Chiesa cattolica greco-melchita















































Chiesa cattolica greco-melchita
Classificazione cattolica
Fondatore Kyrillos VI Tanas
Fondata 1724
Separata da Chiesa greco-ortodossa di Antiochia
Associazione È una delle Chiese sui iuris della Chiesa cattolica
Diffusione
Siria, Giordania, Israele, Palestina, Libano, Egitto, Sudan, Argentina, Brasile, Venezuela, Canada, Stati Uniti d'America, Messico, Australia, Nuova Zelanda
Primate Youssef Absi
Forma di governo episcopale
Membri 1.700.000
Sito ufficiale
www.pgc-lb.org



Il patriarca della Chiesa cattolica greco-melchita, Youssef Absi


La Chiesa cattolica greco melchita è una Chiesa cattolica sui iuris di rito bizantino. Conta circa 1.700.000 fedeli ed è guidata dal Patriarca di Antiochia dei melchiti.


La Chiesa cattolica greco-melchita estende la sua giurisdizione su tutti i fedeli cattolici di rito bizantino residenti nel territorio degli antichi patriarcati di Antiochia, di Gerusalemme e di Alessandria d'Egitto, e su quelli della diaspora. Si considera erede dell'antica tradizione del cristianesimo siriaco[1].




Indice






  • 1 Caratteristiche


  • 2 Storia


  • 3 Struttura ecclesiastica


    • 3.1 Nelle terre di origine


    • 3.2 Nella diaspora




  • 4 Ordini religiosi


  • 5 Sinodo patriarcale


  • 6 Note


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Caratteristiche |


I melchiti seguono le varianti greche del rito bizantino circa la guida, la teologia e la spiritualità. Per questo sono anche detti "Cattolici orientali", "Cattolici bizantini" o "Greco-cattolici".


Con il termine melchita si designano in particolare i cristiani di rito bizantino, cattolici così come ortodossi, dei patriarcati di Alessandria, di Antiochia e di Gerusalemme. Nel VII secolo avvenne una scissione, all'interno della Chiesa di Antiochia, tra calcedonisti e non calcedonisti. Questi ultimi chiamarono "melchiti" (malkā, ossia "sovrano" in siriaco) i fedeli dell'altra parte, che conservavano, nelle questioni cristologiche, la fede calcedonese dell'imperatore bizantino.


Oggi, nell'uso comune, il termine "melchita" è attribuito ai soli cattolici di rito bizantino e di lingua araba, dovunque risiedano.


La liturgia in uso presso i melchiti segue il rito bizantino, caratteristico della maggior parte dei cristiani orientali. Esso fu codificato e sistematizzato da San Giovanni Crisostomo ed è rimasto pressoché invariato dai secoli VI-VII secolo.


I melchiti si distinguono da altri cristiani d'Oriente poiché usano come lingua liturgica, accanto al greco, anche l'arabo.


In Medio oriente i cattolici melchiti sono chiamati in arabo Rūm Kathūlīk, dove il termine "romano" indica Costantinopoli in quanto "nuova Roma".
Oggi la maggioranza dei melchiti vive tra Siria e Libano: in quest'ultimo rappresentano la seconda comunità cattolica dopo i maroniti.



Storia |




Una Messa celebrata da Gregorio III Laham alla basilica di Santa Maria in Cosmedin.


Nel V secolo, il Concilio di Calcedonia decretò la cosiddetta dottrina "cristologica": Gesù unigenito Figlio di Dio, Gesù è veramente Dio e veramente uomo. Marciano, imperatore di Costantinopoli, pose i decreti del Concilio come legge dello Stato.
Coloro che accettarono le decisioni del Concilio furono, pertanto, detti "uomini del re" o "melchiti".


Nel VII secolo, il Medio oriente fu occupato dai musulmani. I cristiani del Medio Oriente continuarono a riconoscere l'autorità del Patriarcato di Costantinopoli, cui si mantennero fedeli anche dopo lo scisma con la Chiesa di Roma del 1054.


Nel XVII secolo, le missioni cattoliche in Medio oriente sostennero il movimento di vescovi, clero e fedeli delle chiese ortodosse locali che iniziavano a vedere con favore un ritorno nel seno della cattolicità, anche per godere della protezione accordata dai sultani ottomani ai cattolici in base al regime delle Capitolazioni siglate da Solimano il Magnifico con il re di Francia Francesco I.


Nel 1709, Cirillo III, patriarca di Antiochia, riaffermò l'autorità del Papa. Le comunità ecclesiali locali si divisero tra chi vedeva nel riconoscimento del primato romano un'occasione di salvezza e chi considerava i missionari latini incapaci di comprendere la tradizione orientale. Nel 1724 la parte di clero favorevole al ritorno sotto l'autorità spirituale dichiarò formalmente l'unione con la Santa Sede.


Nel corso del XIX secolo, i rapporti tra la Chiesa melchita e la Santa Sede non furono esenti da tensioni, dal momento che Pio IX (1846-1878) cercò a più riprese di affermare la supremazia papale (si pensi in particolare alla bolla Revursurus del 1866) e spesso di avviare una particolare latinizzazione della liturgia e del diritto canonico. Solo con Leone XIII (1878-1903) e l'enciclica Orientalium Dignitas i rapporti tra la Santa Sede e le comunità cattoliche di rito bizantino si distesero.


Durante il Concilio Vaticano II, Massimo IV, patriarca di Antiochia, contribuì all'apertura del dialogo con la Chiesa ortodossa.


Dall'inizio del XXI secolo la Chiesa melchita, al pari di molte altre comunità cattoliche e ortodosse, vive nuovi momenti di tensione, in particolare a causa dell'elevato tasso di emigrazione, dell'instabilità politica nei territori del Medio Oriente, e più di recente per le minacce di gruppi fondamentalisti islamici.



Struttura ecclesiastica |


La Chiesa cattolica greco-melchita è suddivisa nelle seguenti circoscrizioni ecclesiastiche:



Nelle terre di origine |



  • Il patriarcato di Antiochia dei Melchiti, con sede a Damasco (in Siria); da esso dipendono direttamente:

    • l'arcieparchia di Alessandria[2], con sede a Il Cairo, da cui dipendono anche i melchiti del Sudan e del Sudan del Sud;

    • l'arcieparchia di Gerusalemme[2], con sede a Gerusalemme;

    • l'esarcato patriarcale dell'Iraq, eretto nel 1838, con sede a Bagdad;

    • l'esarcato patriarcale del Kuwait, eretto nel 1972, con sede a Kuwait City.




  • Sedi metropolitane e diocesi suffraganee del patriarcato:


    • Arcieparchia di Damasco: è la sede del patriarca; da essa dipende, come suffraganea:
      • l'Arcieparchia di Zahleh e Furzol


    • Arcieparchia di Aleppo

    • Arcieparchia di Bosra e Hauran

    • Arcieparchia di Homs

    • Arcieparchia di Laodicea

    • Arcieparchia di Baalbek

    • Arcieparchia di Beirut e Jbeil

    • Arcieparchia di Petra e Filadelfia

    • Arcieparchia di Akka


    • Arcieparchia di Tiro, da cui dipendono, come suffraganee:

      • Arcieparchia di Baniyas

      • Arcieparchia di Sidone

      • Arcieparchia di Tripoli







Nella diaspora |



  • Sedi immediatamente soggette alla Santa Sede:


    • Eparchia di Newton negli Stati Uniti d'America


    • Eparchia di Nostra Signora del Paradiso di Città del Messico in Messico


    • Eparchia del Santissimo Salvatore di Montréal in Canada


    • Eparchia di San Michele di Sydney in Australia

    • Esarcato apostolico del Venezuela

    • Esarcato apostolico di Argentina



  • Sede suffraganea:

    • Eparchia di Nostra Signora del Paradiso di San Paolo in Brasile, suffraganea dell'arcidiocesi di San Paolo


  • Comunità della diaspora non costituite in alcuna circoscrizione ecclesiastica:[3]

    • in Francia, le parrocchie di Saint-Julien-le-Pauvre a Parigi (fondata nel 1888) e di Saint-Nicolas de Myre a Marsiglia (dal 1821);

    • in Italia, la comunità della Basilica di Santa Maria in Cosmedin (dal 1965);

    • in Svezia, la parrocchia di Stoccolma (Stockholms Katolska Stift);

    • in Belgio, la parrocchia San Giovanni Crisostomo di Bruxelles (fondata nel 1980);

    • in Gran Bretagna, la parrocchia San Giovanni Crisostomo di Londra;

    • in Austria, una comunità parrocchiale a Vienna.





Ordini religiosi |


La Chiesa cattolica greco-melchita ha alcuni ordini religiosi propri, tra cui:



  • l'Ordine basiliano del Santissimo Salvatore dei melchiti;

  • l'Ordine basiliano di San Giovanni Battista;

  • l'Ordine basiliano aleppino dei melchiti.



Sinodo patriarcale |


Elenco dei Presidenti del Sinodo della Chiesa greco-melkita cattolica:




  • Patriarca Maximos V Hakim (1969 - 22 novembre 2000)

  • Patriarca Gregorio III Laham (5 dicembre 2000 - 6 maggio 2017)

  • Patriarca Youssef Absi, dal 21 giugno 2017



Note |




  1. ^ Pier Giorgio Borbone, Storia di Mar Yahballaha e di Rabban Sauma. Cronaca siriaca del XIV Secolo, 2009, p. 36.


  2. ^ ab Le arcieparchie di Alessandria e di Gerusalemme non compaiono nell'Annuario pontificio, che considera l'arcieparchia di Damasco dei Melchiti l'unica eparchia propria del patriarca: Gerusalemme è, invece, indicata come territorio dipendente dal patriarcato, mentre Alessandria è inclusa nel territorio dipendente dal patriarcato di Egitto, Sudan e Sud Sudan.


  3. ^ Elenco dal Sito web della Chiesa melchita.



Voci correlate |



  • Patriarcato di Antiochia dei melchiti

  • Patriarcato di Antiochia

  • Melchitarum catholicorum

  • Ordine patriarcale della Santa Croce di Gerusalemme



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • (ARENFR) Sito ufficiale del Patriarcato greco-cattolico di Antiochia e di Tutto l'Oriente, su pgc-lb.org.

  • (EN) Lista delle diocesi di rito greco-melchita, su gcatholic.org.

  • (EN) Storia dei Melchiti, su phoenicia.org.

  • (FR) Adolphe d'Avril, Les Grecs Melkites. Etude historique, in Revue de l'Orient chrétien, 3e année, 1898, pp. 1-30 e 265-281

  • L'enciclica Melchitarum Catholicorum, su totustuustools.net.


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