Unione europea




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Unione europea (disambigua).















































































Unione europea
vedi i nomi nelle lingue ufficiali

Flag of Europe.svg

Bandiera dell'Unione europea
Abbreviazione UE, Ue
Tipo
Organizzazione internazionale sui generis
Fondazione


  • CEE: trattato di Roma, 25 marzo 1957

  • UE: trattato di Maastricht, 7 febbraio 1992


Scopo esercizio di parte della sovranità nazionale degli Stati membri in numerosi campi
Sedi istituzionali
Greater coat of arms of the City of Brussels.svg Bruxelles:

  • Commissione europea

  • Consiglio dell'Unione europea


  • Parlamento europeo (sede secondaria)


Blason ville lu Luxembourg-ville.svg Lussemburgo:



  • Corte di giustizia dell'Unione europea

  • Tribunale dell'Unione europea

  • Segretariato generale del Parlamento europeo


Flag of Strasbourg.svg Strasburgo:



  • Parlamento europeo (sede principale)

Area di azione Europa
Presidente della Commissione
Lussemburgo Jean-Claude Juncker
Presidente del Parlamento
Italia Antonio Tajani
Presidente del Consiglio europeo
Polonia Donald Tusk
Alto rappresentante per gli Affari Esteri
Italia Federica Mogherini
Presidenza del Consiglio dell'UE[1]
Austria Sebastian Kurz
Lingua ufficiale
24 lingue[2]
Membri
28 (2013)
Motto
Unita nella diversità[3]
Inno
Inno alla gioia di Beethoven

Dominio Internet
.eu
Festa dell'Unione
9 maggio[4]
Riconoscimenti
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la pace 2012 

Sito web


















































Paesi membri 2013

Global European Union.svg


Membri 28: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito[5], Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria
Candidati Ufficiali: Albania, Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia
Potenziali: Bosnia ed Erzegovina, Kosovo[6]
Statistiche complessive
Superficie 4 326 253 km²
Popolazione 503 679 730 ab.[7]
Densità 116,6 ab./km²[8]
Fusi orari
UTC/+1/+2 (regioni periferiche: -4 e +4)
Valute
Euro (€) (EUR) in 19 Paesi

Altre valute (9): Corona ceca (CZK), Corona danese (DKK), Corona svedese (SEK), Fiorino ungherese (HUF), Kuna croata (HRK), Lev bulgaro (BGN), Leu rumeno (RON), Sterlina inglese (GBP), Złoty polacco (PLN)
PIL 14 710 mld € (2015)[9]
PIL procapite 28 900 €
ISU
Green Arrow Up.svg 0,874[10]molto alto (2017)
Gini 31[11] (2015)

L'Unione europea (abbreviata in UE o Ue, pron. /ˈue/[12]) è un'organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale, che comprende 28 paesi membri indipendenti e democratici. La sua formazione risale al trattato di Roma del 25 marzo 1957, la denominazione attuale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993), e l'istituzione ufficiale al 2002 con l'avvento della valuta unica ed il successivo trattato di Lisbona, dopo un lungo percorso intrapreso dalle Comunità europee precedentemente esistenti e attraverso la stipulazione di numerosi trattati, che hanno contribuito al processo di integrazione europea.


Questa garantisce la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali all'interno del suo territorio attraverso un mercato europeo comune e la cittadinanza dell'Unione europea, promuove la pace, i valori e il benessere dei suoi popoli, lotta contro l'esclusione sociale e la discriminazione, favorisce il progresso scientifico e tecnologico e mira alla stabilità politica, alla crescita economica e alla coesione sociale e territoriale tra gli stati membri[13], cercando di attenuare le differenze socio-economiche tra i vari stati membri e incrementarne il benessere socio-economico.


Le competenze dell'Unione europea spaziano dalle politiche economiche (agricoltura e commercio) agli affari esteri, alla difesa e alla protezione ambientale, con una politica agraria comune, una politica estera comune e la presenza di fondi strutturali per il raggiungimento degli obiettivi socio-economici preposti. In alcuni di questi campi tali funzioni la rendono dunque simile a una federazione di stati (per es. per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali), mentre in altri settori l'Unione è più vicina a una confederazione (mancando di una Costituzione, ordinamento giuridico, politica interna e politica industriale comuni) o a un'organizzazione politica sovranazionale (come per la politica estera).


Le politiche di unione economica e monetaria dell'Unione europea hanno portato nel 2002 all'introduzione di una moneta unica, l'euro, attualmente adottato da 19 stati dell'Unione, che formano la cosiddetta eurozona, con una politica monetaria comune regolata dalla Banca centrale europea (BCE).


Il 12 ottobre 2012 è stata insignita del premio Nobel per la pace, con la seguente motivazione: «per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa».[14]




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 Contesto storico


    • 1.2 Accordi preliminari


    • 1.3 Trattato di Roma


    • 1.4 Trattato di Maastricht


    • 1.5 Trattato di Lisbona




  • 2 Geografia


    • 2.1 Stati membri


    • 2.2 Allargamento


    • 2.3 Stati candidati


    • 2.4 Nomi ufficiali




  • 3 Società


    • 3.1 Popolazione


    • 3.2 Lingue


    • 3.3 Maggiori città


    • 3.4 Istruzione


    • 3.5 Media e libertà d'espressione




  • 4 Status giuridico


    • 4.1 Competenze dell'Unione europea


      • 4.1.1 Competenza esclusiva


      • 4.1.2 Competenza concorrente


      • 4.1.3 Competenza di sostegno




    • 4.2 Diritti umani e democrazia




  • 5 Istituzioni, organismi e agenzie decentrate


    • 5.1 Istituzioni


    • 5.2 Organismi consultivi


    • 5.3 Organismi finanziari


    • 5.4 Organismi inter-istituzionali


    • 5.5 Altri organismi


    • 5.6 Agenzie decentrate


    • 5.7 Cooperazione rafforzata




  • 6 Politica estera


    • 6.1 Politiche di vicinato




  • 7 Economia


    • 7.1 Dati macroeconomici


    • 7.2 Bilancio dell'Unione


      • 7.2.1 Politica agricola comune


      • 7.2.2 Fondi strutturali


        • 7.2.2.1 Fondo europeo per lo sviluppo regionale








  • 8 Cultura


    • 8.1 Simboli


    • 8.2 Scienza e tecnologia


      • 8.2.1 L'Unione europea nello spazio




    • 8.3 Festività




  • 9 Esercito


  • 10 Note


  • 11 Bibliografia


  • 12 Voci correlate


  • 13 Altri progetti


  • 14 Collegamenti esterni





Storia |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'integrazione europea.


Contesto storico |




Il Quai d'Orsay a Parigi, dove Schuman tenne la sua dichiarazione


La costituzione di entità statali o parastatali che comprendessero l'intero territorio europeo può essere fatta risalire a periodi storici ben antecedenti rispetto alla fondazione dell'Unione europea. Il primo organismo di tale genere fu l'Impero romano, che tuttavia non condivideva la medesima estensione geografica dell'Unione essendo incentrato sul mar Mediterraneo[15]; inoltre le conquiste territoriali romane dipendevano dalla potenza militare dell'Impero, e le province annesse dovevano sottostare a un'amministrazione statale fortemente centralizzata.


Esempi successivi includono l'Impero dei Franchi di Carlo Magno[16], il Sacro Romano Impero (una struttura meno omogenea, che era caratterizzata da un'amministrazione decentrata) e l'unione doganale che si venne a creare sotto il dominio di Napoleone dopo l'anno 1800.


Una delle prime proposte di riunificazione pacifica del continente sotto l'egida di un'unica istituzione sovranazionale fu avanzata dal pacifista Victor Hugo[17]; a ogni modo, l'idea cominciò a prendere fortemente piede solamente dopo le due guerre mondiali, guidata dalla determinazione a completare rapidamente la ricostruzione dell'Europa ed eliminare l'eventualità di nuovi, futuri conflitti fra le sue nazioni. Esemplare in tal senso fu il Manifesto di Ventotene[17], redatto al confino da Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed Altiero Spinelli.



Accordi preliminari |


Dopo la seconda guerra mondiale, l'integrazione europea apparve come un antidoto ai nazionalismi estremi che avevano precedentemente devastato il continente. Winston Churchill tenne nel 1946 un discorso all'Università di Zurigo predicendo la costituzione degli stati uniti d'Europa[17] entro la fine del ventesimo secolo e due anni dopo si tenne il Congresso dell'Aia (1948) dove per la prima volta si discusse formalmente quali potessero essere i benefici di uno stato federale europeo. Nel 1952 sorse la Comunità europea del carbone e dell'acciaio[18], il primo accordo dell'integrazione europea. Il trattato instaurò un mercato comune del carbone e dell'acciaio, abolendo le barriere doganali e le restrizioni quantitative che frenavano la libera circolazione di queste merci; soppresse nello stesso modo tutte le misure discriminatorie, aiuti o sovvenzioni che erano accordati dai vari stati alla propria produzione nazionale Il principio di libera concorrenza permetteva il mantenimento dei prezzi più bassi possibili, pur garantendo agli stati il controllo sugli approvvigionamenti.



Trattato di Roma |


La prima unione doganale fra paesi europei, la cosiddetta Comunità economica europea, CEE, fu istituita mediante il Trattato di Roma del 1957[17] e implementata nel 1958. Parallelamente alla CEE, venne istituito l'EURATOM, la comunità europea dell'energia atomica[19]; le comunità europee, CEE, EURATOM e CECA, andranno poi a costituire in futuro uno dei tre pilastri dell'Unione europea.
Negli anni la cooperazione si è evoluta e rafforzata con vari trattati comunitari e intese esterne alla comunità che confluiranno nell'Unione europea. Nel 1965 le attività delle tre comunità si unirono sotto un'unica guida con l'istituzione del consiglio unico e della commissione unica delle comunità europee tramite il trattato di fusione[20].


Nel 1973 la comunità vide il suo primo allargamento ad altri stati, con l'ingresso di Danimarca (che a quei tempi comprendeva anche la Groenlandia che uscì nel 1985), Irlanda e Regno Unito[21]. Nel 1975, esternamente alla comunità, alcuni stati europei firmarono il trattato di TREVI, in francese Terrorisme, Radicalisme, Extrémisme et Violence Internationale, per la lotta comune al terrorismo. Sebbene non rientrasse nell'apparato comunitario, questo trattato costituì il terzo pilastro dell'Unione europea.


Nel 1979 furono proclamate le prime elezioni democratiche del parlamento europeo a suffragio universale[22]. Nel 1981 si unì alla Comunità europea anche la Grecia e, nel 1986, Spagna e Portogallo. Nel frattempo, nel 1985, esternamente alla comunità europea, si concluse l'accordo di Schengen. Nel 1987 entrò in vigore la cooperazione politica europea, formalizzata precedentemente nell'atto unico europeo. Nel 1990 avvenne di fatto il primo allargamento ai paesi del blocco sovietico, con l'unificazione della Germania dopo la caduta del muro di Berlino.



Trattato di Maastricht |


Nel 1992[23] il trattato di Maastricht pose fine al precedente, gettando le basi per una più solida integrazione, dando vita alla Comunità europea. Si concluse pure il trattato di TREVI, aprendo la nuova cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale e la cooperazione politica europea confluì nella politica estera e di sicurezza comune, rafforzando la sicurezza all'interno del territorio della Comunità europea. Nel 1995, Svezia, Austria e Finlandia entrarono a far parte della Comunità europea[24].



Trattato di Lisbona |


Nel 2002 fu introdotto l'euro come valuta comune per la maggior parte degli stati comunitari[25]. Successivamente, si pianificò una maggiore espansione politica e territoriale con l'allargamento UE ad Est 2004-2007 e la successiva adesione di Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia.


Nel 2007 nacque ufficialmente l'Unione europea[26] con il trattato di Lisbona, ratificato nel 2009, unificando i tre pilastri che si erano solidificati negli ultimi 50 anni: la Comunità europea, la Cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale e la PESC. Si creò per la prima volta una figura legale che rappresentasse l'Unione europea, il presidente del Consiglio europeo e si rafforzò la posizione dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Col trattato di Lisbona vennero aggiunte per la prima volta procedure di recesso dall'Unione europea, conosciute come articolo 50, a cui si appellò solamente il Regno Unito a seguito di un referendum popolare. Sempre nel 2007 ci fu un ulteriore allargamento, a seguito dell'adesione di Romania e Bulgaria[26].


Nel 2012 l'Unione europea ricevette il Premio Nobel per la pace per aver contribuito per oltre 50 anni alla pace, la riconciliazione, la democrazia e ai diritti umani in Europa[27].


Nel 2013 continuò l'allargamento con l'adesione della Croazia all'Unione europea, raggiungendo il numero complessivo di 28 stati[28]. Nel 2017, a seguito di un referendum popolare[29], il Regno Unito fece appello alle clausole inserite nell'ultimo trattato per richiedere l'uscita dall'Unione europea da marzo del 2019.




















































































































































Firma
In vigore
Trattati
1948
1948
Trattato di Bruxelles
1951
1952
Trattato di Parigi
1954
1955
Trattato di Bruxelles modificato
1957
1958
Trattati di Roma
1965
1967
Trattato di fusione
1975
N/A
Conclusione Consiglio europeo
1985
1985
Accordo di Schengen
1986
1987
Atto unico europeo
1992
1993
Trattato di Maastricht
1997
1999
Trattato di Amsterdam
2001
2003
Trattato di Nizza
2007
2009
Trattato di Lisbona

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Tre pilastri dell'Unione europea:
 

Comunità europee:
 


Comunità europea dell'energia atomica (EURATOM)











Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA)

Trattato scaduto il 23 luglio 2002


Unione europea (UE)








 
 


Comunità economica europea (CEE)


 
 
 
 

Spazio Schengen
 

Comunità europea (CE)
 
 

TREVI

Giustizia e affari interni (GAI)
 
 

Cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale (CGPP)
 
 
 
 
 

Cooperazione politica europea (CPE)

Politica estera e di sicurezza comune (PESC)

Istituzioni non consolidate

Unione europea occidentale (UEO)
 
 

Sciolta il 1º luglio 2011
 








 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Geografia |




Cartina fisica dell'Unione europea




La vetta del monte Bianco, al confine tra Italia e Francia, con i suoi 4 810 metri è il picco dell'Unione






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Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia dell'Europa.

Gli Stati dell'Unione europea coprono una superficie di 4 326 253 km² facendone la settima entità mondiale per estensione. Il Monte Bianco con i suoi 4 810 metri d'altezza è il punto più alto dell'Unione, mentre la zona più bassa è il Zuidplaspolder nei Paesi Bassi, 7 metri sotto il livello del mare. L'estensione costiera dell'Unione è la seconda al mondo, dopo il Canada, con quasi 66 000 chilometri di lunghezza. L'Unione europea confina con 21 entità indipendenti condividendo con questi .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}12 441[senza fonte] chilometri di frontiere esterne.


La maggior parte del territorio è situata all'interno del continente Europa, ma l'Unione europea possiede Territori speciali degli stati membri dell'Unione europea che si trovano anche su isole e territori al di fuori del continente.


Fanno parte del territorio numerose isole abitate, alcune appartenenti al continente europeo, altre fuori; le più grandi sono:



























































































Posizione
Isola
Nazione
Continente
Superficie (km²)
Popolazione (ab.)

1


Gran Bretagna

Regno Unito

Europa
229 850
62 000 000

2


Irlanda

Irlanda / Regno Unito

Europa
84 079
5 700 000

3


Sicilia

Italia

Europa
25 711
5 077 487

4


Sardegna

Italia

Europa
24 090
1 639 942

5


Cipro

Cipro

Asia
9 250
1 000 000

6


Corsica

Francia

Europa
8 680
309 693

7


Creta

Grecia

Europa
8 336
621 340

8


Sjælland

Danimarca

Europa
7 026
2 300 000

9


Vendsyssel-Thy

Danimarca

Europa
4 685
302 546

10


Maiorca

Spagna

Europa
3 640
869 067

Altre isole fuori dal continente europeo con più di 1000 km2 di superficie sono 3 isole dell'arcipelago delle Canarie, Tenerife, Fuerteventura e Gran Canaria in Africa, appartenenti alla Spagna, Guadalupa in America e Riunione in Africa appartenenti alla Francia.



Stati membri |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Stati membri dell'Unione europea.

Al 2013 l'Unione europea conta 28 Stati membri: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. L'Unione è cresciuta da un nucleo di sei Paesi fondatori dell'allora Comunità economica europea (segnati in grassetto) e si è espansa includendo progressivamente la maggioranza degli Stati sovrani europei fino ad arrivare all'attuale configurazione.

























































































































































































































































































































































































































Pos.
Bandiera
Stemma
Nome
Codice ISO

Data di
adesione

Abitanti

Superf.
Valuta

PIL pro
capite

Rappr.

Lingue ufficiali
1

Austria

Austria Bundesadler.svg

Austria
AT

11995-01-011º gennaio 1995
8 219 743
83 871

Euro
42 400
19
Tedesco
2

Belgio

Great coat of arms of Belgium.svg

Belgio
BE

11957-03-2525 marzo 1957
10 438 353
30 528

Euro
38 200
22
Olandese, francese e tedesco
3

Bulgaria

Coat of arms of Bulgaria.svg

Bulgaria
BG

12007-01-011º gennaio 2007
7 037 935
110 879

Lev bulgaro
13 800
18
Bulgaro
4

Cipro

Cyprus coat of arms.png

Cipro
CY

12004-05-011º maggio 2004
1 138 071
9 251

Euro
29 400
6
Greco e turco
5

Croazia

Coat of arms of Croatia.svg

Croazia
HR

12013-07-011º luglio 2013
4 290 612
56 542

Kuna croata
12 829
11
Croato
6

Danimarca

National Coat of arms of Denmark.svg

Danimarca
DK

11973-01-011º gennaio 1973
5 543 453
43 094

Corona danese
37 600
13
Danese
7

Estonia

Coat of arms of Estonia.svg

Estonia
EE

12004-05-011º maggio 2004
1 274 709
45 228

Euro
20 600
6
Estone
8

Finlandia

Coat of arms of Finland.svg

Finlandia
FI

11995-01-011º gennaio 1995
5 262 930
338 145

Euro
36 700
13
Finlandese e svedese
9

Francia

Armoiries république française.svg

Francia
FR

11957-03-2525 marzo 1957
65 630 692
643 801

Euro
35 600
74
Francese
10

Germania

Coat of arms of Germany.svg

Germania
DE

11957-03-2525 marzo 1957
81 305 856
357 022

Euro
38 400
96
Tedesco
11

Grecia

Coat of arms of Greece.svg

Grecia
GR

11981-01-011º gennaio 1981
10 767 827
131 957

Euro
26 600
22
Greco
12

Irlanda

Coat of arms of Ireland.svg

Irlanda
IE

11973-01-011º gennaio 1973
4 722 028
70 273

Euro
40 100
12
Inglese e irlandese
13

Italia

Emblem of Italy.svg

Italia
IT

11957-03-2525 marzo 1957
61 261 254
301 340

Euro
33 200
73
Italiano
14

Lettonia

Coat of arms of Latvia.svg

Lettonia
LV

12004-05-011º maggio 2004
2 191 580
64 589

Euro
15 900
9
Lettone
15

Lituania

Coat of arms of Lithuania.svg

Lituania
LT

12004-05-011º maggio 2004
3 525 761
65 300

Euro
19 100
12
Lituano
16

Lussemburgo

Great coat of arms of Luxembourg.svg

Lussemburgo
LU

11957-03-2525 marzo 1957
509 074
2 586

Euro
81 100
6
Francese, lussemburghese e tedesco
17

Malta

Coat of arms of Malta.svg

Malta
MT

12004-05-011º maggio 2004
409 836
316

Euro
25 800
6
Inglese e maltese
18

Paesi Bassi

Royal coat of arms of the Netherlands.svg

Paesi Bassi
NL

11957-03-2525 marzo 1957
16 730 632
41 543

Euro
42 700
26
Olandese e frisone
19

Polonia

Herb Polski.svg

Polonia
PL

12004-05-011º maggio 2004
38 415 284
312 685

Złoty
20 600
51
Polacco
20

Portogallo

Coat of arms of Portugal.svg

Portogallo
PT

11986-01-011º gennaio 1986
10 781 459
92 090

Euro
23 700
22
Portoghese
21

Regno Unito

Royal Coat of Arms of the United Kingdom.svg

Regno Unito°
GB

11973-01-011º gennaio 1973
63 047 162
243 610

Sterlina britannica
36 600
73
Inglese
22

Rep. Ceca

Coat of arms of the Czech Republic.svg

Repubblica Ceca
CZ

12004-05-011º maggio 2004
10 177 300
78 867

Corona ceca
27 400
22
Ceco
23

Romania

Coat of arms of Romania.svg

Romania
RO

12007-01-011º gennaio 2007
21 848 504
238 391

Leu rumeno
14 600
33
Rumeno
24

Slovacchia

Coat of arms of Slovakia.svg

Slovacchia
SK

12004-05-011º maggio 2004
5 483 088
49 035

Euro
23 600
13
Slovacco
25

Slovenia

Coat of arms of Slovenia.svg

Slovenia
SI

12004-05-011º maggio 2004
1 996 617
20 273

Euro
29 000
8
Italiano, ungherese e sloveno
26

Spagna

Escudo de España (mazonado).svg

Spagna
ES

11986-01-011º gennaio 1986
47 042 984
505 370

Euro
31 000
54
Spagnolo, galiziano, basco e catalano
27

Svezia

Great coat of arms of Sweden.svg

Svezia
SE

11995-01-011º gennaio 1995
9 103 788
450 295

Corona svedese
40 900
20
Svedese
28

Ungheria

Coat of arms of Hungary.svg

Ungheria
HU

12004-05-011º maggio 2004
9 958 453
93 028

Fiorino ungherese
19 800
22
Ungherese

A seguito della Brexit, il Regno Unito sta trattando con l'Unione europea per l'uscita da essa.


Solo in tre occasioni vi sono state variazioni territoriali dell'Unione europea senza che ciò corrispondesse all'adesione di nuovo Stato all'Unione:



  • nel 1973 le Isole Fær Øer, nazione costitutiva del Regno di Danimarca, hanno rifiutato di farne parte;

  • nel 1985 la Groenlandia, regione autonoma della Danimarca, decide tramite referendum di uscire dalla Comunità economica europea, pur rimanendo parte del Regno di Danimarca;

  • nel 1990 con la riunificazione tedesca la Germania est entra a far parte della Comunità economica europea, come parte dello Stato federale della Germania, già membro dal 1957.



Allargamento |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Allargamento dell'Unione europea.



Area coperta dall'Unione europea


Per l'incorporazione di uno Stato estraneo all'Unione, questo deve rispettare una serie di condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen. Nello specifico, i paesi candidati, oltre a dover essere situati geograficamente in Europa, debbono presentare:



  • istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto delle minoranze;

  • un'economia di mercato funzionante e la capacità di fronteggiare la competizione e le forze del mercato all'interno dell'Unione;

  • la capacità di sostenere gli obblighi derivanti dall'adesione, inclusi l'adesione all'unione politica, economica e monetaria.



Stati candidati |


I seguenti Stati hanno presentato e ottenuto l'approvazione della domanda di adesione all'Unione europea:




  • Turchia Turchia candidata dal 12 dicembre 1995;


  • Macedonia Macedonia candidata dall'11 dicembre 2005;


  • Montenegro Montenegro candidato dal 17 dicembre 2010;


  • Serbia Serbia candidata dal 1º marzo 2012;


  • Albania Albania candidata dal 24 giugno 2014[30]


  • Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina candidata dal 15 febbraio 2016;


  • Kosovo Kosovo candidato dal 2015.


I microstati europei, quali ad esempio la Città del Vaticano e la Repubblica di San Marino, per la loro natura peculiare che ne giustifica l'esistenza, non rispettano i criteri di Copenaghen e con ogni probabilità non faranno mai parte dell'Unione europea.



Nomi ufficiali |


L'Unione europea nelle varie lingue ufficiali è chiamata:





  • Bulgaro: Европейски съюз (Evropejski săjuz)


  • Ceco: Evropská unie


  • Croato: Europska unija


  • Danese: Den Europæiske Union


  • Estone: Euroopa Liit


  • Finlandese: Euroopan unioni


  • Francese: Union européenne


  • Greco: Ευρωπαϊκή Ένωση (/evropai'ki 'ɛnosi/)


  • Inglese: European Union


  • Gaelico irlandese: An tAontas Eorpach


  • Italiano: Unione europea


  • Lettone: Eiropas Savienība


  • Lituano: Europos Sąjunga


  • Maltese: L-Unjoni Ewropea


  • Olandese: Europese Unie


  • Polacco: Unia Europejska


  • Portoghese: União Europeia


  • Rumeno: Uniunea Europeană


  • Slovacco: Európska únia


  • Sloveno: Evropska unija


  • Spagnolo: Unión Europea


  • Svedese: Europeiska unionen


  • Tedesco: Europäische Union


  • Ungherese: Európai Unió



L'Unione europea nelle lingue dei paesi candidati all'adesione è chiamata:




  • Macedone: Европската Унија (Evropskata Unija)


  • Serbo: Европска унија (Evropska unija)


  • Turco: Avrupa Birliği


  • Albanese: Bashkimi Evropian



Società |



Popolazione |


L'Unione europea conta al suo interno 510 milioni di abitanti, poco meno del 7% dell'intera popolazione mondiale e ha una crescita demografica molto bassa, circa lo 0,23% annuo, sostenuta principalmente dall'immigrazione: 47 milioni di abitanti sono nati al di fuori del territorio. Grazie alla stabilità vissuta negli ultimi anni in termini di pace, salute e benessere, la popolazione tende ad aumentare la speranza di vita alla nascita e con essa anche l'età media della popolazione è elevata con circa un quinto della popolazione totale sopra i 65 anni[31].



Lingue |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Lingue dell'Unione europea.

L'Unione europea contempla 24 lingue ufficiali, lingue parlate in almeno uno degli stati membri (anche se solo l'inglese, il francese e in parte minore il tedesco sono usate come lingue di lavoro all'interno della Commissione europea).


Le lingue dell'Unione europea sono gli idiomi usati dagli abitanti degli Stati membri dell'UE. Attualmente le lingue ufficiali dell'Unione europea sono 24. Sulla pagina iniziale del sito dell'UE si afferma: "Lingue: la ricchezza dell'Europa" titolando una sezione particolare tutta dedicata a questo argomento.


L'UE incoraggia il multilinguismo, cioè incoraggia i propri cittadini a essere in grado di parlare altre lingue oltre la propria lingua madre. Un certo numero di programmi finanziati dall'Unione europea promuovono attivamente l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica (ad esempio la Giornata europea delle lingue).



Maggiori città |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Comuni dell'Unione europea per popolazione.

L'Unione europea contiene 16 città con più di un milione di abitanti, la più grande delle quali è Londra. Oltre a queste, ci sono agglomerati urbani che pian piano si sono allargati e uniti e che hanno superato per dimensioni molte delle città classiche; il più grande di essi è la Regione metropolitana Reno-Ruhr, che supera i 10 milioni di abitanti.
Per quanto concerne solo l'area comunale, i primi dieci comuni dell'Unione europea sono i seguenti:



























































































Pos.
Immagine
Città
Stato membro
Popolazione (ab.)
Anno

1


Palace of Westminster, London - Feb 2007.jpg

City of London logo.svgLondra

Regno Unito Regno Unito
8 615 246[32]
2015

2


Berlin Brandenburger Tor Abend.jpg

Coat of arms of Berlin.svgBerlino

Germania Germania
3 531 201[33]
2015

3


Palacio Real de Madrid - 03.jpg

Escudo de Madrid.svgMadrid

Spagna Spagna
3 141 991[34]
2015

4


Colosseum in Rome, Italy - April 2007.jpg

Roma-Stemma.pngRoma

Italia Italia
2 868 104[35]
2014

5


Paris - Eiffelturm und Marsfeld2.jpg

Grandes armes de la ville de Paris.svgParigi

Francia Francia
2 273 305[36]
2013

6


Parlament Wien abends.jpg

Wien 3 Wappen.svgVienna

Austria Austria
1 840 573[37]
2016

7


Biblioteca Central de la Universidad de Bucarest, Bucarest, Rumanía, 2016-05-29, DD 97-99 HDR.jpg

ROU Bucharest CoA.svgBucarest

Romania Romania
1 803 425[38]
2014

8


Amburgo San Michele.jpg

DEU Hamburg COA.svgAmburgo

Germania Germania
1 751 775[39]
2013

9


HUN-2015-Budapest-Hungarian Parliament (Budapest) 2015-02.jpg

Coa Hungary Town Budapest big.svgBudapest

Ungheria Ungheria
1 744 665[40]
2014

10


VarsaviaMunicipio.jpg

POL Warszawa COA.svgVarsavia

Polonia Polonia
1 726 581[41]
2014


Istruzione |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Progetto Erasmus.



Studenti ERASMUS sui gradini della Chiesa di Santa Engrácia, a Lisbona


Il progetto Erasmus, nato nel 1987, permette agli studenti universitari europei di svolgere un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università all'interno di un qualsiasi altro ateneo situato all'interno dell'Unione.


Il progetto fu creato per educare le future generazioni di cittadini all'idea di appartenenza europea; dalla sua creazione si è giunti a mobilitare all'interno della Unione europea oltre un milione di studenti. Attualmente 2199 istituzioni universitarie dei 31 paesi che aderiscono al programma Socrates partecipano al progetto Erasmus.


Per molti studenti universitari europei il programma Erasmus offre l'occasione per vivere all'estero in maniera indipendente per la prima volta. Per questa ragione è diventato una sorta di fenomeno culturale ed è molto popolare fra gli studenti universitari europei. Il programma non incoraggia solamente l'apprendimento e la comprensione della cultura ospitante, ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L'esperienza dell'Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un'occasione per imparare a convivere con culture diverse.



Media e libertà d'espressione |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Libertà dei media nell'Unione europea.

La libertà dei media è un diritto fondamentale che si applica a tutti gli Stati membri dell'Unione europea e ai suoi cittadini, come definito nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.[42] Nell'ambito del processo di Allargamento dell'Unione europea, la garanzia della libertà dei media è definita "un indicatore chiave della disponibilità di un paese a diventare parte dell'UE".[43]


La libertà dei media, compresa la libertà di stampa, è il principale diritto per garantire la libertà di espressione e la libertà di informazione.


L'annuale Giornata mondiale della libertà di stampa si celebra il 3 maggio.[44]



Status giuridico |


L'Unione europea ha gradualmente acquisito numerose prerogative tipiche di una federazione, con il progressivo trasferimento di poteri dagli Stati membri agli organismi dell'UE. Essa si fonda tuttora su trattati internazionali recepiti a livello interno da tutti gli Stati membri, ma ha assunto personalità giuridica propria.


Attualmente essa si basa su due trattati fondativi: il trattato sull'Unione europea (TUE; detto anche "Trattato di Maastricht") e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE; detto anche "Trattato di Roma"). A questi si aggiungono il trattato di Amsterdam del 1997, i "protocolli allegati ai Trattati" e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea il cui valore vincolante è stato deciso dal trattato di Lisbona, equiparandone il contenuto al valore giuridico dei trattati stessi nonché, secondo invece il Titolo VII della stessa Carta di Nizza, ai diritti costituzionali nazionali e a quelli Fondamentali citati nella Convenzione europea del 1950.


Il problema della definizione dell'attuale status giuridico dell'Unione sfociò, il 29 ottobre 2004, nella firma, a Roma, del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, comunemente noto come Costituzione europea. Tale testo ribadiva la possibilità di una cooperazione rafforzata per la promozione di iniziative di integrazione tra gruppi di paesi, già prevista nel trattato di Amsterdam e in quello di Nizza.


Un nuovo trattato era stato richiesto dal Consiglio europeo attraverso la Dichiarazione di Laeken poiché il funzionamento delle istituzioni comuni, era ritenuto inadatto alla coesistenza di ben 28 stati membri, ciascuno dei quali con diritto di veto in aree fondamentali della politica comune.


Il processo di ratifica della Costituzione venne, tuttavia, interrotto il 29 maggio 2005 con un referendum popolare in cui il 54,7% dell'elettorato francese ha scelto di non sottoscrivere il Trattato; pochi giorni dopo, il 1º giugno, anche la popolazione dei Paesi Bassi si dichiarò contraria all'introduzione del Trattato (con il 61,6% dei voti). Sebbene 18 stati membri avessero recepito il documento, prevalentemente per via parlamentare, la cosiddetta Costituzione europea non entrò in vigore.


Dopo il "periodo di riflessione" durato due anni, la cancelliera tedesca Angela Merkel decise di rilanciare il processo di riforma con la Dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, in cui venne espressa la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi al fine di consentire l'entrata in vigore di un nuovo trattato nel 2009, anno delle elezioni del nuovo Parlamento europeo.


Si svolse, così, sotto la presidenza tedesca dell'Unione il vertice di Bruxelles tra il 21 e il 23 giugno 2007 nel quale si arrivò a un accordo sul nuovo trattato di riforma. L'accordo recepiva gran parte delle innovazioni contenute nella cosiddetta Costituzione, anche se con alcune modifiche al fine di rendere meno evidente il carattere per così dire "costituzionale" del vecchio testo, pur ribadendo pressoché tutti i meccanismi introdotti con il predetto testo, e in più aggiungendo la facoltà per alcuni paesi di "chiamarsi fuori" da politiche comuni.


Dopo la conclusione della conferenza intergovernativa che finalizzò il nuovo testo, il trattato di Lisbona venne approvato al Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre 2007 proprio in tale città e firmato il 13 dicembre dai capi di Stato e di governo. Il trattato è stato ratificato da quasi tutti gli stati firmatari, prevalentemente per via parlamentare, nel corso del 2008. La mancata ratifica da parte dell'Irlanda in seguito ad apposito referendum confermativo, così come richiesto dalla Costituzione irlandese, non ha permesso di farlo entrare in vigore entro le elezioni europee del 2009. È stato, pertanto, convocato un secondo referendum in Irlanda il 2 ottobre 2009, in cui il trattato è stato approvato con oltre il 67% dei voti[45]. Dal 3 novembre 2009, data del sì definitivo della Repubblica Ceca, tutti gli stati membri hanno ratificato il trattato[46][47], entrato in vigore il 1º dicembre 2009[48].


L'Unione attualmente consiste in una zona di libero mercato, detto mercato comune (unione economica), caratterizzata in parte da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea (BCE) e attualmente adottata da 19 dei 28 stati membri (unione economica e monetaria o Eurozona), che dà vita nel suo complesso all'unione economica e monetaria dell'Unione europea; essa presenta inoltre un'unione doganale nata già con il trattato di Roma del 1957, ma completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri. L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca. Esistono anche meccanismi di coordinamento dell'UE sulla politica estera e di difesa.



Competenze dell'Unione europea |


Il trattato di Lisbona definisce in maniera precisa le competenze dell'Unione distinguendo tra[49]:



  • competenza esclusiva (art. 3 TFUE);

  • competenze concorrenti (art. 4 TFUE);

  • competenze di sostegno (art. 6 TFUE);



Competenza esclusiva |


Ci sono alcune aree giuridiche di competenza esclusiva dell'Unione europea, nel senso che i singoli stati non possono imporre le proprie regole o agire indipendentemente. Le principali aree sono l'unione doganale, la regolamentazione del mercato europeo comune, la politica monetaria per gli stati la cui moneta è l'euro, la conservazione degli ecosistemi marini e la conclusione di alcuni trattati internazionali[49]. In questi settori, l'Unione europea negozia con un'unica voce e agisce come un unico blocco, prendendo decisioni a cui devono sottostare tutti gli stati membri senza eccezione.



Competenza concorrente |


A differenze dei settori precedenti, l'Unione ha competenza concorrente con quella degli Stati membri, nel senso che gli stati membri possono agire dove l'Unione europea non lo ha già fatto, in materie principalmente riguardante la coesione sociale ed economica, le politiche ambientali, la protezione dei consumatori e la regolamentazione di servizi di infrastruttura come energia, trasporti, ricerca e sviluppo[49].


Nei settori della cooperazione allo sviluppo e degli aiuti umanitari, l'Unione ha competenza per condurre azioni e una politica comune, senza che l'esercizio di tale competenza possa avere per effetto di impedire agli Stati membri di esercitare la loro. Invece nei settori della ricerca, dello sviluppo tecnologico e aerospaziale, della cooperazione allo sviluppo e degli aiuti umanitari l'Unione e gli Stati agiscono entrambi con gli strumenti specifici che sono loro propri. L'Unione tutt'al più adotta delle politiche di coordinamento, senza però limitare in alcun modo l'azione statale.[49]



Competenza di sostegno |


L'Unione europea può coordinare e sostenere le azioni degli stati membri in settori terzi dove non può legiferare o imporre un modus operandi[50].
Questi settori comprendono il turismo, la tutela della salute, industria, cultura, istruzione, formazione giovanile, sport e altri simili.


Per le politiche economiche, occupazionali e sociali l'Unione ha un ruolo di coordinamento e detta le linee guida (tramite il solo Consiglio) entro le quali ogni Stato ha la libertà di determinare le proprie peculiari politiche[50].



Diritti umani e democrazia |


L'Unione europea ha da sempre assunto il principio dello stato di diritto e la promozione dei diritti umani come propri valori fondanti (basti pensare che requisito fondamentale per farne parte è l'abolizione della pena di morte); essa difende attivamente tali diritti sia all'interno dei suoi confini sia nelle proprie relazioni estere, ponendo talvolta precisi requisiti per la concessione di accordi commerciali o di altro genere. La protezione garantita dall'Unione europea ai suoi cittadini è avanzatissima: in molti casi essa sopravanza le garanzie prescritte dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dalla Corte suprema degli Stati Uniti d'America[51].


Per quanto riguarda la situazione interna, l'Unione europea ha promosso l'armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di asilo politico per i rifugiati, e si propone di combattere il razzismo, l'omofobia e la xenofobia attraverso il sostegno a una rete di organizzazioni non governative e una specifica Agenzia. Nonostante la complessità e la criticità della governance per l'estrema frammentazione negli stati membri, questi sforzi hanno conferito all'Unione europea, in materia di diritti umani, la legislazione con la maggiore uniformità[51].


Dal punto di vista delle relazioni internazionali, dal 1992 l'Unione ha introdotto nei propri accordi commerciali o di cooperazione con paesi terzi una clausola che indica il rispetto dei diritti umani come elemento essenziale del rapporto bilaterale (p. es. nella convenzione di Cotonou, che lega l'UE a 78 paesi in via di sviluppo ai quali si richiedono precisi impegni nel campo del rispetto dei diritti umani). I principali obiettivi della politica estera europea sono dichiaratamente il progresso e la pacificazione internazionale, ritenuti possibili solo nell'ambito di una struttura democratica.


Per quanto riguarda la libertà di stampa, tutti i paesi che compongono l'Unione europea sono classificati, dall'ONG Freedom House, come "liberi".[52]



Istituzioni, organismi e agenzie decentrate |


Le attività dell'Unione europea sono regolate da un certo numero di istituzioni e organismi, supportati da numerose agenzie decentrate. Tali organi espletano i compiti assegnati loro dai vari trattati. La leadership politica dell'Unione è esercitata dal Consiglio europeo, che si occupa anche di compiere un'opera di mediazione nei casi in cui vi siano dispute su alcune politiche da adottare.



Istituzioni |


L'Unione europea si articola intorno alle istituzioni inizialmente previste nell'ambito delle Comunità europee e dei suoi organi specifici.


Gli organi principali dell'Unione sono le cosiddette "sette istituzioni", riorganizzate dal trattato di Lisbona:



  • la Commissione europea rappresenta gli interessi generali dell'UE, è formata da un Commissario per Stato membro, con sede a Bruxelles. Dura in carica cinque anni, compreso il Presidente: i componenti sono nominati dal Consiglio europeo, ma devono avere l'approvazione del Parlamento europeo. Detiene il potere esecutivo e quello di iniziativa legislativa;

  • il Parlamento europeo, composto dai rappresentanti dei cittadini degli stati membri eletti a suffragio universale diretto (prima dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona si faceva riferimento ai popoli dell'unione) da tutti i cittadini dell'Unione ogni cinque anni, compreso il presidente che per prassi rimane in carica due anni e mezzo. Ai sensi del Trattato ha sede a Strasburgo, città della Francia, ma svolge i suoi lavori anche a Bruxelles (dove si trova un altro emiciclo) e a Lussemburgo (sede del segretariato). Ogni singolo Stato stabilisce in autonomia le modalità di svolgimento delle elezioni e il metodo di ripartizione dei seggi. Condivide il potere legislativo insieme al Consiglio dell'Unione europea, con funzioni simili a quelle di una "camera bassa"[53];

  • il Consiglio dell'Unione europea (o "Consiglio dei ministri"), formato da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale che si occupa della stessa materia a livello statale (ad esempio al Consiglio dei ministri convocato per urgenza economica parteciperanno tutti i ministri dell'economia, ambientale quelli dell'ambiente ecc.), con sede a Bruxelles. La presidenza è assegnata a uno Stato membro e ruota ogni 6 mesi. Detiene il potere legislativo insieme al Parlamento europeo, con funzioni simili a quelle di una "camera alta";

  • il Consiglio europeo comprende un rappresentante per ogni stato: il Capo di Stato (se si tratta di repubbliche semipresidenziali o presidenziali) o quello di Governo (se si tratta di monarchie o repubbliche parlamentari). I capi di Stato e di governo sono assistiti dai ministri degli esteri e da un membro della Commissione, con sede a Bruxelles. Il Presidente, nominato dal Consiglio europeo stesso, dura in carica due anni e mezzo. Ha la funzione di dare un indirizzo generale alle politiche europee;

  • la Corte di giustizia dell'Unione europea, vigila sull'applicazione del diritto dell'Unione europea, con sede a Lussemburgo;

  • la Corte dei conti europea, verifica il finanziamento delle attività dell'UE, con sede a Lussemburgo;

  • La Banca centrale europea, è responsabile per la politica monetaria europea, con sede a Francoforte sul Meno.



Organismi consultivi |



  • Il Comitato economico e sociale europeo, che rappresenta la società civile e le due componenti dell'industria.

  • Il Comitato delle regioni, che rappresenta le autorità regionali e locali.



Organismi finanziari |



  • La Banca europea degli investimenti, che finanzia i progetti di investimento dell'UE, con sede in Lussemburgo.

  • La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, che finanzia o co-finanzia gli investimenti che favoriscono la transizione verso un'economia di mercato nei paesi dell'Europa centrale, orientale ed ex-URSS.

  • Il Fondo europeo per gli investimenti, che fornisce garanzie e capitale di rischio per aiutare le piccole e medie imprese, con sede in Lussemburgo.



Organismi inter-istituzionali |



  • Il Servizio europeo per l'azione esterna, creato dal Trattato di Lisbona per governare la politica estera e le sedi estere dell'Unione.

  • L'Eurostat, l'ufficio che cura le statistiche ufficiali dell'Unione europea.

  • L'Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, che pubblica, stampa e distribuisce informazioni sull'Unione e sulle sue attività.

  • L'Ufficio europeo per la selezione del personale (EPSO, European Personnel Selection Office), che assume il personale per le istituzioni dell'UE e gli altri organismi.

  • La Scuola europea di amministrazione (EAS, European Administrative School), il centro di istruzione per il personale di tutte le istituzioni europee.



Altri organismi |



  • Il Mediatore europeo, che difende i cittadini e le organizzazioni dell'UE dalla cattiva amministrazione, con sede a Strasburgo - Francia;

  • Il Garante europeo della protezione dei dati, che assicura che le istituzioni e gli organi dell'UE, nel trattamento dei dati personali, rispettino il diritto alla privacy dei cittadini dell'Unione, con sede a Bruxelles - Belgio.



Agenzie decentrate |





Archivi Storici dell'Unione Europea, villa Salviati (Firenze)






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Lo stesso argomento in dettaglio: Agenzie dell'Unione europea.

Nel tempo sono state create diverse agenzie che svolgono compiti tecnici, scientifici o di gestione.
Tra queste si possono citare:



  • Alcune agenzie tra cui l'Agenzia europea dell'ambiente, l'Agenzia europea delle sostanze chimiche, l'Agenzia europea per i medicinali, l'Agenzia europea per la sicurezza aerea, l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione, l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, l'Agenzia europea per la sicurezza marittima, l'Agenzia ferroviaria europea, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare che lavorano nell'ambito dell'Unione;

  • L'Agenzia europea per la difesa, l'Istituto dell'Unione europea per gli studi sulla sicurezza e il Centro satellitare dell'Unione europea, che svolgono compiti specifici connessi alla politica estera e di sicurezza comune (ex "secondo pilastro" dell'Unione europea).


  • Europol, Eurojust e CEPOL, che aiutano a coordinare le politiche e la cooperazione giudiziaria in materia penale (ex "terzo pilastro" dell'Unione europea);

  • Una serie di agenzie e organismi che derivano dal trattato Euratom;

  • Esistono inoltre alcune agenzie esecutive, istituite per svolgere determinati compiti relativi alla gestione di uno o più programmi unitari.



Cooperazione rafforzata |


La cooperazione rafforzata è una procedura decisionale istituzionalizzata con il trattato di Amsterdam e poi modificata dal trattato di Nizza. Essa consiste nel realizzare una più forte cooperazione tra alcuni Stati membri dell'Unione europea in determinati temi senza coinvolgere la totalità degli stati membri che possono avere reticenze nell'incrementare l'integrazione in alcune aree; può entrare in vigore, però, solo se partecipa almeno un terzo degli stati membri. Le cooperazioni in vigore sono 6 e vertono sui seguenti temi:



  • Legge sul divorzio;

  • Brevetti;


  • Tassa sulle transazioni finanziarie;


  • Euro plus;


  • Convenzione di Prüm;


  • Patto di bilancio europeo.


Cartografia della cooperazioni rafforzate:




Politica estera |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Politica estera e di sicurezza comune, Politica europea di sicurezza e difesa e Forze armate dell'Unione europea.

La politica estera e di sicurezza comune è la politica estera e di difesa dell'Unione europea. Viene gestita e promossa dall'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza e dal Servizio europeo per l'azione esterna.



Politiche di vicinato |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Politica europea di vicinato, Unione per il Mediterraneo e Partenariato orientale.

La politica europea di vicinato è una delle politiche esterne dell'Unione europea, indirizzata ai paesi collocati in prossimità dell'Unione verso sud e verso est. L'obiettivo è quello di costruire rapporti più stretti con tali stati a livello economico, politico, culturale e strategico.


La collaborazione euromediterranea, o Processo di Barcellona, è stata varata con la conferenza di Barcellona del 27-28 novembre 1995. Vi parteciparono i ministri degli Esteri degli allora 15 stati membri e dodici paesi dell'Africa Mediterranea e del Vicino Oriente: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e l'Autorità Nazionale Palestinese. La Libia era presente come paese osservatore. Attualmente, dopo gli allargamenti dell'Unione europea del 2004, 2007 e 2013, la collaborazione coinvolge i Ventotto e dieci paesi della sponda sud del Mediterraneo. Gli obiettivi dell'accordo sono tre: rafforzare le relazioni in materia politica e di sicurezza, creare una collaborazione economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei settori sociale, culturale e umano.



Economia |




Il PIL procapite (a parità di potere d'acquisto) nell'Unione, secondo i dati Eurostat per il 2012. I valori sono espressi in percentuale della media dell'UE a 28.


L'Unione europea possiede l'economia più grande al mondo, con un prodotto interno lordo nominale complessivo nel 2013 stimato in oltre 13.500 miliardi di euro[54].


Tra le diverse nazioni, in particolare risultano essere trainanti quattro regioni dell'Europa, che per tal motivo vengono definite i Quattro Motori economici: Baden-Württemberg, Catalogna, Rodano-Alpi e Lombardia[55].


Secondo l'ambiziosa strategia di Lisbona, l'Unione europea si era prefissa l'obiettivo di diventare «l'economia più dinamica e competitiva al mondo» entro il 2010.[senza fonte] L'Unione europea detiene il 30% della ricchezza netta mondiale, cioè oltre 65 trilioni di $ dei 223 detenuti nel mondo.[senza fonte]


Segue un prospetto sintetico che mostra la situazione economica dei ventotto Stati dell'Unione, degli Stati in fase di negoziazione per l'accesso e dei rimanenti Stati europei (escluso il Kosovo, per il quale non sono ancora disponibili dati macroeconomici completi a causa della recente indipendenza dalla Serbia).


Gli Stati sono ordinati a seconda del prodotto interno lordo (PIL) pro capite, che può essere usato come indice del grado di benessere in una data nazione.



Dati macroeconomici |


Stati membri dell'UE
























































































































































































































































































































Nazione
PIL 2016[56]
(in milioni di $)
PIL 2015
pro-capite[57]
($)
PIL 2015
pro-capite[58]
(in % di EU-28)
Infl.[59]
(2013)
Disoc.[60]
(2013)
Crescita del PIL
(media 2000-09)[61]
Crescita del PIL
(2015)[62][63]

Lussemburgo Lussemburgo
55 730 98 987 271 +1,7% 5,9% +3,2% +4,4%

Irlanda Irlanda
257 417 55 533 145 +0,5% 13,1% +3,7% +7,6%

Paesi Bassi Paesi Bassi
815 646 49 166 129 +2,6% 6,7% +1,6% +1,8%

Austria Austria
404 293 47 250 127 +2,1% 4,9% +1,7% +0,8%

Germania Germania
3 934 664 46 893 125 +1,6% 5,3% +0,9% +1,5%

Danimarca Danimarca
258 702 45 709 124 +0,5% 7,0% +0,8% +1.6%

Belgio Belgio
494 121 43 585 117 +1,2% 8,4% +1,6% +1,3%

Svezia Svezia
473 413 41 188 123 +0,4% 8,0% +2,0% +2,8%

Francia Francia
2 703 378 41 181 106 +1,0% 10,8% +1,3% +1,2%

Regno Unito Regno Unito
2 756 748 41 159 110 +2,6% 7,5% +1,9% +2,5%

Finlandia Finlandia
224 999 41 120 108 +2,2% 8,2% +2,0% +0,4%

Malta Malta
15 382 35 826 99 +1,0% 6,5% +1,6% +3,4%

Italia Italia
2 213 909 35 708 95 +1,3% 11,8% +0,9% +1,0%

Spagna Spagna
1 615 074 34 819 92 +1,5% 26,4% +2,6% +3,1%

Cipro Cipro
28 058 32 785 81 +0,4% 16,0% +3,2% +2,5%

Rep. Ceca Rep. Ceca
332 477 31 549 85 +1,4% 7,0% +3,6% +3,9%

Slovenia Slovenia
63 964 31 007 83 +1,9% 10,2% +3,1% +2,3%

Slovacchia Slovacchia
160 998 29 720 77 +1,5% 14,2% +4,6% +3,2%

Estonia Estonia
37 549 28 592 74 +3,2% 8,6% +4,5% +2%

Lituania Lituania
82 355 28 359 74 +1,2% 11,8% +4,8% +1,8%

Portogallo Portogallo
289 791 27 835 77 +0,4% 16,5% +0,9% +1,6%

Polonia Polonia
1 005 449 26 455 69 +0,8% 10,3% +3,9% +3,5%

Grecia Grecia
285 976 26 449 71 -0,9% 27,3% +3,0% −2,3%

Ungheria Ungheria
258 444 26 222 68 +1,7% 10,2% +2,3% +3%

Lettonia Lettonia
49 081 24 712 64 +0,0% 11,9% +4,7% +2,2%

Croazia Croazia
91 096 21 581 58 +2,3% 17,6% +3,1% +0,8%

Romania Romania
413 846 20 787 57 +3,2% 7,3% +4,6% +3,4%

Bulgaria Bulgaria
136 855 19 097 46 +0,4% 12,9% +4,7% +1,7%
Europa Zona euro 13 478 334 - 106 +1,4% 12,0% +1,4%
+0,6%

Unione europea Unione europea
19 205 364 - 100 +1,5% 10,8% +1,6%
+1,8%

Stati candidati all'adesione UE
























































Pos.
Nazione[6]
PIL 2016[56]
(milioni di $)
PIL 2015 pro-capite[57]
($)
% di EU-28 (PPA)
(2015)[58]
Inflazione
(2012)[64]
Disoccupazione
(2012)[64][65]
1
Turchia Turchia
1 665 332 20 438 53 +6,2% 9,2%
2
Montenegro Montenegro
7 421 16 123 41 +5,1% 19,1%
3
Macedonia Macedonia
29 037 14 009 37 +4,7% 31,3%
4
Serbia Serbia
97 502 13 671 36 +12,2% 23,1%
5
Albania Albania
32 650 11 301 30 +2,4% 15,0%


Bilancio dell'Unione |


L'Unione europea dispone di un bilancio proprio finanziato da:



  • Una parte dell'Imposta sul valore aggiunto dell'UE

  • I contributi nazionali secondo il Reddito nazionale lordo di ogni stato

  • I dazi doganali


Tali risorse costituiscono oltre il 98% delle entrate dell'Unione per un budget di circa 142 miliardi di euro, approssimativamente l'1% del Prodotto interno lordo dell'intera Unione.


Le principali voci di spesa sono:



  • La politica agricola comune tramite gli aiuti agricoli diretti (30%) e il fondo per lo sviluppo rurale (11%);

  • Le politiche di coesione, di competitività e occupazionali (46%).


Le altre voci di spesa sono legate alla politica estera dell'Unione e all'amministrazione.[66]



Politica agricola comune |


La politica agricola comune (PAC) rappresenta una delle più “anziane” e importanti politiche dell'UE. Le motivazioni profonde della centralità di questa politica sono strettamente collegate con la poca competitività del settore agricolo europeo[67]. Essa è un sistema di finanziamenti destinati alle attività di coltivazione all'interno dell'Unione; il suo scopo principale è quello di mantenere livelli adeguati di produzione agricola concedendo sussidi alle aziende e ai lavoratori direttamente impiegati nel settore.


Furono introdotti sussidi e incentivi alla produzione agricola, per aumentarne la quantità e per rendere più stabili i prezzi, a beneficio degli agricoltori. In seguito si sono aggiunti gli obiettivi di garantire la sicurezza dei prodotti alimentari e il rispetto dell'ambiente rurale.


Una delle misure della politica agricola perseguita in quegli anni consistette nella fissazione di livelli minimi di prezzo per i prodotti agricoli, che generano enormi eccedenze. La procedura usuale dell'Unione europea era pagare gli esportatori perché potessero vendere tali prodotti all'estero.


L'opinione pubblica ha dimostrato chiaramente di rifiutare di finanziare senza limite i surplus, ma tale politica venne presa di mira non tanto dai paesi del terzo mondo esportatori di derrate agricole quanto dai paesi ricchi, in primo luogo gli Stati Uniti, che pretendevano di esportare nel ricco mercato europeo.[68]


Negli ultimi anni gli organi dell'Unione hanno radicalmente cambiato la politica tradizionale. I nuovi regolamenti hanno drasticamente ridotto gli stimoli a produrre. Il risultato di tale inversione di rotta, proprio nel momento in cui gli Stati Uniti stanno dirottando verso usi non alimentari, ma energetici, le loro eccedenze agricole è stato criticato da chi paventa un acuirsi del problema dell'approvvigionamento di cibo. Questo mentre l'Asia sta mutando radicalmente dieta, e non avendo spazi sufficienti per produrre cereali per l'allevamento li dovrà acquistare[69]. Avere abbandonato la politica della sicurezza potrebbe provocare conseguenze negative per paesi come l'Italia, con una produzione che copre ormai solo una frazione dei cereali consumati e dei panelli proteici per l'allevamento.[70]


La PAC, anche nella versione attuale, è stata peraltro accusata di distribuire fondi in maniera poco equilibrata, favorendo le aziende agricole più grandi e sostenendo la diffusione di metodi di coltivazione invasivi.


La politica agricola è una dei primi accordi comuni europei. Si concentra soprattutto sul settore dei cereali, su quello ortofrutticolo, su quello vinicolo, sul settore delle carni bovine e su quello lattiero-caseario. Oggi, assorbe poco meno della metà delle intere risorse dell'Unione (ossia circa 56 miliardi di euro)[71]; questo dato è in diminuzione, se si pensa che nel 1980 la PAC ne assorbiva circa il 70%[72].



Fondi strutturali |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Fondi strutturali.

I fondi strutturali dell'Unione, per il settennio 2007-2013, vengono ripartiti secondo tre obiettivi:



  • Convergenza, finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e dal Fondo di coesione (FC).

  • Competitività regionale e occupazione, finanziato dal FESR e dal FSE.

  • Cooperazione territoriale europea, evoluzione del progetto Interreg, finanziata anch'essa dal FESR.



Fondo europeo per lo sviluppo regionale |





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Lo stesso argomento in dettaglio: Fondo europeo per lo sviluppo regionale.



Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020:

     Regioni meno sviluppate (PIL pro capite < 75 % media UE)

     Regioni di transizione (PIL pro capite 75÷90 % media UE)

     Regioni più sviluppate (PIL pro capite > 90 % media UE)




Allo scopo di appianare le disomogeneità presenti nel tessuto economico e sociale delle diverse regioni del continente, l'Unione promuove la crescita delle aree meno sviluppate attraverso l'erogazione di ingenti fondi riservati al finanziamento degli investimenti nelle seguenti aree:



  • la creazione di nuovi posti di lavoro;

  • l'investimento nelle infrastrutture, per favorire lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro (nelle aree coperte dall'"Obiettivo 1") e, in generale, per diversificare e rivitalizzare le attività economiche locali;

  • il supporto alle piccole e medie imprese locali, ad esempio favorendo il trasferimento delle tecnologie e promuovendo strumenti finanziari idonei al sostentamento delle aziende, anche tramite aiuti economici diretti;

  • l'investimento nel campo dell'educazione e della sanità (nelle aree coperte dall'"Obiettivo 1");

  • lo sviluppo dell'ambiente produttivo, la promozione della ricerca di nuove tecnologie, lo sviluppo della società dell'informazione, la tutela dell'ambiente, le pari opportunità nell'accesso al lavoro e la cooperazione interregionale e transnazionale.


Complessivamente, i fondi europei per lo sviluppo regionale contribuiscono al sostentamento di aree economicamente e socialmente meno sviluppate, segnatamente negli stati membri di recente ingresso.



Cultura |




L'Italia è stata rappresentata come capitale europea della cultura da Firenze nel 1986



Simboli |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Simboli europei e Bandiera europea.



Bandiere di fronte alla sede della Commissione europea


La storia della bandiera europea ebbe inizio nel 1955. All'epoca, l'Unione europea esisteva solo sotto forma di Comunità europea del carbone e dell'acciaio, con solo sei Stati membri. Diversi anni prima era stato tuttavia istituito un organismo separato con un numero maggiore di partecipanti - il Consiglio d'Europa - impegnato nella difesa dei diritti umani e nella promozione della cultura europea.
Il Consiglio d'Europa stava valutando all'epoca quale simbolo adottare. Dopo varie discussioni, venne adottato l'attuale disegno: un cerchio di dodici stelle dorate in campo blu. In varie tradizioni, il dodici è un numero simbolico che rappresenta la completezza. Si tratta inoltre ovviamente del numero dei mesi dell'anno e delle ore indicate sul quadrante dell'orologio.


Il cerchio è tra l'altro un simbolo di unità. Si è soliti attribuire il disegno vincente al disegnatore francese Arsène Heitz il quale successivamente ne fornì una spiegazione in chiave biblica, facendo riferimento a un'immagine della devozione alla Madonna propria del dodicesimo capitolo dell'Apocalisse: "Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle".
Il Consiglio d'Europa incoraggiò in seguito le altre istituzioni europee ad adottare la medesima bandiera e nel 1983 il Parlamento europeo accolse l'invito. Nel 1985 la bandiera venne infine adottata da tutti i capi di Stato e di governo dell'UE come emblema ufficiale dell'Unione europea, denominata all'epoca Comunità europea.
Tutte le istituzioni europee utilizzano la bandiera dall'inizio del 1986, quando, con l'ingresso di Spagna e Portogallo, i membri della Comunità raggiunsero il numero di dodici.
La bandiera europea è l'unico emblema della Commissione europea, l'organo esecutivo dell'UE. Le altre istituzioni e organi dell'UE hanno un proprio emblema oltre alla bandiera europea.


La capitale europea della cultura è una città designata dall'Unione europea, che per il periodo di un anno ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. Diverse città europee hanno sfruttato questo periodo per trasformare completamente la loro base culturale, e facendo ciò, la loro visibilità internazionale.


Concepito come un mezzo per avvicinare i vari cittadini europei, la "città europea della cultura" venne lanciata il 13 giugno 1985 dal Consiglio dei ministri su iniziativa di Melina Mercouri. Da allora l'iniziativa ha avuto sempre più successo e un crescente impatto culturale e socio-economico per i numerosi visitatori che ha attratto nelle città scelte.


Le città europee della cultura sono state designate su basi intergovernative fino al 2004; gli stati membri selezionavano unanimemente le città più adatte a ospitare l'evento e la Commissione europea garantiva un sussidio per le città selezionate ogni anno. Dal 2005, le istituzioni europee hanno preso parte alla procedura di selezione delle città che ospiteranno l'evento.


Nel 1990, i ministri della cultura lanciarono il "mese culturale europeo". Questo evento è simile alla città della cultura europea ma dura per un periodo inferiore di tempo ed è indirizzato in particolare alle nazioni dell'Europa centrale e orientale. Anche per questo evento sono previste sovvenzioni da parte della Commissione.



Scienza e tecnologia |



L'Unione europea nello spazio |


  • 17 maggio 1968: viene lanciato ESRO-2B, il primo satellite dell'Unione europea


Festività |


Il giorno europeo o festa dell'Europa si celebra il 9 maggio di ogni anno. Questa data ricorda il giorno del 1950 in cui vi fu la presentazione da parte di Robert Schuman del piano di cooperazione economica, ideato da Jean Monnet (cosiddetta Dichiarazione Schuman), che segna l'inizio del processo d'integrazione europea con l'obiettivo di una futura unione federale.



Esercito |


Il Parlamento europeo il 17 febbraio 2017 approva la risoluzione proposta da Guy Verhofstadt[73] per la creazione di un esercito unico europeo di difesa comune.[74]



Note |




  1. ^ La presidenza del Consiglio dell'Unione europea viene assunta dal capo di Stato o di governo di un Paese membro a rotazione semestrale


  2. ^ Europa - L'UE in sintesi - Gergo europeo, europa.eu. URL consultato il 10-5-2010.


  3. ^ I simboli dell'UE, europa.eu. URL consultato il 10-5-2010.


  4. ^ Anniversario della dichiarazione di Robert Schuman


  5. ^ Vince la Brexit al referendum, Gran Bretagna fuori dall'Ue. Cameron si dimette. Panico sulle Borse, Ansa. URL consultato il 24 giugno 2016.


  6. ^ abCandidati all'adesione all'Unione europea - Commissione europea


  7. ^ = en&pcode=tps00001 Popolazione degli Stati dell'Unione europea - Eurostat


  8. ^ Densità di popolazione negli Stati dell'Unione europea - Eurostat


  9. ^ (EN) Eurostat - Gross domestic product at market prices, su ec.europa.eu. URL consultato il 24 gennaio 2017 (archiviato il 5 ottobre 2016).


  10. ^ Calcolato utilizzando i dati del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.


  11. ^ Coefficiente di Gini negli Stati dell'Unione europea - Eurostat


  12. ^ Luciano Canepari, UE, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.


  13. ^ I principi fondatori dell'Unione, su europa.eu. URL consultato il 28-11-2014.


  14. ^ (EN) All Nobel Peace Prizes Archiviato il 29 gennaio 2017 in Internet Archive.


  15. ^ Franco Cardini, Europa: le radici e la storia, su laricerca.loescher.it, 2017. URL consultato il 12 marzo 2018.


  16. ^ Carlo Magno e l’Europa (PDF), su online.scuola.zanichelli.it. URL consultato il 12 marzo 2018.


  17. ^ abcd(EN) Why we need a United States of Europe now, su europa.eu. URL consultato il 12 marzo 2018.


  18. ^ La Storia dell'Unione europea - 1952, su europa.eu. URL consultato il 12 marzo 2018.


  19. ^ La Storia dell'Unione europea - 1957, su europa.eu.


  20. ^ La Storia dell'Unione europea - 1965, su europa.eu. URL consultato il 12 marzo 2018.


  21. ^ La Storia dell'Unione europea - 1973, su europa.eu. URL consultato il 12 marzo 2018.


  22. ^ La Storia dell'Unione europea - 1979, su europa.eu. URL consultato il 12 marzo 2018.


  23. ^ (EN) La Storia dell'Unione europea - 1992, su europa.eu. URL consultato il 16 marzo 2018.


  24. ^ (EN) La Storia dell'Unione europea - 1995, su europa.eu. URL consultato il 16 marzo 2018.


  25. ^ (EN) La Storia dell'Unione europea - 2002, su europa.eu. URL consultato il 16 marzo 2018.


  26. ^ ab La Storia dell'Unione europea - 2007, su europa.eu. URL consultato il 20 marzo 2018.


  27. ^ La Storia dell'Unione europea - 2012, su europa.eu. URL consultato il 20 marzo 2018.


  28. ^ La Storia dell'Unione europea - 2013, su europa.eu. URL consultato il 20 marzo 2018.


  29. ^ La Storia dell'Unione europea - 2017, su europa.eu. URL consultato il 20 marzo 2018.


  30. ^ C'è l'ok dei 28, anche l'Albania candidata all'ingresso nell'Ue, in La Stampa, 24 giugno 2014. URL consultato il 24 giugno 2014 (archiviato il 25 giugno 2014).


  31. ^ (EN) Population structure and ageing - Statistics Explained, su ec.europa.eu. URL consultato il 25 maggio 2018.


  32. ^ Popolazione della Contea Grande Londra suddivisa in 33 municipalità ognuna con proprio sindaco.


  33. ^ Dati al 31 dicembre 2009, su statistik-portal.de. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2017).


  34. ^ Suddivisa in 21 distretti che hanno valenza di comuni con ognuno un proprio assessore che in Spagna ha la valenza di sindaco.


  35. ^ Dato Istat al 30-11-2012 Archiviato il 25 settembre 2013 in Internet Archive. - Popolazione residente al 30 novembre 2012


  36. ^ La popolazione si riferisce alla città somma di 20+2 arrondissement, ognuno con un proprio sindaco. Populations légales 2009 de la commune Archiviato il 7 novembre 2012 in Internet Archive.


  37. ^ Simile a Roma, la capitale austriaca è suddivisa in 23 distretti ognuno con un proprio presidente. 01-01-2011: Bevölkerung zu Jahresbeginn seit 2002 nach zusammengefasster Staatsangehörigkeit - Wien


  38. ^ La capitale rumena è suddivisa in 6 settori che hanno quasi lo stesso valore amministrativo di tutti quanti i comuni dello stato. (RO) Dati al 1º gennaio 2009 forniti dall'Institutul National de Statistica (XLS), su insse.ro. URL consultato l'11 giugno 2011 (archiviato il 4 giugno 2011).


  39. ^ 30-11-2011. La città è divisa in 7 municipalità (distretti) ognuna con un proprio sindaco. Copia archiviata, su statistik-nord.de. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato il 22 gennaio 2012). In: Bevölkerung am Monatsende insgesamt in Hamburg. Statistisches Amt für Hamburg und Schleswig-Holstein, 18. März 2011, abgerufen am 19. März 2011.


  40. ^ Suddivisa in 23 comuni (circoscrizioni) ognuna con un proprio sindaco. [1] - Magyarország számokban 2009 (magyar nyelven). KSH, 2010. július 16. (Hozzáférés: 2010. július 17.)


  41. ^ Suddivisa in 18 quartieri aventi lo stesso valore amministrativo di comuni ognuno con un proprio sindaco. Link ufficiale governativo di statistica: Copia archiviata (PDF), su stat.gov.pl. URL consultato il 29 settembre 2011 (archiviato il 2 settembre 2011).


  42. ^ Maria Poptcheva, Libertà di stampa nell'UE Quadro giuridico e sfide, EPRS | Servizio di ricerca parlamentare europeo, Briefing aprile 2015


  43. ^ Politica europea di vicinato e negoziati di allargamento, Commissione europea. URL consultato l'8 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2016). Parametro sconosciuto df ignorato (aiuto)


  44. ^ World Press Freedom Day 2016, UNESCO. URL consultato l'8 febbraio 2016.


  45. ^ In Irlanda vince il sì all'Europa con oltre il 67% dei voti, in Il Sole 24 Ore, 3 ottobre 2009. URL consultato il 10 maggio 2010 (archiviato il 21 maggio 2011).


  46. ^ Trattato di Lisbona, su europa.eu (archiviato l'11 gennaio 2015).


  47. ^ Klaus firma il Trattato di Lisbona - Barroso: «In vigore entro gennaio», in Corriere della Sera, 4 novembre 2009. URL consultato il 10 maggio 2010 (archiviato il 15 marzo 2010).


  48. ^ Ue entra in una nuova era, da oggi in vigore Trattato di Lisbona
    [collegamento interrotto], apcom.net, 1º dicembre 2009. URL consultato il 10 maggio 2010.



  49. ^ abcd Domande e risposte sulle competenze dell'UE e i poteri della Commissione europea, su ec.europa.eu. URL consultato il 22 marzo 2018.


  50. ^ abRipartizione delle competenze in seno all'Unione europea - europa.eu Archiviato l'8 febbraio 2012 in Internet Archive.


  51. ^ abYves Mény, in «Yves Mény e Andrew Moravcsik discutono di democrazia europea», Rivista il Mulino, n. 3 (2009), p. 460


  52. ^ (EN) Freedom in the World 2018, su freedomhouse.org. URL consultato il 16 luglio 2018.


  53. ^ Il che non impedisce che sia frequentemente denunciato il deficit di legittimazione democratica delle politiche dell'Unione, percepite come carenti di accountability: v. Olsen, Johan P., Democratic accountability and the changing European political order, European Law Journal, issn 1468-0386.


  54. ^ Eurostat Archiviato il 20 maggio 2011 in Internet Archive.


  55. ^ Quattro Motori per l'Europa, 4motors.eu. URL consultato il 10 maggio 2010 (archiviato il 28 marzo 2010).


  56. ^ ab Report for Selected Country Groups and Subjects (PPP valuation of country GDP), IMF. URL consultato il 13 giugno 2016 (archiviato il 6 agosto 2016).


  57. ^ abWorld Economic Outlook Database, April 2016 Archiviato il 23 agosto 2016 in Internet Archive., International Monetary Fund Archiviato il 17 luglio 2011 in Wikiwix.. Database updated on 12 April 2016. Accessed on 14 April 2016.


  58. ^ abEurostat - GDP per capita in purchasing power standards Archiviato il 13 novembre 2014 in Internet Archive.


  59. ^ Eurostat - Inflazione nei Paesi membri - Anno 2013 Archiviato l'8 dicembre 2014 in Internet Archive.


  60. ^ Eurostat - Data Explorer Archiviato il 29 aprile 2014 in Internet Archive.


  61. ^ Eurostat - Tasso di crescita del PIL nei Paesi membri - Anni 1990-2013 Archiviato il 23 settembre 2013 in Internet Archive.


  62. ^ Copia archiviata, su cia.gov. URL consultato il 26 febbraio 2016 (archiviato il 24 febbraio 2016).


  63. ^ Copia archiviata (PDF), su imf.org. URL consultato il 23 aprile 2016 (archiviato il 21 aprile 2016).


  64. ^ abIMF World Economic Outlook Archiviato il 13 agosto 2014 in Internet Archive.


  65. ^ CIA World Factbook Archiviato il 1º marzo 2012 in Internet Archive.


  66. ^ Il bilancio dell'Unione europea - Commissione europea - Dati 2011 Archiviato il 28 febbraio 2013 in Internet Archive.


  67. ^ Eric Cò, "Unione Europea. Mito o realtà?", p. 89.


  68. ^ Antonio Saltini, Agripower: i futuri signori del grano del Pianeta, in Spazio rurale, LI, n. 2/2006


  69. ^ Antonio Saltini, L'Asia abbandona il riso. È la più grande rivoluzione alimentare della storia, in Spazio rurale, L, n. 3/2005


  70. ^ Antonio Saltini, Un deficit confortante, una dipendenza inquietante, in Spazio rurale, XLIX, n. 8-9 2004


  71. ^ Tale valore corrisponde, a titolo di paragone, a una spesa di circa 10 euro al mese da parte di ogni cittadino dell'Unione.


  72. ^ Eric Cò, Unione Europea. Mito o realtà?, p. 90.


  73. ^ Perché non è più rinviabile una Difesa comune Archiviato il 7 marzo 2018 in Internet Archive.. Guy Verhofstadt. Il Sole 24 ore. 18 novembre 2016.


  74. ^ Verso la difesa comune Archiviato il 6 ottobre 2017 in Internet Archive.. Marco Santopadre. Contropiano. 18 novembre 2016.



Bibliografia |



  • Eric Cò, Unione Europea. Mito o realtà?, Italian University Press, Genova 2010

  • Nicoletta Di Sotto, Dalla periferia all'Europa. I partiti etnoregionalisti e l'Unione europea, 2009, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ)


  • Timothy Garton Ash, Storia del presente. Dalla caduta del muro alle guerre dei Balcani, Mondadori, Milano 2001

  • Bino Olivi, L'Europa difficile. Storia politica dell'integrazione europea, Il Mulino, Bologna 2001


  • Sabino Cassese, Democrazia e Unione europea, in “Giornale di Storia costituzionale”, 2002, n. 3, pp. 9–16.


  • Sabino Cassese, L’Unione europea come organizzazione pubblica composita, in “Rivista Italiana di Diritto Pubblico Comunitario”, 2000, n. 5, pp. 987–992.


  • Sabino Cassese, Crisi dell'Unione Europea?, Nuova antologia : 613, 2271, 3, 2014, Firenze (FI) : Le Monnier, 2014.

  • Girolamo Strozzi e Roberto Mastroianni, Diritto dell'Unione Europea. Parte istituzionale, 7ª edizione, Giappichelli, ottobre 2016, ISBN 978-88-921-0528-7.



Voci correlate |




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Collegamenti esterni |






  • (BGCSDADEETELENESFRGAHRITLTLVHUMTNLPLPTROSKSLFISV) Sito ufficiale, su europa.eu. Modifica su Wikidata


  • (EN) Unione europea, su nobelprize.org, Nobel Media AB. Modifica su Wikidata


  • (EN) Unione europea, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • (EN) Documenti relativi alla storia dell'Unione europea consultabili presso gli Archivi storici dell'UE a Firenze.


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