Massimo Moratti






Massimo Moratti


Massimo Moratti (Bosco Chiesanuova, 16 maggio 1945) è un imprenditore, dirigente d'azienda e dirigente sportivo italiano.


È stato presidente dell'Inter in due periodi diversi (dal 18 febbraio 1995 al 19 gennaio 2004 e dal 6 settembre 2006 al 15 novembre 2013) nonché presidente onorario fino al 23 ottobre 2014. Ricopre il ruolo di presidente della Saras.




Indice






  • 1 Biografia


  • 2 Attività imprenditoriale


    • 2.1 La presidenza dell'Inter


      • 2.1.1 Attività sociali


      • 2.1.2 Controversie






  • 3 Onorificenze


  • 4 Note


  • 5 Voci correlate


  • 6 Altri progetti





Biografia |


Massimo Moratti, appartenente ad una delle famiglie più facoltose di Milano, ha ereditato dal padre Angelo la Saras, gruppo che opera nel settore della raffinazione del petrolio, di cui è presidente. È nato a Bosco Chiesanuova nel veronese; qui il padre aveva portato la famiglia in una villa, acquisita prima della guerra. Si diplomò al Liceo Classico di San Demetrio Corone da privatista e successivamente si laureò alla LUISS Guido Carli in Scienze Politiche, è anche proprietario dell'azienda Sarlux, con sede a Cagliari, la cui attività si concentra sulla produzione di energia elettrica proveniente dagli scarti petroliferi.


È fratello di Adriana, Gianmarco (suo predecessore come presidente della Saras[1] e marito dell'ex sindaco di Milano Letizia Moratti), Bedy, Gioia e Natalino. È sposato con Emilia Bossi detta Milly, dal 2001 al 2012 consigliere comunale del capoluogo lombardo, ed è padre di cinque figli:[2] Maria Celeste, Angelomario, Maria Carlotta, Giovanni e Maria.



Attività imprenditoriale |


È socio accomandatario nonché presidente di Angelo Moratti S.a.p.a. e di Sarint S.A., società del Gruppo Saras. Inoltre, è componente del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo di Interbanca e del consiglio di amministrazione di Pirelli. Al 2008 aveva un patrimonio di circa 1,5 miliardi di euro constatati, posizionandosi al 7º posto della classifica annuale degli uomini più ricchi d'Italia.[3]


Azionista anche di Gruppo Partecipazioni Industriali con il 6,5% e di Camfin con il 2,91% [4] prima e 2,49% poi (di cui 1,49% tramite C.M.C. S.p.A. e 1,00% a titolo personale), nell'ottobre 2013 vende le proprie quote all'amico Marco Tronchetti Provera per 19,5 milioni di euro sulla base di un accordo sottoscritto a giugno.[5]



La presidenza dell'Inter |


Il 18 febbraio 1995 Moratti acquista ufficialmente l'Inter, che era già stata di proprietà del padre Angelo dal 1955 al 1968. I primi anni di presidenza Moratti sono i più difficili; ingenti infatti sono gli sforzi economici,[6] senza risultati soddisfacenti, a parte la Coppa UEFA 1997-1998. Si stima che nei primi anni di presidenza, Moratti abbia dovuto provvedere personalmente a circa 735 milioni di euro di iniezioni di capitale, cifra molto vicina ai 750 milioni di euro incassati con il collocamento in borsa dell'azienda di famiglia Saras avvenuta nel 2006.[7]


Le difficoltà sono testimoniate dalle doppie dimissioni rassegnate in periodi diversi: la prima il 6 maggio 1999, dopo le pesanti critiche ricevute per la scelta di affidare la squadra all'allenatore Roy Hodgson [8] e in questo caso le dimissioni vennero ritirate, per acclamazione, il successivo 15 luglio;[9]; la seconda il 19 gennaio 2004, pur conservandone la proprietà[10] e a subentrargli è l'ex giocatore nerazzurro Giacinto Facchetti, che resterà in carica fino alla sua morte, avvenuta il 4 settembre 2006. Due giorni dopo, Moratti riprenderà il ruolo di presidente del club.


Nel frattempo, in coincidenza con l'arrivo in panchina di Roberto Mancini nel 2004 si apre un ciclo di vittorie: risalgono al tecnico di Jesi la conquista di tre scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane.

La striscia di successi prosegue con il tecnico portoghese José Mourinho, il quale è capace di portare nella bacheca nerazzurra, dal 2008 al 2010, altri due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ma soprattutto la Champions League, a 45 anni di distanza dal precedente successo. L'Inter di Massimo diviene così la prima squadra italiana, sesta in Europa, a centrare il cosiddetto treble (scudetto, Coppa Italia e Champions League) nell'arco di una sola stagione. Le successive gestioni Benítez e Leonardo arricchiranno la presidenza Moratti di altri tre successi: la Supercoppa italiana, la Coppa del Mondo per club (conquistati dallo spagnolo) e la Coppa Italia (vinta dal brasiliano).


Il 15 ottobre 2013, dopo cinque mesi di trattative, viene comunicato l'accordo con l'International Sports Capital, società indirettamente posseduta dagli indonesiani Erick Thohir, Rosan Roeslani e Handy Soetedjo, con il quale la compagnia indonesiana diviene azionista di controllo dell'Inter mediante la partecipazione del 70% attraverso un aumento di capitale riservato.[11]
Il 15 novembre l'Assemblea dei Soci dell'Inter elegge ufficialmente Thohir come nuovo presidente al posto di Moratti, che esce dal consiglio di amministrazione rimanendo però nell'organigramma societario come presidente onorario.[12]

Il 23 ottobre 2014 Moratti annuncia le sue dimissioni dalla carica, contestualmente a quelle del figlio Angelomario, di Rinaldo Guelfi e di Alberto Manzonetto da quelle di consigliere di amministrazione,[13] lasciando il club meneghino dopo 19 anni di presidenza e 16 trofei vinti sotto la sua gestione.

Il 6 giugno 2016, con la cessione della maggioranza del club al gruppo cinese Suning Commerce Group, lascia l'Inter anche come azionista dopo 21 anni.[14]



Attività sociali |


Il 28 novembre 2012, presso la sede dell'ONU a New York, Moratti ha presentato il progetto Inter Campus.[15] Il 10 settembre 2009 il rappresentante UNDP di Firenze, Sauro Gori, a margine della presentazione della Coppa del Mondo Inter Campus, aveva annunciato che Massimo Moratti sarebbe stato nominato Ambasciatore di Buona Volontà ONU a New York, per l'impegno sociale dimostrato attraverso il programma Inter Campus.[16]



Controversie |


Il 9 luglio 2010 la Commissione Disciplinare Nazionale lo inibisce per tre mesi con 45 000 euro di ammenda a seguito dei deferimenti del Procuratore federale Palazzi in merito alla compravendita dei calciatori Thiago Motta e Diego Milito avvenuta nel 2009 durante un'inibizione del presidente genoano Enrico Preziosi.[17][18]


Nel luglio 2011, dopo la pubblicazione delle intercettazioni inedite correlate al processo noto come Calciopoli, il procuratore federale Stefano Palazzi presenta un dossier in cui vengono coinvolti alcuni dirigenti calcistici non indagati nel processo sportivo celebrato nel 2006, tra cui Moratti, accusato da Palazzi per la violazione dell'articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva (doveri ed obblighi generali).[19] Contestualmente, per via della prescrizione degli eventuali reati, lo stesso procuratore segnala l'impossibilità a procedere e dunque a verificare le accuse attestate nel suo dossier in ambito sportivo.[20]



Onorificenze |











Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 1993[21]










Collare d'oro al Merito Sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
Collare d'oro al Merito Sportivo
— Roma, 15 dicembre 2015.


Note |




  1. ^ Presidente Gian Marco Moratti, saras.it. URL consultato il 7 giugno 2014.


  2. ^ Moratti La partita di Angelo e Carlotta, corriere.it, 7-12-09 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2010).


  3. ^ La classifica dei più ricchi d'Italia, colombo.ion.it. URL consultato il 7 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).


  4. ^ Camfin: Tronchetti al 51%, Intesa e Generali all'1,6%, ilsole24ore.com, 26 aprile 2007. URL consultato il 7 giugno 2014.


  5. ^ Camfin, Mtp acquisisce azioni detenute da Massimo Moratti, reuters.com, 11 ottobre 2013. URL consultato il 7 giugno 2014.


  6. ^ Moratti, 500 milioni di euro per costruire il sogno Inter, repubblica.it, 3 maggio 2002. URL consultato il 7 giugno 2014.


  7. ^ Chiuso il rubinetto della Saras Moratti obbligato all'austerity, repubblica.it, 13 agosto 2008. URL consultato il 7 giugno 2014.


  8. ^ Moratti si è dimesso, raisport.rai.it, 6 maggio 1999. URL consultato il 7 giugno 2014.


  9. ^ Moratti torna sul trono dell'Inter, corriere.it, 16 luglio 1999. URL consultato il 7 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).


  10. ^ Inter, Moratti si dimette e propone Facchetti presidente, repubblica.it, 19 gennaio 2004. URL consultato il 7 giugno 2014.


  11. ^ FC Internazionale Milano S.p.A.: siglato l’accordo per l’ingresso di nuovi soci nel capitale, inter.it, 15 ottobre 2013. URL consultato il 15 ottobre 2013.


  12. ^ Comunicato ufficiale, su inter.it, 15 novembre 2013. URL consultato il 18 novembre 2013.


  13. ^ Inter, Moratti si dimette da presidente onorario: "Poi capirete perché", gazzetta.it, 23 ottobre 2014. URL consultato il 6 gennaio 2015.


  14. ^ Inter, Suning si prende il 68,55%, Moratti lascia dopo 21 anni, gazzetta.it, 6 giugno 2016.


  15. ^ Balotelli non tornerà all'Inter, sportmediaset.it, 28 novembre 2012. URL consultato il 7 giugno 2014.


  16. ^ Moratti ambasciatore Onu su Tuttosport.com, su tuttosport.com (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2009).


  17. ^ Disciplinare: sei mesi di inibizione a Preziosi, tre a Moratti Figc.it


  18. ^ Moratti squalificato 3 mesi, in La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 10 luglio 2010.


  19. ^ Codice di giustizia sportiva, su altalex.com. URL consultato l'8 luglio 2011.


  20. ^ "Illecito sportivo dell'Inter". Ecco le carte di Palazzi, in La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 5 luglio 2011.


  21. ^ Sito web del Quirinale:dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 29 luglio 2013.



Voci correlate |


  • Presidenti del Football Club Internazionale Milano


Altri progetti |



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