Jean Jaurès






Jean Jaurès nel 1904, fotografia di Nadar


Jean Léon Jaurès (Castres, 3 settembre 1859 – Parigi, 31 luglio 1914) è stato un politico francese.




Indice






  • 1 Gli inizi


  • 2 L'ascesa


  • 3 La guida della SFIO


  • 4 Il pacifismo


  • 5 Omaggi


  • 6 Note


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Gli inizi |


Figlio di un uomo di affari di scarso successo, nacque a Castres, nel dipartimento del Tarn, e studiò al Liceo Louis-le-Grand di Parigi e all'École normale supérieure. Conseguì la laurea in filosofia nel 1881. Dopo aver insegnato filosofia per due anni al liceo di Albi, tenne delle lezioni all'Università di Tolosa. Fu eletto deputato repubblicano per il dipartimento del Tarn nel 1885. Nel 1889, dopo essersi candidato senza successo a Castres, ritornò ai suoi impegni professionali a Tolosa, dove si interessò attivamente alle questioni municipali, e aiutò a fondare la facoltà di medicina dell'università. Egli preparò, inoltre, due tesi per il suo dottorato in filosofia, De primis socialismi germanici lineamentis apud Lutherum, Kant, Fichte et Hegel (1891), e De la réalité du monde sensible.



L'ascesa |


Nel 1892 diede energico sostegno ai minatori di Carmaux che scesero in sciopero a causa del licenziamento di un lavoratore socialista, Calvignac; l'anno seguente fu rieletto alla Camera dei deputati per Albi.


Alle elezioni del 1898 fu sconfitto e rimase per quattro anni fuori dalla Camera. Tuttavia, proprio in questo periodo l'efficacia dei suoi discorsi lo rese famoso come uno dei maggiori intellettuali campioni del socialismo. Jaurès diresse il quotidiano socialista La Petite République, e si mise in luce come uno dei più energici difensori di Alfred Dreyfus, insieme ad Émile Zola, durante il celebre Affaire Dreyfus.


Anche in occasione dell'"Affaire Millerand" Jaurès prese una posizione decisa. Infatti, approvò la partecipazione del socialista Alexandre Millerand nel ministero Waldeck-Rousseau, il che portò ad una scissione dalla fazione socialista più rivoluzionaria guidata da Jules Guesde: ne nacque il Partito Socialista Indipendente[1].



La guida della SFIO |


Nel 1902 Jaurès tornò ed essere eletto come deputato per Albi. in quello stesso anno i "socialisti indipendenti" si fusero con i "possibilisti" (riformisti) della Federazione dei lavoratori socialisti di Francia guidati da Paul Brousse, e con il Partito Socialista Rivoluzionario di Jean Allemane, per formare il Partito Socialista francese, di cui Jaurès divenne il capo. Essi rappresentavano l'istanza socialdemocratica della sinistra francese, in opposizione al Partito Rivoluzionario Socialista di Francia di Jules Guesde.


Durante il governo Combes l'influenza di Jaurès assicurò la coesione della coalizione radicale-socialista nota come "il blocco". Nel 1904 fondò il foglio socialista L'Humanité.


Seguendo la raccomandazione del Congresso di Amsterdam della Seconda Internazionale, i vari gruppi socialisti francesi tennero un congresso a Rouen nel marzo 1905, da cui uscì una nuova riunificazione, con la fusione del Partito Socialista Francese di Jaurès e del Partito Socialista di Francia di Guesde. Il nuovo partito, guidato da Jaurès e Guesde, smise di cooperare con i radicali e i radicali-socialisti, e prese il nome di "Partito Socialista Unificato" (Parti Socialiste Unifié, PSU), impegnato a portare avanti un programma collettivista. Lo stesso anno tutti i movimenti socialisti francesi si riunirono nella Sezione francese dell'Internazionale operaia (SFIO).


Alle elezioni generali del 1906, Jaurès fu rieletto per il Tarn. La sua abilità era ora generalmente riconosciuta, ma la forza del partito socialista doveva ancora fare i conti con l'egualmente pratico e vigoroso liberalismo di Georges Clemenceau, che fu in grado di appellarsi ai suoi connazionali (in un notevole discorso della primavera del 1906) per organizzare un programma radicale che non prevedeva alcuna utopia socialista. L'immagine di Clemenceau come leader radicale forte e pratico ridimensionò considerevolmente la popolarità socialista. Jaurès, in aggiunta alla sua quotidiana attività giornalistica, pubblicò Les preuves; Affaire Dreyfus (1900); Action socialiste (1899); Etudes socialistes (1902), e assieme ad altri collaboratori, Histoire socialiste (1901), etc.



Il pacifismo |


Pacifista impegnato, che desiderava prevenire con mezzi diplomatici quella che sarebbe diventata la prima guerra mondiale, Jaurès cercò di creare un movimento pacifista comune tra Francia e Germania, che facesse pressione sui rispettivi governi tramite lo strumento dello sciopero generale. Jean Jaurès fu assassinato in un caffè di Parigi da Raoul Villain (un giovane nazionalista francese che voleva la guerra con la Germania) il 31 luglio 1914, un giorno prima della mobilitazione che diede il via alla guerra. Dieci anni dopo il suo assassinio, i resti di Jean Jaurès furono traslati al Panthéon di Parigi.



Omaggi |


Nell'agosto 1914, la poetessa Anna de Noailles ha scritto in omaggio a Jaurès il testo La Mort de Jaurès, pubblicato nella raccolta Les Forces Éternelles (Fayard, Parigi, 1920).


Nel 1977 il cantautore Jacques Brel gli ha dedicato la canzone Jaurès.



Note |




  1. ^ si veda dibattito fra Jules Guesde e Jaurès del 26 novembre 1900 Archiviato il 16 novembre 2006 in Internet Archive. (FR)



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Jean Jaurès, su things.org. URL consultato il 17 aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).

  • Biografia di Jean Jaurès, su spartacus.schoolnet.co.uk. URL consultato il 17 aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).


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