Cultura di Wielbark
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Coordinate: 54°02′N 19°03′E / 54.033333°N 19.05°E54.033333; 19.05
La cultura di Wielbark, nota anche come cultura di Willenberg (tedesco: Wielbark/Willenberg-Kultur; polacco: Kultura wielbarska; ucraino: Вельбарська культура (Vel'bars'ka kul'tura)) fu una cultura pre-letterata che gli archeologi hanno identificato con i Goti; apparve nella prima metà del I secolo. Sostituì la cultura di Oksywie nell'area dell'odierna Pomerania orientale, attorno al fiume Vistola, legata anche alla cultura di Przeworsk.
Indice
1 Scoperta
2 Distribuzione
3 Caratteristiche
4 I Goti
5 Note
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Scoperta |
Nel 1873 venne scoperto un cimitero con oltre 3000 tombe, documentato nell'opera Correspondenz-Blatt der deutschen Gesellschaft für Anthropologie, Ethnologie und Urgeschichte del 1874[1] come "Gotisch-Gepidisches Gräberfeld Braunswalde-Willenberg bei Marienburg". Prende il nome da Wielbark, un villaggio che al tempo della scoperta apparteneva alla provincia della Prussia situati 4 km a sud di Malbork (Marienburg), sulla strada che conduce a Sztum (Stuhm), attribuiti a Goti e Gepidi.
I documenti dello scavo originale effettuato durante l'Impero germanico, che si credevano perduti, sono stati ritrovati nel 2004 e sono attualmente sotto analisi da parte di una cooperazione internazionale.[2]
Distribuzione |
La cultura di (Malbork)-Wielbark nacque occupando la stessa area della cultura di Oksywie, dove oggi sorgono le città di Danzica e Chełmno. In seguito raggiunse la regione dei laghi Kashubian e Krajenskian allungandosi anche a sud, nella regione che circonda Poznań.
Nella prima metà del III secolo la cultura di Wielbark lasciò i propri insediamenti per dirigersi verso il Mar Nero, a quel tempo chiamato Mare Suevicum o Mare Germanicum, tranne che per le aree adiacenti alla Vistola, ed occupò le aree che in seguito (dal 1000) divennero la Masovia e la Piccola Polonia sulla riva sinistra della Vistola raggiungendo l'Ucraina, dove diedero vita alla Cultura di Černjachov.
Nel 2000 a Czarnówko nei pressi di Lębork, Pomerania, venne scoperto un cimitero usato dalle culture di Oksywie e Wielbark. Questo luogo raggiunse l'apice prima che la migrazione verso sud-ovest iniziasse. Un bollitore in bronzo raffigura uomini i cui capelli erano acconciati con il nodo suebo.[3]
Caratteristiche |
Tra la cultura di Przeworsk e quella di Wielbark ci fu una netta separazione, e non sembrano esserci stati contatti.
Gli uomini della cultura di Wielbark usavano sia tecniche di sepoltura che di cremazione. La scelta tra le due dipendeva da luogo a luogo, e si crede che fosse legato solo a tradizioni familiari.
Una caratteristica di questa cultura, comune nella Scandinavia meridionale, era l'abitudine di erigere cerchi di pietre o menhir solitari.
Nelle loro tombe non sono state trovate armi ne' utensili, a differenza di quelle della cultura di Przeworsk. Gli oggetti ritrovati erano soprattutto vestiti ed ornamenti. In qualche tomba sono stati trovati alcuni speroni, unico elemento che potrebbe contraddistinguere i guerrieri.
I componenti di questa cultura usavano il bronzo per costruire ornamenti ed accessori. Oro ed argento venivano usati molto raramente. Anche il ferro non veniva utilizzato spesso.
I Goti |
La cultura di Wielbark viene associata negli scritti di Giordane ai Goti che abbandonarono la Scandza (Scandinavia) ed ai loro insediamenti in Gothiscandza. Secondo Giordane cacciarono i Vandali occupandone il territorio.[4] La Gothiscandza si trovava alla foce della Vistola, e questa terra è nota anche come terra dei Gutones (Plinio il Vecchio) o Gothones (Tacito):
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«Oltre i Lugi abitano i Gothones, governati da un re; erano governati in modo più rigido delle altre nazioni germaniche, ma non tanto rigido da togliere loro la libertà. Immediatamente vicini si trovano i Rugi ed i Lemovii lungo la costa dell'oceano, e di tutte queste nazioni le caratteristiche sono uno scudo rotondo, una spada corta e un governo monarchico» |
(Tacito) |
Il nome assegnato loro da Plinio e da Tacito sembra identico a *Gutaniz, la forma proto-germanica di Gutans, il termine usato dai Goti per auto-citarsi.
Alcuni hanno ipotizzato che le tre navi di Goti che raggiunsero la Vistola fossero solo simboliche, mentre secondo altri sarebbero da associare a Gepidi, Ostrogoti e Visigoti. Una terza interpretazione vorrebbe nelle barche solo la famiglia reale del clan degli Amali.
In ogni caso gli archeologi sono prudenti nell'associare etnie a culture archeologiche, e la considerano una materia delicata (vedi l'uomo di Kennewick). Questo si riflette nei nomi assegnati alle varie culture, solitamente presi dalle città presso cui sono stati ritrovati i resti. Le ultime idee tendono a dubitare della correlazione tra cultura di Wielbark e Goti, ed è stato infatti stabilito che non si è formata solamente tramite la migrazione proveniente dalla Scandinavia. Sembra invece che si sia evoluta dalla cultura di Oksywie, e sia solo stata influenzata dalla tradizione scandinava. Questa teoria si basa sul fatto che la cultura di Wielbark condivide l'estensione geografica dei predecessori della Oksywie, e che abbiano anche usato i loro stessi cimiteri. Gli insediamenti erano composti da abitanti autoctoni e da gruppi immigrati dalla Scandinavia. Si sa, dalle opere di Giordane, che invece i Goti erano una tribù dominante, che tendeva a sottomettere gli abitanti locali:
«Ben presto si spostarono da qui presso la dimora degli Ulmerugi, che a quei tempi abitavano le coste dell'oceano, dove stabilirono il proprio campo, mossero guerra a loro e li fecero fuggire dalle loro case. Infine sottomisero i loro vicini, i Vandali, aggiungendo questa alle altre vittorie. Quando il loro numero aumentò troppo Filimero, figlio di Gadarico, l'attuale re (circa il quinto dopo Berig), decise che l'esercito dei Goti e le loro famiglie avrebbero dovuto spostarsi da quella regione» |
(Giordane[5]) |
La concezione attuale è che gli insediamenti Goti (citati da Giordane e da H. Schedel) presso il Mare Germanicum, l'attuale Polonia, siano quelli caratterizzati da cimiteri composti da tumuli sui quali sono presenti cerchi di pietre o semplici stelae (tipici monumenti funebri usati in Gotland e Götaland). Questo genere di tradizione è stato ritrovato tra la Vistola ed i laghi Kashubian e Krajenskian, fino alla regione di Koszalin. Solitamente risalgono alla seconda metà del I secolo.
La cultura di Wielbark sembra essere stata mista, composta da Goti e Gepidi provenienti dalla Scandinavia e da abitanti autoctoni (soprattutto Vandali, Venedi e Rugi[6][7], ovvero gli Ulmerugi di Giordane). Nel III secolo la comunità di Wielbark abbandonò i propri insediamenti per raggiungere la loro nuova terra, Oium, in Ucraina, dove fondarono un nuovo impero.
Note |
^ Correspondenz-Blatt der deutschen Gesellschaft für Anthropologie, Ethnologie und Urgeschichte, 1874,[1]
^ Dalla riscoperta dei documenti perduti del 2004, sono stati preparati importanti documenti di analisi in cooperazione con enti di Danzica, Varsavia, Cracovia e Lubiana. Gli studi sono stati effettuati durante i nuovi scavi, e promossi attraverso Dronning Margrethe, tecnicamente preparati dalla ditta Aba GbR, grazie ai fondi forniti da Prins Henriks. Copia archiviata, su ufg.geschichte.hu-berlin.de. URL consultato il 15 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2007). Copia archiviata, su ufg.geschichte.hu-berlin.de. URL consultato il 10 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2007).
^ M. Macynska, D. Rudnicka, Abstract: A grave with Roman imports from Czarnówko, Lębork district, Pomerania, Poland Copia archiviata (PDF), su dainst.org. URL consultato il 15 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2007).
^ Giordane, De origine actibusque Getarum, 25
^ Giordane, De origine actibusque Getarum
^ I Goti nella Grande Polonia Archiviato il 30 giugno 2001 in Internet Archive.
^ Arkeologi och Antik historia Archiviato il 21 agosto 2004 in Internet Archive.
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su cultura di Wielbark
Collegamenti esterni |
- (PL) Articolo di un archeologo polacco (Theodore Makiewicz), su muzarp.poznan.pl.
- (PL) Gioielleria gotica, di Thomas Skorupka, su muzarp.poznan.pl. URL consultato l'11 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2005).