Atalanta Bergamasca Calcio
Atalanta Bergamasca Calcio Calcio | ||||
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Orobici, Dea, Nerazzurri | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Nero e azzurro | |||
Simboli | Atalanta | |||
Inno | Atalanthem I piccoli musici di Casazza | |||
Dati societari | ||||
Città | Bergamo | |||
Nazione | Italia | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | FIGC | |||
Campionato | Serie A | |||
Fondazione | 1907 | |||
Presidente | Antonio Percassi | |||
Allenatore | Gian Piero Gasperini | |||
Stadio | Atleti Azzurri d'Italia (21 300[1] posti) | |||
Sito web | www.atalanta.it | |||
Palmarès | ||||
Titoli nazionali | 6 campionati nazionali cadetti[N 1] | |||
Trofei nazionali | 1 Coppe Italia | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A., meglio conosciuta come Atalanta, è una società calcistica italiana fondata a Bergamo il 17 ottobre 1907[2], la cui sede, con annesso centro sportivo, si trova a Zingonia[3].
Viene soprannominata “regina delle provinciali”[4] poiché, avendo preso parte a 58 edizioni della Serie A a girone unico, è la squadra col maggior numero di presenze nella massima divisione nazionale tra quelle che non rappresentano capoluoghi di regione, oltre che, al contempo, tra quelle che non hanno mai vinto lo scudetto. Il club detiene il record assoluto di promozioni nel massimo campionato italiano di calcio[N 2] ed è, al pari del Genoa, quello che ha vinto più volte (sei) un campionato cadetto.[2][N 3].
Ha disputato la finale di Coppa Italia in tre diverse occasioni, aggiudicandosi il trofeo nell'edizione 1962-1963. In ambito UEFA il club ha partecipato a due edizioni della Coppa delle Coppe e successivamente a quattro edizioni della Coppa UEFA/Europa League. Avendo raggiunto, mentre militava in Serie B, la semifinale di Coppa delle Coppe nella stagione 1987-1988, risulta essere la squadra che ha ottenuto il miglior risultato in una competizione europea non partecipando a un campionato di massimo livello nella propria nazione.[5][N 4] Il miglior piazzamento di sempre in Serie A è stato il quarto posto, raggiunto al termine della stagione 2016-2017.
La FIGC considera l'Atalanta al dodicesimo posto nella graduatoria della tradizione sportiva dei club ad essa affiliati.
Indice
1 Storia
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Centro di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Settore giovanile
6 Diffusione nella cultura di massa
7 Allenatori e presidenti
8 Calciatori
8.1 Maglie ritirate
8.2 Contributo alle nazionali
8.3 Vincitori di titoli
8.3.1 Campioni d'Europa Under-21
8.3.2 Campioni del Sud America
8.3.3 Vincitori della Confederations Cup
8.3.4 Campioni d'Europa Under-19
9 Palmarès
9.1 Competizioni nazionali
9.2 Altri piazzamenti
9.3 Onorificenze
9.4 Competizioni giovanili
10 Statistiche e record
10.1 Partecipazione ai campionati
10.2 Partecipazione alle coppe nazionali
10.3 Partecipazione alle competizioni UEFA
10.4 Statistiche di squadra
10.5 Statistiche individuali
11 Tifoseria
11.1 Storia
11.2 Gemellaggi e rivalità
12 Organico
12.1 Rosa
12.2 Staff tecnico
13 Note
13.1 Esplicative
13.2 Bibliografiche
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Storia |
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Fondata il 17 ottobre 1907 dagli studenti liceali Eugenio Urio, Giulio e Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti come Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta, l'Atalanta deriva il suo nome dall'omonima eroina della mitologia greca [6] Già dal 1907 la società crea la propria sezione calcio,[7] sodalizio ufficialmente riconosciuto dalla FIGC solo nel 1914, all'atto dell'inaugurazione e collaudo del campo di gioco:[8] fino a quell'anno i bergamaschi, con colori sociali bianconeri, avevano giocato solo partite amichevoli[9]. Nella stagione 1914-1915, la prima a livello ufficiale, la squadra partecipa al campionato di Promozione, la seconda divisione dell'epoca.
Nel 1920 si fonde con la Bergamasca, dando vita alla denominazione attuale[10]. Negli anni venti, la squadra gioca i suoi primi campionati di massima serie (Prima Categoria), salvo poi retrocedere in seconda divisione, da cui risale nel 1928[11], quando vince il campionato di Prima Divisione (con l'ungherese Imre Payer in panchina)[12]. La squadra torna dopo una sola stagione nella neonata Serie B, e nel 1933 rischia il fallimento, salvandosi grazie a una colletta tra sportivi[13][14] ed alla cessione di Carlo Ceresoli, l'elemento più rappresentativo, all'Ambrosiana Inter per 100 000 lire[13].
Dopo altri campionati di B chiusi a metà classifica[15], nel 1937 l'Atalanta ottiene la promozione in Serie A al termine della stagione 1936-1937[16], ma retrocede immediatamente[17]. Dopo due stagioni torna in massima serie e, da neopromossa, ottiene un sesto posto in classifica nella stagione 1940-1941[18]; anche negli anni seguenti, si fa notare per le ottime prestazioni contro le compagini quotate[19] (ad esempio, vincendo molte volte col Grande Torino)[20], conquistando anche un quinto posto in classifica nella stagione 1947-1948. Il club rimane ininterrottamente in massima serie fino al termine della stagione 1958-1959, per un totale di 17 campionati consecutivi (record societario di campionati consecutivi in prima divisione). All'inizio degli anni sessanta, i bergamaschi iniziano a partecipare alle competizioni europee, ben figurando in Coppa Mitropa (semifinale nel 1962), in Coppa dell'Amicizia ed in Coppa delle Alpi (perdendo una finale nel 1963 con la Juventus). Al termine della stagione 1962-1963, l'Atalanta vince la sua prima Coppa Italia[21]; segue il debutto nella Coppa delle Coppe UEFA[22]. Nel 1969 arriva una nuova retrocessione in Serie B, mentre gli anni settanta sono caratterizzati da un susseguirsi di promozioni e retrocessioni tra le prime due divisioni nazionali. Al termine della stagione 1980-1981 arriva anche l'unica retrocessione in terza divisione della storia dei bergamaschi, che tornano però in Serie B in seguito alla vittoria della Serie C1 1981-1982.
La Dea nella stagione 1983-1984 vince il campionato di Serie B, tornando però nella categoria cadetta tre anni dopo. Nonostante ciò, nella stessa stagione l'Atalanta raggiunge la finale di Coppa Italia (persa col Napoli campione d'Italia) e guadagna nuovamente l'accesso alla Coppa delle Coppe. Pur militando in Serie B, il tecnico Emiliano Mondonico trascina i suoi fino alle semifinali della competizione, miglior piazzamento nelle competizioni UEFA di una squadra non iscritta alla propria massima divisione nazionale. Negli anni seguenti, l'Atalanta torna a giocare in prima divisione e si guadagna l'accesso alla Coppa UEFA in due occasioni consecutive (Coppa UEFA 1989-1990 e Coppa UEFA 1990-1991). Nel 1994 arriva una nuova retrocessione in Serie B, con immediato ritorno in Serie A dopo un anno. Nella stagione 1996-1997 Filippo Inzaghi segnando 24 reti in campionato diventa il primo giocatore dei bergamaschi a vincere la classifica marcatori della Serie A. La fine degli anni novanta e gli anni duemila sono caratterizzati da un'alternanza di categoria tra Serie A e Serie B (3 promozioni, fra cui un campionato vinto nella stagione 2005-2006, e 4 retrocessioni tra la stagione 1997-1998 e la stagione 2009-2010). Con la vittoria della Serie B 2010-2011 il club torna nuovamente in Serie A, venendo a fine stagione anche coinvolto nello nello scandalo calcioscommesse del 2011; rimane in massima serie anche negli anni seguenti, ottenendo il suo miglior piazzamento in Serie A (quarto posto) nella Serie A 2016-2017, qualificandosi quindi per l'Europa League, competizione ai cui turni preliminari si qualifica anche al termine della stagione successiva.
Cronistoria |
Cronistoria dell'Atalanta Bergamasca Calcio |
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Colori e simboli |
Colori |
Nel 1907, anno della sua fondazione, l'Atalanta adotta una casacca bianconera a strisce verticali sottili, con pantaloncini normalmente neri; questa divisa rimane fino al 1920, anno della fusione con la Bergamasca, quando i colori sociali diventano nerazzurri: viene eliminato il bianco, colore comune delle due squadre, e portato in dote alla nuova divisa sociale l'altro rispettivo colore, nero per l'Atalanta, azzurro per la Bergamasca. Nei primi anni della sua vita, l'Atalanta Bergamasca di ginnastica e scherma indosserà maglie a quarti nerazzurre: le strisce arriveranno alcuni anni più avanti.[23]
Divisa dell'Atalanta prima della fusione | Divisa della Bergamasca prima della fusione | Prima divisa dopo la fusione | Divisa nerazzurra classica |
Simboli ufficiali |
Stemma |
La denominazione della società deriva dalla figura mitologica di Atalanta. Spesso la società bergamasca viene soprannominata la Dea, anche se la bellissima eroina da cui si era preso spunto non era effettivamente una divinità, bensì la figlia di Iaso, re dell'Arcadia. Il logo ufficiale della squadra è costituito dal viso della principessa, ritratto di profilo, su sfondo nerazzurro[2][24].
Il logo tra il 1980 e il 1993.
Il logo attuale, in vigore dal 1993.
Strutture |
Stadio |
L'Atalanta dal 1928 gioca le sue partite interne nello stadio Atleti Azzurri d'Italia, il principale impianto cittadino che fino al 2017 è stato di proprietà del comune di Bergamo.[25] Questo stadio fu costruito nel 1928 e inizialmente intitolato a Mario Brumana, giovane squadrista nato a Costa Valle Imagna nel 1901 e ucciso a Gallarate nel 1922[25].
Prima di allora, la società bergamasca aveva giocato le proprie partite casalinghe dapprima nel campo di via Maglio del Lotto (dal 1914 al 1918) e successivamente al campo della "Clementina" (dal 1919 al 1928).[26].
La struttura venne inaugurata due volte: la prima, il 1º novembre 1928 in occasione della partita di campionato Atalanta-Triestina (4-1). La seconda avvenne in pompa magna il 23 dicembre dove l'Atalanta batté La Dominante di Genova per 2-0 alla presenza di numerose autorità e di un folto pubblico[27].
Lo stadio era, per gli esperti di allora, uno dei più belli d'Italia. Con la caduta del fascismo, cambiò nome: prima semplicemente in "Comunale" e successivamente nella dicitura odierna, dedicata agli "Atleti Azzurri d'Italia". Durante gli anni lo stadio è stato notevolmente modificato fino ad assumere la conformazione attuale[27]. Il 10 maggio 2017 il presidente nerazzurro Antonio Percassi si aggiudica il bando di vendita per circa 8 milioni di euro, permettendo all'Atalanta di divenire una delle poche società di calcio italiane con uno stadio di proprietà.
Durante la stagione 2017-2018, le partite casalinghe di Europa League sono disputate presso il Mapei Stadium di Reggio Emilia a causa della non conformità con gli standard UEFA dello Stadio Atleti Azzurri d'Italia.
Centro di allenamento |
Gli allenamenti della prima squadra e di quelle giovanili (e le loro partite di campionato) si svolgono a Zingonia, presso il "Centro Bortolotti" che dal 2004 è anche la sede della società nerazzurra. Il Centro è composto da 5 campi di calcio regolari, uno per il calcio a 7 e uno "polivalente", tutti illuminati e con quattro tribune pronte ad accogliere gli spettatori[28].
L'impianto è anche dotato di sala wellness, sala massaggi, vasche per il ghiaccio, piscina, palestre con attrezzature all'avanguardia, sala riunioni, uffici, magazzini oltre che di spogliatoi per squadra e staff tecnico[28].
Società |
Organigramma societario |
Organigramma aggiornato al 1º settembre 2015[29]
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Sponsor |
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Settore giovanile |
Il settore giovanile dell'Atalanta è formato da quattro squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali A e B e Giovanissimi Nazionali) e due partecipanti a livello regionale (Giovanissimi Regionali A e B)[30].
L'Atalanta ha sempre seguito con particolare attenzione l'attività calcistica a livello giovanile. La prima persona che si impegnò ad allestire delle squadre di giovani fu Giuseppe Ciatto. Ciatto fu un vero e proprio tuttofare: ogni aspetto organizzativo veniva affrontato e risolto da lui, che si occupava anche di allenare le varie squadre. Nel 1949 l'Atalanta conquista il titolo italiano Ragazzi.
Sul finire degli anni 1950 l'ingegner Tentorio (all'epoca commissario straordinario della società) avverte la necessità di cominciare ad investire in modo più sistematico nei giovani: viene deciso di dar vita a un vero settore giovanile, con una sua struttura indipendente da quella della prima squadra.
Affida l'incarico a Giuseppe Brolis, che si mette al lavoro attorniandosi di collaboratori di fiducia, crea rapporti con società del Veneto e del Friuli, costruisce una rete di osservatori e assume allenatori giovani e motivati. I ragazzini vengono affidati a Raffaello Bonifaccio che di quei ragazzini diventa lo scopritore, il maestro sul campo, ma anche l'educatore. Arrivano a Bergamo giovani da fuori provincia che si allontanano dalle realtà nelle quali sono cresciuti ma soprattutto dalle loro famiglie: Brolis avverte la necessità di seguirli anche nella loro vita privata stipulando un accordo con la "Casa del Giovane" che diventa la seconda casa di molti ragazzi del vivaio. Con il passare degli anni viene ampliato il raggio d'azione del settore, creando vere e proprie società satelliti disposte in tutto il territorio nazionale.
Un passo cruciale nella storia del settore giovanile bergamasco avviene agli inizi degli anni novanta con il presidente Percassi, che attua una nuova politica degli investimenti, soprattutto a livello giovanile. Egli riesce a convincere Fermo Favini a lasciare il Como affidandogli responsabilità con ampia libertà di gestione e assicurandogli tutti i mezzi che ritenga opportuno investire.
Il vivaio non solo continua a incrementare la produzione di giocatori per la prima squadra, ma comincia ad ottenere affermazioni di prestigio nelle più importanti manifestazioni nazionali, diventando un esempio per molte società anche più blasonate. L'Atalanta della gestione Favini dal 1991 al 2014 ha conquistato con le varie squadre giovanili ben 17 titoli nazionali.
Molti sono i successi a livello giovanile, essendo il vivaio dell'Atalanta, gestito da Favini, uno dei più stimati d'Europa: secondo una classifica stilata dal centro studi di Coverciano, la società bergamasca possiede il migliore settore giovanile d'Italia e il sesto in Europa, dietro a Real Madrid, Barcellona e tre squadre francesi. Il parametro utilizzato è quello dei giocatori di prima divisione prodotti dal vivaio. Nella stagione 2007-2008 22 giocatori provenienti dal vivaio dell'Atalanta hanno giocato nel campionato di serie A, 32 in quello di B e 3 all'estero.[31]
Nel 2014 uno studio globale del "CIES Football Observatory" pone il settore giovanile dell'Atalanta all'ottavo posto a livello mondiale con 25 giocatori usciti dalle giovanili che giocano nei top 5 campionati europei[32].
Nel 2015 uno studio globale del "CIES Football Observatory" pone il settore giovanile dell'Atalanta al 17º posto a livello mondiale con 23.6 milioni di euro guadagnati dai giocatori usciti dalle giovanili che sono stati ceduti a partire dal luglio 2012[33]; nel medesimo anno, Mino Favini lascia dopo 25 anni la società orobica.
Il 12 novembre 2015 uno studio globale del "CIES Football Observatory" pone il settore giovanile dell'Atalanta al diciottesimo posto tra le squadre dei 5 campionati europei più importanti come numero di calciatori lanciati nel massimo campionato (18)[34].
Diffusione nella cultura di massa |
L'Atalanta, essendo uno dei principali club d'Italia, è spesso presente in varie opere della cultura italiana.
Per quanto riguarda la cinematografia, tra i film in cui compare la compagine nerazzurra ci sono Tifosi (1999), dove Nino D'Angelo e Peppe Quintale sono allo stadio a tifare per il Napoli che gioca proprio contro i bergamaschi[35], e L'allenatore nel pallone (1984), dove la Dea affronta la "Longobarda"[36]. È inoltre presente una fugace citazione ne Il ciclone di Leonardo Pieraccioni (1996)[37]. I bergamaschi vengono altresì menzionati dall'autista di pullman in Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me di Carlo Vanzina durante la scena del pellegrinaggio. È inoltre citata nel film Fratelli d'Italia di Neri Parenti (1989).
Una rivista dedicata alla squadra bergamasca è invece Atalanta Mese, la quale si impronta principalmente su vignette ed enigmistica, oltre che al settore giovanile e ai tifosi nerazzurri[38].
Allenatori e presidenti |
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Calciatori |
Maglie ritirate |
- 12 come riconoscimento verso la Curva Pisani, considerata il 12º uomo in campo[39]
- 14 in memoria di Federico Pisani, dopo il suo prematuro decesso[40]
- 80 in occasione degli ottanta anni del giornalista e radiocronista Elio Corbani[41]
Contributo alle nazionali |
Tra i giocatori forniti dall'Atalanta alla nazionale di calcio dell'Italia figurano l'ex capitano Cristiano Doni con 7 presenze ed un gol segnato durante il biennio 2001-2002, Luciano Zauri e Leonardo Spinazzola con 5 presenze, Adriano Bassetto, Bryan Cristante e Federico Peluso (autore anche di una rete) con 3, Giuseppe Casari, Giacomo Mari, Battista Rota, Humberto Maschio e Sergio Porrini con 2[42]. Il calciatore atalantino che ha segnato più gol in azzurro è Angelo Longoni con 2 marcature[42].
Per quanto riguarda la nazionale Under-21, il calciatore con il maggior numero di presenze è Andrea Conti (17), seguito da Gianpaolo Bellini (15), Davide Zappacosta (13), Andrea Consigli (12), Roberto Donadoni e Daniele Baselli (11)[43]. Il miglior marcatore atalantino dell'Under-21 è invece Manolo Gabbiadini con 8 reti, al secondo posto a pari merito ci sono Sergio Magistrelli e Luigi Brugola con 3 reti ciascuno, al terzo Christian Vieri, Alex Pinardi Andrea Lazzari, Gaetano Monachello e Giuseppe De Luca con 2[43].
Di seguito l'elenco dei giocatori che sono stati convocati al Mondiale durante il periodo di militanza nell'Atalanta:
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Vincitori di titoli |
Campioni d'Europa Under-21 |
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Campioni del Sud America |
Claudio Caniggia: Copa América 1991
Leonardo Rodríguez: Copa América 1993
José Oscar Herrera: Copa América 1995
Mauricio Pinilla: Copa América 2015, Copa América Centenario
Vincitori della Confederations Cup |
Claudio Caniggia: 1992
Campioni d'Europa Under-19 |
Simone Padoin: 2003
Giampaolo Pazzini: 2003
Palmarès |
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Statistiche e record |
Partecipazione ai campionati |
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1° | Divisione Nazionale | 2 | 1928-1929 | 1945-1946 | 60 |
Serie A | 58 | 1937-1938 | 2018-2019 | ||
2° | Seconda Divisione | 4 | 1922-1923 | 1925-1926 | 34 |
Prima Divisione | 2 | 1926-1927 | 1927-1928 | ||
Serie B | 28 | 1929-1930 | 2010-2011 | ||
3° | Serie C1 | 1 | 1981-1982 | 1 |
Partecipazione alle coppe nazionali |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa Italia | 68 | 1935-1936 | 2018-2019 | 70 |
Coppa Alta Italia | 1 | 1945-1946 | ||
Coppa Italia Serie C | 1 | 1981-1982 |
Partecipazione alle competizioni UEFA |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa delle Coppe | 2 | 1963-1964 | 1987-1988 | 6 |
Coppa UEFA / Europa League | 4 | 1989-1990 | 2018-2019 |
Statistiche di squadra |
L'Atalanta ha esordito in Divisione Nazionale il 30 settembre 1928[46] e ad oggi ha partecipato a 93 campionati nazionali. Dall'istituzione della Serie A a girone unico nel 1929, il miglior piazzamento di sempre in massima serie è stato il 4º posto ottenuto al termine della stagione 2016-2017, mentre il peggior piazzamento è stato il 20º posto al termine del campionato 2004-2005.
Le vittorie col maggior numero di reti di scarto sono state ottenute tutte nel campionato 1931-1932 contro l'Udinese, il Parma e lo Spezia (tutte e tre per 7-0 e in Serie B; in Serie A la migliore vittoria risale al campionato 1951-1952, ed è un 7-1 contro la Triestina)[47]. Le peggiori sconfitte sono state invece subite nel campionato 1941-1942 contro il Torino (9-1) per quanto riguarda la Serie A e nel 1932 (7-0 contro il Padova) in Serie B[48].
Il record assoluto di 81 punti totalizzati in una singola stagione è stato raggiunto nella Serie B 2005-2006[49], mentre il record di punti in Serie A (72) è del campionato 2016-2017. Nel campionato 2005-2006 ottiene il maggior numero di vittorie in assoluto (24), mentre nel campionato 2009-2010 subisce il numero record di sconfitte in una stagione (21).[48]
L'Atalanta ha ottenuto il maggior numero di reti segnate in una stagione nella Serie A 1949-1950 (66), mentre il maggior numero di reti subite risale alla Serie A 1950-1951 (69).[48] Dal campionato 1940-1941 a quello 1957-1958 si ha il record di stagioni consecutive in Serie A (15)[49]; infine, la Dea detiene il record italiano di maggior numero promozioni dalla seconda alla prima divisione del calcio italiano (13)[N 3].
Statistiche individuali |
Il giocatore che detiene il maggior numero di presenze con la maglia dell'Atalanta è Gianpaolo Bellini con 435 apparizioni; il precedente record, di Valter Bonacina, era di 331 presenze,[50] mentre il record di presenze in partite di campionato, a sua volta appartenente a Bellini, è di 396 partite (il precedente record era di 317 e apparteneva a Stefano Angeleri[51]).
Il calciatore non italiano con più presenze in partite ufficiali è lo svedese Glenn Peter Strömberg, capitano tra gli anni ottanta e primi novanta, presente in 273 incontri,[52] 219 dei quali in campionato.[47] Il record di marcature appartiene invece a Cristiano Doni con 112 reti[53] Il miglior marcatore non italiano è l'argentino Germán Denis, autore di 56 reti.
Tra i giocatori che figurano nella classifica dei marcatori della Serie A che abbiano giocato con la Dea figura Adriano Bassetto che a Bergamo marcò 57 delle sue 149 reti.[53] Il miglior marcatore in gare di campionato è sempre Doni (103 gol),[54] che con le sue 69 reti è inoltre anche il miglior marcatore in Serie A del club orobico. Il miglior marcatore atalantino nel campionato di Serie B è invece Giulio Panzeri, autore di 44 reti,[55] mentre per quanto riguarda la Serie C1 il primato è dell'attaccante bergamasco Bortolo Mutti con 16 realizzazioni.[56] Per quanto riguarda invece le coppe, Valter Bonacina è il recordman di presenze in gare di Coppa Italia (51 apparizioni);[55] nelle coppe europee tale primato è condiviso da Zaccaria Cometti e Piero Gardoni con 22 presenze ciascuno.[57] Infine, il miglior marcatore nerazzurro in Coppa Italia è Andrea Lazzari a quota 10 gol,[57] mentre in Europa il top scorer atalantino di tutti i tempi è Dino da Costa con 10 segnature.[47]
Di seguito i record presenze e marcature dei giocatori dell'Atalanta dall'anno di fondazione ad oggi[58].
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Tifoseria |
Secondo un sondaggio del 2008, pubblicato dal quotidiano la Repubblica, la squadra può contare su circa 119000 tifosi in Italia, la maggioranza dei quali proviene dalla città e dalla provincia di Bergamo[59].
Da segnalare le numerose iniziative che la tifoseria ha portato e porta avanti: oltre a coreografie, manifesti e giornalini, dal 2002 è abitudine tradizionale la "Festa della Dea": una festa popolare a base di musica, cucina nostrana con l'intrattenimento di protagonisti nerazzurri contemporanei e non.
Oltre a questo la tifoseria da tempo porta avanti iniziative di solidarietà, anche attraverso la raccolta di fondi: dopo il terremoto dell'Aquila del 2009 la tifoseria atalantina sostiene L'Aquila Rugby con 15000 euro, l'incasso dell'edizione 2009 della Festa della Dea, più 5000 euro provenienti da sottoscrizioni libere[60].
Storia |
I primi gruppi di tifo organizzato nascono verso la metà degli anni 1960 quando si forma il primo centro di coordinamento del tifo orobico, denominato "Club Amici dell'Atalanta". Prima di allora il tifo come lo si intende al giorno d'oggi è pressoché inesistente[61].
Il 12 dicembre 1971 durante una trasferta organizzata dal "Club Amici", alcuni partecipanti decidono di creare il primo gruppo organizzato di tifosi nerazzurri: nascono così gli "Atalanta Commandos" che si posizionarono dapprima nella curva Sud dello stadio Comunale e successivamente in curva Nord (dal 1997 intitolata a Federico Pisani)[62]. Il gruppo, di stampo apolitico, porta ad un'innovazione del tifo a Bergamo, con cori e striscioni e basandosi sul concetto della non-violenza. Di anno in anno, l'organizzazione fa sempre più proseliti, e si distingue anche fuori dallo stadio, organizzando partite di calcio, camminate, pullman propri e distribuendo un giornalino per diffondere la mentalità ultras[62].
Pochi anni più tardi, sull'esempio dei Commandos, nascono nuovi gruppi organizzati; tra i più importanti gli "Ultras-Fossa" (di stampo meno pacifista del precedente), gli "Sbandati" e le "Brigate Neroazzurre". Queste ultime nascono da una costola dei Commandos, dei quali non condividevano l'eccessiva moderatezza, dando un'impronta più trasgressiva. Da qui in avanti, per le Brigate inizia un'ascesa continua che le porterà in breve tempo a diventare uno dei club ultrà più ammirati e rispettati di tutta Italia[63].
La nuova mentalità favorevole allo scontro trova molti consensi, soprattutto tra i più giovani, il che porta ad una profonda divisione all'interno della curva e negli stessi gruppi[62]. Nascono così le prime tensioni e i primi scontri con gli altri tifosi, su tutti quelli del Genoa, del Torino e delle milanesi. Più avanti, si inaspriscono i rapporti anche verso altre tifoserie, diffondendo in tutto lo "Stivale" la fama di tifoseria "calda"[64].
Agli inizi degli anni 1980 il tifo a Bergamo è in una fase cruciale di profondo cambiamento: si sposta verso la linea più dura ed estrema portata avanti dalle Brigate (che nel frattempo avevano assorbito gli Ultras-Fossa) e che in poco tempo era diventato il gruppo leader della Nord. Il 14 ottobre 1982, dopo un declino dovuto all'escalation del nuovo modo di tifare, vengono sciolti ufficialmente i Commandos[65].
Nel 1983 nascono nuovi gruppi da una serie di scissioni nelle Brigate e che poco più tardi si uniscono per formare un nuovo gruppo: i "Wild Kaos". Il motivo della scissione dal gruppo più importante della tifoseria bergamasca è lo stesso che aveva comportato la separazione dai Commandos: troppo poco caos[66].
Per quasi vent'anni, i gruppi Brigate e Kaos reggono le redini della Nord sebbene non ci siano sempre stati buoni rapporti tra le due compagini.
Gli attriti si devono soprattutto alle diverse ideologie politiche (le Brigate sono storicamente di sinistra, mentre i Kaos filoleghisti); in molte situazioni i due gruppi si sono anche scontrati[62][67]. Diventa molto sentito in questo periodo, il derby lombardo contro il Brescia che porta a numerosi episodi di violenza prima, durante e dopo la partita[62].
Nei primi anni del nuovo millennio questi gruppi organizzati si sciolgono e, complici leggi molto restrittive, il fenomeno-violenza diminuisce sempre più. Dal 2005 in Curva Nord l'unico gruppo di tifo organizzato rimasto sono i "Dell'Atalanta Supporters", ora chiamati "Curva Nord Bergamo 1907", a sottolineare l'unità del tifo atalantino. Questo gruppo nasce da ex-membri di Brigate e Wild Kaos con l'intento di unificare il tifo bergamasco sotto un'unica entità apolitica, in modo da rilanciare la Nord[62]. In Curva Sud dal 2006 ex membri delle Brigate, insieme ad altri sottogruppi, formano il gruppo "Forever Atalanta", tuttora attivo[63].
Gemellaggi e rivalità |
La tifoseria atalantina conserva un solido gemellaggio con la Ternana e la Cavese 1919, al quale si aggiungono quelli con i tedeschi dell'Eintracht Francoforte e con la squadra di rugby dell'Aquila. Vi è inoltre un rapporto di amicizia con la tifoseria del Cosenza[68].
Al contrario, sono note le storiche rivalità regionali nei confronti di Brescia[69], Como[70], Inter[71] e Milan[72]. Nel resto d'Italia si segnalano i cattivi rapporti con le tifoserie organizzate delle principali squadre di Roma (Lazio[73] e Roma[74]) e Torino (Juventus[75] e Torino[76]), nonché con quelle di Fiorentina[77], Genoa[78], Napoli[79], Perugia[80] e Verona[81].
Organico |
Rosa |
Aggiornata al 31 agosto 2018[82].
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Staff tecnico |
Aggiornato al 18 luglio 2017[83].
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Note |
Esplicative |
^ 5 di Serie B, uno di Prima Divisione
^ Tredici volte, la prima nel campionato di Prima Divisione 1927-1928 e l'ultima nel campionato di Serie B 2010-2011.
^ ab Cinque edizioni del campionato di Serie B vinte oltre alla vittoria della Prima Divisione 1927-1928, che in quel periodo era il secondo livello del campionato di calcio italiano
^ Un precedente analogo si ravviserebbe nel caso del Cardiff City nella Coppa delle Coppe 1967-1968. Tuttavia, il Cardiff City non ottenne il titolo d'accesso alle coppe europee dalla federazione di riferimento del torneo cadetto che disputava, ossia l'Inghilterra, bensì dal proprio, il Galles, dove all'epoca non esisteva un campionato nazionale ma unicamente una coppa.
^ La FGNI in questo documento del 1912 nel suo albo d'oro delle affiliazioni (vedi 1905) erroneamente la considera affiliata come "Atalanta" e non come "Giovane Orobia" mentre effettivamente non ci fu rapporto diretto fra le due società ovvero la Giovane Orobia non cambiò nome ma cessò di esistere.
Bibliografiche |
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Bibliografia |
- Elio Corbani, Pietro Serina, Cent'anni di Atalanta - Vol 2, Bergamo, Sesaab, 2007, ISBN 978-88-903088-0-2.
- Daniele Belotti, Atalanta folle amore nostro - 30 anni di storie dalla Curva Nord, Bergamo, Studio Lito Clap, 2005.
- Daniele Belotti, Atalanta folle amore nostro 2 - 2003-2013 Le storie dalla Curva Nord continuano, Alzano Lombardo, e.20 s.r.l., 2013.
Carlo Fontanelli, Dal 1907 tremila volte Atalanta, Empoli, Geo Edizioni, 2015, ISBN 978-88-6999-025-0.
Voci correlate |
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- Derby calcistici in Lombardia
- Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma
- Sport in Lombardia
- Stadio Atleti Azzurri d'Italia
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