Alp Arslan






Alp Arslan conduce i Selgiuchidi alla vittoria, 1071.


Muḥammad ibn Dāʿūd, ʿAḍud al-Dawla Abū l-Shujāʿ Muḥammad b. Dāʿūd Chaghri Beg, generalmente noto come Alp Arslān (1030 – 1073), fu il secondo sultano dell'Impero selgiuchide, appartenente alla dinastia omonima, celebre per la vittoria da lui conseguita a Manzicerta nel 1071 contro l'esercito dell'impero bizantino comandato dall'imperatore Romano IV Diogene.




Indice






  • 1 Biografia


  • 2 Note


  • 3 Bibliografia


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti





Biografia |


Alp Arslān nacque nella provincia del dominio persiano del Khwārizm (Corasmia) nel 1026 (o 1029 o 1032). Era il bisnipote di Seljuk, capo della stirpe turca che aveva invaso l'Asia occidentale nell'XI secolo.


Famoso come capo militare, Alp Arslān (il cui nome significa "leone valoroso") cominciò la sua carriera con una campagna organizzata da suo padre, Chaghri Bey Dawud, comandante delle forze turche in Medio Oriente contro i Fatimidi. Poco dopo, con la morte dello zio Toghrul Beg, divenne sultano selgiuchide. Così Alp Arslān organizzò una campagna contro i suoi vicini. Il suo primo atto fu un'incursione nel 1064 in Georgia ed Armenia, durante cui il re cristiano georgiano riconobbe la superiorità selgiuchide. L'anno seguente il Sultano condusse le sue forze in Transoxiana. Nel 1070 prese Aleppo durante la campagna in Siria. L'impero selgiuchide si estendeva allora dall'Asia centrale al Mediterraneo e godeva del mandato di conquista assegnato dal califfo di Baghdad, in base al quale il sultano selgiuchide avrebbe governato in sua vece se avesse sconfitto i Fatimidi.[1] In teoria, dunque, Alp Arslan, che era il sultano del califfo, poteva legittimamente aspirare agli stessi domini sotto l'autorità religiosa del califfo.


Mentre l'Imperatore bizantino Romano IV Diogene era intento ad effettuare un'operazione di polizia al confine anatolico contro i Turcomanni, forte di un'armata di 40.000 uomini, Alp Arslan, che in quel momento stava preparando una grande offensiva contro i Fatimidi, ritenne di dover approfittare dell'impreparazione bizantina e colse l'occasione per attaccare.[2] A Manzicerta, in Armenia (vicino al lago di Van), il suo esercito, composto di veloci arcieri a cavallo, si scontrò il 26 agosto 1071 contro l'esercito bizantino, per la maggior parte non presente sul campo di battaglia in seguito a fughe e defezioni. Romano IV finì sconfitto da Alp Arslān e catturato in battaglia, venendo trattato con tutti gli onori e rimesso in libertà sulla parola, al fine di fare accettare ai suoi sudditi in patria i termini dell'accordo impostogli che era di grande generosità (e inoltre con l'intento di riacuire la guerra civile in corso a Bisanzio, che aveva portato a un colpo di Stato guidato da Michele Ducas), essendo i Selgiuchidi intenzionati a debellare non tanto i Bizantini quanto i loro nemici più irriducibili, ovvero i Fatimidi ismailiti, ai quali il sultano voleva strappare il ricco Egitto.


L'anno dopo, conducendo una campagna militare in Turkestan, Alp Arslān venne ucciso mentre si apprestava ad attraversare l'Oxus. Gli succedette il figlio Malik Shah I.



Note |




  1. ^ Luttwak, op. cit., p. 255.


  2. ^ Luttwak, op. cit., pp. 254-55 ss.



Bibliografia |



  • Edward N. Luttwak, The Great Strategy of the Byzantine Empire, Cambridge, Massachusetts, 2009, trad. it. di Domenico Giusti e Enzo Peru, La grande strategia dell'impero bizantino, Rizzoli, Milano 2009.


Voci correlate |



  • Selgiuchidi

  • Sultanato di Iconio

  • Romano IV Diogene

  • Impero Bizantino



Altri progetti |



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