S.P.A.L.
S.P.A.L. Calcio | ||||
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Biancazzurri, Estensi | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Bianco e azzurro | |||
Simboli | Cerbiatto | |||
Inno | Forza Spal Andrea Poltronieri[1] | |||
Dati societari | ||||
Città | Ferrara | |||
Nazione | Italia | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | FIGC | |||
Campionato | Serie A | |||
Fondazione | 1907 | |||
Rifondazione | 2005 | |||
Rifondazione | 2012 | |||
Proprietario | Vetroresina S.p.A. | |||
Presidente | Walter Mattioli | |||
Allenatore | Leonardo Semplici | |||
Stadio | Paolo Mazza (16 134[2] posti) | |||
Sito web | www.spalferrara.it | |||
Palmarès | ||||
Titoli nazionali | 2 Campionati di Serie B | |||
Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro 1 Supercoppa Lega Pro | |||
Trofei internazionali | 1 Coppa dell'Amicizia | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
La S.P.A.L., acronimo di Società Polisportiva Ars et Labor, è una società calcistica italiana con sede nella città di Ferrara. Nata come circolo religioso-culturale Ars et Labor nel 1907[3], divenne in breve tempo polisportiva, affiliando la propria sezione calcistica alla FIGC nel 1910 come Ferrara Foot-Ball Club.[4][5][6] Il ramo sportivo si separò dal circolo nel 1913 assumendo il nome Società Polisportiva Ars et Labor, con la squadra di calcio che si allineò a tale denominazione nel 1919. Venne ricostituita a seguito di due fallimenti datati 2005 e 2012.
È il sodalizio più prestigioso della città di appartenenza: nella sua storia ha preso parte a 23 edizioni del massimo campionato italiano, di cui 18 alla moderna Serie A a girone unico, ottenendo come miglior risultato il 5º posto al termine della stagione 1959-1960.[7] Si colloca al 25º posto nella classifica perpetua della Serie A dal 1929[8] e al 29º posto nella graduatoria della tradizione sportiva dei club calcistici italiani secondo i criteri della FIGC[9], nel 1974 è stata insignita dal CONI della Stella d'oro al merito sportivo. Nel palmarès annovera due campionati di Serie B vinti nelle stagioni 1950-1951 e 2016-2017, la Coppa Italia Serie C 1998-1999 e una Supercoppa di Lega Pro vinta nel 2016; in ambito internazionale si è aggiudicata l'ultima edizione della Coppa dell'Amicizia nel 1968. Ha inoltre raggiunto la finale della Coppa Italia 1961-1962. Nella stagione 2018-2019 milita in Serie A, massimo livello del campionato italiano di calcio.
Indice
1 Storia
1.1 Le origini: dal Circolo Ars et Labor alla S.P.A.L.
1.2 Dagli anni 1920 al periodo bellico
1.3 L'arrivo di Paolo Mazza ed il secondo dopoguerra
1.4 Gli anni 1950
1.4.1 L'approdo in Serie A
1.4.2 Valorizzazione dei giocatori
1.4.3 Il miglior piazzamento in Serie A con Oscar Massei
1.5 Gli anni 1960
1.5.1 La finale di Coppa Italia
1.5.2 Retrocessione e ritorno in Serie A
1.5.3 La discesa dalla Serie A alla Serie C
1.6 Gli anni 1970 e 1980
1.6.1 La fine dell'era Mazza
1.7 Gli anni 1990
1.7.1 La presidenza Donigaglia
1.8 Gli anni 2000
1.8.1 La gestione Di Nardo-Pagliuso
1.8.2 Il triennio di Gianfranco Tomasi
1.8.3 La presidenza Butelli
1.9 Gli anni 2010
1.9.1 La ripartenza dai dilettanti
1.9.2 L'arrivo alla presidenza di Mattioli e Colombarini
1.9.3 Risalita dalla Lega Pro alla Serie A
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Centro di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Settore giovanile
6 Allenatori e presidenti
6.1 Allenatori
6.2 Presidenti
7 Calciatori
7.1 Contributo alle nazionali
8 Palmarès
8.1 Competizioni internazionali
8.2 Competizioni nazionali
8.3 Competizioni interregionali
8.4 Competizioni giovanili
8.5 Altri piazzamenti
8.6 Onorificenze
9 Statistiche e record
9.1 Partecipazione ai campionati
9.2 Partecipazione alle coppe nazionali
9.3 Partecipazione alle coppe internazionali
9.4 Statistiche di squadra
9.5 Statistiche individuali
10 Tifoseria
10.1 Storia
10.2 Gemellaggi e rivalità
11 Organico
11.1 Rosa
11.2 Staff tecnico
12 Attività polisportiva
13 Note
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Storia |
Le origini: dal Circolo Ars et Labor alla S.P.A.L. |
Le più antiche tracce del calcio a Ferrara risalgono al 1896, con la costituzione di una squadra nell'ambito della Palestra Ginnastica Ferrara. Questa vincerà nel 1898 il campionato nazionale di calcio organizzato dalla Federazione Ginnastica d'Italia: una competizione tuttavia mai riconosciuta come ufficiale dalla FIF (l'odierna FIGC, sorta nello stesso anno), poiché non disputata secondo le regole del gioco del calcio dell'IFAB, ma con quelle della variante italiana nota come calcio ginnastico.
A seguire, agli inizi del Novecento sorsero in città numerose altre formazioni, tra cui Unione Sportiva Ferrarese, Pro Juventus Ferrara, Audax Ferrara, Ferrara Football Club ed Eridania Football Club.[10] Il nucleo originale di quella che sarebbe poi divenuta la Società Polisportiva Ars et Labor vide la luce nel marzo 1907[3] per iniziativa del sacerdote salesiano Pietro Acerbis, all'epoca direttore dell'oratorio ferrarese di via Coperta: questi fondò un circolo religioso-culturale denominato Ars et Labor (in latino "Arte e Lavoro") che nel giro di un paio d'anni divenne Circolo Ars et Labor, dando mandato a don Pastorino, padre catechista del seminario, di aggiungere alle attività artistiche anche quelle sportive, inizialmente limitate ad atletica, ginnastica e ciclismo. I colori sociali adottati furono il bianco e l'azzurro, mutuati dallo stemma della Società Salesiana di San Giovanni Bosco.[11]
Il ramo sportivo del Circolo Ars et Labor divenne indipendente da quello artistico nel 1913, costituendosi autonomamente come Società Polisportiva Ars et Labor. La sezione calcistica fu istituita nel maggio 1910:[5] inizialmente la squadra di calcio assunse la denominazione di Ferrara Foot-Ball Club, abbandonandola nel 1919 con la fine della prima guerra mondiale, allorché anche la sezione calcistica uniformò il suo nome a quello della polisportiva. Il debutto della denominazione Società Polisportiva Ars et Labor avvenne in occasione di una partita interna disputata contro la Triestina il 16 giugno 1919, persa per 1 a 4; la prima vittoria della formazione estense giunse il 18 agosto del medesimo anno, a spese della stessa Triestina, per 1 a 0.[12]
Alcune pubblicazioni e ricerche storiche d'archivio attestano la nascita ufficiale della società al 1913[13][14], facendo inoltre risalire la nascita della sezione calcistica al 1919. Secondo fonti dell'epoca nella primavera del 1919 la SPAL giocò una partita a Castel Maggiore contro una squadra di militari inglesi stanziati attorno a Bologna[15]; nella prima metà di giugno vennero disputati altri incontri prima della precitata sfida contro la Triestina: con una squadra mista composta da giocatori dell'Unione Sportiva Bolognese e del Nazionale Emilia, con il Petrarca Padova, con la squadra del 3º Reggimento Batteria Contraerei e con la squadra del 219º Reggimento Artiglieria d'Assedio.[13][16][17][18] La SPAL disputò il suo primo campionato sotto l'egida della Federazione Italiana Giuoco Calcio nella stagione 1919-1920, venendo inserita nel girone emiliano della Promozione (secondo livello calcistico dell'epoca) e riuscendo a qualificarsi nella massima divisione per la stagione successiva.[11]
Dagli anni 1920 al periodo bellico |
Tra il 1920 e il 1925 la SPAL militò nella massima serie del tempo, la Prima Categoria (ridenominata Prima Divisione a partire dal 1922-1923, conseguentemente al Compromesso Colombo). Nella stagione 1921-1922 gli estensi raggiunsero la semifinale del campionato nazionale, venendo sconfitti dalla Sampierdarenese per 2-1 nello spareggio disputato a Milano con in palio la finale. La rosa biancazzurra in quella partita era composta da: Canova, Ticozzelli, Fini, Manfredini, Sgarbi, Giuseppe Preti, Dabbene, Olivieri, Zanoli, Ilario Preti e Vassarotti.[19] Retrocessa in seconda serie, quattro anni dopo fu assegnata al neonato campionato di Serie B a girone unico.[20]
Il campo da gioco di Piazza d'Armi, risalente al 1919, venne sostituito dal nuovo stadio Comunale nel 1928.[21] Da quel momento la società andò incontro a un decennio difficile, veleggiando tra la Serie B e la terza serie; contestualmente dal 1939 sino al termine della seconda guerra mondiale cambiò denominazione da Società Polisportiva Ars et Labor ad Associazione Calcio Ferrara, adottando maglie a strisce bianco-nere (in omaggio ai colori civici della città estense).[22] Tra gli anni 1920 e gli anni 1940 lanciò comunque diversi giocatori poi approdati in Serie A: Bruno Bertacchini, Elvio Banchero, Abdon Sgarbi (il quale vestirà la maglia della Nazionale), gli attaccanti Mario Romani (maggiore goleador della storia spallina, con 129 reti in 189 apparizioni) e Aldo Barbieri (entrambi ceduti al Milan), Archimede Valeriani, Savino Bellini, Otello Badiali e Albano Luisetto.[23]
L'arrivo di Paolo Mazza ed il secondo dopoguerra |
Al termine del secondo conflitto mondiale, nel 1945 la squadra riadottò i colori bianco-azzurri e il nome SPAL. Sotto la gestione del nuovo presidente (ed ex allenatore della squadra negli anni 1930) Paolo Mazza, la società ferrarese tornò in Serie B e puntò alla promozione in Serie A.[24] Tra gli affari significativi conclusi in quegli anni dal massimo dirigente spallino spiccarono le cessioni del centravanti Mario Astorri alla Juventus (prelevato per 25 000 lire dallo Schio e venduto per 2 milioni ai bianconeri nel 1946[25]), della mezzala Egisto Pandolfini alla Fiorentina (prelevato dai viola per 3 milioni nel 1947 e rivenduto agli stessi per 16 milioni l'anno successivo[26][27]), dell'attaccante Attilio Frizzi al Torino (capocannoniere della Serie B 1948-1949 con 25 reti, acquistato dai granata all'indomani della tragedia di Superga) e della coppia di punte Domenico De Vito-Giovanni Ciccarelli (ceduti alla Triestina per 35 milioni nel 1950[27]).
Gli anni 1950 |
L'approdo in Serie A |
Nella stagione 1950-1951 la SPAL allenata da Antonio Janni e guidata in campo dal capitano Giovanni Emiliani vinse il campionato di Serie B, accedendo per la prima volta alla Serie A a girone unico. La formazione-tipo di quell'anno era composta da: Bertocchi, Guaita, Carlini, Emiliani, Macchi, Nesti, Trevisani, Colombi, Biagiotti, Bennike e Fontanesi, cui si aggiungevano anche Dini, Patuelli e Rosignoli.[28] L'anno della promozione coincise inoltre con l'inaugurazione del rinnovato stadio Comunale, ricostruito completamente in sostituzione del vecchio impianto risalente al 1928. La stagione di esordio in Serie A si concluse con il nono posto in classifica; l'anno seguente i biancazzurri si piazzarono ancor più in alto, chiudendo il torneo in ottava posizione.[7]
Il ventennio successivo vide la SPAL ottenere i suoi migliori risultati, mantenendo la categoria ininterrottamente dal 1951 alla prima retrocessione in B del 1964. Gli estensi tuttavia ottennero la salvezza tramite spareggio battendo per 2-1 il Palermo nel 1954 (con le reti di Bernardin e Olivieri), mentre nel 1955 la squadra venne ripescata nella massima serie insieme alla Pro Patria, a seguito delle sanzioni per illecito sportivo comminate al termine del campionato a Udinese e Catania.[29] Il calciatore più rappresentativo degli anni in Serie A fu l'argentino Oscar Massei, il quale vestì la maglia biancazzurra per nove stagioni, dal 1959 al 1968.[30][31][32]
Valorizzazione dei giocatori |
Negli anni 1950 e 1960 vari giocatori militanti nelle file della SPAL ebbero occasione di mettersi in luce: tra essi il portiere Bugatti (convocato in Nazionale e successivamente venduto al Napoli), Alberto Fontanesi (poi passato alla Lazio), Fulvio Nesti, Antonio Nuciari, Domenico De Vito, Armando Picchi, Franco Zaglio, Costanzo Balleri, Beniamino Di Giacomo ed Egidio Morbello (ceduti all'Inter), Giorgio Bernardin (passato prima all'Inter e poi alla Roma), Sergio Carpanesi (a sua volta passato alla Roma), Carlo Novelli (acquisito dal Napoli), Orlando Rozzoni (passato prima all'Udinese e poi alla Lazio), Fabio Capello (poi ingaggiato da Roma, Juventus e Milan), Albertino Bigon (al Milan e poi al Napoli), Gianfranco Bozzao, Adolfo Gori, Luigi Pasetti e Carlo Dell'Omodarme (alla Juventus), Saul Malatrasi (all'Inter, poi alla Fiorentina e infine al Milan), Gianni Bui (prima al Bologna, poi al Milan e infine al Torino), Carlo Facchin (al Torino, quindi alla Lazio), Ernesto Galli (al Vicenza), Giuliano Bertarelli e Dante Micheli (alla Fiorentina), Edoardo Reja (al Palermo) e Luigi Delneri (all'Udinese). Altri giocatori promettenti dovettero interrompere o ridimensionare la propria carriera a seguito di infortuni: fu il caso di Giovanni Ferraro, Osvaldo Riva, Arturo Bertuccioli, Maurizio Moretti, Eugenio Bruschini e Gianfranco De Bernardi.
In quegli anni arrivarono a Ferrara anche calciatori più esperti, tra cui Sergio Cervato, Giovanni Mialich, Onorio Busnelli, Battista Rota, Angelo Villa, Enzo Matteucci, Manlio Muccini, Gianni Corelli, Ottavio Bianchi, Carlo Mattrel, Osvaldo Bagnoli, Vincenzo Gasperi, Giancarlo Vitali, Pietro Broccini, Sergio Sega, Silvano Trevisani, Giulio Pellicari, Alberto Orlando, Glauco Tomasin, Enrico Muzzio, Edoardo Dal Pos e Aulo Gelio Lucchi, gli argentini José Montagnoli e Oscar Massei, i brasiliani Carlos Heidel Feresin, Wilson Sorio e Carlos Cezar de Souza, il tedesco Erwin Waldner, gli ungheresi Árpád Fekete e Jenő Vinyei, il turco Aziz Esel Bülent, i danesi Niels Bennike e Dion Ørnvold, gli svedesi Dan Heiner Ekner, Sigvard Löfgren e Nils-Åke Sandell.
Il miglior piazzamento in Serie A con Oscar Massei |
Al termine della stagione 1958-1959 il presidente Mazza decise di rinnovare profondamente la squadra: i soli giocatori confermati furono Bozzao, Morbello, Maietti e Pandolfini. Cedette quindi Villa, Vitali, Dal Pos, Broccini, Lucchi e Toros e gli emergenti Malatrasi e Rozzoni; in cambio acquistò i giovani Micheli, Rossi, Picchi e Balleri, gli esperti Ganzer e Massei, il terzo portiere dell'Inter Nobili e i rientranti Novelli e Corelli. In panchina sedeva il tecnico Fioravante Baldi.[33] Le scelte del presidente diedero riscontro positivo: nel campionato 1959-1960 la SPAL concluse al quinto posto finale in classifica (alle spalle della Juventus vincitrice dello scudetto, della Fiorentina, del Milan e dell'Inter), ottenendo il suo miglior risultato di sempre. La formazione-tipo di questa stagione era costituita da Nobili (Maietti), Picchi, Balleri, Ganzer, Bozzao, Micheli, Novelli, Corelli, Rossi, Massei e Morbello (migliore marcatore spallino della stagione, con 12 reti in 33 partite disputate), con l'aggiunta di Catalani, Trentini, Cecchi e Pandolfini.[7]
Gli anni 1960 |
La finale di Coppa Italia |
Nel 1962 il club raggiunge la finale di Coppa Italia, persa contro il Napoli. Gli estensi, allenati da Serafino Montanari, si schierarono con Patregnani, Muccini, Olivieri, Gori, Cervato, Riva, Dell'Omodarme, Massei, Mencacci, Micheli e Novelli. Il Napoli passò in vantaggio su punizione con l'ex spallino Gianni Corelli al 12', i biancazzurri pareggiarono con Micheli al 15'; infine al 79' Pierluigi Ronzon portò definitivamente in vantaggio la formazione partenopea, regalandole il primo trofeo della sua storia.[34]
Retrocessione e ritorno in Serie A |
Nel corso del campionato 1962-1963, concluso all'ottavo posto (ottenendo anche la vetta solitaria della classifica per qualche giornata[35]), la SPAL modificò lo stile delle proprie maglie: le divise a tinta unita azzurra con maniche e colletto bianchi lasciarono il posto al motivo a strisce verticali bianche e azzurre, che da quel momento verrà utilizzato stabilmente.
Dopo tredici anni consecutivi in Serie A la formazione estense retrocedette in serie cadetta nel 1964, ove tuttavia rimase un solo anno: il terzo posto ottenuto nel campionato di Serie B 1964-1965 le valse infatti l'immediata risalita nella massima serie. La formazione-tipo biancazzurra era composta da Bruschini, Olivieri, Bozzao, Bertuccioli, Ranzani, Frascoli, Crippa, Bagnoli, Cavallito, Massei e Muzzio; con l'aggiunta di Cantagallo, Cervato, Riva, Balleri, Pasetti, Moretti, De Bernardi, Fochesato, Novelli I, Pezzato e Capello. L'allenatore era Francesco Petagna.[36] La SPAL militò in Serie A per altre tre stagioni, raggiungendo la salvezza nei tornei 1965-1966 e 1966-1967. Il centrocampista ventunenne Fabio Capello, acquistato cinque anni prima per 2 milioni di lire dai dilettanti del Pieris, venne ceduto nell'estate 1967 alla Roma per 260 milioni.[37]
La discesa dalla Serie A alla Serie C |
Nel 1968 la SPAL, a seguito del passaggio della Serie A da 18 a 16 squadre, si classificò quattordicesima retrocedendo così in Serie B[38]; nel giugno dello stesso anno i biancazzurri si aggiudicarono tuttavia la Coppa dell'Amicizia italo-svizzera. Il campionato seguente risultò in un'ulteriore retrocessione in Serie C: sebbene Mazza avesse promesso un'immediata risalita nella massima serie il rendimento degli estensi fu deludente, anche a seguito dell'infortunio dell'attaccante Alberto Orlando, tanto che per la prima volta la tifoseria giunse a contestare apertamente l'operato del presidente. Tale campionato coincise con le ultime partite disputate nel calcio professionistico da Gastone Bean.[39]
Gli anni 1970 e 1980 |
La fine dell'era Mazza |
Dopo quattro anni di Serie C nel corso dei quali si alternarono come allenatori Giovan Battista Fabbri, Tito Corsi e Cesare Meucci[40], nell'ottobre 1972 Mario Caciagli sostituì sulla panchina biancazzurra Eugenio Fantini imprimendo una grossa svolta alla stagione: Franco Pezzato al termine del campionato sarà capocannoniere e la SPAL tornerà in Serie B, vincendo il torneo al termine di un testa a testa con il Giulianova guidato dall'ex Fabbri. La squadra della promozione era composta da Marconcini, Croci, Vecchiè, Boldrini, Cairoli, Rinero, Donati, Tartari, Goffi, Mongardi, Pezzato. Altri giocatori schierati furono: Cariolato, Romano, Ragonesi e Moro.[41]
Nel corso della stagione 1976-1977 (al quarto campionato di B, dopo che a Caciagli si avvicendarono Umberto Pinardi e Guido Capello) Paolo Mazza venne deposto dalla presidenza della società: dopo trent'anni alla guida del sodalizio estense e l'esperienza come Commissario Tecnico della Nazionale ai Mondiali del Cile del 1962, dovette cedere la guida della società a Primo Mazzanti, già dirigente spallino.[42] Al termine del campionato la SPAL retrocesse in C allenata da Luisito Suárez.
L'anno successivo, con il ritorno in panchina di Mario Caciagli, i biancazzurri riconquistarono subito la Serie B, chiudendo il campionato con undici punti di vantaggio sulla Lucchese seconda classificata.[43] Nel campionato 1980-1981 degna di nota fu la trasferta a San Siro contro il Milan allora relegato in serie cadetta, sfida segnata dal gol di mano di Walter Novellino che contribuì alla vittoria dei rossoneri per 2-1.[44] Nel 1982, dopo altri quattro anni di B, la squadra estense subì una nuova retrocessione in Serie C1 con "Titta" Rota prima e Ugo Tomeazzi poi in panchina. Dopo un campionato con Gaetano Salvemini e Giovanni Seghedoni come allenatori, la SPAL risalì la china a metà anni 1980 sotto la guida di Giovanni Galeone e Ferruccio Mazzola (giunse quarta nel 1984 e nel 1987[45]), ma successivamente, nel 1989 retrocesse per la prima volta nella sua storia in Serie C2.
Gli anni 1990 |
La presidenza Donigaglia |
Nel 1990 la società viene rilevata dalla Coopcostruttori, cooperativa di costruzioni del ferrarese. Il massimo dirigente della stessa, l'argentano Giovanni Donigaglia, diviene il nuovo presidente. Accanto a CoopCostruttori rimangono con quote di minoranza anche alcuni vecchi soci, tra cui l'ex patron Albersano Ravani. In due stagioni la SPAL ottiene il doppio salto dalla Serie C2 alla Serie C1 e da questa alla Serie B, vincendo lo spareggio a Verona contro la Solbiatese nel 1990-1991 e conquistando il primo posto del campionato di Serie C1 1991-1992, con il ritorno di Giovan Battista Fabbri come allenatore e Gian Cesare Discepoli come vice. La formazione della promozione in B era composta da: Torchia, Lancini, Paramatti, Servidei, Mangoni, Zamuner, Brescia, Messersì, Mezzini, Bottazzi, Labardi.[46] Una volta in serie cadetta, l'obiettivo è tentare l'approdo alla Serie A. Il gruppo della doppia promozione verrà però smantellato: tra i nuovi arrivi gli attaccanti Marco Nappi e Massimo Ciocci, il difensore Dario Bonetti, l'ala Armando Madonna e il giovane Giovanni Dall'Igna. I biancazzurri retrocedono al primo anno di Serie B, nonostante un serrato testa a testa con la Fidelis Andria nell'ultima parte del torneo.
Dopo tre tentativi di ritorno in Serie B (con due eliminazioni ai play-off subite dal Como, nel 1994 e nel 1996[47]) il presidente Donigaglia decide per un ridimensionamento degli impegni della CoopCostruttori, e al termine del campionato 1995-1996 cede contestualmente a Vanni Guzzinati la carica di presidente, rimanendo nelle vesti di patron. Ne segue una stagione culminata con la retrocessione in Serie C2 perdendo i play-out contro l'Alzano Virescit.[48] Donigaglia quindi riassume la presidenza e affida il compito di formare la squadra all'esperto direttore sportivo Roberto Ranzani, il quale sceglie come allenatore Gianni De Biasi. Vengono confermati soltanto tre giocatori dall'annata precedente: a Ferrara arrivano l'attaccante Cancellato, il regista difensivo Fimognari, il portiere Pierobon e l'esperto Fausto Pari. La SPAL riconquista la Serie C1 vincendo il campionato 1997-1998 con l'aiuto delle 19 reti di Cancellato, al termine di un duello con il Rimini. L'anno successivo (1998-1999) Ranzani tenta di rinforzare il telaio della promozione, puntando sul regista Antonioli, la punta Lucidi e la giovane promessa Ginestra. Dopo un'ottima partenza, una crisi di risultati coincisa con un doppio lungo infortunio di Cancellato fa sfumare il traguardo dei play-off. Gli estensi a fine stagione conquistano la Coppa Italia Serie C, tuttavia il finale di campionato, con il mancato raggiungimento degli spareggi-promozione, porta alcune incomprensioni tra società e guida tecnica, sfociate nella mancata conferma dell'allenatore De Biasi. Gli ultimi campionati della gestione Donigaglia vedono la SPAL a centroclassifica; il giocatore più interessante di quel periodo fu Sergio Pellissier, giunto in prestito dal Chievo.
Gli anni 2000 |
La gestione Di Nardo-Pagliuso |
A seguito dei problemi economici che colpiscono la CoopCostruttori, nel 2002 la società viene rilevata da Paolo Fabiano Pagliuso (già proprietario e presidente del Cosenza), il quale cede la carica presidenziale a Lino Di Nardo. Il nuovo vertice societario nomina allenatore Walter De Vecchi e rinnova profondamente la rosa: vengono confermati solo nove giocatori, tra cui il portiere Andrea Pierobon, il centrocampista e futuro allenatore della SPAL Stefano Vecchi e l'attaccante Gianluca Temelin. Vengono ingaggiati, tra gli altri, gli attaccanti Fabio Artico, Daniele Cacia e Tomaso Tatti, i centrocampisti Carlos Aurellio e Francesco Paonessa, i difensori Luca Altomare e Francesco Zanoncelli. La squadra tuttavia non rende ad alto livello, sicché la dirigenza esonera De Vecchi e chiama in panchina Giuliano Sonzogni, che conquista la salvezza.
La campagna acquisti per la stagione 2003-2004 porta in dote alcuni rinforzi, tra cui Andy Selva e Davide Succi, in un'ottica complessiva di ridimensionamento dell'impegno del patron Pagliuso, coinvolto in vicende giudiziarie personali. Come nell'annata precedente, dopo una serie di risultati negativi la società sostituisce l'allenatore, scegliendo Gian Cesare Discepoli (già alla guida della SPAL nei primi anni 1990), con i biancazzurri che si classificano infine al nono posto. Per il 2004-2005 la panchina viene affidata a Massimiliano Allegri.[49] Le problematiche societarie non consentono tuttavia gli investimenti necessari a potenziare la squadra, che conclude la stagione al nono posto. Nell'estate successiva vengono ingaggiati il tecnico Ezio Glerean e molti nuovi giocatori, ma il sopraggiunto fallimento societario estromette la SPAL dal campionato di terza serie.[50]
Il triennio di Gianfranco Tomasi |
Nell'estate del 2005 viene costituita una nuova società denominata SPAL 1907, presieduta da Gianfranco Tomasi, imprenditore edile di Comacchio, che grazie al Lodo Petrucci rileva la tradizione sportiva biancazzurra e s'iscrive al campionato di Serie C2 2005-2006.[51] Il ridotto tempo a disposizione per costruire la squadra a seguito della riammissione tra i professionisti conduce a una stagione interlocutoria. Nei due successivi campionati la società punta alla promozione in Serie C1, ingaggiando il centravanti Nicola Bisso, il trequartista svizzero David Sesa, il fantasista argentino Christian La Grottería ed il difensore Cristian Servidei (già biancazzurro ai tempi della doppia promozione dalla C2 alla Serie B dei primi anni 1990). Entrambi i tentativi tuttavia non vanno a buon fine: la squadra viene eliminata in semifinale play-off nel 2007 dalla Paganese e nel 2008 dal Portogruaro.
La presidenza Butelli |
Nel giugno del 2008 Tomasi cede il pacchetto di maggioranza societaria all'imprenditore lucchese Cesare Butelli[52]; nel mese successivo la SPAL viene ripescata nel campionato di terza serie, nel frattempo ridenominato Lega Pro Prima Divisione. Il nuovo presidente nomina Gianbortolo Pozzi come direttore generale, il quale allestisce una formazione che punta al mantenimento della categoria. La squadra affidata ad Aldo Dolcetti, in cui emerge il giovane centravanti marocchino Rachid Arma, inaspettatamente s'insedia fin dall'inizio nelle prime posizioni della classifica salvo poi calare nel finale del campionato, classificandosi al sesto posto mancando i play-off (nonostante la vittoria contro il Pergocrema all'ultima giornata, resa vana dai contemporanei pareggi di Padova e Reggiana alle quali serviva un punto per giocarsi gli spareggi). La stagione 2009-2010 dei biancazzurri (complice anche la cessione di Arma, sostituito a campionato già avviato con il centravanti Giacomo Cipriani) parte in maniera negativa, tanto che dopo tredici giornate la dirigenza esonera Dolcetti sostituendolo con Egidio Notaristefano. Con il neo-tecnico la SPAL scala la classifica riuscendo a piazzarsi settima.
Gli anni 2010 |
Per la stagione 2010-2011 viene assemblata una squadra con l'intento di ambire alla zona play-off, confermando i migliori giocatori della stagione precedente (tra cui Cipriani e Zamboni) e completando la rosa con elementi come Ravaglia, Melara e Fofana. Il girone d'andata vede la SPAL stabilmente nelle prime posizioni; nel girone di ritorno le prestazioni (complice l'infortunio di Cipriani) subiscono un'involuzione, sfociando in una serie di risultati negativi che fanno sfumare il traguardo dei play-off.
Nel campionato 2011-2012 la SPAL, affidata a Stefano Vecchi, assembla una squadra molto giovane con l'intento di ridurre il monte-ingaggi e sfruttare i contributi previsti per l'utilizzo dei giocatori under. La società si ritrova subito a far fronte a 2 punti di penalizzazione per la mancata corrisponsione di stipendi e contributi ai propri dipendenti. Dopo una partenza difficile dal punto di vista sportivo (solo 15 punti effettivi al termine del girone d'andata), le successive scadenze portano a 8 il totale dei punti di penalizzazione inflitti ai biancazzurri.[53] La precaria situazione finanziaria della società si riflette anche in campo legale, con la presentazione d'istanze di fallimento da parte di alcuni dipendenti e fornitori, desiderosi di recuperare le proprie spettanze. Al termine della stagione regolare la SPAL si piazza quart'ultima con 34 punti (42 sul campo) e deve giocare i play-out contro il Pavia, terz'ultimo. Nella gara d'andata del 20 maggio i biancazzurri pareggiano 0-0 in trasferta, ma sette giorni dopo allo stadio Paolo Mazza vengono sconfitti 2-0 dai lombardi, retrocedendo in Lega Pro Seconda Divisione.[54] Il 13 luglio 2012 la società viene esclusa dal campionato 2012-2013 per problemi economici e il 16 luglio non presenta ricorso. La SPAL 1907 viene infine radiata dalla FIGC l'11 settembre 2013[55] e il 31 marzo 2014 il Tribunale di Ferrara ne notifica la dichiarazione di fallimento e la messa in liquidazione, respingendo la richiesta di concordato avanzata da Butelli.[56]
La ripartenza dai dilettanti |
Nell'estate 2012 il sindaco di Ferrara invita i soggetti interessati a presentare un progetto per la rifondazione del club biancazzurro. Si fa quindi avanti una cordata capeggiata dall'imprenditore Oreste Pelliccioni, comprendente l'ex vicepresidente Roberto Benasciutti e l'esperto dirigente Roberto Ranzani, che successivamente avrebbe dovuto avvalersi del supporto di un gruppo di finanziatori. La base societaria è composta inizialmente da Benasciutti al 95% e da Ranzani per il 5%. La squadra torna a giovarsi dell'utilizzo del marchio storico della SPAL, il quale non era in uso dal 2005. Il 9 agosto 2012 la Lega Nazionale Dilettanti accetta l'affiliazione del nuovo soggetto (denominato Società Sportiva Dilettantistica Real SPAL), iscrivendo il sodalizio in Serie D (che costituisce il punto più basso della storia sportiva societaria) sulla base dell'applicazione dell'articolo 52 comma 10 delle Norme Organizzative Interne della FIGC ed in virtù delle 83 stagioni sportive professionistiche pregresse della vecchia SPAL.[57] Nell'organigramma societario (che vedrà Ranzani presidente e Benasciutti vice) non sarà presente Pelliccioni, in quanto i nuovi soci da lui garantiti non arriveranno. Lo stesso Benasciutti si fa quindi carico di saldare in prima persona le quote d'iscrizione al campionato. La rosa viene assemblata senza ricorrere a grossi esborsi economici: Ranzani sceglie un allenatore conoscitore della categoria (David Sassarini) e punta su giocatori ferraresi legati alla piazza: Davide Marchini, Edoardo Braiati, Alessandro Marongiu e Gianluca Laurenti. Durante l'estate arrivano alcuni giocatori provenienti dalla Lega Pro, alcuni elementi di categoria e molti giovani. L'obiettivo di puntare ai piani alti della classifica sfuma dopo pochi mesi: la società non ha le risorse per provvedere ai rimborsi spese per i mesi successivi a dicembre. Arrivati a febbraio, i giocatori rifiutano di allenarsi denunciando pubblicamente la situazione.[58] Lo stato delle cose non muta nei mesi successivi con la squadra che, ormai priva di stimoli e serenità, termina il campionato solo per onor di firma.
L'arrivo alla presidenza di Mattioli e Colombarini |
Il 12 luglio 2013, su pressione del Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, Roberto Benasciutti trova l'accordo con la famiglia Colombarini per la fusione tra SPAL e Giacomense: pertanto il club di Masi San Giacomo rileva e adotta il marchio storico della SPAL e trasferisce il proprio terreno casalingo allo Stadio Paolo Mazza, trasformandosi de facto nella società acquisita.[59] A suggellare tale transazione, il club assume la nuova denominazione S.P.A.L. 2013 e i colori sociali biancazzurri, ai sensi dell'articolo 20 delle Norme Organizzative Interne della FIGC.[60] La società ferrarese viene ufficialmente inserita in Lega Pro Seconda Divisione per l'annata 2013-2014. Il 21 ottobre 2013, dopo un avvio di campionato non in linea con le attese di inizio stagione, la società decide di sollevare dall'incarico mister Leonardo Rossi, affidando la squadra a Massimo Gadda[61], già giocatore biancazzurro nella stagione 1999-2000 e allenatore per 3 stagioni della Giacomense. Il nuovo trainer spallino guida la squadra al quarto posto al termine del girone di andata. Nel mercato invernale la società cerca di rinforzare la rosa al fine di assicurarsi un posto nelle prime otto posizioni, valevoli per l'accesso alla nuova Lega Pro: l'obiettivo viene raggiunto, con la squadra che riesce a classificarsi sesta al termine del campionato; tra i giocatori si mette in evidenza il centravanti Massimiliano Varricchio, che si laurea capocannoniere del girone con 20 reti.[62]
La stagione 2014-2015 nella nuova Lega Pro parte in maniera difficile: i biancazzurri, affidati a mister Oscar Brevi, totalizzano due sconfitte nelle prime due partite, ove la squadra esprime inoltre un gioco poco brillante. Tuttavia il patron Colombarini e il presidente Mattioli, ignorando le contestazioni dei tifosi e di alcune aree dell'ambiente societario, confermano la fiducia all'allenatore. La scelta si rivela corretta, giacché la SPAL comincia a scalare la classifica fino a raggiungere la prima posizione. Una nuova serie di risultati negativi, unita alle scarse reti segnate, conduce tuttavia in un secondo momento il vertice societario ad esonerare Brevi[63] ed a ingaggiare al suo posto Leonardo Semplici, ex allenatore di Arezzo, Pisa e della primavera della Fiorentina.[64] Sotto la sua guida, dopo un periodo di assestamento e aiutati dal miglioramento della rosa seguito al mercato di gennaio, gli estensi vincono otto partite consecutive e si reinseriscono nella lotta play-off, obiettivo tuttavia sfumato alla penultima giornata: la squadra conclude il campionato al quarto posto, con il tecnico toscano che viene confermato anche per l'annata successiva.
Risalita dalla Lega Pro alla Serie A |
In vista del campionato 2015-2016 la squadra viene potenziata, confermando buona parte dei giocatori dell'annata precedente ed inserendo elementi nei ruoli maggiormente scoperti. Con cinque vittorie consecutive nelle prime cinque giornate e due successivi pareggi a reti bianche con Prato e Siena, gli estensi si portano da subito in testa alla graduatoria, posizione che mantengono anche alla fine del girone d'andata. Il 23 aprile 2016, pareggiando 1-1 in casa contro l'Arezzo, i biancazzurri conquistano la matematica promozione in Serie B con due giornate d'anticipo dopo un torneo condotto sempre al comando, ritornando in seconda serie dopo ventitré anni.[65] A seguito delle vittorie ottenute contro Benevento e Cittadella, il successivo 22 maggio la SPAL conquista la Supercoppa di Lega Pro.[66]
Per il ritorno in Serie B , nell'estate del 2016 viene allestita una rosa con la prospettiva di ottenere una salvezza tranquilla, mantenendo l'ossatura della promozione e affiancando a punti fermi quali Lazzari, Mora e il capitano Giani, un mix tra giovani ed esperti elementi come il portiere Meret, i difensori Bonifazi, Del Grosso e Vicari, il centrocampista Schiattarella e l'attaccante Antenucci, cui si aggiungerà a stagione in corso Floccari[67]. Dopo un iniziale rodaggio nel quale prende le misure alla categoria, sul finire del girone di andata la SPAL s'inserisce a sorpresa ai vertici della classifica. Nel girone di ritorno gli estensi esibiscono una notevole costanza di rendimento, e con cinque vittorie consecutive in aprile legittimano definitivamente il primo posto della graduatoria. Il 13 maggio 2017 i biancazzurri ottengono con una giornata di anticipo l'aritmetica promozione in Serie A, nonostante la sconfitta sul campo della Ternana (decisiva la contemporanea caduta del rivale Frosinone a Benevento): gli spallini tornano così in massima categoria dopo quarantanove anni di assenza[68]. A corollario della vittoriosa stagione, nell'ultima giornata di campionato il successo casalingo sul Bari assegna agli estensi il primo posto della classifica, che così si aggiudicano la Coppa Ali della Vittoria.[69]
Nella stagione 2017-2018 l'obiettivo della SPAL è la salvezza. A tale scopo, vengono riconfermati i migliori elementi della precedente stagione (tra i quali Meret, Vicari, Lazzari, Mora, Schiattarella, Antenucci e Floccari) ai quali vengono affiancati giocatori affidabili per la categoria come Felipe, Borriello e Paloschi, oltre a giovani in cerca di rilancio come Mattiello, Grassi, Viviani, Rizzo e Bonazzoli. Dopo un girone d'andata difficoltoso, con 15 punti raccolti (frutto di 3 vittorie e 6 pareggi), nel girone di ritorno, grazie agli aggiustamenti apportati alla rosa nel mercato di gennaio (Cionek, Everton Luiz e Kurtić) e ad alcuni accorgimenti tattici adottati da mister Semplici, la SPAL acquisisce una buona solidità difensiva[70], totalizzando 23 punti (5 vittorie e 8 pareggi). Decisivi per la permanenza in categoria si riveleranno i tre successi ottenuti nelle ultime quattro partite contro Verona, Benevento ed all'ultima di campionato con la Sampdoria.[71]
Cronistoria |
Cronistoria della S.P.A.L. | |||
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Colori e simboli |
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Colori |
La SPAL sin dalla fondazione ha adottato come colori sociali il bianco e l'azzurro, mutuandoli dallo stemma dei Salesiani di San Giovanni Bosco.[72] L'unica eccezione si registrò nel periodo compreso tra il 1939 ed il 1943, durante il quale il club aveva cambiato denominazione in Associazione Calcio Ferrara e vestito i colori bianco-neri del Comune.[22] Nell'immediato dopoguerra, con il ritorno alla denominazione originale, vennero riproposti i colori biancazzurri.
Dalla stagione 1951-1952 la tenuta di gioco della squadra ha assunto la tinta unita azzurra con maniche, colletto, pantaloncini bianchi e calzettoni a righe orizzontali biancazzurre; questa venne sostituita nel corso dell'annata 1962-1963 con il motivo biancazzurro a righe strette verticali, pantaloncini e calzettoni azzurri (poi divenuti bianchi). Durante i primi due anni di sponsorizzazione tecnica adidas (1981-1983) la divisa era interamente azzurra con righe bianche fini; mentre dal 1987 al 1989 e nel 1990-1991 è stato adottato un completo simile a quello degli anni 1950, in questo caso con pantaloncini e calzettoni azzurri. Una tenuta da gioco su questo tema, utilizzata in circostanze particolari (ad esempio in occasione della commemorazione dei 110 anni della società[73] o in sfide contro avversarie storiche[74]), è stata nuovamente introdotta a partire dalla stagione 2013-2014, questa volta con pantaloncini e calzettoni bianchi.
Simboli ufficiali |
Stemma |
Il simbolo societario ufficiale è costituito da un ancile (scudo ovale) azzurro, con una banda bianca nella parte superiore nella quale è riportato l'acronimo S.P.A.L. che sormonta lo scudetto troncato bianco e nero, emblema della città di Ferrara; introdotto negli anni 1960, è stato utilizzato ufficialmente dal 1995 al 2005 per poi essere riadottato nel 2012. Lo stemma del settore giovanile spallino è il cerbiatto su sfondo bianco cerchiato di azzurro, simbolo precedentemente adottato come marchio societario ufficiale dagli anni 1980 al 1995.
Inno |
Gli inni tradizionali della squadra biancazzurra si intitolano Inno alla Spal (cantato da Alfio Finetti, risalente al 1982) e Spal, magica Spal (Aldini, Martinetti e Carlini, 1992).[75] Nel 2014 Andrea Poltronieri ha realizzato il brano Forza Spal, adottato dalla società come nuovo inno ufficiale.[1]
Strutture |
Stadio |
Situato nel Rione Giardino, zona ovest di Ferrara all'interno della cinta muraria cittadina, fu costruito nelle immediate vicinanze del luogo ove sorgeva il campo di Piazza d'Armi, vecchio terreno di gioco della SPAL risalente al 1919. Lo stadio comunale di Ferrara è il quinto impianto italiano più vecchio ancora in funzione.[76] Progettato dall'ingegner Carlo Savonuzzi nell'ambito della ricostruzione cittadina conosciuta come Addizione Novecentista[21], fu inaugurato il 20 settembre 1928[77] con una partita amichevole giocata tra la SPAL ed il Modena.[78] La capienza iniziale si aggirava attorno ai 4 000 posti suddivisi tra parterre e una singola tribuna in cemento; la struttura era inoltre provvista di una pista d'atletica presente intorno al manto erboso.
Superato il secondo conflitto mondiale, a seguito della promozione in Serie A della SPAL lo stadio venne drasticamente ristrutturato: fu smantellata la pista d'atletica e gli spalti vennero ricostruiti a ridosso del perimetro di gioco, onde portare la capienza a circa 25 000 posti. L'impianto rinnovato venne inaugurato il 23 settembre 1951, con il match di campionato tra SPAL e Torino.[79] Nei decenni successivi tutti i settori vennero nuovamente ristrutturati: negli anni sessanta fu riqualificata la tribuna coperta ed ampliata la curva ovest (poi ristrutturata nuovamente e dotata di copertura nel 1988), nel 1979 fu ampliata e ristrutturata la gradinata scoperta e infine venne modificata a più riprese la conformazione della curva est destinata agli ospiti; la capienza dello stadio passò a circa 22 000 posti.
A distanza di un mese e mezzo dalla morte dell'ex presidente della SPAL Paolo Mazza, l'amministrazione comunale di Ferrara deliberò di intitolare lo stadio (fino ad allora noto come Comunale) in suo onore. La ridenominazione fu resa ufficiale il 14 febbraio 1982, in occasione della partita SPAL-Lazio.
Dalla stagione 2005-2006, con l'intento di abbassare i costi di mantenimento dell'impianto e di sottostare alle normative di sicurezza, la capienza venne abbassata a 7 500 posti. La riqualificazione dello stadio attuata tra il 2016 ed il 2017 ha aumentato la capacità di pubblico a 13 135 posti.[80]
Una nuova serie di lavori condotti durante l'estate 2018 ha portato il numero di posti a sedere a 16 134, interamente dotati di copertura.[81]
Centro di allenamento |
La sede degli allenamenti della prima squadra e del settore giovanile biancazzurro è il centro sportivo di via Copparo. Situato nei pressi della frazione ferrarese di Pontegradella, venne inaugurato nel 1969.[82] Il centro è stato intitolato alla memoria di Giovan Battista Fabbri il 25 marzo 2017, a seguito della sua scomparsa avvenuta due anni prima.[83]
Società |
Organigramma societario |
Dal sito Internet ufficiale della società.[84]
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Sponsor |
Di seguito l'elenco dei fornitori tecnici e degli sponsor ufficiali.
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Settore giovanile |
Il settore giovanile biancazzurro annovera fra i titoli ottenuti il Campionato Primavera B del 1965, il Campionato De Martino del 1968, il Campionato Giovanissimi Nazionali del 1986 e la Coppa Giovanissimi Professionisti del 2003. Tra i calciatori cresciuti nel vivaio spallino si possono citare Fabio Capello, Edoardo Reja, Luigi Delneri, Saul Malatrasi, Luigi Pasetti, Ruben Buriani, Michele Paramatti, Thomas Manfredini, Matteo Ferrari e Pierluigi Gollini.
Esso si suddivide in vari ambiti:
Attività agonistica: raggruppa le squadre Primavera, Allievi Nazionali (Under-17), Allievi Nazionali B (Under-16) e Giovanissimi Nazionali (Under-15).
Attività di base: raggruppa le squadre Giovanissimi Professionisti, Giovanissimi Professionisti B ed Esordienti.
Scuola calcio: raggruppa le squadre Pulcini e Piccoli Amici.
Accademia S.P.A.L.: nata nel 2014, consiste nell'affiliazione di altre società calcistiche nell'intento di sviluppare un percorso di crescita e valorizzazione dei giovani.[101][102]
Scuola calcio femminile: introdotta nel 2016, il responsabile è Massimo Carrari.[103] Nel 2018 la società annuncia la creazione di una squadra senior che viene iscritta al campionato di Eccellenza, quarto livello della piramide calcistica femminile italiana.[104]
Dal sito Internet ufficiale del vivaio.[105][106][107]
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Allenatori e presidenti |
Allenatori |
Sulla panchina della squadra ferrarese si sono avvicendati una settantina di tecnici, sia italiani che di nazionalità straniera. Il primo a ricoprire tale incarico fu, a partire dal 1919, Carlo Marchiandi; mentre il primo allenatore straniero dei biancazzurri fu l'ungherese Armand Halmos, nella stagione 1922-1923. Il più presente in assoluto, considerando le sole gare di campionato, è Caciagli con 198 panchine in partite ufficiali tra Serie B e Serie C (negli anni dal 1972 al 1975 e successivamente dal 1977 al 1980). Per quanto riguarda le partite di Serie A sono Janni, Petagna e Baldi con rispettivamente 106, 102 e 95 panchine (nel periodo a cavallo tra gli anni 1950 e gli anni 1960) gli allenatori ad aver guidato la formazione estense nel maggior numero di occasioni.
Tra i personaggi più noti alla guida tecnica della SPAL si possono citare Giuseppe Ticozzelli, József Violak, Antonio Janni, Fioravante Baldi, Luigi Ferrero, Mario Caciagli, Luisito Suàrez, Giovanni Galeone, Gibì Fabbri, Gianni De Biasi, Massimiliano Allegri, Stefano Vecchi e Leonardo Semplici.
Di seguito l'elenco degli allenatori.
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Presidenti |
In oltre un secolo di storia societaria alla guida della SPAL si sono avvicendati trentadue presidenti: il primo massimo dirigente biancazzurro fu Pietro Acerbis, sacerdote salesiano fondatore del club estense. La più importante e lunga presidenza nella storia della squadra rimane quella di Paolo Mazza (1946-1977), legata alla ricostruzione della società negli anni del secondo dopoguerra e alla prima promozione assoluta della squadra nell'odierna Serie A a girone unico (1951), con i decenni seguenti caratterizzati da sedici stagioni in massima serie che coincisero con l'apice del calcio nella città emiliana.[108]
In tempi più recenti fu longeva anche la presidenza di Giovanni Donigaglia (1990-2002), durante la quale nei primi anni di gestione si registrò il periodo di maggiore presenza di pubblico ed entusiasmo della tifoseria nell'era post-Mazza[109], a seguito di una doppia promozione dalla Serie C2 (categoria nella quale la SPAL era scesa nel 1989, per la prima volta nella sua storia) alla Serie B con in panchina Giovan Battista Fabbri.[110] Rilevante per le sorti del club biancazzurro anche la presidenza Mattioli-Colombarini, caratterizzata dalla risalita in due stagioni dalla Lega Pro alla Serie A tra il 2015 e il 2017.
Di seguito l'elenco dei presidenti.
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Calciatori |
Contributo alle nazionali |
Diversi giocatori lanciati dalla SPAL hanno fatto parte della Nazionale maggiore italiana; in ordine cronologico Abdon Sgarbi, Egisto Pandolfini, Fulvio Nesti, Franco Zaglio, Beniamino Di Giacomo, Armando Picchi, Saul Malatrasi, Adolfo Gori, Fabio Capello, Ruben Buriani e Manuel Lazzari.[111] Il primo atleta convocato in azzurro durante la propria esperienza nella squadra ferrarese fu il portiere Ottavio Bugatti, il quale partecipò alle Olimpiadi di Helsinki 1952 giocando entrambe le gare: la prima contro gli Stati Uniti (vinta 8 a 0) e l'ottavo di finale dove gli azzurri persero 3 a 0 contro i futuri campioni olimpici dell'Ungheria; alla stessa manifestazione partecipò anche l'attaccante biancazzurro Alberto Fontanesi, autore di una rete nella partita contro gli Stati Uniti.[112] Per quanto riguarda le nazionali giovanili, gli atleti che hanno disputato più partite nella Nazionale Under-21 italiana sono Massimo Albiero e Luigi Pasetti, rispettivamente autori di 6 e 5 presenze in azzurro nell'ambito della loro militanza nel club estense.[111]
Tra i giocatori stranieri convocati nelle rispettive nazionali maggiori si segnalano il portiere senegalese Alfred Gomis e il difensore polacco Thiago Cionek, che nel 2018 sono divenuti i primi spallini a disputare il campionato mondiale di calcio: le due squadre si sono inoltre affrontate nella fase a gironi.[113][114][115]
Palmarès |
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Stella d'oro al merito sportivo | |
«Di iniziativa del CONI» — Roma, 1974 |
Statistiche e record |
Partecipazione ai campionati |
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Prima Categoria | 2 | 1920-1921 | 1921-1922 | 23 |
Prima Divisione | 3 | 1922-1923 | 1924-1925 | ||
Serie A | 18 | 1951-1952 | 2018-2019 | ||
2º | Seconda Divisione | 1 | 1925-1926 | 25 | |
Prima Divisione | 3 | 1926-1927 | 1928-1929 | ||
Serie B | 21 | 1933-1934 | 2016-2017 | ||
3º | Prima Divisione | 4 | 1929-1930 | 1932-1933 | 41 |
Serie B-C Alta Italia | 1 | 1945-1946 | |||
Serie C | 11 | 1936-1937 | 1977-1978 | ||
Serie C1 | 19 | 1982-1983 | 2004-2005 | ||
Lega Pro Prima Divisione | 4 | 2008-2009 | 2011-2012 | ||
Lega Pro | 2 | 2014-2015 | 2015-2016 | ||
4º | Serie C2 | 6 | 1989-1990 | 2007-2008 | 7 |
Lega Pro Seconda Divisione | 1 | 2013-2014 | |||
5º | Serie D | 1 | 2012-2013 | 1 |
Partecipazione alle coppe nazionali |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa Italia | 41 | 1926-1927 | 2018-2019 | 76 |
Coppa Alta Italia | 1 | 1945-1946 | ||
Coppa Italia Semiprofessionisti | 2 | 1972-1973 | 1977-1978 | |
Coppa Italia Serie C | 23 | 1982-1983 | 2007-2008 | |
Coppa Italia Lega Pro | 7 | 2008-2009 | 2015-2016 | |
Supercoppa Lega Pro | 1 | 2016 | ||
Coppa Italia Serie D | 1 | 2012-2013 |
Partecipazione alle coppe internazionali |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa delle Alpi | 1 | 1966 | 7 | |
Coppa dell'Amicizia | 6 | 1960 | 1968 |
Statistiche di squadra |
La SPAL ha esordito nei tornei FIGC con la partecipazione alla Promozione 1919-1920 e ad oggi ha disputato 97 campionati nazionali. Dall'istituzione della Serie A a girone unico nel 1929, il suo miglior piazzamento di sempre in massima serie è stato il 5º posto ottenuto al termine della stagione 1959-1960, mentre il peggior piazzamento è stato il 17º posto al termine dei campionati 1954-1955, 1963-1964 e 2017-2018. Il record di punti totalizzati in una singola stagione è stato raggiunto nella Serie B 2016-2017 (78); il record di punti in Serie A con la regola dei due punti per vittoria è del 1951-1952 (37), con la regola dei tre punti per vittoria è del 2017-2018 (38). Nel campionato 1950-1951 la squadra biancazzurra ottiene il proprio maggior numero di vittorie (25), mentre nei tornei 1938-1939 e 1967-1968 incassa il numero massimo di sconfitte in una stagione (18). La formazione ferrarese ha realizzato il maggior numero di reti in una stagione nella Serie B 1949-1950 (95), stabilendo nella stessa annata il proprio record di gol subiti (65). Dal campionato 1951-1952 a quello 1963-1964 si registra la striscia più lunga di partecipazioni consecutive alla Serie A (13). Il club estense è inoltre, al pari della Carrarese, la squadra che ha disputato il maggior numero di edizioni della Serie C1.
Statistiche individuali |
Il giocatore che detiene il maggior numero di presenze in campionato con la divisa della SPAL è Giulio Boldrini con 287 apparizioni. Il calciatore non italiano con più presenze in gare ufficiali è l'argentino Oscar Massei, con 244 partite giocate in nove stagioni; egli detiene inoltre il primato di gol segnati in Serie A con la maglia biancazzurra (47). Il record di marcature totali appartiene invece a Mario Romani, autore di 129 reti, al secondo posto si trova Aldo Barbieri con 92 gol. Franco Pezzato è il top scorer spallino nei campionati di Serie B e C, con 35 segnature nel campionato cadetto e 46 reti in terza serie. Per quanto riguarda la Coppa Italia il miglior cannoniere è sempre Pezzato con 12 gol.
Di seguito le classifiche dei primatisti di presenze e reti in campionato nella storia della società[111], in corsivo i giocatori in attività nella SPAL.
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Tifoseria |
Storia |
Già dal 1920 i sostenitori spallini iniziarono a seguire la squadra, spostandosi con autobus, treni e biciclette in occasione delle trasferte del club nelle varie città emiliane.[11] Il vero e proprio movimento organizzato del tifo biancazzurro (la cui sede in occasione delle gare interne della SPAL è la curva ovest dello stadio Paolo Mazza, intitolata all'ex attaccante Giuseppe Campione, prematuramente scomparso a causa di un incidente stradale) nacque a Ferrara nel 1973 con la costituzione del Club Zaganèl[116], al quale nel 1974 si aggiunsero gli Ultras. Nella seconda metà degli anni 1970 si formarono poi i gruppi Armata Biancoazzurra, Legion Of The Hooligans, Supporters, Fossa Estense e Nutty Boys.
La massima espansione del movimento ultras spallino si ebbe tra gli anni 1980 e gli anni 1990, inizialmente con i preesistenti gruppi, ai quali poi si susseguirono (tra gli altri) Gioventù Estense, Astra Alcool 1981, Vecchia Guardia 1974, Ultras Spal, Spal Fans, Boys 1986, Brothers, Pigs 1987, Stoned Again, Rebels, Brigata 1978, Commando Ultrà Bianco Azzurri, Toasters Group, Gruppo Asterix, Alcol Group, Nirvana Korp, Irish Clan, Gruppo Copparo, Le Iene, Nobiltà Estense, Frangia, Boys 1989 e Gruppo d'Azione. Quest'ultimo gruppo era il più attivo nell'ingaggiare scontri con le tifoserie rivali nel periodo compreso tra il 1986 e il suo scioglimento[117][118], avvenuto nel 1992 a causa di un incidente occorso durante la finale del Campionato europeo Under-21 disputata a Ferrara, quando una studentessa fu ferita accidentalmente da un razzo sparato nel settore dei supporters spallini.[119]
Pur non avendo beneficiato di un consistente ricambio generazionale, a causa degli scarsi successi sportivi e delle difficoltà societarie sopravvenute a partire dagli anni 2000, il movimento ultras biancazzurro è rimasto comunque attivo e vitale. In quegli anni tra i principali gruppi che ressero la curva si ricordano Tradizione Estense, Porro Group 1998, Poggio, Nucleo, A Modo Nostro, Vecchio Nutty, Vecchio Astra e Boys 1989. Il disappunto per l'introduzione della tessera del tifoso portò nel 2010 allo scioglimento di buona parte dei gruppi ultras attivi in curva[120], conseguentemente dal 2011 al 2013 il tifo organizzato si unì sotto il nome Estensi Curva Ovest. L'acquisizione della SPAL da parte della famiglia Colombarini ha contribuito a rinvigorire l'entusiasmo della tifoseria:[121] dalla prima gara interna della stagione 2013-2014, le frange più radicali del tifo si sono riunite nel collettivo Curva Ovest Otto Settembre.
Gemellaggi e rivalità |
La tifoseria estense è gemellata dal 1984 con quella dell'Ancona[122][123] e sostiene rapporti di amicizia con quelle del Potenza[124] e de L'Aquila. Dalla metà degli anni 1980 al 2014 fu in vigore un ulteriore gemellaggio con gli ultras della Carrarese[125], interrotto a seguito di divergenze sulla posizione in merito alla tessera del tifoso: tra i rispettivi collettivi permane tuttavia un rapporto di reciproco rispetto.[126]
Gli spallini nutrono forti rivalità nei confronti delle tifoserie di altre squadre emiliane: Bologna (con cui dapprima sussistette amicizia negli anni 1970, tramutatasi in accesa ostilità tra gli anni 1980 e 1990[127], poi affievolitasi nei decenni successivi[128] pur rimanendo una sfida ad alto rischio incidenti[129]), Reggiana (gemellati con gli spallini sino alla fine degli anni 1990, poi divenuti acerrimi rivali nei primi anni del terzo millennio[130][131][132]), Parma[133][134], Modena e Carpi (a sua volta gemellato con la SPAL dal 1992 al 1999[135][136]). Nell'area romagnola risultano attriti significativi con i collettivi al seguito di Cesena[137], Rimini[138] e Ravenna[139]. In Veneto si registrano rapporti tesi nei confronti dei sostenitori di Vicenza[140], Padova[118][141], Verona[142] e Venezia. In Toscana sono rivali degli spallini i supporters di Prato[143], Pistoiese, Lucchese e Massese[144] (rivale dei carraresi). Ostilità sussistono anche con i tifosi lombardi di Mantova[145], Como, Brescia[146] e Atalanta[147], con i giuliani della Triestina[148], con i liguri dello Spezia[149] ed i marchigiani dell'Ascoli (rivale dell'Ancona). In svariati casi, tali antagonismi sono sfociati in scontri fisici tra le opposte fazioni.
Organico |
Rosa |
Rosa e numerazione sono aggiornate al 7 gennaio 2018.[150][151][152]
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Staff tecnico |
Dal sito Internet ufficiale della società.[153]
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Attività polisportiva |
Agli albori della sua storia, prima di concentrare la propria attività esclusivamente nell'ambito calcistico, la Società Polisportiva Ars et Labor era effettivamente una polisportiva: agli inizi del XX secolo infatti le discipline praticate comprendevano anche la ginnastica, l'atletica leggera ed il ciclismo.
In epoca moderna si tentò di raggruppare le maggiori realtà sportive ferraresi (SPAL, Pallacanestro Ferrara e Aquile Ferrara) nella Pro Sport Estense presieduta da Raffaello Pellegrini, con l'intento di coinvolgere le forze economiche e gli sponsor cittadini.[154][155] Tale operazione comportò inoltre l'uniformazione dei colori sociali della squadra di basket al bianco-azzurro spallino.[156] L'iniziativa varata nel 2013 ebbe tuttavia vita breve, finendo accantonata nel giro di alcuni mesi.
Note |
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Voci correlate |
- Ferrara
- Sport in Emilia-Romagna
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Collegamenti esterni |
- Sito ufficiale, su spalferrara.it.
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