Rai




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – "RAI" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi RAI (disambigua).






























































Rai – Radiotelevisione Italiana
Logo

Rai Roma viale mazzini.JPG
Sede della presidenza e direzione generale della Rai a Roma; viale Giuseppe Mazzini, 14
Stato
Italia Italia
Forma societaria Società per azioni
Fondazione 3 gennaio 1954 a Roma
Fondata da Governo italiano
Sede principale Roma
Filiali
Rai Pubblicità, Rai Cinema, Rai Way, Rai Com
Persone chiave



  • Marcello Foa, presidente


  • Fabrizio Salini, amministratore delegato


Settore Media
Prodotti canali radio, canali televisivi, editoria
Fatturato 2,78 miliardi di €[1] (2016)
Utile netto 14,3 milioni di €[2] (2017)
Dipendenti 11 635 (2014)
Slogan «Per te. Per tutti»
Sito web
www.rai.it/

La Rai − Radiotelevisione Italiana S.p.A., denominazione spesso abbreviata in italiano in Rai o RAI[3], è la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. È una delle più grandi aziende di comunicazione d'Europa, il quinto gruppo televisivo del continente[4].




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 1924-1927: Unione Radiofonica Italiana


    • 1.2 1927-1944: Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche


    • 1.3 1944-1953: Radio Audizioni Italiane


    • 1.4 1954-1960: La RAI diventa Radiotelevisione Italiana


    • 1.5 1961-1999: l'espansione della televisione e la riforma


    • 1.6 2000-2018: La rivoluzione digitale




  • 2 Aree Rai


  • 3 Canali televisivi e radiofonici


    • 3.1 Orario delle trasmissioni televisive


    • 3.2 Sequenze di apertura e chiusura delle trasmissioni


    • 3.3 Canali televisivi


    • 3.4 Canali televisivi in alta definizione


    • 3.5 Canali televisivi in Ultra Alta Definizione


    • 3.6 Canali televisivi internazionali per gli italiani all'estero (Europa esclusa)


    • 3.7 Canali televisivi regionali


    • 3.8 Canali televisivi in onda solo sul web


    • 3.9 Canali televisivi cessati


    • 3.10 Canali televisivi in consorzio


    • 3.11 Canali radiofonici


    • 3.12 Canali radio regionali


    • 3.13 Canali radio cessati




  • 4 Testate giornalistiche


    • 4.1 Rai Mobilità


    • 4.2 Rai Televideo




  • 5 Rai.it


  • 6 Rai Orchestra


  • 7 Editoria


  • 8 Radiocorriere TV


  • 9 Innovazione e ricerca


  • 10 Strutture


  • 11 Sedi e centri di produzione


    • 11.1 Centri di produzione televisiva (CPTV)


    • 11.2 Centri di produzione radiofonica (CPR)


    • 11.3 Sedi regionali - produzione tv e radio


    • 11.4 Sedi regionali distaccate


    • 11.5 Sedi all'estero




  • 12 Le minoranze linguistiche e le regioni autonome


    • 12.1 Trentino-Alto Adige


    • 12.2 Friuli-Venezia Giulia


    • 12.3 Valle d'Aosta


    • 12.4 Sardegna


    • 12.5 Sicilia




  • 13 Governance e top management


    • 13.1 Presidenti


    • 13.2 Amministratori delegati


    • 13.3 Direttori generali


    • 13.4 Struttura organizzativa


    • 13.5 Direttori editoriali




  • 14 Consiglio di amministrazione


    • 14.1 Consiglieri designati dalla Commissione parlamentare di vigilanza


    • 14.2 Consiglieri designati dal Ministero dell'economia e delle finanze




  • 15 Principali manager e direttori


    • 15.1 Canali televisivi


    • 15.2 Canali radiofonici


      • 15.2.1 Testate giornalistiche televisive




    • 15.3 Testata giornalistica radiofonica nazionale


    • 15.4 Testata giornalistica televisiva e radiofonica regionale


      • 15.4.1 Di struttura






  • 16 Azionisti


  • 17 Principali partecipazioni


    • 17.1 Società controllate


    • 17.2 Società collegate




  • 18 Convenzioni


  • 19 Finanziamenti pubblici: il canone televisivo


  • 20 Livello di debito


  • 21 Critiche


    • 21.1 Lottizzazione


    • 21.2 Cattiva amministrazione




  • 22 Speaker


    • 22.1 Speaker




  • 23 Loghi


    • 23.1 Cronologia dei loghi


    • 23.2 Loghi in sovrimpressione




  • 24 Eurovisione


  • 25 Slogan


  • 26 Cavalli della Rai


  • 27 Onorificenze


  • 28 Note


  • 29 Voci correlate


  • 30 Altri progetti


  • 31 Collegamenti esterni





Storia |



1924-1927: Unione Radiofonica Italiana |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Unione Radiofonica Italiana.

L'8 febbraio 1923 venne pubblicato il regio decreto n. 1067, che affidava allo Stato l'esclusiva sulle radioaudizioni circolari da esercitare tramite società concessionaria. Sorsero varie società con l'obiettivo di ottenere tale concessione; tra queste vi era la Società Italiana Radio Audizioni Circolari (SIRAC) e la Società anonima radiofono - Società italiana per le radiocomunicazioni circolari (Radiofono), fondata nel settembre 1923 dalla Marconi Company. Proprio la Radiofono, il 20 marzo 1924, installò a Centocelle una stazione di prova, ma il 25 marzo non riuscì a trasmettere un discorso pronunciato da Benito Mussolini al teatro Costanzi di Roma, forse a causa di interferenze elettriche.[5][6]


Il 3 giugno 1924 il Ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano indirizzò una lettera alle società che avevano fatto richiesta per la concessione invitandole a trovare un accordo. Il compromesso raggiunto portò alla nascita dell'URI, Unione Radiofonica Italiana, costituita dalla fusione della Radiofono con la SIRAC, con capitale sociale di 1.400.000 lire (85% della Radiofono e 15% della SIRAC). Presidente della società venne nominato Enrico Marchesi, proveniente dalla FIAT, dove aveva ricoperto per parecchi anni l'incarico di direttore amministrativo. Il Vice presidente era Luigi Solari, persona molto vicina agli interessi di Guglielmo Marconi che, forte dell'invenzione della radio, stava cercando di creare un modello che ricalcasse quello adottato in altri Paesi.



Dalla sua prima stazione trasmittente di San Filippo in Roma, prodotta dalla Marconi, il 6 ottobre, alle ore 21:00, Ines Viviani Donarelli, dallo studio romano di palazzo Corrodi, lesse il primo regolare annuncio della neonata radio:


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«URI (Unione Radiofonica Italiana). 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto "Opera 7", I e II tempo.[7]»



Il programma, della durata di un'ora e mezza, previde la trasmissione di musica operistica, da camera e da concerto, con un bollettino meteorologico e notizie di borsa.


Il 27 novembre 1924 il governo assegnò alla società privata URI la concessione, in esclusiva, del servizio delle radioauzioni circolari per la durata di sei anni (prorogabili per altri quattro), assegnazione sancita dal R.D. 14 ottobre 1924 n. 2191 Concessione dei servizi radioauditivi circolari alla Società Anonima Unione Radiofonica Italiana (U.R.I.) pubblicato in G.U. n. 11 del 15 gennaio 1925 pp. 164–167. In particolare si sancì che l'URI era l'unica emittente radiofonica italiana autorizzata a diffondere notizie di interesse pubblico e cheil Governo era il solo a concedere il placet per la trasmissione di notizie di agenzie di stampa diverse dall'Agenzia Stefani.


Nel gennaio 1925 nacque Radiorario, rivista settimanale dell'URI che promuoveva il nuovo mezzo. Vennero aperte altre due stazioni radiofoniche, prima a Milano e poi a Napoli. Nel 1926 La SIRAC e la URI fondarono la Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima (SIPRA), per gestire la pubblicità radiofonica.



1927-1944: Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche.

Il 17 novembre 1927 con R.D. n. 2207 si stabilì la trasformazione dell'URI nell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche, conosciuto come EIAR, sotto forma di società anonima (società per azioni dal 1942)[8], la creazione di un comitato di vigilanza sulle radiodiffusioni e una nuova concessione. Sebbene l'azienda fosse privata (tra i soci vi erano la General Electric, la SIP - Società idroelettrica piemontese e la Fiat), il decreto imponeva che, insieme alla concessione esclusiva di 25 anni, quattro membri del consiglio di amministrazione dovevano essere rappresentanti del governo e che lo statuto e le sue modifiche dovevano essere approvate dal ministro delle Poste e Telecomunicazioni.[5]


Il fenomeno delle radioaudizioni prese il via a partire dagli anni trenta, agevolato dalle iniziative del regime che dotò ogni casa del Fascio di un apparato ricevente denominato radio popolare e assunse in seguito il motto "Ogni paese deve avere la sua radio", sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la radio Rurale e la radio Balilla. Lungo tutta la penisola vennero aperte stazioni radio sia in onde medie, ad esempio a Trieste[9], Bari[10], Palermo[11], sia in onde corte, utilizzate per le trasmissioni verso i paesi del Mediterraneo, dell'America del Sud e dell'Asia. Iniziarono inoltre le sperimentazioni sulla radiovisione.


L'EIAR nel 1931 acquistò il Teatro di Torino di Via Verdi e lo adibì ad Auditorium per ospitare la sede della propria Orchestra Sinfonica Nazionale.[12] Il 23 marzo 1933 la SIP divenne azionista di maggioranza della società. Il 26 settembre 1935 le trasmissioni passarono sotto il controllo del Ministero per la stampa e la propaganda, mentre l'aspetto tecnico rimase controllato dal Ministero delle Comunicazioni.


Nel 1939 iniziò la sperimentazione delle trasmissioni televisive nelle sedi di Milano, Torino e Roma, effettuate durante la XI Mostra della Radio e la XXI Fiera di Milano e terminate l'anno successivo a causa dell'entrata in guerra dell'Italia e al fatto che queste trasmissioni interferivano con le manovre di atterraggio teleguidato negli aeroporti di Ciampino e di Linate.


Dopo l'otto settembre le sedi locali dell'EIAR continuarono a operare autonomamente: le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari, una volta occupate dagli Alleati, furono gestite dal Psychological Warfare Branch; nella Repubblica Sociale Italiana l'EIAR rimase l'organo del regime.



1944-1953: Radio Audizioni Italiane |


Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l'EIAR fu riaperta nell'Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane, che aveva come socio di maggioranza la SIP.[13] Il primo direttore della società fu Arturo Carlo Jemolo, il quale rimase in carica solo un anno, dal 1945 al 1946, quando divenne direttore Giuseppe Spataro.[13] Il 25 aprile 1945 la sede bustocca dell'EIAR assunse la denominazione di Radio Busto Libera e per prima annunciò la caduta del Fascismo e l'insurrezione generale.[5]


Alla fine della seconda guerra mondiale erano rimaste solo 12 stazioni a onde medie e due a onde corte. Le stazioni dell'Italia settentrionale furono poste sotto il controllo del Comitato di Liberazione Nazionale[14].


Nel dicembre 1945 il sistema radiofonico italiano fu riunificato sotto la RAI e nel 1946 i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti[14]: le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal PWB e dal governo, vennero costituite nella "rete rossa"; mentre le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN, diventarono la "rete azzurra".
La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano[15] e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, Genova I, Bologna, Venezia, Verona, Padova, Bolzano, nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II[16]; mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a Firenze[15] e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, San Remo, nonché Torino II, Milano II e Genova II[16].


Il 25 giugno 1946, giorno dell'insediamento dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, iniziarono le trasmissioni di Oggi al Parlamento[14].


Nel 1948 terminò la ricostruzione dell'infrastruttura radiofonica, danneggiata durante la guerra, con il completamento della nuova rete nazionale di 28 trasmettitori. Le due reti si espansero fino a coprire tutto il territorio nazionale[14].


Inoltre, nel settembre di quell'anno, si tenne la prima edizione del Premio Italia[14], dedicato alle opere radiofoniche, istituito grazie anche al direttore generale Salvino Sernesi.


Nel 1949 entrò in funzione il nuovo impianto di Prato Smeraldo[14] per le trasmissioni all'estero in italiano (distinte per l'Europa, per le Americhe, per l'Australia e Nuova Zelanda, per l'Africa Orientale e il Vicino Oriente), in inglese (per l'Europa, per l'Australia e Nuova Zelanda, per il Medio-Estremo Oriente, per il Sudafrica, per il Nordamerica), in francese (per l'Europa, per il Nordafrica e Vicino Oriente, per il Medio-Estremo Oriente, per il Canada), in spagnolo (per l'Europa e per l'America Latina), in portoghese (per l'Europa e per il Brasile), in arabo, persiano, turco, cinese, giapponese, indonesiano, hindi, urdu, bengali, esperanto, tedesco, danese, svedese, fiammingo, polacco, ceco, slovacco, ungherese, romeno, bulgaro, serbo, albanese, ucraino, lituano, russo e greco[17].


Nell'immediato dopoguerra furono inaugurati anche i programmi in tedesco e ladino di Sender Bozen e quelli in sloveno di Radio Trieste.


La RAI riprese nel 1949, dopo dieci anni, la sperimentazione delle trasmissioni televisive: dapprima a Roma, successivamente a Torino, dove fu costruito anche uno studio di registrazione[14].


Il 15 settembre venne fondata la ERI - Edizioni Radio Italiana, controllata interamente dalla RAI[14] che si aggiungeva alle consociate storiche Sipra e Fonit Cetra.


Nel febbraio 1950 fu creata l'Unione europea di radiodiffusione (UER), nella quale la Rai ottenne un posto permanente nel consiglio di amministrazione, per sostituire l'OIRT, dalla quale i paesi occidentali si erano staccati a causa della Guerra Fredda.[18]


Nello stesso anno viene creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi ad essere trasmesso in modulazione di frequenza. Alla fine del 1951 il palinsesto radiofonico fu ristrutturato intorno a tre programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale[19][20].
Grosso modo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra[21][22].


In questo periodo la Rai aveva vari complessi artistici stabili. Per la musica classica le tre orchestre e cori delle sedi regionali di Torino, Milano e Roma (cui nel 1957 si aggiungerà l' Orchestra da Camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli). Per il teatro le compagnie di prosa di Firenze e Torino, nonché la "Compagnia del Teatro Comico Musicale di Roma" e la "Compagnia di rivista di Milano"[17].


Il 26 gennaio 1952 il Governo firmò una convenzione con cui venne concessa alla RAI l'esclusiva delle radioaudizioni circolari, della televisione e della filodiffusione fino al 15 dicembre 1972. Contestualmente, tutte le azioni della società passarono all'IRI, ponendo la RAI sotto il controllo indiretto del governo italiano.[23] L'anno successivo, le azioni della SIPRA furono spartite tra IRI e RAI. Il 19 novembre si decise l'istituzione del canone televisivo introdotto l'anno successivo.



1954-1960: La RAI diventa Radiotelevisione Italiana |




Uno studio televisivo nel centro televisivivo Rai di via Teulada a Roma in una foto di Paolo Monti del 1958


Il 3 gennaio 1954 l'annunciatrice televisiva Fulvia Colombo diede avvio alle trasmissioni televisive regolari del Programma nazionale (l'attuale Rai 1).[24] Di conseguenza, il 10 aprile, la Radio Audizioni Italiane S.p.A. cambiò la denominazione sociale in RAI - Radiotelevisione Italiana S.p.A..I principali trasmettitori erano a Roma, Milano, Napoli, Torino e Monte Peglia (TR) e coprivano poco più di un terzo della popolazione. Alla sera prese il via La Domenica Sportiva, il programma più longevo della televisione italiana ancora oggi in onda.[5]


Nel 1955, in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica, si tenne la prima telecronaca della seduta parlamentare. L'anno successivo i VII Giochi olimpici invernali, disputatisi a Cortina d'Ampezzo, furono i primi ad essere trasmessi ad un'audience internazionale in Eurovisione. I diritti di trasmissione furono ceduti gratuitamente alla RAI, alla quale fu riconosciuto anche un rimborso spese di 10 milioni di lire per coprire i costi per portare le apparecchiature fino a Cortina.[25]


Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano fu coperto dal segnale televisivo[24]. Il 3 febbraio la RAI iniziò a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello e a Roma inaugurò lo storico centro televisivo di Via Teulada 66. Il 25 novembre 1958 iniziarono i corsi di Telescuola, rivolti ai ragazzi impossibilitati a frequentare la scuola oblligatoria. A questo, nel 1960, si sarebbe affiancato Non è mai troppo tardi, programma rivolto agli adulti analfabeti. Nel dicembre 1958 prese il via anche il servizio di filodiffusione, in collaborazione con la SIP. Nel 1960 debuttò il programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto, programma storico tuttora in onda su Rai Radio 1.



1961-1999: l'espansione della televisione e la riforma |


Il 4 novembre 1961 Rosanna Vaudetti inaugurò la seconda rete televisiva, denominata Secondo Programma. Il 21 aprile 1962 venne promulgata una legge che vietava la diffusione di film e di opere teatrali, attraverso radio e televisione, che non avessero ottenuto il permesso del Ministero del Turismo e dello Spettacolo.[26] Verso la fine del 1963 iniziarono a Roma le prove di trasmissione della TV a colori con i sistemi NTSC, SECAM e PAL. Dal gennaio del 1964 in tutta Italia vennero effettuate prove quotidiane per l'industria.[5]


Nel 1965 si tenne per la prima volta in Italia l'Eurovision Song Contest (10º Gran Premio Eurovisione della Canzone), ospitato nell’Auditorium Rai di Napoli, l'azienda ne curò anche le trasmissioni. Il 3 maggio 1966, su invito della UER, la RAI organizzò delle dimostrazioni di TV a colori con diversi standard per i rappresentanti di UER e OIRT e delle industrie. Il 15 luglio 1967 la RAI partecipò al primo collegamento televisivo satellitare diretto con tutti i continenti. Nel 1968 andò in onda lo sceneggiato Odissea, prima produzione realizzata a colori. Nel 1965 la Direzionale Generale RAI si sposta nella nuova sede di Viale Mazzini nel quartiere Prati di Roma, primo edificio realizzato interamente in acciaio e vetro progettato dall'architetto Francesco Berarducci, è uno degli edifici più rilevanti dell’architettura italiana del dopoguerra, vincitore del premio Inarch 1965, che diventerà l'immagine stessa della RAI trasmessa ogni giorno di apertura dei telegiornali da allora ad oggi.


Tra il 1969 e il 1970 la RAI instaurò vari collegamenti satellitari con diversi paesi nel mondo: Brasile, Messico, Argentina, Australia e Giappone. Nel maggio del 70 RAI, SIPRA e altri costituirono il Comitato Pubblicità Progresso, per campagne pubblicitarie di pubblico interesse. Il 5 maggio 1971 RAI e SIP si impegnarono a diffondere maggiormente la filodiffusione almeno in tutti i capoluoghi di provincia. Il 21 maggio il Ministero della Pubblica Istruzione e la RAI firmarono una convenzione per potenziare le trasmissioni radiotelevisive a carattere formativo, come Telescuola.




Rai CPTV di Roma, via Teulada 66


Nel 1972, i Giochi della XX Olimpiade, tenutisi a Monaco, furono trasmessi a colori, dopo parere affermativo del Consiglio Superiore Tecnico delle Telecomunicazioni, con sistemi PAL e SECAM. Il 15 dicembre terminò la concessione dei servizi radiotelevisivi, che venne prorogata di un anno fino all'approvazione della riforma del settore radiotelevisivo. Nella stessa sede si stabilì che il controllo della SIPRA fosse assunto interamnete dalla RAI.


Il 20 marzo 1973 ebbero inizio le trasmissioni sperimentali per le persone affette da sordità: queste non erano solo di puro intrattenimento, coprivano anche le informazioni e i problemi di inserimento nella società. Alla fine dell'anno, poiché non era stata ancora varata nessuna legge, venne fatta una proroga della concessione fino all'aprile dell'anno successivo. Arrivati alla scadenza della seconda proroga, tramite decreto legge ratificato successivamente, ne venne emessa un'altra che sarebbe durata fino all'approvazione della riforma del settore e, comunque, non oltre il 30 novembre.[27]


Il 14 aprile 1975 viene approvata la Legge n. 103 che portò ad una prima riforma della RAI: il controllo della società passava dal Governo al Parlamento, attraverso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. per garantire il pluralismo della società. Venne decisa la realizzazione di una terza rete nazionale da affiancare alle prime due; queste ultime vennero ribattezzate Rete 1 (o TV1) e Rete 2 (o TV2).[28] Si sancì inoltre che la concessione dovesse essere data ad una società per azioni completamente pubblica, quindi le azioni vennero suddivse tra IRI, con il 99,55%, e la SIAE, con lo 0,45%. Infine si stabilì che il consiglio di amministrazione fosse composto da "16 membri, di cui: sei eletti dall'assemblea dei soci; dieci eletti dalla Commissione parlamentare con la maggioranza di tre quinti dei suoi componenti, dei quali 4 scelti sulla base delle designazioni effettuate dai consigli regionali".[29] L'11 agosto, con la nuova convenzione, il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni concesse alla RAI, per sei anni, in esclusiva il servizio radiotelevisivo, mentre il servizio di radiofotografia circolare non era in esclusiva.


Per ottemperare agli obblighi di legge, il 30 gennaio 1960 entrarono in funzione le nuove strutture generali. La produzione televisiva venne articolata intorno alle due reti, sulle quali le informazioni erano garantite da TG1 e TG2; i programmi radiofonici furono suddivisi in tre reti con altrettanti giornali radio. Questi erano affiancati dai dipartimenti: trasmissioni scolastiche ed educative per adulti; tribune e accesso; servizi giornalistici e programmi per l'estero.


Il 1º gennaio 1977 si concluse, dopo vent'anni, la rubrica pubblicitaria Carosello. Un mese più tardi iniziarono ufficialmente le trasmissioni televisive a colori. Il 15 dicembre 1979 Fabiana Udenio inaugurò Rete 3 o TV3, rete televisiva inizialmente progettata e realizzata per la diffusione di programmi su base regionale. Nello stesso periodo fu deliberato l'aumento del capitale sociale da 10 a 40 miliardi di lire. Nel 1983 vennero rinominati i canali televisivi: Rete 1, Rete 2 e Rete 3 diventarono RaiUno, RaiDue e RaiTre. Nello stesso periodo venne realizzato Arlecchino, il primo esperimento RAI di programma in HD. Il 6 dicembre 1984 con un decreto legge venne modificata la composizione del CdA: a Commissione avrebbe eletto tutti i 15 membri del consiglio di amministrazione; il presidente e il direttore generale sarebbero stati scelti dall'assemblea dei soci.[30] Si decise inoltre l'aumento di capitale, che triplicò.


Nel 1987 RaiTre venne equiparata alle altre due reti, iniziando a trasmettere a livello nazionale; si profilò così la lottizzazione dei tre canali televisivi pubblici, rimasta in vigore fino alla fine della Prima Repubblica: RaiUno alla DC, RaiDue al PSI e RaiTre al PCI. Al Festival del cinema di Venezia di quell'anno venne presentato, fuori concorso, il film Giulia e Giulia, il primo lungometraggio al mondo ad essere ripreso con telecamere ad alta definizione. A luglio l'azienda iniziò i test sul tratto autostradale tra Firenze e Bologna di un canale radiofonico ad isofrequenza, dedicato agli automobilisti. Alla fine del 1989, finiti i test, partì il canale ufficiale, 24 ore su 24, centrato a 103,3 MHz, con notiziari, musica e messaggi sul traffico curati dalla Società Autostrade.


Nel 1990 partirono le sperimentazioni delle trasmissioni satellitari, tramite RaiSat, riguardanti la radio ad alta definizione e i programmi televisivi in alta definizione e multilingua. Dal centro tecnico di produzione radiotelevisivo di Saxa Rubra vennero diretti i lavori per la trasmissione dei Mondiali di calcio Italia'90, che rappresentarono la prima comunicazione punto-multipunto di programmi ad alta definizione. Il 6 agosto venne promulgata la Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, con la quale veniva riorganizzato anche il consiglio di amministrazione RAI, che sarebbe stato rinnovato ad ogni inizio di legislatura da parte della Commissione di vigilanza.[31]


Nel 1991 la Rai organizzò l'Eurovision Song Contest 1991, tenutosi nel Teatro 15 di Cinecittà a Roma. Venne inoltre costituita la RTVRSM - Radiotelevisione della Repubblica di San Marino, della quale la RAI possedeva il 50%. Nel 1995 vennero avviati in Val d'Aosta i test del DAB-T, la radio digitale. Con il referendum popolare venne abrogata la legge che riservava esclusivamente alla mano pubblica il possesso delle azioni Rai, tuttavia non si procedette mai alla privatizzazione.[32] Nel 1996 l'azienda inaugurò la trasmissione dei programmi televisivi, in tecnica digitale, via satellite Eutelsat Hotbird 13°est. Nel 1997 nacquero Rai Trade S.p.A. e RaiSat, la divisione satellitare della Rai, che l'anno successivo venne scorporata come RaiSat S.p.A. Nel 1999, dopo aver creato la Divisione Trasmissione e Diffusione, incorporò la NewCo TD.[33] Venne aperto il canale Rai News 24.



2000-2018: La rivoluzione digitale |



Nel 2000, a causa della liquidazione della holding pubblica IRI, il 99,5% delle azioni passarono a Rai Holding S.p.A., in mano al Ministero dell'Economia.[34] Il 1º marzo RaiWay, grazie all'assorbimento della sezione DTD, divenne operativa.[33] Nel 2004 le trasmissioni televisive compirono 50 anni e quelle radiofoniche 80: su Rai Uno, Rai Due e Rai Tre andò in onda Buon compleanno TV, condotto da Pippo Baudo per festeggiare. Il 1º dicembre dello stesso anno Rai Holding fu fusa nella Rai S.p.A. costituendo l'attuale società.




Rai CPTV "Biagio Agnes" di Saxa Rubra (Roma)




Rai Teche in via Salaria a Roma.


Il 27 settembre 2005 la RAI creò il proprio canale YouTube ufficiale[35], attraverso il quale pubblicarono video tratti dal sito ufficiale Rai.tv (online da dicembre dello stesso anno). Il 1º giugno 2014, tuttavia, vennero eliminati quasi tutti i video caricati ed anche quelli caricati da altri utenti. Nel 2007 il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni presentò un ddl, che non venne approvato, che avrebbe dovuto riformare interamente il settore radiotelevisivo privato e pubblico, che prevedeva, tra le altre cose, il passaggio del controllo RAI ad una fondazione e una riformulazione del consiglio di amministrazione.[36] Fu inoltre posto sotto licenza creative commons una considerevole parte dell'archivio Rai, resa gratuitamente consultabile e riproducibile dal sito Internet.


Il 10 maggio 2008 debuttò la piattaforma Rai Digitale Terrestre, bouquet di canali per il digitale terrestre, composto inizialmente da 8 canali, 2 dei quali già esistenti (Rai News24 e Rai Gulp), visibili sia attraverso la tecnologia DVB-T che quella DVB-S. Nello stesso giorno, con il 91º Giro d'Italia, partì Rai Sport Più. La UEFA Euro 2008 (campionato svoltosi in Austria e Svizzera) e le Olimpiadi estive di Pechino 2008 furono trasmesse sul digitale terrestre in 16:9 e, in alcune aree, in alta definizione. Il 14 luglio nacque Rai 4, dedicato alla sperimentazione.


Il 2 febbraio 2009, sul digitale terrestre, fu lanciato un nuovo canale tematico gratuito: Rai Storia. Il 31 luglio, i canali RaiSat passarono da Sky Italia al digitale terrestre e alla nuova piattaforma satellitare Tivùsat, gestita da Tivù Srl, fondata da RAI, Mediaset e Telecom Italia[37]. Nello stesso anno chiuse RaiSat Smash Girls, mentre RaiSat Gambero Rosso passò sotto la gestione diretta di Sky. Il 1º novembre la Rai iniziò a trasmettere gli spot pubblicitari in 16:9.


Il 18 maggio 2010, dopo 10 anni, l'azienda cambiò loghi e colori e il 22 novembre realizzò nuove animazioni per i canali generalisti. L'azienda assorbì la società RaiSat. Il 26 novembre aprì Rai 5, canale culturale che sostituiva Rai Extra.[38][39]. Per quanto riguarda la radio vennero resi disponibili in streaming sul sito Rai.tv. tre web radio.


Il 4 luglio 2012 la RAI, così come le altre emittenti italiane, spense definitivamente tutti i canali analogici risultando disponibile solo sul digitale terrestre, sul satellite (con alcuni canali e programmi visibili solo con il decoder Tivùsat) oltre che in streaming via web. Il 31 dicembre il TG2 fu il primo delle tre tv generaliste ad essere trasmesso in 16:9. L'anno successivo iniziarono i test dello standard DVB-T2[40]. Nel 2014 le trasmissioni televisive della Rai compirono 60 anni e quelle radiofoniche 90. Su Rai 1 andò in onda una puntata speciale di Techetechetè per festeggiare il sessantenario. Inoltre il TG1 ed il TG3 iniziarono a trasmettere in 16:9 ed in HD.


Nel 2015 venne lanciato il nuovo portale Rai dedicato ai giovani. Il 23 luglio il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, annunciò il lancio di tre nuove reti radiofoniche, Rai Radio 6 Teca, Radio 7 Live (dal 7 settembre) e Rai Radio 8 Opera (dal 6 agosto), e il cambio di nome di altre due reti: Rai Radio FD4 sarebbe diventata Rai Radio 4 Light e Rai Radio FD5 sarebbe diventata Rai Radio 5 Classica. Le radio vennero rese disponibili sul DAB+, sul satellite (tivùsat) e sul sito web della Rai.[41];


Nel 2016 entrò in vigore la nuova riscossione del "canone RAI", accorpato nella bolletta elettrica; il provvedimento governativo era stato introdotto nella legge di stabilità 2016.[42] Dal 1º maggio Rai Yoyo, Rai 5 e Rai Storia furono le prime reti televisive italiane a trasmettere senza interruzioni pubblicitarie. Il 28 maggio venne cancellata, dopo 62 anni, la figura della signorina buonasera. In occasione dei XXXI Giochi olimpici di Rio de Janeiro, la Rai offre una copertura con tre canali televisivi in HD (Rai 2 e i canali Rai Sport) disponibili su DTT, Sky e Tivùsat, un sito internet e un'app che coprono ogni evento prodotto dall'OBS. Verso la fine dell'anno andò online RaiPlay e vi furono vari cambiamenti grafici, per le prime 4 reti, e ai canali disponibili: partì Rai 5 HD, Rai Sport 2 HD terminò la programmazione e le versioni in HD dei tre canali generalisti arrivarono anche sul digitale terrestre.


Il 1º gennaio 2017 fu abbandonato il segnale orario (solo in TV), a causa del nuovo segnale digitale che, essendo trasmesso via satellite, arriva con un ritardo di due secondi, non garantendo dunque una certa precisione nel conteggio dei minuti[43]. Il 4 gennaio si ampliò l'offerta televisiva in HD attraverso la piattaforma Tivùsat: furono attivati Rai News 24 HD, Rai Storia HD, Rai Scuola HD, Rai Gulp HD e Rai Yoyo HD[44]. Il 5 febbraio si spense Rai Sport 2 mentre Rai Sport 1 prese il nome di Rai Sport nella versione standard, spostandosi al canale 58. Rai Sport 1 HD, che si trovava al canale 557, diventò Rai Sport + HD e passò al canale 57. Inoltre i loghi di tutte le reti vennero spostati nell'angolo superiore sinistro del teleschermo come già attuato da settembre 2016 per le prime quattro reti. Il 10 aprile si completò il restyling delle reti tv con l'estensione a quelle tematiche ad eccezione di Rai News 24. Il 12 giugno si inaugurò il decimo canale radio nazionale, Rai Radio Kids, dedicato ai bambini dai 2 ai 10 anni senza pubblicità[45] e, contestualmente, furono rinominate Rai Radio 4 Light in Rai Radio Tutta Italiana, Rai Radio 5 Classica in Rai Radio Classica, Rai Radio 6 Teca in Rai Radio Techete' e Rai Radio 7 Live in Rai Radio Live. Il 19 dicembre nacque RaiPlay Radio, la nuova piattaforma internet per ascoltare tramite web e app dedicata i dieci canali radio Rai[46].


Il 14 giugno 2018 nasce Rai Radio 1 Sport con un palinsesto tutto sportivo e il 21 successivo Rai Radio 2 Indie, canale dedicato alla musica rock e alternative, pop italiana e agli eventi live. I canali radiofonici della radiotelevisione pubblica italiana aumentano a 12.[47] Il 13 settembre 2018 Rai 4 esce dalla piattaforma pay Sky, rimanendo visibile via satellite solo su Tivùsat. Il 27 settembre 2018 Marcello Foa viene nominato nuovo presidente della Rai.



Aree Rai |


La società presenta sei aree operative principali.[48]




  • Editoriale e Testate si occupa delle attività editoriali e giornalistiche del settore radio televisivo. Inoltre, attraverso Rai Cinema valorizza i diritti commerciali delle proprie produzioni.


  • Tecnologia e Produzione, coordinata dal Chief Technology Officer, studia e sviluppa il comparto delle tecnologie, attraverso il Centro ricerche e innovazione tecnologica, gestisce le frequenze del digitale terrestre e satellitari, ma non gestisce né sviluppa la rete, che è affidata a Rai Way.


  • Finanza e Pianificazione, a capo della quale vi è il Chief Financial Officer, gestisce, attraverso delle direzioni, gli aspetti amministrativi ed economico-finanziari; tra questi ci sono il coordinamento delle sedi regionali ed estere e la gestione del canone e dei beni immobili.


  • Chief Digital Officer dirige le direzioni Digital, Teche e la Struttura Servizi di Pubblica Utilità.


  • Pubblicità e Commerciale supervisiona l'operato delle controllate Rai Pubblicità, per la raccolta pubblicitaria, e “Rai Com”, per la valorizzazione delle produzioni Rai.


  • Corporate e Supporto racchiude la gestione delle risorse umane e dello staff del Direttore Generale, le direzioni che si occupano delle relazioni esterne, Istituzionali e internazionali, l'ufficio legale e la sezione legata alla sicurezza. Si occupa anche dei diritti sportivi.



Canali televisivi e radiofonici |



Orario delle trasmissioni televisive |





Monoscopio Philips PM5544


Nei primi anni di trasmissione regolare, i programmi partivano intorno alle 17:30 e si concludevano verso le 23:30. Nei giorni festivi, l’inizio era anticipato alle 11:00, con un’interruzione dalle 16:00 alle 17:00.


Dal 15 gennaio 1968 le trasmissioni del Programma Nazionale cominciarono verso le 12:30, ad eccezione della domenica, in cui l’orario di inizio era anticipato alle 11:00, i programmi venivano sospesi dalle 14:00 alle 17:00 e proseguivano sino alle 23:30 circa. Tale orario di chiusura era valido anche per il Secondo Canale, dove i programmi andavano tuttavia in onda dalle 18:00 fino al 1971, quando l’orario di inizio trasmissioni fu uniformato a quello del Programma Nazionale. Nei primi anni di trasmissione, i programmi di Rete 3 iniziavano intorno alle 18:30 e si concludevano verso le 22:30. Successivamente l'orario si uniformò a quello degli altri due canali.



A cominciare dai primi anni ottanta ci furono diversi cambiamenti. Il primo fu l’eliminazione della pausa fra le 14:00 e le 17:00, avvenuta ufficialmente il 5 ottobre 1980 (eccetto nelle estati del 1981 e del 1982, dove ancora vigeva la pausa pomeridiana). L’orario di chiusura fu fissato per l’una di notte (rimanendo sostanzialmente invariato nel corso del tempo), quello di apertura fu inizialmente confermato alle 12:30, salvo la domenica in cui fu anticipato alle 10:00. A partire dal 3 ottobre 1983, l’inizio delle trasmissioni nei giorni lavorativi fu fissato per le 12:00. Il 22 dicembre 1986, con l’introduzione delle fasce mattutine, Rai 1 anticipò l’inizio delle trasmissioni alle 7:00. Questo cambiamento interessò anche Rai 2 che, a partire dal 26 ottobre 1987, anticipò il proprio orario di apertura delle trasmissioni alle 8:00. Rai 3, che inizialmente aveva gli stessi orari del secondo canale, vide variare gli orari di inizio di programmi negli anni successivi. Nel 1991, in occasione della prima Guerra del Golfo, venne per la prima volta adottata la programmazione 24 ore su 24, che prese definitivamente il sopravvento intorno alla fine del 1993.




Il primo Monoscopio


Durante queste pause veniva trasmesso il monoscopio. Il primo che venne utilizzato era in bianco e nero, basato sul monoscopio RCA e rielaborato dal grafico pubblicitario Erberto Carboni, lo stesso che creò il logo Rai anni 50 a lettere squadrate, inizialmente solo per la radio, e che poi aggiunse nel 1954 le due lettere TV sovrapposte. Successivamente, con le sperimentazioni televisive a colori, venne sostituito da un monoscopio a colori, il Philips PM5544. Quest'ultimo è stato proposto fino a giugno 2012 nelle pause notturne che la Rai operava una volta alla settimana, il primo martedì del mese su Rai 1, il secondo martedì del mese su Rai 2 e il terzo venerdì del mese su Rai 3. L'immagine era accompagnata da una nota continua: un Sol a 384 Hz per il monoscopio RCA, e a 400 Hz per il monoscopio Philips PM5544. La terza rete televisiva, all'epoca, proponeva anche il monoscopio della sede regionale: si trattava sempre del Philips PM5544, ma che recava nella barra sottostante l'identificazione della sede di trasmissione.



Sequenze di apertura e chiusura delle trasmissioni |


L'apertura e la chiusura delle trasmissioni erano annunciate tramite delle apposite sequenze di sigle, occasionalmente realizzate da grafici e musicisti di fama nazionale ed internazionale. La più nota sigla introduttiva, nonché la prima ad essere stata adottata negli anni 1950, utilizzava come accompagnamento musicale una versione per sola orchestra di Tutto cangia il ciel s'abbella, dal finale del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini. La sigla di chiusura, visivamente simile a quella di apertura, era invece accompagnata dal brano Armonie del pianeta Saturno di Roberto Lupi. Nei primi anni di trasmissioni, la terza rete adottò una sigla specifica, accompagnata dal brano Il cielo in una rete di Piero Piccioni. La parte grafica di ambedue queste sigle fu realizzate da Erberto Carboni. Esse vennero sostituite il 28 gennaio 1986 da una nuova grafica computerizzata accompagnata da un frammento di 30 secondi dell’inno di Mameli arrangiato elettronicamente.[49] Quest'ultima sigla venne mantenuta in uso al giugno 2012, subendo solo due aggiornamenti nel 1988 e nel 1990.



Canali televisivi |















































































































































Logo
Nome
Nascita

DTT

LCN DTT

Satellite Tivùsat

RaiPlay

Satellite Sky

Rai 1 - Logo 2016.svg

Rai 1
3 gennaio 1954

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1

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Rai 2 - Logo 2016.svg

Rai 2
4 novembre 1961

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2

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Rai 3
15 dicembre 1979

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3

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Rai 4 - Logo 2016.svg

Rai 4
14 luglio 2008

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21

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Rai 5 - Logo 2017.svg

Rai 5
26 novembre 2010

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23

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Rai Movie - Logo 2017.svg

Rai Movie
1º luglio 1999

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24

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Rai Premium
31 luglio 2003

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25

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Rai Gulp - Logo 2017.svg

Rai Gulp
1º giugno 2007

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42

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Rai Yoyo - Logo 2017.svg

Rai Yoyo
1º novembre 2006

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43

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Rai News24
26 aprile 1999

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48

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Rai Storia - Logo 2017.svg

Rai Storia
2 febbraio 2009

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54

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Rai Sport - Logo 2017.svg

Rai Sport
1º febbraio 1999

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58

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Rai Scuola - Logo 2017.svg

Rai Scuola
16 settembre 2009

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146

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Canali televisivi in alta definizione |















































































































































Logo
Nome

DTT

LCN DTT

Satellite Tivùsat

LCN Tivùsat (EasyHD)

RaiPlay

Satellite Sky

Rai 1 HD - Logo 2016.svg

Rai 1 HD

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501

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1

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Rai 2 HD - Logo 2016.svg

Rai 2 HD

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502

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2

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Rai 3 HD - Logo 2016.svg

Rai 3 HD

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503

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3

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Rai 4 HD - Logo 2016.svg

Rai 4 HD

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521

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10

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Rai 5 HD - Logo 2017.svg

Rai 5 HD

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13

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Rai Movie HD - Logo 2017.svg

Rai Movie HD

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14

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Rai Premium HD - Logo 2017.svg

Rai Premium HD

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525

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15

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Rai Gulp HD - Logo 2017.svg

Rai Gulp HD

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42

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Rai Yoyo HD - Logo 2017.svg

Rai Yoyo HD

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43

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Rai-news-hd.png

Rai News24 HD

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24

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Rai Storia HD - Logo 2017.svg

Rai Storia HD

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23

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Rai Sport + HD - Logo 2017.svg

Rai Sport + HD

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57

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21

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Rai Scuola HD - Logo 2017.svg

Rai Scuola HD

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33

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La copertura nazionale dei canali HD sul DTT non é completa.


Rai 4 HD e Rai Premium HD sono trasmessi sul digitale terrestre italiano su un multiplex a copertura limitata a 4 città.[52]


Su Tivùsat i dispositivi che non supportano EasyHD posizioneranno i canali dopo il 100.



Canali televisivi in Ultra Alta Definizione |

























Logo
Nome

DTT

SatelliteTivùsat

LCN Tivùsat

SatelliteAstra

RaiPlay

Satellite Sky

SatelliteDVD-Video

Rai 4K - Logo 2017.svg

Rai 4K

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210

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Canali televisivi internazionali per gli italiani all'estero (Europa esclusa) |










































Logo
Nome

Satellite

Cavo
Etere

Rai Italia - Logo 2017.svg

Rai Italia America

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Rai Italia Asia

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Rai Italia Australia

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Rai Italia Africa

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Rai World Premium

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Canali televisivi regionali |









































LCN DVB-T
Logo
Nome
Lingua
Diffusione

DTT

Satellite Tivùsat

RaiPlay

103

Rai Südtirol.svg

Rai 3 Südtirol
Tedesco

Trentino-Alto Adige[c 1]

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Ladino

Trentino-Alto Adige[c 3]

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103

Rai 3 Bis FJK - Logo 2016.png

Rai 3 BIS FJK
Sloveno

Friuli-Venezia Giulia[c 4]

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  1. ^ generalista regionale in lingua tedesca. Trasmette in Alto Adige nella fascia oraria 18:00-22:30 e nel resto della giornata ripete Rai 3.


  2. ^ ab Alcuni programmi sono visibili in differita all'indirizzo http://www.raisudtirol.rai.it/de/index.php


  3. ^ regionale in lingua ladina. Trasmette in Alto Adige nella fascia oraria 18:00-22:30 e nel resto della giornata ripete Rai 3.


  4. ^ generalista regionale in lingua slovena. Trasmette in tutta la regione autonoma Friuli Venezia Giulia e nelle aree della Slovenia e dell'Istria croata, caratterizzate dalla presenza di minoranze linguistiche, nella fascia oraria 18:40-22:30 e nel resto della giornata ripete Rai 3.


  5. ^ Alcuni programmi sono visibili in differita all'indirizzo http://www.sedezfjk.rai.it/


Dal 13 dicembre 2011, a seguito di una convenzione tra la regione autonoma FVG e la radiotelevisione italiana, Rai 3 TGR Friuli-Venezia Giulia viene diffusa anche via satellite Eutelsat Hot BIrd, piattaforma tivùsat LCN 113, con le tre edizioni del TGR FVG e i programmi a catattere regionale. Il canale, in SD, è visibile in chiaro a tutti i possessori del decoder Tivùsat.






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Lo stesso argomento in dettaglio: § Le minoranze linguistiche e le regioni autonome.


Canali televisivi in onda solo sul web |


Sulla pagina web raisport.rai.it, oltre al canale sportivo Rai Sport + HD, sono attivi ulteriori 3 canali tv dedicati alle varie discipline sportive e 3 canali tv generalisti:



  • Rai Sport web 1

  • Rai Sport web 2

  • Rai Sport web 3

  • Rai 1 HD

  • Rai 2 HD

  • Rai 3 HD



Canali televisivi cessati |


RaiSat Album, RaiSat Ragazzi, RaiSat Art, RaiSat Gambero Rosso, RaiSat Fiction, RaiSat Show, RaiSat Smash Girl, RaiSat Extra, Rai Doc, Rai Med, Rai Utile, Rai Futura, Rai Edu 1, Rai Edu 2, Rai Mosaico, Rai Nettuno Sat Uno, Rai Nettuno Sat Due, Rai Olimpia, Yes Italia, Rai Sport 2 e Rai Sport 2 HD. Tramite gli operatori IPTV venivano prodotti, in esclusiva, Rai On Fiction, Rai On Spettacolo, Rai On Cultura, Rai On Ragazzi, Rai On News, Rai On Sport, Rai On Fiction Live.



Canali televisivi in consorzio |




  • Euronews, con la società Euronews S.A. partecipa alla realizzazione del canale televisivo multilingue omonimo, tematico all news, diffuso dai satelliti Astra ed Eutelsat Hot Bird, in streaming sul sito dell'emittente e su quello della Rai nonché all'interno delle piattaforme satellitari tivùsat e Sky Italia. Rai 1 trasmetteva Euronews in simulcast in una fascia del palinsesto mattutino (tra le 05:00 e le 06:00), ora dedicato a Rai News 24;


  • San Marino RTV, dal 1991 partecipa congiuntamente alla ERAS, con un capitale sociale sottoscritto al 50%, alla realizzazione del canale televisivo nazionale pubblico della piccola repubblica del Titano. Il direttore generale della televisione di Stato sammarinese è solitamente un manager Rai;


  • Camera dei deputati TV, attraverso Rai Way trasmette le sedute della Camera dei deputati, il canale è gestito autonomamente e finanziariamente dalla Camera dei Deputati ed è diffuso via satellite Eutelsat Hot Bird e in streaming sul sito internet del ramo parlamentare;


  • Senato della Repubblica TV, attraverso Rai Way trasmette le sedute del Senato della Repubblica, il canale è gestito autonomamente e finanziariamente dal Senato della Repubblica ed è diffuso via satellite Eutelsat Hot Bird e in streaming sul sito internet del ramo parlamentare.



Canali radiofonici |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Radio Rai.











































































































































































Logo
Nome

AM

FM

Via Cavo

DAB/DAB+

RaiPlay Radio

iTunes

DTT

Tivùsat

LCN Tivùsat

Rai Radio 1 - Logo 2017.svg

Rai Radio 1

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601

Rai Radio 2 - Logo 2017.svg

Rai Radio 2

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602

Rai Radio 3 - Logo 2017.svg

Rai Radio 3

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603

Rai Gr Parlamento - Logo 2017.svg

Rai Gr Parlamento

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604

Rai Radio Classica logo.svg

Rai Radio Classica

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605

Rai Radio Kids logo.svg

Rai Radio Kids

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606

Rai Radio Live logo.svg

Rai Radio Live

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Rai Radio Tutta Italiana

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Rai Radio Techete' logo.svg

Rai Radio Techetè

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640

Rai Radio 1 Sport - Logo 2018.svg

Rai Radio 1 Sport

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641

Rai Radio 2 Indie - Logo 2018.svg

Rai Radio 2 Indie

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642

Rai Isoradio - Logo 2017.svg

Rai Isoradio

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699



  1. ^ ab Solo in alcune aree



  • Rai Radio 1 - informazione, approfondimento e sport;

  • Rai Radio 2 - musica e intrattenimento;

  • Rai Radio 3 - cultura e concerti di musica classica;

  • Rai Gr Parlamento - lavori parlamentari con dirette e differite dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica; non trasmette pubblicità;

  • Rai Radio Classica - opera, musical e operetta senza interruzioni pubblicitarie;

  • Rai Radio Kids - dedicato ai bambini con musica, storie e giochi dalle 06:30 alle 20:30 e poi fino alle 06:00 del mattino successivo fiabe e musica senza pubblicità;


    Rai Radio, sede di via Asiago 10 a Roma



  • Rai Radio Live - 24h su 24 una finestra completa sugli avvenimenti live, pop, rock, dance più importanti del presente e del passato in Italia e nel mondo senza interruzioni pubblicitarie;

  • Rai Radio Tutta Italiana - 24 ore su 24 di musica italiana dal 1960 ad oggi, senza pubblicità;

  • Rai Radio Techete' - documenti audio che hanno fatto la storia di Rai Radio dal dopoguerra ad oggi, rete senza pubblicità;

  • Rai Radio 1 Sport - massima copertura di tutti gli eventi delle varie discipline sportive;

  • Rai Radio 2 Indie - musica indipendente e alternativa;

  • Rai Isoradio - informazioni continue sul traffico per gli automobilisti in viaggio sulle autostrade italiane intervallate da musica piacevole e rilassante; senza interruzioni pubblicitarie.


Rai Radio 1, Rai Radio 2 e Rai Radio 3 sono gli unici canali radio ricevibili in FM su tutto il territorio nazionale. Rai Radio Classica in FM è diffusa solo in cinque città: Roma, Torino, Milano, Napoli e Ancona mentre Rai Isoradio in FM analogico può essere ascoltata sulla rete delle autostrade italiane (tranne Autovie Venete) nelle città metropolitane di Roma, Milano, Torino e Palermo e a Messina. Tutti i canali Rai Radio sono disponibili sul territorio nazionale con la radio digitale DAB+.



Canali radio regionali |



  • Rai Radio Südtirol - generalista con programmi rivolti agli abitanti dell'Alto Adige. Trasmette in lingua tedesca, italiana e ladina;


  • Rai Radio Trst A - generalista, in lingua slovena, rivolta alla minoranza slovena e croata presente nella regione Friuli-Venezia Giulia e alla minoranza italiana presente in Slovenia, nell'Istria croata, nella città di Fiume (Rijeka, regione quarnerina) e in Dalmazia. Il segnale radiofonico dalla sede Rai di Trieste è diffuso in FM e AM garantendo la copertura delle tre aree di interesse;


  • Rai Radio FVG - informazione e cultura con programmi dedicati agli abitanti della regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Trasmette, sulle frequenze regionali di Rai Radio 1, in lingua italiana, friulana e dialetto giuliano. Raggiunge in FM i litorali sloveno e dell'Istria croata settentrionale e in AM (con alcune trasmissioni dedicate) la città di Fiume (Rijeka, regione quarnerina) e la Dalmazia, territori caratterizzati dalla presenza della minoranza linguistica italiana.
























































LCN DVB-T
Nome
diffusione

AM

FM

Via Cavo

DAB/DAB+

RaiPlay Radio

iTunes

DTT

Satellite

704

Rai Radio Südtirol

Trentino-Alto Adige

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800

Rai Radio Trst A

Friuli-Venezia Giulia

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801

Rai Radio FVG

Friuli-Venezia Giulia

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Annotazioni





  1. ^ Lo streaming è fruibile a questo indirizzo


  2. ^ Lo streaming è fruibile a questo indirizzo


  3. ^ Lo streaming è fruibile dalle 15:45 alle 16:45 (la domenica dalle 14:30 alle 16:00) durante la messa in onda in AM (936 KHZ) di programmi dedicati alla minoranza italiana presente in Slovenia, in Istria e Quarnero croati, a questo indirizzo


  4. ^ Lo streaming è fruibile a questo indirizzo






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Lo stesso argomento in dettaglio: Rai § Le minoranze linguistiche e le regioni autonome.


Canali radio cessati |




  • Rai Italia Radio, canale a vocazione internazionale trasmesso fino al 31 dicembre 2011. Precedentemente chiamato SatelRadio e poi Rai Internazionale Radio era dedicato agli italiani residenti all'estero e veniva diffuso in onde medie, via satellite e via web;


  • Rai Stereo Uno, nato l'8 novembre 1982 e cessato il 31 marzo 1991, trasmetteva in FM e in AM;


  • Rai Stereo Due, nato l'8 novembre 1982 e cessato il 31 marzo 1991, trasmetteva in FM;


  • Rai Stereo Notte, nato l'8 novembre 1982 e cessato nel 1995, trasmetteva in FM;


  • Rai Stereo, nato il 1º aprile 1991 dalle ceneri di Rai Stereo Uno le trasmissioni cessarono nel 1994; trasmetteva in FM;


  • Rai Radio Verde, nato il 1º aprile 1991 dalle ceneri di Rai Stereo 2 cessò le trasmissioni nel 1994; trasmetteva in FM;

  • Rai Radio 8 Opera, interamente dedicato all'opera cessò le trasmissioni l'11 giugno 2017. Parte della sua programmazione ora è confluita in Rai Radio Classica.



Testate giornalistiche |






















































































Logo
Nome
Nascita
TV
Radio
Teletext
Note

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TG1
15 marzo

1976



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Notiziario di Rai 1

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TG2

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Notiziario di Rai 2

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TG3
15 dicembre

1979



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Notiziario di Rai 3

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TGR

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La Testata Giornalistica Regionale, si occupa dell'informazione regionale in onda su Rai 3, con un magazine mattutino, 3 edizioni del telegiornale, un settimanale al sabato e speciali tutele in Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Sardegna e Valle d'Aosta e su Rai Radio 1 con notiziari radiofonici giornalieri e speciali tutele in Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Sardegna e Valle d'Aosta. Redige il TDD (Tele Dnevnik Deželni) - TGR in lingua slovena - in onda sulla tv in lingua slovena, Rai 3 BIS FJK ricevibile solo nella regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, i notiziari Tagesschau e TRaiL - rispettivamente in lingua tedesca e ladina - in onda sul canale Rai Südtirol in Trentino-Alto Adige

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Rai News
26 aprile

1999



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Realizza il canale tv Rai News24, il sito internet Rai News (in collaborazione con le altre testate giornalistiche dell'azienda pubblica) e Rai Televideo

Rai Giornale Radio - Logo 2017.svg

Rai Giornale Radio
29 ottobre

1929



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Cura la parte informativa trasmessa da Rai Radio 1, Rai Radio 2 e Rai Radio 3

Rai Parlamento - Logo 2017.svg

Rai Parlamento
27 settembre

1993



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Realizza programmi di natura parlamentare trasmessi sulle tre reti tv generaliste e produce il canale radio tematico Rai Gr Parlamento

Rai Sport - Logo 2017.svg

Rai Sport
4 agosto

1997



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Segue gli eventi sportivi con notiziari e programmi diffusi sui tre canali televisivi generalisti e Rai News 24 e sul canale tematico Rai Sport


Rai Mobilità |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Centro di coordinamento informazioni sulla sicurezza stradale.

Il Centro di coordinamento informazioni sulla sicurezza stradale "viaggiare informati" è un servizio di pubblica utilità della Rai nato nel 1990. Realizza notiziari informativi sul traffico sia per la tv, su Rai News 24, che per la radio, Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, con Onda Verde, e Rai Isoradio. Con l'autoradio dotata dell'RDS-TA e RDS-TP è possibile, mentre si ascolta un altro programma o una registrazione, ottenere il passaggio automatico dei notiziari Onda Verde a condizione che le funzioni RDS TA e TP siano attivate.



Rai Televideo |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Televideo.

La Rai offre la possibilità di accedere ad un numero elevato di informazioni tramite il proprio teletext denominato Rai Televideo trasmesso su tutte le reti in onda sul digitale terrestre. Via satellite il servizio è ricevibile solamente sui primi tre canali generalisti non in versione HD.


Sulle frequenze di Rai 3 alcune pagine di Rai Televideo sono a carattere regionale prodotte da ogni singola sede regionale della Rai.



Rai.it |


L'azienda pubblica con Rai.it offre una moltitudine di servizi via internet tra i quali news, tv, radio e sport e tramite RaiPlay, permette di:



  • seguire in diretta streaming i 13 canali tv: Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai News 24, Rai Sport, Rai Movie, Rai Premium, Rai Yoyo, Rai Gulp, Rai Storia, Rai Scuola;

  • consultare la Guida Tv dei palinsesti di tutte le reti tv e radio;

  • rivedere i programmi che si sono persi;

  • accedere a una proposta di serie, fiction, film, documentari, concerti andati in onda sui canali Rai.


RaiPlay è fruibile, inoltre, da tutti i browser più diffusi sul mercato e sui principali browser di smartphone e tablet iOS, Android e Windows.


In alcune regioni autonome sono attivi siti internet Rai propri in lingua:




  • Rai Alto Adige, Rai Südtirol, Rai Ladinia, per la regione Trentino-Alto Adige, rispettivamente in italiano, tedesco e ladino;


  • Rai Friuli-Venezia Giulia e Rai Furlanija Julijska Krajna, per la regione Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente in Italiano, friulano e sloveno.


Rai.it consente di conoscere, in base ai diversi fusi orari, la programmazione dei 4 canali tv di Rai Italia diffusi nei quattro continenti.



Rai Orchestra |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Orchestra sinfonica nazionale della RAI.

La televisione pubblica dispone dal 1994 dell'Orchestra sinfonica nazionale della RAI nata dall'unificazione delle orchestre della Rai di Torino, Milano, Roma e Napoli. L'Orchestra, con sede a Torino presso l'Auditorium Rai di piazza Rossaro, realizza concerti sinfonici trasmessi prevalentemente da Rai Radio 3 e in tv da Rai 5. Si occupa della registrazione di sigle e colonne sonore di programmi televisivi e radiofonici Rai e partecipa a numerosi concerti ed eventi musicali italiani nonché a tournée in Europa (tra le quali in Svizzera e in Russia) e Sud America. Da ottobre 2016 il direttore è il prof. James Conlon.



Editoria |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Libri.

Con il marchio Rai Libri la società è attiva nel mercato editoriale con diverse pubblicazioni di riviste e libri. Da qualche anno, con lo stesso marchio vengono pubblicati CD e DVD legati ai programmi televisivi prodotti dall'azienda, in precedenza editi da Rai Trade.


Proprio quest'ultima nacque dalle ceneri delle etichette discografiche ufficiali gestite dalla Rai, mediante le quali venivano stampate e diffuse tutte le opere musicali legate alla TV a partire dal 1957 (prevalentemente colonne sonore e sigle): Cetra, poi fusa con la Fonit in Fonit Cetra, e successivamente in Nuova Fonit Cetra.



Radiocorriere TV |


È un periodico settimanale edito dalla Rai che si occupa della presentazione dei propri programmi radio-tv e che dal 2014 viene pubblicato solo in edizione digitale sul web aziendale.


Venne pubblicato per la prima volta il 18 gennaio 1925 con il nome di "Radio Orario" quale organo ufficiale della Unione Radiofonica Italiana con sede in Roma[54].


Nel gennaio 1930 il settimanale, che usciva di sabato, veniva pubblicato con il nuovo nome di "Radio Corriere" organo della EIAR[54];


La prima settimana di gennaio del 1959 la testata cambia nome in "Radiocorriere TV"[54];


Il 6 settembre 1999 il Radiocorriere TV torna in edicola dopo quattro anni di assenza[55];


Dal 3 gennaio 2014 lo storico periodico passa dalla carta stampata alla sola pubblicazione, gratuita, sul web. Tutti i numeri pubblicati nel tempo sono presenti in un archivio digitale e possono essere consultati e scaricati in formato PDF[56].



Innovazione e ricerca |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai.

Il centro ricerche e innovazione tecnologica si trova a Torino in Via Cavalli, 6 dopo il trasferimento dalla sede storica di Corso Giambone 68.[57] Qui vengono studiate e progettate nuove tecniche di broadcasting sia per la Tv che per la radio.



Strutture |


Le attività dell'azienda sono svolte anche grazie a strutture quali:





















































Logo
Nome
Note

Rai Radio - Logo 2017.svg

Rai Radio
Si occupa dei programmi educativi in onda sulle tre reti televisive e dispone anche dei canali tematici Rai 5, Rai Storia e Rai Scuola.

Rai Cultura - Logo 2018.svg

Rai Cultura
-

Rai Quirinale - Logo 2018.svg

Rai Quirinale
Trasmette il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Italiana e altri avvenimenti che riguardano e coinvolgono il Quirinale.

Rai Fiction - Logo 2017.svg

Rai Fiction
Produce serie televisive, film TV, soap opera e cartoni animati da mandare in onda in prima visione sui canali generalisti e sul canale televisivo Rai Premium, dove vengono ritrasmesse le migliori fiction prodotte e trasmesse da Rai e rubriche incentrate sulle fiction in produzione e di prossima programmazione.

Rai Ragazzi - Logo 2017.svg

Rai Ragazzi
-

Rai Way - Logo 2017.svg

Rai Way
-

Rai Teche - Logo 2018.svg

Rai Teche
Gestisce l'archivio audiovisivo.

Rai Gold.svg

Rai Gold
-

Rai Vaticano logo.svg

Rai Vaticano
In collaborazione con Vatican Media, la televisione di Stato della Santa Sede, che trasmette le dirette di importanti avvenimenti.


Sedi e centri di produzione |


La sede legale e amministrativa, la presidenza e la direzione delle reti generaliste sono a Roma in Viale Giuseppe Mazzini 14; la direzione generale è invece divisa tra viale Mazzini e la nuova sede di Via Cavalli 6 a Torino che ha sostituto quella all'interno del grattacielo Rai di Via Cernaia 33.[57] Torino ospita anche il centro ricerche e innovazione tecnologica e l'auditorium di Piazza Rossaro 1 dove si esibisce l'orchestra sinfonica nazionale.



Centri di produzione televisiva (CPTV) |
























































Sede
Centro di produzione TV
Strutture
Roma

CPTV Via Teulada, 66
9 studi

CP Saxa Rubra “Biagio Agnes”
14 studi

Studi televisivi Fabrizio Frizzi
6 studi

Teatro delle Vittorie
teatro
Auditorium Rai del Foro Italico
auditorium
Milano

CPTV Corso Sempione - Corso Sempione, 27
5 studi

CPTV Mecenate - Via Mecenate, 76
4 studi
Napoli

CP Viale Marconi, 9
6 studi

Auditorium Rai di Napoli "Domenico Scarlatti"
auditorium
Torino

CP Via Verdi, 16
8 studi

Auditorium Rai di Torino "Arturo Toscanini"
auditorium


Centri di produzione radiofonica (CPR) |
























Sede
Centro di produzione Radio

Roma
CPRF Via Asiago, 10

CP Saxa Rubra

Milano

CP Corso Sempione, 27

Napoli

CP Viale Marconi, 9

Torino

CP Via Verdi, 31


Sedi regionali - produzione tv e radio |




  • Valle d'Aosta: Saint-Christophe, Grande Charrière, 70


  • Piemonte: Torino, Via Verdi, 16 (CPTV)


  • Liguria: Genova, Corso Europa, 125


  • Lombardia: Milano, Corso Sempione, 27 (CPTV)


  • Trentino-Alto Adige: Trento, Via Fratelli Perini, 141 e Bolzano, Piazza G. Mazzini, 23 - con tre redazioni per radio e tv: lingua italiana, lingua tedesca, lingua ladina


  • Veneto: Venezia, Cannaregio, 275


  • Friuli-Venezia Giulia: Trieste, Via Fabio Severo, 7 - con due redazioni per radio e tv: lingua italiana e lingua friulana, lingua slovena


  • Emilia-Romagna: Bologna, Viale della Fiera, 13


  • Toscana: Firenze, Largo Alcide De Gasperi, 1


  • Umbria: Perugia, Via Luigi Masi, 2



    Sede Rai di Palermo




  • Marche: Ancona, Piazza della Repubblica, 1


  • Lazio: Roma, Viale Giuseppe Mazzini, 14 (CPTV e CPR)


  • Abruzzo: Pescara, Via De Amicis, 29


  • Molise: Campobasso, Contrada Colle delle Api snc


  • Campania: Napoli, Via Guglielmo Marconi, 9 (CPTV)


  • Puglia: Bari, Via Dalmazia, 104


  • Basilicata: Potenza, Via dell'Edilizia, 2


  • Calabria: Cosenza, Via Guglielmo Marconi snc


  • Sicilia: Palermo, Viale Strasburgo, 19


  • Sardegna: Cagliari, Viale Bonaria, 124



Sedi regionali distaccate |




  • Friuli-Venezia Giulia: Udine, Via Caratti Umberto, 20


  • Abruzzo: L'Aquila, Via Leonardo da Vinci, 6 presso palazzo Silone sede della regione Abruzzo


  • Calabria: Catanzaro, Via Giuseppe Raffaelli, 15 dietro a palazzo di Vetro non riconosciuta[58]


  • Sicilia: Catania, Via Passo Gravina, 158


  • Sardegna: Sassari, Via dei Mille, 9/A



Sedi all'estero |




  • Berlino, Germania Germania: Rino Pellino, Barbara Gruden


  • Bruxelles, Belgio Belgio: Alberto Romagnoli, Antonio Preziosi, Gavino Moretti


  • Gerusalemme, Israele Israele/Palestina Palestina: Piero Marrazzo, Carlo Paris


  • Il Cairo, Egitto Egitto: Giuseppe Bonavolontà


  • Londra, Regno Unito Regno Unito: Stefano Tura, Marco Varvello


  • New York, Stati Uniti Stati Uniti: Giovanna Botteri, Oliviero Bergamini, Dario Laruffa


  • Parigi, Francia Francia: Alessandro Cassieri, Stefano Ziantoni, Iman Sabbah


  • Pechino, Cina Cina: Claudio Pagliara


  • Mosca, Russia Russia: Marc Innaro, Sergio Paini


  • Istanbul, Turchia Turchia: Lucia Goracci, Carmela Giglio


  • Nairobi, Kenya Kenya: Enzo Nucci


  • Rio de Janeiro, Brasile Brasile: Eugenio De Paoli


I precedenti uffici di corrispondenza da Beirut, Buenos Aires, Madrid e Nuova Delhi sono stati chiusi nel 2012 a seguito di una riduzione dei costi aziendali[59][60][61]. Le sedi di Mosca, Istanbul e Nairobi, anch'esse chiuse nel 2012, sono state in seguito ripristinate (la prima nel 2013 e le altre due nel 2015); nel 2016 viene aperta la sede di Rio de Janeiro (in occasioni dei giochi olimpici del 2016) per le corrispondenze dal Brasile ed il resto del Sudamerica. Le sedi estere sono ora 12.



Le minoranze linguistiche e le regioni autonome |


La Rai, per dovere contrattuale con lo Stato italiano, trasmette da alcune sedi regionali una programmazione più vicina alle popolazioni e alle realtà locali.



Trentino-Alto Adige |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Sede Rai di Bolzano e Sede Rai di Trento.

L'esempio più importante di programmazione regionale è rappresentato dalla sede Rai di Bolzano. La sede Rai del capoluogo altoatesino - patria, peraltro, dell'hockey su ghiaccio italiano via etere - ha infatti la possibilità di trasmettere tre tipi di programmazione per i tre gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino.


Oltre alla quotidiana TGR e alla TGR-Settimanale del sabato in lingua italiana, trasmesso per il Trentino-Alto Adige in parte da Bolzano e in parte da Trento, ogni domenica mattina, nella fascia oraria 09:45-10:55, e alternativamente da Bolzano e da Trento, vengono trasmessi programmi riguardanti le due Province (ambiente, economia, tradizioni...); per i cittadini (Puntopiù - a cura del centro consumatori), o riguardanti altre minoranze linguistiche (e realtà culturali simili, in Italia e in Europa), tra cui vi è "Alpe Adria" (prodotto da Rai Friuli Venezia Giulia di Trieste, ma con la collaborazione di Bolzano e Trento).


Il gruppo linguistico tedesco ha la possibilità di contare su un proprio canale generalista, chiamato Rai 3 bis, su cui opera la struttura Rai Südtirol (fino al 2014 Rai Sender Bozen), il cui orario di trasmissione varia quotidianamente (il lunedì le trasmissioni iniziano alle 06:30 e terminano alle 22:30) e che nei tempi morti ripete Rai 3. Sulle frequenze di Rai 3 vengono trasmessi programmi dedicati ai bambini (Karamela, Die Abenteuer der Maus auf dem Mars), agli adolescenti e studenti (Klick-das Jugend Info-Magazin), agli anziani (Regenbogen), all'agricoltura (Landwirtschaft), all'economia e alla società (Trend, Pluspunkt), alla cultura, alla storia, all'attualità (Pro und Kontra) e allo sport (Sport am Sonntag).


La struttura tedesca è anche inserita, in quanto parte della Rai, nel circuito dell'Unione europea di radiodiffusione (Eurovisione) e produce il popolarissimo concorso canoro della "Volksmusik" (musica popolare, Grand Prix der Volksmusik) insieme a tre emittenti pubbliche estere: la tedesca ZDF, l'austriaca ORF e la svizzero-tedesca SRF. La trasmissione viene prodotta ogni anno in un luogo diverso e nel 2002 ha avuto luogo a Merano ed è stata organizzata dal Sender Bozen. Inoltre la rete trasmette in diretta, ogni anno, il concorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni e le selezioni per il "Grand Prix der Volksmusik", nonché edizioni speciali a cura della redazione giornalistica in casi di avvenimenti elettorali.


Ogni giorno vengono trasmessi due notiziari della durata di circa 20 minuti, alle 20:00 (Tagesschau) e alle 22:10 (Tagesschau 10 nach 10), che trattano di argomenti locali, nazionali e internazionali.


Vengono trasmessi anche i programmi in lingua ladina (a cura della struttura Rai Ladinia), tra cui il notiziario locale, inserito alle 19:55 fra TGR e Tagesschau, della durata di 5 minuti e chiamato TRaiL (Televijion Rai Ladina), nonché un programma settimanale chiamato Paladina, della durata di circa 40 minuti. I programmi della sede vengono trasmessi su tutto il territorio provinciale dell'Alto Adige.



Friuli-Venezia Giulia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Friuli-Venezia Giulia e Sede Rai di Trieste.


Valle d'Aosta |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Vd'A e Sede Rai di Aosta.

Dalla sede regionale per la Valle d'Aosta (in francese, Siège régional pour la Vallée d'Aoste) di Saint-Christophe vengono diffusi quotidianamente programmi regionali in italiano, o in francese, alle ore 20 (la domenica al mattino)


Il TG regionale unico delle 19:35 contiene notizie in italiano, francese (spesso con servizi dalla redazione di France 3 della regione Rhône-Alpes riguardanti eventi o argomenti relativi ai dipartimenti francesi limitrofi) e talvolta in patois valdostano. La TGR va in onda senza sottotitoli, in virtù del bilinguismo totale che vige in Valle d'Aosta. Si tratta di un caso unico nel panorama delle minoranze linguistiche d'Italia, legato alla politica d'istruzione vigente, atta a non separare la società valdostana in comunità linguistiche. Successivamente alla TGR, prevalentemente in italiano, viene diffusa la trasmissione "RAI Vd'A - Programmes", largamente in francese e spesso anche in patois valdostano, anche in questo caso senza sottotitoli per lo stesso motivo.



Sardegna |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Sede Rai di Cagliari.

In Sardegna sono localizzate due sedi della Rai, la principale a Cagliari e un'altra a Sassari. In entrambe le città si trovano gli archivi che custodiscono le teche di Rai Sardegna, aperti al pubblico dal 2005, o visionabili direttamente on line dal sito della biblioteca digitale della Sardegna [6], dopo un paziente lavoro di recupero e catalogazione del materiale radiofonico e audiovisivo, prodotto in circa 50 anni di attività dalle sedi Rai di Cagliari e Sassari.



Sicilia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Sede Rai di Palermo.

La sede Rai Sicilia ha due dislocazioni, la principale a Palermo e l'altra a Catania. Nella sede di Palermo di viale Strasburgo, nata negli anni '80, vi è un polo produttivo dedicato al Mediterraneo, con un centro di produzione TV e un auditorium, dal 2001 al 2012 produceva il canale in italiano e arabo Rai Med[62]. Quotidianamente si trasmettono TG e GR regionali e si producono le rubriche Mediterraneo, Riva Sud, Buongiorno regione e il Settimanale della TGR.


L'archivio storico di Rai Sicilia è costituito da 886 programmi televisivi realizzati tra il 1979 e il 1993, riversati e digitalizzati, grazie a un accordo con la Regione Siciliana è disponibile on line al portale http://www.siciliainonda.rai.it[63].



Governance e top management |






La Rai è soggetta ad una particolare disciplina di governance per tutelare la peculiarità delle attività della stessa. Secondo la legge 3 maggio 2004, n. 112 (legge Gasparri) il consiglio di amministrazione non è nominato esclusivamente dagli azionisti: sette consiglieri vengono eletti dalla Commissione parlamentare di vigilanza, due vengono indicati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che è il maggiore azionista della RAI. I membri del Consiglio d'Amministrazione hanno un termine di mandato di tre anni anche se possono essere nominati di nuovo.


Tra i consiglieri di sua nomina, il Ministero dell'Economia e delle Finanze indica il presidente del Consiglio d'amministrazione. Per insediarsi il presidente deve ottenere un voto di gradimento da almeno due terzi dei membri della Commissione parlamentare di vigilanza.


Il Consiglio d'amministrazione vota il direttore generale, che ha sempre un mandato di tre anni rinnovabile, ed è anch'esso di nomina del ministro dell'Economia.


Tali norme qualificano dunque la Rai come "società di interesse nazionale", ai sensi dell'articolo 2461 del codice civile italiano[64].



Presidenti |























































































































































































Nome
dal
al
Note

Arturo Carlo Jemolo
20 aprile 1945
9 agosto 1946

Presidente RAI - Radio Audizioni Italiane

Giuseppe Spataro
9 agosto 1946
17 maggio 1951

Presidente RAI - Radio Audizioni Italiane

Cristiano Ridomi
17 maggio 1951
11 marzo 1954

Presidente RAI - Radio Audizioni Italiane

Antonio Carrelli
3 giugno 1954
4 gennaio 1961


Novello Papafava
4 gennaio 1961
25 marzo 1964


Pietro Quaroni
29 maggio 1964
12 aprile 1969


Aldo Sandulli
23 aprile 1969
18 febbraio 1970


Umberto delle Fave
24 marzo 1970
22 aprile 1975


Beniamino Finocchiaro
23 maggio 1975
20 gennaio 1977


Paolo Grassi
20 gennaio 1977
12 giugno 1980


Sergio Zavoli
12 giugno 1980
23 ottobre 1986


Enrico Manca
23 ottobre 1986
19 febbraio 1992


Walter Pedullà
19 febbraio 1992
13 luglio 1993


Claudio Dematté
13 luglio 1993
12 luglio 1994


Letizia Moratti
12 luglio 1994
24 aprile 1996

Giuseppe Morello
24 aprile 1996
10 luglio 1996


Vincenzo Siciliano
10 luglio 1996
21 gennaio 1998


Roberto Zaccaria
3 febbraio 1998
16 febbraio 2002


Vittorio Emiliani
16 febbraio 2002
22 febbraio 2002

Consigliere anziano - facente funzioni

Antonio Baldassarre
5 marzo 2002
26 febbraio 2003


Paolo Mieli
7 marzo 2003
13 marzo 2003

Nominato dai presidenti delle Camere ma mai entrato in carica

Lucia Annunziata
13 marzo 2003
4 maggio 2004


Francesco Alberoni
5 maggio 2004
31 maggio 2005

Consigliere anziano - facente funzioni

Sandro Curzi
1º giugno 2005
30 luglio 2005

Consigliere anziano - facente funzioni

Claudio Petruccioli
31 luglio 2005
25 marzo 2009


Paolo Garimberti
26 marzo 2009
8 giugno 2012


Anna Maria Tarantola
8 giugno 2012
5 agosto 2015


Monica Maggioni
6 agosto 2015
26 luglio 2018


Marcello Foa
27 luglio 2018

in carica
[65]


Amministratori delegati |







































Nome
dal
al
Note

Filiberto Guala
3 giugno 1954
26 giugno 1956
[66]

Marcello Rodinò di Miglione
27 giugno 1956
28 aprile 1965
[66]

Gianni Granzotto
29 aprile 1965
12 aprile 1969
[66]

Luciano Paolicchi
13 aprile 1969
28 luglio 1971
[66]

Fabrizio Salini
27 luglio 2018

in carica
[67]


Direttori generali |










































































































































Nome
dal
al

Salvino Sernesi
ottobre 1947

1953

Giovan Battista Vicentini
13 marzo 1954
13 marzo 1955

Rodolfo Arata
13 aprile 1956
30 settembre 1960

Ettore Bernabei
5 gennaio 1961
18 settembre 1974

Michele Principe
23 maggio 1975
25 gennaio 1977

Giuseppe Glisenti
26 gennaio 1977
17 giugno 1977

Pierantonino Berté
12 luglio 1977
18 giugno 1980

Villy de Luca
19 giugno 1980
21 luglio 1982

Biagio Agnes
29 luglio 1982
1º febbraio 1990

Gianni Pasquarelli
5 febbraio 1990
23 luglio 1993

Gianni Locatelli
23 luglio 1993
3 agosto 1994

Gianni Billia
3 agosto 1994
31 dicembre 1994

Raffaele Minicucci
16 gennaio 1995
28 febbraio 1996

Aldo Materia
6 marzo 1996
15 luglio 1996

Franco Iseppi
15 luglio 1996
8 febbraio 1998

Pier Luigi Celli
9 febbraio 1998
9 febbraio 2001

Claudio Cappon
9 febbraio 2001
19 marzo 2002

Agostino Saccà
19 marzo 2002
27 marzo 2003

Flavio Cattaneo
27 marzo 2003
5 agosto 2005

Alfredo Meocci
5 agosto 2005
20 giugno 2006

Claudio Cappon
22 giugno 2006
2 aprile 2009

Mauro Masi
2 aprile 2009
2 maggio 2011

Lorenza Lei
3 maggio 2011
16 luglio 2012

Luigi Gubitosi
17 luglio 2012
5 agosto 2015

Antonio Campo Dall'Orto
6 agosto 2015
2 giugno 2017

Mario Orfeo
9 giugno 2017
26 luglio 2018


Struttura organizzativa |




















































Organo/Settore
Vertice/Direttore

Presidente del consiglio di amministrazione

Marcello Foa

Amministratore delegato

Fabrizio Salini

Governance e Segreteria Societaria
Nicola Claudio
AREA CORPORATE E SUPPORTO

Staff del direttore generale
Maurizio Rastrello

Risorse umane e organizzazione
Luciano Flussi

Comunicazione, relazioni esterne, istituzionali ed internazionali
Giovanni Parapini

Affari legali e societari
Pierpaolo Cotone

CSO - Security and Safety
Maurizio Cenni

Acquisti
Felice Ventura

Diritti sportivi
Pier Francesco Forleo

Risorse televisive
Andrea Sassano


Direttori editoriali |




  • Direzione editoriale per l'informazione:


  • Direzione creativa: Massimo Maritan



Consiglio di amministrazione |


Il Consiglio di amministrazione è nominato dal Ministero dell'economia e delle finanze che esercita i diritti dell'azionista su Rai SpA, sulla base di differenti designazioni.



Consiglieri designati dalla Commissione parlamentare di vigilanza |



  • Beatrice Coletti

  • Igor De Biasio

  • Giampaolo Rossi

  • Rita Borioni

  • Riccardo Laganà



Consiglieri designati dal Ministero dell'economia e delle finanze |




  • Marcello Foa (presidente)

  • Fabrizio Salini



Principali manager e direttori |



Canali televisivi |










































































Canale
Direttore
In carica dal

Rai 1

Teresa De Santis
27 novembre 2018

Rai 2

Carlo Freccero

Rai 3

Stefano Coletta
27 luglio 2017

Rai 4
Roberta Enni
12 ottobre 2017

Rai 5
Piero Alessandro Corsini
21 novembre 2017

Rai Movie
Roberta Enni
12 ottobre 2017

Rai Premium

Rai Yoyo
Luca Milano
13 aprile 2017

Rai Gulp

Rai News 24

Antonio Di Bella
3 febbraio 2016

Rai Storia
Silvia Calandrelli
20 luglio 2011

Rai Scuola

Rai Sport
Rai Sport + HD

Auro Bulbarelli
27 novembre 2018

Rai 3 BIS FJK
Guido Corso
3 giugno 2013

Rai Südtirol
Vittorio Longati
1º agosto 2013

Rai Italia
Marco Giudici
21 novembre 2017


Canali radiofonici |










































































Canale
Direttore
In carica dal

Rai Radio 1

Luca Mazzà
31 ottobre 2018

Rai Radio 2

Paola Marchesini
12 giugno 2014

Rai Radio 3

Marino Sinibaldi
3 agosto 2009

Rai Radio Tutta Italiana

Gianmaurizio Foderaro
12 giugno 2017

Rai Radio Classica

Maria Gabriella Ceracchi
12 giugno 2017

Rai Radio Techetè

Andrea Borgnino
12 giugno 2017

Rai Radio Live

Fabrizio Casinelli
12 giugno 2017

Rai Radio Kids

Gianfranco Onofri
12 giugno 2017

Rai Isoradio

Danilo Scarrone
14 novembre 2013

Rai Gr Parlamento

Luca Mazzà
31 ottobre 2018

Rai Radio 1 Sport

Rai Radio 2 Indie

Paola Marchesini
21 giugno 2018

Rai Radio Trst A
Guido Corso
3 giugno 2013

Rai Südtirol Radio
Vittorio Longati
1º agosto 2013


Testate giornalistiche televisive |




































Testata
Direttore
In carica dal

TG1

Giuseppe Carboni
31 ottobre 2018

TG2

Gennaro Sangiuliano
31 ottobre 2018

TG3

Giuseppina Paterniti
31 ottobre 2018

Rai News

Antonio Di Bella
3 febbraio 2016

Rai Sport

Auro Bulbarelli
27 novembre 2018

Rai Parlamento

Antonio Preziosi


Testata giornalistica radiofonica nazionale |













Testata
Direttore
In carica dal

Rai Giornale Radio

Luca Mazzà
31 ottobre 2018


Testata giornalistica televisiva e radiofonica regionale |













Testata
Direttore
In carica dal

TGR

Alessandro Casarin
1° ottobre 2018


Di struttura |















































Nome
Direttore
In carica dal

Rai Radio

Roberto Sergio
14 dicembre 2016

Rai Vaticano

Massimo Milone
8 marzo 2013

Rai Quirinale

Mariolina Sattanino
22 maggio 2013

Rai Cultura

Silvia Calandrelli
20 luglio 2011

Rai Fiction

Eleonora Andreatta
5 settembre 2012

Rai Ragazzi

Luca Milano
14 aprile 2017

Rai Gold

Roberta Enni
12 ottobre 2017

Rai Teche

Maria Pia Ammirati
9 luglio 2014


Azionisti |




  • Ministero dell'economia e delle finanze (99,56%)


  • SIAE (0,44%)



Principali partecipazioni |


Il Gruppo Rai comprende diverse società che operano nel mercato dei media e del broadcasting[68].



Società controllate |




  • Rai Pubblicità S.p.A. - 100%


  • Rai Net S.p.A. - 100%


  • Rai Way S.p.A. - 65,07%


  • Rai Com S.p.A. - 100%


  • Rai Cinema S.p.A. - 100%


  • 01 Distribution (come divisione) - 100%



Società collegate |




  • RTV San Marino S.p.A. - 50,00%


  • Tivù S.r.l. - 48,16%


  • Auditel S.p.A. - 33,00%


  • EuronewsNBC - 20,56%


Inoltre la Rai è uno dei membri fondatori dell'UER.


La Rai si è specializzata negli ultimi anni anche nelle produzioni cinematografiche Rai Cinema, con la quale è spesso presente in prestigiosi concorsi cinematografici internazionali con altrettanto prestigiose coproduzioni.


Rai Way è la società a cui la Rai ha trasferito la sua rete di trasmissione, mentre Rai Com è la società che si occupa di promuovere l'immagine dell'Italia nel mondo attraverso le migliori produzioni radiotelevisive della capogruppo[69].



Convenzioni |




  • Con l'Italia
    I rapporti con lo Stato italiano sono regolati da una convenzione triennale[70].


  • Con la Repubblica di San Marino
    La Rai è stata parte attiva nella creazione di San Marino RTV, radiotelevisione pubblica del piccolo stato. L'azienda italiana nomina per essa il direttore generale. A marzo 2008 le due parti hanno rinnovato la convenzione per altri 5 anni.


  • Con Euronews
    La Rai è il secondo azionista di riferimento di SOCEMIE, la società che si occupa della gestione del canale all-news Euronews.



Finanziamenti pubblici: il canone televisivo |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Canone televisivo in Italia.

Per onorare la concessione con lo Stato italiano, la Rai può contare su un'ampia quota devoluta dallo Stato di un'imposta sugli apparecchi televisivi, chiamata canone televisivo dovuta da chiunque detenga apparecchi in grado di ricevere trasmissioni televisive.


In compensazione di questa entrata, la Rai deve rispettare un Contratto di servizio con lo Stato italiano, pena una eventuale revoca della concessione annuale. La concessionaria dal servizio radiotelevisivo pubblico svolge una funzione di servizio universale di pubblica utilità, ed è interessata da una particolare disciplina rispetto alle emittenti commerciali regolato con il Contratto di Servizio.


Nel 2016 i contribuenti hanno versato alla Rai attraverso il canone 2,1 miliardi di euro[71].



Livello di debito |


A marzo 2015 sulla Rai gravava un debito alle banche di 442,9 milioni di euro, secondo la Corte dei Conti[72].



Critiche |



Lottizzazione |






Taluni osservatori, commentatori e giornalisti, nonché forze politiche minoritarie, accusano la Rai di essere soggetta ad un pressante controllo politico da parte del Parlamento e del Governo e di non essere dunque in grado di assicurare un'informazione indipendente, non condizionata da interessi di singoli politici o gruppi di emittenti televisive. Un'altra accusa alla RAI è di mancare di pluralismo e di operare censura verso professionisti di indubbio valore e competenza ma sgraditi agli uomini politici di riferimento. Tale controllo avviene tramite la nomina di persone chiave scelte dai partiti politici, in un'ottica di lottizzazione.


Celebre è la ripartizione avvenuta durante la Prima Repubblica dopo la riforma del 1975, quando Rai 1 era influenzata dalla Democrazia Cristiana, Rai 2 dal Partito Socialista Italiano e Rai 3 dal Partito Comunista Italiano. Stessa cosa avvenne nei canali radiofonici e relativi giornali radio dove Radio 1 esprimeva le istanze del centrosinistra, mentre Radio 2 era più vicina all'area di centrodestra; Radio 3 invece fu destinata ai partiti minori (Partito Liberale Italiano e Partito Repubblicano Italiano).


La proposta principale che viene avanzata per risolvere questo problema è di svincolare almeno parzialmente la Rai dal controllo dei partiti politici addottando norme specifiche per la governance, come avviene in altri paesi europei.



Cattiva amministrazione |


Nel 2008 Denise Pardo in un articolo su L'Espresso accusa la Rai di una cattiva gestione che avrebbe portato continui sprechi e una struttura interna elefantiaca tali da pregiudicare la produzione ottimale dei programmi radiotelevisivi di servizio[73].



Speaker |


Qui di seguito viene riportato un prospetto delle principali annunciatrici e speaker storici Rai scelti in base all'anzianità di carriera o alla loro popolarità.






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Lo stesso argomento in dettaglio: Signorine buonasera e Speaker radiotelevisivo.






















Periodo
Speaker
Annunciatrici

Dal 1954 al 1970




  • Riccardo Paladini

  • Edilio Tarantino

  • Luigi Carrai

  • Marco Raviart

  • Gianni Rossi




  • Fulvia Colombo

  • Marisa Borroni

  • Aba Cercato

  • Nicoletta Orsomando

  • Nives Zegna

  • Mariolina Cannuli

  • Rosanna Vaudetti

  • Gabriella Farinon

  • Anna Maria Gambineri

  • Maria Teresa Ruta

  • Emma Danieli

  • Maria Grazia Picchetti



Dal 1970 al 1980




  • Giuseppe D'Amore

  • Alberto Lori

  • Roberto Di Palma




  • Roberta Giusti

  • Maria Giovanna Elmi

  • Beatrice Cori

  • Paola Perissi

  • Marina Morgan



Dal 1980 al 2003




  • Pino Berengo Gardin

  • Gino Pirarba

  • Adriana Retacchi

  • Teresa Piazza

  • Piero Bernacchi




  • Peppi Franzelin

  • Maria Brivio

  • Ilaria Moscato

  • Katia Svizzero

  • Alessandra Canale

  • Maria Rita Viaggi




Speaker |



  • Stefano Nazzaro

  • Alvaro Vatri

  • Augusto Lombardi


  • Emanuele Ruzza (Rai Gulp)


  • Paola Mari (Rai News 24)


  • Claudia Razzi (Rai Storia)


  • Beatrice Margiotti (Rai 5)

  • Alessia Patacconi


Dal 2006 agli speaker aziendali Rai si sono affiancati alcuni dei doppiatori più rappresentativi del nostro paese:



  • Paolo Buglioni

  • Isabella Pasanisi

  • Francesco Pezzulli

  • Antonella Giannini

  • Lucio Saccone

  • Alessandro Rossi

  • Salvatore Rizzone



Loghi |




















Logo of RAI (1954-1983).svg

RAI logo 1983.png

Rai - Logo 1987.svg

RAI logo.svg

Rai - Logo 2010.svg

Rai - Logo 2016.svg

3 gennaio 1954 - 2 ottobre 1983

3 ottobre 1983 - 25 settembre 1988

26 settembre 1988 - 30 settembre 2000

1º ottobre 2000 - 17 maggio 2010

18 maggio 2010 - 11 settembre 2016

in uso dal 12 settembre 2016


Cronologia dei loghi |



  • Il primo marchio ufficiale della Rai, così come la prima sigla di apertura delle trasmissioni, fu realizzato nel 1954 dal grafico Alberto Ribera, con la scritta rai tutta in caratteri minuscoli (nella quale le lettere r e a si fondevano) e in un font dalle forme più morbide e curvilinee; sul finire del decennio apparve un ulteriore versione di tale simbolo, sempre con la scritta rai minuscola, ma stavolta con le lettere distanziate. Entrambe queste soluzioni rimasero scarsamente utilizzate[74].

  • Il 3 ottobre 1983 l'azienda adottò un nuovo marchio, realizzato dallo studio grafico ARA di Cusano Milanino[75]. Il nuovo logo presentava la scritta RAI tutta maiuscola, con le tre lettere raccordate tra loro nella parte bassa. Contestualmente le tre reti televisive assumono le denominazioni ufficiali di Raiuno, Raidue e Raitre. Ad ognuno dei tre canali viene associato un colore: il blu è appannaggio di Raiuno, il rosso di Raidue e il verde di Raitre (in sintesi, i 3 colori primari dello spettro catodico RGB usato nella televisione a colori). Per ciascuna delle tre emittenti viene introdotta una variante del logo, nella quale, accanto alla parola RAI, appare la parola UNO, DUE o TRE, colorati in una tonalità più chiara. Ognuno dei tre canali adotta inoltre per simbolo anche una forma geometrica tridimensionale[74]: Rai Uno adotta una sfera blu, Rai Due un cubo rosso e Rai Tre un tetraedro verde.

  • Il 25 settembre 1988 il logo viene ulteriormente aggiornato da Giorgio Macchi, che ridisegna le lettere separate e con gli angoli vivi, andando ad aggiungere sulla stanghetta trasversale della lettera "A" di "RAI" una piccola riproduzione del tricolore italiano, dapprima disegnata con le bande orizzontali, poi trasformate in verticali. Le tre figure geometriche solide simbolo delle tre reti vengono mantenute, ma ridisegnate con la superficie rigata. Con l'introduzione di questa identità, le vecchie versioni di logo della Rai scomparvero quasi completamente dalla comunicazione aziendale, fatte salve rare eccezioni[74].

  • Il 1° ottobre 2000, sotto la direzione di Pierluigi Celli, i vecchi loghi vengono abbandonati e sostituiti da un nuovo identificativo, raffigurante al centro una farfalla, con i bordi delle ali raffiguranti il profilo di un volto umano, a sinistra della quale appare la scritta Rai (realizzata in un carattere della famiglia Futura); lo spazio a destra viene impiegato per l'aggiunta di eventuali parole, ("Uno", "Due", "Tre" e "Sport"). Il cambio di logo viene annunciato dal Corriere della Sera il 16 marzo 2000[76]. Il passaggio alla nuova grafica è graduale e il culmine del restyling avviene tra il 21 settembre 2003 e il 2004[74][77]. I colori sociali delle tre reti televisive rimangono gli stessi, ma spariscono le tre forme geometriche.

  • Il 18 maggio 2010, in corrispondenza del passaggio al digitale terrestre in cinque regioni, la Rai uniforma la propria identità, imponendo loghi che adottano una geometria semplice basata su un rettangolo composto da due quadrati, mentre la farfalla dopo 10 anni sparisce. Nel primo quadrato che nei canali Rai Gulp e Rai Yoyo prende la forma di un fumetto appare la scritta Rai, mentre nel secondo il nome del canale in cifre come avvenuto nel 2008 per Rai 4; il font usato è sempre della famiglia Futura. I loghi sono bianchi (semitrasparenti, per evitare che si verifichi l'effetto "sovraimpressione" sui televisori al plasma), hanno struttura rettangolare per adattarsi al formato 16:9 e sono basati su modelli già in uso presso altre aziende televisive straniere[78]. I loghi sono stati esposti in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino dal 13 al 17 maggio 2010 e il rebranding culmina il 22 novembre 2010, quando le tre reti televisive generaliste adottano dei nuovi bumper e grafiche. Per i canali Radio Rai il logo è simile, ma ci sono due piccoli triangoli sopra e sotto il quadrato (ad indicare il selettore della sintonia degli apparecchi radiofonici)[74].

  • Dal 12 settembre 2016 vengono rinnovati i loghi dei canali da Rai 1 a Rai 4: rimane il quadrato, che si ingrandisce e diventa più bianco e meno trasparente, ma sparisce il riquadro del numero, che si rimpicciolisce e adotta un carattere tipografico con grazie. Il nuovo logo si sposta in alto a sinistra ad eccezione della trasmissione di eventi sportivi (compresa La partita del cuore) e del quiz L'eredità dove viene posizionato in alto a destra. Questo processo di restyling verrà esteso anche alle reti tematiche il 10 aprile 2017, esclusa Rai News 24. Il 12 giugno, con la nascita di cinque nuove radio tematiche, tali radio adottano il nuovo logo. Tutte le altre radio invece lo adottano il 18 settembre successivo.



Loghi in sovrimpressione |


Per i loghi in sovraimpressione la Rai dalla sua nascita (3 gennaio 1954) fino al 31 maggio 1978 non ha mai utilizzato alcun logo di identificazione in sovraimpressione. In occasione dei Mondiali di calcio in Argentina nel 1978, per ovviare che gli incontri venissero ripetuti dalle Tv locali, si decise di inserire un logo identificativo tramite una titolatrice elettronica che saltellava ai quattro angoli della tv, per evitare che venisse tolto dalle stesse tv locali nella ripetizione dei programmi sportivi.



  • Dal settembre 1979 ci fu l'introduzione permanente del logo Rai in sovrimpressione.

  • Il 3 ottobre 1983, con l'avvento della nuova grafica, il logo venne rimpicciolito di poco e diminuito il suo costante cambio di angolazione.

  • Dal 6 maggio 1985 viene introdotto il contorno nero sul logo.

  • Dal 21 aprile 1986 il logo viene rimpicciolito e fissato nell'angolo in basso a destra del teleschermo.

  • Dal 5 ottobre 1987 in ogni singola rete viene introdotto il numero in lettere identificativo: "RAIUNO", "RAIDUE", "RAITRE". Dal 22 aprile 1990 i loghi vengono privati del contorno nero.

  • Dal 12 aprile 1993 i loghi vengono stilizzati e ombreggiati di nero, ricordando i loghi originali del 1983 con la e finale ondeggiata.

  • Dal 13 settembre dello stesso anno vengono lievemente modificati risultando fedelmente compatibili con quelli identificativi ufficiali di presentazione modificati nel settembre 1988. I loghi in base ai programmi trasmessi sono posti in basso a destra o in alto a sinistra.

  • Dal 3 ottobre 1994 i loghi vengono rimpiccioliti di poco.

  • Dal 15 ottobre 2000 i loghi in sovrimpressione subiscono una rivoluzione: viene introdotta la farfalla stilizzata (introdotta già nel maggio 2000 come bumper pubblicitario e dal 1° ottobre come nuovo simbolo dell'azienda) con la scritta Rai a sinistra e i numeri delle reti a destra.

  • Dal 21 settembre 2003 i loghi subiscono una modifica risultando più piccoli e compatti, vengono introdotti i colori identificativi per le tre reti Rai sui contorni dei loghi.

  • Dal 18 maggio 2010 i loghi subiscono un'ulteriore modifica di fondo: scompare la farfalla e viene introdotto il logo Rai in corsivo dentro un quadrato attaccato ad un altro che racchiude il numero identificativo di rete. Il logo viene spostato in alto a destra del teleschermo.

  • Dal 12 settembre 2016 nei loghi di Rai 1, Rai 2, Rai 3 e Rai 4 rimane il quadrato, che si ingrandisce e diventa più bianco, meno trasparente, e scompare il riquadro del numero, il quale si rimpicciolisce e viene arricchito con delle grazie.

  • Dal 5 febbraio 2017 i loghi delle reti generaliste vengono rimpiccioliti e spostati più a sinistra rispetto alla posizione precedente. Stessa cosa accade per le reti tematiche.

  • Dal 10 aprile 2017 vengono rinnovati i loghi dei canali tematici, fatta eccezione per Rai News 24.



Eurovisione |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Eurovisione.

La Rai è membro fondatore dell'Unione Europea di Radiodiffusione, chiamata anche UER o EBU ((EN) European Broadcasting Union), fondata nel 1950 da 22 radio-televisioni europee occidentali che si staccarono dall'OIRT. L'Eurovisione è il circuito dell'UER che si occupa della trasmissione in tutta Europa di alcuni programmi di valenza nazionale e internazionale. La Rai trasmette in Eurovisione il Festival di Sanremo, il Palio di Siena, lo Zecchino d'Oro, le celebrazioni del Papa prodotte da Rai Vaticano tra cui l'Angelus ed altri eventi di rilevanza europea. Inoltre la Rai è stata tra i primi paesi partecipanti dell'Eurovision Song Contest, al quale ha partecipato quasi ininterrottamente dal 1956 al 1997. Nel 1965 e nel 1991 la Rai ha organizzato il concorso. Assente dal 1997 al 2010, la Rai ha ripreso a partecipare al concorso nel 2011, rientrando nel novero delle nazioni maggiori finanziatrici delle attività dell'UER, potendo quindi esprimere il proprio concorrente direttamente nella finale. La Rai ha partecipato inoltre a tutte le edizioni estive di un'altra fortunata produzione EBU, Giochi senza frontiere.


I programmi trasmessi in Eurovisione sono preceduti e seguiti da un'apposita sigla (dagli anni novanta comune a tutte le emittenti affiliate) che, seppure sia variata negli anni per quel che riguarda la grafica, è stata sempre accompagnata dal preludio del Te Deum di Marc-Antoine Charpentier, pure più volte riarrangiato.



Slogan |






L'azienda ha utilizzato vari slogan nella sua storia. Il più conosciuto è: "Rai. Di tutto, di più" modificato negli anni, in base alle varie esigenze, in "Rai. Di tutti, di più". In occasione di Euro 2012 è stato utilizzato "Se è per tutti, è sulla Rai". Campagne per il canone Rai-tv addottavano "Qualcosa di più di una tv" (anno 2012) e "Molto di più che una tv" (anno 2013). Per il lancio di Rai Play (dal 12 settembre 2016) lo slogan è "Per te. Per tutti".



Cavalli della Rai |


Due importanti scultori italiani hanno realizzato monumenti equestri per le due sedi principali della Rai nella Capitale:




  • Francesco Messina, nel 1966, ha realizzato il famoso Cavallo Morente, opera in bronzo posta all'ingresso della sede principale in Viale Mazzini 14 che ospita la presidenza, la direzione generale e quella delle reti tv;


  • Mario Ceroli, nel 1980, ha realizzato il cosiddetto Cavallo Alato situato nelle pertinenze del Centro radiotelevisivo Biagio Agnes di Saxa Rubra, all'interno della quale si trovano gli studi di varie testate giornalistiche nazionali, della filiale laziale della Testata Giornalistica Regionale, nonché di Rai Italia, di Rai Radio 1, Radio 2, Radio 3, Radio Tutta Italiana, Radio Classica, Radio Techete', Isoradio e varie altre emittenti.



Onorificenze |











Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria
Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza.»
— D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi dell'art.5, comma 5, del D.P.C.M. 19 dicembre 2008.


Note |




  1. ^ ::: RAI - Bilancio 2016 :::


  2. ^ ::: RAI - Bilancio 2017 :::


  3. ^ "RAI" è l'acronimo di "Radio Audizioni Italiane", antesignana dell'attuale società. Come tutti gli acronimi che sono nomi propri molto diffusi nel linguaggio comune, viene anche scritto con solo la lettera iniziale maiuscola. Tale grafia attualmente è utilizzata anche per il logo ufficiale della società.


  4. ^ Rai - Ultime notizie su Rai - Argomenti del Sole 24 Ore, su IlSole24ore.com, Il Sole - 24 Ore, 24 febbraio 2016. URL consultato il 20 ottobre 2017.


  5. ^ abcde La vera storia della radiodiffusione in Italia - CRONOLOGIA DAL 1919-2000, su www.radiomarconi.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.


  6. ^ 80 anni di storia della radio, Dossier delle Teche Rai, settembre 2004, pagina 105.


  7. ^ Audio originale.


  8. ^ Istituto di pubblicismo - Storia della Radio in Italia


  9. ^ EIAR: Radio Trieste, in Radiocorriere, nº 33, 15-22 agosto 1931, p. 12. URL consultato il 10 marzo 2017.


  10. ^ G.B., La stazione radiofonica di Bari sarà inaugurata ufficialmente il 6 settembre, in Radiocorriere, nº 36, 3-10 settembre 1932, p. 5. URL consultato il 10 marzo 2017.


  11. ^ Le antenne di Palermo portano da oggi in tutti i lidi mediterranei la voce dell'Italia fascista, in Radiocorriere, nº 24, 13-20 giugno 1931, p. 5. URL consultato il 10 marzo 2017.


  12. ^ MuseoTorino,Comune di Torino,Direzione Musei,Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia, Teatro di Torino - MuseoTorino, su www.museotorino.it. URL consultato il 20 maggio 2018.


  13. ^ ab La Radiotelefonia in Italia: dalla SIRAC alla RAI Archiviato il 13 marzo 2013 in Internet Archive.


  14. ^ abcdefgh Annuario RAI 1988 1989, Torino, Nuova ERI, 1989


  15. ^ ab Mimmo Franzinelli, Rai, poltrone di ieri e di oggi


  16. ^ ab Umberto Aondio, Tulipan, Youcanprint, 2016, pag. 216


  17. ^ ab Annuario RAI, giugno 1958


  18. ^ (EN) 50º Anniversario UER (PDF), su ebu.ch.


  19. ^ RAI - Radiotelevisione Italiana sul sito Vivit


  20. ^ Rai.it - Storia della Radio dal '49 al '61 Archiviato il 12 gennaio 2012 in Internet Archive.


  21. ^ Guido Gola, Tra pubblico e privato. Breve storia della radio in Italia, Effatà, 2003


  22. ^ Ruggero Righini, La storia della radio


  23. ^ La Radiotelefonia in Italia: dalla SIRAC alla RAI Archiviato il 13 marzo 2013 in Internet Archive.


  24. ^ ab Franco Ferrarotti, La Televisione - I cinquant'anni che hanno cambiato gli usi e costumi degli italiani, Newton Compton Editori, ISBN 978-88-541-0273-6, pag 10


  25. ^ VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI, Rapporto ufficiale (PDF), su library.la84.org, pp. 421, 422.


  26. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 22 maggio 2018.


  27. ^ § 98.1.27482 - D.L. 30 aprile 1974, n. 113. Gestione dei servizi di radiodiffusione circolare, di televisione circolare, di telediffusione su filo e di radiofotografia circolare ., su www.edizionieuropee.it. URL consultato il 22 maggio 2018.


  28. ^ Rai.it - Storia della Radio dal '70 al '90 Archiviato il 12 gennaio 2012 in Internet Archive.


  29. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 22 maggio 2018.


  30. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 22 maggio 2018.


  31. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 25 maggio 2018.


  32. ^ Quei referendum premiati dal voto e traditi dal Parlamento | RadioRadicale.it, su www.radioradicale.it. URL consultato il 25 maggio 2018.


  33. ^ ab Rai Way - La nostra Storia, su www.raiway.it. URL consultato il 25 maggio 2018.


  34. ^ (EN) End of an IRI, su The Economist. URL consultato il 25 maggio 2018.


  35. ^ Il canale YouTube ufficiale della Rai, su it.youtube.com. URL consultato il 24 novembre 2008.


  36. ^ (EN) Sì del Cdm alla riforma della Rai Una fondazione guiderà la tv pubblica - Politica - Repubblica.it, su www.repubblica.it. URL consultato il 25 maggio 2018.


  37. ^ Rai.it - La storia, su www.rai.it. URL consultato il 25 maggio 2018.


  38. ^ 13 canali, restyling del logo, alta definizione: ecco la nuova Rai Archiviato il 22 settembre 2010 in Internet Archive.


  39. ^ Si veda la sezione Offerta


  40. ^ Ufficio stampa Rai, su ufficiostampa.rai.it (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2015).


  41. ^ ufficio stampa Rai, La nuova offerta Radio Rai per il Dab+ e il web (PDF), Rai - Radiotelevisione Italiana, 23 luglio 2015.


  42. ^ Canone in bolletta, come si pagherà e chi ne sarà escluso, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 25 maggio 2018.


  43. ^ Il 31 dicembre la Rai dà l’addio al segnale orario, su lastampa.it.


  44. ^ RAI HD, nuovi canali su Tivùsat, su eurosat-online.it.


  45. ^ NASCE RAI RADIO KIDS, su ufficiostampa.rai.it.


  46. ^ Nasce RaiPlay Radio: 10 canali radiofonici in una unica app, su Rainews. URL consultato il 25 dicembre 2017.


  47. ^ Radio Rai sempre più digital, arrivano due nuovi canali Radio1 Sport e Radio2 Indie, su digital-news.it.


  48. ^ Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001 Parte Generale (PDF), su http://www.rai.it/trasparenza/, pp. 14, 15.


  49. ^ Quest'inno nazionale avrebbe potuto accompagnare solo la sigla di apertura, mentre in chiusura avrebbe potuto far da sigla il brano Il silenzio di Nini Rosso (esclusa la parte recitata) nel senso che tacevano le trasmissioni.


  50. ^ Alcuni programmi sono oscurati.


  51. ^ abcdefgh La copertura nazionale dei canali sul DTT non é completa


  52. ^ RAI MUX 5, L'ITALIA IN DIGITALE


  53. ^ Solo in Valle d'Aosta


  54. ^ abc Radio Corrtiere, fascicoli 1925-1934, su radiocorriere.teche.rai.it.


  55. ^ TV: TORNA IN EDICOLA IL RADIOCORRIERE TV, su www1.adnkronos.com.


  56. ^ Il radioorriere tv racconta la storia, su rainews.it.


  57. ^ ab La Rai cambia casa e va in via Cavalli ma il centro di produzione resta dov’è, su lastampa.it.


  58. ^ Sul sito della RAI la sede distaccata di Catanzaro non compare


  59. ^ RAI: VERNETTI-GIULIETTI, RISOLUZIONE SU SEDI ESTERE - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica Archiviato il 24 febbraio 2013 in Internet Archive.


  60. ^ 'La Rai licenzia, ma non taglia gli sprechi' - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2012. URL consultato il 24 aprile 2018.


  61. ^ Assemblea dei Cdr Rai: immobilismo sul fronte dello sviluppo | Prima Comunicazione, su www.primaonline.it. URL consultato il 14 gennaio 2018.


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  64. ^ saxtech studio, Diritto amministrativo dispensa, su www.larapedia.com. URL consultato il 14 gennaio 2018.


  65. ^ Marcello Foa è stato indicato come Presidente del CdA dall'Azionista Rai, il Ministro dell'Economia Giovanni Tria, il 27 luglio 2018 [1]. Il 28 luglio, il Consiglio d'Amministrazione della Rai ha approvato la nomina di Foa a presidente [2]. Tuttavia il 1º agosto, la Commissione Parlamentare di Vigilanza della Rai, non ha approvato la nomina con la maggioranza richiesta dei 2/3 [3]. Ciononostante, essendo il Consigliere più anziano, Foa ha operato da presidente facente veci[4], fino al 25 settembre 2018. Infatti, il 26 settembre, una nuova votazione della Commissione di Vigilanza, ha espresso parere favorevole alla nomina di Foa come presidente [5].


  66. ^ abcd Bruno Maria Somalvico, Amici di Infocivica: Presidenti, Amministratori Delegati e Direttori Generali URI EIAR RAI, su Amici di Infocivica, mercoledì 13 maggio 2009. URL consultato il 14 gennaio 2018.


  67. ^ Fabrizio Salini Amministratore Delegato, su TV Blog.


  68. ^ Dalla Nota Integrativa del Bilancio della Rai del 2010


  69. ^ (EN) Rai Com, su raicom.rai.it. URL consultato il 14 gennaio 2018.


  70. ^ Illustrazione del testo convenzione, su comunicazioni.it.


  71. ^ Rai, versati a titolo di canone tv 2.141 milioni di euro, in Digital-Sat/Digital-News, 10 maggio 2017. URL consultato il 10 maggio 2017.


  72. ^ Corte dei Conti, alert sul debito della Rai, in Repubblica.it, 13 marzo 2015. URL consultato il 14 gennaio 2018.


  73. ^ Denise Pardo, Rai: l'orgia del potere, L'espresso, 15 maggio 2008.


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  75. ^ Loghi ufficiali della Rai tra il 1983 e il 2000 (prima versione) nella galleria online dello studio grafico ARA.


  76. ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 14 gennaio 2018.


  77. ^ RCS Corriere della Sera, Corriere della Sera - La Rai cambia volto: ecco 6 nuove annunciatrici, su www.corriere.it. URL consultato il 14 gennaio 2018.


  78. ^ Digital-Sat.it, Rai: la nuova offerta digitale, 30 aprile 2010.



Voci correlate |



  • Commissione di vigilanza Rai

  • Contratto di servizio Rai

  • Lottizzazione (politica)

  • Orchestra sinfonica nazionale della RAI

  • RaiPlay

  • Referendum abrogativi del 1995 in Italia

  • Rai HD


  • Francesco Berarducci, Progetto per la Direzione Generale RAI di Viale Mazzini



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  • Sito ufficiale, su rai.it. Modifica su Wikidata


  • (EN) Rai, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Rai (PDF), su crit.rai.it.


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