Ponte di Glienicke




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – "Ponte delle spie" rimanda qui. Se stai cercando il film del 2015 con Tom Hanks, vedi Il ponte delle spie.


















































Ponte di Glienicke
Glienicker Bruecke Havelstern.jpg
Localizzazione
Stato
Germania Germania
Città
Berlino e Potsdam
Attraversa Havel
Coordinate
52°24′48.09″N 13°05′26.08″E / 52.413357°N 13.090578°E52.413357; 13.090578Coordinate: 52°24′48.09″N 13°05′26.08″E / 52.413357°N 13.090578°E52.413357; 13.090578
Dati tecnici
Tipo ponte a putrelle
Materiale acciaio
Lunghezza 128 m
Larghezza 22 m
Altezza 74 m
Realizzazione
Costruzione 1904-1907
Mappa di localizzazione

Il ponte di Glienicke (in tedesco: Glienicker Brücke) è un ponte stradale di Berlino che supera il fiume Havel collegando la città di Potsdam e quella di Berlino; prende il nome dal centro abitato di Klein Glienicke, sito poco distante.




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Il "Ponte delle Spie"


  • 3 Nella cultura di massa


  • 4 Bibliografia


  • 5 Altri progetti





Storia |


Iniziato nel 1904 fu completato nel 1907. Distrutto nel corso della seconda guerra mondiale, fu ricostruito nell'immediato dopoguerra e riaperto al pubblico nel 1949 come "ponte dell'Unità".


Nel 1961 fu chiuso al traffico essendo posto sulla linea di demarcazione fra la Berlino Ovest e la Germania Est e alle due estremità del ponte furono collocate due posti di controllo dei militari delle due parti. Con la caduta del muro di Berlino fu definitivamente riaperto al transito il 10 novembre 1989.


Il manufatto è conosciuto soprattutto con il soprannome di "ponte delle spie", in quanto durante il periodo della guerra fredda fu il luogo in cui avvennero alcuni scambi diplomatici fra la NATO e il Patto di Varsavia.



Il "Ponte delle Spie" |




Il ponte di Glienicke




Vista del lato appartenente alla Germania Est all'epoca della Guerra fredda




Metà del ponte, segno del confine tra le due Germanie e punto usato per lo scambio dei prigionieri


L'Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante il periodo della guerra fredda usarono per molto tempo il ponte per scambiarsi le rispettive spie prigioniere, per questo motivo il ponte fu soprannominato il "ponte delle spie".
Era un ponte speciale, in quanto era di solo controllo sovietico sul lato della DDR, e non vi erano truppe tedesco orientali a differenza degli altri checkpoints.


Il primo scambio di prigionieri avvenne il 10 febbraio 1962. Il colonnello Rudolf Abel, nota spia russa, fu liberato in cambio del pilota statunitense Francis Gary Powers, catturato in Unione Sovietica dopo essere stato abbattuto nel 1960, con il proprio aereo Lockheed U-2, durante una missione di spionaggio nei cieli russi, e dello studente statunitense Frederic Pryor.


Un altro scambio avvenne il 12 giugno 1985 quando furono liberati 23 agenti operanti per i servizi segreti statunitensi in cambio dell'agente polacco Marian Zacharski e di altre tre spie sovietiche catturate in occidente.


L'ultimo scambio avvenne l'11 febbraio 1986 e fu l'unico reso pubblico a seguito di un servizio delle televisioni occidentali. Anatolij Ščaranskij, noto prigioniero politico russo, e tre agenti dei servizi occidentali furono scambiati con Karl Koecher ed altre quattro spie del KGB.



Nella cultura di massa |


Il ponte di Glienicke compare in una serie di racconti ambientati nella guerra fredda: è, ad esempio, il luogo in cui si svolge la scena finale di Tutti gli uomini di Smiley, in cui Karla si consegna ai servizi segreti britannici.


Lo stesso autore lo aveva citato altre volte: dal suo romanzo Funerale a Berlino, nel 1966, era stato tratto il film britannico di spionaggio, con l'attore Michael Caine che lo attraversa.


Il ponte è presente anche nel film di Steven Spielberg Il ponte delle spie girato nel 2015.



Bibliografia |



  • Walter Mauro, Il ponte di Glienicke: la letteratura della disfatta: saggi su Gadda ..., 1988.

  • Graziano Braschi, Un Breve brivido: ministorie poliziesche insolite misteriose, 1987, pagina 44.

  • Augusto Righi e Bernardo Dessau, La telegrafia senza filo, 1903.



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



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