Fisarmonica




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Fisarmonica

Fisarmonica a Piano Professionale.jpeg
Una fisarmonica a piano professionale
Informazioni generali
Origine
Europa
Invenzione
XIX secolo
Inventore

Cyrill Demian (presunto)
Classificazione

412.132
Aerofoni a tastiera
Famiglia

Fisarmoniche
Uso

Musica folk
Musica galante e classica
Musica jazz e black music
Ascolto


New York Blues, composto ed eseguito da Pietro Frosini (1916) (info file)

La fisarmonica (dal greco ϕῦσα phȳsa, "soffio" o "mantice" e ἁρμονικός harmonikòs, "armonico"), "accordéon" in francese, "accordion" in inglese e "akkordion" in tedesco (da ἀχόρδιον achòrdion, "senza corde"), è uno strumento musicale aerofono con mantice ad ancia libera; è stata per lunghi anni, e in alcune zone lo è ancora, uno strumento folcloristico legato alla tradizione della danza popolare.[1]




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Caratteristiche


    • 2.1 Bassi


    • 2.2 Cantabile


    • 2.3 Mantice


    • 2.4 Ance




  • 3 Tipi


  • 4 Cenni storici


  • 5 Note


  • 6 Bibliografia


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Storia |


Il primo brevetto di un accordion, termine oggi usato in molte lingue (pur con varianti grafiche) per indicare la fisarmonica, fu depositato il 6 maggio del 1829 a Vienna dal costruttore di organi e pianoforti Cyrill Demian e dai suoi figli Carl e Guido, ma colui che la trasformò a quella che si avvicina di più ai nostri giorni è stato Paolo Soprani.


Le evoluzioni tecniche e costruttive dello strumento hanno sempre più perfezionato il suo timbro e la sua intonazione, favorendo la presenza dello strumento anche in ambiti musicali più colti.



Caratteristiche |


La fisarmonica è dotata di due tastiere o manuali, il manuale di destra, detto anche cantabile, può essere con tastiera pianoforte o con bottoni, mentre il manuale di sinistra, i bassi è a bottoni.



Bassi |


La tastiera di sinistra è tipicamente costituita da due file di bottoni per il basso (chiamate, rispettivamente, dei "bassi" e dei "contrabbassi") dove ad ogni bottone corrisponde una singola nota grave e tali note sono disposte per ordine di quinta; seguono altre quattro file di bottoni tipicamente relative all'armonia; 1ª fila accordo maggiore, 2ª fila accordo minore, 3ª fila accordo di settima di dominante (senza la quinta), 4ª fila accordo di settima diminuita.


Queste file dell'armonia possono avere funzioni diverse a seconda del tipo strumento, ma in generale prevalgono due filosofie: quella dei "bassi standard" e quella dei "bassi sciolti o free bass". Nella sistemazione a "bassi standard" le file di bottoni ulteriori a "bassi" e "contrabbassi" non suonano una singola nota ciascuno, bensì un accordo, e sono raggruppate in base alla triade o quadriade che consentono di formare in associazione col bottone di "basso" immediatamente allineato: l'usuale posizione di esecuzione prevede la posizione del quarto dito (anulare) sul "basso" (che tipicamente è la fondamentale dell'accordo), e del terzo e del secondo dito sugli adiacenti bottoni degli accordi.


Nella sistemazione a "bassi sciolti" (Sistema bassi sciolti) invece anche le file di bottoni ulteriori a "bassi" e "contrabbassi" suonano una sola nota ciascuno, e complessivamente si osservano disposizioni tipicamente cromatiche delle note, anche se variegate rispetto alla fila dei bassi: è preferita nella musica colta in contrapposizione alla precedente che è invece tipica della musica tradizionale, e risulta la più diffusa. In ogni caso il pollice è l'unico dito che non viene utilizzato su questa bottoniera ma serve unicamente per equilibrare la mano e per premere il bottone laterale al mantice che, aprendo i fori dell'aria, permette una maggiore velocità di chiusura e di apertura del mantice stesso. Le fisarmoniche cromatiche possono avere da 48 a 120 bassi: questo misura l'estensione complessiva delle file della bottoniera, e di conseguenza l'estensione complessiva dell'intonazione della stessa.


Le fisarmoniche si dividono in "bassi standard" e "bassi sciolti" in base al funzionamento della bottoniera della mano sinistra: nelle prime, come già detto sopra, la mano sinistra esegue l'accompagnamento (bassi e accordi), mentre nelle fisarmoniche a "bassi sciolti" è solitamente presente un meccanismo commutatore (converter) che trasforma la bottoniera da "bassi standard" a "bassi sciolti", di modo che un singolo bottone esegua una singola nota, così da poter eseguire brani polifonici a due mani come su un organo o un pianoforte. Pur essendo il sistema a bassi sciolti solitamente azionato dal sistema meccanico del converter, esistono anche modelli dotati di soli bassi sciolti. Il layout delle bottoniera a bassi sciolti può essere "per quinte" o "per terze minori, a seconda dell'intervallo formantesi tra bottoni contigui sulla stessa linea verticale. Il primo ("per quinte") ricalca la stessa logica dispositiva dei bassi standard, ma espandondela sulle ottave successive, il secondo ("per terze minori") riprende, in modo speculare, la disposizione del manuale destro dei modelli a bottoni.



Cantabile |


Il manuale sul lato destro è detto "cantabile", e può essere alternativamente costituito da una tipica tastiera di tipo organistico (detta anche "tipo pianoforte", fatta di 41 tasti di cui 17 neri e 24 bianchi) o da un sistema di bottoni disposti cromaticamente.



  • Il manuale in formato "organo" (o "tipo pianoforte") ha un metodo d'utilizzo del tutto uguale a quello di un normale organo, la disposizione verticale dei tasti ne facilita l'utilizzo di esecuzione. Essa è differente da quella del pianoforte sia per le caratteristiche meccaniche di razionamento del tasto, sia per la sua corsa (che è inferiore), sia per il fatto che la dinamica dei suoni (cioè il loro volume individuale) non viene prodotta dalla differente pressione delle dita sullo strumento ma è la conseguenza della diversa intensità di apertura del mantice, e quindi un'apertura di lieve intensità produrrà un suono debole, mentre da un'apertura "energica" emergerà un suono più forte. Il volume sonoro, oltre che dalla quantità d'aria, è anche influenzato dal registro selezionato, ossia dal numero di ance azionate contemporaneamente dallo stesso tasto.

  • Il manuale con sistema a bottoni, invece, presenta 3, 4, 5 o 6 file di bottoni, è denominata "fisarmonica cromatica sistema a bottoni" o più comunemente "fisarmonica a bottoni", e talvolta impropriamente "fisarmonica cromatica" anche se pure la versione con tastiera di tipo organistico è parimenti "cromatica". Esistono diverse disposizioni dei bottoni, le più comuni sono il C-Griff (o sistema italiano) e il B-Griff (sistema russo).



Mantice |


Il cuore della fisarmonica è il Mantice, che viene azionato dall'esecutore per immettere l'aria necessaria a far vibrare le ance. Il Mantice, mosso direttamente dalle braccia dell'esecutore, è il polmone della fisarmonica, il mezzo per ottenere l'espressione, come l'Arco per il Violino, il Tocco per il Pianoforte, il Respiro per gli strumenti a fiato. Esso è fatto di cartone pieghettato ricoperto di tela, tenuto insieme, negli angoli interni, da pelli morbide, le quali permettono qualsiasi movimento senza dispersione di aria, mentre le estremità di ogni singola piega sono coperte di pegamoide; gli angoli sono rivestiti di metallo. Siffatta costruzione ne garantisce la resistenza. Il mantice viene fissato alle due casse armoniche (lato bassi e lato cantabile) da spinotti o da viti.


Modo di usare il mantice: la mano sinistra, infilata fra la cinghia e la cassa armonica (lato bassi) regola i movimenti del mantice. Solitamente si inizia con il mantice in aprire, ma, sia nell'aprirlo che nel chiuderlo, si deve porre attenzione che tale movimento avvenga in via lineare, con semplicità e naturalezza, evitando grandi movimenti a ventaglio. Va azionato con calma e dolcemente, così da dare la possibilità alle ance di vibrare con regolarità, ottenendone un suono omogeneo e gradevole. Va fatta speciale attenzione che, nell'invertire il movimento del mantice, tale azione venga avvertita il meno possibile. Sono da evitare forti pressioni o strappi violenti, almeno in un primo tempo.



Ance |


Le ance (dette anche voci), cuore sonoro della fisarmonica, sono piccole lame d'acciaio intonate (di solito in alluminio), controllate da valvole collegate ai tasti, che vibrando producono il suono; consistono di una lamina di acciaio, fissata ad una estremità alla piastra delle ance. L'altra estremità è libera di vibrare dentro e fuori la sede, sotto la pressione dell'aria fornita dal mantice. Le piastre delle ance sono montate su appositi supporti di legno detti somieri (di solito fatti in legno di pioppo, ma anche di legni più pregiati). Sono munite di valvole in pelle per regolare il flusso dell'aria detti pellicine. In base al loro timbro vengono divise in registri. Il registro più basso si chiama 16 piedi[2] ed è traspositore, cioè abbassa l'altezza dei suoni di una ottava, quello di mezzo si chiama 8 piedi e quello alto si chiama 4 piedi. L'8 dà i suoni reali, il 4 innalza i suoni di una ottava, le combinazioni dei registri vengono ordinate dal registro più basso.


Le ance sono costruite con vari materiali e metodologie, che ne cambiano le caratteristiche del suono che possono emettere, ed influenzano il costo dello strumento; possiamo avere:




  • voci a mano: costruite e rifinite interamente a mano da un artigiano (costosissime)


  • voci tipo a mano: costruite al grezzo con sistemi industriali e poi rifinite a mano una per una (mediamente costose)


  • voci industriali: costruite e rifinite con procedimenti meccanici (sono le meno costose)


In genere le voci a mano sono molto più belle di quelle industriali e sono le preferite dai professionisti. Ma in una fisarmonica ci sono centinaia di ance, e chiaramente averle a mano rende lo strumento molto costoso. Così che gli strumenti da studio in genere sono muniti di voci industriali che se sono di buona fattura non sfigurano affatto. Comunque lo strumento va ascoltato prima dell'acquisto, la qualità del suono di una fisarmonica non dipende solo dal tipo di ance. Molti marchi italiani avevano voci industriali (la Paolo Soprani per esempio) e costruivano ottimi strumenti.


La frequenza della fondamentale emessa da un'ancia varia a seconda della lunghezza e del peso della stessa, che determinano la velocità di vibrazione del corpo elastico. La forma varia invece più che altro il timbro. In genere i tipi più usati sono le ance piatte e quelle bombate.


Le ance possono essere costruite in vario materiale, alluminio, acciaio e, in alcuni strumenti, ottone. Il tipo di materiale varia notevolmente la qualità e il timbro del suono. Altre distinzioni sono in base alla tecnica di fissaggio dell'ancia alla piastra porta ance:




  • ancia cerata: ancia fissata alla piastra porta ance con una sostanza detta cera.


  • ancia chiodata: ancia fissata alla piastra porta ance con un piccolo rivetto detto chiodo.


  • ancia cerata e chiodata: ancia fissata alla piastra porta ance con ambedue i sistemi precedenti.



Tipi |


Le fisarmoniche possono essere classificate in tre grandi tipi: le fisarmoniche da liscio, le fisarmoniche da concerto e le fisarmoniche da studio. Ognuna di queste categorie ha delle caratteristiche proprie. Normalmente una media fisarmonica da liscio ha 3 voci alla mano destra (ottava bassa, ottava centrale, ottava centrale battente, cioè leggermente "stonata") e 5 alla sinistra, per cui viene detta "in terza e quinta". in genere queste fisarmoniche sono colorate con colori molto sgargianti e decorate con scritte in madreperla.


Esistono strumenti da concerto, dalle performance maggiori, che presentano fino a 5 voci alla destra e 7 alla sinistra. I registri sono combinazioni di voci, cioè quelle leve presenti sulla cassa armonica che cambiano istantaneamente più voci nello stesso tempo. Alcuni nomi di combinazioni che si possono trovare sono: "master" (tutte le voci inserite), "bassoon" (solo ottava bassa); "clarinet" (solo ottava reale), "flute" (solo ottava reale ma con un timbro diverso), "piccolo" (solo ottava alta), "bandoneon" (ottava bassa + centrale), "violin", "musette", "voce celeste" (ottava centrale più uno o due registri battenti), "accordion" (ottava bassa + reale + reale battente), "organ" (ottava bassa + reale + alta). In termini più precisi questi registri si chiamano 16-8-4 (master), 16 (bassoon), 4 (piccolo), 16-8 (bandoneon) ecc. le combinazioni di registri variano a seconda delle fisarmoniche: le fisarmoniche da liscio, come quelle da studio, hanno 7 registri in media.


Le fisarmoniche da concerto invece ne hanno fino a 11, perché in queste fisarmoniche viene aggiunto talvolta l'8 cassotto che è un registro dal suono ovattato e molto dolce. Nelle fisarmoniche da studio e in quelle da concerto non c'è l'ottava battente in quanto tutte le ottave sono accordate perfettamente.


I tipi di fisarmoniche a bassi converter vengono usate per lo più dai concertisti di musica classica e vengono studiate nei conservatori dove è stata istituita la cattedra di insegnamento della fisarmonica, inserita nei programmi ministeriali italiani solo nel 1993.


Il maestro Salvatore di Gesualdo, insegnante al conservatorio Cherubini di Firenze, ha scritto la voce fisarmonica nel Nuovo dizionario dell'UTET. Verso la fine degli anni Ottanta ha progettato la fisarmonica da concerto "VI SdG", della ditta Victoria di Castelfidardo assieme ad altri compositori contemporanei come Adamo Volpi, Lino Liviabella, Luciano Fancelli, Efrem Casagrande, Luigi Ferrari Trecate, Vittorio Melocchi, Gianfelice Fugazza, Gervasio Marcosignori, Bio Boccosi, Italo Salizzato, John Serry, e tanti altri, con le loro composizioni originali e trascrizioni dei grandi compositori del Settecento, Ottocento e Novecento hanno contribuito e aperto le porte alle antiche e nuove sonorità.


Con l'evolversi della tecnologia, sono stati costruiti sistemi elettronici MIDI da applicare alle fisarmoniche.




Vecchia stampa del 1964 delle Edizioni Musicali Farfisa Milano-Ancona


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Lo stesso argomento in dettaglio: Fisarmonica diatonica.

Esistono fisarmoniche diatoniche, chiamate anche organetti[3], caratterizzate da un minor numero di bassi (generalmente 2, 4, 8 o 12) e dal fatto che possono suonare agevolmente solo in determinate tonalità. Questi strumenti sono tipicamente bitonici, ovvero premendo lo stesso tasto suonano due note diverse a seconda del verso del mantice (che può essere in apertura o in chiusura).
Le tradizionali fisarmoniche cromatiche (sia a piano sia a bottoni) sono invece strumenti unitonici (un tasto produce una sola nota indipendentemente dal verso del mantice), anche se esistono strumenti simili alla fisarmonica (come alcune tipologie di bandoneón) che pur essendo cromatici, cioè consentendo di suonare in qualsiasi tonalità, sono contemporaneamente bitonici.



Cenni storici |


Uno strumento molto simile alla fisarmonica, sfruttante i medesimi principi meccanici, è stato realizzato sulla base di un progetto di Leonardo da Vinci, contenuto nel codice Fol.76r del Codice Madrid II[4]. Lo strumento è stato realizzato dal liutaio Mario Buonoconto, e suonato nel salone degli Stemmi del municipio di Castelfidardo, dal fisarmonicista Denis Biasin. Il liutaio Buonoconto ha così asserito «Un disegno che nessuno conosceva fino al 1970, ma di cui si intuiva l'importanza. Di fatto, anticipa di circa trecento anni l'invenzione della fisarmonica. Le indicazioni che Leonardo ha lasciato sono essenziali ma significative: una tastiera verticale, un mantice a doppia azione che funziona in entrambi i versi, una serie di canne di legno o di carta la cui genialità sta nel generare un flusso d'aria continuo che produce il suono»[5]. Il suono di questa ricostruzione è assai flautato e flebile, essendo generato da canne in legno, e molto differente da quello delle fisarmoniche moderne ad ancia libera. Lo strumento è stato lavorato interamente a mano; esso è stato esposto presso il Museo internazionale della fisarmonica fino alla fine dell'anno 2009.



Note |




  1. ^ Gabriel Garcia Marquez, “Scritti Costieri”, Maggio, 1948, in Non so cos’abbia di tanto comunicativo la fisarmonica che quando la sentiamo ci si stringe il cuore. Le chiedo scusa, signor lettore, per questo inizio da gregueria. Non mi era possibile cominciare altrimenti un pezzo che potrebbe avere l’ovvio titolo di “Vita e passione di uno strumento musicale”. Io personalmente, farei innalzare una statua a questo mantice nostalgico, amaramente umano, che tanto ha dell’animale triste. Nulla so di concreto della sua origine, della sua lunga traiettoria zingaresca, della sua irrevocabile vocazione di vagabondo. Probabilmente ci sarà chi tenterà di salire lungo l’albero inutile di una complicata genealogia musicale fino a trovare, in non so quale ignoto punto della storia, il primo uomo che un bel mattino si svegliò con il bisogno impellente di inventare la fisarmonica. A noi, signor lettore, nulla di tutto questo interessa. Dobbiamo rassegnarci a credere che – come tutti i vagabondi degni di questo nome – tale strumento si sia presentato dinanzi ai nostri occhi stupefatti senza certifìcati di nascita e buona condotta. Ha avuto – questo è indubbio – un’adolescenza dissipata, oscura, fitta di albe turbolente. I suoi migliori anni si sono dipanati nell’angolo anonimo, greve di vapori. di una taverna tedesca. […] Così, con questa implacabile lezione di umanità, ha continuato a cullare la febbre delle periferie, dispiegando il suo ventre in tutti i porti come qualsiasi incorreggibile marinaio. Il valzer francese è passato per i suoi polmoni dicendo quel carico di tristezza, quell’irreparabile malinconia che riempiva di stelle gli occhi delle Mignon e della Margot. La fisarmonica è sempre stata, come la nostra gaita, uno strumento proletario. Gli argentini hanno voluto imporle rango da salotto ma lei, nottambula inveterata, ha cambiato nome ed ha abbandonato i figli bastardi. Il frac non si confaceva alla sua dignità di vagabonda convinta. Ed è così. La fisarmonica legittima, autentica, è questa che ha preso la nazionalità fra noi, nella vallata del Rio Magdalena. Si è incorporata agli elementi del folklore nazionale accanto alla gaitas, al millos ed ai tamburi della costa. Accanto ai chitarrini di Boyaca Tiolima, Antioquia. Qui la vediamo fra le mani dei giullari che vanno qua e là recando il loro caloroso messaggio di poesia. Qui indossa il suo vecchio abito da marinaio senza rotta. Poiché so che non le mancano nemici, ho voluto scrivere questo pezzo che ha un inizio e avrà una fine da gregueria. Ascolti la fisarmonica, amico lettore, e vedrà con quale dolente nostalgia le si stringerà il cuore., Maggio, 1948.


  2. ^ Le misure in piedi derivano da quelle dei registri dell'organo, in cui i registri vengono misurati secondo l'altezza della loro canna più grave: se la canna più grave è alta 8 piedi (circa 2,5 m) il registro suona nell'ottava reale, se invece misura 16 piedi (circa 5 m) o 4 piedi (circa 1,2 m) l'altezza del registro è, rispettivamente, un'ottava sotto o un'ottava sopra.


  3. ^ Nell'Ottocento questi strumenti erano chiamati nel nord Italia anche armoniche a mantice, termine derivato – in un territorio in parte governato dall'Impero austriaco – dalla contaminazione linguistica con il tedesco Harmonika. Illuminante l'esperienza di Giuseppe Greggiati che ha lasciato nel mantovano testimonianze storiche importanti nel suo Metodo per l'armonica a mantice, manoscritto nel 1842, conservato a Ostiglia (MN) nel Fondo musicale Giuseppe Greggiati e ora pubblicato nel volume di Attilio Amitrano, Il metodo per l'armonica a mantice di don Giuseppe Greggiati (La Grafica, 2012).


  4. ^ La Fisarmonica di Leonardo da Vinci al Festival Internazionale Fisarmonica .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], su anconainforma.it, 14 gennaio 2009. URL consultato il 21 ottobre 2009.



  5. ^ La fisarmonica di Leonardo Da Vinci
    [collegamento interrotto], su anconainforma.it, 16 ottobre 2009. URL consultato il 21 ottobre 2009.




Bibliografia |



  • Attilio Amitrano, Metodo per l'armonica a mantice di don Giuseppe Greggiati, La Grafica, Mori (TN), 2012, ISBN 978-88-97402-11-4

  • Pier Paolo Sancin, Il libro dell'armonica, ed. Pizzicato, Udine, 1990, ISBN 88-7736-183-2

  • Attilio Amitrano, Metodo per l'Armonica a mantice di don Giuseppe Greggiati, ed. La Grafica, Mori, 2016, 'Pezzi musicali di vario genere' - Terza parte (integrale). ISBN 978-88-97402-36-7.



Voci correlate |



  • Bandoneón

  • Bajan (strumento musicale)

  • Concertina

  • Armonium

  • Fisarmonica diatonica

  • Sistema bassi sciolti

  • Aziende produttrici di fisarmoniche

  • Giuseppe Greggiati



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Collegamenti esterni |






  • Fisarmonica, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Fisarmonica, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata


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