Massanzago








































































































Massanzago
comune


Massanzago – Stemma
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Coat of Arms of Veneto.png Veneto
Provincia
Provincia di Padova-Stemma.png Padova
Amministrazione
Sindaco Stefano Scattolin (lista civica di centro-sinistra) dal 25-5-2014
Territorio
Coordinate
45°33′00″N 12°01′00″E / 45.55°N 12.016667°E45.55; 12.016667 (Massanzago)Coordinate: 45°33′00″N 12°01′00″E / 45.55°N 12.016667°E45.55; 12.016667 (Massanzago)
Altitudine 18 m s.l.m.
Superficie 13,22 km²
Abitanti 6 036[1](30-6-2018)
Densità 456,58 ab./km²
Frazioni
Sandono, Zeminiana
Comuni confinanti
Borgoricco, Camposampiero, Trebaseleghe, Noale (VE), Santa Maria di Sala (VE)
Altre informazioni
Cod. postale 35010
Prefisso 049
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
028050
Cod. catastale F033
Targa PD
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona E, 2 421 GG[2]
Nome abitanti massanzaghesi
Patrono sant'Alessandro
Giorno festivo 26 agosto
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Massanzago

Massanzago



Massanzago – Mappa
Posizione del comune di Massanzago all'interno della provincia di Padova
Sito istituzionale

Massanzago (Masansàgo in veneto) è un comune italiano[3] di 6 036 abitanti[1] della provincia di Padova in Veneto.




Indice






  • 1 Geografia fisica


  • 2 Storia


  • 3 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 3.1 Architetture religiose


      • 3.1.1 Parrocchiale di Sant'Alessandro


      • 3.1.2 Comparrocchiale di San Pio X e di Maria Regina




    • 3.2 Architetture civili


      • 3.2.1 Ville venete


      • 3.2.2 Mulino Baglioni






  • 4 Società


    • 4.1 Evoluzione demografica




  • 5 Amministrazione


  • 6 Note


  • 7 Altri progetti





Geografia fisica |


Massanzago si colloca nella parte nordorientale della provincia di Padova, al confine con la provincia di Venezia. L'area è totalmente pianeggiante, con altitudini comprese tra i 14 (estremità sud del territorio) e i 20 m s.l.m. (fascia a nord, lungo il confine con Trebaseleghe). Il capoluogo comunale e le frazioni Sandono e Zeminiana sorgono rispettivamente a 18, 17 e 16 m.


Il corso d'acqua di maggior rilievo è il fiume Muson Vecchio, che attraversa il territorio in direzione nordovest-sudest. Antico confine tra le centuriazioni di Padova e Altino, è interessante notare come tutt'oggi strade, campi e fossati presentino un orientamento differente a nord e a sud del suo corso. Da citare anche il fiume Marzenego e il suo affluente scolo Fossalta, che segnano per un breve tratto il confine con Trebaseleghe, e lo scolo Parauro, che definisce il confine con Noale.



Storia |


I reperti risalenti alla storia più antica di Massanzago scarseggiano, ma certamente conobbe vicende comuni a quelle del territorio circostante. La zona fu inizialmente abitata dai Veneti, i quali vennero assoggettati ai Romani verso il II secolo a.C.[4]


Risale forse all'epoca augustea la definizione delle centuriazioni di Altino e Padova, i cui confini erano segnati dal corso del Muson (oggi Muson Vecchio). Le tracce di questa organizzazione sono tuttora assai evidenti e va citata particolarmente l'attuale via Cornara che collegava i due territori mediante un guado sul fiume. Era parte di un percorso che si staccava dalla via Annia all'altezza di Perarolo di Vigonza e raggiungeva il Piave nei pressi di Cornuda[4]. Dello stesso periodo è il toponimo, derivante dal nome di un proprietario terriero, tale Massenzio[5].


Di origini paleocristiane sarebbe la chiesa di sant'Alessandro martire (la vecchia parrocchiale), il cui patrono farebbe pensare a uno stanziamento di soldati o alla presenza di veterani[4].


La prima citazione del toponimo risale però al 29 aprile 1085, data riportata nel documento con cui alcuni proprietari donarono diverse massaritias della zona al monastero di Sant'Eufemia di Villanova (l'attuale Abbazia Pisani). Nel basso medioevo si consolidò l'autorità del vescovo di Treviso e Massanzago, dipendente dalla pieve di Rustega, ne divenne un feudo che garantiva ai titolari il diritto di riscossione delle decime. Il primo ad esserne investito fu Semenzin quondam Adalgentino Semenza nel 1270 e venne abolito solo nel 1865, su iniziativa del vescovo Federico Maria Zinelli[4].


Dal punto di vista politico, invece, Massanzago e le sue frazioni erano sottoposte all'autorità del Comune di Padova e vi rimasero sino alla conquista della Serenissima nel 1405. Ne seguirono le sorti attraverso le vicende ezzeliniane e carraresi e sotto l'influenza della famiglia da Camposampiero[4].


Con l'occupazione veneziana l'organizzazione amministrativa della terraferma fu riformata: Massanzago fu assegnata alla podesteria di Camposampiero, mentre Sandono e Zeminiana vennero sottoposti a quella di Padova. A parte la parentesi della guerra della Lega di Cambrai, fu questo un periodo di pace e di relativo benessere che vide lo sviluppo dell'agricoltura - monopolizzata dalle famiglie lagunari - e la risistemazione idraulica dei corsi d'acqua[4].


Alla caduta della Serenissima seguì il turbolento periodo napoleonico. Nel 1807 venne istituito il dipartimento del Brenta e Massanzago divenne comune, inquadrato nel distretto di Camposampiero. Seguì poi il periodo Austriaco e infine l'annessione al Regno d'Italia nel 1866[4].


L'11 ottobre 1944 tra Zeminiana e Briana di Noale ci fu un importante combattimento tra Guardia Nazionale Repubblicana e partigiani guidati anche da Bruno Eugenio Ballan.



Monumenti e luoghi d'interesse |



Architetture religiose |



Parrocchiale di Sant'Alessandro |


Si trova discosta dal centro, in un'area rurale a ponente dell'abitato.


È citata per la prima volta nel 1181, in un documento del capitolo della cattedrale di Treviso. Nello scritto si legge che la chiesa godeva di un proprio beneficio e che il suo sacerdote poteva fregiarsi del titolo di rettore. Fu comunque una cappella dipendente dalla pieve di Rustega sino all'erezione della parrocchia autonoma.


L'edificio attuale risale al XV Sec. e fu rimaneggiato e soprelevato 1620 su iniziativa dell'allora parroco don Bernardino Rocca. Altri interventi si ebbero nei secoli successivi: tra questi il rifacimento del pavimento in pietra di Chiampo (1845) e la ricostruzione del campanile (dal 1910).


Sin dal Settecento, tuttavia, la struttura si mostrava inadeguata ad accogliere la crescente popolazione. Con il tempo, inoltre, si aggiunse la necessità di un costoso restauro che indusse la comunità a costruire una nuova chiesa piuttosto che intervenire su quella preesistente. Nel 1956, tuttavia, ne iniziò un drastico recupero grazie all'interessamento della Soprintendenza ai Monumenti[6].



Comparrocchiale di San Pio X e di Maria Regina |


Sorge in posizione centrale, di fronte a villa Baglioni.


Progettata da Fausto Scudo, fu iniziata nel 1956, con la benedizione della prima pietra da parte di mons. Egidio Negrin, e venne conclusa nel 1972, con la consacrazione di mons. Antonio Mistrorigo. Benché rappresenti oggi il principale luogo di culto di Massanzago, non è parrocchiale in quanto, secondo il diritto canonico, il titolo di una chiesa (in questo caso la parrocchiale di Sant'Alessandro) può essere trasferito a un'altra solo se la prima viene demolita o sconsacrata. Per la stessa ragione, non poté essere intitolata al patrono del paese[7].



Architetture civili |



Ville venete |


Nel territorio comunale sono presenti 8 ville tutelate dall'Istituto Regionale Ville Venete (IRVV)[8]. Degna di menzione è la Villa Baglioni[9], sede del municipio. Al suo interno sono conservati i magnifici affreschi[10] del giovane Giambattista Tiepolo (il conte Baglioni volle che gli affreschi avessero un soggetto mitologico: Fetonte reclama il carro del Sole al dio Apollo, Trionfo dell'Aurora e Caduta di Fetonte nell'Eridano), simili a quelli di Wurzburg.



Mulino Baglioni |


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Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[11]






Amministrazione |









Note |




  1. ^ ab Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2018.


  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.


  3. ^ Comune di Massanzago, Sito web ufficiale del Comune di Massanzago: "http://www.comune.massanzago.pd.it/hh/index.php"., su comune.massanzago.pd.it. URL consultato il 7 aprile 2015.


  4. ^ abcdefg Profilo storico, Comune di Massanzago. URL consultato il 25 dicembre 2015.


  5. ^ Egidio Finamore, Italia medioevale nella toponomastica. Dizionario etimologico dei nomi locali, Bibliograf, 1992, p. 126.


  6. ^ La millenaria chiesa di S. Alessandro, Comune di Massanzago. URL consultato il 26 dicembre 2015.


  7. ^ La nuova chiesa di Massanzago, Comune di Massanzago. URL consultato il 26 dicembre 2015.


  8. ^ Sito web http://irvv.regione.veneto.it/index.php, IRVV Ville venete Massanzago, su irvv.regione.veneto.it.


  9. ^ Sito web http://www.valleagredo.it/, Home ›Arte / Cultura ›luoghi ›Villa Baglioni, su valleagredo.it.


  10. ^ Comune di Massanzago, Affreschi di G. Tiepolo in Villa Baglioni, su comune.massanzago.pd.it.


  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.



Altri progetti |



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