Gaza




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando l'omonima isola croata dell'arcipelago delle isole Brioni, vedi Gaza.






















































Gaza
comune
غزة
עזה
Gaza – Veduta
Localizzazione
Stato
Palestina Palestina
De facto è sotto il controllo di Hamas
Regione Striscia di Gaza
Governatorato Gaza
Amministrazione
Sindaco
Rafiq Tawfiq al-Makki
Territorio
Coordinate
31°31′N 34°27′E / 31.516667°N 34.45°E31.516667; 34.45 (Gaza)Coordinate: 31°31′N 34°27′E / 31.516667°N 34.45°E31.516667; 34.45 (Gaza)
Altitudine 30 m s.l.m.
Superficie 45 km²
Abitanti 449 221 (2009)
Densità 9 982,69 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orario UTC+2
Cartografia

Mappa di localizzazione: Stato di Palestina

Gaza

Gaza


Gaza – Mappa
Sito istituzionale

Gaza (AFI: /ˈɡaʣʣa/[1]; in arabo: غزة‎, Ghazza; in ebraico: עזה, Azzah), o Città di Gaza (Madīnat Ghazza, in arabo: ﻣﺪﻳﻨـة ﻏﺰة‎), è la più grande città della Striscia di Gaza, è parte dei Territori palestinesi occupati e, a livello puramente teorico, amministrata dall'Autorità Nazionale Palestinese. I poteri dell'Autorità Nazionale Palestinese sulla città, conferitile dagli Accordi di Oslo, conclusi il 20 agosto 1993 e firmati il 13 settembre 1993 a Washington (USA), sono oggi osteggiati manu militari da Hamas, organizzazione che controlla de facto in via esclusiva il territorio.


La città, che ha una popolazione di circa 400.000 abitanti, è abitata fin dal 3000 a.C.




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 Età antica


    • 1.2 La dominazione filistea


    • 1.3 Un territorio conteso


    • 1.4 Età ellenistica


    • 1.5 Periodo romano


    • 1.6 Periodo arabo-islamico




  • 2 Amministrazione


    • 2.1 Gemellaggi




  • 3 Note


  • 4 Bibliografia


  • 5 Voci correlate


  • 6 Altri progetti





Storia |



Età antica |


Identificata da alcuni autori greci dell'antichità come "Azotus", secondo la Bibbia i primi abitanti furono gli Eviti (Deuteronomio 2,23). I Rephaim e gli Enacim, in seguito espulsi da Giosuè, popolarono le montagne circostanti. Gli Eviti furono espulsi dai Filistei provenienti da Captor[2]. Non si conosce molto di più di questo popolo guerriero, che occupò l'intera costa del Mediterraneo fra la Fenicia e l'Egitto, e che gli ebrei non riuscirono mai a sottomettere completamente. Si ritiene comunque che provenissero dalla costa meridionale dell'Asia Minore e dalle isole egee. Geremia nomina l'isola di Captor, isola della Cappadocia. Secondo Stefano di Bisanzio[3] la città di Gaza era una colonia cretese[4]. Questa affermazione si accorda con la narrazione biblica che parla di conquiste fatte dai Cereti (Cretesi), una tribù filistea.



La dominazione filistea |


Nella Genesi si dice che i Filistei si insediarono nei dintorni di Gaza già dall'epoca di Abramo e il loro capo, Abimelek, aveva il titolo di re, residente a Gerar (o Gherar)[5]. Alcuni critici, tuttavia, indifferenti alla tradizione biblica, ritengono che il titolo di "re dei Filistei" fu dato ad Abimelech non perché fosse egli stesso un Filisteo, ma perché abitava in una terra abitata in seguito da questo popolo. In ogni caso i Filistei certamente erano in possesso di Gaza quando Mosè e gli ebrei arrivarono nella Terra Promessa. Sebbene la città venisse assegnata alla tribù di Giuda, essa non poté possederla poiché non fu conquistata da Giosuè a causa delle sue alte mura[6].


Gaza divenne la metropoli delle cinque satrapie che formavano il territorio dei Filistei e, come le altre quattro città (Ascalon, Accaron, Azotus - sempre che non si tratti della stessa Gaza - e Gat) ebbe un re il cui potere si estendeva a tutte le città e i villaggi della regione. Sansone, per fuggire dalle mani dei filistei, trasportò sulle sue spalle le porte della città durante la notte fino alle montagne circostanti (Giudici 16:3); fu a Gaza che, cieco e prigioniero dei filistei, fece crollare il tempio di Dagon su se stesso e i suoi nemici[7]. Dagon non era la divinità particolare di Gaza. Si incontra anche ad Ascalon, Azotus e altre città filistee per le quali viene applicato il termine "Beth-dagon" (tempio di Dagon). Questa divinità di origine assira, in parte umana e in parte pesce, venne parzialmente adottata dai Filistei come divinità nazionale. Gli Israeliti, che conquistarono Gaza prima dell'epoca di Sansone (Giudici 1:18), ne erano ancora in possesso al tempo di Salomone[8]. È probabile, tuttavia che in quest'epoca la città avesse una sua autonomia e si limitasse a pagare un tributo.



Un territorio conteso |


Il popolo di Gaza continuò la sua ostilità nei confronti degli Israeliti, e secondo la Bibbia organizzò un commercio di schiavi ebrei (Amos 1,6), che procurò le maledizioni dei profeti biblici[9]. Le sciagure predette sembrarono avverarsi quando i signori di Egitto, Caldea e Assiria diedero inizio alla loro lunga e intensa lotta per il predominio dell'Asia. Siccome la città era sulla strada degli eserciti invasori, Gaza era destinata a particolari sofferenze. Intorno al 734 Tiglatpileser III contava fra i suoi vassalli Hanon, re di Gaza, che si era alleato, Rašín e Facee, re di Siria e Israele, in rivolta contro il monarca assiro. All'arrivo dell'esercito assiro Hanon si rifugiò in Egitto e la città fu presa e saccheggiata.




Bandiera della solidarietà Turchia-Gaza, 2 febbraio 2009


Ma i vincitori si erano appena allontanati quando Hanon ritornò a Gaza; nel 720 a.C. lo ritroviamo nel campo di battaglia di Raphia, tra gli alleati del faraone Shabaka, in cui fu sconfitto e fatto prigioniero. Poco dopo i Filistei di Gaza furono vinti da Ezechia, re di Giuda (2 Re 18,8), e costretti a ribellarsi assieme a lui contro gli Assiri; questi ultimi, tuttavia, fecero ritorno e costrinsero di nuovo i Filistei alla sottomissione.


Tsibel, re di Gaza, era annoverato fra i tributari di Asarhaddon e Assurbanipal. Quando fu distrutto l'impero assiro l'Egitto cercò di approfittarne e il faraone Necho II annetté Gaza (Geremia 47,1; Erodoto II) mentre era diretto a Karkemish, dove fu sconfitto dai Babilonesi che, al comando di Nabucodonosor, riconquistarono Gaza. La città fu trattata duramente e dovette in seguito pagare il tributo al re Nabonedo per la costruzione del grande tempio di Sin ad Haran. Ai Babilonesi seguirono i Persiani. Cambise, durante la sua spedizione in Egitto nel 525 a.C., assediò Gaza che, unica, osò resistere alla sua avanzata[10]. Dovette sottomettersi e sotto il dominio persiano raggiunse una grande prosperità, come riferisce Erodoto (III, xv) che la paragona a Sardi, una delle più belle città dell'Asia.



Età ellenistica |


Il popolo di Gaza, che sembra fosse particolarmente coraggioso e leale nei confronti dei propri signori, chiunque essi fossero, rifiutò di aprire le porte all'esercito di Alessandro Magno (332 a.C.). Il condottiero fu così costretto a cominciare un regolare assedio che durò due mesi e gli costò molti uomini. Lo stesso Alessandro fu ferito da una freccia durante l'assedio della città, e Gaza non si arrese fino a quando l'eunuco Batis, che aveva allora la carica di dio satrapo persiano, venne catturato e ucciso dal condottiero macedone.


Alessandro saccheggiò la città, fece passare tutti gli uomini a fil di spada e vendere le donne e i bambini come schiavi. In seguito fece ricolonizzare la città che acquisì caratteristiche totalmente diverse. La fortezza filistea divenne una città ellenistica.[11] Da questo momento la città ebbe pochi periodi di pace e fu campo di battaglia per gli eserciti egiziani, siriani e israeliti. Venne presa tre volte da Tolomeo I, re d'Egitto (320, 312, e 302 a.C.) e da Antigono (315 e 306 a.C.). Infine appartenne ai Lagidi, che la tennero per circa un secolo. Nel 219 a.C. Antioco III di Siria ne divenne il padrone e da qui organizzò l'invasione dell'Egitto, ma fu sconfitto a Raphia nel 217, e si vide costretto a lasciarla agli Egizi. Nel 198 la conquistò di nuovo e questa volta fu in grado di mantenere la conquista. Gionata Maccabeo si presentò con il suo esercito di fronte a Gaza, che rifiutò di aprire le porte della città, così venne dato fuoco ai dintorni, e gli abitanti divennero ostaggi, 145-143 a.C.[12].



Periodo romano |


L'intervento romano di Pompeo, che mette fine al regno seleucide e occupa Gerusalemme nel 63 a.C., libera Gaza (in gran parte in rovina) e le altre città siriane e greche annesse al regno asmoneo. Quindi esse non diventano completamente libere ma sono comprese nell'orbita di Roma. Gaza inoltre viene pian piano ricostruita, ma i Romani la sottomettono ai loro interessi politici. Viene per un breve periodo incorporata alla provincia di Siria, poi al regno di Erode, a quello di Cleopatra VII e infine di nuovo alla provincia di Siria dopo la sconfitta della regina lagide e Marco Antonio. La città diventa di nuovo prospera nel primo secolo dell'era cristiana e Gaza diventa il capolinea delle strade dell'incenso nabatee. Ma con l'inizio della prima rivolta giudaica, verso il 66 d.C., la città è di nuovo danneggiata dagli Israeliti in rivolta.


Sotto il regno di Adriano la città entra in una nuova fase di sviluppo. Nel 127 Gaza viene visitata dall'Imperatore e adotta il Panegirico Adrianeo (competizioni musicali e sportive). L'ostilità della città verso i Giudei e il suo sostegno alla repressione romana durante la seconda rivolta giudaica le fanno ottenere il privilegio di organizzare la vendita come schiavi di una parte degli Israeliti prigionieri. Sebbene sia difficile ricostruire esattamente la planimetria della città dell'epoca, in quanto non sono stati fatti scavi archeologici, sembra che la città non si distinguesse particolarmente dalle altre città dell'Oriente romano. La città era circondata da bastioni e si strutturava attorno due assi perpendicolari, il cardo e il decumano. Vi era un ippodromo e un teatro, del II secolo, ma non è possibile stabilirne la localizzazione. Il cristiano Marco il Diacono rileva, all'inizio del V secolo, otto templi dedicati a Ecate, a Core, alla Tiche, a Marnas (il più importante perché assimilato a Zeus), al Sole, ad Apollo, agli Eroi e ad Afrodite.


Nel II secolo Gaza è una città fiorente grazie al tradizionale commercio dell'incenso e anche allo sviluppo della viticoltura. Il vino di Gaza diventa un prodotto di lusso, famoso per le sue virtù medicinali, ricercato in tutto l'impero romano. Se il porto di Anthedon, distrutto con la città nel 66, non ritrova più il suo lustro passato, un nuovo porto Maiuma è costruito a circa 4 km a sud della città e serve le esportazioni di vino ma anche di altri prodotti. Le anfore gaziote, a fondo rotondo, si ritrovano in tutto il Mediterraneo, soprattutto in età tardo antica. Ad Alessandria la percentuale di anfore di Gaza passa dal 15% all'inizio dell'impero al 45% verso il IV secolo. A Gaza si trasferiscono molti Egizi, in particolare cristiani, per il commercio del vino.



Periodo arabo-islamico |


Gli Arabi conquistarono la città dopo la battaglia di Dathin, nelle immediate vicinanze di Gaza, vanamente difesa dal locale patrizio bizantino, ma una diversa tradizione islamica la vuole conquistata da 'Amr ibn al-'As, che avrebbe trattato rispettosamente i suoi abitanti, malgrado il massacro della sua guarnigione militare.
I conquistatori la chiamarono anche "Ghazzat Hāshim", in onore di Hashim ibn Abd Manaf, bisnonno di Maometto, che era morto e che era stato sepolto in città, secondo la tradizione islamica.[13] Nelle lingue semitiche, il significato del toponimo è "fiera, forte".


Nel 767 vi nacque il grande giurista al-Shāfiʿī, fondatore di uno dei madhhab considerati "ortodossi" dal Sunnismo.


Entrata a far parte dei domini fatimidi, Gaza fu conquistata dai Crociati e nel 1149 fu affidata ai Templari da re Baldovino III di Gerusalemme.


Saccheggiata da Saladino nel 1170, Gaza fu presa dal Sultano ayyubide dopo la sua conquista di Gerusalemme. Fu tuttavia ripresa da Riccardo Cuordileone ma tornò in possesso islamico nel 1229, a seguito di un accordo coi Crociati.


Caduta in mano ai Mongoli di Hulegu, la città conobbe una nuova epoca di prosperità agricola e commerciale in età mamelucca, fino alla conquista ottomana dell'Egitto nel 1517, subendo un accentuato regresso economico a causa della cattiva gestione del paese da parte dei neo-Mamelucchi, lasciati a gestire l'Egitto e la Siria in veste di feudatari della Sublime Porta, con l'unica fortunata eccezione del periodo di metà secolo XVII, grazie all'abilità del suo Governatore Husayn Pascià.


Dopo alterne vicende, in cui fu amministrata dall'Egitto o da governatori ottomani appositamente inviati da Costantinopoli, Gaza entrò a far parte della Palestina, affidata in Mandato al Regno Unito al termine del primo conflitto mondiale, subendo tutte le successive infelici vicissitudini della "Questione palestinese".


Occupata durante la guerra arabo-israeliana del 1948 dalle forze armate egiziane, fu amministrata da un Governatore militare nominato dal Cairo fino alla Guerra dei sei giorni che la portò a essere occupata da Israele. Successivamente Gaza e l'intera sua Striscia furono restituite ai palestinesi che, con gli Accordi di Oslo, vennero autorizzati a costituire una Autorità Nazionale (ANP) che teoricamente dovrebbe amministrarla.


L'esito tuttavia delle elezioni palestinesi, che nel gennaio del 2006 hanno visto la vittoria nella Striscia di Gaza dell'organizzazione guerrigliera e (secondo varie nazioni) terroristica di Ḥamās,[14] ha portato nel giugno del 2007 a un duro scontro civile tra i sostenitori di Ḥamās e chi era fedele all'ANP, presieduta da Maḥmūd ʿAbbās (Abū Māzen).


Da quel momento la Striscia e la sua capitale sono state amministrate da Ḥamās, e il ripetuto lancio di razzi Qassām contro le vicine cittadine e gli insediamenti israeliani ha portato Israele a imporre all'intera Striscia un parziale embargo su uomini e materiali, e ad intervenire militarmente in ripetute occasioni, nel corso dell'Operazione Piombo fuso (27 dicembre 2008 - 17 gennaio 2009), dell'Operazione Colonna di nuvole (novembre 2012), e nell'ultima offensiva iniziata nel luglio 2014 Operazione Margine di protezione.



Amministrazione |



Gemellaggi |




  • Israele Tel Aviv[15]


  • Francia Dunkerque, dal 1996 (accordo di cooperazione)[16]


  • Italia Torino, dal 1999[17]


  • Spagna Barcellona, dal 1998[18]


  • Portogallo Cascais[19]


  • Norvegia Tromsø[20]


  • Porto Rico San Juan



Note |




  1. ^ Luciano Canepari, Gaza, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.


  2. ^ Deuteronomio 2,23; Amos 9,7; Geremia 47,4


  3. ^ "De Urbibus", s.vv. «Gaza», «Minoa»


  4. ^ cf. Soph., ii, 5


  5. ^ Genesi 20:2; 26:1, 26


  6. ^ Genesi 15:18; Giosuè 15:47; Amos 1:7


  7. ^ Giudici xvi:21-30


  8. ^ 1 Re 4:24


  9. ^ Amos 1:6-7, Zaccaria 9:5; Geremia 25:20; 47:5


  10. ^ Polibio, XVI, 40


  11. ^ Diodoro Siculo, XVII, xlviii, 7; Arriano, II, xxxvi; Quinto Curzio Rufo, IV, xxxiii


  12. ^ 1 Maccabei 11,60-62


  13. ^ Shahin, 2005, p. 414.


  14. ^ La difficoltà di far accettare questa definizione all'intera comunità internazionale, deriva dal fatto che, per Statuto, Ḥamās opera esclusivamente all'interno dei confini della Palestina storica e contro l'occupante israeliano o i suoi avversari politici arabo-palestinesi, non mancando di colpire civili in modo assai cruento.


  15. ^ (EN) Yigal Hai, Tel Aviv decides to retain contract with Gaza City as twin city, in Haaretz, 10 febbraio 2008. URL consultato il 21 maggio 2010.


  16. ^ (FR) Dunkerque Internationale, Hôtel de ville de Dunkerque. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2010).


  17. ^ Gemellaggio con Gaza (Palestina), comune.torino.it. URL consultato il 21 maggio 2010.


  18. ^ (CA) Gaza, Ajuntament de Barcelona. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2009).


  19. ^ (PT) Cidades Geminadas, Câmara Municipal de Cascais. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2007).


  20. ^ Vennskapsbyer, Tromsø kommune. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2007).



Bibliografia |



  • Janet L. Abu-Lughod e Michael Dumper, Cities of the Middle East and North Africa: A Historical Encyclopedia, ABC-CLIO, 2007, ISBN 978-1-57607-919-5.

  • Bruria Bitton-Askeloni e Arieh Kofsky, Christian Gaza In Late Antiquity, BRILL, 2004, ISBN 978-90-04-13868-1.

  • Gerald Butt, Life at the crossroads: a history of Gaza, Rimal Publications, 1995, ISBN 1-900269-03-1.

  • Michael Dumper, Bruce E. Stanley e Janet L. Abu-Lughod, Cities of the Middle East and North Africa: A Historical Encyclopedia, ABC-CLIO, 2007, ISBN 978-1-57607-919-5.

  • Jean-Pierre Filiu, Gaza: A History, Oxford University Press, 2014, ISBN 978-0-19-020189-0.

  • Moshe Gil, A History of Palestine, 634-1099, Cambridge University Press, 1997, ISBN 0-521-59984-9.

  • Wolf-Dieter Hütteroth e Kamal Abdulfattah, Historical Geography of Palestine, Transjordan and Southern Syria in the Late 16th Century, Erlanger Geographische Arbeiten, Sonderband 5. Erlangen, Germany: Vorstand der Fränkischen Geographischen Gesellschaft, 1977, ISBN 3-920405-41-2.

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  • Martin Abraham Meyer, History of the city of Gaza: from the earliest times to the present day, Columbia University Press, 1907.

  • Raphael Patai, The Children of Noah: Jewish Seafaring in Ancient Times, 3rd, illustrated, Princeton University Press, 1999, ISBN 978-0-691-00968-1.

  • Denys Pringle, The Churches of the Crusader Kingdom of Jerusalem: Volume I A-K (excluding Acre and Jerusalem), Cambridge University Press, 1993, ISBN 0-521-39036-2.

  • Trudy Ring, Robert M. Salkin e Paul E. Schellinger, International Dictionary of Historic Places, Taylor & Francis, 1994, ISBN 978-1-884964-03-9.

  • Edward Robinson e Eli Smith, Biblical Researches in Palestine, Mount Sinai and Arabia Petraea: A Journal of Travels in the year 1838, vol. 2, Boston, Crocker & Brewster, 1841.

  • Karl Sabbagh, Palestine: History of a Lost Nation, Grove Press, 2008, ISBN 978-1-900949-48-4.

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  • Moshe Sharon, Corpus Inscriptionum Arabicarum Palaestinae, G, vol. 4, BRILL, 2009, ISBN 90-04-17085-5.

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  • Sean Sheehan, Israel Handbook: With the Palestinian Authority Areas, Footprint Travel Guides, 2000, ISBN 978-1-900949-48-4.

  • Guy le Strange, Palestine Under the Moslems: A Description of Syria and the Holy Land from A.D. 650 to 1500, Committee of the Palestine Exploration Fund, 1890.

  • Dror Ze'evi, An Ottoman Century: The District of Jerusalem in the 1600s, SUNY Press, 1996, ISBN 0-7914-2915-6.



Voci correlate |



  • Conflitti arabo-israeliani

  • Hamas

  • Intifada

  • Palestina

  • Piani di pace per il conflitto arabo-israeliano

  • Soluzione dei due stati

  • Stato di Palestina

  • Terra di Israele

  • Territori Palestinesi

  • Terrorismo palestinese



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