Repubblica Democratica del Congo




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando l'ex colonia francese, vedi Repubblica del Congo.























































































































































Repubblica Democratica del Congo












Repubblica Democratica del Congo – Bandiera

Repubblica Democratica del Congo - Stemma

(dettagli)

(dettagli)

Giustizia - Pace - Lavoro


Repubblica Democratica del Congo - Localizzazione

Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica Democratica del Congo
Nome ufficiale
République démocratique du Congo

Lingue ufficiali

francese
Altre lingue

lingala

Capitale

Kinshasa  (11 855 000 ab. / 2017)
Politica

Forma di governo

Repubblica semipresidenziale

Presidente

Felix Tshisekedi

Primo ministro

Bruno Tshibala
Indipendenza
30 giugno 1960 dal Belgio
Ingresso nell'ONU
20 settembre 1960
Superficie

Totale
2.345.410 km² (11º)
% delle acque
3,3%
Popolazione

Totale
81.680.000[1] ab. (2015) (19º)

Densità
33 ab./km²
Tasso di crescita
2,579% (2012)[2]

Nome degli abitanti
congolesi
Geografia

Continente

Africa
Confini

Repubblica Centrafricana, Sudan del Sud, Uganda, Ruanda, Burundi, Tanzania, Zambia, Angola, Repubblica del Congo

Fuso orario

UTC +1, UTC +2
Economia

Valuta

Franco congolese

PIL (nominale)
42 056 milioni di $ (2016) (112º)

PIL pro capite (nominale)
499 $ (2016) (186º)

PIL (PPA)
68 691 milioni di $ (2016) (110º)

PIL pro capite (PPA)
816 $ (2016) (186º)

ISU (2015)
0,433 (basso) (176º)

Fecondità
5,7 (2011)[3]
Consumo energetico
0,011 kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166

CD, COD, 180

TLD

.cd

Prefisso tel.
+243

Sigla autom.
CGO

Inno nazionale

Debout Congolais

Festa nazionale
30 giugno

Repubblica Democratica del Congo - Mappa

Evoluzione storica
Stato precedente

Zaire Zaire
 

Coordinate: 2°52′48″S 23°39′21.6″E / 2.88°S 23.656°E-2.88; 23.656


La Repubblica Democratica del Congo (detta anche Congo, Congo-Kinshasa o ex Congo belga) è uno Stato dell'Africa centrale.


Il nord del paese è una delle più grandi aree di foresta equatoriale al mondo; la zona orientale costeggia il grande rift est-africano, area di montagne, di colline, di grandi laghi, ma anche di vulcani. Il sud e la zona centrale, area di savana alberata, forma un altopiano ricco di minerali. Nella parte estrema ad ovest, in una quarantina di chilometri a nord della foce del fiume Congo si sviluppa la costa sull'Oceano Atlantico.


È il paese francofono più popoloso, avendo una popolazione stimata di 82 milioni di abitanti. Varie centinaia di diverse etnie nere africane formano la popolazione del paese. La sua economia è principalmente del settore primario (agricoltura ed estrazione mineraria). Il paese possiede delle immense risorse naturali. Il francese è la lingua ufficiale e quattro lingue bantu (kikongo, lingala, tshiluba, swahili) sono riconosciute lingue nazionali.


Dal 1908 al 1960 questa antica colonia è stata chiamata «Congo belga», come anche «Congo-Léopoldville» dal nome della sua capitale (Léopoldville fino al 1966, data del cambio di denominazione della capitale in Kinshasa). Dal 1971 al 1997 è stata ufficialmente nota col nome di Zaire.




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 Il Regno del Congo


    • 1.2 Lo Stato Libero del Congo (1885-1908)


    • 1.3 Il Congo Belga (1908-1960)


    • 1.4 L'indipendenza (1960) e la crisi del Congo (1961-65)


    • 1.5 Lo Zaire nell'era Mobutu (1965 - 1996)


    • 1.6 La Prima guerra del Congo (1996-1997)


    • 1.7 La Seconda guerra del Congo (1998-2003)


    • 1.8 La ricostruzione e il Conflitto del Kivu


    • 1.9 La situazione della Repubblica Democratica del Congo oggi




  • 2 Geografia


    • 2.1 Idrografia


    • 2.2 Clima




  • 3 Popolazione


    • 3.1 Demografia


    • 3.2 Etnie


    • 3.3 Lingue


    • 3.4 Religioni




  • 4 Ordinamento dello Stato


    • 4.1 Suddivisione amministrativa


    • 4.2 Città principali




  • 5 Istituzioni


    • 5.1 Politica


    • 5.2 Istruzione


    • 5.3 Sanità


    • 5.4 Difesa




  • 6 Economia


  • 7 Arte


  • 8 Ambiente


    • 8.1 Flora


    • 8.2 Fauna


    • 8.3 Parchi nazionali




  • 9 Tradizioni


  • 10 Note


  • 11 Bibliografia


  • 12 Voci correlate


  • 13 Altri progetti


  • 14 Collegamenti esterni





Storia |



Il Regno del Congo |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Regno del Congo.




Il Regno del Congo nel 1711




L'area che porta oggi il nome di Repubblica Democratica del Congo è popolata da circa 80.000 anni, lo dimostra il ritrovamento del 1988 a Katanda di arpioni Semliki, uno dei più antichi arpioni spinati mai trovati, si ritiene sia stato utilizzato per la cattura del pesce gatto gigante.[4][5][6]


Tra il VII e l'VIII secolo vi si insediarono tribù bantu provenienti dall'attuale Nigeria. Queste popolazioni diedero luogo a un certo numero di regni, che nel XIV secolo furono unificati nel potente Regno del Congo, che nel suo momento di massima espansione controllava un territorio che si estendeva dall'Oceano Atlantico a ovest fino al fiume Kwango a est, e dal fiume Congo a nord fino al fiume Kwanza a sud.


Nel XV secolo i Portoghesi entrarono in contatto con il Regno del Congo. Un esploratore veneziano al servizio del Portogallo, Alvise Cadamosto, tracciò nel XV secolo una prima mappa della regione che fu poi esplorata in modo sistematico e cartografata dall'inglese Henry Morton Stanley che risalì l'intero tracciato del fiume Congo.


Il Regno del Congo passò a tempi alterni dalla sfera di influenza del Portogallo a quella dei Paesi Bassi, la sua fine fu formalizzata dalla Conferenza di Berlino del 1884-1885, in cui la regione venne assegnata al re del Belgio Leopoldo II.



Lo Stato Libero del Congo (1885-1908) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Stato Libero del Congo.




La bandiera dello Stato Libero del Congo (dal 1877)




Leopoldo II del Belgio fece del paese una sua proprietà personale e gli diede il nome di Stato Libero del Congo, assumendo per sé il titolo di Sovrano del Congo. La popolazione indigena venne impiegata soprattutto nella raccolta di caucciù. Questa produzione fece la fortuna di Leopoldo, che in onore del Congo fece costruire molti edifici a Bruxelles e a Ostenda.


L'attività di raccolta della gomma si svolgeva tramite il più spietato sfruttamento della manodopera indigena, basato su un regime di terrore e di violenza indiscriminata che si avvaleva anche di truppe mercenarie al servizio del Sovrano. La mortalità e i crimini raggiunsero livelli altissimi in quel periodo. Sorsero così voci di protesta: in particolare, l'Associazione per la riforma del Congo (CRA), fondata nel 1904 dal giornalista inglese E.D. Morel, diede vita ad un grande movimento di opinione che coinvolse migliaia di persone sia in Europa che negli Stati Uniti d'America, a cui si unirono anche personalità come Mark Twain, Sir Arthur Conan Doyle e il diplomatico britannico Roger Casement, che in un rapporto aveva condannato i metodi praticati in Congo. La struttura governativa dello Stato Libero appariva decisamente inadeguata alle dimensioni del Paese, ormai fuori controllo, sicché nel 1908 Leopoldo II inserì il Congo nel novero delle colonie belghe, rinunciando a un impraticabile possesso privato.



Il Congo Belga (1908-1960) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Congo Belga.




Stemma del Congo Belga




Il Congo Belga divenne così una colonia vera e propria. Questo diede origine a un forte afflusso di coloni dall'Europa, che si insediarono principalmente sulla costa. Nel 1924 la Società delle Nazioni affidò al Belgio come mandato il Ruanda-Urundi che venne annesso al Congo e ne divenne la settima provincia; la colonia aveva ormai un territorio vastissimo e ricco di risorse boschive, giacimenti di diamanti, avorio e altro.


Lo Stato belga si occupò in prima istanza di applicare politiche d'intervento per la costruzione di aeroporti, ferrovie, strade. La vastità del territorio del bacino del fiume Congo da controllare portò a decentralizzare le strutture amministrative. Alcuni esponenti delle innumerevoli etnie congolesi, tra cui Simon Kimbangu, si opposero all'attività della potenza coloniale belga, mentre altri gruppi restarono molto fedeli agli europei.


Con l'avvento delle indipendenze africane causata dall'impossibilità delle potenze europee di mantenere costosissimi imperi coloniali, la situazione degenerò e le lotte intestine si moltiplicarono. Il Belgio non aveva più la capacità di gestire direttamente un territorio così vasto e complesso.



L'indipendenza (1960) e la crisi del Congo (1961-65) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi del Congo.



La bandiera del Congo 1960-63




Controllo territoriale in Congo (1960-61)

      Governo nazionale (Léopoldville)

     Governo rivale (Stanleyville)

     Stato del Sud Kasai (Autonomo)

     Katanga (de facto indipendente)






La bandiera del Congo 1966-71


Nel 1959, dopo aver lasciato il paese per sottrarsi alla prigione, Patrice Émery Lumumba, uno dei protagonisti della lotta per l'indipendenza del paese, decise di partecipare alla Conferenza di Bruxelles sul Congo (20 gennaio - 20 febbraio 1960), riuscendo ad imporsi come uno dei protagonisti di primo piano.


Temendo una guerra d'indipendenza come quella che ancora infiammava l'Algeria, il governo decise di ritirarsi, concedendo l'indipendenza al Congo il 30 giugno 1960. Lumumba divenne primo ministro. Inizialmente egli valutò la possibilità di trasformare il Congo in uno Stato federale, coerentemente con la complessità demografica ed etnica del territorio, ma questa ipotesi venne poi accantonata per difficoltà di carattere politico-militare.


Nel frattempo l'esercito, al cui comando erano rimasti ufficiali belgi, si fece talmente caotico che buona parte del personale di alto grado preferì ritirarsi, svuotando l'impalcatura amministrativa dell'esercito, sempre più in mano a caporioni locali.


Negli stessi anni spinte autonomistiche si manifestavano nel bacino minerario della provincia di Katanga, represse nel sangue dal governo indipendentista.


Il governo belga inviò le proprie truppe per proteggere i connazionali che rientravano proprio mentre Lumumba si rivolgeva all'ONU. La questione si inserì nel gioco della guerra fredda e Stati Uniti d'America, con le proprie multinazionali economiche, e URSS, con le proprie multinazionali politiche, tentarono di lusingare il Congo. Lumumba appariva più orientato verso l'allineamento con l'Unione Sovietica, ma l'ingovernabilità del Congo fece sì che l'esercito prendesse il sopravvento. Emerse il colonnello Mobutu, che fece arrestare e condannare a morte Lumumba. Questi riuscì in un primo tempo a fuggire, ma, nuovamente catturato, fu infine giustiziato nel gennaio 1961.


Mobutu restituì il potere nelle mani di Kasavubu e, dopo un periodo di transizione durante il quale il Paese aveva visto un primo dispiegamento di truppe delle Nazioni Unite (la missione MONUC), nel luglio del 1964 Kasavubu costituì un governo di unità nazionale. A Moise Ciombe (o Tshombé), che in passato era stato uno dei leader della secessione del Katanga, venne affidato il compito di guidare il governo.


Tra Tshombe e Kasavubu si aprì una lotta politica per la leadership del Paese, che portò a una sostanziale inattività sia sul fronte economico che su quello del controllo interno. L'amministrazione Johnson, nuovamente preoccupata dai disordini che, oltre a poter aprire una nuova crisi internazionale - in concomitanza con l'escalation in Vietnam - assolutamente da evitare, avrebbe, a suo modo di vedere, aperto le porte ad un'infiltrazione sovietica. Per questo motivo il governo statunitense decise di rivolgersi nuovamente a Mobutu, che il 25 novembre del 1965 spodestò Kasavubu.



Lo Zaire nell'era Mobutu (1965 - 1996) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Zaire e Mobutu Sese Seko.



La bandiera dello Zaire


Mobutu Sese Seko, già capo di stato maggiore dell'esercito nel 1961, raggiunse in breve tempo il potere assoluto. Nel 1965 destituì Joseph Kasa-Vubu, capo di Stato ormai privo d'ogni potere, inaugurando un regime lunghissimo e caratterizzato da un forte culto della personalità e da ambizioni notevoli in politica estera. Già nel 1965, con l'esecuzione di cinque ministri del suo governo accusati di alto tradimento (eseguita nello stadio di Kinshasa/Leopoldville e trasformata in un macabro spettacolo), Mobutu mostrò il suo modo di intendere le cose: ogni atto governativo o giudiziario deve essere presentato al popolo come dimostrazione di potenza dello Stato.


Assunto il titolo ufficiale di Maresciallo-Presidente, con poteri assoluti, Mobutu organizzò un proprio partito unico, il Movimento Popolare della Rivoluzione (MPR), col compito di dare un nuovo volto culturale al Paese, basato sulla tradizione e sulle consuetudini locali. Nel 1971 lo Stato venne ribattezzato "Zaire", riprendendo antiche toponomastiche. Nello stesso periodo il Lago Alberto venne ribattezzato "Lago Mobutu Sese Seko". Il cristianesimo fu fortemente avversato dallo Stato, a vantaggio del tradizionale animismo.


Mobutu impose a tutti gli zairesi di assumere un nome tradizionale tribale: egli stesso si rinominò Mobutu Sese Seko Koko Ngbendu Wa Zabanga ("Mobutu il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo"). Nel frattempo il governo divenne ancora più nettamente autoritario, e nel 1969 una rivolta studentesca fu repressa nel sangue.


In politica estera Mobutu strinse relazioni particolarmente buone con la Romania di Nicolae Ceaușescu, suo amico personale, ma riuscì anche ad accattivarsi la simpatia degli Stati Uniti. Amante degli eventi grandiosi, il 30 ottobre 1974 organizzò a Kinshasa il più famoso incontro della storia del pugilato, il "Rumble in the Jungle" in cui si sfidarono Muhammad Ali e George Foreman. Negli anni ottanta Mobutu divenne alleato della Francia. Con la fine della guerra fredda, che Mobutu aveva sfruttato per dare al suo paese il ruolo di "ago della bilancia" nel continente africano, la crisi politica interna si fece sempre più grave. Nel 1990 Mobutu si rassegnò ad accettare la presenza di un Parlamento multipartitico al proprio fianco e a condividere il potere con il presidente del Parlamento stesso.



La Prima guerra del Congo (1996-1997) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra del Congo.



La bandiera del Congo 1997-2006


Ma questo non risolse la crisi, che infine venne decisa dall'attacco di forze ribelli ruandesi ed ugandesi coalizzate sotto il comando di Laurent-Désiré Kabila. Nel 1996 le sue forze furono sopraffatte dal nemico e Mobutu, ormai stanco e malato, dovette fuggire in Marocco, dove morì nel 1997.


Nel 1997 il generale Laurent-Désiré Kabila, vittorioso nella guerra civile, si proclamò Presidente assoluto, governando per decreti e instaurando al potere il proprio clan in sostituzione di quello del suo rivale ormai defunto. Kabila ridiede allo Zaire il nome di Congo, riprendendo la vecchia bandiera dello Stato Libero, con qualche lieve modifica.



La Seconda guerra del Congo (1998-2003) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra del Congo.



La bandiera della Repubblica Democratica del Congo, dal 2006


Nel 1998 ribelli Tutsi, organizzati in gruppi armati, iniziarono una dura lotta contro le fazioni fedeli al presidente Kabila, spalleggiato dagli eserciti di Angola, Namibia e Zimbabwe. Una "guerra mondiale africana", come è stata definita, che vide combattersi sul territorio congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale. Il Congo si è così ritrovato diviso in una parte orientale controllata dai ribelli e una occidentale ancora in mano alle truppe di Kabila. Almeno 350 000 furono le vittime dirette di questo conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto.


Nel 2001 Kabila fu assassinato. Gli successe il figlio trentenne Joseph Kabila.




Le linee del fronte nel 2003



La ricostruzione e il Conflitto del Kivu |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Conflitto del Kivu.



Carta dei risultati delle Elezioni Presidenziali del 2006 (blu: Bemba; rosso: Kabila)


Dal 2004 al 2008 si aprì una grave crisi tra il governo e i ribelli di Laurent Nkunda nel Kivu Nord e nel Sud Kivu. Nonostante un trattato di pace a gennaio, a fine ottobre 2008 il Conflitto del Kivu è riscoppiato in tutta la sua intensità, vedendo anche l'intervento del Fronte di Liberazione del Ruanda, di una missione ONU (la MONUC), dei regionali Mai-Mai, e degli eserciti stranieri di Angola e Zimbabwe.


Le prime elezioni multipartitiche in 45 anni, previste per l'aprile 2006, si sono protratte fino a luglio per concludersi con il ballottaggio del 31 ottobre 2006 tra Jean-Pierre Bemba e Joseph Kabila, che si è concluso con la vittoria di Kabila.


Il 25 novembre 2008 l'Osservatorio per i Diritti Umani HRW accusava il governo di Joseph Kabila di aver soppresso deliberatamente più di 500 oppositori politici dal 2006.



La situazione della Repubblica Democratica del Congo oggi |


La Repubblica Democratica del Congo continua a vivere in un clima particolarmente instabile. Se da una parte la zona occidentale del paese, ivi compresa la capitale Kinshasa, non è più teatro di scontri e manifestazioni violente, nelle province del Nord e Sud Kivu persiste la presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali, i quali effettuano incursioni e razzie con conseguenti massacri di civili.


Nonostante questa situazione nella Repubblica Democratica del Congo la maggior parte delle morti non è provocata dalle violenze del conflitto in corso nel paese africano, ma piuttosto dalla malnutrizione e dagli evitabili disagi dovuti al collasso delle strutture sanitarie. Si calcola che la crisi che affligge la Repubblica Democratica del Congo uccida 38.000 persone ogni mese, 4.000.000 dall'inizio del conflitto.






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Lo stesso argomento in dettaglio: Conflitto dell'Ituri.

Dopo un anno di relativa stabilità, nell'autunno del 2008 sono riesplosi gli scontri tra l'esercito regolare (FARDC) e le milizie del CNDP (Congrès National pour la Défense du Peuple) del generale Laurent Nkunda (tutsi filo-rwandesi) e che hanno provocato oltre 250.000 sfollati nel Nord Kivu e nelle province confinanti. Nel gennaio del 2009 le parti in lotta hanno improvvisamente trovato un accordo, anche a causa della sostituzione di Laurent Nkunda con il suo luogotenente Bosco Ntaganda, in seguito al quale è scattata un'operazione congiunta FARDC/CNDP/Esercito Rwandese contro il FPLR (fuoriusciti hutu) nei pressi del Lago Edoardo (Nord Kivu).


Nonostante il fragile accordo la situazione resta comunque molto tesa, sia a causa del protrarsi delle operazioni militari, sia perché gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno dimostrato l'incapacità delle FARDC (e della MONUC) di mantenere l'ordine nell'Est del paese, incoraggiando diversi raggruppamenti minori a riprendere la lotta armata contro il Governo Centrale.
Nel distretto dell'Haut Uélé è ripresa (novembre 2008) l'attività dei ribelli ugandesi del LRA, che hanno attaccato diversi centri urbani di medie dimensioni (Dungu, Doruma, Faradje) provocando l'esodo di circa 100.000 sfollati. Anche in questo caso è scattata un'operazione congiunta FARDC/UPDF (l'esercito ugandese) contro i ribelli, conclusasi il 14 marzo 2009 senza risultati concreti per la sicurezza della regione (si segnalano infatti nuovi attacchi del LRA).
La MONUC, che dispiega in RDC circa 17.000 effettivi, è rimasta tagliata fuori sia dalla gestione della crisi sia dalle operazioni anti-guerriglia che sono state organizzate a inizio 2009. È in corso un riposizionamento di alcuni reparti dall'Ituri e da altre regioni ritenute relativamente tranquille verso il Kivu e l'Haut Uélé.

Le elezioni presidenziali del 28 novembre 2011, svoltesi in un clima di grande tensione e con forti ombre sulla loro regolarità, hanno visto la vittoria di Joseph Kabila. Il Presidente uscente si è imposto con il 48,95% dei voti contro il 32,33% ottenuto di Étienne Tshisekedi[7]. Il mandato del presidene Kabila è scaduto nel 2016, tuttavia le elezioni sono state rimandate fino al 30 dicembre 2018[8]. Esse sono state vinte da Felix Tshisekedi[9].



Geografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Repubblica Democratica del Congo.




Provincia del Kivu Nord




Il vulcano Nyiragongo


La Repubblica Democratica del Congo presenta un territorio ampiamente pianeggiante, con vaste pianure e paludi, grazie al bacino del fiume Congo che tiene alta l'umidità; le zone montuose non sono molto elevate, a eccezione del monte Ruwenzori (5119 m), e su tutta la catena montuosa presente ad est.
Nel sud-est si trovano i monti Mitumba, con altezze non molto elevate.
Si affaccia sull'Oceano Atlantico per un breve tratto e solo tre cittadine si affacciano sul mare (Banana, Muanda, Nisiamfumu).



Idrografia |


Il fiume Congo (chiamato anche Zaire) nasce circa nel punto di incontro tra la catena dei monti Mitumba e quella dei Rilievi Meridionali. Prima si dirige per oltre 1000 km verso nord; poi devia verso ovest con un'ampia curva e attraversa un tratto pianeggiante, dove la corrente rallenta e le sponde diventano paludose; nel terzo tratto si dirige in direzione sud-ovest verso l'oceano e riceve le acque di grandi affluenti. In questo tratto terminale bagna due capitali, Kinshasa e Brazzaville, scende di quota con le cascate Livingstone e sfocia con un lungo estuario nell'Atlantico.



Clima |


Fatta eccezione per la zona degli altopiani, il clima del paese è caldo-umido, con temperature medie di circa 27 °C nella depressione centrale e punte estreme in febbraio, il mese più caldo in assoluto; sopra i 1.500 m la media scende a 19 °C. Le precipitazioni raggiungono una media annua di 1.520 mm al nord e 1.270 mm al sud, con frequenze abbondanti, tra aprile e novembre, a nord dell'equatore e, tra ottobre e maggio, a sud.



Popolazione |



Demografia |



La popolazione è quintuplicata nell'ultimo mezzo secolo, passando dai 16,5 milioni del 1960 agli oltre 80 milioni attuali (dati dell'United States Census Bureau). Fra meno di 10 anni - nel 2025 - gli abitanti della Repubblica congolese ammonteranno, secondo le proiezioni dell'US Census Bureau, a 100 milioni.




Popolazione della DRC in migliaia di abitanti



Etnie |


In maggioranza neri Bantu, suddivisi in circa 300 tribù.
Da segnalare in particolare:




  • Teke 267.000 sono stanziati nella provincia di Bandundu e nella città-provincia di Kinshasa.

  • Twa

  • Hutu

  • Ngbandi

  • (Ana)Mongo

  • Baluba


I bianchi congolesi, peraltro pochissimi, data la situazione costantemente caotica del paese sono praticamente assenti sin dagli anni settanta.



Lingue |




Maggioranza di lingue Bantu nel Congo


La lingua ufficiale del Congo-Kinshasa è il francese.
Essa è usata come lingua etnicamente neutrale e come lingua franca di comunicazione tra i differenti gruppi etnici del paese. Secondo un sondaggio commissionato nel 2014 dall'OIF, 33 milioni di congolesi (il 47% della popolazione) erano in grado di leggere e scrivere in francese.[10] A Kinshasa il 67% della popolazione era in grado di leggere e scrivere in francese e il 68,5% di parlarlo e capirlo.[10] Si stima che le lingue parlate nella Repubblica democratica del Congo siano in totale 242. Di queste, soltanto 4 hanno lo status di lingue nazionali sin dai tempi dello Stato Libero: kikongo, lingala, tshiluba e swahili. Tra le altre lingue parlate nel territorio nazionale vi è il Barambu con le cosiddette varianti Abarambo, Amiangba, Amiangbwa, Balambu, Barambo, Duga.


Il lingala è stato dichiarato lingua ufficiale dell'esercito sotto Mobutu, ma dalle ribellioni dell'esercito nell'Ovest si usa anche lo swahili.



Religioni |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica nella Repubblica Democratica del Congo.

L'86% della popolazione è di religione cristiana (41% cattolici, 31,6% protestanti e 13,4% altri cristiani tra i quali spicca per importanza particolare il Kimbanguismo). Il 10,7% dei congolesi è legato a credenze tradizionali (religioni animiste). Il restante 3,3% degli abitanti è musulmano (1,4%) o crede in altre religioni minori.[11]



Ordinamento dello Stato |



Suddivisione amministrativa |




Province del nuovo ordinamento


La Repubblica Democratica del Congo è suddivisa in province (prima del 1998: regioni). Le province (fatta eccezione per quelle costituite da solo territorio urbano, come Kinshasa) sono suddivise in distretti (district), a loro volta costituiti da territori (territoire). Vi sono inoltre le città (ville), entità indipendenti dai distretti, che possono essere ulteriormente suddivise in comuni (commune)[12].


L'articolo 2 della nuova costituzione, approvata con il referendum del 2005 ed entrata in vigore nel febbraio del 2006, prevede una nuova suddivisione del paese in 25 province, a cui si aggiunge la città/provincia di Kinshasa (articolo 2). La nuova suddivisione amministrativa è in vigore dal febbraio 2009, anche se rimane ancora sulla carta.




Province fino al 2009


L'ordinamento fino al 2009 prevedeva una suddivisione in 11 province:







































































































N° su mappa Provincia Nome ufficiale Popolazione[13]
Area (km²) Capoluogo
1 Bandundu Bandundu 5.201.000 295.658
Bandundu
2 Basso Congo Bas-Congo 2.835.000 53.920
Matadi
3 Equatore Équateur 4.820.000 403.292
Mbandaka
4 Kasai Occidentale Kasai-Occidental 3.337.000 154.742
Kananga
5 Kasai Orientale Kasai-Oriental 3.830.000 170.302
Mbuji-Mayi
6 Katanga Katanga 4.125.000 496.877
Lubumbashi
7 Kinshasa Kinshasa 7.500.000 9.965
Kinshasa
8 Maniema Maniema 1.246.787 132.250
Kindu
9 Kivu Nord Nord-Kivu 3.564.434 59.483
Goma
10 Orientale Oriental 5.566.000 503.239
Kisangani
11 Kivu Sud Sud-Kivu 2.837.779 65.070
Bukavu


Città principali |





Kinshasa









  • Baraka


  • Bandundu (Banningville)

  • Beni

  • Boma

  • Bukama


  • Bukavu (Costermansville)

  • Bumba

  • Bunia

  • Butembo


  • Djokupunda (Charlesvilles)

  • Gemena

  • Goma


  • Ilebo (Port-Francqui)


  • Isiro (Paulis)

  • Kabinda


  • Kalemie (Albertville)

  • Kamina


  • Kananga (Luluabourg)

  • Kikwit

  • Kindu


  • Kinshasa (Léopoldville)






  • Kipushi


  • Kisangani (Stanleyville)


  • Kisantu (Inkisi)

  • Kolwezi


  • Likasi (Jadotville)

  • Lisala


  • Lubumbashi (Élisabethville)


  • Lukutu (Élisabetha)


  • Lusanga (Leverville)

  • Matadi


  • Mbandaka (Coquilhatville)


  • Mbanza-Ngungu (Thysville)


  • Moanda (Muanda)


  • Moba (Baudoinville)


  • Mobaye-Mbongo (Banzyville)


  • Mbuji-Mayi (Bakwanga)

  • Mwene-Ditu


  • Ngandajika (Gandajika)

  • Tshikapa


  • Ubundu (Ponthierville)

  • Uvira






Istituzioni |



Politica |


La nuova costituzione del 2005, oltre alla modifica delle suddivisioni amministrative, prevede l'istituzione di un sistema legislativo bicamerale composto da un Senato e da un'assemblea nazionale. L'esecutivo, interamente di nomina presidenziale, resta composto da 60 membri ed è guidato da un primo ministro.



Istruzione |


Il sistema di istruzione nella Repubblica Democratica del Congo è simile a quello del Belgio, in quanto vi sono 6 anni di scuola elementare seguiti da 6 anni di scuola secondaria. Le aeree del paese più istruite sono quelle occidentali, intorno alla capitale Kinshasa, mentre quelle meno istruite sono il Kivu Nord e il Kivu Sud, nell'est.



Sanità |


La nazione, nonostante tenti di fare progressi verso una sanità migliore, è ancora afflitta da malattie facilmente curabili ma molto infettive e mortali, come la malaria trasmessa dalla mosca tse-tse.



Difesa |


Le Forces Armées de la République Démocratique du Congo sono le forze armate a cui viene affidata la difesa della Nazione; sono formate dall'Armée Nationale Congolaise (l'esercito), dalla Force Aérienne du Congo (l'aeronautica militare) e dalla Marine du Congo (la marina militare). .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Queste forze armate contano circa 200 000 uomini ma sono molto caotiche a livello organizzativo e sono colpevoli di massacri indiscriminati e stupri contro la popolazione civile, specialmente nelle zone dell'est nazionale.[senza fonte]



Economia |




Kinshasa


La Repubblica Democratica del Congo ha uno dei PIL pro capite più bassi del mondo, nel 2012 era pari a 231 $ nominali e a 647 $ a parità di potere d'acquisto.
La sua economia, sebbene al momento dell'indipendenza nel 1960 era la seconda più industrializzata del continente dopo quella del Sudafrica, è stata per diversi anni in difficoltà, nonostante il territorio della nazione presenti ingenti risorse naturali come miniere di diamanti, rame, uranio e altri minerali, risorse concentrate maggiormente nella regione del Katanga, sfruttate però da compagnie straniere. Dal 1970 al 2005 il PIL della Repubblica Democratica del Congo è cresciuto con un tasso negativo del 3%, questo vuol dire che la sua situazione economica peggiora di anno in anno. L'economia si è deteriorata ulteriormente con il regime di estrema corruzione e cleptocrazia di Mobutu Sese Seko, che ammassò miliardi di dollari sfruttando le miniere di diamanti.


Nel 2009, grazie a investimenti internazionali in settori come l'estrazione mineraria, l'agricoltura, la ripresa all'attività delle centrali elettriche sul fiume Congo e la costruzione di infrastrutture con l'aiuto della Cina, la nazione ha segnato un aumento del PIL del 12%, il più alto del mondo di quell'anno. Nel settore primario, l'agricoltura e la pesca forniscono il contributo più significativo. L'allevamento, diffuso soprattutto nell'est della nazione, è di tipo tradizionale e quindi poco produttivo. Gli scambi commerciali interni riguardano il cacao, il caffè, il cotone, l'olio di palma, il tè, la gomma, lo zucchero e la corteccia di china. Le principali produzioni alimentari, anch'esse destinate al consumo interno, sono: la manioca, le banane, le patate dolci, il riso, il mais, il miglio e i legumi.



Arte |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura della Repubblica Democratica del Congo.

Per arte congolese si identifica la produzione inclusa in un'area estesa comprendente il Congo, sia quello un tempo definito Leopoldville sia quello Brazzaville, il Gabon, la parte meridionale del Camerun e quella settentrionale dell'Angola, delineata per affinità stilistiche, per motivazioni artistiche e per unità linguistica.[14]

Nell'arte congolese sono presenti alcune caratteristiche fondamentali, quali:



  • preferenza per la rappresentazione di figure umane, spesso coincidente con il culto degli antenati e degli eroi;

  • la mancata aderenza alle reali dimensioni umane, necessaria per evidenziare alcuni elementi anatomici, come la testa, ritenuti maggiormente significativi;

  • simmetria e frontalità;

  • enfatizzazione della staticità, che comporta la descrizione dell'attitudine raccolta e lo sprigionamento di una grande forza figurativa;

  • preponderanza per le figure isolate;

  • assenza della policromia nelle statue.

  • regole diverse ed autonome per quanto riguarda le maschere, nate per la danza ed il movimento.


Nell'ambito dell'arte congolese si distinguono varie correnti associate ai vari popoli abitanti in zone caratteristiche:




  • Fang, che si contraddistinsero per la conservazione dei teschi degli antenati dentro scatole cilindriche, al di sopra delle quali vennero realizzate sculture particolari chiamate Bieri, la cui funzione non è certa al 100%, ma che non si allontana molto da quella del guardiano delle ossa oppure dello spirito del morto oppure ancora della rappresentazione dell'antenato. Queste sculture furono tra le prime ad influenzare i pittori fauves parigini ed emanano grande forza e dignità, grazie anche alla patina nera, alla superficie curva e levigata, alla capigliatura che delinea il disegno della testa, al viso allungato ed alle dimensioni riguardevoli.[14]


  • Balumbo, noti soprattutto per le maschere di danza simbolizzanti lo spirito dei morti; alcune caratteristiche, quali gli occhi a mandorla, le labbra rosse, la capigliatura nera ed il viso bianco conferiscono all'insieme un aspetto orientaleggiante.


  • Ba Teké, apprezzati per le sculture di feticci possedenti una funzione magica. Le maschere di danza invece hanno assunto una forma geometrica decorata con temi policromi.


  • Ba Kongo, produttori di sculture di personaggi seduti in contemplazione, di figure rappresentanti il tema espressivo e spirituale della maternità, di antenati ricchi di tatuaggi ed ornamenti, di feticci ornati da elementi quali chiodi e lame infissi.


  • Ba Kuba, sviluppatori di un'arte di corte avente come tema la commemorazione di personaggi reali, quali il sovrano dal capo enorme ed il copricapo regale seduto su un trono dove è rappresentato una sua azione significativa; l'arte popolare produsse apprezzate coppe per il vino e per l'olio di palma a forma di testa umana oltre che maschere di danza di impronta cubista.


  • Ba Luba, la cui scultura si è contraddistinta per la rotondità delle forme, la prevalenza delle raffigurazioni femminili ed una cura per i dettagli, il tatuaggio e l'acconciatura.



Ambiente |


La foresta pluviale ricopre gran parte del bassopiano della Repubblica Democratica del Congo e contiene una grande varietà di specie alcune delle quali rare ed endemiche, fra queste lo scimpanzé, il bonobo, il gorilla di montagna, l'okapi. Cinque dei parchi nazionali del paese sono compresi nel patrimonio dell'umanità dell'UNESCO:
La guerra civile ha seriamente danneggiato le condizioni economiche e molti dipendenti dei parchi hanno abbandonato il lavoro. Tutti cinque i siti sono elencati nel patrimonio in pericolo.
Nell'ultimo secolo la RDC è divenuta il centro principale di quello che è chiamato il problema del bushmeat, considerato uno dei pericoli ambientali più grandi, in pratica consiste nella caccia di animali selvatici con trappole effettuata allo scopo alimentare.



Flora |





Foresta pluviale dell'Ituri


La foresta pluviale della RDC non è fitta come quella della Guinea. Le specie più diffuse sono gli alberi della cola, le palme da olio, varie specie di Ficus e di Coffea. Molto diradate sono le piante di legno pregiato come il mogano e l'ebano. La foresta pluviale si interrompe a sud per lasciare posto, sui rilievi, alla savana e alle steppe. La savana caratterizza anche i rilievi che circondano la depressione del bacino del Congo, sulle montagne occidentali si trovano tratti di foresta lungo il corso dei fiumi. Nella parte finale del Congo sono diffuse le mangrovie e le palme del genere Phoenix spinosa, nelle aree più interne è coltivata la palma da olio.



Fauna |





Parco nazionale dei Virunga


Particolarmente varia e abbondante è la fauna, tra cui si annovera il leone, l'elefante, il leopardo, lo scimpanzé, il gorilla, la rarissima specie dei bonobo, la giraffa, l'ippopotamo, la zebra, il bufalo e varie specie di rettili e di uccelli; numerosissimi gli insetti, molti dei quali portatori di malattie endemiche, come la mosca tse-tse e la zanzara Anopheles, che trasmette la malaria.



Parchi nazionali |



  • Parco nazionale dei Virunga

  • Parco nazionale del Lomami

  • Parco nazionale di Garamba

  • Parco nazionale di Kahuzi-Biega

  • Parco nazionale di Salonga



Tradizioni |


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Note |




  1. ^ Democratic Republic of the Congo IMF population estimates


  2. ^ (EN) Population growth rate, su CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2013.


  3. ^ Tasso di fertilità nel 2011, su data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.


  4. ^ (EN) Katanda Bone Harpoon Point, Smithsonian, National Museum of Natural History, 9 febbraio 2016. URL consultato il 20 marzo 2017.


  5. ^ (EN) Shanti Menon, The Slow Crawl Forward, Discover Magazine, 1º agosto 1995. URL consultato il 20 marzo 2017.


  6. ^ (EN) John E. Yellen, Barbed Bone Points: Tradition and Continuity in Saharan and Sub-Saharan Africa, su Springer Nature, African Archaeological Review, settembre 1998. URL consultato il 20 marzo 2017.


  7. ^ Congo, Kabila proclamato presidente. Per il Centro Carter si tratta di «risultati non credibili» , Il Sole 24 ORE


  8. ^ Rd Congo, elezioni: una giornata storica e caotica, Africa Rivista, 31 dicembre 2018, accesso 31 dicembre 2018


  9. ^ [https://www.repubblica.it/esteri/2019/01/20/news/congo_la_corte_rigetta_l_appello_felix_tshisekedi_e_il_nuovo_presidente_lo_sfidante_scendete_in_piazza_-217007972/?refresh_ce
    Congo, la Corte rigetta l'appello: Tshisekedi è il nuovo presidente. Lo sfidante: "Scendete in piazza"], La Repubblica, 20 gennaio 2019



  10. ^ ab Organisation internationale de la Francophonie, La langue française dans le monde 2014 (PDF), Éditions Nathan, 2014. URL consultato il 5 febbraio 2019.


  11. ^ Calendario Atlante De Agostini 2012, pag.488


  12. ^ (FR) 2 juillet 1998. - DÉCRET-LOI 081 portant organisation territoriale et administrative de la République démocratique du Congo


  13. ^ Stima del 1998


  14. ^ ab Le muse, De Agostini, Novara, Vol. III, pag.397-398



Bibliografia |



  • Calendario Atlante De Agostini 2012, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2011, pp. 486-491, ISBN 978-88-511-1599-9.

  • David Van Reybrouck, Congo, traduzione di Franco Paris, Milano, Feltrinelli, 2014, ISBN 978-88-07-49177-1.



Voci correlate |



  • Air Congo

  • Baluba

  • Croce Rossa della Repubblica Democratica del Congo

  • Radio-Télévision nationale congolaise



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |




  • Scheda della Repubblica Democratica del Congo dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI


  • I Pigmei africani Cultura e musica dei primi abitanti del Congo, con foto e note etnografiche


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