Consumismo




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Frontespizio de La favola delle api di Bernard Mandeville, poemetto satirico del 1703 tra i primi a trattare il tema del consumo di massa


Il consumismo è un fenomeno economico-sociale tipico delle società industrializzate che consiste nell'acquisto indiscriminato di beni di consumo da parte della massa, suscitato ed esasperato dall'azione delle moderne tecniche pubblicitarie, per lo più inclini a far apparire come reali bisogni fittizi, al solo scopo di allargare continuamente la produzione.


In sociologia il termine descrive gli effetti dell'identificazione, vera o presunta, della felicità personale con l'acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali, generalmente favorito dalla moda o dall'eccessiva pubblicità.


Il consumismo può essere controllato attraverso moderne tecniche di mercato, come ad es. l'obsolescenza programmata. È associato spesso con le critiche al consumo a partire da Karl Marx e Thorstein Veblen; è su questo principio che si basa la società di massa.




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Il consumismo nel cinema


  • 3 Note


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti


  • 6 Collegamenti esterni





Storia |








Il filosofo Karl Marx già aveva individuato nel capitalismo una tendenza al consumo che aveva chiamato «feticismo della merce». Nella teoria marxiana del valore le merci, da pure e semplici cose, prodotto del lavoro umano, assurgono al ruolo di rapporto sociale, e in modo simmetrico, i rapporti sociali fra gli uomini assumono l'aspetto, nello scambio, di rapporti tra cose.[1]


Per vedere il consumismo come fenomeno di massa bisognerà aspettare circa un secolo. Subito dopo la seconda rivoluzione industriale, negli Stati inerenti a questa rivoluzione, si iniziarono a comprare non solo beni di prima necessità ma anche prodotti secondari e persino superflui, come prodotti di bellezza, profumi, saponi, etc.


È rimasta celebre la definizione di consumismo espressa negli anni cinquanta dall'economista americano Victor Lebow:



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«La nostra economia incredibilmente produttiva ci richiede di elevare il consumismo a nostro stile di vita, di trasformare l'acquisto e l'uso di merci in rituali, di far sì che la nostra realizzazione personale e spirituale venga ricercata nel consumismo. [...] Abbiamo bisogno che sempre più beni vengano consumati, distrutti e rimpiazzati ad un ritmo sempre maggiore. Abbiamo bisogno di gente che mangi, beva, vesta, viaggi, viva, in un consumismo sempre più complicato e, di conseguenza, sempre più costoso. Gli utensili elettrici domestici e l'intera linea del fai-da-te sono ottimi esempi di consumo costoso.[2]»




Negli anni sessanta, l'economia degli Stati Uniti e dei paesi dell'Europa occidentale, Italia inclusa, attraversò un periodo di espansione. Questo fenomeno, unito alla promulgazione di leggi che, ispirate dal Welfare state britannico, ebbero l'effetto di diminuire le diseguaglianze economiche, fece raggiungere ai paesi occidentali un grado di prosperità fino ad allora sconosciuto. Vi fu un arricchimento generale, testimoniato dall'aumento della domanda di generi alimentari e dei beni di consumo (automobili, elettrodomestici, televisori, vestiti, etc...).


Ma il mantenimento di questa prosperità era strettamente legato alla continua espansione della domanda di beni, vale a dire al loro consumo. Perciò i cittadini cominciarono a essere indotti, in primo luogo dalla pubblicità, ad acquistare sempre di più, anche usando il mezzo delle rate e delle cambiali. Fu così che molte persone, anche se non benestanti, iniziarono ad acquistare beni che non servivano più a soddisfare bisogni precisi e reali, ma il cui possesso li faceva sentire al passo con i tempi. Ebbe inizio, in altre parole, quel fenomeno che fu detto consumismo e che dura tutt'oggi.
La contestazione giovanile che si ebbe nel 1968 attaccava anche il consumismo; infatti i giovani lo definivano una società fondata solo su beni materiali.


Il consumismo fu aiutato dalla diffusione di strumenti di credito al consumo, tra cui la carta di credito, i quali consentivano di acquistare beni pur non avendo il denaro necessario per l'acquisto.


Una teoria economica odierna che si propone di colpire fortemente il consumismo è la fiscalità monetaria, basata sull'accollamento delle spese pubbliche sugli scambi commerciali (e quindi sul consumo) anziché sui redditi.



Il consumismo nel cinema |


Tra i film esistenti che trattano temi legati al consumismo possiamo citare Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, Fight Club di David Fincher, Zombi di George A. Romero, 2022: i sopravvissuti di Richard Fleischer, del 1973, tratto dal libro di Harry Harrison Largo! Largo! del 1966, in maniera velata Daybreakers - L'ultimo vampiro dei fratelli Spierig e
Essi vivono di John Carpenter. Trainspotting, tratto dall'omonimo romanzo di Irvine Welsh.



Note |




  1. ^ Fredy Perlman, Il feticismo delle merci. Saggio su Marx e la critica della economia politica, Milano, Lampugnani Nigri, 1972.


  2. ^ Our enormously productive economy demands that we make consumption our way of life, that we convert the buying and use of goods into rituals, that we seek our spiritual satisfactions, our ego satisfactions, in consumption. [The measure of social status, of social acceptance, of prestige, is now to be found in our consumptive patterns. The very meaning and significance of our lives today expressed in consumptive terms. The greater the pressures upon the individual to conform to safe and accepted social standards, the more does he tend to express his aspirations and his individuality in terms of what he wears, drives, eats- his home, his car, his pattern of food serving, his hobbies. These commodities and services must be offered to the consumer with a special urgency. We require not only “forced draft” consumption, but “expensive” consumption as well.] We need things consumed, burned up, worn out, replaced, and discarded at an ever increasing pace. We need to have people eat, drink, dress, ride, live, with ever more complicated and, therefore, constantly more expensive consumption. The home power tools and the whole “do-it-yourself” movement are excellent examples of “expensive” consumption.



Voci correlate |



  • Consumo critico

  • Consumo ostentativo

  • Bene Veblen

  • Obsolescenza pianificata

  • Capitalismo



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Consumismo, di Fabio Massimo Parenti, dal sito online della Enciclopedia Italiana - Treccani











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