Nazionale di calcio della Germania
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Detentore della Confederations Cup | |||
Uniformi di gara
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Sport | Calcio | ||
Federazione | DFB Deutscher Fußball-Bund – DFB | ||
Confederazione | UEFA | ||
Codice FIFA | GER | ||
Soprannome | Die Mannschaft | ||
Selezionatore | Joachim Löw | ||
Record presenze | Lothar Matthäus (150) | ||
Capocannoniere | Miroslav Klose (71) | ||
Ranking FIFA | 16º (29 novembre 2018) | ||
Sponsor tecnico | Adidas | ||
Esordio internazionale | |||
Svizzera 5 - 3 Germania Basilea, Svizzera; 5 aprile 1908 | |||
Migliore vittoria | |||
Germania 16 - 0 Impero russo Stoccolma, Svezia; 1º luglio 1912 | |||
Peggiore sconfitta | |||
Inghilterra dilettanti 9 - 0 Germania Oxford, Regno Unito; 13 marzo 1909 | |||
Campionato del mondo | |||
Partecipazioni | 19 (esordio: 1934) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1954, 1974, 1990, 2014 | ||
Campionato d'Europa | |||
Partecipazioni | 12 (esordio: 1972) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1972, 1980, 1996 | ||
Confederations Cup | |||
Partecipazioni | 3 (esordio: 1999) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 2017 | ||
Torneo Olimpico | |||
Partecipazioni | 3 (esordio: 1912) | ||
Miglior risultato | Quarti di finale nel 1928, 1936 | ||
Nations League | |||
Partecipazioni | 1 (esordio: 2018-2019) | ||
Miglior risultato | 11° posto nella Lega A 2018-2019 |
La nazionale di calcio della Germania (ted. Deutsche Fußballnationalmannschaft) è la rappresentativa calcistica della Germania ed è posta sotto l'egida della Deutscher Fussball-Bund.
È una delle nazionali di calcio più titolate, essendosi aggiudicata per quattro volte il campionato mondiale, per tre volte il campionato europeo e per una volta la Confederations Cup. Nelle due principali competizioni per nazionali (mondiale ed europeo) è giunta a disputare la partita finale rispettivamente otto e sei volte: in entrambi i casi si tratta di un record. Inoltre si è piazzata tra le prime quattro per ben tredici volte al mondiale e nove volte all'europeo, record anche in tal caso. A livello europeo condivide con la Spagna il primato di vittorie nella manifestazione continentale (3) e con l’Italia quello di vittorie nel mondiale (4). La nazionale tedesca è una delle due selezioni europee, insieme alla nazionale francese, ad avere vinto almeno una volta le tre maggiori competizioni internazionali (europeo, mondiale e Confederations Cup).
Ai campionati europei vanta altresì il maggior numero di partecipazioni, dodici. Complessivamente è la nazionale europea con il maggior numero di presenze e di partite disputate nelle due massime competizioni e la compagine europea con la migliore continuità di risultati in queste due competizioni. Ai campionati del mondo, se si escludono la prima edizione di Uruguay 1930, a cui rinunciò a partecipare, e quella di Brasile 1950, da cui venne squalificata per aver causato lo scoppio della seconda guerra mondiale, in due sole occasioni la nazionale tedesca non si è piazzata tra le migliori otto squadre del torneo, a Francia 1938 e a Russia 2018. Dalla Confederations Cup 2005 alla Confederations Cup 2017 la nazionale tedesca ha fatto registrare una striscia di otto competizioni consecutive tra europei, mondiali e Confederations Cup in cui ha raggiunto almeno la semifinale. È inoltre l'unica nazionale europea ad avere sempre ottenuto sul campo la qualificazione alla fase finale del mondiale.
Nel match d'esordio al campionato del mondo 2014 contro il Portogallo la Germania è diventata la prima squadra a giocare 100 partite nelle fasi finali del torneo[1] (seguita, nel corso dello stesso torneo, dal Brasile, che ha raggiunto e superato anch'essa il totale delle 100 partite; attualmente, dopo l'edizione 2018, le due nazionali condividono il record del maggior numero di partite disputate nella fase finale del mondiale, ma la nazionale brasiliana ha ottenuto questo risultato con due partecipazioni in più rispetto a quella tedesca). Nella stessa rassegna ha ottenuto la più ampia vittoria in una semifinale mondiale, battendo per 7-1 i brasiliani padroni di casa. Con la successiva vittoria finale dell'edizione la Germania è diventata, infine, la prima nazionale europea a vincere il titolo mondiale nel continente americano.[2]
La Germania fu inserita al primo posto al momento dell'istituzione della classifica mondiale della FIFA, stilata per la prima volta nell'agosto 1993, e ritrovò altre volte la vetta: nel 1993, nel 1994, dal luglio 2014 al giugno 2015, nel luglio 2017, dal settembre 2017 al luglio 2018. Il piazzamento più basso è stato il 22º posto, occupato nel marzo 2006. Attualmente occupa la 16ª posizione.[3]
Indice
1 Storia
1.1 Esordi
1.2 Il secondo dopoguerra
1.3 Sconfitte leggendarie
1.4 Il secondo trionfo
1.5 Dal 1974 al 1982
1.6 L'era di Beckenbauer CT
1.7 La nuova Germania unita e il titolo europeo del 1996
1.8 La crisi e la finale persa nel 2002
1.9 L'era Klinsmann
1.10 L'era Löw
2 Colori e simboli
2.1 Divise storiche
3 Statistiche
4 Palmarès
5 Partecipazioni ai tornei internazionali
6 Statistiche dettagliate sui tornei internazionali
6.1 Mondiali
6.2 Europei
6.3 Confederations Cup
6.4 Olimpiadi
7 Tutte le rose
7.1 Mondiali
7.1.1 Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949)
7.1.2 Germania Ovest (dal 1949 al 1990)
7.1.3 Germania riunificata (dal 1991)
7.2 Campionato d'Europa
7.2.1 Germania Ovest (dal 1960 al 1990)
7.2.2 Germania riunificata (dal 1991)
7.3 Confederations Cup
7.4 Giochi olimpici
7.4.1 Impero tedesco (dal 1871 al 1918)
7.4.2 Repubblica di Weimar (dal 1919 al 1933)
7.4.3 Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949)
7.5 Mundialito
8 Rosa attuale
9 Commissari tecnici
10 Record individuali
10.1 Record presenze e reti di ex giocatori della Germania Est nella Germania
11 Confronti con altre nazionali
11.1 Saldo positivo
11.2 Saldo neutro
11.3 Saldo negativo
12 Note
13 Voci correlate
14 Altri progetti
15 Collegamenti esterni
Storia |
Esordi |
Basilea, Stadion Landhof, 5 aprile 1908 Svizzera 5 – 3 Germania
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Tra il 1899 e il 1901 ci furono ben cinque partite non ufficiali fra diverse selezioni tedesche e inglesi, tutte terminate in clamorose sconfitte per i teutonici. Otto anni dopo la fondazione della DFB, fu disputata la partita d'esordio della nazionale ufficiale tedesca, precisamente il 5 aprile 1908, contro la Svizzera a Basilea, che però fu vinta dagli elvetici 5-3. Da notare che a quel tempo non c'era un CT e i giocatori vennero direttamente convocati dalla federazione.
La Germania partecipò al torneo olimpico di calcio 1912 venendo subito eliminata al turno preliminare dall'Austria per 5-1. Al torneo di consolazione per le squadre eliminate al turno preliminare e al primo turno arrivò fino in semifinale dove fu eliminata dall'Ungheria per 3-1.
Il primo commissario tecnico della squadra fu Otto Nerz, un insegnante scolastico di Mannheim, che guidò la squadra dal 1926 al 1936. La Germania arrivò terza nel Mondiale del 1934, che fu anche la sua prima apparizione ad un torneo iridato. Due anni dopo l'incarico fu affidato a Sepp Herberger.
Dopo che l'Austria (avente all'epoca una forte selezione nazionale) fu annessa alla Germania nel 1938 nell'Anschluss, i giocatori austriaci del Rapid Vienna (che fu tra l'altro l'unica austriaca a vincere la Bundesliga) si aggiunsero alla selezione tedesca in breve tempo per motivi politici. Tuttavia al mondiale del 1938 la Germania unita fu eliminata al primo turno (un doppio confronto con la Svizzera negli ottavi di finale), cosa che non sarebbe più avvenuta per la squadra tedesca in un mondiale fino all'edizione del 2018.
Il secondo dopoguerra |
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Al termine della seconda guerra mondiale, con la Germania ormai divisa in due entità politiche differenti – la Repubblica Democratica e quella Federale – e devastata dalla guerra, la situazione calcistica era alquanto problematica. Si formò un'altra federazione che si staccò dal DFB per amministrare indipendentemente il calcio nella Germania dell'Est, formando una propria nazionale. Oltre a questo, la formazione tedesco-occidentale, ormai Germania Ovest, non era vista di buon occhio: per i primi anni solo le vicine Svizzera e Austria, oltre che la Turchia, giocarono sfide con l'Ovest. Fu la Repubblica d'Irlanda a rompere questo tabù ed accordarsi con la federcalcio occidentale per una partita.
Dopo essere stati esclusi dai Mondiali del 1950 in Brasile, i tedeschi occidentali sorprendentemente vinsero il successivo, nel 1954 in Svizzera, guidati da Fritz Walter e ancora allenati da Sepp Herberger. Giocarono la finale contro la favoritissima Ungheria, che li aveva battuti 8-3 in una partita del primo turno, e completarono una inattesa rimonta dopo essere passati in svantaggio di ben due reti nei primi minuti della partita. Dopo aver pareggiato entro la fine del primo tempo, i tedeschi riuscirono a contenere gli attacchi della squadra ungherese e misero a segno il gol del decisivo 3-2 con un tiro di Helmut Rahn a sei minuti dal termine. Questo clamoroso e insperato successo, passato alla storia come il "miracolo di Berna", entusiasmò la Germania del dopoguerra ed è stato considerato un fattore importante della ripresa economico-morale del paese.
A distanza di alcuni mesi dalla partita peraltro si apprese che quasi tutti i giocatori tedeschi che avevano partecipato alla finale di Berna avevano sofferto di una forma di epatite; si parlò di probabili "pratiche dopanti" utilizzate illegalmente dalla nazionale della Germania per favorire la vittoria nel mondiale.[4] La FIFA tuttavia non svolse alcuna inchiesta ufficiale e il titolo non venne revocato.[4]
Sconfitte leggendarie |
Conclusasi con un quarto posto l'avventura al Mondiale del 1958 e raggiunti i quarti di finale in quello del 1962, Helmut Schön divenne allenatore nel 1964. Il cambio in panchina portò i suoi frutti, dato che nei Mondiali del 1966, la Germania Ovest raggiunse la finale, trovandosi di fronte però l'Inghilterra padrona di casa a Wembley. Soltanto un gol all'ultimo minuto di Wolfgang Weber portò la situazione in pareggio e aprì lo scenario dei tempi supplementari, ma due gol di Geoff Hurst, che segnò una prestigiosa tripletta, coronarono campione l'Inghilterra per 4-2. Tuttavia il primo gol nei supplemantari di Hurst, soprannominato Wembley-Tor ("Wembley-gol") in Germania, è entrato nella storia come uno dei gol più contestati e controversi. Molti tedeschi credettero che il gol fosse stato regalato dall'arbitro per errore dei guardalinee, ed una ricerca dell'Università di Oxford portata a termine nel 1995 usando un'analisi video al computer, determinò che effettivamente la palla non avrebbe oltrepassato la linea di porta. Comunque, anche il pareggio di Weber non fu esente da polemiche, dato che il pallone prima dell'assist decisivo fu toccato con una mano dal suo compagno.
Nelle qualificazioni al successivo campionato d'Europa 1968 i tedeschi furono eliminati nel girone di qualificazione, dopo un pareggio per 0-0 in Albania il 17 dicembre 1967; a qualificarsi, nell'unico girone composto da tre squadre, fu la Jugoslavia, poi finalista dell'edizione. Rimane questo l'unico caso di mancata qualificazione alla fase finale di un Europeo da parte della nazionale tedesca, non avendo preso parte alle due edizioni precedenti: il risultato di questa partita è noto in Germania come la Schmach von Tirana ("Vergogna di Tirana").
Un'altra memorabile sconfitta tedesca ai supplementari avvenne nei Mondiali del 1970 in Messico, questa volta in semifinale contro l'Italia allo Estadio Azteca. Karl-Heinz Schnellinger pareggiò nei minuti di recupero portando il risultato sull'1-1 e durante i supplementari entrambe le squadre passarono in testa, prima la Germania con un gol di Gerd Müller; Franz Beckenbauer rimase in campo con una spalla slogata ed il braccio disgiunto dal resto del corpo. L'Italia poi si impose per quel che ormai è conosciuto come "4-3 messicano", aggiudicandosi la partita più combattuta e drammatica mai disputata in un mondiale, talmente epica ormai che viene chiamata Jahrhundertspiel ("Partita del secolo") anche in Germania. La formazione teutonica si dovette accontentare di un terzo posto ottenuto con un risultato di misura (1-0) sull'Uruguay, mentre Gerd Müller si aggiudicò la classifica marcatori della competizione con 10 reti.
Il secondo trionfo |
Nel 1971, Franz Beckenbauer divenne capitano della Germania Ovest e la guidò alla conquista prima dell'Europeo successivo e poi del mondiale disputato in casa.
La prima vittoria del torneo continentale, nel 1972 si concretizzò con una vittoria netta per 3-0 sull'Unione Sovietica nella finale di Bruxelles[5], che suggellò la netta superiorità della squadra tedesca sulle altre[6]. Durante il percorso di qualificazione, la mannschaft si prese anche la soddisfazione di eliminare, nei quarti, l'Inghilterra, espugnando lo storico campo di Wembley per 3-1, e prendendosi così la rivincita per la finale persa sei anni prima proprio contro gli inglesi[6].
Due anni dopo, al Campionato mondiale di calcio 1974, fu il turno dell'Olanda di Johan Cruyff, che perse nella finale disputata allo Stadio Olimpico di Monaco di Baviera per 2-1.
Una storica partita tra le due compagini tedesche si giocò ad Amburgo il 22 giugno del 1974 nella fase finale del mondiale di quell'anno: vinse la DDR 1-0 grazie ad un gol di Jürgen Sparwasser: secondo molti la partita in oggetto fu combinata per consentire alle due selezioni il passaggio di turno, con reciproco vantaggio (la Ovest, perdendo, evitò il girone di ferro con Olanda, Brasile e Argentina).
Dal 1974 al 1982 |
La Germania Ovest fallì nell'intento di difendere entrambi i titoli. Prima si arrese alla Cecoslovacchia nella finale del campionato d'Europa 1976, anche se soltanto ai tiri di rigore (5-3 dopo che i supplementari si conclusero sul 2-2). Questa è, ad oggi, l'unica sconfitta subita ai tiri di rigore dalla nazionale tedesca in una partita ufficiale. Poi al campionato del mondo 1978, fu eliminata al secondo turno a gironi dopo una storica sconfitta per 2-3 con l'Austria. Schön si dimise da allenatore e fu sostituito da Jupp Derwall.
La guida di Derwall iniziò molto bene, dato che la Germania Ovest vinse il campionato d'Europa 1980, eliminando tra gli altri i Paesi Bassi nella fase a gironi e battendo poi il Belgio in finale grazie a una doppietta di Hrubesch (2-1), ottenendo così il secondo titolo continentale della sua storia[7]. Due anni dopo raggiunse anche la finale del campionato del mondo 1982, ma non senza difficoltà. Battuta addirittura all'esordio (1-2) dalla debuttante Algeria, in quello che passò alla storia come il primo successo ai mondiali di una nazionale africana contro un'europea, la nazionale tedesca riuscì a passare oltre grazie a un 1-0 sull'Austria che condannò gli stessi algerini e premiò le due squadre europee, per un "patto di non belligeranza" che fece chiacchierare molto, dal quale la FIFA decise di reintrodurre subito l'eliminazione diretta dopo la prima fase a gironi a partire dall'edizione successiva. Superò poi il secondo turno eliminando i padroni di casa della Spagna e la temibile Inghilterra, mente nella semifinale contro la Francia rimontò da 1-3 a 3-3 nei supplementari, vincendo infine 5-4 ai rigori, per la prima volta decisivi nella storia dei mondiali. In finale, tuttavia, fu battuta abbastanza agevolmente dall'Italia (3-1), che conseguì il suo terzo titolo mondiale.
L'era di Beckenbauer CT |
Dopo l'eliminazione al primo turno negli Europei del 1984, Franz Beckenbauer tornò in Nazionale, stavolta da allenatore. Nei Mondiali del 1986 la Germania Ovest approdò di nuovo in finale per la seconda volta consecutiva, dopo aver eliminato di nuovo la Francia in semifinale, stavolta con un netto 2-0, ma non riuscì ad imporsi sull'Argentina, che vinse 3-2. Nell'Europeo del 1988 giocato in Germania, la squadra perse per 2-1 contro l'Olanda in semifinale, poi vincitrice della competizione.
Nei Mondiali di calcio Italia 1990 la Germania Ovest raggiunse per la terza volta consecutiva la finale, questa volta vincendola. Capitanata da Lothar Matthäus, dopo aver battuto la Jugoslavia per 4-1, gli Emirati Arabi Uniti 5-1 e pareggiato 1-1 con la Colombia nel girone eliminatorio, sconfisse negli ottavi i Paesi Bassi 2-1, nei quarti la Cecoslovacchia 1-0 e in semifinale l'Inghilterra 4-3 ai rigori dopo un 1-1, approdando in finale. Qui ritrova l'Argentina del solito Maradona. Dopo un confronto molto duro (definito tra i più brutti della storia del calcio), la Germania Ovest vinse 1-0 grazie a un rigore all'84' di Andreas Brehme. Beckenbauer, che già aveva vinto il titolo come capitano nel 1974, divenne così all'epoca il secondo sportivo (dopo Mário Zagallo, poi eguagliati dal solo Didier Deschamps) ad aver vinto il mondiale da giocatore, capitano e da allenatore; inoltre con questo risultato la Germania Ovest diventa la prima Nazionale europea a battere una Nazionale sudamericana in finale (impresa che sarà ripetuta otto anni dopo dalla Francia contro il Brasile, e di nuovo dalla Germania contro l'Argentina nel 2014).
La nuova Germania unita e il titolo europeo del 1996 |
Dopo la vittoria nel 1990 Beckenbauer lasciò la panchina all'assistente Berti Vogts, mentre la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca portarono alla fusione delle due nazionali in una nuova definitiva Germania. Il periodo di separazione lasciò uno scenario di prestigio per la nazione occidentale, dato che le vittorie di campionati mondiali e tornei europei fino al campionato mondiale di calcio 1990 furono appannaggio della Germania Ovest. La medaglia d'oro alla XXI Olimpiade di Montréal 1976 fu vinta invece dalla Germania Est. Il grosso della nuova nazionale riunificata venne articolato sul gruppo di giocatori della ex-Germania Ovest, pur con l'apporto di vari giocatori della Germania Est, come ad esempio Matthias Sammer, Thomas Doll e Ulf Kirsten.
La Germania Est mancò la qualificazione al mondiale di Italia 1990 per un solo punto perdendo per 3-0 l'ultima partita delle qualificazioni in casa dell'Austria il 15 novembre 1989, sei giorni dopo il crollo del Muro di Berlino. Con la caduta del muro e il percorso ormai avviato di riunificazione tedesca, la Germania Est avrebbe cessato di esistere come stato indipendente il 3 ottobre 1990, ma la sua nazionale fu comunque compresa nel sorteggio dei gironi della fase finale del campionato d'Europa 1992, tenutosi il 2 febbraio 1990. L'urna inserì le rappresentative di Germania Ovest e Germania Est nello stesso gruppo, insieme a Galles, Belgio e Lussemburgo.
Dopo la caduta del muro la Germania Est avrebbe giocato solo 8 partite, di cui l'ultima a Bruxelles contro il Belgio[8], battuto per 2-0 il 12 settembre 1990. Quella disputata nella capitale belga avrebbe dovuto essere la prima partita delle qualificazioni al campionati europeo di Svezia, ma in virtù della decisione del 23 agosto 1990 del Parlamento tedesco-orientale di ratificare la riunificazione con la Germania Ovest, la federazione calcistica della DDR si ritirò dalla competizione, ragion per cui la sfida con i belgi in programma di lì a quache settimana fu declassata dalla UEFA a semplice amichevole[8]. Il 3 ottobre 1990 avvenne ufficialmente la riunificazione della Germania.
Il 31 ottobre 1990, nella prima gara di qualificazione all'europeo del 1992, la Germania Ovest batté per 3-2 in trasferta il Lussemburgo. Fu l'ultima partita giocata dalla Germania Ovest[9]. Il 19 dicembre 1990, al Neckarstadion di Stoccarda, la Germania disputò la prima partita come rappresentativa del paese riunificato vincendo per 4-0 in amichevole contro la Svizzera[10]. L'unico degli atleti della Germania Est a partire titolare fu Matthias Sammer, che durante l'esecuzione dell'inno della Repubblica Federale tenne lo sguardo basso e non si unì al coro.
La Germania unita tornò a disputare le eliminatorie di Euro '92 il 1º maggio 1991, battendo per 1-0 il Belgio al Niedersachsenstadion di Hannover. La qualificazione al campionato d'Europa fu ottenuta grazie al primo posto nel raggruppamento, frutto di 5 vittorie e una sola sconfitta in 6 partite, distanziando di un punto il Galles secondo.
La selezione tedesca, reduce dalla vittoria al mondiale italiano di due anni prima e arricchita da elementi di valore provenienti dalla scomparsa nazionale della Germania Est, si presentò dunque in Svezia da favorita per la vittoria finale. Dopo il pareggio ottenuto in extremis contro la CSI (1-1), i tedeschi batterono la Scozia per 2-0 e furono sconfitti per 3-1 dai Paesi Bassi, qualificandosi comunque al turno successivo grazie al secondo posto nel girone. In semifinale riuscirono ad avere la meglio sulla Svezia padrona di casa, battendola per 3-2. Malgrado la squadra di Vogts avesse dalla sua i favori del pronostico, la finale di Stoccolma riservò una grande sorpresa: la Germania perse per 2-0 contro la sorprendente Danimarca, che, dopo aver mancato la qualificazione all'europeo, era stata chiamata a partecipare alla competizione all'ultimo momento, in sostituzione della squalificata Jugoslavia.
Ammessa di diritto alla fase finale del campionato del mondo 1994 negli Stati Uniti in quanto campione del mondo in carica, la Germania era rimasta pressoché invariata rispetto al 1990: Lothar Matthäus capitanava una squadra di talenti che annoverava, tra gli altri, Jürgen Klinsmann, Andreas Brehme, Rudi Völler e Bodo Illgner. All'esordio, a Chicago contro la Bolivia, la compagine tedesca vinse per 1-0, poi pareggiò per 1-1 la difficile partita contro la Spagna, sempre a Chicago. Spostatasi a Dallas per disputare la partita contro la Corea del Sud, in un clima rovente (35 °C) vinse per 3-2 grazie ad una doppietta di Klinsmann, pur subendo due gol nel secondo tempo. A minare la tranquillità della squadra, qualificatasi agli ottavi di finale come prima nel girone, fu il dito medio di Stefan Effenberg all'indirizzo dei tifosi al momento dell'uscita dal campo, al 75° minuto di gioco. Il CT Vogts e la federazione si espressero in termini durissimi e decisero di sospendere il calciatore, rispedendolo immediatamente in patria[11]. Agli ottavi di finale, a Chicago, la Germania ebbe la meglio sul Belgio battendolo per 3-2, con una doppietta di Völler realizzata nel primo tempo. Ai quarti di finale, al Giants Stadium di New York, un gol su calcio di rigore di Matthäus dopo appena due minuti di gioco parve indirizzare la qualificazione verso la nazionale tedesca, ma la Bulgaria non si perse d'animo e prima pervenne al pareggio con Hristo Stoičkov al 75° minuto e poi con Jordan Lečkov mise a tappeto i favoriti avversari al 78° minuto.
Vogts fu aspramente criticato per la bruciante eliminazione contro i bulgari, ma rimase in sella per le eliminatorie del campionato d'Europa 1996, il primo con una fase finale a sedici squadre, in programma in Inghilterra. La Germania vinse il girone di qualificazione con 8 vittorie, un pareggio e una sconfitta, sopravanzando Bulgaria (qualificatasi con i tedeschi), Georgia, Moldavia, Galles e Albania. Il sorteggio della fase finale mise i tedeschi in un insidioso girone, con Italia, Rep. Ceca e Russia. Vinta la partita d'esordio contro i cechi (2-0), la Germania liquidò la Russia con un netto 3-0 e si presentò alla sfida contro l'Italia con due risultati su tre a disposizione per qualificarsi al turno seguente. Gli azzurri, sconfitti dai cechi dopo il vittorioso esordio con i russi e dunque obbligati alla vittoria, sprecarono varie occasioni da gol e fallirono anche un calcio di rigore con Gianfranco Zola[12]: lo 0-0 finale qualificò l'undici di Vogts ed eliminò la squadra di Arrigo Sacchi. Ai quarti di finale, contro la Croazia, la Germania si impose per 2-1, mentre in semifinale superò la temibile Inghilterra, padrona di casa, per 6-5 ai tiri di rigore dopo l'1-1 dei tempi supplementari. Il 30 giugno 1996, a Wembley, si trovò di fronte la sorpresa del torneo, quella Repubblica Ceca già affrontata e battuta qualche giorno prima nel girone. Al 58° minuto di gioco una rete di Patrik Berger su calcio di rigore portò i cechi in vantaggio, ma Oliver Bierhoff pareggiò dopo un quarto d'ora. La sfida si prolungò, così, ai tempi supplementari e fu decisa dal primo golden goal nella storia dell'europeo, quello dello stesso Bierhoff, siglato al 5° del primo tempo supplementare. La partita si chiuse dunque immediatamente dopo la rete del centravanti dell'Udinese: per i tedeschi fu il terzo titolo europeo; il difensore Matthias Sammer fu eletto miglior calciatore della competizione e avrebbe vinto qualche mese dopo l'ambito Pallone d'oro.
La crisi e la finale persa nel 2002 |
Dopo la vittoria all'europeo del 1996, la Germania iniziò un periodo di declino. La qualificazione al campionato del mondo 1998 in Francia fu ottenuta non senza patemi. L'11 ottobre 1997, nell'ultima giornata delle eliminatorie, ad Hannover, la Germania cercava il punto che le avrebbe assicurato di qualificarsi direttamente per il mondiale francese evitando i play-off. L'avversaria era l'Albania ultima nel girone, che riuscì a resistere agli attacchi tedeschi e passò clamorosamente in vantaggio al decimo della ripresa grazie ad un'autorete in acrobazia di Jürgen Kohler. I tedeschi rimontarono con Thomas Helmer e Oliver Bierhoff portandosi sul 2-1, ma all'ottantesimo subirono il gol del pari di Igli Tare, che diede il via al convulso finale di partita. Al gol tedesco di Olaf Marschall replicò Rudi Vata, prima del definitivo 4-3 di Bierhoff al secondo minuto di recupero[13].
Nel girone di fase finale del mondiale i tedeschi furono contrapposti a Jugoslavia, Stati Uniti e Iran. Alla vittoria per 2-0 contro gli statunitensi seguirono il pareggio in rimonta per 2-2 (dall'iniziale svantaggio per 0-2) contro gli jugoslavi e il 2-0 contro gli iraniani. L'impresa contro gli jugoslavi fu oscurata dagli episodi di violenza di cui si macchiarono i naziskin tedeschi a Lens[14]: il poliziotto francese Daniel Nivel rimase stato gravemente ferito e fu valutata l'esclusione della Germania dal torneo. La squadra di Vogts eliminò agli ottavi di finale (2-1) il Messico, ma ai quarti di finale fu travolta per 3-0 dalla Croazia ed eliminata. Per la Germania fu la sconfitta più larga in una fase finale dea mondiali dopo il 3-6 contro la Francia al mondiale di Svezia 1958. Quella contro i croati fu l'ultima partita per una generazione di nazionali tedeschi capitanata da Lothar Matthäus, che stabilì in Francia il primato di partite disputate in Coppa del mondo (25) e il record, condiviso con i messicani Antonio Carbajal e Rafael Márquez e l'italiano Gianluigi Buffon, di partecipazioni alla fase finale del torneo (5).
Vogts rimase inizialmente in carica e tentò di ringiovanire la nazionale, ma non riuscì a convincere in due partite amichevoli contro le selezioni di Malta e Romania del settembre 1998 e così si dimise, lasciando il posto ad Erich Ribbeck. La prima decisione del nuovo CT fu quella di convincere Lothar Matthäus a rimanere in nazionale nonostante la sua età avanzata.
La tendenza negativa proseguì nei mesi successivi. Nella prima partita di qualificazione a Euro 2000, il 10 ottobre 1998, la Germania fu battuta per 1-0 a Bursa dalla Turchia.
La Germania disputò, in qualità di campione d'Europa in carica, la Confederations Cup del 1999 in Messico. Lo scarso interesse della federazione tedesca per il torneo trovò riscontro nella insufficiente preparazione atletica dei calciatori e nell'impiego di numerose seconde linee. La Germania uscì, infatti, già dopo la fase a gironi: alla vittoria per 2-0 contro la Nuova Zelanda fecero seguito le perentorie sconfitte contro Brasile (0-4) e Stati Uniti (0-2). Dal 1948 la selezione tedesca non era eliminata da un torneo ufficiale al primo turno.
Con sei vittorie e un pareggio nelle restanti sette partite di qualificazione successive alla sconfitta in Turchia, la Germania si qualificò poi per l'europeo di Belgio-Paesi Bassi 2000 grazie al primo posto nel proprio girone, ottenuto mettendosi dietro Turchia, Finlandia, Irlanda del Nord e Moldavia. Nella fase finale, però, non vinse neanche una partita e fu subito eliminata nella fase a gironi. Pareggiato l'esordio contro la Romania (1-1), perse di misura (1-0) contro l'Inghilterra e si presentò alla partita decisiva, contro un Portogallo già qualificato e in campo con le riserve, con la necessità di vincere sperando in un contemporaneo pareggio dei rumeni contro l'Inghilterra. La squadra tedesca fu, tuttavia, sconfitta per 3-0, lasciando mestamente l'europeo[15]. Con la sconfitta contro il Portogallo si chiuse anche la carriera ultraventennale di Lothar Matthäus in nazionale.
Rudi Völler rimpiazzò il dimissionario Ribbeck, prima come soluzione temporanea, poi definitivamente dato che il suo successore designato, Christoph Daum, fu coinvolto in uno scandalo di droga[16].
I tedeschi si risollevarono al mondiale del 2002. Per la prima volta nella sua storia la compagine tedesca si era qualificata per la fase finale di un mondiale passando per i play-off. Nel girone di qualificazione era giunta seconda, a pari punti con l'Inghilterra (17), ma in svantaggio negli scontri diretti (1-0 per i tedeschi in Inghilterra, 5-1 per l'Inghilterra a Monaco di Baviera). Era stata dunque costretta a spareggiare contro l'Ucraina, battuta per 4-1 a Dortmund dopo l'1-1 dell'andata a Kiev. Le aspettative per la campagna di Giappone e Corea del Sud non erano elevate. Ciononostante, ispirati dal regista Michael Ballack e dai gol di Miroslav Klose, i tedeschi sovvertirono le scarse attese della vigilia e all'esordio contro l'Arabia Saudita vinsero per 8-0. La Germania pareggiò poi per 1-1 con l'Irlanda e batté per 2-0 il Camerun, chiudendo il girone al primo posto. Nei confronti diretti, con una striscia di 1-0 contro Paraguay, USA (molto contestato per un rigore non concesso agli avversari per fallo di mano sulla linea di porta) e Corea del Sud, i tedeschi raggiunsero la finale contro il Brasile, che affrontarono per la prima volta in un mondiale. Senza la stella Ballack, squalificato, la Germania capitolò per 2-0, grazie ad una doppietta di Ronaldo. Il portiere tedesco Oliver Kahn vinse il premio come miglior giocatore del torneo, prima volta per un estremo difensore.
Ad Euro 2004 la nazionale tedesca non vinse alcuna gara, in un girone con Olanda, Repubblica Ceca e Lettonia. Dopo l'1-1 contro l'Olanda, la Germania pareggiò a reti bianche contro i lettoni e nell'ultima partita perse per 2-1 contro i cechi già qualificati, che per l'occasione avevano schierato le riserve. Völler si dimise. La DFB dovette cercare il terzo commissario tecnico in nemmeno sei anni, contro i sei avuti nei settantacinque anni precedenti.
L'era Klinsmann |
Nel luglio 2004 la DFB assegnò la panchina della nazionale all'ex centravanti Jürgen Klinsmann[17], al suo esordio come allenatore.[18] Il nuovo CT diede fiducia a promesse quali Bastian Schweinsteiger, Lukas Podolski e Philipp Lahm con l'intenzione di costruire una squadra giovane, in grado di produrre un calcio offensivo e divertente per il pubblico. In porta preferì Jens Lehmann alla bandiera Oliver Kahn.
Esentata - a norma di regolamento - dalle qualificazioni per il mondiale, la Mannschaft disputò per alcuni mesi solo amichevoli[19][20]. Il primo banco di prova della gestione Klinsmann fu la Confederations Cup 2005, ospitata in casa nel mese di giugno. Dopo aver superato il girone battendo Australia (4-3 con gol di Mertesacker, Podolski, Kurányi e Ballack), Tunisia (3-0, gol di Ballack, Hanke e Schweinsteiger) e pareggiato contro l'Argentina (2-2, gol di Asamoah e Kurányi), la Germania perse la semifinale contro il Brasile (2-3, gol di Podolski e Ballack), ma si consolò aggiudicandosi il terzo posto grazie al successo contro il Messico (4-3 dopo i tiri di rigore, con realizzazioni dal dischetto di Huth, Podolski, Ballack e Schweinsteiger). Il buon risultato ottenuto nella Confederations Cup fece ben sperare in vista del mondiale casalingo dell'anno successivo, anche se nelle amichevoli seguenti ci furono anche alcuni passi falsi: sconfitte esterne contro Slovacchia il 3 settembre, Turchia l'8 ottobre 2005 e Italia (4-1) a Firenze il 1° marzo 2006.
Inseriti nel girone A del mondiale 2006, i tedeschi si qualificarono per gli ottavi di finale da primi in classifica a punteggio pieno. Nel girone sconfissero infatti la Costa Rica per 4-2[21], la Polonia per 1-0 e l'Ecuador per 3-0.[22][23] Nella fase a eliminazione diretta eliminarono poi la Svezia (battuta per 2-0 con doppietta di Podolski) e l'Argentina (superata ai tiri di rigore dopo aver chiuso sull'1-1 i tempi supplementari, con gol del pareggio segnato da Klose a dieci minuti dalla fine dei tempi regolamentari e due rigori della serie parati da Lehmann).[24][25] In semifinale dovettero tuttavia inchinarsi all'Italia, che trovò i gol risolutivi a pochi minuti dalla conclusione dei supplementari (0-2)[26]. I tedeschi chiusero quindi la manifestazione casalinga al terzo posto, sconfiggendo il Portogallo per 3-1 (doppietta di Schweinsteiger e autorete di Petit)[27].
L'era Löw |
Il 12 luglio 2006 Klinsmann lasciò la guida della nazionale e fu sostituito dal suo vice, Joachim Löw. Il girone di qualificazione per il campionato d'Europa 2008 dei tedeschi fu assai abbordabile: l'unica rivale di peso fu la Repubblica Ceca, per altro orfana delle sue stelle più rappresentative, che avevano scelto di lasciare la nazionale. Il nuovo commissario tecnico esordì con tre vittorie consecutive in altrettante partite ufficiali valevoli per le qualificazioni a Euro 2008, contro Irlanda, San Marino e Slovacchia. Il successo contro i sammarinesi (13-0 il 6 settembre 2006) è la vittoria con maggior scarto ottenuta dalla nazionale tedesca in trasferta e la peggiore sconfitta di San Marino nella sua storia. Il precedente primato dei tedeschi apparteneva ad un 9-1 inflitto in trasferta al Lussemburgo nel 1934. Il successo contro i diretti avversari, i cechi, portò poi la Germania al primo posto. Alcuni pareggi concessi alla Germania dai rivali consentirono alla squadra di Löw di mantenere il primato. Il 13 ottobre 2007 la Nazionale tedesca si qualificò con largo anticipo per il campionato d'Europa 2008, ma nell'ultima partita fu scavalcata dalla Repubblica Ceca dopo la sconfitta nel secondo scontro diretto.
Alla fase finale di Euro 2008 la Germania si confermò tra le migliori nazionali al mondo. Classificatasi seconda nel gruppo B, battendo la Polonia (2-0), perdendo contro la Croazia (2-1) e battendo l'Austria padrona di casa per 1-0, ai quarti di finale, contro il temibile Portogallo, tra le favorite per la vittoria finale, la Germania ebbe buon gioco imponendosi per 3-2, dopo essere stata in vantaggio per 2-0 e 3-1. In semifinale eliminò la Turchia sconfiggendola per 3-2 in una partita rivelatasi combattuta, malgrado gli infortuni e le squalifiche avessero decimato i turchi. Il gol di Philipp Lahm, realizzato a un minuto dalla fine, consentì alla Germania di accedere per la sesta volta ad una finale del campionato europeo di calcio, dove la nazionale tedesca fu battuta dalla Spagna per 1-0.
Qualificatasi al campionato mondiale di calcio 2010 dopo aver superato Liechtenstein, Finlandia, Russia, Galles ed Azerbaigian, sue avversarie nel gruppo di qualificazione, la Germania fu inserita nel gruppo D con Serbia, Ghana ed Australia. All'esordio, il 13 giugno a Durban contro l'Australia, la giovane Germania priva dell'infortunato Ballack, caratterizzata dalla più bassa età media del torneo e da una rosa multietnica, vinse brillantemente per 4-0, ma il buon avvio fu seguito dall'imprevista sconfitta per 1-0 contro la Serbia. La vittoria nella terza giornata, 1-0 contro il Ghana, consentì ai tedeschi di qualificarsi per gli ottavi di finale come prima del girone. Qui affrontarono l'Inghilterra, giunta seconda nel gruppo C, e la batterono per 4-1. La partita è ricordata anche per il gol regolare non assegnato agli inglesi sul punteggio di 2-1.[28] Nei quarti la Germania si impose, come quattro anni prima, sulla quotata Argentina, battendola per 4-0 grazie al gol in avvio di Thomas Müller, alla doppietta di Miroslav Klose e al primo gol in Nazionale del difensore Arne Friedrich. In semifinale i tedeschi furono sconfitti 1-0 dalla Spagna, poi campione, non riuscendo quindi a vendicare la sconfitta di due anni prima nella finale all'europeo. Fu la seconda eliminazione consecutiva in semifinale ad un mondiale per i tedeschi. La Germania giocò la finale per il terzo posto contro l'Uruguay e vinse per 3-2 con i gol di Müller, Jansen, Khedira e si riconfermò terza, come quattro anni prima, quando i tedeschi giocavano in casa.
Qualificatasi per l'europeo del 2012 con 10 vittorie in altrettanti incontri, in Polonia e Ucraina la squadra di Löw, capitanata da Philipp Lahm e compagine dall'età media più bassa del torneo, vinse nel suo girone tutte le sfide, con Paesi Bassi, Portogallo e Danimarca. Eliminò ai quarti di finale la Grecia, che, dopo aver segnato il gol dell'1-1, capitolò per 4-2. Affrontò poi l'Italia, che si confermò ancora una volta "bestia nera" per i tedeschi nei tornei ufficiali. Gli azzurri vinsero per 2-1 (Mesut Özil segnò su rigore a tempo ormai scaduto) e la Germania fu eliminata dall'europeo in semifinale.
La squadra tedesca riuscì a qualificarsi per i mondiali del 2014 vincendo il proprio girone con 28 punti. Nella rassegna mondiale superò il girone grazie alle vittorie su Portogallo e Stati Uniti e al pareggio contro il Ghana. Negli ottavi di finale batté dopo i supplementari l'Algeria e nei quarti di finale sconfisse la Francia per 1-0 grazie ad un gol di Mats Hummels. In semifinale la squadra tedesca affrontò i padroni di casa del Brasile e li sconfisse con il punteggio record di 7-1, infliggendo ai brasiliani la più pesante sconfitta della storia della nazionale verdeoro. L'ultimo ostacolo verso la vittoria fu l'Argentina di Lionel Messi. Dopo che i tempi regolamentari si chiusero sul risultato di 0-0, un gol di Götze al 113º minuto di gioco consegnò la vittoria e il quarto titolo mondiale della sua storia alla Germania.
Dopo il mondiale lasciarono la nazionale Philipp Lahm, Per Mertesacker e Miroslav Klose. L'inizio delle qualificazioni al campionato d'Europa 2016 non fu dei migliori. Dopo la vittoria casalinga per 2-1 contro la Scozia, la Germania perse per la prima volta nella sua storia contro la Polonia (2-0 a Varsavia) e pareggiò per 1-1 contro l'Irlanda. Vinse poi contro Gibilterra (4-0) e concluse l'anno battendo per 1-0 i campioni d'Europa della Spagna. Malgrado la sconfitta patita nell'ottobre 2015 a Dublino (1-0) alla penultima giornata, battendo per 2-1 la Georgia a Lipsia all'ultima giornata i tedeschi si qualificarono per la fase finale dell'europeo come primi classificati nel girone con 22 punti, frutto di 7 vittorie, un pareggio e 2 sconfitte.
Nel marzo 2016, in preparazione all'europeo in programma in Francia, la Germania affrontò in amichevole l'Inghilterra, con cui perse per 3-2 dopo aver sprecato un vantaggio di due gol, e l'Italia, sconfitta per 4-1. Per la prima volta dopo 21 anni la Germania riuscì a battere gli azzurri. Il 29 maggio perse per 3-1 in casa contro la Slovacchia.
Il 12 giugno 2016 iniziò l'europeo per la Germania, che esordì nel torneo battendo per 2-0 l'Ucraina (partita nella quale, peraltro, la Germania sfiorò un clamoroso autogol per una sfortunata deviazione di Jérôme Boateng, che salvò la porta di Manuel Neuer sulla linea). Nella seconda sfida la squadra di Löw affrontò la Polonia, avversaria già nel girone di qualificazione. La partita finì a reti bianche. La Germania concluse il proprio girone con la vittoria per 1-0 ai danni del Irlanda del Nord. Superata agevolmente la Slovacchia per 3-0 negli ottavi di finale (reti di Boateng, Draxler e Gomez), la Germania si ritrovò ai quarti di finale di fronte l'Italia, sua storica rivale, e per la prima volta la eliminò da una grande competizione internazionale, anche se solo ai tiri di rigore (6-5 dopo che i tempi supplementari si erano conclusi sul punteggio di 1-1, frutto del gol di Mesut Özil e del rigore trasformato in rete da Leonardo Bonucci). Il percorso dei tedeschi verso la Coppa d'Europa si arrestò, come quattro anni prima, in semifinale, a causa della sconfitta per 2-0 contro i padroni di casa della Francia (doppietta di Antoine Griezmann). Dopo il campionato europeo lasciarono la nazionale tedesca anche Bastian Schweinsteiger e Lukas Podolski.
Nel giugno 2017 la Germania tornò a disputare, dopo 12 anni, la Confederations Cup, presentandosi in Russia da campione del mondo in carica. Löw optò per una rosa composta da molti giovani e giocatori da rodare in vista del mondiale di Russia 2018. Superato il girone di prima fase come prima classificata grazie a due vittorie (3-2 al debutto contro l'Australia inframmezzate da un pareggio (1-1 contro il Cile), batté in semifinale il Messico (4-1), approdando per la prima volta alla finale della competizione. Sconfiggendo per 1-0 il Cile allo Stadio Krestovskij di San Pietroburgo si aggiudicò il trofeo per la prima volta. Tre giocatori tedeschi, Leon Goretzka, Lars Stindl e Timo Werner, furono capocannonieri della manifestazione con 3 gol ciascuno.
La Germania conseguì una brillante qualificazione al mondiale 2018, grazie al primo posto nel girone di qualificazione e ad un percorso netto: 10 vittorie in 10 incontri disputati, nel gruppo comprendente anche Irlanda del Nord, Rep. Ceca, Norvegia, Azerbaigian e San Marino. Di diverso tenore fu, però, il cammino nella fase finale del mondiale: per la prima volta nella sua storia la Germania fu eliminata al girone del primo turno della fase finale. Dopo la sconfitta per 1-0 all'esordio contro il Messico, nella successiva sfida contro la Svezia i tedeschi passarono in svantaggio, mettendo a rischio la propria permanenza nel torneo, ma pareggiarono nella ripresa e ottennero una sofferta vittoria in rimonta (2-1) nei minuti di recupero del secondo tempo. Nell'ultima partita, contro una Corea del Sud ancora in corsa per una difficile qualificazione, la Germania non riuscì a sbloccare il risultato, mentre in contemporanea la Svezia si portò sul 3-0 contro il Messico; i tedeschi, obbligati a quel punto alla vittoria, subirono al 92° minuto il gol di Kim Young-Gwon, convalidato dal VAR (dopo un'errata segnalazione di un fuorigioco), e al 96° il raddoppio sudcoreano segnato da Son Heung-Min, perdendo così per 2-0 e chiudendo ultimi nel girone di prima fase, evento senza precedenti in un mondiale, dato che la precedente eliminazione al primo turno in un Mondiale risaliva al 1938, quando la competizione si svolgeva interamente su turni ad eliminazione diretta[29]. Il tecnico Joachim Löw nella conferenza post-partita si attribuì le colpe della sconfitta e si dichiarò incerto sul suo futuro sulla panchina della Mannschaft; tuttavia il 30 giugno la federazione ha confermato Löw alla guida della nazionale tedesca almeno fino a Euro 2020.[30]
Il trend negativo proseguì nella UEFA Nations League 2018-2019, dove la Germania, inserita nella Lega A, non andò oltre l'ultimo posto nel proprio minigirone. Pareggiò a reti bianche a Monaco di Baviera contro la Francia, poi perse contro i Paesi Bassi per 3-0 ad Amsterdam, subendo la sconfitta più larga di sempre dagli olandesi, e per 2-1 contro i francesi allo Stade de France. La successiva vittoria olandese in casa contro i francesi, il 16 novembre 2018, condannò all'ultimo posto con una giornata di anticipo e alla retrocessione in Lega B i tedeschi, che, a giochi ormai fatti, impattarono (2-2) nella sfida conclusiva, in casa contro i Paesi Bassi, dopo aver sciupato nei cinque minuti finali il doppio vantaggio.
Colori e simboli |
Sin dalla sua nascita la nazionale tedesca ha sempre indossato come prima tenuta un completo bianco (a volte con bordini neri), con calzoncini neri e calzettoni bianchi; si trattava dei colori della bandiera della Prussia. Dopo la scissione delle due Germanie, la Germania Ovest ha continuato ad usare questo abbigliamento casalingo, mentre la Germania Est ha giocato in blu, colore che non verrà mai ripreso dopo la riunificazione.
Nel 1988 appare un vistoso tricolore tedesco che parte dalla spalla destra e copre quasi tutto il petto. La scelta del fornitore tecnico è felice, perché ricollega la caduta del muro di Berlino, la successiva fusione delle due nazionali e la vittoria al mondiale italiano del 1990, pertanto i colori nazionali diventano un motivo frequente per almeno sei anni: ridotti alle spalle nel 1992, tornano in maniera molto invasiva nel petto nel 1994 ma come rombi a sfumature tricolori, simili al piumaggio presente nel petto di un'aquila. Nel 1996 c'è un ritorno alla semplicità, con una tenuta completamente bianca e nera con un tricolore nel colletto e nei bordi delle maniche. Un piccolo tricolore, formato da tre righine orizzontali sul petto, torna nel 1998, per poi figurare negli anni successivi in piccoli ornamenti più o meno vistosi. In occasione del Mondiale 2014 viene realizzata una divisa decisamente di rottura rispetto al passato: la maglia, bianca, reca in petto una vistosa "V" con gradiente di varie tonalità di rosso, mentre i pantaloncini non sono più neri ma diventano anch'essi bianchi.[31]
Se la tenuta casalinga, ornamenti a parte, è rimasta quasi sempre invariata anche e nonostante le vicissitudini politiche, molto più tribolata è la storia della divisa da trasferta. La seconda casacca tedesca è tradizionalmente di color verde. Per lungo tempo è sopravvissuta la credenza secondo cui questo colore fosse stato scelto in onore e rispetto dell'Irlanda, prima compagine non confinante che accettò un confronto calcistico con la Germania Ovest nell'immediato secondo dopoguerra;[33] in realtà, il verde è semplicemente derivato dal colore preminente nello stemma del Deutscher Fußball-Bund, la federcalcio tedesca.[34][35] La maglia verde, indossata per la prima volta al campionato del mondo 1954,[34] ha caratterizzato la vittoria del primo Campionato europeo del 1972,[36] ed ha accompagnato la Germania anche dopo la riunificazione con l'Est, fino al 1º settembre 2001: in questa data la Germania ha giocato in maglia verde quella che è stata la sua peggior sconfitta casalinga in epoca moderna, un 1-5 contro l'Inghilterra all'Olympiastadion di Monaco di Baviera. Dopo questa débâcle, la maglia verde è stata accantonata,[37] e nel decennio successivo è iniziata una lenta evoluzione della seconda divisa. Il 2002 ha visto l'introduzione di una divisa con due tonalità di grigio, mentre nel 2004 ha debuttato una maglia completamente nera con dettagli gialli e rossi.[37] La Confederations Cup 2005 ha visto l'esordio di una maglia rossa, fortemente voluta dal CT Jürgen Klinsmann (convinto che il colore rosso potesse dare un vantaggio psicologico alla squadra in termini di aggressività[38]); questa divisa è stata la più utilizzata come seconda maglia durante gli anni duemila, ed in particolare Klinsmann premette per utilizzare proprio questa come prima divisa nei Mondiali casalinghi del 2006,[38] salvo poi desistere. Il 2010 ha visto nuovamente una maglia nera, stavolta con inserti oro.[37] Con l'Europeo del 2012, in occasione del quarantennale della conquista del primo alloro continentale, c'è il ritorno della classica seconda divisa verde.[36][39][40]
Il simbolo della nazionale tedesca non è quello del DFB, ma una tradizionale aquila nera stilizzata, che richiama lo stemma nazionale. Il fornitore tecnico è, oramai dal 1980, il gruppo tedesco adidas, rimpiazzando la Erima, un'azienda teutonica di proprietà della stessa adidas.
Divise storiche |
Casa[41]
1908 (prima maglia) | Mondiale 1934 | Mondiale 1938[42] | Mondiale 1954 | Mondiale 1962 | Mondiali 1966-1970 | Mondiale 1974 | Mondiale 1978 | Europeo 1980 | Mondiale 1982 |
Europeo 1984 | Mondiale 1986 | Europeo 1988 e Mondiale 1990 | Europeo 1992 | Mondiale 1994 | Europeo 1996 | Mondiale 1998 | Europeo 2000 | Mondiale 2002 | Europeo 2004 |
Mondiale 2006 | Europeo 2008 | Mondiale 2010 | Europeo 2012 | Mondiale 2014 | Europeo 2016 | Confederations Cup 2017 | Mondiale 2018 |
Trasferta[41]
Mondiali 1954-1958 | Mondiali 1966-1970 | Mondiale 1974 | Europeo 1980 e Mondiale 1982 | Europeo 1984 | Mondiale 1986 | Europeo 1988 e Mondiale 1990 | Europeo 1992 | Mondiale 1994 | Europeo 1996 |
Mondiale 1998 | Europeo 2000 | Mondiale 2002 | Europeo 2004 | Confederations Cup 2005 | Mondiale 2006 | Europeo 2008 | Mondiale 2010 | Europeo 2012 | Mondiale 2014 |
Europeo 2016 | Mondiale 2018 |
Statistiche |
- La prima partita in campo internazionale della nazionale tedesca fu giocata il 5 aprile 1908 a Basilea in Svizzera contro la nazionale elvetica, i tedeschi persero per 5 a 3. La vittoria con più gol (16-0) fu contro la nazionale di calcio russa il 1º luglio 1912 a Stoccolma in Svezia. La partita in cui subirono più gol fu giocata il 13 marzo 1909 ad Oxford in Inghilterra; i tedeschi persero 0-9 contro la nazionale inglese dilettanti.
- I tedeschi hanno giocato diciannove volte la coppa del mondo, la prima nel 1934. Vinsero nel 1954, 1974, 1990 e 2014. Fecero il loro esordio nel campionato europeo nel 1972, ed hanno giocato in tutto dodici edizioni. Trionfarono in questo torneo nel 1972, 1980 e 1996.
- La nazionale tedesca ha partecipato a tre edizioni della Confederations Cup, vincendo l'edizione 2017.
- Capitani onorari della squadra (Ehrenspielführer) sono Fritz Walter, Uwe Seeler, Franz Beckenbauer e Lothar Matthäus. Il calciatore che ha giocato più partite nella squadra è Lothar Matthäus, con 150 presenze; Miroslav Klose ha invece segnato il maggior numero di gol nella storia della nazionale, 71.
- La nazionale tedesca è, insieme a quella brasiliana, l'unica ad avere sempre ottenuto (con l'esclusione delle edizioni del 1974 e del 2006 giocate in casa, per le quali la qualificazione era diretta, così come lo era per la nazionali campioni in carica fino al 2002) la qualificazione sul campo alle fasi finali della Coppa del Mondo (le due edizioni a cui non ha partecipato furono dovute a rinuncia nel 1930 ed all'esclusione nel 1950 per motivi post-bellici) e l'unica, assieme al Brasile, ad avere disputato più di 100 partite nelle fasi finali della medesima competizione (dopo il mondiale 2018 sono entrambe a quota 109 partite).
Palmarès |
Campionato mondiale: 4 (record europeo condiviso con l'Italia)
Svizzera 1954, Germania Ovest 1974, Italia 1990, Brasile 2014
Campionato d'Europa: 3 (record condiviso con la Spagna)
Belgio 1972, Italia 1980, Inghilterra 1996
- Confederations Cup: 1
- Russia 2017
Partecipazioni ai tornei internazionali |
Campionato del mondo | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1930 | Non partecipante |
1934 | Terzo posto |
1938 | Ottavi di finale |
1950 | Squalificata |
1954 | Campione |
1958 | Quarto posto |
1962 | Quarti di finale |
1966 | Secondo posto |
1970 | Terzo posto |
1974 | Campione |
1978 | Secondo turno |
1982 | Secondo posto |
1986 | Secondo posto |
1990 | Campione |
1994 | Quarti di finale |
1998 | Quarti di finale |
2002 | Secondo posto |
2006 | Terzo posto |
2010 | Terzo posto |
2014 | Campione |
2018 | Primo turno |
Campionato europeo | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1960 | Non partecipante |
1964 | Non partecipante |
1968 | Non qualificata |
1972 | Campione |
1976 | Secondo posto |
1980 | Campione |
1984 | Primo turno |
1988 | Semifinali |
1992 | Secondo posto |
1996 | Campione |
2000 | Primo turno |
2004 | Primo turno |
2008 | Secondo posto |
2012 | Semifinali [43] |
2016 | Semifinali |
Giochi olimpici[44] | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1908 | Non partecipante |
1912 | Turno di qualificazione |
1920 | Non partecipante |
1924 | Non partecipante |
1928 | Quarti di finale |
1936 | Quarti di finale |
1948 | Non partecipante |
Confederations Cup | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1992 | Rinuncia |
1995 | Non invitata |
1997 | Rinuncia |
1999 | Primo turno |
2001 | Non qualificata |
2003 | Rinuncia[45] |
2005 | Terzo posto |
2009 | Non qualificata |
2013 | Non qualificata |
2017 | Campione |
Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni
Statistiche dettagliate sui tornei internazionali |
Mondiali |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1930 | Uruguay | Non partecipante | - | - | - | - |
1934 | Italia | Terzo posto | 3 | 0 | 1 | 11:8 |
1938 | Francia | Ottavi di finale | 0 | 1 | 1 | 3:5 |
1950 | Brasile | Squalificata[46] | - | - | - | - |
1954 | Svizzera | Campione | 5 | 0 | 1 | 25:14 |
1958 | Svezia | Quarto posto | 2 | 2 | 2 | 12:14 |
1962 | Cile | Quarti di finale | 2 | 1 | 1 | 4:2 |
1966 | Inghilterra | Secondo posto | 4 | 1 | 1 | 15:6 |
1970 | Messico | Terzo posto | 5 | 0 | 1 | 17:10 |
1974 | Germania Ovest | Campione | 6 | 0 | 1 | 13:4 |
1978 | Argentina | Secondo turno | 1 | 4 | 1 | 10:5 |
1982 | Spagna | Secondo posto | 3 | 2 | 2 | 12:10 |
1986 | Messico | Secondo posto | 3 | 2 | 2 | 8:7 |
1990 | Italia | Campione | 5 | 2 | 0 | 15:5 |
1994 | Stati Uniti | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 9:7 |
1998 | Francia | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 8:6 |
2002 | Corea del Sud / Giappone | Secondo posto | 5 | 1 | 1 | 14:3 |
2006 | Germania | Terzo posto | 5 | 1 | 1 | 14:6 |
2010 | Sudafrica | Terzo posto | 5 | 0 | 2 | 16:5 |
2014 | Brasile | Campione | 6 | 1 | 0 | 18:4 |
2018 | Russia | Primo turno | 1 | 0 | 2 | 2:4 |
Europei |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1960 | Francia | Non partecipante | - | - | - | - |
1964 | Spagna | Non partecipante | - | - | - | - |
1968 | Italia | Non qualificata | - | - | - | - |
1972 | Belgio | Campione | 2 | 0 | 0 | 5:1 |
1976 | Jugoslavia | Secondo posto | 1 | 1 | 0 | 6:4 |
1980 | Italia | Campione | 3 | 1 | 0 | 6:3 |
1984 | Francia | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 2:2 |
1988 | Germania Ovest | Semifinali | 2 | 1 | 1 | 6:3 |
1992 | Svezia | Secondo posto | 2 | 1 | 2 | 7:8 |
1996 | Inghilterra | Campione | 4 | 2 | 0 | 10:3 |
2000 | Belgio / Paesi Bassi | Primo turno | 0 | 1 | 2 | 1:5 |
2004 | Portogallo | Primo turno | 0 | 2 | 1 | 2:3 |
2008 | Austria / Svizzera | Secondo posto | 4 | 0 | 2 | 10:7 |
2012 | Polonia / Ucraina | Semifinali | 4 | 0 | 1 | 10:6 |
2016 | Francia | Semifinali | 3 | 2 | 1 | 7:3 |
Confederations Cup |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1992 | Arabia Saudita | Rinuncia | - | - | - | - |
1995 | Arabia Saudita | Non invitata | - | - | - | - |
1997 | Arabia Saudita | Rinuncia | - | - | - | - |
1999 | Messico | Primo turno | 1 | 0 | 2 | 2:6 |
2001 | Corea del Sud / Giappone | Non qualificata | - | - | - | - |
2003 | Francia | Rinuncia | - | - | - | - |
2005 | Germania | Terzo posto | 3 | 1 | 1 | 15:11 |
2009 | Sudafrica | Non qualificata | - | - | - | - |
2013 | Brasile | Non qualificata | - | - | - | - |
2017 | Russia | Campione | 4 | 1 | 0 | 12:5 |
Olimpiadi |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1908 | Londra | Non partecipante | - | - | - | - |
1912 | Stoccolma | Turno di qualificazione | 0 | 0 | 1 | 1:5 |
1920 | Anversa | Non partecipante | - | - | - | - |
1924 | Parigi | Non partecipante | - | - | - | - |
1928 | Amsterdam | Quarti di finale | 1 | 0 | 1 | 5:4 |
1936 | Berlino | Quarti di finale | 1 | 0 | 1 | 9:2 |
1948 | Londra | Non partecipante | - | - | - | - |
Tutte le rose |
Mondiali |
Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949) |
- Coppa del Mondo FIFA 1934
- P Buchloh, P Jakob, P Kreß, D Busch, D Haringer, D Schwartz, C Albrecht, C Gramlich, C Janes, C Münzenberg, C Szepan, C Zielinski, A Bender, A Conen, A Dienert, A Heidemann, A Hohmann, A Kobierski, A Lehner, A Noack, A Siffling, A Streb, CT: Nerz
- Coppa del Mondo FIFA 1938
- P Buchloh, P Jakob, P Raftl, D Janes, D Schmaus, D Streitle, C Goldbrunner, C Kitzinger, C Kupfer, C Mock, C Münzenberg, C Skoumal, C Wagner, A Gauchel, A Gellesch, A Hahnemann, A Lehner, A Neumer, A Pesser, A Siffling, A Stroh, A Szepan, CT: Herberger
Germania Ovest (dal 1949 al 1990) |
- Coppa del Mondo FIFA 1954
- 1 Turek, 2 Laband, 3 Kohlmeyer, 4 Bauer, 5 Erhardt, 6 Eckel, 7 Posipal, 8 Mai, 9 Mebus, 10 Liebrich, 11 Metzner, 12 Rahn, 13 Morlock, 14 Klodt, 15 O. Walter, 16 F. Walter, 17 Herrmann, 18 Biesinger, 19 Pfaff, 20 Schäfer, 21 Kubsch, 22 Kwiatkowski, CT: Herberger
- Coppa del Mondo FIFA 1958
- 1 Herkenrath, 2 Erhardt, 3 Juskowiak, 4 Eckel, 5 Wewers, 6 Szymaniak, 7 Stollenwerk, 8 Rahn, 9 Walter, 10 Schmidt, 11 Schäfer, 12 Seeler, 13 Klodt, 14 Cieslarczyk, 15 Kelbassa, 16 Sturm, 17 Schnellinger, 18 Hoffmann, 19 Peters, 20 Nuber, 21 Sawitzki, 22 Kwiatkowski, CT: Herberger
- Coppa del Mondo FIFA 1962
- 1 Tilkowski, 2 Erhardt, 3 Schnellinger, 4 Schulz, 5 Wilden, 6 Szymaniak, 7 Koslowski, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Brülls, 11 Schäfer, 12 Nowak, 13 Kurbjuhn, 14 Werner, 15 Giesemann, 16 Sturm, 17 Kraus, 18 Herrmann, 19 Strehl, 20 Vollmar, 21 Sawitzki, 22 Fahrian, CT: Herberger
- Coppa del Mondo FIFA 1966
- 1 Tilkowski, 2 Höttges, 3 Schnellinger, 4 Beckenbauer, 5 Schulz, 6 Weber, 7 Brülls, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Held, 11 Emmerich, 12 Overath, 13 Hornig, 14 Lutz, 15 Patzke, 16 Lorenz, 17 Paul, 18 Sieloff, 19 Krämer, 20 Grabowski, 21 Bernard, 22 Maier, CT: Schön
- Coppa del Mondo FIFA 1970
- 1 Maier, 2 Höttges, 3 Schnellinger, 4 Beckenbauer, 5 Schulz, 6 Weber, 7 Vogts, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Held, 11 Fichtel, 12 Overath, 13 Müller, 14 Libuda, 15 Patzke, 16 Lorenz, 17 Löhr, 18 Sieloff, 19 Dietrich, 20 Grabowski, 21 Manglitz, 22 Wolter, CT: Schön
- Coppa del Mondo FIFA 1974
- 1 Maier, 2 Vogts, 3 Breitner, 4 Schwarzenbeck, 5 Beckenbauer, 6 Höttges, 7 Wimmer, 8 Cullmann, 9 Grabowski, 10 Netzer, 11 Heynckes, 12 Overath, 13 Müller, 14 Hoeneß, 15 Flohe, 16 Bonhof, 17 Hölzenbein, 18 Herzog, 19 Kapellmann, 20 Kremers, 21 Nigbur, 22 Kleff, CT: Schön
- Coppa del Mondo FIFA 1978
- 1 Maier, 2 Vogts, 3 Dietz, 4 Rüssmann, 5 Kaltz, 6 Bonhof, 7 Abramczik, 8 Zimmermann, 9 Fischer, 10 Flohe, 11 Rummenigge, 12 Schwarzenbeck, 13 Konopka, 14 D. Müller, 15 Beer, 16 Cullmann, 17 Hölzenbein, 18 Zewe, 19 Worm, 20 H. Müller, 21 Kargus, 22 Burdenski, CT: Schön
- Coppa del Mondo FIFA 1982
- 1 Schumacher, 2 Briegel, 3 Breitner, 4 K. Förster, 5 B. Förster, 6 Dremmler, 7 Littbarski, 8 Fischer, 9 Hrubesch, 10 Müller, 11 Rummenigge, 12 Hannes, 13 Reinders, 14 Magath, 15 Stielike, 16 T.Allofs, 17 Engels, 18 Matthäus, 19 Hieronymus, 20 Kaltz, 21 Franke, 22 Immel, CT: Derwall
- Coppa del Mondo FIFA 1986
- 1 Schumacher, 2 Briegel, 3 Brehme, 4 Förster, 5 Herget, 6 Eder, 7 Littbarski, 8 Matthäus, 9 Völler, 10 Magath, 11 Rummenigge, 12 Stein, 13 Allgöwer, 14 Berthold, 15 Augenthaler, 16 Thon, 17 Jakobs, 18 Rahn, 19 K.Allofs, 20 Hoeneß, 21 Rolff, 22 Immel, CT: Beckenbauer
- Coppa del Mondo FIFA 1990
- 1 Illgner, 2 Reuter, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Augenthaler, 6 Buchwald, 7 Littbarski, 8 Häßler, 9 Völler, 10 Matthäus, 11 Mill, 12 Aumann, 13 Riedle, 14 Berthold, 15 Bein, 16 Steiner, 17 Möller, 18 Klinsmann, 19 Pflügler, 20 Thon, 21 Hermann, 22 Köpke, CT: Beckenbauer
Germania riunificata (dal 1991) |
- Coppa del Mondo FIFA 1994
- 1 Illgner, 2 Strunz, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Helmer, 6 Buchwald, 7 Möller, 8 Häßler, 9 Riedle, 10 Matthäus, 11 Kuntz, 12 Köpke, 13 Völler, 14 Berthold, 15 Gaudino, 16 Sammer, 17 Wagner, 18 Klinsmann, 19 Kirsten, 20 Effenberg, 21 Basler, 22 Kahn, CT: Vogts
- Coppa del Mondo FIFA 1998
- 1 Köpke, 2 Wörns, 3 Heinrich, 4 Kohler, 5 Helmer, 6 Thon, 7 Möller, 8 Matthäus, 9 Kirsten, 10 Häßler, 11 Marschall, 12 Kahn, 13 Jeremies, 14 Babbel, 15 Freund, 16 Hamann, 17 Ziege, 18 Klinsmann, 19 Reuter, 20 Bierhoff, 21 Tarnat, 22 Lehmann, CT: Vogts
- Coppa del Mondo FIFA 2002
- 1 Kahn, 2 Linke, 3 Rehmer, 4 Baumann, 5 Ramelow, 6 Ziege, 7 Neuville, 8 Hamann, 9 Jancker, 10 Ricken, 11 Klose, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Kehl, 16 Jeremies, 17 Bode, 18 Böhme, 19 Schneider, 20 Bierhoff, 21 Metzelder, 22 Frings, 23 Butt, CT: Völler
- Coppa del Mondo FIFA 2006
- 1 Lehmann, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Huth, 5 Kehl, 6 Nowotny, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Hanke, 10 Neuville, 11 Klose, 12 Kahn, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Hitzlsperger, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Metzelder, 22 Odonkor, 23 Hildebrand, CT: Klinsmann
- Coppa del Mondo FIFA 2010
- 1 Neuer, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Aogo, 5 Taşçı, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Kießling, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Wiese, 13 Müller, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Cacau, 20 Boateng, 21 Marin, 22 Butt, 23 Gómez, CT: Löw
- Coppa del Mondo FIFA 2014
- 1 Neuer, 2 Großkreutz, 3 Ginter, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Zieler, 13 Müller, 14 Draxler, 15 Durm, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Boateng, 21 Mustafi, 22 Weidenfeller, 23 Kramer, CT: Löw
- Coppa del Mondo FIFA 2018
- 1 Neuer, 2 Plattenhardt, 3 Hector, 4 Ginter, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Draxler, 8 Kroos, 9 Werner, 10 Özil, 11 Reus, 12 Trapp, 13 Müller, 14 Goretzka, 15 Süle, 16 Rüdiger, 17 Boateng, 18 Kimmich, 19 Rudy, 20 Brandt, 21 Gündoğan, 22 ter Stegen, 23 Gómez, CT: Löw
Campionato d'Europa |
Germania Ovest (dal 1960 al 1990) |
- Campionato d’Europa UEFA 1972
- P Kleff, P Maier, D Beckenbauer, D Bella, D Breitner, D Höttges, D Schwarzenbeck, D Vogts, C Bonhof, C Hoeneß, C Köppel, C Netzer, A Grabowski, A Heynckes, A Kremers, A Löhr, A Müller, A Wimmer, CT: Schön
- Campionato d’Europa UEFA 1976
- 1 Maier, 2 Vogts, 3 Dietz, 4 Schwarzenbeck, 5 Beckenbauer, 6 Wimmer, 7 Bonhof, 8 Hoeneß, 9 D. Müller, 10 Beer, 11 Hölzenbein, 12 Worm, 13 Danner, 14 Bongartz, 15 Flohe, 16 Nogly, 17 Kaltz, 18 Kargus, 19 Reichel, 20 Stielike, 21 Dürnberger, 22 Franke, CT: Schön
- Campionato d’Europa UEFA 1980
- 1 Schumacher, 2 Briegel, 3 Cullmann, 4 K.H. Förster, 5 Dietz, 6 Schuster, 7 B. Förster, 8 Rummenigge, 9 Hrubesch, 10 H. Müller, 11 K. Allofs, 12 Memering, 13 Bonhof, 14 Magath, 15 Stielike, 16 Zimmermann, 17 Del'Haye, 18 Matthäus, 19 Votava, 20 Kaltz, 21 Junghans, 22 Immel, CT: Derwall
- Campionato d’Europa UEFA 1984
- 1 Schumacher, 2 Briegel, 3 Strack, 4 K.H. Förster, 5 B. Förster, 6 Rolff, 7 Brehme, 8 K. Allofs, 9 Völler, 10 Meier, 11 Rummenigge, 12 Burdenski, 13 Matthäus, 14 Falkenmayer, 15 Stielike, 16 Bruns, 17 Littbarski, 18 Buchwald, 19 Bommer, 20 Roleder, CT: Derwall
- Campionato d’Europa UEFA 1988
- 1 Immel, 2 Buchwald, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Herget, 6 Borowka, 7 Littbarski, 8 Matthäus, 9 Völler, 10 Thon, 11 Mill, 12 Illgner, 13 Wuttke, 14 Berthold, 15 Pflügler, 16 Eckstein, 17 Dorfner, 18 Klinsmann, 19 Sauer, 20 Rolff, CT: Beckenbauer
Germania riunificata (dal 1991) |
- Campionato d’Europa UEFA 1992
- 1 Illgner, 2 Reuter, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Binz, 6 Buchwald, 7 Möller, 8 Häßler, 9 Völler, 10 Doll, 11 Riedle, 12 Kopke, 13 Thom, 14 Helmer, 15 Frontzek, 16 Sammer, 17 Effenberg, 18 Klinsmann, 19 Schulz, 20 Wörns, CT: Vogts
- Campionato d’Europa UEFA 1996
- 1 Köpke, 2 Reuter, 3 Bode, 4 Freund, 5 Helmer, 6 Sammer, 7 Möller, 8 Scholl, 9 Bobic, 10 Häßler, 11 Kuntz, 12 Kahn, 13 Basler, 14 Babbel, 15 Kohler, 16 Schneider, 17 Ziege, 18 Klinsmann, 19 Strunz, 20 Bierhoff, 21 Eilts, 22 Reck, 23 Todt, CT: Vogts
- Campionato d’Europa UEFA 2000
- 1 Kahn, 2 Babbel, 3 Rehmer, 4 Linke, 5 Bode, 6 Nowotny, 7 Scholl, 8 Häßler, 9 Kirsten, 10 Matthäus, 11 Rink, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Hamann, 15 Wosz, 16 Jeremies, 17 Ziege, 18 Deisler, 19 Jancker, 20 Bierhoff, 21 Ramelow, 22 Butt, CT: Ribbeck
- Campionato d’Europa UEFA 2004
- 1 Kahn, 2 Hinkel, 3 Friedrich, 4 Wörns, 5 Nowotny, 6 Baumann, 7 Schweinsteiger, 8 Hamann, 9 Bobic, 10 Kurányi, 11 Klose, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Brdarić, 15 Kehl, 16 Jeremies, 17 Ziege, 18 Ernst, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Lahm, 22 Frings, 23 Hildebrand, CT: Völler
- Campionato d’Europa UEFA 2008
- 1 Lehmann, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Fritz, 5 Westermann, 6 Rolfes, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Gómez, 10 Neuville, 11 Klose, 12 Enke, 13 Ballack, 14 Trochowski, 15 Hitzlsperger, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Odonkor, 20 Podolski, 21 Metzelder, 22 Kurányi, 23 Adler, CT: Löw
- Campionato d’Europa UEFA 2012
- 1 Neuer, 2 Gündoğan, 3 Schmelzer, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Wiese, 13 Müller, 14 Badstuber, 15 Bender, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Boateng, 21 Reus, 22 Zieler, 23 Gómez, CT: Löw
- Campionato d’Europa UEFA 2016
- 1 Neuer, 2 Mustafi, 3 Hector, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Draxler, 12 Leno, 13 Müller, 14 Can, 15 Weigl, 16 Tah, 17 Boateng, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Sané, 21 Kimmich, 22 ter Stegen, 23 Gómez, CT: Löw
Confederations Cup |
- FIFA Confederations Cup 1999
- 1 Lehmann, 2 Wörns, 3 Heinrich, 4 Linke, 5 Dogan, 6 Maul, 7 Scholl, 8 Wosz, 9 Marschall, 10 Matthäus, 11 Preetz, 12 Enke, 13 Neuville, 14 Baumann, 15 Ballack, 16 Schneider, 17 Gerber, 18 Ricken, 19 Heldt, 20 Rink, CT: Ribbeck
- FIFA Confederations Cup 2005
- 1 Kahn, 2 Hinkel, 3 Friedrich, 4 Huth, 5 Owomoyela, 6 Engelhardt, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Hanke, 10 Deisler, 11 Brdarić, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Ernst, 16 Hitzlsperger, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Schulz, 22 Kurányi, 23 Hildebrand, CT: Klinsmann
- FIFA Confederations Cup 2017
- 1 Trapp, 2 Mustafi, 3 Hector, 4 Ginter, 5 Plattenhardt, 6 Henrichs, 7 Draxler, 8 Goretzka, 9 Wagner, 10 Demirbay, 11 Werner, 12 Leno, 13 Stindl, 14 Can, 15 Younes, 16 Rüdiger, 17 Süle, 18 Kimmich, 19 Sané, 20 Brandt, 21 Rudy, 22 ter Stegen, 23 Demme, CT: Löw
Giochi olimpici |
Impero tedesco (dal 1871 al 1918) |
- Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1912
- P Weber, P Werner, D Hempel, D Hollstein, D Reese, D Röpnack, C Bosch, C Breunig, C Burger, C Glaser, C Hirsch, C Krogmann, C Ugi, A Förderer, A Fuchs, A Jäger, A Kipp, A Oberle, A Thiel, A Uhle, A Wegele, A Worpitzky, CT: commissione tecnica
Repubblica di Weimar (dal 1919 al 1933) |
- Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1928
- P Gehlhaar, P Stuhlfauth, P Wentorf, D Beier, D Heidkamp, D Kutterer, D Weber, C Gruber, C Kalb, C Knöpfle, C Leinberger, C Müller, C Nagelschmitz, C Reinmann, A Albrecht, A L. Hofmann, A R. Hofmann, A Horn, A Hornauer, A Kuzorra, A Pöttinger, A Schmitt, CT: Nerz
Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949) |
- Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1936
- P Buchloh, P Jakob, P Jürissen, D Ditgens, D Munkert, D Münzenberg, C Bernard, C Gellesch, C Goldbrunner, C Gramlich, C Janes, C Mehl, C Sold, A Eckert, A Elbern, A Gauchel, A Hohmann, A Lehner, A Lenz, A Siffling, A Simetsreiter, A Urban, CT: Nerz
NOTA: Per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.
Mundialito |
- Mundialito 1980
- 1 Schumacher, 2 Kaltz, 3 Bonhof, 4 Förster, 5 Dietz, 6 Briegel, 7 Magath, 8 Rummenigge, 9 Hrubesch, 10 H. Müller, 11 K. Allofs, 12 Immel, 13 Niedermayer, 14 Hannes, 15 Votava, 16 Dremmler, 17 Allgöwer, 18 Borchers, CT: Derwall
Rosa attuale |
Lista dei 23 giocatori convocati da Joachim Löw per la Coppa del mondo FIFA 2018.
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita (età) | Pres. | Reti | Squadra |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | P | Manuel Neuer | 27 marzo 1986 | 84 | -75 | Bayern Monaco |
2 | D | Marvin Plattenhardt | 26 gennaio 1992 | 7 | 0 | Hertha Berlino |
3 | D | Jonas Hector | 27 maggio 1990 | 42 | 3 | Colonia |
4 | D | Matthias Ginter | 19 gennaio 1994 | 23 | 1 | Borussia Mönchengladbach |
5 | D | Mats Hummels | 16 dicembre 1988 | 70 | 5 | Bayern Monaco |
6 | C | Sami Khedira | 4 aprile 1987 | 77 | 7 | Juventus |
7 | C | Julian Draxler | 20 settembre 1993 | 49 | 6 | Paris Saint-Germain |
8 | C | Toni Kroos | 4 gennaio 1990 | 91 | 14 | Real Madrid |
9 | A | Timo Werner | 6 marzo 1996 | 23 | 9 | RB Lipsia |
10 | C | Mesut Özil | 15 ottobre 1988 | 92 | 23 | Arsenal |
11 | A | Marco Reus | 31 maggio 1989 | 37 | 10 | Borussia Dortmund |
12 | P | Kevin Trapp | 8 luglio 1990 | 3 | -4 | Eintracht Francoforte |
13 | C | Thomas Müller | 13 settembre 1989 | 100 | 38 | Bayern Monaco |
14 | C | Leon Goretzka | 6 febbraio 1995 | 19 | 6 | Bayern Monaco |
15 | D | Niklas Süle | 3 settembre 1995 | 16 | 1 | Bayern Monaco |
16 | D | Antonio Rüdiger | 3 marzo 1993 | 29 | 1 | Chelsea |
17 | D | Jérôme Boateng | 3 settembre 1988 | 76 | 1 | Bayern Monaco |
18 | D | Joshua Kimmich | 8 febbraio 1995 | 38 | 3 | Bayern Monaco |
19 | C | Sebastian Rudy | 28 febbraio 1990 | 27 | 1 | Schalke 04 |
20 | C | Julian Brandt | 2 maggio 1996 | 23 | 1 | Bayer Leverkusen |
21 | C | İlkay Gündoğan | 24 ottobre 1990 | 29 | 4 | Manchester City |
22 | P | Marc-André ter Stegen | 30 aprile 1992 | 21 | -22 | Barcellona |
23 | A | Mario Gómez | 10 luglio 1985 | 78 | 31 | Stoccarda |
Commissari tecnici |
Nome | Periodo | Partite | Vittorie | Pareggi | Sconfitte | Reti fatte | Reti subite | Differenza reti |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comitato DFB | 1908-1926 | 58 | 16 | 12 | 30 | 119 | 146 | −27 |
Otto Nerz † | 1926-1936 | 70 | 42 | 10 | 18 | 192 | 113 | +79 |
Sepp Herberger † | 1936-1964 | 167 | 94 | 27 | 46 | 435 | 250 | +185 |
Helmut Schön † | 1964-1978 | 139 | 87 | 31 | 21 | 292 | 107 | +185 |
Jupp Derwall † | 1978-1984 | 67 | 44 | 12 | 11 | 144 | 60 | +84 |
Franz Beckenbauer | 1984-1990 | 66 | 34 | 20 | 12 | 107 | 61 | +46 |
Berti Vogts | 1990-1998 | 102 | 66 | 24 | 12 | 206 | 86 | +120 |
Erich Ribbeck | 1998-2000 | 24 | 10 | 6 | 8 | 42 | 31 | +11 |
Rudi Völler | 2000-2004 | 53 | 29 | 11 | 13 | 109 | 57 | +52 |
Jürgen Klinsmann | 2004-2006 | 34 | 20 | 8 | 6 | 81 | 43 | +38 |
Joachim Löw | 2006- | 171 | 110 | 32 | 29 | 401 | 163 | +238 |
Totale | 951 | 552 | 193 | 206 | 2128 | 1117 | +1011 |
Record individuali |
Seguono le classifiche relative al maggior numero di presenze e al maggior numero di gol segnati di sempre per la Germania, aggiornate al 25 novembre 2018.
In grassetto i giocatori in attività.
# | Giocatore | Periodo | Pres. | Reti |
---|---|---|---|---|
1 | Lothar Matthäus | 1980-2000 | 150 | 23 |
2 | Miroslav Klose | 2001-2014 | 137 | 71 |
3 | Lukas Podolski | 2004-2017 | 130 | 49 |
4 | Bastian Schweinsteiger | 2004-2016 | 121 | 24 |
5 | Philipp Lahm | 2004-2014 | 113 | 5 |
6 | Jürgen Klinsmann | 1987-1998 | 108 | 47 |
7 | Jürgen Kohler | 1986-1998 | 105 | 2 |
8 | Per Mertesacker | 2004-2014 | 104 | 4 |
9 | Franz Beckenbauer | 1965-1977 | 103 | 14 |
10 | Thomas Häßler | 1988-2000 | 101 | 11 |
# | Giocatore | Periodo | Reti | Pres. | Reti/pr. |
---|---|---|---|---|---|
1 | Miroslav Klose | 2001-2014 | 71 | 137 | 0,52 |
2 | Gerd Müller | 1966-1974 | 68 | 62 | 1,1 |
3 | Lukas Podolski | 2004-2017 | 49 | 130 | 0,38 |
4 | Jürgen Klinsmann | 1987-1998 | 47 | 108 | 0,44 |
4 | Rudi Völler | 1982-1994 | 47 | 90 | 0,52 |
6 | Karl-Heinz Rummenigge | 1976-1986 | 45 | 95 | 0,47 |
7 | Uwe Seeler | 1954-1970 | 43 | 72 | 0,6 |
8 | Michael Ballack | 1999-2010 | 42 | 98 | 0,43 |
9 | Thomas Müller | 2010-oggi | 38 | 100 | 0,38 |
10 | Oliver Bierhoff | 1996-2002 | 37 | 70 | 0,53 |
Record presenze e reti di ex giocatori della Germania Est nella Germania |
Nome | Presenze con la Germania Est | Reti con la Germania Est | Presenze con la Germania | Reti con la Germania | Totale presenze | Totale reti |
---|---|---|---|---|---|---|
Ulf Kirsten | 49 (1985 - 1990) | 14 | 51 (1992 - 2000) | 20 | 100 | 34 |
Matthias Sammer | 23 (1986 - 1990) | 6 | 51 (1990 - 1997) | 8 | 74 | 14 |
Andreas Thom | 51 (1984 - 1990) | 16 | 10 (1990 - 1992) | 2 | 61 | 18 |
Thomas Doll | 29 (1986 - 1990) | 7 | 18 (1990 - 1993) | 1 | 47 | 8 |
Dariusz Wosz | 7 (1989 - 1990) | - | 17 (1997 - 2000) | 1 | 24 | 1 |
Olaf Marschall | 4 (1984 - 1989) | - | 13 (1994 - 1999) | 3 | 17 | 3 |
Heiko Scholz | 7 (1987 - 1990) | - | 1 (1992) | - | 8 | - |
Dirk Schuster | 4 (1990) | - | 3 (1991) | - | 7 | - |
Per i giocatori che hanno giocato solo nella Nazionale della Germania Est, vedi la voce Nazionale di calcio della Germania dell'Est |
Confronti con altre nazionali |
Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, la Germania presenta i seguenti saldi.
Saldo positivo |
Nazionale | Giocate | Vinte | Pareggiate | Perse | Reti fatte | Reti subite | Differenza | Ultima vittoria | Ultimo pari | Ultima sconfitta |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Svizzera | 51 | 36 | 6 | 9 | 138 | 65 | +73 | 26 marzo 2008 | 26 aprile 2000 | 26 maggio 2012 |
Paesi Bassi | 42 | 15 | 16 | 11 | 79 | 69 | +10 | 13 giugno 2012 | 19 novembre 2018 | 13 ottobre 2018 |
Austria | 40 | 25 | 6 | 9 | 90 | 57 | +33 | 6 settembre 2013 | 18 novembre 1992 | 2 giugno 2018 |
Svezia | 37 | 16 | 9 | 12 | 72 | 61 | +11 | 23 giugno 2013 | 16 ottobre 2012 | 19 aprile 1978 |
Ungheria | 34 | 13 | 10 | 11 | 71 | 64 | +7 | 4 giugno 2016 | 12 ottobre 1994 | 6 giugno 2004 |
Danimarca | 27 | 15 | 4 | 8 | 54 | 37 | +17 | 17 giugno 2012 | 6 giugno 2017 | 28 marzo 2007 |
Belgio | 25 | 20 | 1 | 4 | 58 | 26 | +32 | 11 ottobre 2011 | 22 settembre 1982 | 26 settembre 1954 |
Jugoslavia | 25 | 14 | 4 | 7 | 46 | 31 | +15 | 10 giugno 1990 | 21 giugno 1998 | 9 maggio 1973 |
Finlandia | 23 | 16 | 6 | 1 | 82 | 19 | +63 | 31 agosto 2016 | 14 ottobre 2009 | 12 agosto 1923 |
Norvegia | 22 | 15 | 5 | 2 | 59 | 17 | +42 | 4 settembre 2017 | 2 novembre 1930 | 11 febbraio 2009 |
Spagna | 23 | 9 | 7 | 7 | 29 | 24 | +5 | 18 novembre 2014 | 23 marzo 2018 | 7 luglio 2010 |
Bulgaria | 21 | 16 | 2 | 3 | 56 | 24 | +32 | 15 novembre 1995 | 20 agosto 2002 | 7 giugno 1995 |
Polonia | 21 | 13 | 7 | 1 | 34 | 12 | +22 | 4 settembre 2015 | 16 giugno 2016 | 11 ottobre 2014 |
Irlanda | 20 | 9 | 5 | 6 | 35 | 24 | +11 | 11 ottobre 2013 | 14 ottobre 2014 | 8 ottobre 2015 |
Turchia | 20 | 14 | 3 | 3 | 49 | 13 | +36 | 7 ottobre 2011 | 9 ottobre 1999 | 8 ottobre 2005 |
Portogallo | 18 | 10 | 5 | 3 | 29 | 16 | +13 | 16 giugno 2014 | 6 giugno 1997 | 20 giugno 2000 |
Cecoslovacchia | 17 | 10 | 4 | 3 | 40 | 28 | +12 | 1º luglio 1990 | 22 aprile 1992 | 29 aprile 1964 |
Galles | 17 | 9 | 6 | 2 | 26 | 10 | +16 | 1º aprile 2009 | 21 novembre 2007 | 14 maggio 2002 |
Irlanda del Nord | 17 | 11 | 4 | 2 | 38 | 14 | +24 | 5 ottobre 2017 | 9 novembre 1996 | 16 novembre 1983 |
Scozia | 17 | 8 | 5 | 4 | 26 | 23 | +3 | 7 settembre 2015 | 7 giugno 2003 | 28 aprile 1999 |
Albania | 14 | 13 | 1 | 0 | 38 | 10 | +28 | 6 giugno 2001 | 17 dicembre 1967 | - |
Lussemburgo | 13 | 12 | 0 | 1 | 60 | 11 | +49 | 27 maggio 2006 | - | 26 marzo 1939 |
Romania | 13 | 8 | 3 | 2 | 38 | 18 | +20 | 12 settembre 2007 | 12 giugno 2000 | 28 aprile 2004 |
Messico | 12 | 5 | 5 | 2 | 24 | 11 | +13 | 29 giugno 2017 | 22 dicembre 1993 | 17 giugno 2018 |
URSS | 12 | 9 | 0 | 3 | 22 | 11 | +11 | 27 marzo 1991 | - | 28 agosto 1985 |
Slovacchia | 11 | 8 | 0 | 3 | 25 | 12 | +13 | 26 giugno 2016 | - | 29 maggio 2016 |
Stati Uniti | 11 | 7 | 0 | 4 | 23 | 17 | + 6 | 26 giugno 2014 | - | 10 giugno 2015 |
Uruguay | 11 | 8 | 2 | 1 | 29 | 12 | +17 | 29 maggio 2011 | 25 aprile 1990 | 3 giugno 1928 |
NB: per Nazionale di calcio dell'Unione Sovietica s'intende la Nazionale che giocò dal 1924 al 1991, per Nazionale di calcio della Cecoslovacchia s'intende la Nazionale che giocò dal 1920 al 1993, in cui militavano sia i cechi che gli slovacchi, e per Nazionale di calcio della Jugoslavia s'intende la Nazionale che giocò dal 1920 al 1992, in cui militavano croati, bosniaci, macedoni, serbi, sloveni e montenegrini.
Saldo neutro |
Nazionale | Giocate | Vinte | Pareggiate | Perse | Reti fatte | Reti subite | Differenza | Ultima vittoria | Ultimo pari | Ultima sconfitta |
---|
Saldo negativo |
Nazionale | Giocate | Vinte | Pareggiate | Perse | Reti fatte | Reti subite | Differenza | Ultima vittoria | Ultimo pari | Ultima sconfitta |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Inghilterra | 36 | 13 | 7 | 16 | 45 | 70 | −25 | 22 marzo 2017 | 10 novembre 2017 | 26 marzo 2016 |
Italia | 35 | 8 | 12 | 15 | 41 | 50 | −9 | 29 marzo 2016 | 15 novembre 2016 | 28 giugno 2012 |
Francia | 31 | 9 | 8 | 14 | 46 | 49 | −3 | 4 luglio 2014 | 6 settembre 2018 | 16 ottobre 2018 |
Brasile | 23 | 5 | 5 | 13 | 31 | 41 | −10 | 8 luglio 2014 | 8 settembre 2004 | 27 marzo 2018 |
Argentina | 22 | 7 | 5 | 10 | 31 | 32 | −1 | 13 luglio 2014 | 30 giugno 2006 | 3 settembre 2014 |
NB: come da regolamento FIFA le gare terminate ai rigori contro Cecoslovacchia (20 giugno 1976, persa), Francia (8 luglio 1982, vinta), Messico (21 giugno 1986, vinta), Svezia (31 marzo 1988, persa), Inghilterra (4 luglio 1990 e 26 giugno 1996, vinte), Argentina (30 giugno 2006, vinta) e Italia (2 luglio 2016, vinta) sono considerate partite pareggiate.
Note |
^ Germania nella storia: prima Nazionale a giocare 100 partite ai Mondiali, goal.com, 16 giugno 2014. URL consultato il 14 luglio 2014.
^ La Germania spezza il tabù sudamericano, it.uefa.com, 13 luglio 2014. URL consultato il 14 luglio 2014.
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^ (EN) West Germany-USSR 3-0, su uefa.com. URL consultato il 5 agosto 2017.
^ ab Vincenzo Barreca, La storia degli Europei - Germania Ovest 1972, in Calcio 2000, nº 23, ottobre 1999, p. 119-123.
^ Vincenzo Barreca, La storia degli Europei - Germania Ovest 1980, in Calcio 2000, nº 25, dicembre 1999, pp. 50-57.
^ ab https://www.ilpost.it/2016/01/02/ultima-partita-germania-est
^ https://impromptuinc.wordpress.com/2012/04/06/1990-luxembourg-west-germany-2-3-0-2
^ https://calcio.fanpage.it/19-dicembre-1990-quel-giorno-che-la-germania-torno-unita
^ LA GERMANIA CACCIA EFFENBERG, La Repubblica, 29 giugno 1994.
^ UEFA EURO 96 - Addio amaro per l'Italia, UEFA, 6 ottobre 2003.
^ http://www.calcioromantico.com/a-spasso-nel-tempo/11-ottobre-1997-germania-albania-quattrattre
^ http://www.repubblica.it/online/sport/naziskin/naziskin/naziskin.html
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^ Andrea Tarquini, Daum e la coca, perdono il Bayer e la nazionale, in repubblica.it, 22 ottobre 2000.
^ Gabriella Mancini, E la Pantegana diventò grigia, in La Gazzetta dello Sport, 27 luglio 2004.
^ Marco Degl'Innocenti, Un kaiser di nome Klinsmann, in La Gazzetta dello Sport, 27 luglio 2004.
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^ Alberto Cerruti e Valerio Clari, La Germania va a due velocità, in La Gazzetta dello Sport, 10 giugno 2006.
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^ Medaglia di bronzo: (EN) Regulations of the UEFA European Football Championship 2010-12 (PDF), su uefa.com, p. 3. URL consultato il 1º luglio 2016.
^ Come da regolamento FIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle Nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionare questa pagina.
^ La Confederations Cup 2003 si svolse in Francia, la Francia era qualificata di diritto in quanto nazione ospitante ed inoltre aveva vinto l'Europeo 2000. Il posto del vincitore dell'Europeo 2000 doveva, quindi, essere preso dall'Italia in quanto finalista dell'Europeo 2000, la nazionale italiana decise, però, di rifiutare. Dopo il rifiuto dell'Italia la FIFA invitò alla competizione la Germania in quanto finalista del Mondiale 2002 ma anch'essa rifiutò, così venne deciso di invitare la Turchia che nel suddetto mondiale si classificò al terzo posto.
^ La Germania Ovest fu squalificata insieme al Giappone per essere stati i principali paesi che hanno causato la Seconda Guerra Mondiale, l'Italia, nonostante fu anch'essa un paese aggressore alleato della Germania e Giappone durante la Guerra, fu invitata, ma non ebbe successo. La Germania Est ancora doveva iscriversi alla Coppa del Mondo FIFA.
Voci correlate |
- Incontri ufficiali della Nazionale di calcio della Germania dal 2001
- Rivalità calcistica Germania-Inghilterra
- Rivalità calcistica Germania-Italia
- Partita del secolo
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Collegamenti esterni |
- (DE) Sito ufficiale della federazione di calcio tedesca, su dfb.de.
- (DE) Statistiche sulle nazionali di calcio tedesche, su dfb.de.
- (DE, EN, IT) Nazionale di calcio della Germania, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- (EN) RSSSF archive of Germany results, su rsssf.com.
- (EN) RSSSF record of international players, su rsssf.com.
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