Diotisalvi Neroni
.mw-parser-output .avviso .mbox-text-div>div,.mw-parser-output .avviso .mbox-text-full-div>div{font-size:90%}.mw-parser-output .avviso .mbox-image div{width:52px}.mw-parser-output .avviso .mbox-text-full-div .hide-when-compact{display:block}
Questa voce o sezione sull'argomento politici italiani non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. |
Diotisalvi Neroni, anche noto col nome Dietisalvi (Firenze, 1406 – Roma, 4 agosto 1482), è stato un politico italiano della Repubblica Fiorentina.
Biografia |
Dopo aver ricoperto innumerevoli cariche pubbliche a Firenze, venne inviato come ambasciatore a Milano e fu protagonista della Pace di Lodi nel 1454.
Primo consigliere di Cosimo de' Medici (Pater Patriae) l'aiutò a rientrare a Firenze dall'esilio; ricoprì le più alte cariche politiche di Firenze con tale perizia che prima di morire lo stesso Cosimo raccomandò al figlio Piero che “delle sustanze e dello Stato secondo il consiglio di quello (Diotisalvi) si governasse” (Machiavelli, Istorie fiorentine, Libro settimo Cap. X).
Ma l'imperizia e l'avidità di Piero de' Medici fecero sì che la città cadesse sull'orlo della tirannia e così Diotisalvi si vide costretto ad allearsi con Luca Pitti, Angelo Acciaiuoli e Niccolò Soderini (la fazione “del Poggio”) per far riguadagnare alla città quella libertà che Piero “il gottoso” minacciava.
Così Piero, sentendo scricchiolare il proprio potere, pensò bene di organizzare un tranello ai danni dei suoi avversari.
Fingendo di aver ricevuto una lettera da messer Giovanni Bentivoglio, principe di Bologna, nella quale si avvertiva che il marchese di Ferrara minacciosamente si avvicinava con le proprie truppe a Firenze, con la scusa di difendere Firenze si presentò con i propri soldati in città e colse l'occasione per distruggere la fazione opposta, completamente disarmata.
Sobillando il popolo e con la magistratura compiacente Piero fece dichiarare “ribelle” Diotisalvi e i suoi figli nel 1466, facendo requisire tutti i beni della famiglia Neroni.
Diotisalvi si recò in esilio in Sicilia, a Venezia e successivamente a Ferrara dove, accolto da Borso d'Este, riuscì a coinvolgere Bartolomeo Colleoni, che scese in campo per lui cercando, senza riuscirci, di ribaltare le sue sorti. Morì a Roma il 4 agosto 1482 e fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva.
Di lui ci rimane un busto di marmo dello scultore Mino da Fiesole, conservato al Museo del Louvre di Parigi, e un ritratto nell'affresco di Domenico Ghirlandaio esposto alla Cappella Sistina a Roma.
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Diotisalvi Neroni
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 30715990 · GND (DE) 133044785 · CERL cnp01100588 |
---|