Alfonso X di Castiglia

























































Alfonso X

Alfons X.jpg
Alfonso X il Saggio
Re di Castiglia
In carica

1252 - 1284
Predecessore

Ferdinando III
Successore

Sancho IV

Nome completo
Alfonso Fernández
Altri titoli
re del León, re di Galizia, re di Toledo e re dell'Estremadura
Nascita

Toledo, 23 novembre 1221
Morte

Siviglia, 4 aprile 1284
Casa reale

Anscarici
Padre

Ferdinando III
Madre

Elisabetta Hohenstaufen
Consorte
Maior Guillen de Guzman[1]
Violante d'Aragona
Figli

Berengaria
Beatrice
Ferdinando
Leonora
Sancho
Constanza
Pietro
Giovanni
Isabella
Violante e
Giacomo legittimi
Berenguela
Alfonso
Beatrice
Urraca e
Martino, illegittimi

Alfonso Fernández, detto il Saggio[2] (Toledo, 23 novembre 1221 – Siviglia, 4 aprile 1284), re di Castiglia e León (1252-1284).





Statua di Alfonso X, il Saggio sulla scalinata della entrata della Biblioteca Nacional de España, di Madrid, scolpita da José Alcoverro y Amorós nel 1892




Ritratto moderno di Alfonso X il Saggio




Statua di Alfonso X vicino al Castello di San Marco a El Puerto de Santa María




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Origine e i primi anni


    • 1.2 Il regno


    • 1.3 Attività culturale


    • 1.4 Morte




  • 2 Discendenza


  • 3 Ascendenza


  • 4 Galleria d'immagini


  • 5 Note


  • 6 Bibliografia


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Biografia |



Origine e i primi anni |


Figlio primogenito del re di Castiglia e León, Ferdinando III il Santo e di Elisabetta Hohenstaufen (detta Beatrice di Svevia alla corte di Castiglia).[3][4][5]


Secondo gli Annali toledani[6] Alfonso nacque il 23 novembre 1221 (el Infant D. Alfonso, fillo del Rey D. Fernando de Castiella… e… de la Reyna doña Beatriz, filla del Emperador de Alemaña)[3].


Dopo che Tebaldo I di Navarra, nel 1234, era divenuto re di Navarra, suo padre cercò di combinare il matrimonio di Alfonso con la figlia di Tebaldo, Bianca di Navarra, ma il progetto non andò a buon fine, così come le mire della Castiglia sulla Navarra.


Tra il 1240 ed il 1250, assieme al padre, conquistò diverse piazzeforti musulmane, quali Murcia, Alicante e Cadice.
Nel corso del 1242 fu alfiere reale di suo padre.


In quello stesso periodo, Alfonso ebbe diverse amanti: la prima, tra il 1240 ed il 1241, fu la figlia illegittima di suo nonno, Alfonso IX di León, Maria Alfonso di León (1222 - dopo il 1252), che era la vedova di Alvaro Fernandez di Lara e che dopo la relazione con Alfonso sposò Suero Arias de Valladares[3]; poi, tra il 1242 ed il 1243, lo fu la figlia del signore di Villada, Elvira Rodriguez di Villada (?- dopo il 1283), che dopo la relazione con Alfonso sposò Gonzalo Moran il vecchio[3]; quindi, tra il 1243 ed il 1248, lo fu la figlia del signore di Vecilla, Guglielmo Perez de Guzman e di María González Girón, Maior Guillen de Guzman (1225-1267), signora di Alcocer, Salmerón, Viana e Azañón; ci furono inoltre altre due amanti, delle quali non si conoscono né il nome, né gli ascendenti[3].


Il 29 gennaio 1249, Alfonso si sposò con Violante d'Aragona (1236-1301), figlia del Re di Aragona, Conte di Barcellona e delle altre contee catalane, re di Valencia e di Maiorca, signore di Montpellier e Carladès Giacomo I il Conquistatore e della principessa ungherese Violante, figlia del re di Ungheria Andrea II e della principessa di Costantinopoli Iolanda di Courtenay.



Il regno |








Alfonso X e la sua corte




Sigillo di Alfonso X


Nel 1252, alla morte del padre, gli subentrò sul trono col nome di Alfonso X, Re di Castiglia, León, Galizia, Toledo, Badajoz, Cordoba, Murcia, Jaén e Siviglia.


Dopo essere salito sul trono del regno di Castiglia Alfonso X invase il Portogallo nel 1253 e si appropriò della regione dell'Algarve.
Il re del Portogallo, Alfonso III, cedette ma, pur essendo ancora sposato con Matilde II di Boulogne, riuscì ad ottenere la mano della figlia illegittima di Alfonso X, Beatrice, con la clausola che quando il primo figlio della coppia avesse compiuto sette anni, l'Algarve sarebbe tornato al Portogallo.
Nel 1263, non senza alcune resistenze (forse perché l'erede era il terzogenito e aveva solo due anni), Alfonso X di Castiglia consegnò l'Algarve all'erede, il principe Dionigi, a condizione che Alfonso III del Portogallo lo avesse seguito in battaglia con cinquanta lancieri.

Nello stesso anno 1263, dopo che la contessa di Boulogne, Matilde era morta nel 1262, il papa Urbano IV convalidò il matrimonio tra Alfonso e Beatrice.


Dopo aver reclamato il ducato di Guascogna (su cui il regno di Castiglia avanzava pretese dal tempo del matrimonio di Alfonso VIII di Castiglia con la figlia del re d'Inghilterra, Enrico II e della duchessa d'Aquitania, Eleonora d'Aquitania, Leonora d'Aquitania, duchessa di Guascogna) e aver stretto un'alleanza[3], in chiave anti-inglese, col visconte di Béarn, Gastone VII, il 22 aprile del 1254, Alfonso, stipulò un trattato di alleanza col re d'Inghilterra e duca di Aquitania, Enrico III, appoggiandolo nella guerra contro il re di Francia, Luigi il Santo.
Il 18 ottobre dello stesso anno, nel Monastero di Santa María la Real de Las Huelgas Burgos, furono celebrate le nozze della sorellastra di Alfonso, Eleonora di Castiglia, col figlio di Enrico III—ed erede al trono—Edoardo. Con queste nozze Alfonso X rinunciava definitivamente al ducato di Guascogna.


Nel 1254, dopo la morte dell'imperatore, Corrado IV, reclamò, senza successo, il Ducato di Svevia per diritto materno, pur avendo avuto l'appoggio di papa Alessandro IV, che il 3 febbraio 1255, aveva scritto una lettera alla nobiltà sveva[3].
Nel 1254 Alfonso dotò la scuola di Salamanca, Estudio General del Reino de León, fondata tra il 1218 ed il 1220 da suo nonno, Alfonso IX, a cui suo padre, Ferdinando III di Castiglia, aveva dato impulso, di un documento regolare che attribuiva allo scholasticus della cattedrale il diritto di promuovere gli studenti e di esercitare su di essi un'ampia giurisdizione.
Il papa Alessandro IV, nel 1255, concesse all'università di Salamanca vari privilegi, tra cui quello che i suoi laureati potevano insegnare dovunque, tranne che a Parigi e a Bologna; con questo documento papale, Salamanca era riconosciuta Università internazionale.


Nel 1256, essendo rimasta vacante la corona imperiale alla morte di Guglielmo II d'Olanda, Alfonso X — in quanto discendente, da parte di madre, della famiglia Hohenstaufen — fu uno dei pretendenti, cercando appoggio presso il re di Francia e in Provenza.
Nel 1257, coi voti dei grandi elettori di Treviri, Sassonia e Brandeburgo (l'appoggio del Brandeburgo fu ottenuto anche con il fidanzamento della figlia legittima Beatrice con Giovanni di Brandeburgo, il più vecchio dei figli del margravio[3]), a Francoforte, il 1º aprile 1257[3], fu eletto Re dei Romani (imperatore del Sacro Romano Impero) in contrapposizione a Riccardo di Cornovaglia, che era stato sostenuto dai principi elettori di Colonia, Magonza e del Palatinato, mentre il settimo elettore, il re di Boemia, Ottocaro II, diede appoggio, in tempi diversi, ad ambedue i pretendenti.
Entrambi avevano pagato l'elezione, ma mentre Riccardo si recò più volte in Germania a far valere il suo titolo (il 17 maggio 1257 fu incoronato re dei Romani ad Aquisgrana), Alfonso, che ambiva all'Italia, non poté recarsi né in Germania né in Italia, per i problemi che aveva in Castiglia[3]; si alleò con Ezzelino da Romano e i ghibellini, giocandosi le iniziali simpatie che il papa Alessandro IV aveva per lui. Anche quando la decisione di scegliere il re dei Romani fu rimessa al papa, questi la rinviò senza decidere, così come i suoi successori, Urbano IV e Clemente IV.
Questa politica ad inseguire il titolo imperiale portò alla rovina le finanze della Castiglia tanto da portare i suoi fratelli, Enrico e Filippo a ribellarsi alla sua autorità e fomentare una guerra civile che durò tre anni (1271-1274)[3].
Anche quando il suo rivale morì, nel 1272, i principi elettori, escludendo dalla riunione di Francoforte del 1273 il re di Boemia Ottocaro II, che continuava ad appoggiare Alfonso, procedettero all'elezione a re dei Romani di Rodolfo d'Asburgo; papa Gregorio X, accettando questa nuova elezione, rifiutò di confermare l'elezione di Alfonso, dichiarandolo decaduto e ponendo così termine al periodo definito il Grande Interregno.
Alfonso però non si arrese, e, dopo aver inviato truppe castigliane in aiuto del suo vicario in Italia, il marchese del Monferrato, Guglielmo VII (succeduto come vicario ad Ezzelino dopo il 1259), che si opponeva ai guelfi della Lombardia appoggiati dal re di Sicilia, Carlo I d'Angiò[3], nel 1275, cercò di raggiungere il suo vicario e genero Guglielmo VII (nel 1271, aveva sposata la figlia legittima di Alfonso, Beatrice), e porsi quindi alla testa dei suoi alleati ghibellini del Piemonte e della Lombardia, per combattere contro Carlo I d'Angiò; ma fu fermato in Provenza dal papa Gregorio X, che, dopo lunghe trattative, in agosto riuscì a ottenere da Alfonso la rinuncia al titolo di re dei Romani.


Nel 1273, Alfonso X il Saggio diede vita alla Mesta castigliana, un'associazione che raggruppava circa tremila grandi e piccoli proprietari di greggi di pecore di tutta la Castiglia, che si riunivano tre volte l'anno, in cui le donne avevano pari diritti degli uomini e dove si stabilivano i doveri ed i diritti dei pastori, che nelle transumanze erano avversati dai contadini sulle cui terre passavano le greggi.
La Mesta divenne col tempo tanto potente che alla fine del Medioevo dominava l'organizzazione economica della Castiglia, rivelandosi alla fine fatale per l'agricoltura della nazione castigliana.


Nel 1275 l'erede al trono, il primogenito maschio Ferdinando, morì mentre combatteva contro i Mori del sultanato di Granada, nella battaglia di Écija. Alfonso X, ignorando i diritti dei figlioletti di Ferdinando, nominò nuovo erede al trono il figlio maschio secondogenito, Sancho IV.
La vedova, Bianca di Francia, figlia del re di Francia, Luigi IX il Santo e i due figli, Alfonso e Ferdinando, furono, come narra Guglielmo di Nangis, «lasciati privi di ogni umano conforto».
Allora, mentre la vedova di Ferdinando, Bianca di Francia, chiedeva aiuto al fratello, il re di Francia, Filippo III l'Ardito, che inviò ambasciatori per protestare e nello stesso tempo, per invadere la Castiglia, mise insieme un esercito (che in Castiglia non arrivò mai, fermandosi a Pau), la moglie di Alfonso, Violante intervenne, lasciò il marito[3] e la Castiglia, per raggiungere l'Aragona coi nipoti, i figli di Ferdinando, Alfonso e Ferdinando e sollecitare suo fratello il re d'Aragona, Pietro III, affinché proteggesse e custodisse in Aragona, nella fortezza di Játiva gli infanti de la Cerda, Alfonso e Ferdinando.


Quando Alfonso X propose a Sancho di creare un piccolo regno nella città di Jaén, per Alfonso de la Cerda, Sancho si ribellò al padre[3] e iniziò una guerra civile che relegò Alfonso nel sud del regno di Castiglia, in Murcia e parte dell'Andalusia, la zona di Siviglia; nonostante la vittoria (Sancho si autoproclamò re di fronte alle Cortes di Valladolid[3]), Sancho, l'8 novembre 1282, fu sconfessato e diseredato da Alfonso X, che nominò erede al trono di Castiglia, Alfonso de la Cerda[3], mentre erede del regno di León era il figlio, Giovanni.



Attività culturale |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura di Alfonso X il Saggio e Scuola di traduttori di Toledo.




Tabelas alfonsinas (Tavole alfonsine), El Libro del Saber de Astronomia (Il libro della conoscenza astronomica)




Copertina della Siete Partidas




Tavole astronomiche dal [[Libro de los juegos]]


La grandezza di Alfonso X consistette soprattutto nella sua attività culturale. A ragione è considerato il fondatore della prosa letteraria castigliana. Cercò di riunire tutto il sapere della sua epoca nella lingua corrente parlata dai suoi sudditi. Fondò, per suggerimento ecclesiastico, la Scuola di traduttori di Toledo in cui saggi musulmani ed ebrei traducevano in castigliano le opere antiche arabe ed ebraiche; di grande importanza fu la traduzione dall'ebraico di molte versioni ebraiche delle opere arabe.
La sua opera scientifica, storica e letteraria fu fondamentale: ricordiamo in particolare il suo contributo all'astronomia con le Tavole alfonsine. Per di più, promosse la redazione e pubblicazione di una serie di testi autorevoli in vari campi della cultura artistica e scientifica. Fu inoltre un eccellente poeta in lingua galiziana e persino autore di uno dei primi trattati sugli scacchi.


La sua attività nel settore giuridico fu fondamentale per quanto riguarda la nazionalizzazione e statalizzazione del diritto vigente: fece tradurre in castigliano il Liber Iudiciorum del re visigoto Reccesvindo, ottenendo così il Fuero Juzgo; promosse poi la redazione di un Fuero Real (raccolta di consuetudini applicate su tutto il regno, a cui vengono apportate modifiche tratte dal diritto romano e da quello canonico), realizzato nel periodo 1252-1255.


Infine ad Alfonso fu dovuta la compilazione del Libro de las leges, noto nel XIV secolo come Siete Partidas (o Leges de Partidas o Partidas). I giuristi che compilarono tra il 1256 ed il 1265 — sotto la supervisione del re — le Partidas, attinsero a tre categorie di fonti:



  • le consuetudini e i fueros di Castiglia e León, compresi i Fuero Juzgo, i Fuero Real ed i fueros di Cuenca e Cordova;

  • il diritto canonico approvato;

  • gli scritti dei giuristi romani inclusi nel Digesto e le opere dei giuristi italiani che trattavano del diritto giustinianeo.


La Siete Partidas possono essere considerate un compendio dei diritti romano e canonico (modificato in alcuni particolari dai giuristi di Alfonso per adattarlo alla situazione del regno di Castiglia e León) che, anche se non soppiantò del tutto i fueros municipali, il Fuero Juzgo, e il Fuero Real, fu sempre più utilizzato da avvocati e studenti e alla fine fu adottato come pratica giudiziaria dalle cortes.
Da notare che nel codice Siete Partidas era prevista anche la punizione della stregoneria (quindi vi era da parte dei giuristi una credulità nel potere delle arti magiche); infatti coloro che invocavano gli spiriti maligni o facevano immagini di cera di altre persone, allo scopo di far loro del male, venivano puniti con la morte, mentre coloro che ricorrevano ad incantesimi per fini buoni, ottenendo buoni risultati, erano considerati meritevoli di una ricompensa.


Ad Alfonso sono anche attribuite le Cantigas de Santa Maria, la più importante raccolta di canzoni monodiche del secolo XIII, dedicate alla Vergine e ai suoi miracoli, scritte in galizian. Le 427 composizioni ci sono pervenute in 4 codici diversi (di cui uno è conservato a Firenze). Non è sicuro che Alfonso ne fosse l'autore, eppure ciò è testimoniato proprio da quanto è detto nel prologo delle Cantigas. Gli studiosi sostengono che di esse almeno un centinaio furono espressamente scritte dal re.


Alfonso realizzò anche la prima riforma ortografica del castigliano, lingua che rese ufficiale nel suo regno a scapito del latino; infatti fece tradurre in castigliano il codice reale Siete Partidas e nelle procedure giudiziarie sostituì il latino col castigliano.


Nonostante la corte di Alfonso fosse un centro di cultura ebraica, sia scientifica, sia letteraria, su pressione della Chiesa e del Papa la politica di restrizioni verso gli ebrei fu intensificata e, anche se non si raggiunsero gli eccessi di altri Stati europei, i decreti restrittivi della Chiesa ebbero un riflesso anche sul diritto civile. Infatti, anche nelle sue Siete Partidas, Alfonso sottopose gli ebrei alle più minute e mortificanti restrizioni.
Gli ebrei, che furono costretti a vivere in quartieri speciali, aljama,[7] in cui godevano di notevole autonomia, dedicandosi soprattutto al commercio e all'artigianato, si distinsero nelle professioni mediche e finanziarie ed avevano in mano l'appalto delle imposte.
Durante il regno di Alfonso, nonostante le restrizioni, la Castiglia fu per gli ebrei un'isola di tranquillità, nella quale, pur con qualche occasionale violenza, i massacri non furono mai una regola.
Gli è stato dedicato il cratere lunare Alphonsus.



Morte |


Alfonso X morì il 4 aprile 1284 a Siviglia, dove fu inumato nella cattedrale di Santa Maria. Secondo lo storico Szabolcs de Vajay, le viscere di Alfonso furono inumate nella cattedrale (la moschea fu trasformata in cattedrale nel 1291) di Murcia[3].
Nonostante fosse stato diseredato, il figlio Sancho gli succedette come Sancho IV, detronizzando i legittimi eredi, cioè il nipote Alfonso de la Cerda per il regno di Castiglia ed il fratello Giovanni per il regno di León.



Discendenza |


Alfonso ebbe undici figli dalla moglie Violante e 5 figli illegittimi da tre amanti.[3][8][9]
da Violante ebbe:




  • Berengaria (Siviglia, ottobre/novembre 1253 - Guadalajara, 1300), erede al trono dal maggio all'ottobre 1255. Fidanzata nello stesso anno al figlio ed erede di Luigi IX di Francia, Luigi Capeto, che morì, nel 1260. Dopo la morte del fidanzato entrò nel convento di Las Huelgas, dove risulta che vivesse ancora nel 1284. Fondò il monastero


  • Beatrice (novembre/dicembre 1254 - dopo il 1280), fu prima fidanzata con Giovanni di Brandeburgo, nel 1271, sposò il marchese del Monferrato, Guglielmo VII


  • Ferdinando (Valladolid, 23 ottobre 1255 - Ciudad Real, 25 luglio 1275), sposò Bianca di Francia, figlia de Luigi IX di Francia, che gli diede due figli, gli infanti de La Cerda, Fernando e Alfonso. Morì combattendo i musulmani


  • Sancho (Valladolid, 12 maggio 1258 - Toledo, 25 aprile 1295), re di Castiglia e León

  • Costanza (1259 - 23 luglio 1280), suora a Las Huelgas


  • Pietro (Siviglia 1260 - Ledesma, 20 ottobre 1283), signore di Ledesma, che sposò Margherita di Narbona da cui ebbe un figlio.


  • Giovanni (1260 - Provincia di Granada, 25 giugno 1319), gemello di Pietro, signore di Valencia de Campos, capostipite del cognome Valencia

  • Isabella (1263-1264), morta giovane


  • Violante (1265 - 1308), sposò Diego Lopéz V de Haro, signore di Biscaglia


  • Giacomo (1266 - 9 agosto 1284), signore di Los Cameros

  • Leonora (circa 1268-1275).


Dall'amante Maria ebbe una figlia:


  • Berenguela (ca.1241-?), che sposò Pedro Nunez de Guzman (? - dopo il 1264), figlio di Guglielmo Perez de Guzman e di Elvira Rodríguez.

Dall'amante Elvira Rodriguez di Villada ebbe un figlio:



  • Alfonso Fernández di Castiglia, detto el Niño (1243 - 1281), che sposò Bianca Alfonso de Molina (1243-Molina 1292) Signora di Molina e Mesa, figlia del principe del León Alfonso Signore di Molina e di Mafalda González da cui ebbe due figli:

    • Isabella Alfonso di Molina (? - 5 dicembre 1292), che, nel 1290 sposò Giovanni Núñez di Lara ([1282]-Burgos dopo il 16 settembre 1315), Signore di Lara e Albarracín, figlio di Giovanni Núñez di Lara e Teresa Álvarez de Azagra Signora di Albarracín

    • Mafalda Alfonso di Molina (- morta giovane).



Dall'amante María Guillén de Guzmán ebbe tre figli[10]:




  • Beatrice Alfonso (1242 - 27 ottobre 1303), sposata col re del Portogallo Alfonso III nel 1253, e madre del re del Portogallo, Dionigi I il Giusto

  • Urraca Alfonso di Castiglia (?-dopo il 1280), che sposò Álvaro Pérez de Guzmán, figlio di Nuno Guillén de Guzmán e Teresa Álvarez de Manzandeo

  • Martino Alfonso, abate a Valladolid



Ascendenza |




















































Alfonso X di Castiglia

Padre:
Ferdinando III di Castiglia

Nonno paterno:
Alfonso IX di León

Bisnonno paterno:
Ferdinando II di León

Trisnonno paterno:
Alfonso VII di Castiglia

Trisnonna paterna:
Berenguela di Barcellona

Bisnonna paterna:
Urraca del Portogallo

Trisnonno paterno:
Alfonso I del Portogallo

Trisnonna paterna:
Mafalda di Savoia

Nonna paterna:
Berenguela di Castiglia

Bisnonno paterno:
Alfonso VIII di Castiglia

Trisnonno paterno:
Sancho III di Castiglia

Trisnonna paterna:
Bianca Garcés di Navarra

Bisnonna paterna:
Leonora d'Aquitania

Trisnonno paterno:
Enrico II d'Inghilterra

Trisnonna paterna:
Eleonora d'Aquitania

Madre:
Beatrice di Svevia

Nonno materno:
Filippo di Svevia

Bisnonno materno:
Federico Barbarossa

Trisnonno materno:
Federico II duca di Svevia

Trisnonna materna:
Giuditta di Baviera

Bisnonna materna:
Beatrice di Borgogna

Trisnonno materno:
Rinaldo III di Borgogna

Trisnonna materna:
Agatha di Lorena

Nonna materna:
Irene Angelo

Bisnonno materno:
Isacco II Angelo

Trisnonno materno:
Andronico Angelo

Trisnonna materna:
Eufrosine Castamofissa

Bisnonna materna:
Irene

Trisnonno materno:
?

Trisnonna materna:
?



Galleria d'immagini |




Note |




  1. ^ Alcune fonti sostengono che Alfonso sposò Maior Guillen de Guzman; il matrimonio fu poi dichiarato nullo e i tre figli nati da questo matrimonio furono dichiarati illegittimi.


  2. ^ Alfonso anche in spagnolo e in asturiano, Alfons in catalano, Afonso in galiziano e in portoghese, Alifonso in aragonese e Alfontso in basco. Adefonsus o Alfonsus in latino.


  3. ^ abcdefghijklmnopqr (EN) Dinastie reali di Castiglia


  4. ^ (EN) Casa d'Ivrea-genealogy


  5. ^ (DE) Ferdinando III genealogie mittelalter Archiviato il 26 maggio 2010 in Internet Archive.


  6. ^ Gli Annali toledani sono una serie di annali, raccolta in tre parti, riguardanti il regno di Toledo, di cui la prima narra il periodo che inizia con la creazione della Contea di Castiglia, sino al 1219, la seconda termina col 1250 e la terza arriva sino al secolo XIV.


  7. ^ Dalla parola araba al-jāmaʿa, "comunità".


  8. ^ (EN) Casa d'Ivrea-genealogy


  9. ^ (DE) Alfonso X genealogie mittelalter Archiviato il 23 giugno 2009 in Internet Archive.


  10. ^ Secondo alcuni storici, solo Beatrice era figlia di Maior, mentre Urraca e Martino erano figli rispettivamente della quarta e della quinta amante



Bibliografia |




  • Rafael Altamira, "La Spagna (1031-1248)", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 865–896

  • Austin Lane Poole, "L'interregno in Germania", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 128–152

  • Luca Demontis, Alfonso X e l'Italia: rapporti politici e linguaggi del potere, Alessandria 2012

  • C. W. Previté, "L'Italia nella seconda metà del XIII secolo", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 198–244

  • Harold Dexter Hazeltine, "Il diritto romano e il diritto canonico nel medioevo", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 295–369

  • Hastings Rashdall, "Le università medievali", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 657–704

  • Charles Petit-Dutaillis, "Luigi IX il Santo", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 829–864

  • E. F. Jacob, "Inghilterra: Enrico III", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 198–234

  • Edward Amstrong, "L'Italia al tempo di Dante", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 235–296

  • P.J. Blok, "Germania, 1273-1315", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 332–371

  • Hilda Johnstone, "Francia: gli ultimi capetingi", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 569–607

  • Hilda Johnstone, "Inghilterra: Edoardo I e Edoardo II", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 673–717

  • Cecil Roth, "Gli ebrei nel medioevo", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 848–883

  • Eileen E. Power, "Le condizioni di vita nelle campagne", in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 939–979


  • Paul Fournier, "Il regno di Borgogna o d'Arles dall'XI al XV secolo", in Storia del mondo medievale, vol. VII, 1999, pp. 383–410

  • Edgar Prestage, "Il Portogallo nel medioevo", in Storia del mondo medievale, vol. VII, 1999, pp. 576–610

  • Lynn Thorndike, "Magia, stregoneria, astrologia e alchimia", in Storia del mondo medievale, vol. VII, 1999, pp. 811–844



Voci correlate |



  • Sovrani delle Asturie

  • Sovrani di Castiglia

  • Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica

  • Cammino di Santiago di Compostela

  • Re di Navarra

  • Afonso Mendez de Besteiros

  • Letteratura di Alfonso X il Saggio

  • Scuola di traduttori di Toledo



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