Territori palestinesi




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando l'omonimo Stato, vedi Stato di Palestina.







Mappa della Cisgiordania (West Bank).




Mappa della Striscia di Gaza.




Mappa della situazione nei territori palestinesi nel 2007


Con territori palestinesi (in arabo: الأراضي الفلسطينية‎, al-arādi al-filasṭiniyya al-muḥtalla), o territori palestinesi occupati,[1] si fa riferimento a due regioni discontinue della Palestina, abitate dal popolo palestinese e da una minoranza ebraica: la Cisgiordania e la striscia di Gaza.


Questi territori, che fino al 1948 facevano parte della Palestina mandataria britannica, furono occupati dalla Giordania e dall'Egitto in seguito alla proclamazione dello Stato d'Israele il 15 maggio 1948. Furono poi occupati da Israele nella guerra dei sei giorni del 1967.


Dopo la firma degli accordi di Oslo nel 1993, porzioni di questi territori sono stati amministrate in gradi diversi dall'Autorità Nazionale Palestinese, ma restano sotto occupazione o controllo israeliano.


All'interno dei confini di questi territori, nel 1988 l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha proclamato lo Stato di Palestina, riconosciuto dall'ONU con la Risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012 (che ne ha consentito l'ingresso in qualità di Stato osservatore).




Indice






  • 1 Denominazione


  • 2 Status politico della Palestina


  • 3 Note


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti





Denominazione |


Ci sono divergenze di opinione per quanto riguarda la denominazione dei territori palestinesi.


Le Nazioni Unite e la Corte internazionale di giustizia si riferiscono ai territori come "territori palestinesi occupati". I giornalisti utilizzano anche la descrizione per indicare le terre al di fuori della linea verde o confini del 1967 (facendo riferimento ai confini Israeliani entro le linee del 1967).


Il termine è spesso usato in modo intercambiabile con il termine "territori occupati", che è applicato anche per le alture del Golan, che non sono rivendicate dai palestinesi. La confusione deriva dal fatto che tutti questi territori sono stati conquistati da Israele nel corso della guerra dei sei giorni del 1967 e sono trattati nell'insieme, dalle Nazioni Unite, come territori occupati e non conquistati da Israele. Di essi non fa parte neppure la Penisola del Sinai, conquistata all'Egitto nello stesso periodo, ma poi restituita in base al Trattato di pace israelo-egiziano del 1979.


Altri termini usati per descrivere questi settori sono: "territori contesi", "territori israeliani occupati" e "territori occupati". Ulteriori termini sono "Yesha" (Giudea-Samaria-Gaza), "territori liberati", "territori amministrati", "territori di status permanentemente indeterminato", "territori del 1967" e, semplicemente, "territori".


Molti arabi e musulmani, tra cui alcuni palestinesi, utilizzano la denominazione "Palestina" e "Palestina occupata", per significare la pretesa palestinese di sovranità politica o religiosa su tutto il territorio già facente parte del Mandato britannico ad ovest del Giordano, comprese tutte le terre occupate da Israele nel 1948.[2]
Esiste un parallelo con le aspirazioni dei "sionisti revisionisti" del passato e di alcuni estremisti religiosi ebraici di stabilire la sovranità ebraica su tutto il territorio della cosiddetta "Grande Israele" (Eretz Israel, l'equivalente ebraico del successivo nome di Palestina).



Status politico della Palestina |


La politica dello status della Cisgiordania e della Striscia di Gaza è una delle questioni più violentemente contestate nel conflitto arabo-israeliano. Varie conferenze e negoziati sono stati condotti per determinare lo status di questi territori.


Israele non considera Gerusalemme Est parte della Cisgiordania, e indica quest'area come una regione amministrativa chiamata Giudea e Samaria, ovvero gli antichi nomi storici della regione israelitica.


Gli accordi di Oslo tra Israele e OLP firmati a Washington il 13 settembre 1993, avevano stabilito per un periodo transitorio non superiore a cinque anni un autogoverno palestinese in alcune sezioni della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, trasferendo alcuni poteri e responsabilità all'Autorità Nazionale Palestinese, che comprende il Consiglio legislativo palestinese eletto nel gennaio 1996.


Il trasferimento dei poteri e delle responsabilità per la Striscia di Gaza e Gerico ha avuto luogo con l'accordo del 4 maggio 1994, mentre nelle altre zone della Cisgiordania, il trasferimento di poteri ha avuto luogo il 28 settembre 1995 (15 gennaio 1997 il protocollo relativo a Hebron).


Gli accordi prevedono che Israele manterrà la responsabilità durante il periodo transitorio per la sicurezza esterna e sulla sicurezza interna e l'ordine pubblico degli insediamenti israeliani. Negoziati diretti a determinare il permanente stato di Gaza e Cisgiordania erano iniziati nel settembre 1999, dopo una pausa di tre anni, ma sono deragliati a causa della seconda Intifada che ha avuto inizio nel settembre 2000.


Nel 2003, il governo israeliano ha pubblicato un piano per il totale ritiro dalla Striscia di Gaza e parte della Cisgiordania settentrionale dalla fine del 2005. Questo è diventato noto come il Piano di disimpegno unilaterale israeliano. L'Autorità Nazionale palestinese ha accolto con favore questo piano, ma ha dichiarato che fino a un accordo di stato finale, avrebbe ancora considerato la Striscia di Gaza sotto occupazione israeliana. Molti israeliani furono contrari al piano, e le tensioni sono state molto elevate in Israele prima e dopo il piano di disimpegno, che è stato approvato dalla Knesset il 16 febbraio 2005. Israele ha completato il disimpegno il 12 settembre 2005.


Attualmente, la maggior parte della Cisgiordania è amministrata da parte di Israele, anche se il 42% di esso è sotto diversi gradi di autonomia governato dall'ANP. La Striscia di Gaza è attualmente sotto il controllo di Hamas, membro dell'ANP, che si è reso autonomo, al termine di un sanguinoso conflitto armato con il palestinese al-Fatḥ[3] del presidente dell'OLP Abū Māzen, costituendo un microstato de facto.



Note |




  1. ^ Occupied Palestinian Territory, in UNOHCHR.


  2. ^ si veda per esempio:The Covenant of the Islamic Resistance Movement 18 August 1988 Archiviato il 20 luglio 2015 in Internet Archive.


  3. ^ Gornalisticamente chiamato al-Fatàh.



Voci correlate |



  • Palestina

  • Stato di Palestina

  • OLP

  • Insediamenti israeliani

  • Israele

  • Piani di pace per il conflitto arabo-israeliano

  • Piano di disimpegno unilaterale israeliano

  • Conflitti arabo-israeliani

  • Guerra dei sei giorni



Altri progetti |



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