Hamas

















































Hamas
حركة المقاومة الإسلامية
Flag of Hamas.svg
Leader
Isma'il Haniyeh[1]
Stato
Palestina Palestina
Sede Gaza
Fondazione 1987
Ideologia
Nazionalismo palestinese
Nazionalismo religioso
Islamismo sunnita[2]
Antisionismo[3]
Collocazione Sincretismo
Seggi Consiglio Legislativo Palestinese




74 / 132


(2006)
Iscritti sconosciuti
Sito web
hamas.ps/en/

Ḥamās, acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya (in arabo: حركة المقاومة الاسلامية‎, Movimento Islamico di Resistenza, ovvero حماس, «entusiasmo, zelo, spirito combattente») è un'organizzazione palestinese di carattere politico e paramilitare considerata ufficialmente organizzazione terroristica da alcune nazioni nel mondo (Unione europea, Stati Uniti, Israele, Canada, Egitto e Giappone), ma non da altre (Iran, Russia, Cina, Norvegia, Svizzera, Brasile, Turchia e Qatar).


Fondata dallo Shaykh Ahmad Yasin, ʿAbd al-ʿAzīz al-Rantīsī e Mahmud al-Zahar nel 1987 sotto la pressione dell'inizio della Prima Intifada come braccio operativo dei Fratelli Musulmani per combattere con atti di terrorismo lo Stato di Israele. Durante la Seconda Intifada nel periodo che va dal 2000 al 2005 ha effettuato svariati attentati suicidi contro l'esercito israeliano e contro la popolazione civile dello Stato ebraico, che hanno provocato centinaia di vittime civili e militari.[4] Hamas gestisce anche ampi programmi sociali, e ha guadagnato popolarità nella società palestinese con l'istituzione di ospedali, sistemi di istruzione, biblioteche e altri servizi in tutta la Striscia di Gaza.[5]


Lo Statuto di Hamas propone il ritorno della Palestina alla sua condizione precoloniale e l'istituzione di uno Stato palestinese. La stessa Carta dichiara che "non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihād".[6][7] Ciononostante nel luglio 2009 Khaled Mesh'al, capo dell'ufficio politico di stanza a Damasco, ha dichiarato che Hamas era intenzionato a cooperare con una "soluzione del conflitto Arabo-Israeliano che includesse uno stato Palestinese sui confini del 1967", a condizione che ai rifugiati palestinesi venisse riconosciuto il diritto al ritorno in Israele e che Gerusalemme Est fosse riconosciuta come capitale del nuovo stato.[8][9] Tale risoluzione, ovvero l'accettazione della soluzione a due Stati, è stata ripetuta varie volte dagli esponenti di Hamas e dai suoi sostenitori[10][11][12][13]. D'altra parte Israele sembra accettare solo formalmente tale soluzione [14].


Hamas in passato ha descritto il suo conflitto con Israele come politico e non religioso[15][16][17][18] ma alcuni giornalisti e gruppi di opinione sostengono che lo Statuto di Hamas e le dichiarazioni dei leader di Hamas siano state influenzate da teorie complottiste.[19]


Inoltre nel 2006 Isma'il Haniyeh, leader di Hamas all'epoca, ha dichiarato: «Se Israele dichiarasse di dare ai palestinesi uno Stato e ridare loro tutti i loro diritti, allora saremmo pronti a riconoscerli».


L'ala politica di Hamas ha vinto numerose elezioni amministrative locali in Gaza, Qalqilya, e Nablus. Nel gennaio 2006 con una vittoria a sorpresa alle elezioni legislative in Palestina del 2006 con il 44% circa dei voti, Hamas ottenne 74 dei 132 seggi della camera, mentre al-Fatah, con il 41% circa dei voti ne ottenne solo 45. La distribuzione del voto però era molto differente nei vari territori: le principali basi elettorali di Hamas erano nella Striscia di Gaza, mentre quelle del Fatah erano concentrate in Cisgiordania. Questo lasciò subito presagire che, se i due partiti non avessero trovato un compromesso, sarebbe potuta scoppiare una lotta per il controllo dei due territori nei quali ciascuno dei due partiti era più radicato.[20]


A seguito della Battaglia di Gaza (2007) Hamas prese il controllo completo dell'omonima Striscia; nel quadro di tali eventi e tra accuse di illegalità[21][22] a loro volta i funzionari eletti di Hamas furono eliminati fisicamente o allontanati dalle loro posizioni dall'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania e i loro incarichi furono assunti da esponenti del Fatah e da membri indipendenti. Il 18 giugno 2007, il Presidente palestinese Mahmūd Abbās (Fath) ha emesso un decreto che mette fuorilegge le milizie di Hamas.[23]


Hamas è elencata tra le organizzazioni terroristiche dal Canada,[24] da Israele,[25] dal Giappone,[26] e dagli Stati Uniti,[27] ed è bandita dalla Giordania.[28]Australia[29] e Regno Unito[30] elencano solo l'ala militare di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, come organizzazione terroristica. Gli Stati Uniti hanno adottato misure contro Hamas a livello internazionale[31]. Inoltre, l'Egitto ha denominato come organizzazione terroristica sia l'entità politica che armata di Hamas[32]. Tuttavia la maggior parte delle nazioni al mondo non considera tale movimento un'organizzazione terroristica.


L'Unione europea considera Hamas come gruppo terroristico dal 2003, nonostante una sentenza della corte di giustizia di dicembre 2014 in cui il tribunale stabilisce di aver preso la decisione di iscrivere il gruppo nella lista dei gruppi terroristici per un vizio di forma, dato che l'iscrizione era basata su imputazioni fattuali ricavate dai mezzi di comunicazione o da Internet e non su elementi esaminati in modo concreto[33][34]. Gli effetti rimangono comunque tuttora in vigore, dato che l'UE ha annunciato che farà appello contro la decisione di rimuovere il gruppo dalla lista[35].




Indice






  • 1 Nomi


  • 2 Storia


  • 3 Politica


    • 3.1 Previdenza sociale e istruzione


    • 3.2 Statuto di Hamas del 1988


    • 3.3 Posizioni riguardo a Israele


    • 3.4 Tesi antisemite e antisioniste nello statuto di Hamas


    • 3.5 Negazione dell'Olocausto


    • 3.6 Politica




  • 4 Azioni legali contro Hamas


  • 5 Violazione dei diritti umani


  • 6 Personalità di Ḥamās


  • 7 Note


  • 8 Bibliografia


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Nomi |


Non vi è accordo sul reale significato della parola "Ḥamās". Ḥamās è un acronimo della frase in arabo: حركة المقاومة الاسلامية‎ ovvero Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya: "Movimento di Resistenza Islamico", ma in arabo la parola "ḥamās" significa anche "entusiasmo, zelo, o spirito combattente".[36] La parola "Hamās" presenta anche un'assonanza con la parola ebraica, non etimologicamente correlata, חמס (IPA /xa'mas/) "violenza".


L'ala militare di Hamas, nata nel 1992, è rappresentata dalle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, in memoria dello Shaykh ʿIzz al-Dīn al-Qassām, il padre della moderna resistenza fondamentalistica arabo-islamica, ucciso dai britannici nel 1935.


Altre volte gli armati di Ḥamās si definiscono Studenti di Ayāsh, Studenti dell'Ingegnere, Unità Yaḥyà Ayāsh, in onore di Yahya Ayyash, l'artefice degli esplosivi che causarono la morte di più di 50 israeliani e che fu ucciso nel 1996.



Storia |


Ḥamās, nasce inizialmente presso i campi dall'azione dei profughi palestinesi Fratelli musulmani.[37]


Fino alla guerra dei sei giorni del 1967 Gaza era controllata dall'Egitto e in questo il presidente Gamal Abdel Nasser contrastava fortemente i gruppi estremisti come i Fratelli musulmani. Dopo la guerra Gaza venne controllata da Israele e quindi il gruppo ebbe maggiori libertà di movimento.[37]


Il gruppo fu finanziato direttamente e indirettamente durante gli anni settanta e ottanta da vari Stati, ad esempio Arabia Saudita e Siria. A quel tempo, il braccio politico-caritatevole di Hamās era ufficialmente registrato e riconosciuto in Israele. Lo stesso Menachem Begin, appena eletto Primo ministro per il partito Likud nel 1977, diede l'assenso alla regolare registrazione in Israele della «al-Mujammaʿ al-Islāmī» (Associazione Islamica), movimento collegato ai Fratelli Musulmani e fondato dallo Shaykh Aḥmad Yāsīn.


Alcuni esperti pensano che, sebbene Israele non abbia mai sostenuto direttamente Ḥamās, le avrebbe permesso di esistere perché si opponesse al movimento laico di resistenza palestinese di al-Fatḥ, fondato e guidato da Yasser Arafat.[37]
Citiamo per tutti, Tony Cordesman, l'analista per il Medio Oriente del Center for Strategic Studies: Israele «ha aiutato Hamas in modo diretto e indiretto per usarla come antagonista dell'OLP»[38].


Il gruppo si astenne dalla politica durante gli anni settanta e i primi anni ottanta, concentrandosi su problemi etici e sociali, come la corruzione, l'amministrazione degli awqāf (fondazioni pie) e l'organizzazione di progetti comunitari. Verso la metà degli Anni ottanta, tuttavia, il movimento fu sottoposto all'ascesa del bellicoso shaykh cieco Ahmad Yāsīn e iniziarono forti attriti e scontri contro gli altri gruppi palestinesi, principalmente di ispirazione laica. Nel 1984, a seguito di una segnalazione da parte di membri del Fatḥ, l'IDF individuò un deposito di armi del gruppo di Yāsīn. Lo stesso, arrestato e interrogato, affermò che le armi non sarebbero state impiegate contro Israele, ma contro i gruppi palestinesi antagonisti: questo e l'idea che il suo gruppo non costituisse una minaccia contro la nazione ebraica (che allora vedeva l'OLP come suo principale nemico) lo portò ad essere scarcerato dopo un anno.[37]


L'acronimo "Ḥamās" apparve per la prima volta nel 1987 in un volantino che accusava i servizi segreti israeliani di minare la fibra morale dei giovani palestinesi per poterli reclutare come collaborazionisti. L'uso della forza da parte di Ḥamās apparve quasi contemporaneamente alla prima Intifāda, iniziando con "azioni punitive contro i collaborazionisti", progredendo verso obiettivi militari israeliani ed infine con azioni terroristiche che prendevano di mira i civili. Così come i suoi metodi sono cambiati dalla sua nascita, è cambiata anche la sua retorica, che adesso afferma che i civili israeliani sono "bersagli militari", in virtù del fatto di vivere in uno Stato altamente militarizzato in cui vige la coscrizione. Nel frattempo sono nate anche alcune correnti all'interno del gruppo.




Manifestazione a favore di Ḥamās a Betlemme


Secondo la bibliografia semi-ufficiale di Ḥamās Truth and existence, l'organizzazione si è evoluta attraverso quattro fasi principali:




  1. 1967-1976: Costituzione dei Fratelli Musulmani nella Striscia di Gaza per far fronte all'"oppressivo" dominio israeliano.

  2. 1976-1981: Espansione geografica tramite partecipazione o in alcuni casi fondazione di associazioni professionali nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, come al-Mujammaʿ al-islāmī, al-Jamʿiyya al-islāmiyya e l'Università Islamica di Gaza.

  3. 1981-1987: Ḥamās esercita una certa influenza politica attraverso la fondazione di meccanismi di azione e di preparazione alla lotta armata.

  4. 1987: Fondazione di Ḥamās come braccio combattente dei Fratelli Musulmani in Palestina, col piano di attuarvi un continuo jihād.


.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Molti esperti concordano che la "vera" storia di Ḥamās inizia solo nel momento della scalata al potere a metà degli anni '80: loro opinione è che prima fosse una organizzazione con una visione politica estremamente limitata.[senza fonte]


Mentre questo riflette le attività di Ḥamās nella Striscia di Gaza, i loro colleghi in Cisgiordania ebbero uno sviluppo molto differente, all'inizio con meno enfasi nella creazione o nel controllo di istituzioni pubbliche. Il movimento dei Fratelli Musulmani in Cisgiordania costituì una parte integrante del movimento islamico giordano, che per molti anni è stato allineato con il regime hashemita. Inoltre, i Fratelli Musulmani in Cisgiordania avevano un profilo socio-economico più elevato - commercianti, proprietari terrieri, burocrati e professionisti della borghesia. Entro la metà degli anni ottanta, i Fratelli Musulmani controllavano una significativa parte delle posizioni nelle istituzioni religiose della Cisgiordania.


Il 26 gennaio 2004, uno dei capi di Ḥamās, Abd al-Aziz al-Rantissi, offrì una tregua (hudna) di 10 anni, con ripresa della guerra passato questo periodo di tempo, in cambio del totale ritiro da parte di Israele dei territori conquistati durante la Guerra dei sei giorni e l'istituzione di uno stato palestinese, offerta ripetuta dopo la vittoria alle elezioni legislative del 2006, accettando l'iniziativa di pace araba del 2002. Il capo di Hamas Ahmad Yasin affermò che il gruppo avrebbe accettato uno Stato palestinese in Cisgiordania e Gaza. Rantissi ammise che "Allo stato attuale delle cose, sarebbe stato difficile liberare tutta la nostra nazione, pertanto accettiamo una liberazione in fasi." [senza fonte]




Nel marzo del 2004 un caccia israeliano lanciò un missile contro lo shaykh Yasin, cieco e paraplegico, che usciva dalla moschea di Gaza. Nell'attacco morirono Yasin, il figlio e altre cinque persone.

Venne quindi eletto come capo di Ḥamās a Gaza il medico pediatra Abdel-Aziz Rantissi (esponente dell'ala più radicale del gruppo), che minaccia Israele, annunciando che i suoi cittadini sarebbero stati colpiti ovunque.[39]

Nell'aprile del 2004 anche Rantissi rimase vittima di una "omicidio mirato", compiuto con un missile lanciato da un aereo israeliano.


Il 25 gennaio 2006, nonostante tutti i sondaggi lasciassero intendere diversamente,[senza fonte] Ḥamās vinse con una larga maggioranza le elezioni legislative. Precedentemente alle elezioni aveva dichiarato una sospensione delle sue azioni, decisione non sempre rispettata dai gruppi di militanti che fanno parte della sua struttura, e seguita nell'aprile del 2006 dalla rinuncia agli attacchi terroristici, ritenuti non più compatibili con la "nuova era in cui era entrata l'organizzazione.[40]


A seguito della vittoria grande preoccupazione è stata manifestata nel mondo occidentale a causa della natura del movimento, da molti ritenuta terroristica. L'Unione europea ha vincolato la prosecuzione del sostegno all'Autorità Nazionale Palestinese a Tre princìpi, definite dalla comunità internazionale:



  • Ḥamās deve rinunciare alla lotta armata;

  • Ḥamās deve riconoscere il diritto di Israele ad esistere;

  • Ḥamās deve appoggiare chiaramente il processo di pace nel Vicino Oriente, come deciso in base agli Accordi di Oslo.


A capo del governo palestinese siede per la prima volta un leader di Ḥamās, Isma'il Haniyeh.


Attualmente, a seguito di una serie di scontri con l'organizzazione rivale al-Fatḥ, Ḥamās ha assunto il controllo della Striscia di Gaza, mentre la zona cisgiordana è rimasta sotto il controllo di al-Fath e del Presidente dell'ANP, Mahmūd Abbās (Abu Mazen). Quest'ultimo è di fatto divenuto l'interlocutore ufficiale dei paesi occidentali per quello che riguarda il popolo palestinese, pur non essendo il suo governo espressione del risultato delle elezioni del 2006.


Va precisato che quella parte della popolazione palestinese che ha partecipato alle elezioni si trova esclusivamente nei cosiddetti "territori occupati" (Striscia di Gaza e Cisgiordania) della Palestina. La maggioranza dei palestinesi[senza fonte], residente dal 1948 in poi negli svariati campi profughi al di fuori della Palestina, non risiedendo nei territori occupati, non ha diritto di voto né per le elezioni palestinesi, né per quelle degli Stati in cui i palestinesi risiedono, fruendo dello status di rifugiato politico.


Nel 2017 Hamas, annunciando una presa di distanza dai Fratelli Musulmani e senza riconoscere in alcun modo lo Stato israeliano, ha accettato la delimitazione del territorio dello Stato di Palestina entro i confini del 1967.[41]



Politica |



Previdenza sociale e istruzione |


Ḥamās promuove diversi programmi che l'organizzazione considera di previdenza sociale e istruzione a favore della popolazione palestinese. Da parte dei suoi oppositori, tali programmi sono considerati invece come parte di una politica parastatale, come esercizi per la propaganda e il reclutamento, o come entrambi. In ogni modo, queste attività sociali di Hamās sono profondamente radicate nella Striscia di Gaza. Includono istituti religiosi, medici e in generale aiuti sociali ai civili meno abbienti. Va specificato che il lavoro che Ḥamās compie in questi ambiti è attività separata dall'assistenza umanitaria fornita dall'UNRWA (United Nations Relief Works Agency). Nel dicembre del 2001, il fondo caritatevole Holy Land Foundation for Relief and Development è stato accusato di finanziare Ḥamās.[42]


Hamās può contare su un numero sconosciuto di fedelissimi e su decine di migliaia di simpatizzanti e aiutanti. Riceve soldi da esuli palestinesi, dall'Iran, da benefattori privati in Arabia Saudita e da diversi altri Stati arabi. Raccolte di fondi e campagne di propaganda pro-Ḥamās esistono anche in Europa, Nord America e Sud America.


Si ritiene che Ḥamās abbia decine di siti web; una lista aggiornata è consultabile presso l'Internet-Haganah.[43] Il principale sito di Ḥamās fornisce traduzioni di comunicati ufficiali e propaganda in svariate lingue: persiano, urdu, malese, russo, inglese e naturalmente arabo.


Nella Striscia di Gaza, l'Autorità Nazionale Palestinese sta perdendo potere a beneficio di Ḥamās, in particolar modo nel campo profughi di Jabāliya, nelle sue vicinanze e a Dayr al-Balāh al centro della Striscia, ad Abasan e nella regione del Dahaniyeh nel sud.


Il governo a Gaza annuncia la campagna di raccolta di fondi volti a raccogliere $ 25 milioni necessari per ripristinare decine di moschee rovinate dai raid israeliani. 45 moschee sono state completamente distrutte durante la guerra, mentre 55 sono state parzialmente danneggiate.[44]



Statuto di Hamas del 1988 |


La Carta del Movimento di Resistenza Islamico, ovvero il documento fondatore di Ḥamās, approvato nell'agosto del 1988. non definisce in modo particolare la struttura dell'organizzazione.

La Guida suprema dentro Ḥamās, ha il ruolo di massima autorità politica e religiosa, che prende le decisioni più importanti.

Le più alte istituzioni riconosciute di Ḥamās sono il Consiglio (Shura), e l'Ufficio Politico.

La Shura comprende una cinquantina di membri ed è composta da figure di spicco del mondo religioso islamico presenti nel movimento.

Con sede all'estero fuori dai confini della Palestina, per la precisione in Siria, rispondente esclusivamente alla Shurà e diviso al suo interno per competenze specifiche di settore, l'Ufficio Politico funge sostanzialmente da ministero dell'Informazione e degli Esteri.

Poi c'è Daʿwa “La Chiamata”, una rete che gestisce l'attività di reclutamento, di assistenza sociale e di raccolta fondi all'estero.

L’Aʿlām, ente che gestisce le operazioni di propaganda, dell'informazione e dell'indottrinamento ideologico in Palestina.

Questo ente civile possiede una stazione radio ed una televisione, la Al-Aqsa TV.



Posizioni riguardo a Israele |


La carta costitutiva di Hamās, scritta nel 1988, dichiara che il suo obiettivo è di "sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina", cioè di eliminare lo Stato di Israele e sostituirlo con una Repubblica Islamica. Questo rende Hamās del tutto diversa rispetto ai movimenti cosiddetti integralistici musulmani che propugnano la lotta in tutto il mondo islamico: Hamās limita rigidamente infatti, per statuto, la sua attività di lotta di liberazione alla sola Palestina.


Nello statuto si afferma che la Palestina non potrà essere ceduta, anche per un solo pezzo, poiché essa appartiene all'Islam fino al giorno del giudizio.


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«Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un bene inalienabile (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica (shari'a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani la hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio. (Articolo 11 dello statuto)»




Tesi antisemite e antisioniste nello statuto di Hamas |


Lo statuto di Hamas[45] incorpora una serie di teorie cospiratorie antisemite.


L'art. 7 della Carta presenta il jihād contro il sionismo come rispondente alle parole, proferite secondo Bukhari e Muslim dallo stesso Maometto, per le quali i musulmani combatteranno ed uccideranno gli ebrei.






«Benché […] molti ostacoli siano stati posti di fronte ai combattenti da coloro che si muovono agli ordini del sionismo così da rendere talora impossibile il perseguimento del jihād, il Movimento di Resistenza Islamico ha sempre cercato di corrispondere alle promesse di Allah, senza chiedersi quanto tempo ci sarebbe voluto. Il Profeta – le benedizioni e la salvezza di Allah siano su di Lui – dichiarò: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: 'O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo. (Articolo 7)»



In più punti del documento si ricorda come il jihād sia un obbligo religioso per i fedeli musulmani.


L'art. 21 dello Statuto di Hamas scrive che la Massoneria, il Lions Club e il Rotary promuovono gli interessi del sionismo e si dedicano allo spionaggio; ciò grazie ad ingenti ricchezze che, si afferma nel testo, sarebbero state accumulate ed impiegate anche per prendere il controllo della stampa, così come per sostenere le Rivoluzioni francese e russa, il colonialismo degli "stati imperialisti" ed entrambe le guerre mondiali. In particolare la Prima guerra mondiale avrebbe avuto lo scopo di "distruggere il Califfato islamico" mentre la seconda avrebbe permesso di accumulare ulteriori ricchezze e sarebbe stata volta a favorire la costituzione dello Stato nemico. La Società delle Nazioni prima e l'ONU poi sarebbero tasselli di un complotto volto al dominio del mondo da parte delle stesse cerchie.


All'articolo 28 si afferma che le varie organizzazioni citate poco prima come espressione del sionismo, anzi da questo fondate, avrebbero lo scopo di "demolire le società, distruggere i valori, violentare le coscienze, sconfiggere la virtù, e porre nel nulla l'Islam." Esse "sostengono il traffico di droga e di alcol di tutti i tipi per facilitare la loro (dei sionisti, nota del redattore) opera di controllo e di espansione."


L'articolo 30 della carta ribadisce la tesi del complotto volto al dominio sul mondo da parte del sionismo, affermandone "l'infiltrazione" in molti stati, che sarebbe avvenuta grazie al controllo da parte dei sionisti sulla stampa e sulle finanze.


All'articolo 32, infine, lo Statuto di Hamas identifica esplicitamente gli asseriti intenti sionisti di conquista ed espansione sul mondo con la immaginaria cospirazione ebraica descritta nel classico testo antisemita dei Protocolli dei Savi di Sion.


Due anni dopo la pubblicazione dello statuto Hamas corresse in parte l'interpretazione di quanto vi era affermato, precisando che il loro intento era quello di combattere solo il sionismo in quanto movimento di aggressione e occupazione, e non l'ebraismo in quanto credo religioso, anche se nell'uso comune della popolazione palestinese spesso non viene fatta distinzione tra i termini "sionista", "ebreo" e "israeliano"[46].


Pur essendo la cancellazione di Israele un punto ricorrente nella sua propaganda, è da notare che questa era stata rimossa dal programma con cui il gruppo si presentò alle elezioni del 2006, anche se in questo rimanevano riferimenti alla necessità di difendersi dall'occupazione con ogni mezzo, armi comprese.[47]



Negazione dell'Olocausto |


Secondo il MEMRI, i massimi leader di Hamās sarebbero promotori della negazione dell'Olocausto. ʿAbd al-ʿAzīz al-Rantīsī - cofondatore di Hamas assieme ad Ahmad Yasin - in un articolo su al-Risala (pubblicazione settimanale di Hamas) avrebbe definito la Shoah «il falso olocausto» e «la più grande delle menzogne», ed affermato che l'Olocausto non è mai avvenuto, che i sionisti erano dietro le azioni dei nazisti e che il sionismo finanziò il nazismo. In questo articolo Rantissi avrebbe altresì negato l'esistenza delle camere a gas nonché espresso sostegno ai negazionisti Roger Garaudy, David Irving, Gerd Honsik e Fredrick Töben; avrebbe inoltre affermato che "i nazisti ricevettero notevoli aiuti finanziari dalle banche e dai monopoli sionisti, e ciò contribuì alla loro ascesa al potere"; avrebbe infine accusato la investment bank berlinese Mendelssohn & Co., di proprietà ebraica, di aver finanziato i nazisti, definendola "banca sionista".[48]



Politica |


I miliziani di Hamās, specialmente quelli delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, hanno sferrato numerosi attacchi tra cui alcuni attacchi suicidi di larga scala contro obiettivi civili israeliani. Per citare i più noti: il massacro di Pesach nel marzo del 2002, in cui 30 persone furono uccise a Netanya; il massacro sull'autobus numero 20 di Gerusalemme nel novembre dello stesso anno 2002 (11 morti); il massacro sull'autobus numero 2 di Gerusalemme nell'agosto del 2003 (23 morti); l'attacco alla città di Bersheeba nell'agosto del 2004, (15 morti). L'ultimo attacco fu dell'agosto del 2005 che fece 7 feriti, dopodiché Hamas rispettò la tregua offerta nel 2004 (hudna). Hamās ha anche usato donne-bomba, per esempio una madre di sei figli e una di due minori di 10 anni. Al contrario di al-Fath, a tutt'oggi Hamās non ha usato bambini-bomba.


Ḥamās ha anche attaccato obiettivi militari israeliani, uomini palestinesi sospettati di collaborazionismo nonché rivali di al-Fatḥ.


Contrariamente agli altri movimenti politici che hanno fatto uso del terrorismo, come il Fronte Popolare o al-Fath, Hamas nel suo Statuto specifica che la sua resistenza all'occupazione si svolgerà solo su territorio palestinese. Per questa ragione Hamas negli anni non ha mai effettuato azioni terroristiche o di guerriglia fuori da Israele o Palestina, differenziandosi dai fedayyin e dalle pratiche terroristiche palestinesi degli anni settanta e ottanta, che invece usavano il terrorismo fuori dai confini per portare l'attenzione dell'opinione internazionale sulla causa palestinese.


In tempi recenti, Ḥamās ha fatto uso di razzi di tipo "Qassām" per attaccare città israeliane nel deserto del Negev, ad esempio Sderot. La nascita dei razzi "Qassām-2" ha dato la possibilità all'organizzazione di attaccare anche grandi città israeliane quali Ashkelon; ciò ha prodotto enorme preoccupazione nella popolazione israeliana e diversi tentativi da parte dell'esercito israeliano di fermare la proliferazione e l'uso di tali razzi, anche se il numero di vittime è stato molto ridotto (circa 20 in una decina di anni[49]).



Azioni legali contro Hamas |


Nel 2004, una corte federale negli Stati Uniti ha dichiarato Ḥamās colpevole in una causa civile riguardante l'omicidio nel 1996 di Yaron ed Efrat Ungar, vicino Beit Shemesh, in Israele. A Ḥamās è stato velleitariamente ordinato di pagare alle famiglie degli Ungar 116 milioni di dollari. Al momento della stesura di questo paragrafo (aprile 2004), la Corte non ha ancora emesso sentenza circa la responsabilità dell'Autorità Nazionale Palestinese e dell'OLP nel fornire un ipotetico e improbabile supporto logistico a Ḥamās.



Violazione dei diritti umani |


Secondo varie fonti il movimento è stato dichiarato colpevole di violazione dei diritti umani e di aver commesso crimini di guerra, rivolti in particolare contro la popolazione israeliana e palestinese[50][51].



Personalità di Ḥamās |




  • Aḥmad Yāsīn - Fondatore


  • Mahmud al-Zahar - Cofondatore di Ḥamās e suo portavoce ufficiale


  • Khaled Mesh'al - Presidente dell'Ufficio politico di Ḥamās dal 1996 al 2017


  • Isma'il Haniyeh - Presidente dell'Ufficio politico dal 2017 e già Primo ministro


  • Abu Marzuq - Vice presidente dell'Ufficio Politico di Ḥamās.


  • Moḥammad Dief - Comandante generale dell'ala militare di Ḥamās


  • Ṣalāḥ al-Dīn Shaḥāda - comandante delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, ucciso con "omicidio mirato" da Israele nel luglio 2002


  • Aḥmad al-Jaʿbarī - Vice comandante di Moḥammad Dief. Leader di Gaza, ucciso con "omicidio mirato" da Israele nel novembre del 2012


  • Marwān ʿĪsā - Vice comandante di Moḥammad Dief. Successore de facto di al-Jaʿbarī nella Striscia di Gaza, vista l'invalidità di Dief[52]


  • Muhammad Abu Shamala - Comandante militare della zona Sud della Striscia di Gaza


  • Muhammad Sanwar - Comandante militare della città di Gaza


  • Ahmad Ghandur - Comandante militare nel Nord della Striscia di Gaza


  • Abu Tir - Figura religiosa e leader di Ḥamās a Gerusalemme


  • Shaykh Hasan - Figura religiosa e leader di Ḥamās in Cisgiordania


  • Maḥmūd al-Mabḥūḥ - Leader assassinato da Israele nel gennaio del 2010



Note |




  1. ^ Ismail Haniyeh nuovo capo politico di Hamas


  2. ^ "Understanding Islamism" Archiviato il 7 marzo 2013 in Internet Archive., Cris is Group Middle East/North Africa Report N°37, March 2, 2005

    • "The New Hamas: Between Resistance and Participation". Middle East Report. Graham Usher, August 21, 2005

    • Hamas leader condemns Islamist charity blacklist, Reuters, 23 agosto 2007. URL consultato il 28 gennaio 2009.

    • James Hider, Islamist leader hints at Hamas pull-out from Gaza, in The Times (London), 12 ottobre 2007. URL consultato il 28 gennaio 2009.

    • Council on Foreign Relations, Council on Foreign Relations. URL consultato il 27 maggio 2010.




  3. ^


    • Islamic fundamentalism in the West Bank and Gaza: Muslim Brotherhood and Islamic Jihad, by Ziyād Abū 'Amr, Indiana University Press, 1994, pp. 66–72


    • Anti-Semitic Motifs in the Ideology of Hizballah and Hamas, Esther Webman, Project for the Study of Anti-Semitism, 1994. ISBN 978-965-222-592-4




  4. ^ Best known for suicide bombings/attacks:

    • "Among the various organizations that emerged during the intifada were two that continue to challenge the dominance of the PLO over the Palestinian national movement: the Islamic Resistance Movement (better known by its acronym, Hamas) and its counterpart, Islamic Jihad. These organizations are best known for having injected a new lethality into the struggle between Israelis and Palestinians - the tactic of suicide bombings." (James L. Gelvin, The Israel-Palestine Conflict: One Hundred Years of War, Cambridge University Press, 2005, p. 221 ISBN 0-521-85289-7)

    • "Best known for the violence it launched against Israel through suicide bombings and rocket attacks... " (Murphy, John. "Hamas aims for political might", The Baltimore Sun, January 22, 2006)

    • "Hamas is best known abroad for the scores of suicide bombings it has carried out and its commitment to the destruction of Israel." (Barzak, Ibrahim. "Israel blames Iran, Syria for bombings", ABC News, January 20, 2006, p. 2)

    • "...the militant organization, best known abroad for its attacks against Israeli civilians..." (Musharbash, Yassin. "Could Victory be Undoing of Hamas", Der Spiegel, January 27, 2006)

    • "Although Hamas is best known for its suicide attacks..." ("Palestinian Political Organizations", PBS FRONTLINE, April 4, 2002)

    • "...it was best known in Israel and abroad for the suicide attacks it used..." ("After the Hamas earthquake", The Guardian, January 27, 2006).

    • "Hamas, an organisation best known for its suicide bombings but which also runs social services to recruit from the masses..." (Lynfield, Ben. "Shock result prompts calls to end policy of violence", The Scotsman, January 27, 2006).

    • "But the group is best known for its suicide bombing attacks." (Levitt, Matthew. Hamas: Politics, Charity, and Terrorism in the Service of Jihad, Yale University Press, 2006, ISBN 0-300-12258-6, p. 17.)

    • "Best known for its suicide attacks, Hamas has won over the Palestinian public in its first run for the legislature by focusing on domestic concerns, halting government corruption and restoring law and order to the chaotic West Bank and Gaza Strip." (""Israeli leaders brace for Hamas dominating Palestinian elections", Associated Press, January 22, 2006.)

    • "The armed faction, best known for sending suicide bombers to attack Israelis..." Verma, Sonia. ("Hamas win puts Mideast on edge", Newsday, January 27, 2006.

    • "Hamas... was formed in 1987... The group, best known for its suicide bombings inside Israel, has both political and terrorist agendas." Brookes, Peter. A devil's triangle: terrorism, weapons of mass destruction, and rogue states, Rowman & Littlefield, 2005, p. 83. ISBN 0-7425-4953-4


    Infamous for suicide attacks:

    • "But his organization, Hamas, is of course dedicated to the destruction of an entire country and infamous for its suicide attacks." (Mann, Jonathan. "Reaction to Killing of Sheikh Ahmed Yassin", CNN, March 22, 2004.

    • "This dismal place was (and remains) a breeding ground for Hamas, the fundamentalist group now infamous for their suicide bombings." (Andersen, Mark. All the Power: Revolution Without Illusion, Punk Planet Books, 2004, ISBN 1-888451-72-6, p. 178)

    • "And Hamas, infamous for suicide bombings and other attacks that killed more than 250 Israelis in recent years, rejected Abbas' appeal for peace with Israel, and threatened to continue its campaign of violence." (Tiebel, Amy.
      "Analysis: Tough Mideast Bargaining Ahead"[collegamento interrotto], Associated Press, November 27, 2007.)


    Best known and infamous for suicide attacks:
    • "To the outside world, Hamas is best-known — infamous — for its reliance on suicide bombers." (Palestinian territories:Inside Hamas,PBS FRONTLINE:World, May 9, 2006)



  5. ^ "Palestinian election raises varying opinions within U". The Minnesota Daily. January 31, 2006


  6. ^ Calls for the destruction of Israel:

    • "Underlying that theme, [Hamas leader] Zahar promised that Hamas 'will not change a single word in its covenant,' which calls for the destruction of Israel." Levitt, Matthew. Hamas: Politics, Charity, and Terrorism in the Service of Jihad, Yale University Press, 2006, ISBN 0-300-12258-6, p. 248.

    • "The Hamas charter calls for Israel to be destroyed and replaced by an Islamic state." Myre, Gred. "Israeli Official Says Hamas Has Made Abbas Irrelevant" The New York Times, February 27, 2006.

    • "Hamas, whose charter calls for Israel's destruction" Dinnick, Wilf. "High-Stakes Political Poker: Forcing Hamas' Hand", ABC News, June 6, 2006.

    • "Hamas's charter uncompromisingly seeks Israel's destruction." "Palestinian Rivals: Fatah & Hamas", BBC News, May 25, 2006.




  7. ^ "The Covenant of the Islamic Resistance Movement (Hamas)", MidEast Web, August 18, 1988; "The Covenant of the Islamic Resistance Movement" Archiviato il 20 luglio 2015 in Internet Archive., The Avalon Project at Yale Law School, retrieved April 22, 2006.


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    [collegamento interrotto], su english.khamenei.ir, 4 giugno 2006.



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    • Anti-Semitism at Core of Hamas Charter Archiviato il 25 maggio 2011 in Internet Archive., Anti-Defamation League, February 27, 2006. Accessed April 17, 2007.

    • Puder, Joseph. Levitt Can't Strike Hopeful Note About Hamas Archiviato il 7 dicembre 2008 in Internet Archive., The Bulletin, March 27, 2007.




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  49. ^ Agenzia della Missionary International Service News Agency, delle ore 16:44 del 6 gennaio 2009


  50. ^ Amnesty International: "Miliziani palestinesi criminali di guerra" - IlGiornale.it


  51. ^ Amnesty International Report 2014/15 | Amnesty International


  52. ^ Who won this round in Gaza, Israel or Hamas? Only time will tell Israel News | Haaretz



Bibliografia |



  • Balducci Roberto, La bomba Hamas. Storia del radicalismo islamico in Palestina, Datanews 2006 ISBN 978-88-7981-294-8

  • Caridi Paola, Hamas. Che cos'è e cosa vuole il movimento radicale palestinese, Feltrinelli 2009 ISBN 978-88-07-17171-0

  • Chehab Zaki, Hamas. Storie di militanti, martiri e spie, Laterza 2008 ISBN 978-88-420-8604-8

  • Hroub Khaled, Hamas. Un movimento tra lotta armata e governo della Palestina raccontato da un giornalista di Al Jazeera, Mondadori 2006 ISBN 978-88-424-9648-9


  • Yousef Mosab H., Brackin Ron, Figlio di Hamas. Dall'intifada ai servizi segreti israeliani, Gremese Editore 2011 ISBN 978-88-8440-693-4



Voci correlate |



  • Attentati suicidi palestinesi

  • Brigate Ezzedin al-Qassam

  • Conflitto israelo-palestinese

  • Conflitto Israele-Striscia di Gaza

  • Operazione Margine di protezione



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Collegamenti esterni |



  • Segui Israele, su seguisraele.weebly.com.

  • Statuto di Hamas (italiano), su cesnur.org.

  • Tunnel sotterranei tra Striscia di Gaza e Egitto, su lastampa.it.


  • Come è possibile spiegare il successo di Hamas? intervista a Mohamed Hassan


  • Gaza è un posto normale con gente normale intervista a Mohamed Hassan - (II parte)


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