Pier Ferdinando Casini
Pier Ferdinando Casini | |
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Presidente della Camera dei deputati | |
Durata mandato | 31 maggio 2001 – 27 aprile 2006 |
Predecessore | Luciano Violante |
Successore | Fausto Bertinotti |
Presidente della Commissione d'inchiesta sulle banche | |
Durata mandato | 27 settembre 2017 – 22 marzo 2018 |
Presidente della 3ª Commissione Affari Esteri del Senato della Repubblica | |
Durata mandato | 7 maggio 2013 – 27 settembre 2017 |
Predecessore | Lamberto Dini |
Successore | Vito Rosario Petrocelli |
Presidente dell'Internazionale Democratica Centrista | |
Durata mandato | 29 gennaio 2006 – 11 luglio 2015 |
Predecessore | José María Aznar |
Successore | Andrés Pastrana Arango |
Segretario del Centro Cristiano Democratico | |
Durata mandato | 18 gennaio 1994 – 31 maggio 2001 |
Predecessore | carica non istituita |
Successore | Marco Follini |
Senatore della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 15 marzo 2013 |
Legislature | XVII, XVIII |
Gruppo parlamentare | XVII: - Scelta Civica per l'Italia (Da inizio legislatura al 26/11/2013) - Per l'Italia (Dal 27/11/2013 al 15/12/2014) - Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa (Dal 16/12/2014 a fine legislatura) XVIII: |
Circoscrizione | XVII: Campania XVIII: |
Collegio | XVIII: 4 (Bologna) |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 12 luglio 1983 – 14 marzo 2013 |
Legislature | IX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI |
Gruppo parlamentare | DC (IX-XI) CCD (XI-XII) Misto (XIII) UDC (XIII-XVI) |
Circoscrizione | IX - X - XI: Bologna-Imola-Romagna XII: XIII: XIV: XV: XVI: |
Collegio | XIII: 10 (Maglie) XIV: |
Sito istituzionale | |
Presidente dell'Unione Interparlamentare IPU-UIP | |
Durata mandato | 19 ottobre 2005 – 15 ottobre 2008 |
Predecessore | Sergio Paez Verdugo |
Successore | Theo-Ben Gurirab |
Dati generali | |
Partito politico | Centristi per l'Europa (dal 2017) In precedenza: DC (fino al 1994) CCD (1994-2002) UdC (2002-2016) |
Tendenza politica | Cristianesimo democratico |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Bologna |
Professione | Dirigente, Politico |
Pier Ferdinando Casini (Bologna, 3 dicembre 1955) è un politico italiano.
Nel corso della sua lunga carriera politica è stato Presidente della Camera dei deputati nella XIV Legislatura. Nella XVII legislatura è stato Presidente della Commissione d'inchiesta sulle banche.
Indice
1 Biografia
1.1 Studi e vita familiare
1.2 Carriera politica
1.2.1 Deputato della Democrazia Cristiana (1983-1992)
1.2.2 La leadership del Centro Cristiano Democratico (CCD) e l'alleanza con Silvio Berlusconi (1993-2001)
1.2.3 Alla guida dell'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC)
1.2.3.1 La prosecuzione dell'alleanza con la Casa delle Libertà (2002-2007)
1.2.3.2 La crisi del rapporto politico con Berlusconi (2007-2008)
1.2.3.3 L'opposizione al Governo Berlusconi e l'appoggio a Monti (2008-2013)
1.2.3.4 L'appoggio al Governo Letta e la presidenza della Commissione Esteri del Senato (2014)
1.2.3.5 L'appoggio al governo Renzi (2014-2016)
1.2.3.6 Il sostegno al governo Gentiloni e l'abbandono dell'UdC (2016)
1.2.4 La commissione banche e l'elezione con il centro-sinistra (2017-2018)
2 Attività accademiche
3 Prese di posizione
4 Onorificenze
4.1 Onorificenze estere
5 Note
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Biografia |
Studi e vita familiare |
Primogenito di Tommaso, insegnante di lettere e dirigente locale della DC, e di Mirella Vai, bibliotecaria al Provveditorato, ha due sorelle e un fratello. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Galvani di Bologna, frequenta la Facoltà di Giurisprudenza nella stessa città, entrando nel contempo a far parte del direttivo nazionale giovanile della Democrazia Cristiana.
In prime nozze sposa Roberta Lubich, dalla quale ha avuto due figlie, Benedetta e Maria Carolina. Dopo la separazione consensuale dalla Lubich, avvenuta nel 1998, e il successivo divorzio, Casini intraprese una nuova relazione sentimentale con Azzurra Caltagirone, figlia del noto imprenditore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone, con la quale si sposò nel 2007 con rito civile, separandosi nel 2015. Da questa unione sono nati la figlia Caterina, nel mese di luglio 2004[1], e il figlio Francesco, nel mese di aprile 2008[2]. Nel luglio 2016 viene annunciato il divorzio tra Pier Ferdinando Casini ed Azzurra Caltagirone.[3] Vive a Roma.
Carriera politica |
Deputato della Democrazia Cristiana (1983-1992) |
Dopo aver ottenuto nel 1979 la laurea in giurisprudenza, nel 1980 inizia la sua attività politica nella Democrazia Cristiana, come Consigliere comunale a Bologna, fino all'elezione alla Camera dei deputati nel 1983, con 34.000 voti.
Formatosi politicamente nella corrente dorotea, guidata da Antonio Bisaglia, dopo la scomparsa di quest'ultimo diviene uno fra i più stretti collaboratori di Arnaldo Forlani, che, da segretario del partito, lo inserirà nel 1989 nella Direzione Nazionale.
Durante la X legislatura, diventa Vicepresidente della prima Commissione Stragi[4], oltre che membro rispettivamente della Commissione Giustizia[4], di quella Trasporti[4] e di quella delle Attività produttive[4].
La leadership del Centro Cristiano Democratico (CCD) e l'alleanza con Silvio Berlusconi (1993-2001) |
Nel 1993, con l'inizio della segreteria di Mino Martinazzoli in una Democrazia Cristiana travolta dalle indagini di Mani pulite e dal processo per mafia a Giulio Andreotti e in crisi di consenso, insieme con Clemente Mastella Casini prende posizioni non in linea con la politica del partito, propendendo per un'alleanza con Forza Italia, nuova formazione politica di Silvio Berlusconi, il Movimento Sociale Italiano di Gianfranco Fini, la Lega Nord di Umberto Bossi, in un quadro politico tendenzialmente bipolarista per effetto della nuova legge elettorale che cambiava il sistema elettorale in senso maggioritario.
Motivato anche dal timore che la Democrazia Cristiana, alimentata dalla sua ala di sinistra, arrivasse a stringere alleanze con il Partito Democratico della Sinistra di Achille Occhetto, fuoriesce dal partito e, mentre Martinazzoli fa nascere il Partito Popolare Italiano, insieme a Mastella fonda il 18 gennaio 1994 il Centro Cristiano Democratico. Viene eletto per la prima volta nel 1994 al Parlamento europeo e nella successiva legislatura del 1999, iscrivendosi al gruppo del Partito Popolare Europeo. In ambito nazionale, rieletto nella quota proporzionale nella XII Legislatura nelle file di Forza Italia[5], appoggia il primo governo del suo alleato Berlusconi, e con lui non votò il successivo governo Dini.
Per le elezioni politiche del 1996 presenta il suo partito in una lista al proporzionale insieme ai Cristiani Democratici Uniti di Rocco Buttiglione. Dopo la sconfitta del Polo delle Libertà il suo partito partecipa all'opposizione ai governi dell'Ulivo, durante la quale si verifica anche la rottura con Mastella e parte del partito, che entrerà in alleanza con il centro-sinistra. Con la vittoria nella successiva legislatura della sua coalizione, il 31 maggio 2001 viene eletto Presidente della Camera dei deputati. Durante la sua presidenza, Marco Biagi gli scrive per comunicargli i suoi timori per non avere una scorta adeguata[6]. Biagi verrà ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002.
Alla guida dell'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC) |
La prosecuzione dell'alleanza con la Casa delle Libertà (2002-2007) |
Nel 2002 il CCD e CDU, insieme con Democrazia Europea, si fondono nell'UDC. Il 14 novembre 2002 Casini è protagonista di un evento storico mai avvenuto in precedenza: la visita di un Papa a Montecitorio[7]. L'appuntamento trae origine dall'invito rivolto dallo stesso Casini e dal Presidente del Senato Pera, che avevano rinnovato a Giovanni Paolo II quello già a suo tempo formulato dai predecessori Violante e Mancino.[8] Il 19 ottobre 2005, viene eletto Presidente dell'Unione Interparlamentare.
Il 28 gennaio 2006 viene eletto presidente dell'Internazionale Democristiana (IDC) succedendo a José María Aznar. Nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006, Casini ha ipotizzato insieme a Gianfranco Fini (ma in disaccordo con la Lega Nord), una designazione alternativa a quella di Berlusconi per la carica di Presidente del Consiglio dei ministri nel caso che gli alleati avessero raggiunto un numero di voti maggiore rispetto a quelli del partito di Berlusconi. L'UDC inserisce infatti il nome del suo leader nel nuovo simbolo del partito anche se, alla fine, verrà indicato nuovamente Silvio Berlusconi quale capo della coalizione.
Le incrinature nel rapporto tra UDC e CdL si manifestano con evidenza il 2 dicembre 2006, quando i partiti del centrodestra, uniti nell'opposizione a Romano Prodi, organizzano tuttavia due manifestazioni in città diverse: Berlusconi, Fini e Bossi guidano il corteo che sfila a Roma, mentre Casini e gli altri dirigenti dell'UDC (escluso Giovanardi, che va a Roma), parlano a Palermo.[9][10]
La crisi del rapporto politico con Berlusconi (2007-2008) |
Durante il III Congresso dell'UDC che si è svolto a Roma dal 13 al 15 aprile 2007 Casini ha chiesto esplicitamente ai delegati di consolidare la linea perseguita dal partito negli ultimi tempi, a guida di Casini e Cesa, dichiarandosi indipendenti dalla Casa delle Libertà e di intraprendere iniziative autonome nell'opposizione al centro-sinistra; contrapponendosi così a Carlo Giovanardi il quale ha chiesto una riapertura del dialogo con la CdL in nome del comune essere alternativi alla sinistra e di avviare un percorso di alleanza e collaborazione con tutti i soggetti che aderiscono al Partito Popolare Europeo e si richiamano all'area politica di centro.
La linea di Casini è risultata la più convincente tanto che Cesa è stato riconfermato segretario con l'86% dei delegati, mentre Giovanardi riceve il 14%. Nelle conclusioni, Casini definisce l'UDC non come il fine, ma come il mezzo per la costruzione di un partito dei moderati che abbia come riferimento il PPE, confermando le posizioni del partito sull'azione parlamentare e sulla distinzione rispetto agli altri partiti del centro-destra.
Nell'agosto 2007 viene coinvolto in un'inchiesta del settimanale l'Espresso, nella quale si dimostra come egli abbia acquistato, insieme all'ex moglie, un intero palazzo in una prestigiosissima zona di Roma, intestando gli appartamenti alla stessa ex moglie, all'ex suocera e alle due prime figlie "a prezzi di saldo".[11][12]
Domenica 9 settembre 2007, all'indomani della manifestazione del V-Day, la definisce come «la più grande delle mistificazioni», una manifestazione «di cui dovremmo tutti vergognarci» e accusa i manifestanti - che avevano espresso dissenso nei confronti della Legge 30 - di aver attaccato la memoria del giuslavorista Marco Biagi ucciso nel 2002 dalle Nuove Brigate Rosse[13].
L'opposizione al Governo Berlusconi e l'appoggio a Monti (2008-2013) |
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In occasione delle elezioni parlamentari del 2008, Casini rompe definitivamente con la Casa delle Libertà di Berlusconi. Nasce così una nuova alleanza con la cosiddetta "Rosa Bianca" e i Circoli Liberal. Dalla loro unione nacque l'Unione di Centro. Casini viene candidato a premier ottenendo il 5,6% facendo eleggere 36 deputati e 3 senatori. Casini è eletto capogruppo dell'Unione di Centro alla Camera dei deputati, incarico che manterrà fino al 26 aprile 2012 quando gli subentra il vice capogruppo vicario Gian Luca Galletti.
A seguito della polemica per la candidatura di Cuffaro, successivamente condannato a 7 anni di reclusione[14][15] per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio.[16], Casini si assunse in diretta televisiva la responsabilità politica per la candidatura.[17] Nonostante l'esito del voto che, nelle politiche del 2008[18], ha drasticamente ridotto la rappresentanza di tanti partiti, l'Unione di Centro ha confermato la sua presenza in Parlamento con oltre 2 milioni e mezzo di voti.
Contestando il "finto bipartitismo" e praticando in Parlamento un'"opposizione repubblicana", Casini e l'UDC hanno votato i singoli provvedimenti valutandoli di volta in volta. Con il progetto della Costituente di Centro[19] (di cui Pier Ferdinando Casini è uno dei promotori) l'Unione di Centro, contando sull'apporto di movimenti come la Rosa Bianca, i Circoli Liberal e rivolgendosi anche ai mondi dell'associazionismo civile e sociale - intende proporre un rilancio e un riscatto della politica con l'obiettivo di dar vita a un nuovo soggetto politico popolare e liberale, fondato sui valori che hanno generato la civiltà europea e in grado di raccogliere tutti i moderati italiani e gli "scontenti" dei due principali schieramenti.
Le elezioni europee e amministrative del giugno 2009[20] sono soddisfacenti per l'Unione di Centro, che registra da allora un significativo incremento di voti fino alle amministrative del maggio 2012, quando si conclude l'esperienza politica del Terzo Polo di cui l'UdC era la parte maggioritaria. Nonostante l'insistenza con cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi cerca di convincerlo a rientrare nella maggioranza di centrodestra, Casini rimane fermo nell'opposizione al Governo considerando ormai conclusa la stagione politica di Berlusconi.[21]
Nel novembre del 2011 spinge l'UdC ad appoggiare il governo tecnico presieduto da Mario Monti, che realizza una politica di estremo rigore sia nella fiscalità che nella spesa pubblica al fine di rispettare gli impegni assunti in sede comunitaria dal governo precedente e di evitare la fuoriuscita dall'euro. L'UdC entra così a far parte della "strana maggioranza", come definita dallo stesso Monti, composta da PdL, PD, UdC e FLI. Con una lettera indirizzata al Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini il 30 marzo 2012, Pier Ferdinando Casini, primo fra tutti, rinuncia ad ogni beneficio connesso allo status di ex Presidente della Camera.[22]
Il 21 settembre 2012 è rieletto, all'unanimità, Presidente dell'Internazionale Democratica Cristiana[23]. Alle elezioni politiche del 2013 Casini si candida al Senato della Repubblica nella coalizione denominata Con Monti per l'Italia, nella quale confluiscono anche gli esponenti dell'UdC. Viene eletto quale capolista nella Regione Basilicata e Campania, optando per quest'ultima.
L'appoggio al Governo Letta e la presidenza della Commissione Esteri del Senato (2014) |
Le elezioni politiche del 2013 hanno costituito per l'UdC una pesante sconfitta, con la rappresentanza parlamentare ridotta a 10 deputati e 3 senatori (compresi gli eletti all'Estero) e schiacciata dalla preponderanza della Scelta Civica di Monti con il quale vengono formati gruppi unitari sia alla Camera che al Senato. Per questo Casini decide di non partecipare al Consiglio nazionale del partito convocato subito dopo il voto per esaminare i risultati elettorali, al fine di consentire maggiore libertà a tutti i dirigenti nell'esprimere le proprie valutazioni.[24]
Casini, senza ricoprire più alcuna carica né istituzionale, né di partito, continua in Senato a impegnarsi nell'affrontare le questioni politiche via via all'ordine del giorno, come l'elezione del Presidente del Senato prima e poi di quello della Repubblica e infine nella formazione del Governo Letta, che ottiene l'appoggio di Scelta Civica e dell'UdC, la quale entra anche a far parte della compagine ministeriale con Gianpiero D'Alia che diventa Ministro della Pubblica Amministrazione e Gian Luca Galletti Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Istruzione.
Il 7 maggio 2013 Casini viene eletto Presidente della Commissione Esteri del Senato. Fra gli altri provvedimenti adottati dalla Commissione sotto la sua presidenza vi è la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e quella domestica[25]. Nel febbraio del 2014 ha guidato una delegazione di parlamentari come presidente della commissione in visita in India per verificare le condizioni dei due marò italiani trattenuti per la controversia tra Italia e India relativa all'uccisione di due pescatori indiani del Kerala.
A ottobre del 2013 si consuma la rottura dell'alleanza politica tra UdC e Scelta Civica di Monti[26], alleanza che sin dai primi giorni successivi alle elezioni aveva mostrato incrinature e difficoltà. Anche i gruppi parlamentari si separano e gli eletti dell'UdC vanno a confluire nel nuovo soggetto denominato Per l'Italia insieme ad alcuni ex montiani, come il ministro della Difesa Mario Mauro e Lorenzo Dellai.
L'appoggio al governo Renzi (2014-2016) |
A febbraio del 2014, pur proseguendo l'appoggio dell'UdC al Governo di larghe intese presieduto da Letta, Casini annuncia l'intenzione di riallacciare l'alleanza politica con il centrodestra, nelle due componenti della rinata Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi e del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Secondo Casini ormai il sogno di dar vita a un polo autonomo di centro è tramontato per effetto dell'entrata in scena del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che ha occupato politicamente ed elettoralmente tutti gli spazi alternativi disponibili.[27]
Nel frattempo, però, Casini con l'UdC e il gruppo Per l'Italia concede il voto di fiducia anche al governo Renzi che conserva la stessa maggioranza del precedente governo Letta (tenendo conto della scissione tra Forza Italia, che ha lasciato la maggioranza, e Nuovo Centrodestra, che vi è rimasto). All'interno del governo Renzi l'UdC ottiene il Ministero dell'Ambiente, assegnato a Gian Luca Galletti.
Il sostegno al governo Gentiloni e l'abbandono dell'UdC (2016) |
Il 1º luglio 2016 Casini annuncia di non aver rinnovato la tessera dell'UdC, cessando quindi di farne parte. Il motivo di tale atto è la decisione dell'UdC di non aderire ai comitati per il sì per il referendum costituzionale del dicembre 2016.
Il 16 dicembre 2016, insieme a Gianpiero D'Alia, fonda un nuovo soggetto, Centristi per l'Italia, con il quale, a differenza del suo ex partito, rimane in Area Popolare a sostegno del governo Gentiloni. L'11 gennaio 2017 Centristi per l'Italia cambia nome in Centristi per l'Europa.
La commissione banche e l'elezione con il centro-sinistra (2017-2018) |
Il 27 settembre 2017 con 21 voti su 40 viene eletto Presidente della Commissione d'inchiesta sulle banche; nel contempo si dimette dalla Presidenza della Commissione Esteri.[28]
Il 29 dicembre Casini partecipa alla fondazione della lista Civica Popolare assieme ai Centristi per l'Europa, Alternativa Popolare di Beatrice Lorenzin, Unione per il Trentino di Lorenzo Dellai, L'Italia è Popolare di Giuseppe De Mita e l'Italia dei Valori di Ignazio Messina.[29] La lista appoggia il Partito Democratico di Matteo Renzi in vista delle elezioni politiche di marzo 2018 e Casini è il candidato della coalizione all’uninominale di Bologna: vince con il 34,93% (69.991 voti contro i 53.997 del centro-destra)[30] e si iscrive al gruppo Per le Autonomie essendo l'unico eletto del suo partito al Senato.[31] Il 2 agosto 2018 viene eletto all'unanimità Presidente dell'Interparlamentare italiana, organismo bicamerale che aderisce all'Organizzazione mondiale dei Parlamenti (IPU-UIP).
Attività accademiche |
Dal 2015 insegna “Geopolitica del Mediterraneo” all’Università Lumsa di Roma[32]. Nel 2015 è stato docente del ciclo di lezioni “Esperienze di diplomazia parlamentare: le cooperazioni interparlamentari e il ruolo dei Parlamenti nella politica estera” nell’ambito del Master in Parlamento e Politiche Pubbliche della LUISS School of Government[33]. Insieme ai Professori Raffaele De Mucci e Marc Lazar dirige dal 2017 l’Executive Master in “Leadership politica” promosso dalla LUISS School of Government[34].
Prese di posizione |
- Casini propugna il ripristino del voto di preferenza, con l'introduzione, anche a livello nazionale, della doppia preferenza di genere e l'attribuzione del premio di maggioranza solo alle liste che ottengano una soglia minima di voti.[35]
- Nel 2011 Casini si dichiara favorevole al riconoscimento del principio dello ius soli, in base al quale i bambini nati in Italia hanno accesso diretto alla cittadinanza italiana.[36]
- Nel 2011 Casini prende posizione contro l'ipotesi di riduzione della partecipazione italiana alle missioni di pace all'estero.[37]
- Casini si è sempre opposto all'introduzione del matrimonio omosessuale nell'ordinamento italiano, affermando nel luglio del 2012 di ritenerlo incivile[38]. Questa posizione ha riscosso molto consenso, sollevando però anche critiche da parte di alcune associazioni di attivisti gay e di esponenti del centrosinistra italiano.[39] Casini si è detto invece disponibile al riconoscimento di alcuni diritti alle coppie omosessuali,[40] ribadendo comunque di essere contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso affermando che vanno "contro il naturale diritto del bambino a ricevere l'affetto di un padre e di una madre".[41][42] Nel 2013, Casini si è nuovamente dichiarato contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, affermando: "È un egoismo che non sta in piedi, una sopraffazione da parte delle coppie omosessuali, che ovviamente non potrebbero garantire un'affettività completa come quella di un padre e di una madre".[43] Casini ha aggiunto che le adozioni gay sono «una violenza della natura sulla natura. È un'idea della società che abbrutisce, che non progredisce ma regredisce perché vuol dire che è più forte il desiderio di maternità che quello della tutela del bambino, e noi siamo dalla parte del bambino.»
- Casini si è detto favorevole all'introduzione di maggiore flessibilità sul mercato del lavoro e anche a maggiori possibilità di licenziamento per le imprese, purché accompagnate dal riconoscimento di un salario minimo garantito ai lavoratori licenziati.[44]
- Il leader centrista auspica la trasformazione dell'Unione europea in Stati Uniti d'Europa, con la creazione di un organismo effettivamente sovrano che si sostituisca ai singoli organi politici nazionali.[45]
Onorificenze |
Onorificenze estere |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa Sede) | |
— Roma, 11 luglio 2005[46] |
Gran Decorazione d'Onore in Oro con Fascia dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine reale norvegese al merito (Norvegia) | |
— 2001 |
Gran Croce dell'Ordine del Granduca Gediminas (Lituania) | |
— 2002 |
Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia) | |
— 2002 |
Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) | |
— 2003 |
Compagno d'Onore Onorario dell'Ordine Nazionale al Merito (Malta) | |
— 20 gennaio 2004 |
Gran Croce dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique (Portogallo) | |
— 31 gennaio 2005 |
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore | |
— 2016 |
Note |
^ 'Ecco Caterina, figlia di Pierferdinando Casini e di Azzurra Caltagirone' Repubblica.it, 23 luglio 2004
^ 'È nato Francesco, il figlio di Casini ' Corriere.it, 4 aprile 2008
^ LiberoQuotidiano.it - Separazione
^ abcd Pier Ferdinando Casini / Presidenti / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^ Archivio storico delle elezioni
^ Le lettere di Marco Biagi al Presidente della camera Casini - La Repubblica
^ Il Papa in visita a Montecitorio, su www.camera.it. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^ «Quel giorno il suo carisma riempì l'Aula di Montecitorio», in Pierferdinando Casini, 16 gennaio 2011. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^ (EN) Centrodestra in piazza contro Prodi Berlusconi: 'Siamo più di 2 milioni', su www.repubblica.it. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^ (EN) Palermo, Casini sfida la Cdl "Contro Prodi non basta la piazza", su www.repubblica.it. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^ "Case a politici e sindacalisti a prezzi super-scontati", su repubblica.it. URL consultato il 31 agosto 2007.
^ Case «scontate». Enti e politici nel mirino, su corriere.it. URL consultato il 31 agosto 2007.
^ V-Day, Casini attacca: "Vergogna su Biagi" Sott'accusa un video sui lavoratori La Repubblica, 9 settembre 2007
^ Cuffaro, Cassazione conferma condanna a sette anni per fatti di mafia - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2011. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^ Prime reazioni dopo la sentenza da Il fatto quotidiano, gennaio 2011
^ Casini non chiede scusa
^ Spezzone da Annozero nel 2008
^ Elezioni Politiche del 13-14 aprile 2008 Archiviato il 6 marzo 2010 in Internet Archive. Ministero dell'interno, aprile 2008
^ Appello per una Costituente di Centro Archiviato il 27 gennaio 2012 in Internet Archive. Udc-italia, 23 giugno 2008
^ Elezioni europee ed amministrative del 6 - 7 giugno 2009 Archiviato il 9 giugno 2009 in Internet Archive. Ministero dell'interno, giugno 2009
^ Casini: no a Berlusconi, meglio il Terzo Polo
^ Casini rinuncia ai privilegi
^ Udc, Casini confermato presidente dell'Internazionale Democratico-cristiana e di centro
^ Casini non si presenta al CN
^ .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
Ratificata la Convenzione di Istanbul[collegamento interrotto]
^ Scelta Civica rompe con l'UDC
^ Casini: addio al sogno centrista, torno nel centrodestra Archiviato il 21 febbraio 2014 in Internet Archive.
^ Commissione banche, lavori al via. Casini eletto presidente
^ Centrosinistra, c'è anche il terzo mini-alleato del Pd: Civica Popolare guidata dalla Lorenzin. Simbolo? Una margherita - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 29 dicembre 2017. URL consultato il 30 dicembre 2017.
^ Elezioni 2018, Senato: risultati collegio uninominale 4 'Bologna
^ Senato, Casini iscritto alle Autonomie con Napolitano, in Il Fatto Quotidiano, 26 marzo 2018.
^ Lumsa, su lumsa.it.
^ Luiss School of Government, su sog.luiss.it.
^ Luiss School of Government, su static.luiss.it.
^ è stata proposta dai parlamentari del M5S il 29 maggio 2013. Tale coincidenza è stata accolta da Casini con il seguente tweet ironico: "Non dite a #Grillo che la sua proposta di #leggeelettorale ricalca quella dell'Udc, potrebbe restarne sconvolto.
^
chi nasce in Italia sia italiano[collegamento interrotto]
^
alla riduzione delle missioni italiane di pace[collegamento interrotto]
^ Il Messaggero - Casini apre a Bersani ma è duello sulle nozze gay
^ Il fatto quotidiano - Casini: “I matrimoni omosessuali sono incivili”. Bersani: “Faremo le unioni gay”
^ Casini: diritti alle coppie gay, ma non il matrimonio e l'adozione
^ Pier Ferdinando Casini contro matrimoni e adozioni gay: sono INCIVILI
^ Casini: "Adozioni gay sono contrarie al diritto del bambino a un'affettività paterna e materna"
^ Per Casini l'adozione da parte di coppie formate da persone omosessuali è una forma di egoismo
^
licenziamenti facili? Solo con salario minimo garantito[collegamento interrotto]
^ Servono gli Stati Uniti d'Europa Archiviato il 28 gennaio 2015 in Internet Archive.
^ Acta Apostolicae Sedis. Commentarium officiale, Città del Vaticano, n.1, 6 gennaio 2006, p.89.
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Collegamenti esterni |
- Sito personale, su pierferdinandocasini.it.
- Dati personali e incarichi nella XV legislatura, su camera.it.
- Presidente della Camera dei deputati - XIV legislatura, su presidentecasini.camera.it.
- (EN) IPU President, su ipu.org.
Pier Ferdinando Casini, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni audiovideo integrali di Pier Ferdinando Casini su Radio Radicale
- Centro Studi Politici e Sociali "F. M. Malfatti", su centrostudimalfatti.org.
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