Dolly Parton
Dolly Parton | |
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Dolly Parton in Australia nel 2011 | |
Nazionalità | Stati Uniti |
Genere | Country folk[1] Country pop[1] Progressive country[1] Honky tonk[1] Bluegrass |
Periodo di attività musicale | 1959 – in attività |
Strumento | voce, chitarra, banjo, autoharp, pianoforte, batteria, dulcimer, violino, armonica a bocca |
Etichetta | Goldband, Monument, RCA, CBS, Decca, Sugar Hill |
Album pubblicati | 41 |
Sito ufficiale | |
Dolly Rebecca Parton (Sevierville, 19 gennaio 1946) è una cantautrice, attrice e musicista statunitense, celebre soprattutto per il suo contributo al genere country.
In oltre quattro decenni di carriera discografica si è guadagnata l'appellativo di "regina della musica country"[2], con venticinque singoli giunti in vetta alle classifiche statunitensi,[3] e 41 album piazzatisi nella top ten.[4]
Insieme a Reba McEntire, è l'unica artista country ad aver raggiunto la prima posizione nelle classifiche dei singoli almeno una volta per quattro decenni consecutivi.[5] A cavallo fra gli anni ottanta e novanta ha anche avuto grande successo nel genere pop.
Fra i suoi brani musicali più celebri si possono citare I Will Always Love You (di cui Whitney Houston ha realizzato una reinterpretazione che è stata fra i singoli di maggior successo della storia della musica pop), Jolene, 9 to 5 e Coat of Many Colors. Tratti caratteristici di Dolly Parton sono il particolare timbro vocale (da soprano), un pungente e talvolta sguaiato senso dell'umorismo, e un look particolarmente appariscente, ottenuto anche attraverso numerosi interventi di chirurgia plastica. È anche nota per la sua attività filantropica; la fondazione Dollywood, da lei creata e diretta, si occupa principalmente dell'alfabetizzazione dei bambini.
Indice
1 Biografia
1.1 Infanzia
1.2 Esordio discografico
1.3 Sodalizio con Porter Wagoner
1.4 Successo come solista
1.5 La svolta pop
1.6 Il cinema e Dollywood
1.7 Ritorno al country
1.8 Carriera recente
2 Premi e riconoscimenti
3 Filmografia
3.1 Cinema
3.2 Televisione
3.3 Doppiatrici italiane
4 Discografia
5 Curiosità
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Biografia |
Infanzia |
Dolly Parton nacque a Sevierville, una cittadina di campagna del Tennessee orientale, ai piedi delle Smoky Mountains. Era la quarta di dodici fratelli, molti dei quali fecero carriera come artisti; fra questi si possono ricordare Stella Parton (anch'essa cantante, nata nel 1949) e Randy Parton (cantante e uomo d'affari, nato nel 1953). La sua era una famiglia estremamente povera, come la Parton spesso ricorda nelle sue interviste[6] e in alcune delle sue canzoni più autobiografiche, come Coat of Many Colors. Era anche una famiglia molto religiosa, di orientamento pentecostalista; lo stesso nonno di Dolly era un predicatore.[7] Fin da piccola, la Parton iniziò a cantare in chiesa, e queste sue radici musicali si riflettono nella sua produzione musicale in studio e dal vivo, che include numerosi spiritual. Prima di compiere dieci anni aveva già cantato in programmi radiofonici e televisivi locali dell'area del Tennessee orientale, incluso il noto show di Cas Walker, che andava in onda sulla radio WIVK-FM e sul canale televisivo WBIR-TV di Knoxville. A tredici anni incise alcuni brani per la Goldband Records, una piccola etichetta discografica della Louisiana, e si esibì nel programma radiofonico Grand Ole Opry di Nashville (per l'emittente radio WSM), occasione in cui conobbe il cantautore Johnny Cash, che ebbe un ruolo importante nell'incoraggiarla a proseguire la carriera musicale.[8] Appena completati gli studi nel 1964, la Parton si trasferì a Nashville in cerca di fortuna nel business della musica country.
Esordio discografico |
Nel 1965 la Parton firmò un contratto con la Monument Records, che tentò di lanciarla come cantante nel genere bubblegum con il brano da lei scritto e interpretato Happy, Happy Birthday Baby, che però non riscosse il successo sperato.[9] Nello stesso periodo ebbero invece successo alcuni brani scritti da Parton per altri cantanti, in particolare Put It Off Until Tomorrow per Bill Phillips e Fuel to the Flame per Skeeter Davis, entrambi i quali raggiunsero la top ten. Fu in particolare il successo di Put It Off Until Tomorrow, un brano country, a convincere la Monument Records a indirizzare la Parton verso questo genere musicale. Il primo singolo country cantato da Parton, Dumb Blonde, raggiunse la posizione 22 nelle classifiche nel 1967; nello stesso anno Parton raggiunse la top twenty con Something Fishy (posizione 17). Il buon successo di questi due singoli convinse la Monument a pubblicare ancora nel 1967 il primo album di Parton, Hello, I'm Dolly, che raggiunse la posizione 11 nelle classifiche degli album country più venduti dell'anno.
Sodalizio con Porter Wagoner |
Nell'anno del suo debutto discografico la Parton accettò la proposta del cantante Porter Wagoner, che la volle nel suo show televisivo (The Porter Wagoner Show) come sostituta di Norma Jean, che si stava ritirando dalle scene musicali. Nonostante un'accoglienza inizialmente tiepida del pubblico di Wagoner, Parton riuscì gradualmente a farsi conoscere ed apprezzare, e nel 1968 fu scritturata dall'etichetta discografica RCA e pubblicò un singolo di successo in cui duettava con Wagoner, The Last Thing on My Mind. Il duo Wagoner-Parton, premiato come miglior ensemble vocale country dell'anno dalla Country Music Association, inanellò nei sei anni successivi una serie di successi. Negli stessi anni Parton tentò più volte (con l'assistenza dello stesso Wagoner) di sfondare anche come solista con singoli come Just Because I'm a Woman, In the Good Old Days (When Times Were Bad) e Mule Skinner Blues e con l'album Coat of Many Colors (che la rivista Rolling Stone ha inserito nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi). Sebbene molti brani di questo periodo siano in seguito diventati dei classici della produzione di Parton, il loro successo iniziale fu moderato.
Il sodalizio discografico Wagoner-Parton ebbe fine nel 1974. Negli anni successivi, pur partecipando ancora allo show di Wagoner fino al 1976, la Parton si concentrò sulla propria carriera solista.
Successo come solista |
Il primo grande successo di Parton come solista fu il brano Jolene, che raggiunse la prima posizione nelle classifiche. Il brano rimane uno dei più noti di Parton ed è stato incluso dalla rivista Rolling Stone nella lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi.
Nello stesso anno di Jolene Parton pubblicò un altro dei suoi brani più celebri, I Will Always Love You, una ballata romantica ispirata allo scioglimento del sodalizio con Wagoner. Il brano ebbe un tale successo che lo stesso Elvis Presley si dichiarò interessato a registrarne una cover; il progetto però non fu portato a termine perché Parton si rifiutò di accettare la clausola che garantiva a Presley metà dei diritti sulla canzone. Questa scelta coraggiosa portò in seguito alla Parton molti milioni di dollari di royalties[10], specialmente in seguito alla pubblicazione della reinterpretazione del brano da parte di Whitney Houston (nel 1992), che è uno dei singoli di più grande successo commerciale di tutti i tempi. La decisione di non cedere alla richiesta di Presley fece guadagnare alla Parton, nell'ambiente dello show business, l'appellativo di "Iron Butterfly" (farfalla di ferro).
Dopo Jolene e I Will Always Love You, Parton iniziò a inanellare una serie di successi, con otto singoli piazzati nella prima posizione delle classifiche dal 1974 al 1980. Il successo consentì alla Parton di avere un proprio programma televisivo, intitolato Dolly! (1976-1977) e di produrre in proprio i propri album. Le sue canzoni divennero talmente celebri che molti artisti di spicco vollero inciderne delle reinterpretazioni; tra questi si possono citare Rose Maddox, Kitty Wells, Olivia Newton-John, Emmylou Harris e Linda Ronstadt.[11]
La svolta pop |
Nella seconda metà degli anni settanta la produzione di Parton divenne gradualmente più pop, consentendole di imporsi all'attenzione di un pubblico più vasto. L'album più rappresentativo di questa operazione di contaminazione fra pop e country è Here You Come Again (1977), che superò il milione di copie vendute e valse alla Parton il Grammy come miglior cantante donna di genere country, e il cui singolo omonimo giunse contemporaneamente in testa alle classifiche di vendita country e pop, risultato che fu ripetuto da moltissimi singoli di Parton pubblicati a cavallo fra gli anni settanta e gli anni ottanta, come Two Doors Down, Heartbreaker, Baby I'm Burning, You're the Only One e 9 to 5. Contemporaneamente, Parton iniziò a dedicarsi in misura minore alla composizione delle proprie canzoni, avvalendosi della collaborazione di autori pop affermati come Donna Summer, Barry Mann, Cynthia Weil, Rupert Holmes, Gary Portnoy, i Bee Gees e Carole Bayer Sager. Negli anni ottanta i singoli di punta di Parton divennero via via sempre più nettamente pop o adult-pop; tuttavia, la cantante non perse mai il proprio ascendente sul pubblico del genere country, mantenendo costante la propria presenza nelle classifiche di vendita specifiche del settore con brani come Save the Last Dance for Me, Tennessee Homesick Blues, Real Love, Don't Call it Love e Think About Love.
Il cinema e Dollywood |
All'inizio degli anni ottanta Parton iniziò a diversificare la propria attività artistica e professionale anche al di fuori dell'ambito musicale, debuttando come attrice cinematografica a fianco di Jane Fonda nel 1980 con il film Dalle 9 alle 5... orario continuato (della cui colonna sonora faceva parte il singolo 9 to 5). L'interpretazione di Parton in Dalle 9 alle 5 le valse una nomination al Golden Globe, e segnò l'inizio di una carriera di attrice di buon successo; fra le successive interpretazioni cinematografiche si possono ricordare Il più bel Casino del Texas (1982), Jack colpo di fulmine (1984) e Nick lo scatenato (1984) e Fiori d'acciaio (1989). Numerose sono anche le comparse di Parton come attrice in fiction televisive, incluso un ruolo minore nella recente serie Hannah Montana, in cui Parton ha interpretato la zia della protagonista Hannah Montana (interpretata da Miley Cyrus di cui la Parton, tra l'altro, è madrina).
Alla metà degli anni ottanta Parton fondò il Parco di divertimento Dollywood, a Pigeon Forge, in Tennessee. La struttura ebbe un grandissimo successo e negli anni successivi continuò a svilupparsi; attualmente dà lavoro a circa 3000 persone. A partire da Dollywood la Parton costruì gradualmente un piccolo impero di strutture nell'ambito dei divertimenti, che oggi include tra l'altro un parco acquatico (Dollywood's Splash Country) e la catena di teatri-ristorante Dixie Stampede.
Ritorno al country |
Nel 1987 la produzione discografica di Parton ebbe una nuova svolta, con un ritorno al country e in particolare al bluegrass. Nel 1987 fu infatti pubblicato l'album Trio, una raccolta di brani bluegrass interpretati da Parton insieme a Emmylou Harris e Linda Ronstadt. Trio diede nuovo impulso alla carriera musicale di Parton, ottenendo un grande successo di critica e di pubblico; rimase per cinque settimane in testa alle classifiche degli album country di Billboard, vinse il Grammy come miglior performance di un gruppo vocale country (e ricevette una nomination come miglior album dell'anno), e vendette diversi milioni di copie. Grande successo ebbero anche i quattro singoli estratti dall'album, soprattutto la reinterpretazione di To Know Him Is to Love Him di Phil Spector. Sulla scia di questo successo, la Parton riprese anche l'esperienza cominciata con lo spettacolo televisivo Dolly! del 1976, presentando un nuovo varietà televisivo dal titolo Dolly sulla rete ABC.
Nello stesso anno di Trio Parton pubblicò anche un album solista più pop, Rainbow; lo scarso successo di questo lavoro portò Parton a concentrarsi nuovamente sul genere country. Ne conseguì la pubblicazione dell'album White Limozeen (1989), accompagnato da due singoli country di successo, Why'd You Come in Here Lookin' Like That e Yellow Roses. Nonostante l'avvento del contemporary country all'inizio degli anni novanta, che contribuì a far sparire dalla scena molti veterani del country tradizionale, Parton continuò negli anni successivi a riscuotere un buon successo con lavori come Rockin' Years (1991, in duo con Ricky Van Shelton). Grandissimo successo ebbero nello stesso periodo una reinterpretazione del brano I Will Always Love You incisa da Whitney Houston per la colonna sonora del film Guardia del corpo e The Day I Fall in Love, incisa da Parton in duo con James Ingram per la colonna sonora del film Beethoven 2 (1993), che ricevette una nomination all'Oscar come migliore canzone originale.
Procedendo sulla falsariga di Trio, nel 1994 Parton incise Honky Tonk Angels in trio con Loretta Lynn e Tammy Wynette; l'album raggiunse lo status di disco d'oro.[12] Altri lavori country di successo degli anni successivi furono l'album Something Special del 1995 (che conteneva tra l'altro una nuova interpretazione di I Will Always Love You in due con Vince Gill), Trio II del 1999 (ancora con Harris e Ronstadt), The Grass Is Blue ancora nel 1999 (che vinse il Grammy come miglior album bluegrass), Little Sparrow nel 2001 (il cui singolo Shine, cover del brano dei Collective Soul, vinse un Grammy per la migliore performance vocale femminile country) e Halos & Horns del 2002 (che contiene, tra l'altro, una versione bluegrass del classico dei Led Zeppelin Stairway to Heaven).
Carriera recente |
Parton prosegue tuttora la propria produzione discografica. Fra i suoi ultimi lavori si possono citare Those Were the Days del 2005 (una raccolta di cover di brani classici degli anni sessanta e settanta come Imagine di John Lennon e Where Do the Children Play? di Cat Stevens), il singolo Travelin' Thru incluso nella colonna sonora del film Transamerica del 2005 (nomination Oscar per il miglior brano originale) e la reinterpretazione del brano di Elvis Presley When I Get Where I'm Going' (che raggiunse la prima posizione nelle classifiche dei singoli country). Il suo ultimo lavoro discografico è l'album Backwoods Barbie del 2007, il primo pubblicato dall'etichetta discografica fondata da Parton, la Dolly Records.
Nel 2009 è stata pubblicata una raccolta dei più grandi successi di Parton in forma di un cofanetto di 4 CD dal titolo Dolly. L'ultimo album pubblicato dalla Parton è Better Day uscito nel 2011 con l'etichetta discografica Dolly Records. Il 13 gennaio 2012 esce nei cinema il film Joyful Noise, in cui Dolly Parton recita al fianco di Queen Latifah.
Premi e riconoscimenti |
Il suo nome è stato inserito nella Songwriters Hall of Fame. Per il suo contributo all'industria musicale, le è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame al 6712 di Hollywood Blvd.
Nel 2011 le è stato assegnato un Grammy Award alla carriera.[13]
Filmografia |
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Cinema |
Dalle 9 alle 5... orario continuato (Nine to Five), regia di Colin Higgins (1980)
Il più bel Casino del Texas (The Best Little Whorehouse in Texas), regia di Colin Higgins (1982)
Nick lo scatenato (Rhinestone), regia di Bob Clark (1984)
Fiori d'acciaio (Steel Magnolias), regia di Herbert Ross (1989)
Linea diretta - Un'occasione unica (1992)
A Beverly Hills... signori si diventa (1993)
Frank McKlusky, C.I. (2002)
Miss F.B.I. - Infiltrata speciale (Miss Congeniality 2: Armed & Fabulous), regia di John Pasquin (2005)
Gnomeo e Giulietta (Gnomeo and Juliet), regia di Kelly Asbury (2011) – voce
The Year Dolly Parton Was My Mom (2011) - voce
Joyful Noise - Armonie del cuore (Joyful Noise), regia di Todd Graff (2012)
Televisione |
Captain Kangaroo - serie TV, 1 episodio (1979)
Lily: Sold Out - film TV (1981) - sé stessa
A Smoky Mountain Christmas - film TV (1986)
Wild Texas Wind - film TV (1991)
Heavens to Betsy - serie TV, 1 episodio (1994)
Come in una favola - film TV (1996)
Allacciate le cinture! Viaggiando si impara - serie TV, 1 episodio (1996) - voce
Blue Valley Songbird - film TV (1999)
I Simpson - serie TV, 1 episodio (1999) - voce
Reba - serie TV, 1 episodio (2005)
Hannah Montana - serie TV, 3 episodi (2006-2010)
Doppiatrici italiane |
Claudia Balboni in Dalle 9 alle 5... orario continuato, Linea diretta - Un'occasione unica
Rita Savagnone in Il più bel Casino del Texas
Maria Pia Di Meo in Nick lo scatenato
Vittoria Febbi in Fiori d'acciaio
Discografia |
Hello, I'm Dolly (1967)
Just Because I'm a Woman (1968)
In the Good Old Days (When Times Were Bad) (1969)
My Blue Ridge Mountain Boy (1969)
The Fairest of Them All (1970)
As Long As I Love (1970)
A Real Live Dolly (dal vivo, 1970)
The Golden Streets of Glory (1971)
Joshua (1971)
Coat of Many Colors (1971)
Touch Your Woman (1972)
My Favorite Songwriter: Porter Wagoner (1972)
My Tennessee Mountain Home (1973)
Bubbling Over (1973)
Jolene (1974)
Love Is Like a Butterfly (1974)
The Bargain Store (1975)
Dolly: The Seeker & We Used To (1975)
All I Can Do (1976)
You Are (1977)
New Harvest... First Gathering (1977)
Here You Come Again (1977)
Heartbreaker (1978)
Great Balls of Fire (1979)
Dolly, Dolly, Dolly (1980)
9 to 5 and Odd Jobs (1980)
Heartbreak Express (1982)
The Best Little Whorehouse In Texas (colonna sonora, 1982)
Burlap and Satin (1983)
The Great Pretender (1984)
Rhinestone (colonna sonora, 1984)
Real Love (1985)
Rainbow (1987)
White Limozeen (1989)
Home for Christmas (1990)
Eagle When She Flies (1991)
Straight Talk (colonna sonora, 1992)
Slow Dancing with the Moon (1993)
Heartsongs: Live from Home (dal vivo, 1994)
Something Special (1995)
Treasures (1996)
Hungry Again (1998)
Precious Memories (1999)
The Grass Is Blue (1999)
Little Sparrow (2001)
Halos & Horns (2002)
For God and Country (2003)
Those Were the Days (2005)
The Very Best of Dolly Parton (raccolta, 2007)
Backwoods Barbie (2008)
Dolly Parton - Live From London 2010
Better Day (2011)
Blue Smoke (2014)- Pure & Simple (2016)
I Believe in You (2017)
Curiosità |
La celebre pecora Dolly, primo mammifero clonato della storia, deve il suo nome proprio a Dolly Parton.
Il nome "Dolly" è nato infatti da un suggerimento del suo allevatore in onore alla prosperosa cantante country, dato che la cellula clonata era una cellula mammaria[14].
Note |
^ abcd (EN) Dolly Parton, su AllMusic, All Media Network.
^ Whitburn (2005), p. 578
^ Bronson (2006)
^ .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
About Dolly[collegamento interrotto]
^ Chart Beat Thursday: Ke$ha, Janet, Reba
^ Dolly Parton talks new album, tour Archiviato il 12 maggio 2006 in Internet Archive., CNN, 9 luglio 2002
^
Backwoods glam[collegamento interrotto], «The Washington Times», 1º dicembre 2006.
^ V. Cash (1998)
^ V. Nash (1978)
^ "Dolly Parton Reflects on Her Greatest Moments"
^ PARTON&sql=11:wiftxql5ldde~T1 Biografia di Dolly Parton presso Allmusic
^ Biografia di Dolly Parton presso CMT.com
^ (EN) The Recording Academy Special Merit Award Honorees, in Grammy.com, 22 dicembre 2010. URL consultato il 15 febbraio 2011.
^ Listen to public, says Dolly scientist
Bibliografia |
- Fred Bronson (2006), Chart Beat, Billboard.
- Johnny Cash (1998), Cash: The Autobiography.
- Alanna Nash (1978), Dolly, Reed Books, Los Angeles, ISBN 0-89169-523-0.
- Joel Whitburn (2005), Top Country Songs 1944–2005, Billboard/Record Research Inc., ISBN 0-89820-165-9.
Voci correlate |
- Celebrità della Hollywood Walk of Fame
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dolly Parton
Collegamenti esterni |
Sito ufficiale, su dollyparton.com.
Canale ufficiale, su YouTube.
Dolly Parton, su openlibrary.org, Internet Archive.
(EN) Dolly Parton, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Dolly Parton, su Internet Movie Database, IMDb.com.
(EN) Dolly Parton, su AllMovie, All Media Network.
(EN) Dolly Parton, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
Dolly Parton, su Last.fm, CBS Interactive.
(EN) Dolly Parton, su AllMusic, All Media Network.
(EN) Dolly Parton, su Discogs, Zink Media.
(EN) Dolly Parton, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 56797314 · ISNI (EN) 0000 0000 7357 8525 · LCCN (EN) n79128064 · GND (DE) 119278561 · BNF (FR) cb13898270g (data) · NLA (EN) 35990106 |
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