Ignazio Danti
Ignazio Danti vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Alatri |
Nato | aprile 1536 a Perugia |
Deceduto | 19 ottobre 1586 ad Alatri |
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Ignazio (o Egnatio) Danti, al secolo Pellegrino Rainaldi Danti (Perugia, aprile 1536 – Alatri, 19 ottobre 1586), è stato un matematico, astronomo, vescovo cattolico e cosmografo italiano.
Indice
1 Gioventù e periodo fiorentino
2 Il periodo romano
3 Opere
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Gioventù e periodo fiorentino |
Ignazio Danti da ragazzo imparò i rudimenti della pittura e dell'architettura da suo padre e sua zia, ma la matematica e la scienza erano i suoi studi preferiti.
Entrò a far parte dell'ordine domenicano il 7 marzo 1555, cambiando il suo nome di battesimo da Pellegrino ad Ignazio. Dopo aver terminato i suoi studi in filosofia e teologia, si chiuse in preghiera per un breve periodo, ma presto si dedicò in maniera zelante alla matematica, all'astronomia ed alla geografia.
Intorno al 1567, fu invitato a Firenze da Cosimo I de' Medici, duca della Toscana, che lo chiamò, avvalendosi dei suoi servigi, per fare rinascere gli studi matematici ed astronomici nel dominio recentemente acquisito. In particolare, ebbe da Cosimo la carica di cosmografo granducale, ed elaborò le mappe che decorano la Sala delle Carte di Palazzo Vecchio. Allo stesso tempo si dice che papa Pio V incaricasse Danti di progettare la costruzione un di una chiesa domenicana e di un convento a Bosco Marengo.
Durante il suo soggiorno a Firenze, Danti ricoprì la cattedra di matematica presso lo Studio Fiorentino e pubblicò diverse opere, tra le quali le Sette tavole del Trattato della Sfera (1567), il Trattato sull'uso della sfera (1569) e le traduzioni in italiano della Sfera di Proclo (1573), e della Prospettiva di Euclide (1573). In appendice a quest'ultima Danti curò l'editio princeps con traduzione latina dei Capita opticorum di Eliodoro di Larissa.[1]
A Firenze Danti risiedette nel convento di Santa Maria Novella e progettò la sfera armillare e lo gnomone che compare all'estremità degli archi ciechi sulla facciata della chiesa nel 1572. Ebbe un'intensa attività di ideatore di strumenti scientifici e fu autore di testi molto diffusi sulla fabbricazione dell'astrolabio e sull'astronomia. Con il Trattato dell'uso et della fabbrica dell'astrolabio (1569) realizzò il primo trattato sull'astrolabio scritto in lingua italiana.[2]
Danti, inoltre, fu scelto per dirigere la costruzione di un canale che doveva mettere Firenze in comunicazione sia con il Mediterraneo che con l'Adriatico. Cosimo I non visse tanto a lungo per completare il suo progetto e subito dopo la sua morte (1574), Danti divenne professore di matematica all'Università di Bologna dove, fra il 1575 e il 1576, costruì la prima meridiana per la Basilica di San Petronio. A Bologna pubblicò le Scienze matematiche ridotte in tavole (1577), l'Anemographia (1578) e il Trattato del Radio Latino, che descriveva per la prima volta lo strumento ideato da Latino di Camillo Orsini. Durante quel periodo, il Danti passò un certo tempo a Perugia, su invito del governatore, durante il quale preparò le mappe della repubblica di Perugia.
Il periodo romano |
Alla morte di Cosimo I, lasciò Firenze perché non gradito al successore Francesco I. Si recò dunque a Roma dove lavorò alle carte geografiche[3] dei Palazzi Vaticani, invitato per i suoi meriti matematici da papa Gregorio XIII, che lo nominò matematico pontificio e ne fece un membro della commissione per la riforma del calendario. Inoltre lo pose a capo dei pittori convocati in Vaticano dal papa, per continuare il lavoro cominciato brillantemente da Raffaello durante il pontificato di papa Leone X, ed allo stesso tempo per redigere carte geografiche dell'Italia antica e moderna.
Quando il pontefice incaricò l'architetto Domenico Fontana di riparare il porto di Claudio, fu Danti a fornire i progetti. Nel periodo in cui risiedette a Roma, pubblicò la seconda edizione del Trattato del Radio Latino, e diede alle stampe Le due regole della prospettiva pratica del Vignola, rimaste inedite al momento della morte del grande architetto. Il trattato di Vignola con il commentario e le note scientifiche di Danti, ebbe un'enorme diffusione e fu più volte ristampato (1611, 1635, 1644, 1682). Nel riconoscimento del suo lavoro, papa Gregorio XIII, nel 1583, lo consacrò vescovo di Alatri nel Lazio. Danti si mostrò un pastore zelante nel suo nuovo incarico.
Come vescovo di Alatri, Danti convocò un sinodo diocesano, corresse molti abusi e mostrò grande sollecitudine verso i poveri. Promosse inoltre l'istituzione del Monastero dell'Annunziata, che progettò egli stesso e che è stato riconosciuto monumento nazionale. Poco prima della sua morte, papa Sisto V lo convocò a Roma per sovrintendere alla sistemazione del grande obelisco nella piazza del Vaticano.
Morì ad Alatri. Dopo la sua morte, ad occupare la sua cattedra di matematica all'Università di Bologna nel 1588 fu chiamato Giovanni Antonio Magini, preferito a Galileo Galilei.
Opere |
- Egnazio Danti, La prospettiva di Euclide, nella quale si tratta di quelle cose, che per raggi diritti si veggono: & di quelle, che con raggi reflessi nelli specchi appariscono. Tradotta dal R.P.M. Egnatio Danti cosmografo del seren. gran duca di Toscana. Con alcune sue annotationi de' luoghi più importanti. Insieme con la prospettiva di Eliodoro Larisseo cauata della Libreria Vaticana, e tradotta dal medesimo nuovamente data in luce, In Firenze, Giunta, 1573. URL consultato il 19 maggio 2018.
- Egnazio Danti, Scienze matematiche ridotte in tavole, In Bologna, Società tipografica bolognese, 1577. URL consultato il 15 giugno 2015.
- (LA) Egnazio Danti, Anemographia, Bononiae, Giovanni Rossi, 1578. URL consultato il 15 giugno 2015.
- Egnazio Danti, Dell'uso et della fabbrica dell'astrolabio, In Firenze, Giunta, 1578. URL consultato il 15 giugno 2015.
Note |
^ Robert B. Todd, Damianus (Heliodorus Larissaeus) (PDF), in Catalogus Translationum et Commentariorum, vol. 8, 2003, p. 5. URL consultato il 27 agosto 2015.
^ Ralf Kern, Wissenschaftliche Instrumente in ihrer Zeit, Vol. 1, Cologne: Koenig, 2010, p. 318.
^ (EN) Jerry Brotton, Le grandi mappe, traduzione di Anna Fontebuoni, Milano, Gribaudo - IF Idee editoriali Feltrinelli, 2015 [2014], pp. 118-121, ISBN 978-88-580-1430-1.
Bibliografia |
- Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0
- Egnatio Danti, Les deux règles de la perspective pratique de Vignole, 1583 [bilingue], a cura di Pascal Dubourg Glatigny, Paris, 2003, ISBN 2-271-06105-9.
- P. Dubourg Glatigny, Il disegno naturale del mondo. Saggio sulla biografia di Egnatio Danti con l'edizione del Carteggio, Perugia, 2011, ISBN 978-88-905726-7-8.
- Giuseppe Capone, Egnazio Danti, 1536 - 1586, perugino dell'Ordine dei Predicatori. Il suo tempo e la sua opera di artista e di scienziato. Vescovo di Alatri, Arti Grafiche Tofani, Alatri 1986.
Voci correlate |
Galleria delle carte geografiche
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
Ignazio Danti, su Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
(EN) Ignazio Danti, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland.
- (EN) Biografia in Galileo Project
- Planetario "Ignazio Danti" di Perugia, su planetariodanti.pg.it.
- Dissegni di alcune prospettive di Palazzi Ville e Chiese del Bolognese fatti nel tempo del Sig. Cardinale Paleotti Arcivescovo di Bologna (Biblioteca dell'Archiginnasio), su badigit.comune.bologna.it.
- (EN) Ignazio Danti, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 247578 · ISNI (EN) 0000 0000 8338 7271 · SBN ITICCUBVEV20207 · LCCN (EN) nr94006656 · GND (DE) 124410502 · BNF (FR) cb145332908 (data) · ULAN (EN) 500022630 · BAV ADV10126455 · CERL cnp01379332 |
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