Ciclomotore






Il ciclomotore Piaggio Ciao




Il ciclomotore Honda SFX


Il ciclomotore è un veicolo a motore caratterizzato da una bassa potenza e cilindrata del motore e che quindi è in grado di raggiungere solamente modeste velocità. I ciclomotori sono per lo più veicoli a due ruote aventi aspetto simile a quello dei motocicli o a quello di biciclette con opportune modifiche e rinforzi al telaio; tuttavia esistono anche modelli di ciclomotori a tre ruote e più raramente, in alcune giurisdizioni, possono essere classificati o equiparati ai ciclomotori alcuni particolari veicoli a quattro ruote (come le minicar)[1].


Date le particolari caratteristiche tecniche che lo contraddistinguono, comunque variabili da stato a stato, il ciclomotore è solitamente guidabile con i minimi requisiti autorizzativi (come ad esempio patente AM italiana in Italia) e in alcune giurisdizioni è assimilato alle biciclette per quanto concerne le prescrizioni riguardanti la circolazione stradale.


In lingua italiana il ciclomotore viene indicato colloquialmente con i termini motorino[2] e cinquantino[3].




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Categorie


  • 3 Classificazione normativa e norme di circolazione


    • 3.1 Classificazione e norme di circolazione italiane


    • 3.2 Classificazione e norme di circolazione svizzere




  • 4 Manutenzione e uso


    • 4.1 Impianto frenante


    • 4.2 Gli pneumatici


    • 4.3 Fari, indicatori direzionali e catarifrangenti




  • 5 Note


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Storia |


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Il ciclomotore è un veicolo usato in tutto il mondo e la cui invenzione viene fatta risalire all'azienda parigina Werner che ne depositò il brevetto il 7 gennaio 1897.


Il moderno ciclomotore è nato come evoluzione del bicimotore ed è generalmente destinato a un impiego utilitario o ludico, negli spostamenti brevi.


Fu a partire dagli anni sessanta che il ciclomotore conobbe una grande diffusione in tutta Europa.



Categorie |










Un modello di ciclomotore a tre ruote


In Italia si possono guidare al compimento di 14 anni e solo dopo aver conseguito la Patente AM. Sono suddivisi in varie categorie:




  • Scooter: veicoli dalle dimensioni ridotte, maneggevoli e comodi, con massimo due posti a sedere. Le vecchie Piaggio Vespa 50 cm³ avevano un cambio manuale a tre o quattro marce, invece i moderni scooter odierni hanno un dispositivo di variazione automatica, che modifica il rapporto di trasmissione in base alla velocità.


  • Moto: veicoli sportivi, dall'aspetto di una vera moto, anche se più piccola. I posti a sedere sono 1 o 2, molto spesso hanno le marce. Tra loro si suddividono ulteriormente in "enduro", "motocross", "motard", "sportive da strada", ecc.


  • Tricicli leggeri: sono veicoli a tre ruote generalmente adibiti al trasporto di merci oltre ad avere un posto a sedere per il conducente e uno per il passeggero, aventi una cabina anteriore e un pianale di carico posteriore. Un esempio di questo tipo di veicoli è il Piaggio Ape.


  • Quadricicli leggeri: hanno la forma di un'automobile in miniatura e sono solitamente a 2 posti per legge. Offrono maggiore comfort dei precedenti ma sono anche ingombranti e costosi. Nonostante siano classificati ciclomotori e volgarmente definiti "macchine cinquantine", hanno un motore fino a 500 cm³ di cilindrata, ma ampiamente depotenziato. Come i moderni scooter hanno il cambio automatico, con tanto di folle e retromarcia.



Classificazione normativa e norme di circolazione |


La definizione precisa di quali veicoli possano essere considerati ciclomotori può essere diversa nelle varie legislazioni nazionali per cui non è possibile definire in generale quale siano le caratteristiche tecniche che distinguono un ciclomotore da un motociclo; tuttavia la Convenzione di Vienna sul traffico stradale fornisce la seguente definizione di ciclomotore:


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«Il termine «ciclomotore» indica ogni veicolo a due o tre ruote provvisto di un motore termico di propulsione avente cilindrata non superiore a 50 cm³ (3,05 pollici cubici) ed il cui limite di velocità, per costruzione, non supera 50 km (30 miglia) all’ora.»


(Cap. 1, art. 1, comma m "Convenzione internazionale sulla circolazione stradale di Vienna del 1968"[4])

Al di la di questa definizione la Convenzione lascia la possibilità agli stati contraenti di individuare ulteriore caratteristiche (come la possibilità di impiego del veicolo, la massa, la presenza di pedali, le caratteristiche del motore o la presenza di un diverso limite di velocità massima) ai fini delle definizione di ciclomotore ed concede la facoltà di assimilare tali veicoli, per quanto concerne le norme di circolazione, o ai velocipedi o ai motocicli.



Classificazione e norme di circolazione italiane |










Un Demm Dick-Dick del 1960


Il concetto giuridico di "ciclomotore" venne introdotto nel 1958 con il DPR 956/58 che per la prima volta ne determinava le caratteristiche tecniche, definendoli "veicoli a due o tre ruote" con limiti di cilindrata fino a 50 cm³, di peso del motore fino a 16 kg, di potenza fino a 1,5 CV e di velocità su strada piana fino a 40 km/h. I limiti relativi al peso del motore e alla potenza vennero abrogati nel 1987.


A partire dal 1992, secondo il codice della strada italiano, sono classificabili come ciclomotori i veicoli a motore con due o tre ruote con:




  • motore di cilindrata fino a 50 cm³ per i motori ad accensione comandata, mentre non ci sono limiti di cilindrata per motori termici di altro tipo o motori di altra natura, come i motori elettrici; devono comunque sia tutti quanti rispettare la potenza massima non superiore ai 4 kW;


  • velocità,su strada orizzontale, fino a 45 km/h.


Precedentemente i ciclomotori, secondo il codice della strada italiano, potevano avere un cambio con massimo 3 rapporti, tale limitazione è stata imposta nel 1990 per essere poi abrogata nel 1994. Un noto esempio erano i ciclomotori equipaggiati con blocco motore Minarelli RV4 i quali, nonostante avessero 4 rapporti, rendevano possibile all'utente l'utilizzo dei soli primi 3.


Per circolare, i ciclomotori devono essere muniti di targa a 6 cifre, bollo, copertura assicurativa e libretto di circolazione; i modelli immatricolati prima del 14 luglio 2006 avevano un targhino esagonale a 5 cifre, che è stato obbligatorio sostituire entro il 12 febbraio 2012 con scadenze differenti a seconda della prima lettera del targhino[5]. Il conducente è tenuto ad indossare un casco di tipo omologato, così come l'eventuale passeggero.[6]




Il sofisticato ciclomotore Aprilia RS 50


Possono essere omologati per 1 o 2 (nuovi dal 14 luglio 2006 o aggiornati con la targa a sei numeri) persone compreso il conducente e non è possibile trasportare persone al di fuori del numero consentito. Per poter guidare in 2 è necessario che il conducente abbia compiuto i 16 anni di età e munito di patente di categoria AM o superiore e che il ciclomotore sia regolarmente omologato, munito di targa a sei cifre, mentre gli omologabili/aggiornabili devono rispettare l'Euro 1 o Euro 2 e generalmente sono prodotti dopo il 16 giugno 1999.


I ciclomotori non possono circolare sulle strade extraurbane principali (superstrada), così come nelle autostrade e dove sia espressamente vietato, per esempio con cartello di divieto di transito oppure con limitazioni a determinate classi di cilindrata.




Un vecchio esemplare di bicimotore


I ciclomotori sono tenuti a rispettare in tutte le sue parti il codice della strada e la segnaletica.


Non possono circolare all'interno delle aree pedonali, sui marciapiedi e sulle piste ciclabili.


Circolando su strada devono mantenersi nella parte destra della propria corsia, e non in mezzo alla strada. Tuttavia in città, a basse velocità, è consigliabile prendersi un certo spazio di manovra, al fine di evitare incidenti. Per esempio, fermi in colonna o percorrendo una rotonda, non lasciarsi affiancare da un'automobile per avere libertà di manovra.


Un ciclomotore deve essere sottoposto alla revisione 4 anni dopo l'acquisto e successivamente ogni 2 anni, esattamente come qualsiasi altro mezzo.


Ai ciclomotori a due ruote (così come ai motocicli) è consentito il parcheggio in seconda fila.[7]



Classificazione e norme di circolazione svizzere |


La legislazione svizzera prevede una definizione estensiva di ciclomotore che comprende oltre al ciclomotore stricto sensu (inteso come veicoli simile alla moto ma con prestazioni inferiori) anche veicoli come monopattini elettrici e carrozzine.
Per la precisione sono classificati come ciclomotori le seguenti quattro categorie di veicoli[8]:



  • Veicoli monotraccia[9] con potenza massima del motore non superiore a 1 kW, velocità massima di costruzione di 30 km/h (tranne nel caso di veicoli a propulsione elettrica che abbaino anche sistemi di pedalata assistita, dove la velocità massima può raggiungere i 45 km/h) e che, se dotati di motore a combustione interna, abbiano una cilindrata massima di 50 cm³.

  • Ciclomotori leggeri: veicoli a propulsione elettrica aventi una potenza del motore complessiva di 0,50 kW al massimo e una velocità massima per costruzione di 20 km/h (o 25 km/h in caso di pedalata assistita) e che:



  1. sono ad un posto,

  2. sono appositamente predisposti per trasportare una persona disabile,

  3. sono composti di una combinazione velocipede/sedia a rotelle oppure

  4. sono appositamente predisposti per trasportare al massimo due fanciulli collocati su sedili protetti.



  • Sedie a rotelle motorizzate: veicoli per il trasporto di persone con difficoltà motorie e con velocità massima per costruzione di 30 km/h, con potenza massima del motore non superiore a 1 kW e e che, se dotati di motore a combustione interna, abbiano una cilindrata massima di 50 cm³.

  • Monopattini elettrici: veicoli monoposto, autobilanciati, a propulsione elettrica con velocità massima per costruzione di 20 km/h (o 25 km/h in caso di pedalata assistita) e una potenza del motore complessiva non superiore a 2 kW (di cui la massima parte destinata al bilanciamento del veicolo).



Manutenzione e uso |














I ciclomotori solitamente richiedono poca manutenzione, ma alcuni aspetti sono importantissimi per la sicurezza stradale, un buon funzionamento e durata del veicolo.
Occorre tuttavia prestare particolare attenzione alle operazioni che si eseguono sul veicolo, dato che possono seriamente compromettere sicurezza e buon funzionamento. Ricordare inoltre che determinate operazioni possono far decadere la garanzia.



Impianto frenante |


I ciclomotori, a seconda della progettazione della casa madre, possono equipaggiare freni a tamburo o a disco. Nei ciclomotori-scooter più recenti è solito l'equipaggiamento di un freno a disco all'anteriore e di un freno a tamburo al posteriore, raramente vengono montati due tamburi, come avveniva su ciclomotori economici ed essenziali degli anni 1980. Nei ciclomotori-moto invece viene quasi sempre adottato un impianto frenante a disco sia all'anteriore che al posteriore.


Nel caso dei freni a disco è necessario verificare il consumo delle pastiglie e il livello del liquido dei freni a intervalli di tempo non troppo distanti, e la manutenzione dell'impianto va eseguita "in proprio" solo se si è sicuri di ciò che si fa, altrimenti è bene lasciare il lavoro a un meccanico.


Per i tamburi controllare la tensione del filo e il consumo delle pastiglie con le stesse precauzioni del freno a disco.


Le leve non devono presentare giochi eccessivi (max 1 cm), devono essere regolate in modo da avere una tempestiva risposta dei freni, riuscire a bloccare a fondo il freno e non essere troppo dure da azionare.


Per frenare occorre portare in posizione di riposo l'acceleratore (in pratica non accelerare) e agire su entrambi i comandi dei freni evitando il bloccaggio delle ruote. Non frenate bruscamente finché non sarete consapevoli degli spazi necessari all'arresto e del comportamento del vostro ciclomotore.


La frenata diventa più pericolosa e difficile da gestire se il fondo stradale è ricoperto da ghiaia, sabbia, foglie, neve, ghiaccio, olio e acqua, quindi in questi casi è necessario moderare la velocità e prestare molta attenzione alle manovre, quindi non frenare intensamente. Molto importante, quando si affronta una curva, è frenare prima di imboccarla, e durante la curva non usare i freni, tanto meno uno solo, perché le possibilità di scivolare aumentano moltissimo.


La frenata di emergenza va eseguita utilizzando entrambi i freni, tuttavia senza esercitare troppa pressione sulle leve per evitare di "inchiodare", ovvero bloccare le ruote, perché è il migliore dei modi per cadere. Spostare il proprio peso all'indietro e cercare di mantenere una traiettoria più stabile possibile. È importantissimo restare padroni di sé stessi, perché quando si è presi dal panico si tende a fare tutto con frenesia e violenza e quindi aumentano le possibilità di blocco e sbandamenti, con relativa caduta. Quindi, specialmente se si è inesperti, marciare a una velocità moderata in modo da potersi arrestare in sicurezza.



Gli pneumatici |


Gli pneumatici sono fondamentali per la sicurezza di guida e la tenuta di strada poiché sono gli organi che vincolano il ciclomotore al suolo. Quindi la loro efficienza è importantissima perché consente il mantenimento della giusta traiettoria in curva, evitando le scivolate e contribuendo enormemente a una maggiore sicurezza in frenata. Quindi i propri pneumatici devono essere sottoposti a verifiche, osservandone lo stato, dalle quali si può dedurre la loro efficienza:



  • gli pneumatici devono innanzitutto essere gonfiati alla pressione ideale;

  • gli pneumatici che presentano lesioni sul battistrada o sui fianchi vanno sostituiti;

  • gli pneumatici con battistrada consumato hanno una minore tenuta di strada.



Fari, indicatori direzionali e catarifrangenti |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Fanale (veicoli stradali).

La sicurezza stradale non può trascurare i dispositivi di illuminazione, che permettono di vedere la strada, segnalare la propria presenza e indicare agli altri utenti della strada le nostre intenzioni:



  • luce di posizione

  • Anabbagliante

  • Abbagliante

  • I catarifrangenti servono a identificare il veicolo anche a luci spente, dato che si illumina sotto la luce diretta degli altri veicoli. È utile soprattutto di notte quando si lascia il veicolo parcheggiato al fine di evitare incidenti. Deve essere pulito e visibile.

  • Gli indicatori direzionali servono a indicare agli altri utenti la direzione che si intende prendere, la volontà di effettuare un sorpasso o accostare. Devono essere omologati, visibili e di colore arancione. Sono presenti sia anteriormente che posteriormente. L'intera copertura in plastica della lampadina deve essere arancione, oppure può essere trasparente, ma deve contenere una lampadina arancione.


È sconsigliabile avviare il ciclomotore con fari e indicatori direzionali attivati, in quanto assorbono molta elettricità, che deve invece essere concentrata sugli organi di accensione.



Note |




  1. ^ Definizione di ciclomotore sull'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 giugno 2018.


  2. ^ Definizione di motorino sul vocabolario on line dell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 giugno 2018.


  3. ^ Termine che indica in maniera generica i veicoli aventi cilindrata fino a 50 cm³.


  4. ^ Convenzione sulla circolazione stradale, su admin.ch. URL consultato il 10 maggio 2018.


  5. ^ .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    MOTO: MINISTERO PUBBLICA SCADENZE PER RITARGATURA CICLOMOTORI[collegamento interrotto]



  6. ^ Sostituzione targhe ciclomotori


  7. ^ articolo 158 del Codice della Strada


  8. ^ Si veda l'art. 18 dell' Ordinanza concernente le esigenze tecniche per i veicoli stradali, su admin.ch. URL consultato il 10 maggio 2018.


  9. ^ Ovvero con una sola fila di ruote.



Voci correlate |



  • Bicimotore

  • Ciclomotore a iniezione elettronica

  • Motociclo

  • Motoleggera

  • Maximoto



Altri progetti |



Altri progetti



  • Wikizionario

  • Wikimedia Commons





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Collegamenti esterni |






  • Ciclomotore, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


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