Federigo Pastoris






Federigo Pastoris


Federigo Pastoris, conte di Casalrosso, talvolta indicato come Federico Pastoris (Asti, 1837 – Torino, 1888), è stato un pittore e incisore italiano, noto esponente della Scuola di Rivara.




Indice






  • 1 Biografia


  • 2 Note


  • 3 Bibliografia


  • 4 Altri progetti


  • 5 Collegamenti esterni





Biografia |





I signori di Challant (sec.XV), olio su tela, del 1865.


Federigo Pastoris, discendente dei conti di Casalrosso[1], studiò all'Accademia Albertina di Torino. Dopo aver conosciuto Alfredo D'Andrade nel 1863 aderì alla scuola di Rivara, un gruppo di pittori piemontesi che dipingeva paesaggi en plein air animato da Carlo Pittara e di cui fecero parte anche Ernesto Bertea, Alberto Issel, Vittorio Avondo, and Ernesto Rayper.[2] Col D'Andrade compì la minuziosa ricognizione del patrimonio monumentale piemontese e valdostano, tra cui figurano il Castello di Issogne e il Castello di Fénis, che ispirò alcune delle sue opere più celebri.[1] La tela I signori di Challant (sec. XV) gli valse una dedica nel Una partita a scacchi di Giuseppe Giacosa[3].


Negli anni seguenti, si dedicò ancora alla pittura del paesaggio, come quello della Valsesia, portando avanti una ricerca personale sulla luce e la resa dell'atmosfera. Suoi soggetti preferiti erano le figure che ritrovava nelle sue montagne piemontesi.
Nel 1870, Pastoris espose a Parma l'opera Incamminiamoci, una figura dipinta dal vero e in maniera realistica. Incise l'opera Viadotto di Comba Oscura (Traforo delle Alpi) sulla base del dipinto di Carlo Lovera[4][5].


Nel 1873 ottenne l'incarico di Soprintendente delle Scuole di Disegno Professionale di Torino.[1]


In occasione dell'Esposizione generale italiana del 1884, Giuseppe Rollini e Luigi Vacca furono diretti dal Pastoris nell'esecuzione della decorazione pittorica del Borgo Medievale di Torino; Pastoris fornì anche i disegni preparatori del Padiglione della Città di Torino.[1]


Si interessò anche di antiquariato e arti decorative.[1]


Si spense a Torino il 24 ottobre 1884.



Note |




  1. ^ abcde Biografia di Federico Pastoris di Casalrosso.


  2. ^ Jane Turner, p. 333


  3. ^ M.Guglielminetti, p.19.


  4. ^ British Museum print


  5. ^ A.de Gubernatis, p. 359.


deceduto nel 1884 come correttamente a fondo testo e non nel 1888 come scritto nell'incipit (probabile refuso!)



Bibliografia |



  • Angelo De Gubernatis e Ugo Matini, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Le Monnier, 1889.

  • Marziano Guglielminetti, La musa subalpina :Amalia e Guido, Pastonchi e Pitigrill, a cura di Mariarosa Masoero, Firenze, ed.L. S. Olschki, 2007, ISBN 978-88-222-5642-3.

  • (EN) Jane Turner, The Grove Dictionary of Art: From renaissance to impressionism: styles and movements in western art 1400-1900, in The Grove dictionary of art, I, Londra, St. Martin's Press, 2000, ISBN 0-333-92045-7.



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Biografia di Federico Pastoris di Casalrosso, su http://www.borgomedioevaletorino.it. URL consultato il 10 novembre 2016.




  • Federigo Pastoris, su Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata


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