Bagnacavallo




































































































Bagnacavallo
comune



Bagnacavallo – Stemma Bagnacavallo – Bandiera
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Regione-Emilia-Romagna-Stemma.svg Emilia-Romagna
Provincia
Provincia di Ravenna-Stemma.svg Ravenna
Amministrazione
Sindaco Eleonora Proni (PD) dal 16-06-2014
Territorio
Coordinate
44°25′00.7″N 11°58′33.83″E / 44.416862°N 11.976063°E44.416862; 11.976063 (Bagnacavallo)Coordinate: 44°25′00.7″N 11°58′33.83″E / 44.416862°N 11.976063°E44.416862; 11.976063 (Bagnacavallo)
Altitudine 11 m s.l.m.
Superficie 79,58 km²
Abitanti 16 758[1](30-4-2017)
Densità 210,58 ab./km²
Frazioni Boncellino, Glorie, Masiera, Villa Prati, Rossetta, Traversara, Villanova
Comuni confinanti
Alfonsine, Cotignola, Faenza, Fusignano, Lugo, Ravenna, Russi
Altre informazioni
Cod. postale 48012
Prefisso 0545
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
039002
Cod. catastale A547
Targa RA
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Nome abitanti bagnacavallesi
Patrono san Michele Arcangelo
Giorno festivo 29 settembre
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Bagnacavallo

Bagnacavallo



Bagnacavallo – Mappa
Posizione del comune di Bagnacavallo nella provincia di Ravenna
Sito istituzionale

Bagnacavallo (Bagnacavàl in romagnolo) è un comune italiano di 16.758 abitanti della provincia di Ravenna, in Romagna, situato a circa 23 chilometri a ovest dal capoluogo, 17 km da Faenza, 30 km da Forlì, 55 km da Bologna e circa 30 km dal Mare Adriatico.




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Clima




  • 2 Storia


    • 2.1 Alto Medioevo


    • 2.2 Origine del nome attuale


    • 2.3 Basso Medioevo


    • 2.4 Età moderna


    • 2.5 XX secolo




  • 3 Monumenti e luoghi d'interesse


  • 4 Aree naturali


  • 5 Società


    • 5.1 Evoluzione demografica


    • 5.2 Popolazione


    • 5.3 Etnie e minoranze straniere


    • 5.4 Religione




  • 6 Cultura


    • 6.1 Musei e biblioteca


    • 6.2 Teatro




  • 7 Economia


  • 8 Infrastrutture e trasporti


    • 8.1 Strade


    • 8.2 Ferrovie




  • 9 Amministrazione


    • 9.1 Sindaci precedenti


    • 9.2 Gemellaggi




  • 10 Sport


    • 10.1 Società sportive




  • 11 Note


  • 12 Voci correlate


  • 13 Altri progetti


  • 14 Collegamenti esterni





Geografia fisica |



Clima |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bagnacavallo.


Storia |



Alto Medioevo |




Confronto tra la centuriazione di Lugo e quella di Bagnacavallo.


Nell'Alto Medioevo, Bagnacavallo era detta castrum Tiberiacum (Anastasio Bibliotecario, anno 756)[2][3]. Il castrum aveva una funzione strategica: faceva parte della linea difensiva realizzata dai bizantini a difesa del confine con il territorio dei Longobardi. Insieme a Bagnacavallo, anche i vicini centri altomedievali di San Potito, San Biagio e Villa Cornete, hanno la stessa origine[4].

Il territorio circostante era in larga parte occupato da aree incolte, boschive e paludose (Lugo non esisteva): i pochi documenti scritti del tempo citano infatti una magnum forestum. Nel VII secolo sorse la Pieve di San Pietro in Sylvis: il nome attesta che l'edificio fu costruito al limitare di una selva. L'esistenza di una delle pievi più antiche del territorio testimonia l'antichità dell'insediamento bagnacavallese. Nel 744 il re longobardo Liutprando donò al vescovo di Faenza duecento ettari nella magnum forestum. Bagnacavallo, che ancora oggi si trova nella Diocesi faentina, sorgeva al centro di quest'area.



Origine del nome attuale |


Il termine Balneocaballum, citato nel X secolo[5], indicava il paleo-alveo del Senio nel tratto che corrisponde all'odierna Via Albergone[6]. Proveniente da Cotignola, il fiume passava per il centro dell'agglomerato urbano. In sostanza, il toponimo ricorda la presenza di un guado del fiume, per attraversare il quale era necessario bagnare le cavalcature. Dopo il Mille comparve il toponimo definitivo castrum Bagnacaballi. Una decina di km a nord della città iniziava la Valle Padusa. Vi era un porto palustre che gli abitanti utilizzavano come luogo di scambio delle merci con Ferrara e Ravenna[7]. Le merci esportate erano cereali, biade, canne palustri e vino.


A partire dai secoli IX e X avviene la riconquista del suolo. Tranne la parte settentrionale, dove permangono aree paludose poco adatte alla coltivazione, tutto il territorio è interessato all'intervento umano:



  • Viene ripristinata l'antica centuriazione romana. Gli agrimensori locali costruiscono però un reticolato con un orientamento diverso da quello antico: mentre infatti la rete faentina è orientata di 28º verso est, in loco la rete è inclinata di 14º verso est, la metà. Ciò dipende probabilmente dalle trasformazioni subite nei secoli dal territorio, soprattutto per quanto riguarda la conformazione idrografica.

  • Vengono migliorati i collegamenti viari con il porto vallivo (a nord) e con Faenza (a sud). Ciò è facilitato dal fatto che, in tempi antichi, una strada rettilinea partiva da Faenza (sulla Via Emilia) e giungeva a Bagnacavallo (kardo maximus, oggi SP "Naviglio").


Per tutto l'Alto Medioevo e buona parte del Basso Medioevo (fino al XIII secolo compreso), Bagnacavallo fu il centro più importante della pianura ravennate[8].



Basso Medioevo |


Nel secolo XI si ha l'affermazione signorile dei conti rurali Malvicini (o Malabocca), che dominano Bagnacavallo fino al XIII secolo. In quest'ultimo periodo si ha un incremento edilizio ed urbanistico. Viene costruito il porto canale, a nord del centro urbano, sull'alveo dismesso del Senio. Inoltre viene eretta una torre interna all'abitato, a protezione dell'accesso principale. Tra le scarse notizie del periodo, ancora oggetto di studio e ricerca, spicca un sarcastico commento di Dante Alighieri nella Divina commedia: Ben fa Bagnacaval che non rifiglia (Purg., XIV, 115), con cui il sommo poeta saluta l'estinzione della dinastia Malvicini e quindi la fine del loro dominio sulla città.




Mappa di Bagnacavallo nel 1771.


Dal 1308 al 1329 Bagnacavallo è nelle mani dei conti di Cunio. Casato appartenente al campo guelfo, i Cunio fanno entrare la città tra i possessi della Santa Sede[9]. Erigono la rocca e fanno circondare la città da un recinto e da un fossato di difesa. Nel 1329 la Chiesa concede Bagnacavallo in feudo ai Manfredi di Faenza[9], che ristrutturano cinta muraria e rocca. Bagnacavallo viene riannessa allo Stato della Chiesa quando il cardinale Albornoz riconquista tutta la Romagna (1356). All'epoca della Descriptio Romandiolae (1371), Bagnacavallo presentava il numero più alto di focularia fra i centri della bassa ravennate.


Nel 1375 il capitano di ventura Giovanni Acuto, al servizio dello Stato Pontificio, non essendo stato pagato per i servigi resi, requisisce la città come indennizzo. Sei anni dopo (1381) la vende a Niccolò II d'Este[10].
Nel 1394 la famiglia d'Este cede Bagnacavallo ai ravennati Da Polenta, che la acquisiscono in nome della Santa Sede.


Dopo un breve periodo di riconquista faentina, la cittadina è di nuovo incorporata nei domini polentani (1438) finché papa Eugenio IV la cede a Niccolò III d'Este nel 1440.


Nel 1471 venne costituito il primo Monte frumentario: si trattava di un luogo in cui si ammassava il grano. I contadini potevano prelevare la quantità che serviva per la semina. Dopo la fine della raccolta, erano tenuti a restituire il grano, aumentato di una percentuale come interesse.


Quello di Bagnacavallo fu il primo monte frumentaro della Bassa Romagna.[11]



Età moderna |


L'abitato di Bagnacavallo non subisce sostanziali modifiche fino all'età napoleonica. Esauritasi la dinastia estense, dal 1598 al 1859 Bagnacavallo fa parte della Legazione di Ferrara nello Stato Pontificio. Tra il 1606 e il 1607 fu governatore cittadino il celebre letterato marchigiano Traiano Boccalini (1556-1613). Nella seconda metà del XVIII secolo vivevano in paese circa 4.000 abitanti.


Durante la parentesi napoleonica (1796-1815) fu inserita nel Dipartimento del Rubicone. Con l'annessione delle Legazioni pontificie al Regno di Sardegna (1859), il comune di Bagnacavallo viene incluso nella Provincia di Ravenna (annessione sancita con i plebisciti del 1860).



XX secolo |


Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, a Bagnacavallo trovarono temporaneo rifugio alcune famiglie di profughi ebrei provenienti da Fiume, di passaggio nel tentativo di espatriare in Svizzera. In questo impegno di solidarietà, si distinsero il cantoniere Antonio Dalla Valle e la famiglia Tambini. Il 28 aprile 1974, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni ad Antonio Dalla Valle, e ai coniugi Aurelio e Aurelia Tambini e ai loro figli Vincenzo e Rosina[12].




Torre del comune del XIII secolo, alta 40 metri.



Monumenti e luoghi d'interesse |




Il "Castellaccio" o Palazzo Papini.


Bagnacavallo ha un centro storico ben conservato dal tipico impianto radiale risalente al medioevo, con numerosi palazzi perlopiù seicenteschi e settecenteschi, appartenuti a nobili casate, molti dei quali conservano ancora oggi pregevoli affreschi e pitture a tempera. Oltre ai monumenti, uno degli edifici più caratteristici è una storica piazza, Piazza Nuova.




  • Piazza Nuova - Piazza settecentesca a forma ellittica. È circondata da un portico costituito da trenta archi a tutto sesto che poggiano su pilastri squadrati con muratura a vista. Fu edificata nel 1758 come luogo per la vendita e la contrattazione delle merci, sede per macellerie, pescherie e botteghe dell'olio. Antesignana dei moderni centri commerciali, è oggi il monumento più caratteristico di Bagnacavallo.


  • Il Castellaccio - Il palazzo fatto costruire da una famiglia di signori locali, i Malvicini. Per la sua caratteristica di essere una costruzione fortificata, porta questo nome. Edificato nel XV secolo, è il palazzo più antico di Bagnacavallo.


  • Piazza della Libertà - La piazza centrale del paese, su cui si affacciano la chiesa arcipretale, il settecentesco palazzo comunale ed il teatro Carlo Goldoni, intitolato al famoso commediografo.

  • Sempre nella piazza svetta l'elegante Torre Civica, eretta alla metà del XIII secolo, cui più tardi è stato aggiunto l'orologio. Per diversi secoli il piano inferiore della torre venne utilizzato come prigione; probabilmente il detenuto più famoso è stato il brigante Stefano Pelloni, noto come Il Passatore, qui imprigionato nel 1849.


  • Chiesa di San Giovanni - In Via Garibaldi, di origine trecentesca fu ricostruita in stile barocco dopo il terremoto del 1688. All'interno sono notevoli le tele di Giuseppe Marchetti, pittore di scuola forlivese.




Facciata della Pieve di San Pietro in Sylvis.



  • Pieve di San Pietro in Sylvis – Fu eretta probabilmente alla fine del VII secolo. Sita a un paio di chilometri a ovest del paese, si trovava sul cardine massimo della centuriazione faentina, in un luogo già frequentato in epoca romana per la presenza di acque salubri. È una delle pievi meglio conservate del ravennate. L'interno spicca per l'esaltazione della massa muraria: i pilastri sono spogli, privi di capitello e di pulvino; le pareti piane e semplici. L'esterno inferiore è ritmato da lesene, mentre nel corpo superiore, con ritmo più fitto, si trovano archetti pensili che attorniano sette finestre ad ogni lato. Nell'altare sono inseriti marmi del VI secolo.


Aree naturali |


Podere Pantaleone

È un'area boschiva protetta di circa sei ettari. Fino agli anni Cinquanta il podere era una "piantata", cioè un'area coltivata con filari di alberi da frutto e viti (sorrette da pioppi neri e aceri campestri), inframmezzati da lunghe strisce di terra coltivate a grano, mais, erba medica e barbabietole.


Acquistato dal Comune, il podere è stato trasformato nel 1987 in oasi naturalistica, area di riequilibrio ecologico e ambientale.


Nel corso dei decenni la natura, lasciata crescere spontaneamente, ha dato vita a un habitat di grande interesse paesaggistico, testimonianza della vecchia campagna romagnola.


Nei campi, i pioppi neri e gli aceri campestri hanno preso il sopravvento; le radure sono diventate prati naturali, dove oggi prosperano fiori altrove estinti in pianura, come gladiolo dei campi, piè di gallo e pervinca minore.
Vi ha trovato il proprio habitat la flora tipica della Pianura padana: biancospino, prugnolo selvatico, sanguinella, sambuco nero, spino di gatta, rosa canina e corniolo.


Il podere, inoltre, è il luogo ideale per la nidificazione di molte specie di uccelli.



Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[13]






Popolazione |


Variazione della popolazione residente a Bagnacavallo dal 2006 al 2011.






























Data
Abitanti
Variazione
Italiani
Variazione
Stranieri
Variazione
31/12/2006
16.195

15.457

738 (4,6%)

31/12/2011
16.850
+ 4,04%
15.356
- 0,65%
1.494 (8,9%)
+ 102,4%

Fonte: Servizi Demografici Unione Comuni della Bassa Romagna.



Etnie e minoranze straniere |


Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.383 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:


Romania 416 2,49%


Marocco 323 1,94%



Religione |


Nel comune di Bagnacavallo sono presenti cinque parrocchie facenti parte della Diocesi di Faenza. Sono: S. Michele arcangelo (principale), Sant'Apollinare (a Villanova), Sant'Antonio Abate (Masiera), S. Maria Assunta in Traversara, S. Maria in Boncellino, San Giuseppe (Villa Prati), e S. Maria in Rossetta.

La parrocchia di Glorie è inserita invece nell'arcidiocesi di Ravenna.


La Festa di San Michele è la ricorrenza più importante di Bagnacavallo. L'origine è molto antica, essendo ricordata in alcuni documenti già a partire dall'inizio del XIII secolo. Si celebra nell'ultima settimana di settembre.


La pieve di Bagnacavallo, intitolata a San Pietro in Sylvis, sorse nel VII secolo. È una delle pievi più antiche del territorio. Dopo l'anno Mille si insediarono a Bagnacavallo molti ordini monastici. I primi furono i Francescani che, alla metà del XIII secolo s'insediarono a sud del paese fuori della cinta muraria (com'era loro uso). Alla metà del XVI secolo giunsero i Carmelitani, che si stabilirono sulla via che conduce a Faenza (1568). Successivamente si assistette all'insediamento dei frati Cappuccini: prima gli uomini (fra il 1583 ed il 1589), poi le donne (nel 1753, convento intitolato a San Girolamo). Anche i Gesuiti ebbero una propria sede a Bagnacavallo; alla fine del XVII secolo fondarono un istituto d'istruzione per i figli della classe dirigente locale. Il collegio gesuitico venne riconvertito in scuola pubblica dopo il 1773, anno della soppressione dell'Ordine. Con l'invasione napoleonica, tutti i conventi vennero espropriati (1798). Una particolare sfortuna toccò ai Carmelitani, che pochi decenni prima erano riusciti a trasferirsi dentro le mura in un nuovo convento (1760 circa). La vita monastica rinacque dopo la parentesi napoleonica. Nel 1816 le monache Cappuccine fondarono un convento intitolato a San Giovanni Battista. Dal 1819 al 1842 gestirono anche un educandato per le fanciulle nobili. Nell'educandato visse per tre anni (1819-1822) Allegra, figlia del poeta inglese George Gordon Byron[14]. Nel 1866-67 le leggi sull'eversione dell'asse ecclesiastico segnarono la fine di tutti gli ordini religiosi a Bagnacavallo. L'ex convento delle Cappuccine di San Girolamo è oggi la sede della biblioteca civica[15].



Cultura |



Musei e biblioteca |




Villanova di Bagnacavallo, la lavorazione dell'erba palustre (1927-1929).



  • Centro culturale polivalente - Sito nell'ex convento delle Cappuccine di San Girolamo (1753-1969), l'edificio fu acquistato dal Comune nel 1970. Inizialmente vi fu allestito il museo civico, insieme alla Pinacoteca ed alla Galleria d'arte moderna e contemporanea. La struttura fu inaugurata il 25 settembre 1976[16]. Oggi ospita anche la biblioteca civica "Giuseppe Taroni", con annesso l'Archivio storico e il Fondo antico.


La biblioteca è stata intitolata sin dal 1834 al benemerito Giuseppe Taroni, che donò al comune l'intera sua libreria, composta da circa 6.000 volumi. Il Fondo antico è composto da 17.538 volumi tra manoscritti e libri a stampa pubblicati tra il 1471 e il 1830. Tra questi si segnalano 7 corali miniati (di cui tre del 1265 circa), 61 incunaboli (tra cui una Bibbia veneziana del 1484) e 1.185 cinquecentine. Tra esse, una grammatica aldina del 1514. Oltre al Fondo antico, vanno annoverati alcuni fondi speciali intitolati a noti personaggi originari di Bagnacavallo. Tra essi, il Fondo Tommaso Garzoni (contiene l'editio princeps della Piazza universale (Venezia, 1585), il Fondo Pietro Bubani, il Fondo Leo Longanesi e il Fondo musicale antico, comprendente 104 spartiti storici (tra cui alcune musiche di Claudio Merulo).

Tra le raccolte d'arte spicca il Gabinetto delle stampe[17], una collezione di opere incisorie che documenta l'attività artistica di ben 1.480 incisori italiani. Sono presenti opere di Ennio Calabria, Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Dolores Sella e Remo Wolf. Fondata nel 1990 con l'importante lascito delle incisioni del cavaliere Emilio Ferroni[16], la collezione nel 2012 ha raggiunto il tetto delle 10 000 opere conservate.



  • Ecomuseo delle Erbe Palustri - Si trova a Villanova, frazione situata lungo l'argine sinistro del fiume Lamone. Un tempo la zona attorno a Villanova era molto vicina alla Valle Padusa. Vi crescevano spontaneamente varie specie di erbe palustri. Gli abitanti dapprima impararono ad utilizzarle per costruire capanne; poi nacque un fiorente artigianato: graticci, stuoie, sedie, gabbie per uccelli, scarpe, ma anche soffitti a volta. L'attività è continuata fino alla metà del XX secolo[18]. Il museo serve a conservare la memoria di questo passato: comprende una raccolta (allestita nelle ex scuole) di circa 2.500 reperti riguardanti la vita negli ambienti umidi vallivi e un "etnoparco", cioè un allestimento di edifici costruiti con la canna palustre appositamente per l'esposizione.


Teatro |


È attiva dal 1982 la compagna «Teatro Stabile d'Arte Contemporanea» (conosciuta anche come «Accademia perduta-Romagna teatri»). Fondata da un gruppo di giovani attori locali, è impegnata nella produzione di spettacoli per ragazzi. Ha partecipato a diversi festival, nazionali e internazionali. Tra essi, "Teatralia" in Spagna, "Momix" in Francia (dove ha vinto il primo premio nel 2007) e "Theaterherbst" a Berlino. Nel 2004 I musicanti di Brema ha vinto il premio ETI 2004 come Miglior spettacolo per ragazzi.



Economia |


L'economia si regge prevalentemente sulla piccola e media impresa e sull'agricoltura. I terreni sono occupati da coltivazioni di grano e granoturco, da frutteti (peschi, prugni, peri e meli) e da vigneti. In città sono presenti anche grossi stabilimenti per la commercializzazione e la conservazione della frutta e per la produzione di vino.
Bagnacavallo è zona di produzione di un vino autoctono, il Bursôn.


Per quanto riguarda l'artigianato, Bagnacavallo è rinomata soprattutto per i laboratori di intrecciatori di vimini, di giunchi, e per la lavorazione del ferro battuto[19].



Infrastrutture e trasporti |




Un tratto della SP 253 nel territorio di Bagnacavallo.



Strade |


Bagnacavallo è attraversata dalla strada provinciale 253.

Il casello autostradale più vicino è quello di Cotignola (distante 10 km circa) sull'A14. L'autostrada ha una diramazione per Ravenna, il cui ingresso è libero. Bagnacavallo ha una propria uscita vicino al centro abitato.



Ferrovie |


La cittadina è servita dalla stazione ferroviaria posta lungo la linea Castelbolognese-Ravenna.


La frazione di Glorie è servita dall'omonima fermata posta lungo la linea Ferrara-Rimini.



Amministrazione |


I Comuni di Bagnacavallo, Alfonsine, Bagnara di Romagna, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno, formano insieme l'Unione dei comuni della Bassa Romagna.



Sindaci precedenti |


































































Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note

1969

1978
Mario Giacomoni

Partito Comunista Italiano

Sindaco
[20]





Sindaco

10 luglio 1985
15 luglio 1990
Giancarlo Fenati

Partito Comunista Italiano

Sindaco

16 luglio 1990
25 aprile 1995
Mario Mazzotti

Partito Comunista Italiano

Sindaco

26 aprile 1995
14 giugno 2004
Mario Mazzotti

Partito Democratico della Sinistra
Democratici di Sinistra

Sindaco

Confermato il 14 giugno 1999.
14 giugno 2004
25 maggio 2014
Laura Rossi

Democratici di Sinistra
Partito Democratico

Sindaco

Confermata il 7 giugno 2009.
25 maggio 2014

in carica
Eleonora Proni

Partito Democratico

Sindaco



Gemellaggi |


Bagnacavallo è gemellata con:




  • Germania Neresheim, dal 1994


  • Polonia Strzyżów, dal 2006


  • Francia Aix-en-Othe, dal 2012


Ha rapporti d'amicizia con:



  • Inghilterra Stone, dal 2004


Sport |



Società sportive |


A Bagnacavallo esistono società sportive in tutti i principali sport, individuali e di squadra.
La città ha una lunga tradizione nel pallone col bracciale, l'unico sport di squadra nato e cresciuto in Italia. Uno dei campioni di questo sport fu, nel XIX secolo, Antonio Dirani (detto il Toro, 1853-1920).
Derivato direttamente dal pallone col bracciale è il tamburello. La «Fulgur Bagnacavallo» è la squadra più blasonata in questo sport nella Bassa Romagna. Nata nel lontano 1906, ha al suo attivo diversi titoli, conquistati nel settore giovanile. La società disputa le partite in casa in un moderno sferisterio, all'aperto, con fondo in polvere di frantoio.



Note |




  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2017.


  2. ^ Per il faentino Cavina, già in epoca romana Bagnacavallo si chiamava Tiberiacum; dello stesso parere sono anche il Coronelli, il Magnani ed il Tonducci.


  3. ^ Qualche antico testo fa riferimento alla presenza di una sorgente di acque curative per i cavalli, di cui avrebbe usufruito il destriero dell'Imperatore romano Tiberio. Ma oggi questa ipotesi è stata abbandonata.


  4. ^ Norino Cani, Santi, guerrieri e contadini, Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pag. 46.


  5. ^ AA. VV., Le Vie dei Romei nella Regione Emilia-Romagna, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 1997, p. 7.


  6. ^ Via Albergone è il tratto della SP "San Vitale" che scorre da Bagnacavallo verso est; è lungo circa 2 km


  7. ^ Le vie d'acqua erano sempre vantaggiose rispetto alle vie di terra, poiché non richiedevano il pagamento di dazi.


  8. ^ Augusto Vasina, «I conti e il comitato di Bagnacavallo: contributo di storia politica e istituzionale», in Storia di Bagnacavallo, Bologna 1994, vol. I, pp. 145-161.


  9. ^ ab Castelli dell'Emilia-Romagna: Censimento e schedatura, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 29 marzo 2016.


  10. ^ Traccia del passaggio dell'Acuto rimane nella toponomastica: nella frazione Villanova si trova infatti la via Aguta.


  11. ^ Tonino Pini e Valdo Pirazzini, L'Abbondanza frumentaria, in Giornale di massa (Massa Lombarda), giugno 2014, p. 15.


  12. ^ Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45 (Mondadori: Milano 2006), pp.111-12,227-28; la famiglia Tambini -
    Yad Vashem database (EN)



  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.


  14. ^ Convento di San Giovanni, su romagnadeste.it. URL consultato il 28 luglio 2017.


  15. ^ Leardo Mascanzoni, Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio, in «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», LIX, n. 1 (gennaio-giugno 2005), pp. 87-101.


  16. ^ ab Museo civico di Bagnacavallo. Storia, su museocivicobagnacavallo.it. URL consultato il 28 luglio 2017.


  17. ^ Repertorio digitale dell'incisione italiana contemporanea, su repertoriobagnacavallo.it. URL consultato il 17 gennaio 2018.


  18. ^ Paola Tassinari, Erbe palustri e multiuso, «La Voce di Romagna», 19 settembre 2016, p. 31.


  19. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 4,6.


  20. ^ Medaglia d'argento al Valor Militare per attività partigiana.



Voci correlate |




  • Albrecht Dürer, Madonna di Bagnacavallo

  • Dolce di San Michele



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bagnacavallo


Collegamenti esterni |



  • Michel-Luigi Malpeli, Dissertazioni sulla storia antica di Bagnacavallo, in Faenza, 1806

  • Documenti e mappe sulla storia di Villanova di Bagnacavallo .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], su minguz.eu.

  • Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea: Album dei Bagnacavallesi morti per la patria (1915-1918)


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