RCA Italiana




































RCA Italiana
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Stato
Italia Italia
Fondazione 1949
Chiusura 1987
Sede principale Roma
Gruppo RCA Records
Settore Musicale
Prodotti Vari

La RCA Italiana fu una casa discografica italiana nata nel 1949 e attiva fino al 1987, anno in cui - assieme a tutta la casa madre, la RCA Records - venne acquistata dalla BMG.




Indice






  • 1 Storia della RCA Italiana


    • 1.1 La nascita e i primi anni


    • 1.2 I primi successi


    • 1.3 Il periodo d'oro: il campus di via Tiburtina e le produzioni


      • 1.3.1 La prima registrazione nei nuovi studi (1962)




    • 1.4 Gli anni settanta


    • 1.5 La crisi e l'acquisizione da parte della BMG. L'abbandono di via Tiburtina e la nuova sede.




  • 2 L'etichetta


  • 3 Le altre etichette


  • 4 I dischi pubblicati


  • 5 Note


  • 6 Bibliografia


  • 7 Voci correlate


  • 8 Collegamenti esterni





Storia della RCA Italiana |



La nascita e i primi anni |




Il primo logo della RCA, utilizzato fino al 1968


Nel secondo dopoguerra, la RCA Records era già fra le più note case discografiche degli Stati Uniti: fondata nel 1919 come compagnia radiofonica, nel 1929 aveva acquistato la Victor Talking Machine Company (a sua volta una delle case discografiche più antiche, fondata nel 1901, che aveva stampato e distribuito tra gli altri i dischi di Enrico Caruso), entrando così nel mercato discografico sia per quel che riguardava la produzione che la distribuzione.


Con la fine della seconda guerra mondiale, nell'ambito degli investimenti statunitensi collegati con il piano Marshall, la RCA decise di costituire una filiale in Italia.


Nel 1949, il cattolico Frank M. Folsom, già dal 1942 vice presidente della RCA Victor (una delle cinque sottocompagnie della RCA statunitense) era nel frattempo succeduto a David Sarnoff alla presidenza della compagnia. Papa Pio XII, durante un'udienza, memore dei bombardamenti americani del 19 luglio 1943 che colpirono il quartiere romano di San Lorenzo, aveva chiesto espressamente a Folsom l'installazione di una fabbrica nel borgo romano: fu così deciso che la sede italiana della RCA - inizialmente prevista a Milano - fosse situata a Roma, con gli uffici in via Caccini vicino a Villa Borghese, seguiti due anni dopo, nel 1951, dalla fabbrica vera e propria sita al Km 12 della via Tiburtina. Nacque così, alla fine del 1951, una società per azioni controllata per il 90% dalla casa madre statunitense e per il 10% dal Vaticano tramite l'Istituto per le Opere di Religione (IOR): la prima ragione sociale dell'azienda era Radio e Televisione Italiana S.p.A. (RTI), che pochi mesi dopo fu cambiata definitivamente in RCA Italiana S.p.A.


Come presidente fu nominato il conte Enrico Pietro Galeazzi[1], (ingegnere dipendente del Vaticano, uomo di fiducia del Papa nonché amico di Francis J. Spellman, già potente vescovo di New York), mentre a capo della fabbrica di via Tiburtina fu posto l'ingegnere Antonio Giuseppe Biondo. Fino ad allora, l'unica fabbrica di dischi in Italia si trovava a Milano ed era di proprietà de La Voce del Padrone.


I primi anni vennero stampati per lo più dischi di provenienza della RCA statunitense, anche perché la casa madre non era interessata più di tanto a promuovere la presenza sul mercato italiano, ancora poco consistente; le poche registrazioni italiane di quegli anni (ad esempio quelle di un giovanissimo Domenico Modugno, in assoluto uno dei primi artisti italiani dell'RCA, o di Nilla Pizzi, Paolo Bacilieri, Rino Loddo, Katyna Ranieri, ecc.) erano state effettuate in studi in affitto situati in via Pola, oppure al Cinefonico di Cinecittà.


Alla fine del 1954, la casa madre propose di chiudere la sede italiana, il cui bilancio era in perdita: Papa Pio XII decise allora di inviare uno dei suoi segretari laici, Ennio Melis[2], ad ispezionare gli uffici e la fabbrica assieme al conte Galeazzi.


Nato a Firenze nel 1926, Melis era stato assunto giovanissimo come segretario in Vaticano, grazie a un annuncio letto su il Messaggero; nel corso dei nove anni passati in Vaticano si era conquistato sempre di più la fiducia del suo datore di lavoro, ed uno dei suoi compiti era quello di accompagnare i giornalisti e i cineoperatori statunitensi che si recavano dal Papa, soprattutto a Castel Gandolfo.


Melis giudicò l'azienda non solo meritevole di essere conservata, ma anzi di essere lanciata in grande stile, valutando il settore della musica leggera come in probabile espansione negli anni futuri: su spinta di Papa Pio XII la casa madre sostituì l'ingegner Biondo e il conte Galeazzi con il giovane funzionario della Città del Vaticano che, iniziando a lavorare per la casa discografica nel novembre 1955, ne divenne ufficialmente segretario nell'aprile 1956; Melis, uomo di fiducia del Vaticano (possessore del 10% delle azioni della casa discografica italiana tramite lo IOR) dopo un periodo molto triste di licenziamenti assume come dirigente amministrativo Giuseppe Ornato a cui poi farà ricoprire, successivamente, il ruolo di Amministratore Delegato e, a partire dall'agosto 1959, di Direttore Generale e Direttore Commerciale; successivamente Ferraguzzi diverrà Direttore Amministrativo), durante la sua carriera Ornato all'interno della RCA ricoprì tra l'altro la nomina di presidente della RCA Europa e di presidente dell'Associazione Fonografica Italiana, Consigliere della Sezione Musica della SIAE e di presidente della Hertz Italia.


Fin dall'inizio Melis, per sua stessa ammissione, lascerà ad Ornato la parte amministrativa dell'azienda e i contatti con gli americani, mentre lui gestirà la direzione artistica ed i cantanti.


Le prime decisioni di Melis e Ornato furono di chiudere gli uffici di via Caccini, trasferendo tutto presso lo stabilimento di via Tiburtina, e di assumere come direttore artistico Vincenzo Micocci.



I primi successi |


Micocci era un giovane appassionato di musica, specialmente jazz (nel 1958 pubblicherà per le edizioni Cappelli di Bologna il fondamentale volume "Il libro del jazz", scritto insieme a Salvatore Biamonte e ripubblicato più volte nel corso degli anni, e sempre con Biamonte condurrà in quegli anni la celebre trasmissione radiofonica "Il Discobolo", ricordata anche da Francesco De Gregori nella canzone "Rollo & His jets").


In quel periodo lavorava presso il negozio di dischi dello zio ("Musicalradio", in via delle Convertite a Roma), occupandosi in particolar modo degli acquisti, e quindi trattando in prima persona con gli agenti delle case discografiche: ed è proprio l'agente della RCA a segnalare Micocci a Melis, per via del quantitativo di dischi venduti (superiori alla media di altri negozi) e soprattutto per il "fiuto" che dimostra, richiedendo moltissime copie di dischi di artisti come Harry Belafonte e Perry Como (entrambi distribuiti in Italia dalla RCA), ancora poco conosciuti in Italia ma che esplodono nel giro di breve tempo.


Il primo incarico che gli dà Melis è quello di quantificare le copie di dischi di importazione da stampare, ma di fronte ad una serie di previsioni azzeccatissime (Belafonte in Italia venderà, tra il 1956 e il 1957, circa 500.000 copie) lo nomina direttore artistico, ed insieme pianifica l'attività per gli anni successivi: si decide quindi di dare il via alla costruzione di nuovi studi di registrazione (che avranno sede sempre sede in via Tiburtina, e che saranno inaugurati alla fine del 1961), si assumono come arrangiatori alcuni giovani musicisti (alcuni appena diplomati al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, come Ennio Morricone, altri con esperienze in altre case discografiche, come Luis Bacalov, e si decise di sviluppare l'acquisizione di giovani cantanti italiani, per sviluppare in maniera maggiore il catalogo nazionale: tra i primi che vengono messi sotto contratto, sono da ricordare Gianni Meccia e Nico Fidenco, subito seguiti, a distanza di poco tempo da Edoardo Vianello e Jimmy Fontana.


Nel portare avanti queste attività, Micocci non trascura la sua passione, il jazz, e riesce ad aprire e gestire una collana apposita che stampa in Italia molte incisioni americane di grandi artisti (come Jelly Roll Morton), alcune inedite per il paese.

Meccia, nel frattempo, inizia ad incidere i primi 45 giri per la sotto etichetta Camden: è per lui che viene coniato, per la prima volta, il termine "cantautore", e desta molto scalpore la sua prima apparizione televisiva nello stesso anno in cui, accompagnandosi solo con la chitarra, esegue Odio tutte le vecchie signore, un suo brano ironico forse troppo in anticipo sui tempi.


Il marchio Camden era usato dalla RCA statunitense per le ristampe di vecchi dischi del catalogo, e prendeva il nome dalla città del Nuovo Jersey: in Italia fu usata come sottoetichetta; stessa cosa successe per il marchio Victor.



Il periodo d'oro: il campus di via Tiburtina e le produzioni |


Alla fine del 1961 vengono inaugurati anche gli studi di registrazione della RCA, siti sempre al km. 12 di via Tiburtina (l'indirizzo esatto coincide con il numero 7 di via Sant`Alessandro); si concentrano così in un complesso polivalente, tutte le fasi dell'intero processo produttivo: nuove sale per i provini (per i quali verranno affittate anche altre sale sulla via Nomentana chiamate "il cenacolo") e - oltre ai già esistenti uffici amministrativi e di marketing - studi all'avanguardia che verranno quindi usati anche da artisti di altre case discografiche. Viene anche creato un impianto per la masterizzazione ed il pressaggio dei dischi.



La prima registrazione nei nuovi studi (1962) |


Tra febbraio e marzo del 1962 RCA Italiana pubblicò uno speciale LP stereofonico (catalogazione: LPS-SPEC)




Gli studi della RCA Italiana al Km. 12 di via Tiburtina come apparivano nel 1962; tratto dalla copertina di uno speciale LP "Demonstration Record - Rome - March 1st - 1962"


intitolato "Demonstration Record - Rome - March 1st - 1962" : davanti riportava la foto degli stabilimenti RCA di via Tiburtina, sul retro della copertina il disco veniva presentato come "(...) la prima registrazione effettuata nei nuovi Studi della RCA Italiana, anteriormente alla loro inaugurazione". Il contenuto: Ottorino Respighi, I pini di Roma; due brani eseguiti dalla Banda dell'Arma dei Carabinieri (lato A). Seguono sei brani di George Gershwin eseguiti dall'orchestra di Armando Trovajoli (lato B). Come in parte suggerisce il titolo del disco, i brani in esso contenuti dovevano mostrare in modo tangibile al pubblico la qualità del suono e le caratteristiche di acustica del nuovissimo Studio A.


Nello stesso anno Micocci mette sotto contratto due giovani promesse (che negli anni successivi domineranno le classifiche di vendita), la torinese Rita Pavone ed il bolognese Gianni Morandi.


All'interno degli studi vi è anche un bar, che diventerà famoso come luogo di ritrovo degli artisti, e in cui per anni nasceranno idee per collaborazioni o canzoni nuove.

Proprio a causa di questi successi, poiché il suo nome inizia a diventare noto nell'ambiente discografico, la Dischi Ricordi gli fa la proposta di sostituire come direttore artistico Nanni Ricordi, che per alcuni dissidi ha abbandonato la casa discografica di cui pochi anni prima era stato fondatore: Micocci accetta, ed abbandona Roma per trasferirsi a Milano.


Per sostituire Micocci, Melis ingaggia come direttore artistico proprio Ricordi, che porta con sé alla RCA alcuni cantautori amici, come Sergio Endrigo e Gino Paoli (successivamente imitati anche da Luigi Tenco e Enzo Jannacci): è proprio in questi anni che la RCA Italiana diventa la casa discografica leader per le vendite, grazie a brani come Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, Non son degno di te e In ginocchio da te interpretati da Morandi, La partita di pallone, Cuore e Datemi un martello da Rita Pavone, ma anche Io che amo solo te scritta e cantata da Endrigo o Sapore di sale di Paoli, abbinando quindi la canzone d'autore di qualità alla canzone più orecchiabile e di consumo.


Il 45 giri più venduto del periodo per la RCA, però, è un altro: si tratta di una canzone lanciata dal concorso Un disco per l'estate 1965, Il mondo, scritta e cantata da Jimmy Fontana, che viene anche tradotta e riproposta in numerose versioni all'estero.

Il successo di queste canzoni è anche dovuto agli arrangiamenti, spesso opera di musicisti come Morricone e Bacalov che non si limitano all'orchestrazione ma cercano anche sonorità nuove e particolari, ed agli studi, all'avanguardia per l'epoca, suddivisi in quattro sale di cui la prima, la A, era usata per le registrazioni delle orchestre, la seconda, la B, per la registrazione delle voci e dei complessi, e le altre due, la C e la D, per la realizzazione dei provini.


Come responsabile tecnico degli studi Melis chiama l'ingegner Benito Bolle, che contribuirà a gestirli in maniera tale da essere sempre aggiornati sulle novità tecnologiche.


Visto il successo, però, Melis decide di aumentare gli investimenti, e nel 1964 crea una sottoetichetta della RCA, la ARC, per la ricerca e la valorizzazione di nuovi talenti, affidandone la direzione artistica ad un giovane paroliere che lavora per la RCA, Sergio Bardotti: sono gli anni del beat, e spesso l'ARC distribuirà dischi appartenenti a questo genere, lanciando gruppi come i Rokes di Shel Shapiro o i Primitives di Mal o The Planets o solisti come Ricky Shayne, Patty Pravo o Dino, ma anche nuovi cantautori come Lucio Dalla.
L'altra grande realizzazione di Melis di questo periodo è Il Cenacolo: si tratta di una grande struttura, situata in via Nomentana, costituita da una palazzina e da piccole costruzioni adiacenti, dove viene creato un ulteriore studio di registrazione per la realizzazione di provini per artisti emergenti, che lavorava con orario continuato consentendo agli artisti di soggiornare lì per il tempo necessario a realizzare al meglio le incisioni, e grazie a questa ricerca di nuovi talenti emergeranno alcuni nomi che raggiungeranno il grande successo negli anni successivi, come Nada o Claudio Baglioni.


Nello stesso tempo è aumentata anche la capacità della RCA di attirare artisti affermati provenienti da altre case discografiche, ed in tal modo vengono messi sotto contratto cantautori come Nicola Di Bari (grande successo nel 1968 la sua Il mondo è grigio, il mondo è blu) o cantanti come Gabriella Ferri.



Gli anni settanta |


Gli anni settanta continuano con i grandi successi sia dei vecchi artisti, sia di nuovi, spesso reclutati grazie all'etichetta It di Micocci, come nel caso di Rino Gaetano. La RCA lancia, quindi, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Lucio Dalla e Mango ma anche artisti che vengono scritturati direttamente, come Renato Zero o riusciti esperimenti comico/musicali come quello di Marco Messeri.


Viene anche stipulato un accordo per la distribuzione della Numero Uno, la casa discografica di proprietà di Mogol e Lucio Battisti; accordi simili vengono fatti (per periodi più o meno brevi) con molte case discografiche minori, come l'Apollo di Edoardo Vianello, la Valiant di Gianni Marchetti, la Mama Records di Herbert Pagani, la Spaghetti Records di Alessandro Colombini e l'Amico di Don Backy.


Inoltre Melis e Lilli Greco danno vita, in questo periodo, al Cenacolo, situato sulla via Nomentana, luogo di incontro e di crescita per gli artisti, con studi di registrazione e sale prove[3].


Si ha, però, in questi anni, un primo periodo di problemi economici, dovuto da un lato ad una crisi più generale del mercato discografico italiano (a partire dal 1973) e da un altro ad una serie di investimenti sbagliati: il più evidente è quello dovuto al lancio delle cassette Stereo 8, che fu imposto dalla casa madre e che, alla fine, fallì miseramente, ma certamente altri errori furono da un lato l'incapacità di trattenere alcuni artisti di successo (nel 1978 in pochi mesi la RCA perde Baglioni, che firma per la CBS e Venditti, che passa alla Philips) e dall'altro la perdita di risorse nel far incidere dischi ad artisti che non raggiunsero gli obiettivi di vendita previsti, pur essendo molto meritevoli dal punto di vista artistico (ad esempio Piero Ciampi e Renzo Zenobi).



La crisi e l'acquisizione da parte della BMG. L'abbandono di via Tiburtina e la nuova sede. |


Nel 1983, avendo saputo che la BMG Ariola era interessata all'acquisto della RCA, e che i dirigenti statunitensi avevano la necessità di operare una forte riduzione del personale in tutto il mondo e, quindi, anche in Italia (dove da 600 dipendenti bisognava scendere a 200), Melis decide di dimettersi e di abbandonare l'azienda (solo 10 anni dopo, nel 1993, tenterà di reinserirsi nel mondo discografico fondando una sua casa discografica, la THM, con scarso successo).


Di fatto, anche per il clima di incertezza e la riduzione di mezzi, in questo periodo molti artisti abbandonano la casa discografica (tra i più noti Gabriella Ferri e Ivano Fossati nel 1982; Paolo Conte, Riccardo Cocciante e Anna Oxa nel 1983; Francesco De Gregori nel 1986), e non vengono ingaggiati personaggi di rilievo, se si esclude nel 1984 Luca Carboni.


Poco prima della vendita, si ha l'acquisizione da parte della casa madre americana del 10 % delle azioni di proprietà dello IOR (per rendere più agevole la contrattazione).


Nel dicembre 1986 muore Giuseppe Ornato, con Melis l'altro artefice degli anni d'oro della RCA Italiana, e pochi mesi dopo la vendita alla BMG sancisce la fine di quella che resta una pagina gloriosa nella storia della discografia italiana. L'enorme archivio di provini e dischi della RCA confluisce probabilmente in quello della società acquirente, anche se ne disconosce l'attuale ubicazione o conservazione. Alcune fonti riportano come tutto il materiale viene lasciato in via Tiburtina fino al 2001, per dar tempo ai tecnici di utilizzare le apparecchiature in loco per digitalizzare tutti i master multitraccia nel modo più fedele possibile alla filosofia con cui furono incisi. In tale anno il materiale viene asportato e trasferito in Germania, dove sarà di BMG prima e Sony poi. Parte dei master viene però portata al macero perché commercialmente ininfluente.


Nel luglio del 2001, il presidente della BMG Franco Reali lascia l'incarico, senza sostituzione. È un chiaro segnale del fatto che il gruppo Bertelsmann vuole esternalizzare a studi di consulenza l'attività italiana, controllandone l'operato dai propri uffici europei[4]. Nel luglio si compie l'atto che sancisce la definitiva rottura della nuova proprietà col passato e con la RCA in generale: il complesso di via Sant`Alessandro 7 in Roma, costoso ed oramai pressoché inutilizzato (registrazioni, produzione, pressaggio e stampa venivano oramai da tempo effettuati - da tutte le etichette - presso impianti privati) viene abbandonato, trasferendosi gli uffici rimanenti (marketing e promozione) prima in via Mascagni 160[5] e successivamente - dopo la fusione con Ricordi e l'acquisizione da parte di Sony - in via della Maglianella 65/F[6]. Gli edifici della sede storica sono stati in parte demoliti, per far spazi a nuove strutture. Sono sopravvissuti gli immobili degli studi di registrazione, la palazzina dirigenti, il magazzino e pochi altri. Questi palazzi - completamente svuotati ed ampiamente rimaneggiati anche esternamente - sono oggi utilizzati come magazzini per ditte di import/export e depositi di ingrosso abbigliamento e calzature.



L'etichetta |




Il restyling dell'etichetta, utilizzato dal 1968 in poi.


Nel corso degli anni, l'etichetta della casa discografica è stata ri-disegnata completamente una sola volta, nel 1968, in linea con la modifica apportata dalla casa madre americana: la prima etichetta, nera con il vecchio logo e, sopra di esso ad arco, la scritta RCA Italiana, lasciò spazio alla nuova che aveva sulla sinistra il nuovo logo RCA in verticale, e sulla destra la scritta Italiana in orizzontale, a caratteri bianchi su sfondo azzurro.[7]



Le altre etichette |


La RCA Italiana ha pubblicato anche dischi con una numerazione di catalogo differente ed una diversa etichetta. Sono infatti svariate le altre etichette controllate o solo distribuite dalla casa romana. Eccole:




  • RCA Camden (Proprietà)


  • RCA Custom (Proprietà)


  • RCA Lineatre (Proprietà)


  • RCA Milano (Proprietà)


  • RCA Original Cast (Proprietà)


  • RCA Red Seal (Proprietà)


  • RCA Talent (Proprietà)


  • RCA Victor (Proprietà)


  • RCA Victrola (Proprietà)


  • Arc (Proprietà)


  • Apollo (Distribuzione; proprietà di Edoardo Vianello)


  • Barclay (Distribuzione)


  • Bella Record (Distribuzione)

  • Best Sound


  • Buddah Records (Distribuzione)


  • Cat Records (Distribuzione)


  • Catoca (Distribuzione)


  • C&M Cultura & Musica (Distribuzione)


  • Chrysalis Records (Distribuzione)


  • Come Il Vento (Distribuzione)


  • Cormorano (Distribuzione)


  • DDD - La Drogueria di Drugolo (Distribuzione; proprietà di Lando Lanni Della Quara)


  • Delta (Distribuzione; proprietà di Paolo Dossena e Lilli Greco)


  • Edig (Distribuzione)

  • General Music


  • Help! (Distribuzione; proprietà di Gianni Dell'Orso)

  • IL (Distribuzione)


  • It (Distribuzione; proprietà Vincenzo Micocci)


  • K-tel (Distribuzione)

  • Mark Tre (Distribuzione; proprietà Vincenzo Micocci)


  • MiMo (Distribuzione; proprietà di Franco Migliacci e Gianni Morandi)


  • Monitor (Distribuzione; proprietà di Carlo Nistri)


  • Numero Uno (Distribuzione)


  • Pye Records (Distribuzione)

  • Radio

  • Rare


  • Seven Records (Distribuzione; proprietà di Giuliano Facioni)


  • Sire Records (Distribuzione)


  • Spaghetti Records (Distribuzione; proprietà di Alessandro Colombini, Shel Shapiro e Silvio Crippa)


  • Stiff Records (Distribuzione)


  • Tamla Motown (Distribuzione)

  • Tomorrow


  • Una sors coniunxit (Distribuzione; proprietà di Vincenzo Micocci)

  • Valiant

  • Vista

  • "X" (proprietà)


  • YEP Records (Distribuzione; proprietà di Franco ed Elio Palumbo)


  • Zerolandia (Distribuzione; proprietà di Renato Zero)



I dischi pubblicati |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Catalogo RCA Italiana.


Note |




  1. ^ Claudio Rendina, L'oro del Vaticano, Newton Compton Editori, 25 novembre 2010, ISBN 9788854126817. URL consultato il 25 marzo 2017.


  2. ^ cfr. l'intervista Archiviato il 18 dicembre 2009 in Internet Archive.


  3. ^ Ennio Melis, su www.ilpopolodelblues.com. URL consultato il 25 marzo 2017.


  4. ^ Rockol.com s.r.l., √ Franco Reali dà l'addio a BMG, in Rockol. URL consultato il 25 marzo 2017.


  5. ^ Rockol.com s.r.l., √ Dopo quasi 50 anni, la BMG (ex RCA) cambia sede, in Rockol. URL consultato il 25 marzo 2017.


  6. ^ Rockol.com s.r.l., √ BMG, completato il trasferimento degli uffici romani, in Rockol. URL consultato il 25 marzo 2017.


  7. ^ Discografia Nazionale della canzone italiana, su discografia.dds.it. URL consultato il 25 marzo 2017.



Bibliografia |



  • Mario De Luigi, L'industria discografica in Italia, Roma, Lato Side, 1982.

  • Mario De Luigi, BMG Ariola - RCA Italiana, in Gino Castaldo (a cura di), Dizionario della canzone italiana, Roma, Curcio, 1990, pp. 187-188.

  • Enrico Deregibus (a cura di), Dizionario completo della canzone italiana, Firenze, Giunti, 2006, ISBN 978-88-09-04602-3.

  • Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, 1ª ed., Mondadori, 1996 [1ª ed. Laterza 1992], ISBN 88-04-42405-2.

  • Maurizio Becker, C'era una volta la RCA. Conversazioni con Lilli Greco, Roma, Coniglio, 2007, ISBN 88-88833-71-4.

  • Mario De Luigi, Storia dell'industria fonografica in Italia, Milano, Musica e Dischi, 2008, ISBN 88-903380-0-8.

  • Riviste Musica e dischi (Annate 1945-1968), Il Musichiere (Annate 1959-1961), TV Sorrisi e Canzoni (Annate 1952-1968) ed altre (Ciao amici, Giovani, Big, ecc...ecc...)



Voci correlate |



  • Etichetta discografica

  • Etichetta discografica indipendente

  • Festival delle rose



Collegamenti esterni |



  • Catalogo RCA Italiana del 1964, su icbsa.it.

  • Catalogo RCA del 1975, su icbsa.it.



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