Ottone Visconti


























































Ottone Visconti

Ottone Visconti.jpg
Incisione postuma di Ottone

Signore di Milano

Stemma

In carica

1277 – 1278
1282 – 1287
Predecessore

Napoleone della Torre
Successore

Guglielmo VII del Monferrato (1278-1282)
Matteo I Visconti

Nome completo
Ottone Visconti
Altri titoli
Arcivescovo di Milano
Nascita

Invorio, 1207
Morte

Chiaravalle, 8 agosto 1295
Luogo di sepoltura

Duomo di Milano
Dinastia

Visconti
Padre

Uberto Visconti
Madre

Berta Pirovano
Religione

cattolica

























Ottone Visconti
arcivescovo della Chiesa cattolica

Visconti, Ottone.jpg
Ottone Visconti, incisione del 1645.
Coat of arms of Archbishops Visconti.svg
 
Incarichi ricoperti Arcivescovo di Milano
 
Nato
1207, Invorio
Nominato arcivescovo 22 luglio 1262
Deceduto 8 agosto 1295, Chiaravalle
 

Ottone Visconti detto Ottorino (Invorio, 1207 – Chiaravalle, 8 agosto 1295) fu arcivescovo e signore di Milano.


Di origine milanese, fu figlio del feudatario Uberto Visconti signore di Massino, Albizzate e di Besnate e de la sua moglie Berta Pirovano. I suoi fratelli furono Azzone vescovo di Ventimiglia, Andreotto, Beatrice, Gaspare (capo dei Visconti signori di Caronno, Jerago e Fagnano) ed Obizzo Visconti, signore di Massino. Il figlio d'Andreotto, Teobaldo (o Tibaldo) Visconti fu il padre di Matteo I Visconti detto Matteo "Il Grande" o Matteo "Magno", successore di Ottone Visconti come signore di Milano. Nel 1277 riuscì a farsi proclamare signore della città lombarda e con lui iniziò il dominio dei Visconti su Milano, che sarebbe durato fino al 1447.




Indice






  • 1 Vita


    • 1.1 La carriera ecclesiastica


    • 1.2 Arcivescovo di Milano


      • 1.2.1 Il conflitto con i Della Torre


      • 1.2.2 Lo scontro finale




    • 1.3 Gli anni di governo effettivo


    • 1.4 Gli ultimi anni




  • 2 Genealogia


  • 3 Note


  • 4 Bibliografia


  • 5 Voci correlate


  • 6 Altri progetti





Vita |



La carriera ecclesiastica |


Fu dapprima canonico a Desio, nel 1252 entrò poi al servizio di Leone da Perego, allora arcivescovo di Milano, che lo inviò quale suo procuratore in Francia da Innocenzo IV di cui divenne cappellano. Nel settembre 1247 divenne camerlengo del cardinale Ottaviano degli Ubaldini, che seguì per oltre un decennio in varie ambasciate in Italia e in Francia.



Arcivescovo di Milano |


Morto l'arcivescovo Leone da Perego nel 1257, fu il cardinale Ubaldini ad appoggiare il nome di Ottone quale degno successore al trono Arcivescovile in luogo di Raimondo della Torre o del nobile Francesco de Settala. Malgrado l'opposizione di Martino della Torre, capo della Credenza di Sant'Ambrogio (il comune milanese) ed in violazione dell'antico privilegio che vedeva Milano eleggere il proprio arcivescovo, Ottone fu nominato da papa Urbano IV arcivescovo della città il 22 luglio 1262 a Montefiascone.[1]



Il conflitto con i Della Torre |


Martino della Torre, indignato per l'elezione imposta dal Papa, occupò nel mese di agosto l'arcivescovato e fu scomunicato dal legato apostolico Filippo di Pistoia, il quale gettò l'interdetto su Milano per avere rifiutato il nuovo arcivescovo. Si aprì allora una guerra fra Ottone e coloro che si opponevano alla sua carriera ecclesiastica: in primo luogo il potente Manfredi, Napo Torriani (che sarebbe divenuto Vicario Imperiale nel 1274) e l'intera famiglia guelfa Torriani.


Il 1º aprile 1263, giorno di Pasqua, Ottone entrò ad Arona, villaggio sulle rive meridionali del Lago Maggiore, con un corteo di nobili scappati da Milano e rifugiatisi nelle diverse città lombarde e prese formalmente possesso della sede ambrosiana. In risposta l'esercito milanese assediò Arona e prese posizione nella fortezza arciepiscopale di Angera situata sull'altra riva del lago in faccia ad Arona a circa 2 km di distanza. Ottone Visconti reagì, scrivendo da Arona al capitolo della cattedrale di Novara, perché scomunicasse per il loro aiuto agli assedianti milanesi Francesco della Torre, fratello di Martino, podestà di Mantova e quest'ultimo Comune. Il 5 maggio Ottone, minacciato dalla fanteria del capitano generale di Milano, Pelavicino, si arrese. Pelavicino fece distruggere le fortificazioni d'Arona e il castello d'Angera e di Brebbia.


Ottone si ritirò a Novara, ma in giugno, Francesco della Torre lo cacciò e Ottone si rifugiò presso il papa a Montefiascone. Ottone allora scomunicò persino il vescovo di Novara che aveva consegnato al podestà gli ostaggi che Ottone gli aveva affidato.


Nel novembre 1263 si spense Martino della Torre, che fu sostituito al vertice della Credenza dal fratello Filippo e, nell'ottobre del 1264, il grande sostenitore di Ottone, papa Urbano IV. Il nuovo papa Clemente IV, pur rifiutandosi nell'agosto 1265 di destituire Ottone e di accettare la proposta di nominare quale legato apostolico Raimondo della Torre, si sarebbe rivelato assai più tiepido nei confronti del Visconti.


Nel frattempo Pelavicino aveva ceduto il titolo di capitano generale di Milano a Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi XI, e si era trasferito nel campo dei Ghibellini, diventando un nemico dei Della Torre. Malgrado ciò i Della Torre - nel frattempo alla morte di Filippo della Torre nel settembre 1265 gli era succeduto il cugino Napo Torriani - continuarono a dettar legge alla città di Milano, tanto che, quando Paganino della Torre, divenuto podestà di Vercelli, fu assassinato nel gennaio 1266 per iniziativa di Pelavicino, la vendetta fu atroce: 53 nobili milanesi furono decapitati sulla pubblica piazza.


Malgrado nel dicembre 1266 Clemente IV avesse sollecitato Milano ad accettare il proprio arcivescovo Ottone Visconti, alla morte del pontefice nel novembre 1268 il caso non era ancora risolto e così rimase per i tre anni di sede vacante che seguirono.



Lo scontro finale |


Nell'aprile 1273 il nuovo papa Gregorio X di passaggio a Milano confermò la validità dell'elezione di Ottone. Fu così che una vera e propria psicosi s'impossessò di Milano: i della Torre arrivarono a proscrivere oltre duecento persone appartenenti alle famiglie nobili della capitale lombarda che furono obbligate a fuggire in esilio a Novara e Pavia. In previsione di un contrattacco del Visconti, fu costituita una milizia speciale per proteggere la città da Ottone. Napo sfidò le truppe pavesi e fece prigioniero un importante numero di nobili milanesi, fra i quali Teobaldo Visconti, padre di Matteo e nipote dell'arcivescovo Ottone. Quest'ultimo, che si trovava a Vercelli, quando ricevette la notizia si mise alla testa di un'armata di rifugiati ed occupò Castelseprio, da cui fu tuttavia scacciato da Napo, così da doversi rifugiare a Lurate presso Como. Nel 1277 l'ostracismo di cui era vittima Ottone Visconti finì quindici anni dopo la sua nomina ad arcivescovo e, per ironia della sorte, ciò avvenne nella città in cui era stato una volta canonico. Il 20 gennaio 1277 la battaglia di Desio fu decisiva con la disfatta dei Torriani: Francesco vi fu ucciso e Napo vi fu fatto prigioniero (morirà dopo un anno e mezzo di carcere), mentre Ottone entrò trionfalmente a Milano.



Gli anni di governo effettivo |


La vittoria nella battaglia di Desio nel 1277, aveva sostanzialmente segnato l'inizio della signoria viscontea e l'assoluto dominio di questa famiglia su Milano e sulla Lombardia. Ciononostante gli anni che seguirono non furono anni tranquilli. I della Torre iniziarono infatti una resistenza contro i Visconti e conquistarono Lodi e Castelseprio, conquistando l'intera regione fra l'Adda e il fiume Ticino.


Ottone fece appello a Guglielmo VII di Monferrato, facendolo eleggere capitano generale di Milano per cinque anni e poi dieci e fino a farlo Signore di Milano nel 1278 dopo che l'esercito milanese era stato sconfitto dai Torriani a San Donato. A fine 1281 i rapporti fra Ottone e il marchese di Monferrato si sarebbero deteriorati e l'arcivescovo avrebbe scacciato Guglielmo, divenuto alleato dei Della Torre da Milano.


Nel frattempo proprio nel 1281 una nuova battaglia contro i Torriani a Vaprio d'Adda aveva dato la vittoria ai Visconti il giorno di san Dionigi, il quale diverrà con sant'Agnese protettore dei Visconti. L'armata avversaria era vinta e dispersa: Cassone della Torre fu ucciso in combattimento, Raimondo della Torre riparò in Friuli e la pace fu siglata a Lodi.





Gli ultimi anni |


Gli ultimi anni di governo di Ottone, il quale mai assunse la carica di capitano del popolo o di signore di Milano, funzioni peraltro evidentemente incompatibili con il titolo di arcivescovo, furono più calmi. Il potere di fatto di Ottone – fondato sulla sua capacità di potere convocare rapidamente delle milizie cittadine - era tuttavia sia in politica estera che interna incontrastato a fronte dei capitani del popolo e dei podestà che cambiavano ogni 6 mesi. Ottone godeva anche del sostegno dell'imperatore – formalmente sovrano di Milano – che evitava sostenendo il Visconti di dovere delegare formalmente poteri a un'autorità locale.


Nel dicembre 1287, Ottone fece nominare il nipote Matteo capitano del popolo, funzione che gli sarà riattribuita due anni dopo. Nel 1291 il consiglio generale attribuirà a Matteo il titolo di signore di Milano. Stanco Ottone si ritirerà nell'Abbazia di Chiaravalle dove morirà all'età di 88 anni il giorno 8 agosto 1295.



Genealogia |






Signoria di Milano Casato dei Visconti
(1277-1395)






















Coat of arms of the House of Visconti (1277).svg

'Vipereos Mores Non Violabo'
Stemma dei Visconti dal 1277 al 1395

Ottone


Nipoti


  • Matteo




Matteo I


Figli



  • Galeazzo

  • Stefano

  • Marco

  • Luchino

  • Giovanni

  • Caterina






Nipoti



  • Bernabò

  • Galeazzo

  • Matteo

  • Azzone





Galeazzo I


Figli


  • Azzone




Azzone co-signore con gli zii Luchino e Giovanni

Matteo II co-signore coi fratelli Galeazzo II e Bernabò

Galeazzo II co-signore coi fratelli Matteo II e Bernabò


Figli



  • Gian Galeazzo

  • Violante


  • Beatrice, figlia naturale





Bernabò co-signore coi fratelli Matto II e Galeazzo II


Figli



  • Taddea

  • Verde

  • Marco

  • Ludovico

  • Valentina

  • Rodolfo

  • Carlo

  • Antonia

  • Caterina

  • Agnese

  • Maddalena

  • Gianmastino

  • Lucia

  • Elisabetta

  • Anglesia


  • Ambrogio, figlio naturale


  • Estorre, figlio naturale





Gian Galeazzo

Modifica



Note |




  1. ^ Charles-Louis Richard; Jean Joseph Giraud, Biblioteca sacra ovvero Dizionario universale delle scienze ecclesiastiche, vol. 13, Ranieri Fanfani, 1835, p. 301.



Bibliografia |



  • Zaninetta Paolo, Il potere raffigurato. Simbolo, mito e propaganda nell'ascesa della signoria viscontea, Milano, FrancoAngeli, 2013.

  • Maria Bellonci, Gian Alberto Dell'Acqua, Carlo Perogalli, "I Visconti a Milano", Milano, CARIPLO Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, 1977.

  • Lopez Guido, I Signori di Milano, dai Visconti agli Sforza, Newton Compton editore, 2010.

  • Vittorio Urbano Crivelli Visconti, La Nobiltà Lombarda, Bologna 1972, pag. 6,


  • Le Grandi Famiglie d'Europa: I Visconti, vol. 8, Mondadori 1972


  • Ritratti dei Visconti Signori di Milano, C. Pompeo Litta, Milano


  • Vite dei Dodeci Visconti che Signoreggiarono Milano, Paolo Giovio, Milano MDCXLV

  • Maria Bellonci, I Tu vipera gentile, Milano, Mondadori, 1973.



Voci correlate |



  • Visconti

  • Sarcofago di Ottone e Giovanni Visconti



Altri progetti |



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