3 partite, con i New York Knicks, ma fu solo con l'ingresso degli afroamericani che si infranse la barriera razziale; oltre mezzo secolo dopo, la NBA ha aperto la stagione 2014/15 con un record di 101 giocatori stranieri, provenienti da 37 paesi diversi, e con una assoluta maggioranza di afroamericani tra gli statunitensi.
Negli anni '50 i Minneapolis Lakers, capitanati dal centro George Mikan, vinsero cinque campionati e divennero la prima dinastia della lega.
Nel 1954, per velocizzare e rendere più spettacolare il gioco, penalizzato da azioni di durata infinita e partite con punteggi bassissimi, fu introdotta la regola dei 24 secondi per tirare a canestro[1].
Nel 1956 il centro Bill Russell arrivò ai Boston Celtics, allenati da Red Auerbach e forte di giocatori del calibro di Bob Cousy e Sam Jones, e ne divenne il leader, guidandoli a undici titoli in tredici stagioni.
Il centro Wilt Chamberlain entrò nella lega nel 1959, e ne fu la stella dominante per tutto il decennio successivo, segnando il record di punti (100, nel 1962) e di rimbalzi (55) in una sola partita ancora imbattuto.
Quella tra Russell e Chamberlain costituì una delle più grandi rivalità individuali nella storia dello sport professionistico americano e mondiale.
Anni sessanta: la dinastia dei Celtics e la rivalità con la ABA |
In questo periodo la NBA continuò a rafforzarsi con lo spostamento dei Minneapolis Lakers a Los Angeles, i Philadelphia Warriors a San Francisco, e i Syracuse Nationals a Filadelfia, come anche con l'aggiunta della prima expansion team.
Nel 1967, la lega affrontò una nuova minaccia esterna con la formazione della American Basketball Association. Le due leghe entrarono in seria competizione. La NBA attirò a sé la più importante star del college di quell'epoca, Kareem Abdul-Jabbar (precedentemente conosciuto come Lew Alcindor), che insieme a Oscar Robertson guidò i Milwaukee Bucks al titolo nel suo secondo anno nella lega, e che più tardi giocò con i Los Angeles Lakers vincendo altri cinque titoli NBA.
Comunque, il miglior realizzatore della NBA, Rick Barry andò a giocare nell'ABA, come successe per altri quattro arbitri veterani - Norm Drucker, Earl Strom, John Vanak, e Joe Gushue.
Anni settanta: l'accordo con la ABA ed espansione a 22 squadre |
L'American Basketball Association continuò a ingaggiare un numero di grandi talenti e star, incluso Julius Erving. La NBA si espanse molto durante questo periodo, con l'obiettivo di raggiungere i mercati delle grandi città. Dopo la stagione 1976, le due leghe raggiunsero un accordo che consisteva nel passaggio di quattro franchigie della ABA, i New York Nets (divenuti poi New Jersey Nets), i Denver Nuggets, gli Indiana Pacers ed i San Antonio Spurs, alla NBA, portando il numero totale delle squadre nella lega a quel tempo a 22.
Inoltre la lega introdusse l'innovativa regola della ABA della linea da tre punti, dal 1979. Quello stesso anno, i rookie Larry Bird e Magic Johnson arrivarono rispettivamente ai Boston Celtics e ai Los Angeles Lakers, iniziando un periodo di significativa crescita per la lega e per il gioco della pallacanestro stessa, senza tralasciare il nuovo crescente interesse per i fan nei confronti della NBA, negli Stati Uniti d'America e nel mondo. Bird guidò i Celtics a tre titoli, e Johnson i Lakers a cinque titoli.
Anni ottanta: i Celtics, i Lakers, e l'arrivo di Michael Jordan |
Gli anni ottanta furono per la NBA un decennio di grande espansione anche oltre i confini degli Stati Uniti. I suoi giocatori simbolo, come Larry Bird, Magic Johnson, Julius Erving, Kareem Abdul-Jabbar sono conosciuti ormai in tutto il mondo.
In questi anni i Boston Celtics di Larry Bird e i Los Angeles Lakers di Magic Johnson, che vinsero complessivamente 8 titoli, diedero vita ad una delle rivalità più accese nella storia della NBA.
Ma un altro punto di svolta storico per la lega può essere considerato il Draft NBA del 1984, quando con la terza scelta assoluta i Chicago Bulls scelsero la guardia Michael Jordan, che dalla fine degli anni ottanta e in quasi tutti gli anni novanta rivoluzionò il gioco e l'idea stessa di star sportiva, diventando uomo simbolo della lega ed uno dei migliori giocatori di tutti i tempi.
L'entrata nella lega dei Dallas Mavericks nel 1980, dei Miami Heat e degli Charlotte Hornets nel 1988, degli Orlando Magic e dei Minnesota Timberwolves nel 1989, portò il numero delle squadre a 27.
Anni novanta: globalizzazione e nascita della WNBA |
La globalizzazione della lega aumentò negli anni novanta. Il Dream Team del torneo olimpico di pallacanestro delle Olimpiadi di Barcellona 1992, la prima con giocatori professionisti NBA, includeva star del calibro di Michael Jordan, Charles Barkley, Larry Bird, e Magic Johnson.
Un crescente numero di giocatori NBA inoltre iniziarono ad arrivare da altri paesi. Inizialmente, alcuni di questi giocatori, come per esempio l'MVP del 1994 Hakeem Olajuwon della Nigeria, prima giocarono nella NCAA per crescere cestisticamente.
Il decennio inizia con il secondo trionfo consecutivo dei Bad Boys, ovvero dei Detroit Pistons.
Dal 1991 al 1993 la lega sarà dominata dai Chicago Bulls di Michael Jordan e Scottie Pippen.
Grazie al ritiro di Jordan nel 1993 (tornerà nel 1995) gli Houston Rockets vincono per due anni di fila il titolo, nel 1994 e nel 1995.
Il ritorno di MJ ridà linfa ai Bulls che rivincono per tre anni di fila il titolo NBA (secondo three-peat nel giro di 8 anni). Questi titoli sono più combattuti dei precedenti, in quanto i Bulls affrontano nel 1996 i Seattle SuperSonics e nei due anni successivi i potentissimi Utah Jazz di John Stockton e del "postino" Karl Malone.
Nel 1999, la stagione del lockout NBA, la spuntano i San Antonio Spurs guidati dalle "twin towers" David Robinson e Tim Duncan. Primo titolo della storia per i texani.
Nel 1995 il numero delle squadre arrivò a 29: con l'espansione della NBA in Canada, nacquero i Toronto Raptors e i Vancouver Grizzlies.
Nel 1996 la NBA creò una lega professionistica per donne, la Women's National Basketball Association.
Nel 1998, i proprietari NBA iniziarono un lockout che finì dopo 192 giorni il 18 gennaio 1999. Come risultato di questo lockout la stagione 1998-1999 fu ridotta da 82 partite a 50.
Anni 2000: 30 squadre |
Un numero sempre crescente dei migliori giocatori internazionali continua oggi ad arrivare a giocare nella NBA come per esempio il Rookie of the Year del 2002 e l'MVP del Mondiale 2006 Pau Gasol della Spagna, la prima scelta degli NBA Draft del 2002 Yao Ming della Cina, l'MVP del Mondiale 2002 di EuroBasket 2005 ed MVP della NBA nel 2007 Dirk Nowitzki della Germania, e l'MVP delle Olimpiadi di Atene 2004 Emanuel Ginóbili dell'Argentina.
Dal 2000 solo due squadre si sono distinte dalle altre dividendosi sei titoli fino al 2007: i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant, campioni nel 2000, 2001, 2002, 2009 e 2010 e i San Antonio Spurs di Tim Duncan, nel 2003, 2005 e 2007.
La franchigia di Los Angeles inizia il nuovo millennio subito col titolo NBA, dopo aver battuto gli Indiana Pacers per 4-2 guidati da Shaquille O'Neal. L'anno successivo, i Lakers, si riconfermano battendo i Philadelphia 76ers di Allen Iverson per 4-1, e l'anno successivo completano il Three-peat contro i New Jersey Nets, guidati da Jason Kidd, per 4-0. Per tutt'e tre gli anni O'Neal è stato eletto MVP delle Finals.
Gli anni successivi sono dominati dai San Antonio Spurs di Tim Duncan, Emanuel Ginóbili e Tony Parker, che vincono il titolo prima nel 2003 battendo i New Jersey Nets per 4-2, poi nel 2005 contro i Detroit Pistons e infine nel 2007 contro i Cleveland Cavaliers di un giovane LeBron James battuti per 4-0. Nel mezzo, nel 2003-2004 trionfano i Detroit Pistons di Richard Hamilton contro i Lakers che vantavano in squadra, oltre a Kobe e Shaq, Gary Payton e Karl Malone mentre la stagione 2005-2006 vede trionfare i Miami Heat di Dwyane Wade e Shaquille O'Neal sui Dallas Mavericks guidati da Nowitzki. Nel 2007 Tony Parker diventa il primo non americano a vincere il titolo di MVP delle Finals.
Ad oggi la NBA è trasmessa in 212 nazioni in 42 lingue. Nel 2001 fu creata una lega minore, la National Basketball Development League, oggi chiamata NBA Development League (D-League), atta a far crescere giocatori.
Nel 2004 la NBA raggiunge il numero di 30 franchigie, con la nascita dei Charlotte Bobcats, e continua a evolvere come una delle più importanti e meglio organizzate leghe sportive professionistiche del mondo.
Nel 2006 avviene un fatto molto importante per il basket europeo. La prima scelta assoluta del 2006 NBA Draft è infatti Andrea Bargnani, cestista italiano scelto dai Toronto Raptors. Bargnani è stato il primo giocatore europeo scelto con il nº 1 al draft.
Nel 2007 i Boston Celtics, con vari scambi ingaggiano la guardia Ray Allen e l'ala forte Kevin Garnett che si uniscono al già presente Paul Pierce per formare i nuovi "Big Three" con i quali i Celtics si riportano in vetta alla lega vincendo il titolo del 2008 contro i rivali di sempre i Los Angeles Lakers che durante la stagione regolare, in uno scambio con i Memphis Grizzlies, ottengono lo spagnolo Pau Gasol.
Per le stagioni 2009 e 2010 il titolo è questione dei Lakers che, guidati dall'MVP delle finali Kobe Bryant, vincono prima contro gli Orlando Magic di Dwight Howard e nel 2010 in rivincita contro i Celtics.
Dal 2010 |
Nell'estate del 2010, soprannominata "l'estate dei free agent" avviene la tanto attesa "decision". Il free agent più ambito LeBron James, in diretta sull'emittente ESPN, dichiara che per la stagione 2010-2011 rimarrà ai Cleveland Cavaliers o andrà in un'altra squadra in cerca di miglior fortuna. La sua scelta sono i Miami Heat dove raggiunge Dwyane Wade e il neoacquisto Chris Bosh che lascia i Toronto Raptors nelle "mani" di Andrea Bargnani.
La stagione per gli Heat fatica a decollare e protagonisti sono i Chicago Bulls con la loro stella Derrick Rose che verrà nominato, a fine stagione, MVP della stagione regolare.
Comunque gli Heat raggiungono le NBA Finals contro i sorprendenti Dallas Mavericks forti dall'aver eliminato i campioni in carica, i Los Angeles Lakers.
Nella rivincita delle Finals del 2006 (vinte dagli Heat) sono i Mavericks a spuntarla, vincendo così il loro primo titolo NBA.
Nel luglio 2011 scatta il secondo lockout della storia della NBA, poiché la lega e l'associazione dei giocatori non hanno trovato l'accordo sul rinnovo del contratto collettivo, volto al risparmio così come richiesto dai 30 proprietari. Durante questo periodo molti giocatori NBA, soprattutto europei, decidono di lasciare l'America per tornare a giocare nel vecchio continente, specialmente nel campionato turco. Deron Williams, giocatore dei New Jersey Nets, decide di giocare in Turchia con il Beşiktaş finché il lockout non avrà termine; Danilo Gallinari torna invece alla sua ex-squadra in Italia, l'Olimpia Milano, con la stessa formula. Anche altri giocatori di primissimo piano quali Dwyane Wade, Dirk Nowitzki, Kobe Bryant e Kevin Garnett hanno più volte dichiarato di avere l'intenzione di giocare in Europa se la stagione non si dovesse svolgere regolarmente. La stagione 2011-2012 ha poi preso il via il 25 dicembre con un numero ridotto di partite da disputare. Tuttavia per recuperare alcune delle giornate perse è stato introdotto il meccanismo del back-to-back-to-back che prevede che le squadre possano giocare consecutivamente anche per tre giorni di fila. LeBron James riesce a vincere per la terza volta il riconoscimento di MVP. Nei Playoffs 2012 gli Heat sconfiggono in finale gli Oklahoma City Thunder: dopo la vittoria dei Thunder in gara-1, gli Heat centrano 4 vittorie consecutive. Il titolo va così a Miami e LeBron James (eletto MVP delle finali) vince il suo primo campionato NBA.
L'anno successivo gli Heat riescono a vincere 27 gare consecutive, diventando così la seconda franchigia con la serie positiva più lunga della storia. La franchigia di Miami arriva prima in Regular season (66-16), e ai playoffs supera prima i Milwaukee Bucks (4-0), poi i Chicago Bulls orfani di Derrick Rose, e in finale di conference gli Indiana Pacers di Paul George e arriva alle finals contro i San Antonio Spurs. Questa per LeBron James è la rivincita del titolo del 2007, quand'era ancora a Cleveland, quando i Cavs vennero sconfitti 4-0. Miami e San Antonio danno il via ad una combattutissima serie che giunge sino a gara 7, dove LeBron James, autore di una grande prestazione (37 punti e 12 rimbalzi), riesce a regalare il terzo titolo NBA alla franchigia della Florida, il secondo consecutivo. James inoltre verrà eletto MVP delle Finals.
Il 2014 vede arrivare in testa alla regular season i San Antonio Spurs ad Ovest, con un record di 62 vittorie e 20 sconfitte, mentre ad Est gli Indiana Pacers riescono a conquistare il primo posto con il record di 56-26. Il premio di MVP viene assegnato a Kevin Durant che con gli Oklahoma City Thunder vince la Northwest Division. Nei playoffs non ci sono grandissime sorprese: ad Est i Pacers e i gli Heat riescono ad arrivare in finale di conference, e Miami riesce a vincere 4-2 nonostante gli avversari avessero il fattore campo; ad ovest invece arrivano in finale gli Oklahoma City Thunder e i San Antonio Spurs, che riescono a superare i Thunder di Durant 4-2. In finale arrivano così le stesse squadre dell'anno prima, ma questa volta i San Antonio Spurs vincono senza problemi una serie che dura solo 5 partite; l'MVP delle finali è Kawhi Leonard.
Nel 2015 vincono il loro quarto titolo NBA i Golden State Warriors di Stephen Curry che sconfiggono i Cleveland Cavaliers di LeBron James in 6 partite. Da segnalare che in questa stagione i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant registrano il peggior record nella storia della franchigia, ovvero 21 vittorie e 61 sconfitte.
La finale 2016 vede in campo nuovamente i Golden State Warriors del neoeletto MVP Stephen Curry, che in questa stagione vanno ad infrangere il record di vittorie in regular season detenuto dai Chicago Bulls di Michael Jordan (72) siglando 73 vittorie a fronte di 9 sconfitte di cui solo due in casa, ed i Cleveland Cavaliers di LeBron James, con questi ultimi che si impongono in gara 7, diventando i nuovi detentori dell'anello dopo essere stati sotto 3-1 nella serie, un risultato precedentemente mai recuperato nella storia delle NBA Finals.
Da segnalare i 60 punti di Kobe Bryant nella sua ultima partita in carriera e i ritiri di Tim Duncan e Kevin Garnett in estate, mentre Kevin Durant lascia gli Oklahoma City Thunder da free agent per unirsi ai Golden State Warriors.
L'8 gennaio 2017, per la prima volta nella storia della lega, viene trasmessa in diretta streaming una partita di regular season (Sacramento-Golden State), limitatamente all'India (paese d'origine del proprietario dei Kings, Vivek Ranadive), in concomitanza con un evento dedicato alla cultura indiana.[2]
Le squadre |
La National Basketball Association fu fondata nel 1946, ed era composta da 11 squadre. Successivamente, ci furono espansioni, riduzioni, e rilocazioni fino ad arrivare alle 30 squadre attuali (29 delle quali statunitensi ed una canadese).
La lega attualmente divide le squadre in due conference, ognuna delle quali ha tre division, e ogni division ha cinque squadre. La corrente suddivisione è stata introdotta dalla stagione 2004-05.
Division | Squadra | Città/Stato | Arena | Capacità | Fondazione | Ingresso nella NBA | Allenatore | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Eastern Conference | ||||||||
Atlantic | Boston Celtics | Boston, Massachusetts | TD Garden | 18,624 | 1946 | Brad Stevens | ||
Brooklyn Nets | New York City, New York | Barclays Center | 17,732 | 1967* | 1976 | Kenny Atkinson | ||
New York Knicks | New York City, New York | Madison Square Garden | 19,812 | 1946 | David Fizdale | |||
Philadelphia 76ers | Filadelfia, Pennsylvania | Wells Fargo Center | 20,478 | 1946* | 1949 | Brett Brown | ||
Toronto Raptors | Toronto, Ontario | Scotiabank Arena | 19,800 | 1995 | Nick Nurse | |||
Central | Chicago Bulls | Chicago, Illinois | United Center | 20,917 | 1966 | Jim Boylen | ||
Cleveland Cavaliers | Cleveland, Ohio | Quicken Loans Arena | 20,562 | 1970 | Larry Drew | |||
Detroit Pistons | Detroit, Michigan | Little Caesars Arena | 20,491 | 1941* | 1948 | Dwane Casey | ||
Indiana Pacers | Indianapolis, Indiana | Bankers Life Fieldhouse | 17,923 | 1967 | 1976 | Nate McMillan | ||
Milwaukee Bucks | Milwaukee, Wisconsin | Fiserv Forum | 17,500 | 1968 | Mike Budenholzer | |||
Southeast | Atlanta Hawks | Atlanta, Georgia | Philips Arena | 15,711 | 1946* | 1949 | Lloyd Pierce | |
Charlotte Hornets | Charlotte, Carolina del Nord | Spectrum Center | 19,077 | 1988* | James Borrego | |||
Miami Heat | Miami, Florida | American Airlines Arena | 19,600 | 1988 | Erik Spoelstra | |||
Orlando Magic | Orlando, Florida | Amway Center | 18,846 | 1989 | Steve Clifford | |||
Washington Wizards | Washington, D.C. | Capital One Arena | 20,356 | 1961* | Scott Brooks | |||
Western Conference | ||||||||
Northwest | Denver Nuggets | Denver, Colorado | Pepsi Center | 19,520 | 1967 | 1976 | Michael Malone | |
Minnesota Timberwolves | Minneapolis, Minnesota | Target Center | 18,798 | 1989 | Tom Thibodeau | |||
Oklahoma City Thunder | Oklahoma City, Oklahoma | Chesapeake Energy Arena | 18,203 | 1967* | Billy Donovan | |||
Portland Trail Blazers | Portland, Oregon | Moda Center | 19,393 | 1970 | Terry Stotts | |||
Utah Jazz | Salt Lake City, Utah | Vivint Smart Home Arena | 18,306 | 1974* | Quin Snyder | |||
Pacific | Golden State Warriors | Oakland, California | Oracle Arena | 19,596 | 1946* | Steve Kerr | ||
Los Angeles Clippers | Los Angeles, California | Staples Center | 19,060 | 1970* | Doc Rivers | |||
Los Angeles Lakers | Los Angeles, California | Staples Center | 18,997 | 1947* | 1948 | Luke Walton | ||
Phoenix Suns | Phoenix, Arizona | Talking Stick Resort Arena | 18,422 | 1968 | Igor Kokoškov | |||
Sacramento Kings | Sacramento, California | Golden 1 Center | 17,608 | 1923* | 1948 | Dave Joerger | ||
Southwest | Dallas Mavericks | Dallas, Texas | American Airlines Center | 19,200 | 1980 | Rick Carlisle | ||
Houston Rockets | Houston, Texas | Toyota Center | 18,055 | 1967* | Mike D'Antoni | |||
Memphis Grizzlies | Memphis, Tennessee | FedExForum | 18,119 | 1995* | J. B. Bickerstaff | |||
New Orleans Pelicans | New Orleans, Louisiana | Smoothie King Center | 16,867 | 2002* | Alvin Gentry | |||
San Antonio Spurs | San Antonio, Texas | AT&T Center | 18,418 | 1967* | 1976 | Gregg Popovich |
Note:
- I Fort Wayne Pistons, i Minneapolis Lakers e i Rochester Royals entrarono tutte a far parte della NBA (BAA) nel 1948 dalla NBL.
- I Syracuse Nationals e i Tri-Cities Blackhawks entrarono nella NBA nel 1949 come parte dell'unione della BBA e della NBL.
- Gli Indiana Pacers, i New York Nets, i San Antonio Spurs, e i Denver Nuggets entrarono tutte a far parte della NBA nel 1976 come parte dell'unione tra NBA e ABA.
- A causa dei danni causati dall'uragano Katrina all'arena, i New Orleans Hornets giocarono molta parte della stagione 2005-2006 a Oklahoma City. E lo stesso hanno fatto anche per la stagione 2006-2007. Gli Hornets sono tornati a New Orleans stabilmente dalla stagione 2007-2008. Oklahoma City ha avuto la propria squadra, i Thunder, a partire dalla stagione 2008-09, dopo la rilocazione dei Seattle SuperSonics.
- I Toronto Raptors sono l'unica squadra canadese rimasta nella lega. I Vancouver Grizzlies si sono trasferiti a Memphis all'inizio della stagione 2001-02.
- A partire dalla stagione 2013-2014 i New Orleans Hornets hanno cambiato il loro nome in New Orleans Pelicans.
- I Charlotte Bobcats, a partire dalla stagione 2014-2015 sono diventati Charlotte Hornets dopo la delibera dell'NBA.
Squadre della NBA scomparse |
Anderson Packers dal 1949 al 1950.
Baltimore Bullets dal 1947 al 1955.
Chicago Stags dal 1946 al 1950.
Cleveland Rebels dal 1946 al 1947.
Detroit Falcons dal 1946 al 1947.
Indianapolis Jets dal 1948 al 1949.
Indianapolis Olympians dal 1949 al 1953.
Pittsburgh Ironmen dal 1946 al 1947.
Providence Steamrollers dal 1946 al 1949.
Seattle SuperSonics (Rifondati come Oklahoma City Thunder) dal 1967 al 2008
Sheboygan Red Skins dal 1949 al 1950.
St. Louis Bombers dal 1946 al 1950.
Toronto Huskies dal 1946 al 1947.
Washington Capitols dal 1946 al 1951.
Waterloo Hawks dal 1949 al 1950.
Le franchigie e il sistema sportivo nord-americano |
Il sistema sportivo professionistico nord-americano è organicamente diverso da quello europeo e del resto del mondo: infatti le varie leghe professionistiche nord-americane, non solo la NBA, non appartengono ad alcuna federazione sportiva nazionale, e i concetti di retrocessione in serie minori e di promozione in serie maggiori non sono neanche vagamente contemplati. Le squadre della NBA sono chiamate con il termine franchigie, e sono sempre le stesse ogni stagione.
Le franchigie possono fallire o essere rilocate in altre città con mercati che la lega riconosce validi. Se una squadra si sposta da una città a un'altra porta con sé tutta la sua storia: i titoli vinti, i numeri di maglia ritirati, il nome della franchigia, e quant'altro.
L'espansione della lega viene decisa dalla NBA Board of Governors, che è l'assemblea che prende tutte le decisioni riguardanti la lega. Per la scelta di una città come destinazione di una franchigia già esistente o di una nuova expansion team (aumento delle squadre), vengono presi in considerazione parametri come la posizione della città, il numero di abitanti, la grandezza dell'impianto sportivo, o se ci sono progetti per la costruzione di una nuova arena più moderna. Nel complesso la NBA calcola il valore del mercato di quella città e i benefici che una squadra potrebbe portare alla lega.
Un esempio riguarda l'ultima expansion team della lega nel 2004, con l'entrata degli Charlotte Bobcats. Infatti nonostante Charlotte avesse già avuto una franchigia fino al 2002, i Charlotte Hornets, che il proprietario chiese di spostare a New Orleans, l'interessante progetto di un imprenditore per la costruzione di una nuova moderna arena entro due anni, e la grande passione per la pallacanestro degli abitanti della Carolina del Nord, spinsero la NBA a portare la 30ª franchigia a Charlotte nonostante il precedente tentativo con gli Hornets.
Da notare anche che, come accade nella maggior parte delle leghe americane, NBA adotta un ordine del fattore campo invertito rispetto agli standard europei. Infatti, nell'elencare le squadre che giocano una partita, il primo nome indica la squadra in trasferta, mentre il secondo la squadra in casa.
Organizzazione |
Il campionato NBA si suddivide in tre fasi che portano all'assegnazione del titolo di campioni NBA: la regular season, i playoff, e le finali.
Regular season |
La regular season della NBA inizia nell'ultima settimana del mese di ottobre, dopo che le squadre hanno affrontato tra metà settembre e metà ottobre il training camp e la pre-season. Durante il training camp gli allenatori delle squadre possono valutare i rookie, preparare i giocatori alla rigorosa e lunga regular season, e scegliere la rosa dei 12 giocatori con cui iniziare a giocare, e i 3 giocatori da inserire nella lista degli inattivi. Inoltre le squadre hanno la possibilità di assegnare giocatori con meno di due anni di esperienza NBA alla propria squadra affiliata nella NBA G League. Concluso il training camp, le squadre sostengono 7 partite di esibizione contro altre squadre della lega. Concluse anche le partite di pre-season, inizia il campionato.
Ognuna delle 30 squadre della NBA si affronta nell'arco della stagione:
- 4 volte con le 4 squadre della propria division (16 partite);
- 4 volte con 6 squadre (24 partite) delle altre due division della propria conference;
- 3 volte con le altre 4 squadre (12 partite) delle altre due division della propria conference;
- 2 volte con le squadre dell'altra conference (30 partite);
Per un totale diviso tra partite in casa e in trasferta di 82 partite.
A febbraio la lega celebra l'annuale NBA All-Star Game, evento che si sviluppa in un intero week-end (NBA All-Star Weekend). È questo uno dei più grandi eventi organizzati dalla lega durante la stagione regolare, ed è anche un'occasione per concedere una pausa ai giocatori che non partecipano all'evento e rappresenta per le dirigenze delle squadre l'ultima opportunità di scambiare giocatori sul mercato, visto che la scadenza per le contrattazioni viene fissata in genere subito dopo la fine dell'All-Star Weekend.
Alla metà del mese di aprile la stagione regolare finisce e cominciano le votazioni per i riconoscimenti annuali a giocatori, allenatori e general manager. Ma dopo una settimana di riposo cominciano i Playoff NBA, che decreteranno i due contendenti al titolo NBA.
Playoff NBA |
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I playoff della NBA iniziano a cavallo tra i mesi di aprile e maggio, e vedono scontrarsi le prime 8 squadre di ogni conference (east/west coast). In base alla posizione in classifica e quindi al record di vittorie e sconfitte nella stagione regolare le squadre con il miglior record rispetto alle avversarie hanno il privilegio di disputare le prime due partite della serie in casa, come anche le successive ed eventuali gara 5 e gara 7 che possono essere le gare chiave per chiudere una serie al meglio delle sette (quattro successi per vincere la serie). Dalla stagione 2006-2007, ai campioni di division e alla miglior seconda delle division, vengono assegnati i primi 4 posti in classifica nella conference e i restanti 4 sono stabiliti in base al numero di vittorie e di sconfitte a prescindere dalla posizione nelle division.
Al primo round la 1ª classificata di ogni conference affronta l'8ª, la 2ª la 7ª, la 3ª la 6ª e la 4ª la 5ª. Le vincenti delle serie accedono al secondo round, fino ad arrivare alle NBA Conference Finals, che decretano i campioni delle rispettive conference e le due squadre che si vedranno opposte alle finali per il titolo.
Finali NBA |
Le finali NBA sono l'evento conclusivo della stagione NBA giocata. I campioni della Eastern Conference e della Western Conference si affrontano in una serie finale sempre al meglio delle sette partite. Nelle finali NBA la squadra che ha il miglior record disputerà in casa le prime due gare, come anche le eventuali gara 5 e gara 7 decisive per vincere il titolo.
Alla fine della serie finale la squadra vincente diventa campione NBA, e le viene assegnato il Larry O'Brien Championship Trophy, il trofeo NBA, e il miglior giocatore della serie finale conquista il premio di MVP (Most Valuable Player) delle Finals, il Bill Russell Trophy.
Albo d'oro del campionato NBA |
In grassetto la squadra diventata campione NBA.
Stagione | Campioni Western Conference | Serie | Campioni Eastern Conference | Miglior record nella Stagione |
1946-1947 | Chicago Stags | 1-4 | Philad. Warriors | Wash. Capitols (49-22) |
1947-1948 | Baltimore Bullets | 4–2 | Philad. Warriors | St. Louis Bombers (29-19) |
1948-1949 | Minneapolis Lakers | 4-2 | Wash. Capitols | Rochester Royals (45-15) |
1949-1950 | Minneapolis Lakers | 4–2 | Syracuse Nationals | Minneapolis Lakers (51-17) |
1950-1951 | Rochester Royals | 4–3 | N.Y. Knicks | Minneapolis Lakers (44-24) |
1951-1952 | Minneapolis Lakers | 4–3 | N.Y. Knicks | Rochester Royals (41-25) |
1952-1953 | Minneapolis Lakers | 4–1 | N.Y. Knicks | Minneapolis Lakers (48-22) |
1953-1954 | Minneapolis Lakers | 4–3 | Syracuse Nationals | Minneapolis Lakers (46-26) |
1954-1955 | Ft. Wayne Pistons | 3-4 | Syracuse Nationals | Syracuse Nationals (43-29) |
1955-1956 | Ft. Wayne Pistons | 1-4 | Philad. Warriors | Philad. Warriors (45-27) |
1956-1957 | St. Louis Hawks | 3-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (44-28) |
1957-1958 | St. Louis Hawks | 4-2 | Boston Celtics | Boston Celtics (49-23) |
1958-1959 | Minneapolis Lakers | 0-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (52-20) |
1959-1960 | St. Louis Hawks | 3-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (59-16) |
1960-1961 | St. Louis Hawks | 1-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (57-22) |
1961-1962 | L.A. Lakers | 3-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (60-20) |
1962-1963 | L.A. Lakers | 2-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (58-22) |
1963-1964 | S.F. Warriors | 1-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (59-21) |
1964-1965 | L.A. Lakers | 1-4 | Boston Celtics | Boston Celtics (62-18) |
1965-1966 | L.A. Lakers | 3-4 | Boston Celtics | Philadelphia 76ers (55-25) |
1966-1967 | S.F. Warriors | 2-4 | Philadelphia 76ers | Philadelphia 76ers (68-13) |
1967-1968 | L.A. Lakers | 2-4 | Boston Celtics | Philadelphia 76ers (62-20) |
1968-1969 | L.A. Lakers | 3-4 | Boston Celtics | Baltimore Bullets (57-25) |
1969-1970 | L.A. Lakers | 3–4 | N.Y. Knicks | N.Y. Knicks (60-22) |
1970-1971 | Milwaukee Bucks | 4–0 | Baltimore Bullets | Milwaukee Bucks (66-16) |
1971-1972 | L.A. Lakers | 4–1 | N.Y. Knicks | L.A. Lakers (69-13) |
1972-1973 | L.A. Lakers | 1–4 | N.Y. Knicks | Boston Celtics (68-14) |
1973-1974 | Milwaukee Bucks | 3–4 | Boston Celtics | Milwaukee Bucks (59-23) |
1974-1975 | Golden St. Warriors | 4–0 | Washington Bullets | Boston Celtics (60-22) |
1975-1976 | Phoenix Suns | 2–4 | Boston Celtics | Golden St. Warriors (59-23) |
1976-1977 | Portland T. Blazers | 4–2 | Philadelphia 76ers | L.A. Lakers (53-29) |
1977-1978 | Seattle S.Sonics | 3–4 | Washington Bullets | Portland T. Blazers (58-24) |
1978-1979 | Seattle S.Sonics | 4–1 | Washington Bullets | Washington Bullets (54-28) |
1979-1980 | L.A. Lakers | 4–2 | Philadelphia 76ers | Boston Celtics (61-21) |
1980-1981 | Houston Rockets | 2–4 | Boston Celtics | Boston Celtics (62-20) |
1981-1982 | L.A. Lakers | 4–2 | Philadelphia 76ers | Boston Celtics (63-19) |
1982-1983 | L.A. Lakers | 0–4 | Philadelphia 76ers | Philadelphia 76ers (65-17) |
1983-1984 | L.A. Lakers | 3–4 | Boston Celtics | Boston Celtics (62-20) |
1984-1985 | L.A. Lakers | 4–2 | Boston Celtics | Boston Celtics (63-19) |
1985-1986 | Houston Rockets | 2–4 | Boston Celtics | Boston Celtics (67-15) |
1986-1987 | L.A. Lakers | 4–2 | Boston Celtics | L.A. Lakers (65-17) |
1987-1988 | L.A. Lakers | 4–3 | Detroit Pistons | L.A. Lakers (62-20) |
1988-1989 | L.A. Lakers | 0–4 | Detroit Pistons | Detroit Pistons (63-19) |
1989-1990 | Portland T. Blazers | 1–4 | Detroit Pistons | L.A. Lakers (63-19) |
1990-1991 | L.A. Lakers | 1–4 | Chicago Bulls | Portland T. Blazers (63-19) |
1991-1992 | Portland T. Blazers | 2–4 | Chicago Bulls | Chicago Bulls (67-15) |
1992-1993 | Phoenix Suns | 2–4 | Chicago Bulls | Phoenix Suns (62-20) |
1993-1994 | Houston Rockets | 4–3 | N.Y. Knicks | Seattle S.Sonics (63-19) |
1994-1995 | Houston Rockets | 4–0 | Orlando Magic | San Antonio Spurs (62-20) |
1995-1996 | Seattle S.Sonics | 2–4 | Chicago Bulls | Chicago Bulls (72-10) |
1996-1997 | Utah Jazz | 2–4 | Chicago Bulls | Chicago Bulls (69-13) |
1997-1998 | Utah Jazz | 2–4 | Chicago Bulls | Utah Jazz (62-20) |
1999[Nota 1] | San Antonio Spurs | 4–1 | N.Y. Knicks | San Antonio Spurs (37-13) |
1999-2000 | L.A. Lakers | 4–2 | Indiana Pacers | L.A. Lakers (67-15) |
2000-2001 | L.A. Lakers | 4–1 | Philadelphia 76ers | San Antonio Spurs (58-24) |
2001-2002 | L.A. Lakers | 4–0 | N.J. Nets | Sacramento Kings (61-21) |
2002-2003 | San Antonio Spurs | 4–2 | N.J. Nets | San Antonio Spurs (60-22) |
2003-2004 | L.A. Lakers | 1–4 | Detroit Pistons | Indiana Pacers (61-21) |
2004-2005 | San Antonio Spurs | 4–3 | Detroit Pistons | Phoenix Suns (62-20) |
2005-2006 | Dallas Mavericks | 2–4 | Miami Heat | Detroit Pistons (64-18) |
2006-2007 | San Antonio Spurs | 4-0 | Cleveland Cavaliers | Dallas Mavericks (67-15) |
2007-2008 | L.A. Lakers | 2–4 | Boston Celtics | Boston Celtics (66-16) |
2008-2009 | L.A. Lakers | 4–1 | Orlando Magic | Cleveland Cavaliers (66-16) |
2009-2010 | L.A. Lakers | 4-3 | Boston Celtics | Cleveland Cavaliers (61-21) |
2010-2011 | Dallas Mavericks | 4-2 | Miami Heat | Chicago Bulls (62-20) |
2011-2012[Nota 2] | Oklahoma Thunder | 1-4 | Miami Heat | Chicago Bulls (50-16) |
2012-2013 | San Antonio Spurs | 3-4 | Miami Heat | Miami Heat (66-16) |
2013-2014 | San Antonio Spurs | 4-1 | Miami Heat | San Antonio Spurs (62-20) |
2014-2015 | Golden St. Warriors | 4-2 | Cleveland Cavaliers | Golden St. Warriors (67-15) |
2015-2016 | Golden St. Warriors | 3-4 | Cleveland Cavaliers | Golden St. Warriors (73-9) |
2016-2017 | Golden St. Warriors | 4-1 | Cleveland Cavaliers | Golden St. Warriors (67-15) |
2017-2018 | Golden St. Warriors | 4-0 | Cleveland Cavaliers | Houston Rockets (65-17) |
^ stagione durata 50 partite a causa del lock-out.
^ stagione durata 66 partite a causa del lock-out.
Titoli NBA vinti per franchigie |
Franchigia | Titoli | Città | Anni |
---|---|---|---|
Boston Celtics | 17 | Boston | 1957, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1966, 1968, 1969, 1974, 1976, 1981, 1984, 1986, 2008 |
L.A. Lakers | 16 | 5 a Minneapolis, 11 a Los Angeles | 1949, 1950, 1952, 1953, 1954[3], 1972, 1980, 1982, 1985, 1987, 1988, 2000, 2001, 2002, 2009, 2010 |
Golden St. Warriors | 6 | 2 a Philadelphia, 4 a Oakland | 1947, 1956[4], 1975, 2015, 2017, 2018 |
Chicago Bulls | 6 | Chicago | 1991, 1992, 1993, 1996, 1997, 1998 |
San Antonio Spurs | 5 | San Antonio | 1999, 2003, 2005, 2007, 2014 |
Miami Heat | 3 | Miami | 2006, 2012, 2013 |
Detroit Pistons | 3 | Detroit | 1989, 1990, 2004 |
Philadelphia 76ers | 3 | 1 a Syracuse (New York), 2 a Philadelphia | 1955[5], 1967, 1983 |
Houston Rockets | 2 | Houston | 1994, 1995 |
Wash. Wizards | 2 | 1 a Baltimora, 1 a Washington | 1948[6],1978[7] |
N.Y. Knicks | 2 | New York | 1970, 1973 |
Cleveland Cavaliers | 1 | Cleveland | 2016 |
Dallas Mavericks | 1 | Dallas | 2011 |
Oklahoma Thunder | 1 | Seattle | 1979[8] |
Portland T. Blazers | 1 | Portland | 1977 |
Milwaukee Bucks | 1 | Milwaukee | 1971 |
Atlanta Hawks | 1 | Saint Louis (Missouri) | 1958[9] |
Sacramento Kings | 1 | Rochester (New York) | 1951[10] |
Regole di scelta e mercato dei giocatori |
Per quanto riguarda le regolamentazioni sulla scelta dei giocatori entranti nella lega, gli stipendi, e il mercato dei giocatori, la NBA ha regole ferree.
NBA Draft |
Il sistema sportivo americano è profondamente e radicalmente differente da ogni altro sistema sportivo del mondo. Questo poiché la crescita e lo sviluppo degli atleti di qualsiasi disciplina sportiva, negli Stati Uniti, viene affidata alle cure delle scuole superiori (high school), e delle università (college), e non ai settori giovanili delle squadre di categoria come avviene per esempio in Europa. Con questo sistema gli atleti una volta finita la scuola superiore o l'università non hanno società di riferimento, e quindi per entrare nelle più prestigiose leghe professionistiche nord-americane devono iscriversi ai cosiddetti Draft.
La NBA annualmente organizza nell'ultima settimana di giugno, subito dopo la conclusione delle Finali NBA, gli NBA Draft, attraverso cui le squadre della lega possono scegliere i giocatori più promettenti della pallacanestro statunitense e mondiale.
Alcune settimane prima del Draft la NBA, attraverso la Draft Lottery, stila la lista delle prime 14 squadre che avranno la precedenza nella scelta, e quindi la possibilità di accaparrarsi i migliori giocatori. Queste 14 squadre sono le escluse dai Playoff, e in base al record di vittorie e sconfitte, le peggiori squadre avranno maggiori probabilità nel sorteggio che sancisce l'ordine di scelta.
In questo modo le squadre che non brillano da tempo in campionato, possono avere l'opportunità di scegliere giocatori che potrebbero cambiare, in un'ottica di breve o lungo periodo, le sorti della franchigia.
Le restanti 16 squadre vengono aggiunte, in base alla classifica finale, a conclusione delle NBA Finals.
Mercato NBA |
Il mercato dei giocatori della NBA si apre a luglio, quando le squadre possono solo scambiare giocatori con altre squadre, senza però far firmare contratti ai cosiddetti free-agent, giocatori che sono stati svincolati dalla propria squadra o il cui contratto è scaduto, e sono quindi liberi di scegliere l'offerta che preferiscono.
La possibilità di ingaggiare free-agent scatta in genere verso l'11 luglio. Ci sono due tipologie di free-agent: restricted-free-agent, che sono i giocatori che hanno ricevuto un'offerta dalla precedente squadra, e unrestricted-free-agent, che sono invece liberi da ogni vincolo con la precedente squadra.
Il mercato si chiude dopo la pausa per l'All-Star Game a febbraio; da quel momento i roster delle squadre devono rimanere immutati fino alla conclusione della stagione.
Salary Cap |
Il Salary Cap (Tetto salariale) è un sistema utilizzato negli USA per regolamentare il giro di denaro nelle leghe professionistiche sportive, che decreta qual è l'ammontare di denaro totale che ogni franchigia può pagare per gli stipendi dei propri giocatori.
Nonostante in apparenza possa sembrare un concetto banale e semplice, il Salary cap della NBA è estremamente complesso e contiene numerose regole complementari. Ad esempio la regola della Luxury Tax sancisce che le squadre che superano il tetto salariale di una certa somma di denaro sono obbligate a pagare alla lega il corrispondente di questa somma, che verrà poi distribuito dalla lega stessa alle squadre che non lo superano.
NBA D-League: la lega di sviluppo |
Nel 2001, la NBA ha deciso di occuparsi di tutti quei giocatori che non riescono ad entrare attraverso la porta dei Draft, o che non trovano un posto nelle trenta franchigie del campionato, e di dar loro un'occasione per giocare a buon livello e di essere visti e seguiti dai dirigenti e manager delle franchigie NBA.
Così nel 2001 venne fondata la National Basketball Development League (NBDL), che dal 2005 in poi ha assunto il nome di NBA Development League (NBA D-League). Infatti ognuna delle dodici squadre che vi fanno parte, sono affiliate ad una o, nella maggior parte dei casi, a più franchigie NBA, che possono mettere sotto contratto i giocatori che si sono messi in luce; in essa si sperimentano anche nuove regole di gioco.
Persone importanti |
Presidenti e Commissari della NBA |
Maurice Podoloff, Presidente dal 1946 al 1963.
Walter Kennedy, Presidente dal 1963 al 1967 e Commissario dal 1967 al 1975.
Larry O'Brien, Commissario dal 1975 al 1984.
David Stern, Commissario dal 1984 al 2014.
Adam Silver, Commissario dal 2014.
Giocatori |
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- Elenco di giocatori della National Basketball Association
Allenatori |
- Elenco degli allenatori della National Basketball Association
Record |
Record di punti realizzati in carriera:
Kareem Abdul-Jabbar (1969-1989) 38.387.
Karl Malone (1985-2004) 36.928.
Kobe Bryant (1996-2016) 33.643.
Michael Jordan (1984-1993, 1995-1998 e 2001-2003) 32.292.
LeBron James (2003-2018) 31.425.
Record di punti realizzati in una singola partita:
Wilt Chamberlain 100 punti (vs. New York, 2 marzo 1962).
Kobe Bryant 81 punti (vs. Toronto, 22 gennaio 2006).
David Thompson 73 (vs. Detroit, 9 aprile 1978).
Elgin Baylor 71 (vs. New York, 15 novembre 1960).
David Robinson 71 (vs. L.A. Clippers, 24 aprile 1994).
Devin Booker 70 (vs Boston, 24 marzo 2017)
Premi annuali e onorificenze |
- NBA Most Valuable Player Award
- Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award
- NBA Rookie of the Year Award
- NBA Coach of the Year Award
- NBA Sixth Man of the Year Award
- NBA Defensive Player of the Year Award
- NBA Most Improved Player Award
- NBA Sportsmanship Award
Codice di abbigliamento |
Il 17 ottobre 2005 David Stern, commissario NBA, approvò un codice di abbigliamento obbligatorio per tutti i giocatori NBA e NBDL[11]. Questo fu un atto degno di nota perché l'NBA divenne così la prima lega sportiva nord-americana che impose regole all'abbigliamento degli atleti.
Il codice decise che tutti i giocatori debbano vestire in modo elegante o comunque presentabile quando si recano alle partite. Esso bandisce anche diversi tipi di vestiti associabili alla cultura hip-hop.
Note |
^ La storia del cronometro dei 24 secondi, Basketinside.com (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2014).
^ NBA - La prima volta di una diretta NBA su Facebook è arrivata!, su pianetabasket.com, 8 gennaio 2017.
^ I titoli 1949, 1950, 1952, 1953 e 1954 sono stati vinti con il nome Minneapolis Lakers
^ I titoli 1947 e 1956 sono stati vinti con il nome Philadelphia Warriors
^ Vinto con il nome Syracuse Nationals
^ Vinto con il nome Baltimore Bullets
^ Vinto con il nome Washington Bullets
^ come Seattle Sonics
^ Vinto con il nome St.Louis Hawks
^ Vinto con il nome Rochester Royals
^ Codici specifici di abbigliamento NBA su NBA.com
Bibliografia |
- C. Ruzza (a cura di). I cinquanta anni della NBA. La guida multimediale al mondo del basket. Jackson Libri, 1997. ISBN 88-256-1245-1
- Claudio Limardi. Ten NBA finals: gli anni '90. Libri di sport, 1999. ISBN 88-87676-01-1
- Christian Giordano. The unforgettables. I grandi di sempre della NBA. Libri di sport, 2002. ISBN 88-87676-06-2
- Phil Jackson; Charley Rosen. Più di un gioco. Baldini Castoldi Dalai, 2004. ISBN 88-8490-647-4
- Roberto Gotta; Claudio Limardi. Nba Season. Immagini, statistiche e curiosità della stagione nba 2007. Libri di sport, 2007. ISBN 88-87676-90-9
Voci correlate |
- NBA All-Star Game
- NBA Draft
- NBA Europe Live Tour
Women's National Basketball Association (WNBA)
NBA Development League (NBA D-League)
National Collegiate Athletic Association (NCAA)
- Maggiori leghe sportive professionistiche nordamericane
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Collegamenti esterni |
- (EN) Sito ufficiale della NBA, su nba.com.
- Sito ufficiale della NBA in italiano, su it.nba.com.
- (EN) NBA History, su nba.com.
- (EN) National Basketball Players Association, su nbpa.com.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 122790672 · ISNI (EN) 0000 0004 0472 7354 · LCCN (EN) n50063691 · GND (DE) 5103713-0 · BNF (FR) cb12472374f (data) |
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