Orectolobidae
Orectolobidae | |
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Orectolobus maculatus | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Chondrichthyes |
Sottoclasse | Elasmobranchii |
Ordine | Orectolobiformes |
Famiglia | Orectolobidae Gill, 1896 |
Nomi comuni | |
Squali tappeto | |
Generi | |
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Gli Orectolobidae Gill, 1896 sono una famiglia di squali dell'ordine Orectolobiformes. A volte sono chiamati squali tappeto.
Indice
1 Areale e habitat
2 Etimologia
3 Aspetto
4 Comportamento
5 Interazioni con l'uomo
5.1 In cattività
6 Evoluzione
7 Tassonomia
8 Note
9 Bibliografia
10 Altri progetti
Areale e habitat |
Si trovano nelle acque poco profonde temperate e tropicali dell'Oceano Pacifico Occidentale e dell'Oceano Indiano Orientale. In particolare vivono nelle acque al largo di Australia ed Indonesia, anche se una specie (l'Orectolobus japonicus) abita le acque del Giappone.
Etimologia |
Il termine inglese che indica la famiglia, wobbegong, proviene da una parola aborigena australiana che significa barba irsuta e si riferisce alle escrescenze attorno alla bocca tipiche delle specie che vivono nel Pacifico.
Aspetto |
La specie più grande, l'Orectolobus maculatus, raggiunge la lunghezza di 3.2 metri.
Gli Orectolobidae sono dotati di un eccellente mimetismo: sono coperti da segni neri disposti in maniera simmetrica che li fanno assomigliare a tappeti. Proprio per questo motivo sono spesso chiamati squali tappeto. Il mimetismo è migliorato ulteriormente dalla presenza di alette simili a piantine sulla pelle che circonda la bocca.
Comportamento |
Vivono vicini al fondale, e spendono la maggior parte del loro tempo immobili in attesa appoggiati sul fondale stesso. Gli Orectolobidae sfruttano la loro relativa invisibilità per nascondersi tra le rocce e catturare i piccoli pesci ossei che si avvicinano troppo.
Interazioni con l'uomo |
Gli Orectolobidae non sono affatto pericolosi se non sono provocati. A volte hanno morso dei sommozzatori o snorkeler che li hanno accidentalmente calpestati, li hanno toccati o hanno impedito loro la via di fuga. Essendo molto flessibili riescono facilmente a mordere una cosa che stia trattenendo la loro coda. Hanno numerosi e piccoli, ma allo stesso tempo appuntiti, denti ed il loro morso può essere molto efficace, anche attraverso una muta da sub. Dopo che hanno morso, tendono a trattenere la preda ed è estremamente difficile levarseli di dosso[1]. Un modo per evitare i morsi, è evitare qualsiasi forma di contatto anche accidentale.
Anche se non sono aggressivi verso l'uomo, sono spesso pescati, soprattutto per motivi alimentari. La loro carne, con il nome di flake, è molto utilizzata in Australia per la produzione di fish and chips. La loro pelle è inoltre utilizzata nella produzione di cuoio.
In cattività |
Benché molte specie non siano affatto adatte alla vita in acquario per via delle loro grandi dimensioni in età adulta (superano normalmente i 2 metri di lunghezza), gli Orectolobidae hanno un fiorente mercato nell'ambito degli acquari domestici[2]. Molti acquaristi comunque hanno avuto successo nella conservazione, soprattutto delle specie più piccole (ad esempio Orectolobus dasypogon ed Orectolobus wardi)[2]. Una caratteristica che li rende adatti alla vita in acquario è il loro stile di vita letargico, che permette loro di sopportare gli spazi angusti del contenitore[2]. Va detto tuttavia, che alcuni acquaristi vedono questa assenza di attività come un punto a sfavore e preferiscono altre specie di squalo.[2]. Sono principalmente notturni e non possono vivere con altri pesci, che divorerebbero anche se sfavoriti in dimensioni[2]. A causa del loro lento metabolismo, vengono nutriti meno frequentemente di quanto non si faccia di solito con gli squali. 2 pasti a settimana sono sufficienti. Se denutriti, si notano delle atrofie sui muscoli dorsali. Anche in acquario, riescono a mimetizzarsi tra le rocce[2].
Evoluzione |
Gli orectolobidi sono un gruppo molto arcaico: si pensa si siano sviluppati nel corso del Giurassico (circa 175 milioni di anni fa); già nel Giurassico superiore (155 milioni di anni fa), accanto a generi ormai estinti come Phorcynis catulina, esistevano già esemplari quasi identici alle forme attuali del genere Orectolobus (O. jurassicus).
Tassonomia |
Esistono 11 specie di Orectolobidae, divise in 3 generi[3]:
- Genere Eucrossorhinus
Eucrossorhinus dasypogon (Bleeker, 1867)[4]
- Genere Orectolobus
Orectolobus floridusLast & Chidlow, 2008
Orectolobus halei Whitley, 1940.[5]
Orectolobus hutchinsi Last, Chidlow & Compagno, 2006.[6]
Orectolobus japonicus Regan, 1906[7]
Orectolobus maculatus (Bonnaterre, 1788)[8]
Orectolobus ornatus (De Vis, 1883)[9]
Orectolobus parvimaculatus Last & Chidlow, 2008
Orectolobus reticulatus Last, Pogonoski & White, 2008
Orectolobus wardi Whitley, 1939[10]
- Genere Sutorectus
Sutorectus tentaculatus (Peters, 1864)[11]
Note |
^ Shark sinks its teeth in for the long haul, The Sydney Morning Herald, 12 febbraio 2004. URL consultato il 14 giugno 2006.
^ abcdef Scott W. Michael, Sharks at Home, in Aquarium Fish Magazine, marzo 2004, pp. 20-29.
^ Orectolobidae su FishBase
^ FishBase, su fishbase.org.
^ Huveneers, Redescription of two species of wobbegongs (Chondrichthyes: Orectolobidae) with elevation of Orectolobus halei Whitley 1940 to species level (PDF), in Zootaxa, vol. 1284, 2006, pp. 29–51.
^ Last, Chidlow & Compagno, A new wobbegong shark, Orectolobus hutchinsi n. sp. (Orectolobiformes: Orectolobidae) from southwestern Australia (PDF), in Zootaxa, vol. 1239, 2006, pp. 35–48.
^ FishBase, su fishbase.org.
^ FishBase, su fishbase.org.
^ FishBase, su fishbase.org.
^ FishBase, su fishbase.org.
^ FishBase, su fishbase.org.
Bibliografia |
- Orectolobidae su FishBase, su fishbase.org.
- Australian Museum page on the spotted wobbegong, su austmus.gov.au.
- Wobbegong shark pictures, su shark-pictures.com.
Altri progetti |
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- Wikispecies
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