Frank Lloyd Wright
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Frank Lloyd Wright (Richland Center, 8 giugno 1867 – Phoenix, 9 aprile 1959) è stato un architetto statunitense, tra i più influenti del XX secolo.
Assieme a Le Corbusier, Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe e Alvar Aalto è considerato uno dei maestri del Movimento Moderno in Architettura. Nel 2011, il Presidente Barack Obama dichiara l'intenzione degli Stati Uniti di presentare all'UNESCO la candidatura delle opere di Frank Lloyd Wright a Patrimonio Mondiale dell'Umanità[1].
Romanticamente legato all'ideologia individualistica del "pionierismo" statunitense, si volse all'approfondimento del rapporto fra l'individuo e lo spazio architettonico e fra questo e la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno. Questi suoi interessi lo portarono a prediligere come tema le case d'abitazione unifamiliari ("prairie houses"), che costituirono l'aspetto determinante del suo primo periodo di attività. È considerato uno dei maggiori esponenti della corrente organica dell'architettura contemporanea. Nel 1937 iniziò la costruzione della scuola per architetti Taliesin West.[2]
Nel suo volume Architettura organica del 1939 Frank Lloyd Wright espresse compiutamente la sua idea di architettura, che aveva come idea trainante il rifiuto della mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna contrastante con la natura dell'uomo. La progettazione architettonica dovrebbe creare un'armonia tra l'uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. La casa sulla cascata del 1936 è l'esempio più pragmatico ed eccezionale di questo modo Wrightiano di fare ed intendere l'architettura. Wright così si espresse a proposito dell'architettura organica:
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«Per Architettura Organica io intendo un'architettura che si sviluppi dall'interno all'esterno, in armonia con le condizioni del suo essere, distinta da un'architettura che venga applicata dall'esterno.» |
Indice
1 Biografia
2 Progetti
2.1 Le Prairie Houses
2.1.1 La concezione della Prairie House
2.1.2 Verso le Prairie Houses
2.2 Anni '10 e opere giapponesi
2.3 Stile organico maturo
2.3.1 L'usoniano (Case usoniane)
2.3.2 Periodo californiano
2.3.3 Importanti opere tarde
3 Omaggi a Frank Lloyd Wright
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia |
Frank Lloyd Wright nacque nel 1867 a Richland Center nel Wisconsin da William Russell Carey Wright (1825–1904), originario del Massachusetts, di origini inglesi, e da Anne Lloyd Jones (1838-1923) appartenente ad una famiglia gallese emigrata negli Stati Uniti, figlia di Richard Lloyd Jones e Mary Thomas James. La famiglia era di religione unitariana, molto diffusa ed influente nella cultura e società del Midwest. Il padre che era laureato in legge, sebbene afflitto da continui problemi finanziari, fece molti lavori, tra i quali anche il pastore. Questo comportò, per la famiglia Wright, il trasferimento per ben tre volte ancor prima che Frank compisse gli undici anni. Il rapporto che Frank Lloyd Wright nutrì per il padre fu di amore-odio; amore per la passione che gli tramandò per la musica e odio per i suoi modi autoritari ed una certa indifferenza che mostrò nei suoi confronti. La madre era invece maestra. Suo zio, Jenkin Lloyd Jones, era invece un'importante figura dell'unitarismo, mentre il cugino Richard Lloyd Jones fu un importante editore.
Nel 1876 accompagnato dalla madre vide, all'esposizione internazionale indetta per il centenario di Philadelphia, i giochi fröbeliani. Ideati dal pedagogo tedesco Friedrich Fröbel, erano cartoni e cubi di legno dalle forme geometriche, dipinti di colori primari, che guidavano i bambini alla conoscenza della composizione, della scomposizione di volumi principali in secondari e delle relazioni tra diverse forme.
Questi giochi potevano infatti essere combinati in infiniti modi, bi- o tridimensionalmente, e, come sosteneva Fröbel, erano molto utili se usati per rappresentare con forme geometriche oggetti naturali.
Molti anni dopo, famoso in tutto il mondo, Wright ebbe modo di dire:
«I lisci triangoli di cartone e i levigati blocchetti di acero restarono impressi nella mia memoria infantile e costituirono una esperienza indimenticabile.» |
La formazione scolastica fu scarsa. Ammesso all'Università come “studente esterno”, lasciò dopo due semestri improduttivi. In questo periodo lesse due libri che lo colpirono molto: The Stones of Venice di John Ruskin e il Dizionario di architettura di Eugène Viollet-le-Duc.
Nel 1885, con il divorzio dei genitori, fu investito da nuove responsabilità. Per aiutare la famiglia trovò quindi impiego nel suo primo studio, quello di Allen D. Conover. La separazione dei genitori, quando era appena diciottenne, e la successiva convivenza con il clan dei Lloyd Jones (molto compatti), lo portarono a considerare in ogni sua casa il tema della “unità della famiglia”, dello “stare insieme”.
Sul divorzio egli accettò la verità della madre, pensando che ogni colpa fosse del padre. Frank Lloyd Wright per molto tempo sperò che il padre tornasse, ma questi non diede più notizie di sé. In ogni caso, Wright, fu sempre riconoscente a questi per l'amore per la musica che gli aveva tramandato ed imparò ad accostare i parallelismi con le rapsodie di Beethoven, la simmetria geometrica con quella musicale di Bach (V. Le Duc). In comune con il padre, Wright, ebbe l'irrequietezza, il difficile rapporto con il denaro, il non essere mai soddisfatti del proprio lavoro e il dare più importanza a realizzazioni personali piuttosto che agli obblighi familiari. Inoltre entrambi considerarono i loro figli come intrusi, d'impaccio.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte].
Nel 1887, dopo due anni di ingegneria all'Università del Wisconsin, entra nello studio di I.L. Silsbee, poi in quello di L. Sullivan, con il quale collaborò per sei anni. Nel 1889 sposa Catherine Lee Tobin, da cui avrà sei figli.
Nel 1893 visita l'Esposizione Colombiana di Chicago. Rimane impressionato dallo Hōōden (鳳凰殿?), ricostruzione in scala 1:1 su un'isola artificiale dell'edificio centrale del tempio Byōdō-in a Uji (Kyoto). L'architettura giapponese da quel momento rimarrà uno dei riferimenti di Wright, che compie diversi viaggi in Giappone e diventa uno dei più autorevoli tra i collezionisti americani di stampe giapponesi. Nel 1912 pubblica il libro The Japanese Print: An Interpretation.
Ma nell'ottobre del 1909, in crisi esistenziale, abbandonò la famiglia e partì per l'Europa con la nuova compagna, Mamah Borthwich Cheney, moglie di un cliente di Oak Park. Soggiornerà prima a Firenze (assieme al maggiore dei figli, Lloyd, e al collaboratore Taylor Woolley) e poi a Fiesole dove continuerà a preparare, assieme a Woolley, i disegni per il volume “Ausgeführte Bauten und Entwürfe von Frank Lloyd Wright” edito da Ernst Wasmuth che uscirà a Berlino nel 1911[3]. Rientrato dall'Europa ad ottobre 1910, nel 1911 si trasferì nella località di Spring Green nel Wisconsin, realizzando per sé e per Mamah il complesso noto come Taliesin. Risalgono a questo periodo anche i Midway Gardens a Chicago (1914), personale rielaborazione dell'architettura orientale.
Nell'agosto del 1914 accadde un episodio che segnò profondamente la vita di Wright: la compagna Mamah Borthwick e i due figli di questa vennero uccisi, assieme ad altre quattro persone, da un servitore che diede fuoco all'ala residenziale di Taliesin mentre Wright era assente per lavoro.
Nel 1916, Wright decise di lasciare gli Stati Uniti. Tornò in Giappone e aprì uno studio a Tokyo, dove rimarrà per sei anni. Venne ricevuto dall'Imperatore del Giappone Taishō, cosa che ne aumenta enormemente la fama. Costruì in quel periodo, con criteri antisismici, l'Imperial Hotel, che resisterà al terremoto del 1923 che rase al suolo la città.
Negli anni venti si cimentò nello stile Revival Maya e nell'uso dei textile blocks, realizzando diverse residenze in California, come ad esempio la Ennis House[4]. Nel 1927 realizzò a Phoenix in Arizona il Biltmore Hotel, che gli porterà altri incarichi, così che nel 1937 possa realizzare a Scottsdale Taliesin West, la sua nuova residenza-studio invernale con scuola di architettura privata.
Nel 1923 divorziò dalla prima moglie Catherine e sposò Miriam Noel. Nel 1928 sposò quindi la terza moglie, Olga Hinzenberg, da cui ebbe una figlia.
Negli anni trenta pubblicò un saggio di urbanistica: The Desappearing City, cui seguirà il periodo usoniano di Wright, caratterizzato da una particolare attenzione nei confronti dell'edilizia economicamente sostenibile per la società americana in difficoltà nel periodo della grande depressione. Nel 1935 realizzò invece il progetto della casa sulla cascata, che diventerà presto la sua architettura più nota.
Il Museo d'Arte Moderna di New York organizzò nel 1940 la mostra retrospettiva: The Work of Frank Lloyd Wright. Nel 1958 l'architetto pubblicò il suo ultimo scritto: The Living City: sarebbe morto il 9 aprile 1959, a Phoenix (Arizona).
Progetti |
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Nella sua lunghissima carriera, durata più di 70 anni, Frank Lloyd Wright progettò circa un migliaio di progetti (532 furono realizzati) tra case, uffici, scuole, biblioteche e molto altro.
Tra quelli rimasti solo sulla carta, si può citare il famoso grattacielo Illinois che doveva diventare il più alto grattacielo del mondo con un'altezza pari a 1 miglio.
Le Prairie Houses |
Verso la fine dell'Ottocento l'architettura domestica si riferiva ad un eclettismo neoclassico; la casa era uno status symbol, un luogo di sfoggio. Alle porte del Novecento nacque dalla scontentezza dello status quo sociale ed economico la Prairie House (casa nella prateria); una vera rivoluzione.
Wright radunò nel suo studio sulla Chicago Road un certo numero di architetti, molti dei quali venivano dallo studio di Adler e Sullivan. Da questo gruppo di collaboratori, che lo aiutarono nelle sue tantissime commesse, nacque la cosiddetta Prairie School, attiva dal 1890 al 1910. Tra questi si ricordano Marion Mahoney (disegnò per conto dell'architetto sedie, tavoli e ornamenti scultorei) e Byrne e Drummond, che furono figure di spicco della Prairie School per anni.
I 18 architetti del gruppo che, pur tenendo conto della tradizione, rinnovarono la casa urbana prevedevano:
- Disposizione orizzontale delle linee e delle masse, sono presenti però elementi verticali come i pilastri e i comignoli.
- Attenzione per la natura, sviluppo organico, secondo le forme degli organismi naturali.
- Relazioni dell'edificio con il paesaggio, della pianta con i prospetti, degli interni con gli esterni.
- Funzionalità.
- Uso di materiali naturali, valorizzandoli, eliminando la decorazione posticcia.
- Apertura interna tra i locali della casa. Al piano terreno i locali si compenetrano, “la scatola è rotta”.
- Recupero di modelli Vernacolari (Four square house).
- Uso delle nuove tecnologie. Il ritorno all'artigianato sarebbe dovuto servire per risollevare la qualità dell'architettura. La macchina dava una nuova estetica ai materiali.
- Integrazione dei servizi tecnici come il riscaldamento e l'illuminazione.
- La porta principale è defilata, non più esposta come punto centrale della casa
La concezione della Prairie House |
La Prairie House è insieme moderna, per l'estetica e l'uso della tecnologia, e tradizionale, per la fede nella sicurezza, nella privacy e nella famiglia. Le sue caratteristiche sono queste:
- La semplificazione della pianta corrisponde a una nuova concezione della famiglia, più semplice e con meno servitù. La famiglia è minacciata e la casa la protegge; la Prairie House è un luogo di rifugio dalle incertezze del mondo: così l'ingresso è spesso nascosto, labirintico, la facciata è arretrata, i giardini sono schermati da alberi e piantumazioni.
- Il camino è il fulcro attorno al quale si avvolgono gli ambienti del piano principale; privato della sua funzione di riscaldamento, riveste per lo più un significato simbolico: attacca la casa al terreno, è il simbolo dello “stare insieme”.
- Al piano terreno non ci sono più partizioni (che però restano al piano superiore, con le camere da letto) ma un grande spazio unico; solo la cucina e la zona per la servitù sono separate (di solito sono messe dietro il camino).
- La parete non è più il lato di una scatola ma la delimitazione di uno spazio contro le avversità climatiche; è anche un mezzo per “aprire lo spazio”, stimolando un collegamento esterno-interno.
- Le gronde in forte aggetto, le decorazioni e spesso anche la disposizione dei mattoni danno alla casa una forte orizzontalità.
- Per suggerire una maggiore intimità, spesso nelle stanze i soffitti sono otticamente “abbassati” mediante fasce colorate di decorazione nel punto di incontro con le pareti.
- I mobili, disegnati dall'architetto, sono per la maggior parte incassati. Le finestre spesso sono a piombo, decorate con motivi geometrici e vetri colorati.
- L'architetto deve curare anche il giardino, dando così un'idea di continuità, di non interruzione.
- Il grande e poco spiovente tetto della casa serve sia per il controllo climatico che per dare intimità.
- È importante il nuovo rapporto che si vuole stabilire con la natura; per suggerire una continuità interno-esterno le finestre sono in numero maggiore che nelle case normali.
- Le piante tipiche sono a X, T, L, in linea, rettangolari e a padiglioni.
Verso le Prairie Houses |
Nel periodo compreso tra il 1895 e il 1900, che fu di preparazione per la Prairie House, l'influenza dei maestri Silsbee e Sullivan fu evidente. A questi anni risalgono la pompa a vento Romeo e Giulietta e il circolo del golf di River Forest (in shingle style). Nel 1894 fece la Bagley house, che ha evidenti elementi coloniali come la biblioteca ottagonale separata. Nel 1895 fu costruita a River Forest la Nathan Moore house, anch'essa in shingle style.
In questo periodo Wright prese molto da altri stili, evitando comunque di copiare quello che era già stato fatto. È evidente come, casa dopo casa, si stia accentuando sempre di più la orizzontalità e la semplicità: ci si sta avvicinando alla Prairie house, la casa semplice e accogliente, che non vuole essere uno status symbol.
Anni '10 e opere giapponesi |
Fu l'architettura giapponese ad aiutare Wright a realizzare la sua sintesi. Egli visitò il paese solo nel 1905, ma molto prima di allora aveva studiato esempi orientali su libri e stampe giapponesi. Wright probabilmente vide la ricostruzione del tempio Hōōden, all'Esposizione Mondiale Colombiana di Chicago del 1893, che confermò sicuramente il suo interesse per i tetti aggettanti e per una grammatica basata su telai, travi e tramezzi in legno. Grant Manson ha suggerito che il Tokonoma possa aver influenzato la concentrazione di Wright sul focolare come elemento fisso in spazi altrimenti fluidi. Evidentemente l'architetto ammirava le proporzioni raffinate, la squisita carpenteria, l'uso di materiali umili, la discreta collocazione nella natura in alcuni esempi Giapponesi.[5]
Stile organico maturo |
L'usoniano (Case usoniane) |
Questa voce o sezione sull'argomento architetti non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. |
Nella società contemporanea, l'Individualismo è degenerato in personalità, causando gli svariati eclettismi, che si sono poi standardizzati ed isteriliti. L'atteggiamento accademico delle autorità, il conformismo a cui si è dato il nome poi di “Democrazia” è in realtà un “incubo” che contrasta la naturale corrente verso la libertà spirituale ed economica di Broadacre City, perché non riesce a concepire la distinzione tra personalità esteriore e individualità interiore.
Broadacre City sarà invece la grande Architettura di sistemi stradali, edifici, fabbriche, parchi. È l'architettura, infatti, l'arte madre, la sintesi di Filosofia e Struttura, ed è alla base di tutte le espressioni culturali; essa, però, deve anche essere Organica, ossia creata direttamente dalla topografia della Natura e dall'Individuo, perché solo l'Architettura Organica è capace di servirsi della bellezza del paesaggio, per generare unità e varietà. Mostrerà un inevitabile carattere indigeno, perché forma e stile, così come i materiali, saranno generati direttamente dal “suolo”, propri del Tempo, del Luogo e dell'Uomo, al fine di trarre il massimo vantaggio dalla Natura.
Questa progettazione Organica avrà come conseguenza il ristabilimento dell'unità tra individuo e suolo natio, l'eliminazione nell'architettura di ogni elemento insignificante, pittorico, per la creazione di forme assolutamente nuove e semplici, più intelligenti e civili.
L'Artefice di questa liberazione sarà l'Artista creativo, l'Architetto, che assicurerà l'armonia generale del progetto. Per fare questo, rinnegherà la drastica congestione dell'accentramento di massa, che ha devastato lo sviluppo libero della vita spirituale, e promuoverà invece il Decentramento e la suddivisione in tanti piccoli complessi, ognuno dotato di uno spazio minimo.
Nella pratica, queste direttive si tradurranno nella disponibilità di ogni edificio di ampi spazi verdi di vegetazione indigena, nell'uso del vetro e dell'acciaio, per garantire la continuità tra interno ed esterno, nella concentrazione sottoterra dei vari servizi pubblici, imperdonabili “delitti” contro il paesaggio, e nella progettazione di grandi reti stradali, collegate a campi di atterraggio per elicotteri.
In questa prospettiva, il cittadino usoniano è Libero, in quanto padrone del proprio terreno, della propria facoltà di edificare, e lavorerà non allo scopo di nutrire “la grande bocca”, la Città, ma solo per il miglioramento proprio e dei suoi simili; un sistema che porterà nuove risposte ai problemi della povertà, dell'alienazione dell'individuo dalla società, dell'educazione delle nuove generazioni e di una economia più giusta. In tale contesto, vengono anche ridefinite le funzioni e la forma di molti servizi, come gli uffici, le fabbriche, i mercati, le chiese, gli ospedali e le scuole; in merito alle università, si deve auspicare ad una maturazione del vero senso di universalità, che soppianterà l'eccessiva specializzazione, a favore di un più attento studio della Natura e di una cultura radicale liberata da ogni imposizione. Nel mondo lavorativo, invece, i nuovi centri di stile stimolerebbero finalmente il progresso del popolo, grazie ad un'energia creativa che è sollecitata direttamente dall'Esperienza affiancata alla Progettazione.
Periodo californiano |
Tra il 1922 e il 1930 (periodo di transizione tra lo stile prairie e lo stile organico maturo), in California, Wright realizzò la Textile Block House (case di blocchi intessuti), così chiamata per la trama della muratura costituita da blocchi prefabbricati di cemento uniti da giunti in acciaio. Le condizioni climatiche californiane, ben diverse da quelle del Midwest, determinarono una tipologia architettonica specifica. Per proteggere gli abitanti dal sole, le aperture sono ridotte al minimo e gli edifici appaiono come fortezze che richiamano le costruzioni delle antiche popolazioni maya e racchiudono al proprio interno patio e vasche d'acqua.
Importanti opere tarde |
Omaggi a Frank Lloyd Wright |
- Nel 1970 Simon & Garfunkel dedicarono all'architetto una canzone del loro ultimo album Bridge over Troubled Water, intitolata So Long, Frank Lloyd Wright.
- Alla vita dell'architetto è liberamente ispirato il romanzo La fonte meravigliosa (1943) di Ayn Rand.
- Il romanzo Mio amato Frank di Nancy Horan, Einaudi 2007, è il racconto della relazione fra Frank Lloyd Wright e Mamah Borthwich Cheney.
Note |
^ Frank Lloyd Wright - la Repubblica.it
^ Taliesin West, su National Historic Landmark summary listing, National Park Service. URL consultato il 27 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2007).
^ http://architettura.it/wright/ Frank Lloyd Wright, Fiesole 1910
^ ARCH'IT movies / A Star is Built. La Ennis-Brown House nel cinema hollywoodiano
^ William J. R. Curtis, L'architettura Moderna dal 1900, Phaidon, 1997.
Bibliografia |
- Frank Lloyd Wright, Architettura e Democrazia, Maggioni, Milano 1945
- Frank Lloyd Wright, Io e l'architettura, Vol. I, Mondadori Editore, Milano 1955
- Frank Lloyd Wright, Testamento", Einaudi, Torino 1963
- Frank Lloyd Wright, La città vivente", Einaudi, Torino 1966
- Frank Lloyd Wright, Una Autobiografia, Jaca Book, Milano 2003
- Grant C. Manson, Frank Lloyd Wright: la prima età dell'oro, Officina Edizioni, Roma 1969
- Le matrici di una architettura organica. Frank Lloyd Wright, di Fabrizio Brunetti, Teorema edizioni, Firenze 1974
Frank Lloyd Wright, a cura di Bruno Zevi, Zanichelli, Bologna 1979
Frank Lloyd Wright, Fiesole 1910, di Giampaolo Fici e Filippo Fici, Minello Sani Editore, Fiesole 1992- (EN) Edgar Kaufmann, An American Architecture. Frank Lloyd Wright, Bramhall House, New York 1955
- (EN) David A. Hanks. The Decorative Designs of Frank Lloyd Wright, E.P. Dutton, New York 1979
- Robert MacCarter, Frank Lloyd Wright, Bollati Boringhieri, Torino 2006
Voci correlate |
- Architettura organica
- Arcologia
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikiquote
- Wikimedia Commons
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Frank Lloyd Wright
Collegamenti esterni |
- Frank Lloyd Wright, Fiesole 1910, su architettura.it.
- Frank Lloyd Wright e il Cinema, su architettura.it.
Frank Lloyd Wright e le Textile Block Houses (in pdf)- Frank Lloyd Wright. Sei opere, su icar.poliba.it.
- (EN) Frank Lloyd Wright Foundation, su franklloydwright.org.
- Frank Lloyd Wright - Biography, Arts & Crafts Home, su achome.co.uk.
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