Futbol Club Barcelona
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FC Barcelona Calcio | ||||
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Campione di Spagna in carica | ||||
Detentore della Coppa del Re | ||||
Detentore della Supercoppa di Spagna | ||||
Barça, Blaugrana, Azulgrana | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Blu e granata | |||
Inno | Cant del Barça Josep Maria Espinàs | |||
Dati societari | ||||
Città | Barcellona | |||
Nazione | Spagna | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | RFEF | |||
Campionato | La Liga | |||
Fondazione | 1899 | |||
Presidente | Josep Maria Bartomeu | |||
Allenatore | Ernesto Valverde | |||
Stadio | Camp Nou (99 354 posti) | |||
Sito web | www.fcbarcelona.com | |||
Palmarès | ||||
Titoli di Spagna | 25 | |||
Trofei nazionali | 30 Coppe del Re 2 Coppe della Liga 13 Supercoppe di Spagna | |||
Trofei internazionali | 5 Coppe dei Campioni/Champions League 4 Coppe delle Coppe 3 Coppe delle Fiere 5 Supercoppe UEFA 3 Coppe del mondo per club | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Futbol Club Barcelona[1] (pronuncia spagnola: /ˈfutβol ˌkluβ baɾθeˈlona/, catalana: /fuδˈβɔɫ ˌklup bəɾsəˈlonə/), meglio conosciuto come Barcelona (spesso abbreviato in Barça, pronuncia spagnola: /ˈbaɾθa/, catalana: /ˈbaɾsə/), e indicato in italiano come Barcellona, è una società polisportiva spagnola nota soprattutto per la sua sezione calcistica. Fu fondata a Barcellona nel 1899 da un gruppo di calciatori svizzeri e britannici guidati da Hans Gamper.
La squadra di calcio milita in Primera División fin dalla prima edizione del torneo nella stagione 1928-29 ed è la più titolata a livello nazionale, potendo vantare nel proprio palmarès 25 campionati, 30 Coppe di Spagna, 2 Coppe della Liga, 13 Supercoppe di Spagna e 4 Coppe Eva Duarte, per un totale di 74 trofei ufficiali; a livello internazionale invece, annovera 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 4 Coppe delle Coppe, 5 Supercoppe UEFA e 3 Coppe del mondo per club, oltreché 3 Coppe delle Fiere. È tra le sette squadre in Europa che sono riuscite a centrare il treble, ossia la vittoria del campionato, della Coppa nazionale e della Champions League nella stessa stagione, e l'unica ad aver bissato l'impresa[2] (2009 e 2015); inoltre nel 2009, vincendo anche la Supercoppa spagnola, la Supercoppa UEFA e la Coppa del mondo per club, è diventato l'unico club europeo capace di realizzare un sextuple trionfando in ognuna delle sei competizioni ufficiali disputate nel corso dell'anno solare.
Dal 23 gennaio 2014 il presidente è lo spagnolo Josep Maria Bartomeu,[3] mentre l'allenatore è Ernesto Valverde. Il club è membro fondatore dell'ECA, associazione nata dallo scioglimento del G-14 per tutelare gli interessi degli stessi club e dei giocatori.
La polisportiva è attiva con squadre professionistiche anche nella pallacanestro, nel calcio a 5, nella pallamano, nell'hockey su pista, nell'hockey su pattini in linea e nel football americano.
Indice
1 Storia
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Centro di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Impegno nel sociale
5.4 Settore giovanile
6 Diffusione nella cultura di massa
7 Allenatori e presidenti
7.1 Allenatori
7.2 Presidenti
8 Calciatori
8.1 Hall of Fame
8.2 Vincitori di titoli
9 Palmarès
9.1 Competizioni nazionali
9.2 Competizioni internazionali
9.3 Altre competizioni
9.4 Competizioni giovanili
10 Statistiche e record
10.1 Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali
10.1.1 Campionati nazionali
10.1.2 Partecipazione alle coppe europee
10.2 Statistiche di squadra
10.3 Statistiche individuali
11 Tifoseria
11.1 Storia
11.2 Gemellaggi e rivalità
12 Organico
12.1 Rosa
12.2 Staff tecnico
13 Altre sezioni
13.1 Sezioni maschili professionistiche
13.1.1 Pallacanestro
13.2 Sezioni maschili non professionistiche
13.2.1 Calcio a 5
13.3 Sezioni femminili
13.4 Sezioni scomparse
14 Note
15 Bibliografia
16 Voci correlate
17 Altri progetti
18 Collegamenti esterni
Storia |
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Il Foot-Ball Club Barcelona fu fondato il 29 novembre 1899 da un gruppo di calciatori guidati da Joan Gamper. Nei primi anni il club giocò gran parte delle partite in Svizzera e Inghilterra. A partire dal 1910 il Barcellona visse il primo periodo di successo: guidato da giocatori come Ricardo Zamora, Josep Samitier e Paulino Alcántara vinse dieci Coppe di Spagna e dominò nel campionato catalano e nel primo campionato spagnolo.
Allo scoppio della guerra civile spagnola Franco cambiò il nome del Barcellona in Club de Fútbol Barcelona; in quel periodo arrivarono altri quattro titoli di Liga e una Coppa del Re, ma nel 1942 il club catalano, piazzandosi 12º a fine stagione, rischiò la retrocessione in Segunda División che riuscì a evitare solo dopo aver battuto per 5-1 il Real Murcia (club 3º classificato nel gruppo promozione finale di Segunda División) nello spareggio promozione-retrocessione. Negli anni 1950, il Barcellona ebbe di nuovo grandi successi: sotto la guida di Ferdinand Daučík e Helenio Herrera, con giocatori come Ladislao Kubala e Luis Suárez Miramontes il Barça instaurò una dittatura sportiva in patria per quattro campionati e cinque Coppe del Re, e in Europa con i primi tre successi europei nella Coppa delle Fiere, e le sconfitte nella prime finali della Coppa dei Campioni e della Coppa delle Coppe. L'avvento di Rinus Michels, Johan Cruijff e Johan Neeskens negli anni 1970 portò con sé nuovi successi, che si conclusero con la vittoria in campionato nel 1973-1974 e una Coppa delle Coppe. Gli anni 1980 andarono a fasi alterne: il Barça in cui vinse un solo campionato e una Coppa delle Coppe e perse la finale della Coppa dei Campioni, ma quando Johan Cruyff, nel 1988, tornò sulla panchina del club, iniziò il periodo di maggior successo nella storia del club. Guidato da Cruyff, il famoso Dream Team composto da stelle come Hristo Stoičkov e Romário vinse quattro campionati, una Coppa delle Coppe e la sua prima Coppa dei Campioni. Il successo degli anni 1990 continuò con Bobby Robson e Louis Van Gaal e campioni come Ronaldo, Luís Figo e Rivaldo che guidarono i blaugrana alla vittoria nel 1997-1998 e nel 1998-1999.
Dopo un periodo privo di vittorie (tra il 1999 e il 2004), il Barça colse nuovi successi nella 2004-2005 con Frank Rijkaard e Ronaldinho. Nel 2005-2006 al titolo nazionale aggiunse la vittoria della Champions League. I successi continuarono anche con Pep Guardiola, che al primo tentativo, grazie a giocatori come Samuel Eto'o, Andrés Iniesta, Xavi e soprattutto Lionel Messi, portò il Barcellona alla conquista del treble (Liga, Coppa del Re e Champions League), seguito nello stesso anno solare da Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Mondiale per club FIFA per uno storico sextuple. L'anno successivo Guardiola portò un altro titolo nazionale e una Supercoppa di Spagna mentre nella stagione 2010-2011 il Barcellona realizzò il double con le vittorie in campionato e in Champions League, la quarta della storia blaugrana. Nell'agosto 2011 gli uomini di Guardiola conquistarono anche la Supercoppa di Spagna, sconfiggendo i rivali del Real Madrid, e la Supercoppa europea, battendo il Porto per 2-0. Il 18 dicembre 2011 il Barcellona conquistò il quinto trofeo dell'anno solare, battendo il Santos per 4-0 a Yokohama nella finale della Coppa del mondo per club. Il 25 maggio 2012, grazie al 3-0 sull'Athletic Bilbao, i blaugrana si aggiudicarono la Coppa del Re per la 26ª volta, dopo che avevano terminato il campionato al secondo posto.
Chiusasi nel frattempo l'era Guardiola, il Barcellona conquista negli anni successivi altri quattro campionati (2013, 2015, 2016, 2018), quattro coppe del Re consecutive (2015, 2016, 2017, 2018), due Supercoppe di Spagna (2013, 2016), la quinta Champions League, imponendosi per 3-1 in finale a Berlino contro la Juventus, la quinta Supercoppa europea battendo il Siviglia per 5-4 dopo i tempi supplementari, e la terza Coppa del mondo per club, battendo in finale il River Plate 3-0.
Cronistoria |
Cronistoria del Futbol Club Barcelona | ||||
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Colori e simboli |
Colori |
Esistono varie versioni sull'origine dei colori che identificano il Barcellona.[4] La versione più credibile è che sia stato il fondatore del club, Joan Gamper, a scegliere i colori ufficiali. Questa tesi è la più attendibile perché, come attestato storicamente, nella prima partita con la nuova squadra, subito dopo la fondazione, Gamper indossò una maglietta blu e granata. Rimane invece dibattuto il motivo per cui Gamper avesse scelto tali colori: l'ipotesi prevalente nel corso del tempo afferma che vi fu una semplice trasposizione delle tinte istituzionali del Basilea (squadra in cui il fondatore aveva giocato prima di approdare al Barcellona); nondimeno è stato ipotizzato anche che i colori fossero stati mutuati dallo stemma del Canton Ticino, regione natale di Gamper.[5]
Altre versioni che circolano tra i cronisti dell'epoca sostengono che la scelta fu dettata da un episodio particolare. Durante la riunione per la fondazione del club uno degli assistenti avrebbe tirato fuori una matita bicolore blu e rossa. Gli occhi di qualcuno dei presenti si posarono su quella matita, e, in mancanza di altre proposte, si suggerì di scegliere quei colori. Stando a una terza versione, sarebbe stata la madre di uno dei primi calciatori, la signora Comamala, a ideare per i calciatori del Barcellona delle magliette a fasce nere e rosse, il che avrebbe indirizzato la scelta verso il blaugrana. Negli ultimi anni si è diffusa una teoria secondo cui i colori proverrebbero dalla Germania meridionale, precisamente da Heidenheim, luogo natale di Otto Maier, uno dei fondatori del club.
Nei primi anni di vita la maglia del Barcellona era per metà blu e per metà granata, con le maniche che presentavano gli stessi colori ma in ordine inverso. Solo in un secondo momento, nella stagione 1909-1910, furono introdotte le strisce verticali blu e granata. Nel corso del tempo la maglia è rimasta pressoché fedele ai colori adottati, sebbene alcune caratteristiche siano state di volta in volta modificate, come l'orientamento verticale o orizzontale delle strisce, la loro dimensione e l'intensità delle tonalità del blu e del granata. Anche le squadre di basket, rugby a 15 e atletica hanno adottato in alcune epoche le strisce blaugrana orizzontali.
Nella stagione 2007-2008 era presente sulle maglie un logo celebrativo dei cinquant'anni del Camp Nou, mentre fu introdotta una seconda maglia a strisce con due tonalità di azzurro, cambiata nella stagione seguente. Nella stagione 2008-2009, in occasione del 110º anniversario, la squadra di calcio vestiva una maglietta simile a quella degli esordi del club, per metà blu e per metà granata. Dal 2009-2010 il Barça è tornato a vestire pressoché stabilmente le tradizionali strisce verticali blaugrana,[6], eccetto per la stagione 2015-2016 quando è sceso in campo con una maglia fasciata: nella storia ultracentenaria della società catalana è la prima volta che la sezione calcistica adotta questo modello, a differenza delle squadre di basket, rugby e atletica.[7]
Per quanto riguarda i calzoncini, all'inizio furono di colore bianco. Nel 1913 diventarono neri e, successivamente, blu. Da allora non ci sarebbero più stati cambiamenti nella colorazione dei pantaloncini fino alla stagione 2005-2006, quando, per disposizione del presidente Joan Laporta, tutte le squadre della polisportiva del Barcellona adottarono calzoncini di colore granata. Questo provvedimento interruppe una tradizione che durava da novant'anni.
1899 | 1910 | 1913 | 1920 | 1992 | 1995 | 1998 |
1999 | 2004-2005 | 2005-2006 | 2006-2007 | 2007-2008 | 2008-2009 | 2009-2010 |
2010-2011 | 2011-2012 | 2012-2013 | 2013-2014 | 2014-2015 | 2015-2016 | 2016-2017 |
2017-2018 |
Simboli ufficiali |
Stemma |
Desiderando marcare in modo chiaro e inequivocabile il proprio legame con la città di appartenenza, all'atto della fondazione il Foot-Ball Club Barcelona adottò quale emblema sociale lo stemma araldico del capoluogo catalano: uno scudo a losanga inquartato della croce di Sant Jordi (San Giorgio, patrono cittadino) e della palatura giallo-rossa (colori della bandiera della Catalogna), ornato esternamente da corona marchionale e da un serto di palma e alloro. Nel marchio ufficiale esso era racchiuso da una corona circolare con inscritta la ragione sociale a lettere stampatelle[8].
Secondo quanto affermato dal Barcellona, tale soluzione fu mantenuta fino al 1910, anno in cui Joan Gamper propose di dotare il club di un vero e proprio simbolo personale. Venne dunque indetto un concorso pubblico: tra i vari bozzetti che furono presentati venne scelto quello di Carles Comamala, artista, studente di medicina e giocatore del club dal 1903 al 1912. Esso consisteva in uno scudo dalla forma curvilinea e insolita, diviso superiormente in due cantoni recanti la croce di Sant Jordi a sinistra e i colori della bandiera della Catalogna a destra; nell'ampio campo inferiore appariva invece una palatura blu granata e il disegno di un pallone aureo. Una fascia divisoria a mezza altezza conteneva invece le iniziali della denominazione sociale, F.C.B.[8]
Esiste tuttavia un'altra versione sulle origini del gagliardetto, secondo la quale la sua paternità sarebbe da attribuire direttamente a Gamper, il quale l'avrebbe disegnato ispirandosi a preesistenti stemmi di squadre da calcio svizzere; sempre a tal proposito si narra che il socio co-fondatore Lluís d'Ossó, non gradendo il bozzetto proposto, l'avesse spregiativamente soprannominato "pentola".
Al di là della sua origine, è comunque certo che a decorrere dal 1910 il Barcellona avesse già adottato il suo celeberrimo stemma, il quale nel corso dei successivi decenni subì solo modifiche minimali e cosmetiche, atte semplicemente ad ammodernarne ed attualizzarne le forme e la colorazione[8].
La modifica di maggiore entità venne implementata nel 1941, allorché sotto il regime di Francisco Franco venne imposto al Barcellona di "ispanizzare" la propria identità: la palatura giallo-rossa del cantone superiore destro venne resa meno fitta (onde attenuarne il significato di simbolo catalano) e la sigla sociale venne mutata in C.F.B. (giacché anche il nome societario venne tradotto in spagnolo). Nel 1949 venne ripristinata la palatura originale e l'acronimo centrale ulteriormente modificato in C. de F.B., salvo poi tornare a C.F.B. nel 1960[8].
Nel 1974 il club poté riadottare la denominazione storica F.C.B. e l'emblema nelle sue forme originarie del 1910; l'anno successivo lo scudo fu semplificato nelle linee e ammodernato nel carattere tipografico dell'acronimo[8].
Primo ammodernamento del ventunesimo secolo è quello studiato dal designer Claret Serrahima nel 2002: egli andò a semplificare la forma dello scudo, tolse i punti dall'acronimo sociale (che divenne FCB) e ne ravvivò i colori[8]. Un nuovo redesign dello scudo era stato inizialmente ufficializzato nel 2018,[9] ma successivamente rigettato per via dell'opinione contraria espressa dalla maggioranza dei soci del club.[10]
Inno |
L'inno ufficiale del Barcellona si chiama Cant del Barça (in italiano Canto del Barça). Sostituisce il vecchio inno Himne a l'Estadi di Cabané i Badia. Fu eseguito per la prima volta nel 1974 al Camp Nou, in occasione delle celebrazioni per il 75º anniversario della fondazione del club. Il testo, interamente in catalano, è opera di Jaume Picas e Josep Maria Espinàs, mentre la musica fu composta da Manuel Valls. La versione ufficiale è interpretata dall'orchestra Sant Jordi.
Negli ultimi decenni è stato interpretato da cantanti di fama come Joan Manuel Serrat, in occasione delle celebrazioni per il centenario del club. Con l'avvento di Joan Laporta alla presidenza è stata incentivata l'esecuzione dell'inno al Camp Nou da parte di diversi cantanti ed ensemble musicali, solitamente prima della disputa delle partite di calcio. Ne sono risultate disparate interpretazioni: dal pop al rock, dal rap al samba, dall'hip hop alla rumba.
Una delle caratteristiche dell'inno è il suo continuo riferimento all'indole aperta e socievole del club, che non fa differenze di provenienza geografica tra i suoi membri. Come dice una strofa, tant se val d'on venim, si del sud o del nord, una bandera ens agermana ("non importa da dove veniamo, se dal sud o dal nord, ci affratella una bandiera").
Il Cant del Barça risuona negli impianti sportivi del FC Barcelona ogni volta che le squadre blaugrana disputano una partita, poco prima dell'inizio dell'incontro e nel momento dell'ingresso in campo dei giocatori. Frequente è, inoltre, il suo utilizzo tra i sostenitori assiepati sugli spalti.
Strutture |
Stadio |
Lo stadio del Barcellona è il Camp Nou. Di proprietà del club, fu inaugurato nel 1957 e ha una capienza di 99354 posti[11], che ne fanno lo stadio più grande d'Europa. È uno dei quattro stadi europei catalogato come "Stadio a cinque stelle" dalla UEFA, che lo ha ritenuto idoneo a ospitare finali di Champions League, Supercoppa europea e Coppa UEFA, com'è avvenuto in 15 circostanze. Si trova nel quartiere di Les Corts, a Barcellona, insieme ad altri impianti del club, come il Mini Estadi (lo stadio del Barcellona Atlètic), La Masia e il Palau Blaugrana, casa del Barcellona della pallacanestro.
Tra le strutture del Camp Nou figura il Museo del FC Barcelona, il museo più visitato della Catalogna e il nuovo centro d'allenamento Ciutat Esportiva Joan Gamper aperto nel 2006.
Prima del Camp Nou il Barcellona ebbe tre stadi. Nel biennio 1899-1900 utilizzò come campo il "Velódromo de la Bonanova".
Dal 1909 al 1922 giocava in un campo della calle Industria de Barcelona, comunemente chiamato "La Escopidora". Dal 1922 al 1957 disputò le sue partite interne nel Campo de "Les Corts", inaugurato per accogliere 30 000 spettatori e che giunse a ospitare fino a 60 000 persone. L'etimologia del soprannome culés data ai tifosi del Barcellona, è legata proprio agli anni trascorsi al "Les Corts": dall'esterno dello stadio, infatti, i passanti vedevano solo le natiche degli spettatori della fila più alta.
Centro di allenamento |
Società |
Organigramma societario |
Aggiornamento al 23 gennaio 2014.[12]
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Sponsor |
Per oltre il suo primo secolo di storia, il Barcellona rifiutò di mostrare sponsor commerciali sulla maglia. Il motivo della scelta, in controtendenza rispetto al panorama calcistico mondiale dagli anni 1970 in poi, era legata al fatto che i colori tradizionali della squadra, il blu e il granata, sono tuttora visti come un simbolo della Catalogna, sicché eventuali loghi commerciali venivano considerati troppo invadenti; tra gli anni 1990 e 2000 perfino il semplice sponsor tecnico della società, la Nike, era stata oggetto di critiche per il suo swoosh presente sulle divise ufficiali.
Nella stagione 2006-2007 debuttò uno sponsor sui generis, UNICEF, cui il Barcellona diede gratuitamente visibilità sulle proprie maglie: il fondo per l'infanzia è stato quindi il primo "marchio" estraneo al club, a comparire sulle divise ufficiali della squadra. Questa politica pubblicitaria no profit proseguì parzialmente dal 2010 con Qatar Foundation, che tuttavia nell'occasione si legò ai catalani come un tradizionale sponsor, cioè pagando la sua presenza sulle maglie blaugrana. Infine con la stagione 2013-2014, anche il Barcellona si allineò a quanto già faceva da quarant'anni il resto del mondo del calcio, mostrando per la prima volta sulle divise uno sponsor commerciale, Qatar Airways.
Aggiornamento al 2 luglio 2017.[13]
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Impegno nel sociale |
Dall'inizio degli anni ottanta il club si è segnalato per i gesti di solidarietà. In quel periodo organizzò una partita amichevole a beneficio dell'UNICEF, partita in cui il Barça affrontò la squadra Human Stars, una selezione dei migliori calciatori del mondo dell'epoca. A metà degli anni novanta l'esperienza fu ripetuta e il club iniziò a impegnarsi seriamente nella lotta contro la droga, organizzando diverse partite a scopo benefico in collaborazione con la Fundación de Ayuda contra la Droga. I proventi dell'incontro furono destinati al "Proyecto Hombre".
Con l'arrivo del presidente Joan Laporta la dirigenza ha manifestato più volte l'intenzione di incrementare i fondi destinati alle cause sociali, esprimendo il desiderio che il club fosse conosciuto a livello mondiale per la sua inclinazione solidaristica.[16] Con questo scopo alla fine del 2005 il FC Barcelona organizzò un'amichevole al Camp Nou tra una selezione di giocatori israeliani e palestinesi, uniti per la prima volta in una medesima squadra. Nello stesso periodo si sono moltiplicati gli accordi firmati con le ONG per l'aiuto economico ai paesi del terzo mondo.
Dal 2006 il club devolve ogni anno lo 0,7% del ricavato annuale societario all'UNICEF.[17] Inoltre il Barcellona, nel periodo 2006-2011, ha collocato il logo dell'UNICEF al centro delle proprie maglie, contravvenendo alla storica regola del club secondo cui ogni tipo di pubblicità sulle divise era proibita. Dal 2011 il logo dell'UNICEF è passato sulla parte posteriore delle maglie, mentre sulla parte anteriore compare il marchio della Qatar Foundation. Dal 2010, in occasione dell'arrivo di David Villa, il Barcellona ha deciso di inserire nel contratto dei suoi giocatori una clausula antirazzismo secondo la quale i giocatori verranno severamente puniti qualora metteranno in atto una qualsiasi forma di discriminazione.[18]
Settore giovanile |
Il settore giovanile, noto come cantera, ha un'importanza fondamentale, perché fin dall'infanzia viene insegnato ai giovani allievi il tiki-taka, uno stile di calcio basato su un estenuante possesso palla, principalmente orizzontale, finalizzato a far correre a vuoto l'avversario, stancarlo e quindi avere statisticamente più possibilità che quest'ultimo si distragga e lasci spazi liberi tra le linee. Solo a quel punto la squadra che attua il tiki-taka decide di verticalizzare. Questa tipologia di gioco è la stessa che attua la prima squadra, quindi l'inserimento dei canterani in quest'ultima risulta più naturale; infatti la "cantera" ha prodotto giocatori che sono stati pilastri fondamentali nei successi recenti della squadra blaugrana, come il difensore e capitano Carles Puyol, i centrocampisti Xavi e Andrés Iniesta, l'attaccante Lionel Messi. Oltre a questi, sono cresciuti a La Masia altri giocatori che hanno fatto parte in pianta stabile della formazione blaugrana, nonché della Nazionale spagnola: il portiere Víctor Valdés, il difensore Gerard Piqué, i terzini Martín Montoya e Jordi Alba, i centrocampisti Sergio Busquets e Cesc Fàbregas, l'attaccante Pedro.
Dalla cantera blaugrana sono emersi altri giocatori, tesserati per alcuni dei maggiori club europei, come Mikel Arteta, Bojan Krkić, Mauro Icardi, José Manuel Reina, Oriol Romeu, Thiago Alcántara e Thiago Motta.
Diffusione nella cultura di massa |
Attualmente il Barcellona è uno dei quattro club spagnoli (assieme a Real Madrid e Athletic Bilbao) a non essere una Sociedad Anónima Deportiva ma a essere gestito direttamente dai soci, in una forma di azionariato popolare. Il Barcellona riunisce soci e appassionati di qualsiasi ideologia politica, credenza religiosa e provenienza geografica. Ciò nonostante, secondo la maggior parte degli storici e dei sociologi, nell'aderire al Barça la grande massa sociale del club non ha obbedito a motivi di natura esclusivamente sportiva, ma soprattutto al carattere rappresentativo che, per molti appassionati, il club possiede su un piano sociale e politico.[19]
Il FC Barcelona, reputato l'entità sociale più conosciuta della Catalogna, ha esercitato, nel corso della propria storia, una funzione rappresentativa di difesa dei valori catalani, che il club ha preservato pubblicamente in numerose occasioni, come osserva il giornalista inglese Jimmy Burns nel suo libro Barça, la pasión de un pueblo. Il club si è sempre segnalato per attività e azioni di difesa della cultura e della lingua catalana, sin dall'inizio lingua ufficiale di tutti i documenti del sodalizio eccezion fatta per gli anni della dittatura franchista. Tranne che per questo periodo, il capitano della squadra è stato sempre di origine catalana. Inoltre, il FC Barcelona si è schierato in più di una circostanza a favore delle rivendicazioni autonomistiche della Catalogna, firmando manifesti di appoggio agli statuti d'autonomia della Catalogna tanto nel 1931 quanto nel 1979 e, di recente, nel 2005.
Questa linea di comportamento, improntata alla tutela dei valori catalani, fu riconosciuta il 21 dicembre 1992, quando la Generalitat de Catalunya, presieduta da Jordi Pujol, conferì al club la Creu de Sant Jordi, il massimo riconoscimento assegnato dal governo catalano.
Alcuni storici e saggisti, tra cui Manuel Vázquez Montalbán, arrivarono ad affermare che, per molti catalani, il FC Barcelona funge in Catalogna da compagine sostitutiva della Catalogna nel panorama calcistico internazionale, nonostante la grande tradizione di sportivi spagnoli di origine non catalana e di stranieri militanti nella squadra.[20] Questi saggisti rilevano che è proprio questo una delle ragioni dell'enorme varietà di discipline sportive in cui il club gareggia, dalla pallacanestro alla pallamano, dall'hockey su pista all'atletica, alla pallavolo, ecc.
Il FC Barcelona si è più volte pronunciato pubblicamente a favore del riconoscimento internazionale delle selezioni sportive catalane. Negli ultimi anni non solo ha promosso l'organizzazione di partite miste tra selezioni di Catalogna e di paesi di primo livello calcistico (ad esempio il Brasile o l'Argentina), ma ha anche concesso a queste selezioni l'utilizzo dei suoi stadi per le partite e per gli allenamenti. Il club ha altresì firmato manifesti pubblici in favore di questa causa. Durante la presidenza di Joan Laporta, lo stesso presidente e altri giocatori come Oleguer Presas hanno partecipato a una campagna pubblicitaria della Plataforma Pro Seleccions Esportives Catalanes che, con lo slogan «una nació, una selecció» («una nazione, una squadra»), occupò gli spazi riservati alla pubblicità in molte città della Catalogna.
Malgrado il suo legame inscindibile con i costumi catalani, il club ha potuto fare affidamento su un cospicuo numero di appassionati provenienti dall'intera Spagna, attratti dai valori sportivi del club. Alcuni storici, tuttavia, hanno sostenuto che, al di là dell'elemento sportivo, molti aficionados del FC Barcelona simpatizzano per questo club perché vi vedono una sorta di alternativa al "centralismo politico"[21] con cui è identificato il Real Madrid, la squadra della capitale, specialmente dagli anni della dittatura franchista. Proprio in quegli anni fu coniata la frase «més que un club» («più di un club»),[22] che sarebbe diventata il motto più conosciuto del FC Barcelona.
D'altra parte, come hanno avuto modo di far notare molti storici, il club, in particolare durante i suoi primi decenni di vita, raccolse i simpatizzanti del repubblicanesimo. Sin dall'inizio del XX secolo una serie di fatti dimostra la complicità dei dirigenti del club con gli ideali repubblicani. A differenza della maggior parte dei club spagnoli dell'epoca, il Barcellona non sollecitò mai il riconoscimento della monarchia spagnola né la concessione del trattamento "Real".
Il momento di maggiore distanza tra il club e la monarchia spagnola risale agli ultimi anni del regno di Alfonso XIII e durante la dittatura di Primo de Rivera. Nello stadio di Les Corts i tifosi del Barcellona avevano espresso critiche alla dittatura ed esibito alcuni striscioni contro il regime. Infine, il 14 giugno 1925, i 14 000 occupanti dello stadio fischiarono la Marcha Real, interpretata da una banda musicale. Alcuni giorni più tardi il Capitano Generale e Governatore Civile di Barcellona Joaquín Milans del Bosch impose un ordine di chiusura dello stadio della validità di sei mesi e obbligò Hans Gamper a dimettersi dalla carica di presidente del club e a esiliare in Svizzera per una stagione. L'ordine di chiusura dello stadio giustificava la misura affermando che «nella citata società vi sono persone che aderiscono a idee contrarie al bene della Patria».[23] Si trattò della sanzione più dura subita dal club in tutta la sua storia. Come segnala lo stesso Sobrequés, il punto culminante del compromesso del club con i princìpi repubblicani iniziò nel 1931, quando fu proclamata la seconda repubblica spagnola, e soprattutto a partire dall'inizio della guerra civile spagnola, quando, nel 1936, il FC Barcelona si tramutò volontariamente in "Entità al servizio del governo legittimo della Repubblica".
Dopo la restaurazione della democrazia in Spagna (1977) il club perse progressivamente la sua connotazione politica. Una volta normalizzati i rapporti con la corona spagnola, in svariate circostanze dirigenti e sportivi della compagine blaugrana hanno esibito i propri trofei nel Palacio de la Zarzuela. Il fidanzamento e il successivo matrimonio della Infanta Cristina de Borbón y Grecia con il giocatore di pallamano del FC Barcelona Iñaki Urdangarin rese frequente la presenza dei membri della famiglia reale spagnola nel Palau Blaugrana, incluso il re Juan Carlos I, a cavallo tra gli anni novanta e Duemila. L'ultimo gesto di complicità tra il club e la Casa Reale ebbe luogo il 17 maggio 2006, giorno della finale della UEFA Champions League 2005-2006, quando i re assistettero a Parigi alla partita tra il Barcellona e l'Arsenal per mostrare sostegno al gruppo azulgrana. Al termine dell'incontro scesero sul terreno di gioco a complimentarsi per la vittoria con i giocatori, insieme al presidente del governo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, esprimendo vicinanza per la squadra e per il presidente della Generalitat de Catalunya Pasqual Maragall.
In ambito religioso, nonostante il fondatore del club, Hans Gamper, e i suoi primi dirigenti fossero protestanti, il sodalizio acquisì dagli anni quaranta, dopo la guerra civile spagnola, un carattere marcatamente cattolico. Furono abituali le offerte del club al monastero di Montserrat e accanto agli spogliatoi del Camp Nou sorse una cappella contenente una riproduzione della Vergine di Montserrat.
Il 7 novembre 1982 papa Giovanni Paolo II, che si era dichiarato più volte ammiratore del Barcellona, ricevette la tessera sociale numero 108 000 del club, in occasione di una messa celebrata al Camp Nou cui assistettero moltissime persone[24] e in omaggio a questa simpatia la società lo designò, nel 1982, socio onorario del club,[25] durante la visita del Pontefice nella città catalana.
Allenatori e presidenti |
Allenatori |
Il Barcellona ha avuto in tutto 49 allenatori della sezione calcistica. Il primo fu l'inglese John Barrow, che guidò la formazione azulgrana in 19 partite nel 1917. Tra gli allenatori del Barcellona i più sono stranieri, infatti nella lista storica figurano soltanto 28 spagnoli, 17 dei quali catalani. Per quanto concerne gli allenatori spagnoli, si tratta per lo più di ex calciatori blaugrana, se si escludono i casi di Luis Aragonés e Llorenç Serra Ferrer, allenatori spagnoli del Barça ma non ex calciatori del club.
Tra le nazionalità dei tecnici stranieri prevale quella inglese (8 rappresentanti), seguita dall'olandese e argentina (4) oltre all'ungherese (3). Chiudono questa particolare graduatoria la nazionalità tedesca (2) e quelle francese, croata, serba, irlandese, ceca e italiana (1). Sono stati quattro gli allenatori non europei: quattro argentini (Helenio Herrera, Roque Olsen, César Luis Menotti e Gerardo Martino) e un uruguaiano (Enrique Fernández).
Il tecnico in carica più a lungo fu Johan Cruijff, rimasto sulla panchina del Barcellona per otto anni, dal 1988 al 1996. Cruijff detiene anche il primato nel numero di partite come allenatore (602). Il secondo tecnico più longevo fu l'inglese Jack Greenwell, che diresse il club in 492 partite in due periodi distinti, dal 1917 al 1924 e dal 1931 al 1933. Il terzo allenatore come numero di partite è l'olandese Rinus Michels con 361 incontri in due riprese: dal 1971 al 1975 e dal 1976 al 1978.
L'allenatore più vincente nella storia del club è Josep Guardiola, con 14 trofei conquistati. Lo spagnolo è seguito da Johan Cruijff, con 11 successi.
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Presidenti |
Il Barcellona ha avuto 38 presidenti e 4 comitati di gestione nel corso della sua storia. In verità il fondatore del club, lo svizzero Hans Gamper, non fu, paradossalmente, il primo presidente. Lo fu l'inglese Walter Wild, essendo la persona più adulta delle undici che parteciparono all'assemblea di fondazione. Gamper, tuttavia, sarebbe stato al timone del Barcellona in cinque diverse riprese. Il presidente più longevo nella storia del club fu Josep Lluís Núñez, che ricoprì l'incarico per ventidue anni, dal 1978 al 2000.
La grande maggioranza dei presidenti (33 su 38) sono stati spagnoli. Nei suoi primi anni il club ebbe due presidenti inglesi (Walter Wild e Arthur Witty), due tedeschi (Paul Haas e Otto Gmelin) e uno svizzero (Hans Gamper). La presidenza del FC Barcelona è stabilita dai soci. Questa regola fu violata soltanto nel periodo posteriore alla guerra civile spagnola, dal 1939 al 1953, quando il presidente era designato dalle autorità del governo. Nel 1953 si tennero le prime elezioni semi-democratiche, in cui poterono votare tutti i soci maschi maggiorenni.
Dal 1978 il presidente è eletto per suffragio universale. Le elezioni si svolgono ogni quattro anni e vi possono votare ed essere votati tutti i soci e socie del club che hanno compiuto 18 anni, con alle spalle almeno un anno di adesione al club.
Il presidente sceglie i membri della giunta direttiva, che sono ratificati da un'assemblea di "soci rappresentanti": 300 soci maggiorenni eletti a sorte e partecipanti, per un biennio, alle assemblee annuali dei soci, con diritto di parola e di voto, in rappresentanza di tutti i soci del club. Secondo la legislazione sportiva spagnola tutti i direttivi devono presentare avalli economici pari al 15% del bilancio annuale del club. Questa norma, stabilita allo scopo di garantire la prosperità economica al club contro un'eventuale cattiva gestione direttiva, è criticata da una parte dei soci, che vedono un ostacolo economico al principio basilare della società, secondo cui qualunque socio ha diritto a candidarsi alla presidenza.
Il terzultimo presidente del Barcellona è stato Joan Laporta, un avvocato catalano nominato nel 2003 e rieletto il 22 agosto 2006 senza necessità di andare alle urne, essendo stato l'unico dei quattro candidati a superare abbondantemente le 1 804 firme di soci richieste per aspirare alla presidenza del club. Laporta iniziava allora il suo secondo mandato, che si è concluso nel 2010.
Il 20 luglio 2006 il giudice Roberto García Ceniceros emise una sentenza in cui si obbligava l'attuale direttivo a convocare nuove elezioni immediatamente, come reclamava il socio Joan March Torné ed essendo ciò consentito dagli statuti del club. Joan Laporta credette che le elezioni si dovessero tenere nel 2007 allo scadere, a sua detta, dei quattro anni di mandato. L'errore era, però, di un anno e derivava dal fatto che l'attuale direttivo iniziò il suo primo mandato il 22 giugno 2003, data supposta per iniziare il mandato prima che l'esercizio economico della stagione 2002-2003 si concludesse, ragion per cui il socio querelante sosteneva che la giunta di Laporta dovesse finire il 30 giugno 2006, dovendosi gli otto giorni precedenti alla chiusura contare come un anno di mandato.
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Calciatori |
In più di un secolo di storia oltre mille calciatori hanno vestito la maglia del Barcellona. I calciatori di nazionalità straniera hanno avuto sempre grande peso nella storia del club e hanno segnato le epoche più vittoriose del Barcellona. Fondato da un gruppo di stranieri il Barcellona inizialmente era formato principalmente da atleti inglesi, svizzeri e tedeschi. Soltanto a partire dagli anni settanta, quando il calcio spagnolo regolarizzò la partecipazione di giocatori stranieri, il Barcellona incominciò a tesserare con più frequenza calciatori di nazionalità estera.
Storicamente il Barcellona, insieme al Real Madrid, ha sempre contato sull'apporto dei migliori giocatori spagnoli, e ha contribuito in maniera determinante a nutrire la Nazionale spagnola. Il giocatore del Barcellona che conta più presenze in Nazionale è Xavi, che con 133 presenze è il secondo nella classifica per presenze nella Nazionale spagnola.
Hall of Fame |
Di seguito l'elenco dei giocatori inseriti nella "Hall of Fame" del club[28]:
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Vincitori di titoli |
- Campioni del mondo
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Barcellona:
Romário (Stati Uniti 1994)
Rivaldo (Corea del Sud-Giappone 2002)
Xavi (Sudafrica 2010)
Carles Puyol (Sudafrica 2010)
Víctor Valdés (Sudafrica 2010)
Andrés Iniesta (Sudafrica 2010)
Pedro (Sudafrica 2010)
Sergio Busquets (Sudafrica 2010)
Gerard Piqué (Sudafrica 2010)
Ousmane Dembélé (Russia 2018)
Samuel Umtiti (Russia 2018)
- Campioni d'Europa
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato europeo di calcio durante il periodo di militanza nel Barcellona:
Fernando Olivella (Spagna 1964)
Chus Pereda (Spagna 1964)
Josep Fusté (Spagna 1964)
Carles Puyol (Austria-Svizzera 2008)
Xavi (Austria-Svizzera 2008 e Polonia-Ucraina 2012)
Andrés Iniesta (Austria-Svizzera 2008 e Polonia-Ucraina 2012)
Víctor Valdés (Polonia-Ucraina 2012)
Pedro (Polonia-Ucraina 2012)
Sergio Busquets (Polonia-Ucraina 2012)
Gerard Piqué (Polonia-Ucraina 2012)
Cesc Fàbregas (Polonia-Ucraina 2012)
- Campioni del Sud America
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto la Copa América durante il periodo di militanza nel Barcellona:
Hugo Sotil (Copa América 1975)
Ronaldo (Bolivia 1997)
Giovanni (Bolivia 1997)
Rivaldo (Paraguay 1999)
Claudio Bravo (Cile 2015 e USA 2016)
- Riconoscimenti individuali
- Pallone d'oro: 11
Luis Suárez (1960)
Johan Cruyff (1973 e 1974)
Hristo Stoičkov (1994)
Rivaldo (1999)
Ronaldinho (2005)
Lionel Messi (2009, 2010, 2011, 2012 e 2015)
- FIFA World Player: 7
Romário (1994)
Ronaldo (1996 e 1997)
Rivaldo (1999)
Ronaldinho (2004 e 2005)
Lionel Messi (2009)
- UEFA Best Player in Europe: 3
Lionel Messi (2010-2011 e 2014-2015)
Andrés Iniesta (2011-2012)
Palmarès |
Il Barcellona, squadra europea che ha disputato il maggior numero di edizioni delle competizioni europee (l'unica stagione agonistica in cui non giocò partite internazionali fu la 1956-1957, a seguito anche della rinuncia della selezione viennese, inserita nel girone di Coppa delle Fiere del Barcellona, e che successivamente si ritirò dalla competizione), esordì il 25 dicembre 1955 in Coppa delle Fiere[29] contro il Copenaghen vincendo per 6-2. I culés sono la seconda squadra che ha giocato il maggior numero di finali in competizioni internazionali (32), dietro al Real Madrid.[30]
Competizioni nazionali |
74 trofei (record spagnolo)
- Campionato spagnolo: 25
1928-1929, 1944-1945, 1947-1948, 1948-1949, 1951-1952, 1952-1953, 1958-1959, 1959-1960, 1973-1974, 1984-1985
1990-1991, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1997-1998, 1998-1999, 2004-2005, 2005-2006, 2008-2009, 2009-2010
2010-2011, 2012-2013, 2014-2015, 2015-2016, 2017-2018
Coppa di Spagna: 30 (record)
1909-1910, 1911-1912, 1912-1913, 1919-1920, 1921-1922, 1924-1925, 1925-1926, 1927-1928, 1941-1942, 1950-1951
1951-1952, 1952-1953, 1956-1957, 1958-1959, 1962-1963, 1967-1968, 1970-1971, 1977-1978, 1980-1981, 1982-1983
1987-1988, 1989-1990, 1996-1997, 1997-1998, 2008-2009, 2011-2012, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018
Coppa della Liga: 2 (record)
1983, 1986
Supercoppa di Spagna: 13 (record)
1983, 1991, 1992, 1994, 1996, 2005, 2006, 2009, 2010, 2011
2013, 2016, 2018
Coppa Eva Duarte: 4 (record)
- 1945, 1948, 1952, 1953
Competizioni internazionali |
17 trofei
- Coppa del mondo per club: 3
2009, 2011, 2015
- Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: 5
1991-1992, 2005-2006, 2008-2009, 2010-2011, 2014-2015
Coppa delle Coppe: 4 (record)
1978-1979, 1981-1982, 1988-1989, 1996-1997
Supercoppa UEFA: 5 (record a pari merito con il Milan)
1992, 1997, 2009, 2011, 2015
Altre competizioni |
Liga Mediterránea de fútbol: 1 [31]
- 1936-1937
Coppa Latina: 2 (record a pari merito con Milan e Real Madrid)
1949, 1952
Coppa delle Fiere: 3 (record)[32]
1955-1958,[33]1958-1960, 1965-1966
Competizioni giovanili |
- Blue Stars/FIFA Youth Cup: 3
- 1993, 1994, 1995
UEFA Youth League: 2 (record a pari merito con il Chelsea)
2013-2014, 2017-2018
Statistiche e record |
Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali |
Campionati nazionali |
Dalla stagione 1928-1929 alla stagione 2018-2019 compresa, la squadra ha partecipato a:
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Primera División | 88 | 1928-1929 | 2018-2019 | 88 |
Partecipazione alle coppe europee |
Alla stagione 2018-2019 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali[34]:
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
---|---|---|---|
Coppa dei Campioni/UEFA Champions League | 29 | 1959-1960 | 2018-2019 |
Coppa delle Coppe | 13 | 1963-1964 | 1996-1997 |
Coppa Intercontinentale | 1 | 1992 | |
Supercoppa UEFA | 9 | 1979 | 2015 |
Coppa UEFA/UEFA Europa League | 9 | 1972-1973 | 2003-2004 |
Coppa del mondo per club FIFA | 4 | 2006 | 2015 |
Coppa delle Fiere | 11 | 1955-1958 | 1970-1971 |
Statistiche di squadra |
Miglior piazzamento nella Liga spagnola: 1º (25 volte)
Peggior piazzamento nella Liga spagnola: 12º (stagione 1941-1942)
Piazzamento storico: 2º (24 volte)
Partecipazioni alla Primèra Division: 88 (record condiviso con il Real Madrid e l'Athletic Bilbao)
Partecipazioni alla Coppa del Re: 99
Partecipazioni alla Coppa della Liga: 4
Partecipazioni alla Supercoppa di Spagna: 22
Migliore vittoria in campionato: Barcellona - Gimnàstic de Tarragona 10-1 (stagione 1949-1950)
Peggiore sconfitta in campionato: Athletic Club - Barcellona 12-1 (stagione 1930-1931)
Migliore vittoria in Europa: Barcellona - Apollōn Limassol 8-0 (stagione 1982-1983), Barcellona - Púchov 8-0 (stagione 2003-2004)[34]
Migliore vittoria in Copa del Rey: Barcellona - L'Hospitalet 9-0 (stagione 2011-2012)
Peggiore sconfitta in Europa: Barcellona - Colonia 0-4 (stagione 1980-1981), Milan - Barcellona 4-0 (stagione 1993-1994), Barcellona - Dinamo Kiev 0-4 (stagione 1997-1998), Bayern Monaco - Barcellona 4-0 (stagione 2012-2013), Paris Saint-Germain - Barcellona 4-0 (stagione 2016-2017)[34].
Maggior numero di vittorie in una stagione: 32 (2012-2013)
Minor numero di sconfitte in una stagione: 1 (2009-2010 e 2017-2018)
Maggior numero di punti in una stagione: 100 (2012-2013)
Maggior numero di gol in una stagione: 120 (2014-2015)
Maggior numero di vittorie consecutive: 16 (2010-2011)
Maggior numero di partite consecutive senza sconfitte: 43 (tra la stagione 2016-2017 e la stagione 2017-2018) (record spagnolo)
Acquisto più costoso: Philippe Coutinho - 160 milioni di euro (dal Liverpool)
Cessione più remunerativa: Neymar - 222 milioni di euro (al Paris Saint-Germain)
Statistiche individuali |
I nomi in grassetto sono tuttora giocatori del Barcellona.
Nelle competizioni europee il giocatore con più presenze è Xavi Hernández con 173 apparizioni, mentre Lionel Messi detiene il record dei gol segnati, 106[34].
Dati aggiornati al 22 dicembre 2018.
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Tifoseria |
Storia |
Gemellaggi e rivalità |
I tifosi del Barcellona sono gemellati con quelli del Tenerife, l'amicizia fra i due club è nata all'inizio degli anni novanta quando il Tenerife battendo all'ultima giornata il Real Madrid nel 1991-1992 e nel 1992-1993 regalò due titoli agli azulgrana. Le rivalità più grandi storicamente sono con il Real Madrid e l'Espanyol, anche se vive pure un'accesa rivalità con Valencia e Atlético Madrid.
In Spagna vi è una forte rivalità tra i due club più forti e titolati, in tal caso il Barcellona e il Real Madrid. La partita tra queste due squadre è conosciuta con il nome di El Clásico ("Il Classico"). Sin dall'inizio le due compagini furono viste come le rappresentanti di due regioni storicamente antagoniste, la Catalogna e la Castiglia, e delle due stesse città. La rivalità ha indubbiamente marcate connotazioni politiche e socio-culturali e affonda le sue radici nelle tensioni tra catalani e castigliani, una costante della storia della Spagna.
Elemento caratterizzante della dittatura di Primo de Rivera e specialmente di Francisco Franco fu la soppressione delle identità regionali, realizzata tramite l'abolizione ufficiale delle lingue locali. Fu per queste ragioni che il FC Barcelona divenne più di un club, assurgendo ad ambasciatore e nume tutelare dell'identità e della libertà politica della Catalogna. Nel contempo tra i catalani cresceva l'ostilità verso il Real Madrid, identificato come il club del centralismo del regime.
In verità a soffrire la dittatura franchista durante la guerra civile furono membri di entrambi i club, come Josep Sunyol e Rafael Sánchez Guerra. Negli anni cinquanta la rivalità fu esacerbata in maniera rilevante dalla controversia sorta attorno al trasferimento di Alfredo Di Stéfano. Negli anni sessanta la contrapposizione tra le due potenze calcistiche raggiunse il palcoscenico della UEFA: i due club si incontrarono due volte, nelle stagioni 1959-60 e 1960-61, in Coppa dei Campioni. La rivalità tra i blaugrana e le merengues si rinnova annualmente per la conquista del campionato spagnolo e nei primi anni duemila ha conosciuto nuove sfide in UEFA Champions League.
L'altra rivalità importante è quella con il Reial Club Deportiu Espanyol, la squadra reale di Barcellona. Contrariamente al Barça, che sin dalle origini ha un carattere multietnico e multiculturale, l'Espanyol fu fondato da un gruppo di appassionati di calcio spagnoli. La prima sede dell'Espanyol era presso il ricco quartiere di Sarrià e il nome del club era fino al 1995 in castigliano, Real Club Deportivo Español.
Tradizionalmente, specie negli anni seguenti alla guerra civile spagnola, l'Espanyol fu considerato un sodalizio che coltivava una qualche complicità con l'autorità centrale, al contrario del Barcellona, il quale simboleggiava per molti catalani l'ideale di autonomia regionale. I blanquiazules dell'Espanyol cercarono di "catalanizzare" il nome tramutandolo in Reial Club Deportiu Espanyol, non suscitando le simpatie dei tifosi blaugrana.
Organico |
Rosa |
Rosa, numerazione e ruoli, tratti dal sito ufficiale, sono aggiornati al 2 gennaio 2019.[35]
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Staff tecnico |
Staff aggiornato al 16 agosto 2017. Staff tecnico
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