Africa occidentale










La Macroregione ONU dell'Africa occidentale





     Africa occidentale (subregione ONU)

     Il Maghreb, una regione separata dall'Africa occidentale.








L'Africa occidentale è un'area con grandi differenze geografiche, di biodiversità e di culture. Il continente africano è principalmente orientato su un asse nord-sud, con una sporgenza ad ovest, e questa parte sporgente può essere considerata l'Africa Occidentale.


Non è da confondere con il Maghreb (in arabo "occidentale").




Indice






  • 1 Stati


  • 2 Geografia


  • 3 Storia


    • 3.1 Preistoria


    • 3.2 L'età degli imperi


    • 3.3 Il contatto con gli europei


    • 3.4 Il post-colonialismo




  • 4 Curiosità


  • 5 Note


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti





Stati |


In base alla ripartizione del mondo effettuata dalle Nazioni Unite, l'Africa Occidentale è una delle macroregioni in cui è divisa l'Africa. Essa include 16 Stati:




  • Benin Benin (Porto-Novo)


  • Burkina Faso Burkina Faso (Ouagadougou)


  • Capo Verde Capo Verde (Praia)


  • Costa d'Avorio Costa d'Avorio (Yamoussoukro)


  • Gambia Gambia (Banjul)


  • Ghana Ghana (Accra)


  • Guinea Guinea (Conakry)


  • Guinea-Bissau Guinea-Bissau (Bissau)


  • Liberia Liberia (Monrovia)


  • Mali Mali (Bamako)


  • Mauritania Mauritania (Nouakchott)


  • Niger Niger (Niamey)


  • Nigeria Nigeria (Abuja)


  • Senegal Senegal (Dakar)


  • Sierra Leone Sierra Leone (Freetown)


  • Togo Togo (Lomé)


Oltre a questi Stati l'ONU ha incluso anche l'Isola di Sant'Elena, un territorio britannico d'oltre mare.



Geografia |


La costa di questa parte di Africa è sul meridionale oceano Atlantico, la maggior parte della quale nel senso est-ovest. Porzioni di questa costa erano conosciute con i nomi di Costa del grano, Costa d'oro e Costa d'Avorio. La tratta degli schiavi fu molto attiva in quest'area; la maggior parte degli afro-americani discende da schiavi trasportati dall'Africa occidentale.


Le zone costiere hanno per la maggior parte clima tropicale, e una cintura di foresta tropicale seguiva una volta la costa attraverso questa fascia. Il nord e le terre continentali sono occupate dalla savana e quindi addentrandosi dal Sahel.


Le nazioni di quest'area (con l'ex potenza colonizzatrice che li controllava) confinanti con l'Atlantico, da nord-ovest a sud-est sono:




  • Capo Verde (Portogallo)


  • Mauritania (Francia)


  • Senegal (Francia)


  • Gambia (Regno Unito)


  • Guinea-Bissau (Portogallo)


  • Guinea (Francia)


  • Sierra Leone (Regno Unito)


  • Liberia (Regno Unito)


  • Costa d'Avorio (Francia)


  • Ghana (Regno Unito)


  • Togo (Germania, Francia)


  • Benin (Francia)


  • Nigeria (Regno Unito)


I paesi senza sbocco sul mare sono:




  • Mali (Francia)


  • Burkina Faso (Francia)


  • Niger (Francia)


Nella definizione di Africa occidentale come macroregione ONU, è compresa anche Sant'Elena, un territorio del Regno Unito, situato nell'Oceano Atlantico.


A volte anche il Camerun e il Ciad vengono considerati parte dell'Africa occidentale, mentre altre volte ne è esclusa la Mauritania.


I confini coloniali che si riflettono negli attuali confini fra le nazioni dell'area non tenevano conto dei gruppi etnici e delle linee culturali e spesso dividono singoli gruppi etnici tra due o più stati.



Storia |




Cartina del 1571


Storicamente, l'area è stata interessata da molti dei maggiori imperi africani, tra i quali l'Impero del Ghana, l'Impero del Mali e l'Impero Songhai. Fu una delle aree del mondo di grande civilizzazione e la grande città di Timbuktu fu uno dei più importanti centri di commercio e di cultura del mondo antico. Stati prosperi e attivi culturalmente prosperarono in Africa occidentale per molti secoli, nonostante svariati fattori, tra cui la tratta degli schiavi, la desertificazione del Sahel, e soprattutto la spartizione dell'Africa da parte delle nazioni europee abbiano portato questi stati ad un graduale declino.



Preistoria |


Studi archeologici a Mejiro Cave hanno appurato che esseri umani, probabilmente del gruppo dei pigmei, arrivarono in Africa occidentale attorno al 12000 a.C. Strumenti per la fabbricazione di pietre microlitiche sono state trovate nella zona della savana dove erano stanziate tribù pastorali avanzate, che utilizzavano scalpelli e lame di pietra e lance. Gli uomini delle tribù della Guinea e delle foreste non utilizzarono i microliti per secoli, ma prosperarono usando strumenti d'osso e di altri materiali. Durante il V millennio, quando gli avi dei moderni africani cominciarono ad entrare nell'area, iniziarono a svilupparsi degli insediamenti agricoli stabili, con prove dell'addomesticamento dei bovini e della coltivazione dei cereali. Attorno al 3000 a.C. un altro grande cambiamento avvenne nelle società dell'Africa occidentale, con l'invenzione di arpioni e ami da pesca primitivi.


Un'intensa migrazione degli allevatori di bovini del Sahel ebbe luogo nel III millennio a.C., e le comunità pastorali incontrarono le sviluppate comunità di cacciatori-raccoglitori della regione della Guinea. La selce era di più facile reperibilità nella zona e aveva reso l'uso dei microliti per la caccia molto più facile. La migrazione degli allevatori del Sahel fu probabilmente causata dalla desertificazione totale del deserto del Sahara durante tale millennio, che contribuì grandemente all'isolamento dell'Africa occidentale dai mutamenti tecnologici e culturali in Europa e nella costa mediterranea del nord Africa. Nonostante ciò, l'utilizzo sempre maggiore del ferro e la diffusione delle tecnologie per la sua lavorazione portarono ad un miglioramento nella costruzione di armi e permisero agli agricoltori di aumentare la loro produttività e di produrre quel surplus di prodotti agricoli che permetterà la nascita delle città-stato che saranno ricomprese negli imperi.


Nel 400 a.C. ci furono contatti con le civiltà mediterranee, in particolare con Cartagine e un regolare commercio di oro veniva condotto dai berberi del Sahara come annotato da Erodoto. Il commercio era molto limitato prima dell'utilizzo del cammello, ma beni di provenienza mediterranea potevano arrivare fino al nord dell'attuale Nigeria. Si era sviluppato un fiorente commercio attraverso il quale gli abitanti dell'Africa occidentale esportavano oro, tela di cotone, ornamenti metallici e pellami verso nord attraverso le rotte dei commerci trans-sahariane in cambio di bronzo, cavalli, sale, tessuti e perline. Successivamente anche l'avorio, gli schiavi e le noci di kola furono oggetto di scambio.



L'età degli imperi |





Mansa Musa con una pepita d'oro in un particolare dell'Atlante catalano del 1375


Fu proprio il commercio il motore che diede l'impulso all'ulteriore sviluppo delle civiltà dell'Africa occidentale. Mentre la siderurgia era giunta nell'area dell'attuale Nigeria intorno al V secolo d.C., dando origine alla civiltà di Nok, intorno all'VIII secolo una casta di re guerrieri (o Ghana) si impose nell'area degli attuali Senegal, Mauritania e Mali, fondando quello che è oggi conosciuto come Impero del Ghana, che prosperò grazie al controllo della parte meridionale delle principali rotte commerciali trans-sahariane, prima di essere distrutto da un'invasione almoravide nel 1052.
Tra i regni che lottarono per ripristinare l'egemonia sulla regione emerse nel 1240 il regno mandingo di Malel che, sotto la guida di Sundiata Keita, divenne l'Impero del Mali. Questo nuovo impero prosperò per molti secoli, raggiungendo il suo apogeo nel XIV secolo sotto Mansa Musa, e arrivando a controllare la maggior parte dell'Africa occidentale subsahariana.[1] Nel XV secolo, i Songhai, un popolo che abitava ai confini orientali dell'impero, approfittarono di una serie di lotte dinastiche per invadere la maggior parte delle terre del Mali, dando il via all'ultimo dei grandi imperi dell'Africa occidentale, l'Impero Songhai, che fu a sua volta distrutto da un'altra invasione dal Marocco nel 1591.
In questo modo il Marocco intese prendere possesso direttamente delle importanti città carovaniere di Gao, Timbuktu e Djenné, nonché dei giacimenti auriferi e dei mercati del salgemma e degli schiavi. In seguiti i Bamana, popoli di etnia mandinka dediti all'agricoltura sotto la dominazione arabo-berbera, costituirono sulle rovine dei grandi imperi i due regni islamizzati di Kaarta e di Segou, entrambi avversati dai Tuklor provenienti dalla regione del Senegal. Nel 1659 tuttavia la dinastia sadiana del Marocco finì, e con essa l'unità del bacino del fiume Niger. Tuttavia nel frattempo l'importanza delle rotte carovaniere del Sahel era diminuita poiché si erano formate delle nuove rotte commerciali per lo sfruttamento delle risorse dell'Africa occidentale subsahariana, gestite dagli Europei, aventi come avamposti la costa del Senegal, il fiume Gambia e la costa del golfo di Guinea.



Il contatto con gli europei |


Nel corso del XV secolo, esploratori portoghesi come Vasco de Gama giunsero ad esplorare le coste dell'Africa. Da allora furono realizzate colonie portoghesi in Africa occidentale, in particolare nelle isole di Capo Verde a largo del Senegal, lungo le coste del Senegal, come la città di Dakar, e lungo il corso del fiume Gambia. Queste città furono terminali per il commercio degli schiavi di etnia mandinka, che venivano catturati in tutta la regione interna, caratterizzata in quel periodo dal declino dell'impero del Mali, che era insediato da nord dall'avanzata dei berberi Tuareg, e soprattutto da est dall'avanzata dell'impero Songhai, che stava sostituendosi ad esso nel monopolio dei traffici delle rotte carovaniere del Sahel, che mettevano in contatto le miniere di oro e rame, i giacimenti di salgemma, e l'avorio dell'Africa nera con i paesi Arabi del Maghreb. Nella regione del Senegal, in particolare, il popolo dei Wolof si era reso autonomo già dal XIII secolo dal declinante impero del Mali ed era diventato, grazie agli scambi con i portoghesi, particolarmente fiorente nel corso del XV secolo, sebbene in seguito si sia frammentato verso il 1549 in diverse entità, causando la penetrazione dei portoghesi nell'entroterra risalendo il fiume Gambia; questo avamposto fu poi venduto nel 1588 dai portoghesi ad alcuni mercanti inglesi, ponendo le basi per lo sfruttamento inglese nell'Africa occidentale, che fu affidato a compagnie inglesi dal re Giacomo nel 1618 sia in Gambia che nella Costa d'Oro, attuale Ghana. In quest'ultimo territorio vi era il popolo Akan, le cui origini si farebbero risalire all'antico impero del Ghana e che ne aveva conservato nei secoli le tradizioni, spostandosi lungo il corso del fiume Niger e quindi verso sud fino a raggiungere la costa meridionale del golfo di Guinea e a stabilirvisi attorno al villaggio di Kumasi, dove estraevano l'oro e lo commerciavano attraverso l'impero del Mali e poi l'impero Songhai, che avevano preso il posto di quello del Ghana, con gli Arabi del Maghreb. Gli europei, pertanto, si insediarono anche lungo la costa del golfo di Guinea per intercettare questi traffici alla fonte, bypassando gli Arabi. Oltre che nella costa d'Oro, che era il terminale dello sfruttamento delle miniere aurifere, furono stabilite colonie portoghesi, olandesi e francesi anche ad ovest di essa nella costa d'Avorio (attuale Cote d'Ivoire), che era il terminale del mercato dell'avorio, senza tuttavia penetrare nella regione interna. La caccia agli elefanti nella regione ne produsse nell'arco di qualche secolo la completa estinzione dall'area e la conseguente perdita di interesse commerciale all'insediamento stabile. Nel 1651 il Gambia fu acquistato dal duca di Polonia, mentre le circostanti colonie furono contese tra Francesi e Inglesi. Nel frattempo nella costa d'Oro gli Akan sotto la guida del clan Okoyo si confederarono nella confederazione Ashanti, che divennero un grande impero negli anni 1698-1701, in grado di competere con le colonie europee. Nel frattempo la contesa tra Francesi e Inglesi per gli avamposti lungo il fiume Gambia si conclusero con il trattato di Parigi del 1783, che attribuì il Gambia all'Inghilterra, mentre la Francia ottenne riconosciute alcune colonie nel Senegal. Si stima che nei tre secoli in cui è durato il commercio degli schiavi gestito dagli europei oltre tre milioni di schiavi neri di etnia mandinka siano passati per il fiume Gambia, che era il terminale del sistema internazionale del commercio degli schiavi, le cui navi negriere facevano poi scalo a Capo Verde e si dirigevano quindi in Europa e soprattutto nelle colonie in America per servire come manodopera nelle monocolture a servizio del sistema capitalistico internazionale. Nel 1814 i Francesi acquisirono l'intera regione del fiume Senegal, che divenne colonia francese con capitale Dakar. Nel corso del XIX secolo gli Inglesi ottennero ragione dell'impero Ashanti a seguito di quattro guerre anglo-ashanti contro gli Akan, che furono uniti ai territori limitrofi nella colonia inglese della Costa d'Oro (attuale Ghana). Nello stesso periodo i Francesi conquistarono la regione del fiume Niger, che divenne la colonia del Sudan francese (attuale Mali) nel 1864. A seguito della conferenza di Berlino sulla spartizione dell'Africa (1884-5), la Francia acquisì anche l'entroterra della Costa d'Avorio nel 1886, iniziando una lunga guerra con i Mandinka locali contro cui ottenne ragione soltanto nel 1893. In seguito acquisì anche la colonia della Guinea, sottraendone una parte anche ai portoghesi, che ne conservarono soltanto una piccola parte corrispondente all'attuale Stato della Guinea-Bissau. Le quattro colonie francesi in Africa occidentale, cioè Senegal, Sudan francese (attuale Mali), Costa d'avorio, Guinea furono riunite amministrativamente nell'unica entità dell'Africa Occidentale Francese, di cui nel 1904 fu stabilita la capitale a Dakar, primo avamposto europeo sulla costa occidentale. Contemporaneamente dal 1896 la Francia intraprese anche una guerra contro i Mossi nell'Alto Volta, conquistandone la capitale Ouagadougou, e rendendolo un protettorato francese, in seguito conquistò anche i territori limitrofi che furono riuniti nella colonia dell'Alto Volta (attuale Burkina Faso) e riuniti all'AOF. Seguirono negli anni seguenti le annessioni all'AOF anche di Benin, Niger e Mauritania.



Il post-colonialismo |


Gli imperi coloniali europei cominciarono a declinare dopo alcuni anni della seconda guerra mondiale. La quarta Repubblica francese stabilì nel 1946 la fine dell'impero coloniale francese, sostituito con l'Unione francese. Anche la Gran Bretagna stabilì un processo graduale di indipendenza delle proprie colonie a partire dal 1946 volto al loro ingresso come Stati indipendenti all'interno del Commonwealth. La colonia inglese della Costa d'oro (oggi Ghana) ottenne già nel 1946 una prima Costituzione, e Nkrumah divenne segretario di un partito indipendentista che rappresentava l'elite indigena occidentalizzata, ma attraverso scioperi e proteste difendeva gli interessi della popolazione contro il governo. Nel 1951 vi fu una seconda revisione costituzionale, che consentiva libere elezioni per una amministrazione autonoma civile del Paese, mentre il governo coloniale conservava il controllo della polizia e dell'esercito e la politica estera. Nelle elezioni del 1951 Nkrumah fu eletto a grande maggioranza, sebbene il popolo Asante della regione interna rivendicasse una propria identità e ambisse a un governo di tipo federale del Paese. In questi anni 1955 anche il limitrofo Togoland, ex colonia tedesca fino alla prima guerra mondiale, in seguito amministrato congiuntamente da Francia e Gran Bretagna, venne associato per la parte orientale all'Unione francese come colonia, mentre per la parte occidentale a seguito di referendum fu annesso alla Costa d'oro inglese, che nel 1957 ottenne la piena indipendenza cambiando nome in Ghana. Questo Stato assunse un ruolo di guida nel processo di indipendenza delle colonie africane dell'Africa occidentale, in quanto primo ad ottenere l'indipendenza. Negli stessi anni, a partire dal 1956, anche a seguito della guerra del Vietnam e della guerra in Algeria, la Francia si decise a concedere maggiore autonomia a tutte le sue colonie, e con la quinta Repubblica francese nel 1958 il generale de Gaulle, mentre concesse l'indipendenza all'Algeria, trasformò l'Unione francese nella Comunità francese, a cui ogni ex colonia poteva liberamente aderire o meno. La colonia francese della Guinea, sotto la guida di Touré, decise di non aderire ed ottenne l'indipendenza nel 1958, così anche il Togo francese, con presidente Olympio, mentre le altre colonie dell'ex AOF entrarono a far parte della Comunità francese. Il Ghana tentò una confederazione con la Guinea, che sarebbe stata economicamente isolata nel sistema postcoloniale francese, ma questa confederazione ebbe breve durata, in quanto già nel 1960 anche le altre colonie francesi uscirono dalla Comunità e divennero Stati indipendenti: la repubblica di Dahomey (oggi Benin) con presidente Maga, l'Alto Volta (oggi Burkina Faso) con presidente Yameogo, la repubblica Sudanese, unione di Mali con presidente Keita, e Senegal con presidente Senghor, il Niger con presidente Diori, la Cote d'Ivoire con presidente Boigny. Nel 1960 Nkrumah divenne anche presidente del Ghana, mentre nel 1962 anche il Gambia avviò il processo di indipendenza dalla Gran Bretagna, conclusosi tre anni dopo con l'ingresso nel Commonwealth.


In alcuni Paesi la decolonizzazione si svolse senza discontinuità, per esempio in Cote d'Ivoire, dove il presidente Boigny era stato negli anni 1950 un sindacalista a favore dei neri che lavoravano nelle piantagioni francesi, quindi membro del parlamento francese e ministro francese, e dall'indipendenza governò come presidente ininterrottamente fino al termine della guerra fredda e all'introduzione del multipartitismo, così in Senegal con il presidente filooccidentale Senghor (1960-1981), succeduto da Diouf (1981-2000), o inizialmente in Niger con il presidente filoccidentale Diori (1960-74), che però fu successivamente deposto dal golpe del colonnello Kountché (1974-86), succeduto da Saibou. In altri Paesi, complice il contesto della guerra fredda, la transizione verso la democrazia fu più difficile, con l'instaurazione di sistemi dittatoriali o la sospensione della democrazia attraverso ripetuti golpe. Ad esempio, in Dahomey il presidente Maga fu deposto da Soglo nel 1963, riprese il potere con un golpe nel 1970 per due anni, poi fu deposto nel 1972 da Kerekou, che ribattezzò lo Stato col nome di Benin e instaurò un governo filosocialista (1972-1991). In Togo il presidente Olympio fu deposto da Grunitzky nel 1963 e questi da Eyadema nel 1967, che instaurò un lungo governo personalistico dittatoriale che superò indenne anche la fine della guerra fredda (1967-2005). O in Ghana dove nel 1964 Nkrumah si proclamò presidente a vita venendo deposto dall'esercito nel 1966 e aprendo una fase di torbidi fino all'insediamento di Acheamphong (1969-79), succeduto da Rawlings (1979-2000). O ancora in Alto Volta dove Yameogo fu deposto da Lamizana (1966-1980), cui seguirono i golpe di Zerbo 1980, Ouedraogo 1982 e Sankara 1983. Questi ribattezzò il paese Burkina Faso e vi instaurò un governo filomarxista (1983-87), e pertanto fu fatto assassinare dal suo vice Compaoré che vi instaurò un lungo governo dittatoriale filooccidentale (1987-2014). In altri casi si instaurarono fin da subito governi dittatoriali personalistici, come in Guinea dove il presidente Touré instaurò una dittatura su base etnica malinké (1958-1984), succeduto da Conté (1984-1991), o in Mali dove il filocomunista Keita (1960-68) fu poi deposto dal filooccidentale Traoré (1968-1991). Nel 1970 anche il Gambia completò il processo di indipendenza con l'uscita dal Commonwealth e divenne una repubblica con presidente Jawara (1970-1994), tentando negli anni ottanta una confederazione con il Senegal.


Con la fine della guerra fredda, in molti Paesi è stato imposto il multipartitismo, ma in alcuni casi le elezioni hanno confermato con plebiscito i precedenti dittatori, come Conté in Guinea, Compaoré in Burkina Faso o Eyadema in Togo, seguito dal 2005 da suo figlio, o Boigny in Cote d'Ivoire, seguito con elezioni di fatto monopartitiche da Bedié e Gbagbo nel 2000, sebbene infine le elezioni del 2010 abbiano portato alla vittoria il candidato dell'opposizione Ouattara. In altri casi il multipartitismo ha consentito un inizio di vera democrazia, come in Benin con libere elezioni nel 1996 che hanno riconfermato Kerekou ma nel 2006 vinte da Boni, in Senegal con libere elezioni nel 2000 e 2007 vinte da Wade e nel 2012 vinte da Sall, o in Ghana, con libere elezioni nel 2000 vinte da Kufuor e nel 2009 vinte da Mills, o in Mali, con libere elezioni nel 1992 vinte da Konaré, nel 2002 vinte da Amadou Touré e, pur dopo il golpe di Sanogo e un governo ad interim durante l'insurrezione della regione Tuareg dell'Azawad negli anni 2012-13, nuove elezioni nel 2013 vinte da Keita. In altri casi proseguono ancora sistemi monopartitici dittatoriali, come in Gambia, a seguito del golpe del 1994 del colonnello Jammeh, o in Mauritania, a seguito di golpe nel 2005 di Abdallahi e nel 2008 di Abdel Aziz.


Tutti questi Paesi sono dal 1975 riuniti nell'ECOWAS, unione economica degli Stati dell'Africa occidentale, e perseguono il tentativo di una graduale confederazione economica e politica.



Curiosità |


  • L'edificio più alto dell'Africa Occidentale è il 2 Fevrier Sofitel Hotel a Lomé, capitale del Togo.


Note |




  1. ^ "Western Africa." Encyclopædia Britannica. 2010. Encyclopædia Britannica Online. 06 Apr. 2010



Voci correlate |



  • West African Postal Conference

  • Vidomegon



Altri progetti |



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