Risurrezione della carne




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La risurrezione della carne[1] è una dottrina escatologica affermata dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da altre confessioni cristiane, che sostiene che alla fine dei tempi, dopo il Giudizio universale, tutti i corpi dei defunti risusciteranno e si ricongiungeranno alle rispettive anime. [2]La risurrezione della carne era ammessa dallo Zoroastrismo persiano per il quale la resurrezione dei morti si verificherà dopo l'avvento del "Salvatore venturo" (il Saošyant) cui seguirà il giudizio finale che condannerà ogni forma di male all'annientamento. [3]. Questa idea fu poi ripresa anche dall'Islamismo.[4]


La fede nella risurrezione alla fine dei tempi era diffusa già nell'ebraismo almeno dal II secolo a.C. (vedi ad esempio 2 Maccabei 7), ma non faceva parte della dottrina "ufficiale", anche perché i libri dei Maccabei sono deuterocanonici, e non era accettata da tutti: i Vangeli riportano a questo proposito una disputa tra Gesù e alcuni Sadducei, i quali la negavano (Matteo 22,23-33; Marco 12,18-27; Luca 20,27-40). Gesù riaffermò la risurrezione e aggiunse che essa non sarebbe stata una replica di questa vita, ma una condizione sostanzialmente diversa:


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«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.»


(Luca 20,34-36)

Il Cristianesimo afferma che la risurrezione di Gesù, risorto subito in anima e corpo, anticipa e preannuncia la risurrezione della carne per tutti gli uomini. Ad esempio san Paolo nella Prima lettera ai Corinzi scrive:









«Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.»


(1 Corinzi 15,20-26)

Nella Chiesa cattolica romana, che insegna che la risurrezione dei corpi è un dogma, una verità di fede, vi è la promessa che il corpo che si riunirà all'anima, dopo il Giudizio Universale sarà dotato, almeno per quelli che si troveranno in Paradiso (il Purgatorio cesserebbe di esistere al momento della fine del mondo) di speciali caratteristiche ("corpo glorioso"): sarà incorruttibile, non potrà più ammalarsi o perire; sarà perfetto, cioè privo degli eventuali difetti che aveva nel mondo; sarà identico, a parte i difetti, al corpo che si aveva in vita; non gli occorrerà nutrirsi, dormire, curarsi; si sposterà istantaneamente da un luogo all'altro; sarà infine la glorificazione dell'essere umano, premiato per la sua vita conforme ai dettami della legge divina.
Nell'Inferno anche le anime dei dannati riavranno, alla fine, il loro proprio corpo, con il quale proveranno le pene che già provavano con l'anima, consistenti in massima parte nella privazione terribile della visione di Dio, pur anelando grandemente di ottenerla.


La Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa affermano inoltre che Maria, madre di Gesù, per uno speciale privilegio, avrebbe ottenuto la risurrezione della carne subito dopo la morte, anziché dopo il Giudizio universale come tutti gli altri uomini, e sarebbe stata assunta, cioè "accolta, ricevuta", nel Paradiso. Tale credenza è stata codificata dalla Chiesa cattolica romana nel dogma dell'Assunzione di Maria nel 1950. La festa dell'Assunzione cade ogni 15 agosto.


Cosa diversa da questa sono le risurrezioni miracolose che, secondo i Vangeli, furono operate da Gesù: quella della figlia di Giairo, quella del figlio della vedova di Naim, quella di Lazzaro. Queste persone, infatti, non entrarono in questa nuova condizione, ma furono richiamate alla loro vita precedente, e a suo tempo morirono una seconda volta.


In passato la Chiesa cattolica romana proibiva la cremazione in quanto vedeva nell'atto di distruggere il corpo la volontà di negare la risurrezione della carne, ed in effetti tale pratica era in uso tra atei ed agnostici dichiarati. Oggi tale divieto è stato tolto. D'altra parte, o cremato o sotterrato nell'interno del sarcofago, in condizioni normali, il corpo di un defunto finisce per dissolversi, per essere "ricreato" del tutto al momento della risurrezione finale, dopo il Giudizio Universale.



Note |




  1. ^ Sebbene sia ampiamente diffusa la dicitura "resurrezione" (più latineggiante), il termine corretto in lingua moderna è "risurrezione" (vedi dizionario De Mauro), dal verbo "risorgere".


  2. ^ Dante Alighieri nella Divina Commedia (Purgatorio - Canto primo, vv. 73 - 75) fa riferimento alla risurrezione dei corpi il giorno del Giudizio quando parla della morte per suicidio di Catone l'Uticense: "Tu ‘l sai, ché non ti fu per lei amara / in Utica la morte, ove lasciasti / la vesta ch’al gran dì sarà sì chiara".


  3. ^ "Zoroastrismo" in Enciclopedia delle scienze sociali, Treccani editore.


  4. ^ 77. "Non vede l’uomo che lo abbiamo creato da una goccia di sperma? Ed eccolo in spudorata polemica". 78. "Ci propone un luogo comune e, dimentico della sua creazione, [dice]: «Chi ridarà la vita ad ossa polverizzate?»". 79. "Di’: «Colui Che le ha create la prima volta ridarà loro la vita. Egli conosce perfettamente ogni creazione."(Corano, sūra 36; 77-79)



Voci correlate |



  • Trattato sulla resurrezione

  • Corpo mistico






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