Teatro di San Carlo




















































Teatro di San Carlo

Teatr San Carlo Neapol.jpg
Facciata principale vista dalla Galleria Umberto I
Ubicazione
Stato
Italia Italia
Località Napoli
Indirizzo Via San Carlo 98/F, 80132
Dati tecnici
Tipo Sala a ferro di cavallo con cinque ordini di palchi più un loggione
Fossa Presente
Capienza Precedentemente 3285 posti
Ridotto in seguito alle moderne norme sulla sicurezza a 1386 posti
Realizzazione
Costruzione 1737
Inaugurazione 4 novembre 1737
Architetto
Giovanni Antonio Medrano
Antonio Niccolini
Proprietario Fondazione privata

Sito ufficiale

Coordinate: 40°50′15″N 14°14′58″E / 40.8375°N 14.249444°E40.8375; 14.249444


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«Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita. […] Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea.»


(Stendhal, Roma, Napoli e Firenze nel 1817)

Il Teatro di San Carlo, già citato spesso semplicemente come Teatro San Carlo, è un teatro lirico di Napoli, nonché uno dei più famosi e prestigiosi al mondo.


È il più antico teatro d'opera chiuso in Europa e del mondo ancora attivo,[1] essendo stato fondato nel 1737, nonché il più capiente teatro all'italiana della penisola.[2][3] Può ospitare 1386 spettatori[4] e conta un'ampia platea (22×28×23 m), cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico (34×33 m).[5][6] Date le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d'Europa.


Affacciato sull'omonima via e, lateralmente, su piazza Trieste e Trento, il teatro, in linea con le altre grandi opere architettoniche del periodo, quali le grandi regge borboniche, fu il simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea.[7]




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 Settecento


    • 1.2 Ottocento


      • 1.2.1 La gestione di Barbaja


      • 1.2.2 Le grandi stagioni di Rossini e Donizetti


      • 1.2.3 L'epoca di Verdi




    • 1.3 Novecento e Duemila




  • 2 Architettura


  • 3 Acustica


  • 4 L'Orchestra sancarliana


  • 5 Il corpo di ballo


  • 6 Direttori musicali


  • 7 Prime assolute


  • 8 Prime delle stagioni operistiche


  • 9 Museo


  • 10 Note


  • 11 Bibliografia


  • 12 Voci correlate


  • 13 Altri progetti


  • 14 Collegamenti esterni





Storia |



Settecento |





Carlo di Borbone


Fondato per volontà di Carlo di Borbone, costruito da Giovanni Antonio Medrano ed Angelo Carasale per una capienza da 3.000 posti, fu inaugurato il 4 novembre 1737, proprio in occasione del giorno dell'onomastico del re,[1][8] dal quale prese il nome il teatro.
L'opera che per prima in assoluto andò in scena fu l'Achille in Sciro di Domenico Sarro e libretto di Pietro Metastasio con Vittoria Tesi, Angelo Amorevoli ed il soprano Anna Peruzzi alla presenza del re.
A Domenico Sarro vennero pagati, con apposita polizza emessa nel dicembre del 1737, 220 ducati «in soddisfazione della composizione del prologo ed opera in musica intitolata Achille in Sciro che si è rappresentata nel Teatro Reale di San Carlo il dì 4 novembre prossimo passato».


Inizialmente fu sede esclusivamente dell'opera seria; l'opera buffa si dava in altre sedi della città, come il teatro Mercadante (al tempo denominato "Fondo dei Lucri") o il San Bartolomeo o il teatro dei Fiorentini.




Lo stemma delle Due Sicilie sull'arco scenico


Nei primi anni gli artisti che si esibivano sul palcoscenico erano prettamente quelli di scuola napoletana, provenienti dai conservatori della città. Questi erano su tutti: Leonardo Leo, Niccolò Porpora, Leonardo Vinci, Johann Adolf Hasse, Gaetano Latilla, Niccolò Jommelli, Baldassarre Galuppi, Niccolò Piccinni, Antonio Maria Gaspare Sacchini, Carlo Broschi, Tommaso Traetta, Giacomo Tritto, Giovanni Paisiello e Domenico Sarro.[1]


Tra i cantanti si registrano i nomi della Tesi, Amorevoli, Anna Lucia De Amicis, Celeste Coltellini e Gaetano Majorano.


Nel frattempo, il prestigio del San Carlo crebbe al punto da attirare diverse illustri personalità di fama internazionale.
Andò infatti in scena nel 1752 la prima assoluta di Clemenza di Tito di Christoph Willibald Gluck con successo con Majorano, nel 1761 il Catone in Utica e nel 1762 l'Alessandro nell'Indie entrambe prime assolute di Johann Christian Bach, mentre negli anni successivi vi giunsero come ospiti Georg Friedrich Händel, Franz Joseph Haydn ed il giovane Mozart, il quale comparve tra gli spettatori nel 1778.


Nel 1774 avviene il successo della prima di Alessandro nell'Indie di Niccolò Piccinni con Gaspare Pacchierotti e nel 1779 di Ifigenia in Aulide di Vicente Martín y Soler con Luigi Marchesi e Giovanni Ansani.



Intanto sul finire del Settecento il San Carlo accolse anche uno due dei più illustri compositori europei ed uno dei più importanti esponenti della scuola musicale napoletana, Domenico Cimarosa. Il Cimarosa, che era fino ad allora andato in scena solo nei teatri dei Fiorentini e San Bartolomeo, debuttò al teatro Massimo di Napoli solo nel 1782 con L'eroe cinese (dramma su libretto di Pietro Metastasio), nel 1783 con Oreste (Cimarosa) per poi ritornare in scena solo in un'altra occasione, nel 1797, con l'Artemisia regina di Caria (dramma su libretto del Marchesini).




Intestazione del teatro sulla facciata esterna vista dalla Galleria Umberto I. In alto la Triade della Partenope, opera ottocentesca di Antonio Niccolini.


A Giovanni Paisiello, nel 1787, viene dato il compito di "sovrintendere all'Orchestra del San Carlo".


Nel 1799, durante la Repubblica Napoletana, il San Carlo assunse la denominazione di Teatro Nazionale di San Carlo. Una volta caduta la Repubblica, poi, ritornò alla precedente denominazione.



Ottocento |



Incendio del 1816

Incendio della notte del 12 febbraio 1816 in un dipinto di Salvatore Fergola



La gestione di Barbaja |


Gioacchino Murat ascende al trono nel 1808 e dal 7 luglio del 1809 (fino al 1840) il teatro viene gestito dall'impresario Domenico Barbaja.
Furono quegli gli anni della ristrutturazione del San Carlo con gli importanti lavori di Antonio Niccolini che, durati due anni, diedero all'edificio l'aspetto che tutt'oggi ha. Furono essenzialmente rivisti gli interni creando ambienti di ristoro e ricreazione e, soprattutto, fu rifatta la facciata in pieno stile neoclassico.


La nuova sala interna fu tuttavia ricostruita appena sei anni dopo (nel 1817) sempre dal Niccolini, a seguito di un incendio che la distrusse la notte fra il 12 e 13 febbraio 1816.
I lavori ripristinarono sostanzialmente lo stato precedente del teatro anche se, proprio in quest'occasione, fu riadattata la sala interna in modo che raggiungesse i 2500 posti a sedere[6].




Il teatro visto da piazza Trieste e Trento


Fu inoltre eseguita la grande tela sul soffitto di 500 metri quadrati, opera di Antonio, Giovanni e Giuseppe Cammarano che raffigura Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo e furono introdotti da Camillo Guerra e Gennaro Maldarelli particolari decorativi, come l'orologio nel sottarco del proscenio in cui il Tempo indica lo scorrere delle ore mentre la sirena delle arti, in basso a sinistra, tenta di trattenerle (come a dire che l'"arte non ha tempo"). La nuova riapertura fu inaugurata il 12 gennaio del 1817 con la cantata Il sogno di Partenope di Giovanni Simone Mayr, già stato al San Carlo con altri lavori tra cui la Medea in Corinto (28 novembre 1813). Nel giorno di apertura, durante il suo Viaggio in Italia, si trovò a Napoli anche Stendhal, il quale assistendo all'inaugurazione del teatro, disse:[1]









«Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ha ricostruito il San Carlo!»


(Stendhal, Roma, Napoli e Firenze nel 1817)


Le grandi stagioni di Rossini e Donizetti |





Gioacchino Rossini, direttore del San Carlo dal 1815 al 1822


Dal 1815 al 1822, il direttore musicale del teatro fu Gioachino Rossini che in quel periodo visse una delle sue stagioni più importanti e prolifiche. Sia la presenza del Rossini che di Mayr, nel giorno di riapertura, si doveva essenzialmente alla bravura di Domenico Barbaja, il più grande impresario d'Italia e forse d'Europa. Il legame che esisteva tra il Rossini ed il Barbaja era molto forte al punto che il maestro marchigiano visse per tutto il suo periodo napoletano nel palazzo di famiglia Barbaja. Il 4 ottobre 1815 avviene la prima assoluta di Elisabetta, regina d'Inghilterra con Isabella Colbran, Andrea Nozzari e Manuel García seguita dalle prime assolute di Armida nel 1817, Mosè in Egitto e Ricciardo e Zoraide nel 1818, Ermione nel 1819 ed il successo di Zelmira nel 1822.





Gaetano Donizetti, direttore del San Carlo dal 1822 al 1838


Dopo Rossini, l'incarico di direttore fu affidato a Gaetano Donizetti, direttore artistico dal 1822 al 1838. Il Donizetti aveva stipulato un contratto con Barbaja che lo impegnava a comporre quattro opere l'anno. L'attività di Donizetti a Napoli è incessante e molte sono le prime assolute andate in scena al San Carlo o al Nuovo durante la sua attività artistica. Tra il 1823 e il 1844, infatti, al San Carlo furono presentate ben 19 opere in prima esecuzione (17 durante la sua direzione), fra cui il successo di L'esule di Roma, di Elisabetta al castello di Kenilworth, di Fausta, Maria Stuarda (opera), di Roberto Devereux ed il capolavoro Lucia di Lammermoor (su libretto di Salvadore Cammarano) rappresentato con successo nella prima assoluta del 26 settembre 1835. Intanto, al San Carlo vi calcarono le scene anche personalità quali Niccolò Paganini nel 1819, Vincenzo Bellini che nel 30 maggio 1826 debutta con la prima assoluta di Bianca e Fernando e Saverio Mercadante che metterà in scena ben 14 prime assolute.


Nel 1825 avvenne il grande successo di L'ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini con Adelaide Tosi, Giovanni David, Luigi Lablache e Michele Benedetti (basso), nel 1835 di Ines de Castro di Giuseppe Persiani con Maria Malibran e Gilbert Duprez, nel 1840 di La Vestale (Mercadante) con Domenico Reina, Paul Barroilhet e Benedetti, di L'osteria di Andujar di Giuseppe Lillo e di Saffo (Pacini) con Gaetano Fraschini, Giovanni Orazio Cartagenova e Benedetti, nel 1841 di Rolla di Teodulo Mabellini con Gaetano Fraschini e Filippo Colini e nel 1846 di La sirena di Normandia di Pietro Torregiani con la Tadolini e Fraschini.


Nel teatro napoletano all'epoca cantavano interpreti come Maria Malibran, Giuditta Pasta, Luigi Lablache, Giovanni Battista Rubini, Adolphe Nourrit e Gilbert Duprez.



L'epoca di Verdi |





Giuseppe Verdi ritratto da Giovanni Boldini


Durante la seconda parte del regno di Ferdinando II la morsa della censura si faceva più stretta nella vita artistica del teatro. Dopo il cambio titolo dell'opera del Bellini Bianca e Fernando in "Bianca e Gernando", vi furono altre censure che questa volta tormentarono il rapporto con Giuseppe Verdi. Fu, infatti, inizialmente proibita la messa in scena di due importanti opere verdiane, quali Il trovatore nel 1853 ed Un ballo in maschera (con il nome di "Una vendetta in domino") nel 1859; quest'ultima, commissionata proprio dall'impresario del San Carlo, a causa del rifiuto del compositore di accogliere le modifiche imposte dai censori, andò in scena a Napoli solo nel 1862, dopo la prima romana del 17 febbraio 1859 al Teatro Apollo[9], con il nuovo titolo ed altre modifiche. Nonostante tutto, il rapporto con Verdi fu abbastanza importante; furono infatti ospitate diverse opere del compositore emiliano: Oberto, Conte di San Bonifacio nel 1841, Ernani (con il nome "Il corsaro di Venezia") nel 1846, il Nabucco nel 1848, l'Attila, I Lombardi alla prima crociata nel 1848, l'Aida con Teresa Stolz nel 1872 e le prime assolute dell'Alzira nel 1845 e della Luisa Miller nel 1849.


Nel 1846 avviene la prima assoluta di Orazi e Curiazi di Mercadante.


Nel 1851 avviene il successo della prima assoluta di Folco d'Arles di Nicola De Giosa con Eugenia Tadolini ed Achille De Bassini e nel 1854 di Marco Visconti di Errico Petrella con Rosina Penco, Adelaide Borghi-Mamo e Gaetano Fraschini.


Sempre intorno alla metà dell'Ottocento risale il sipario con l'Omero e le Muse tra i poeti (1854) di Giuseppe Mancinelli e Salvatore Fergola. Con l'unità d'Italia avvenuta nel 1861, l'attività del San Carlo cala considerevolmente a discapito di altri teatri, su tutti del milanese Teatro alla Scala.


Nel 1862 avviene il successo della prima assoluta di Caterina Blum di Enrico Bevignani con Maria Spezia Aldighieri e nel 1867 di Berta di Varnol di Pacini diretta da De Giosa con Luigia Bendazzi.


Tuttavia a cavallo tra XIX e XX secolo, si registrano diverse importanti direzioni d'orchestra come quelle del "wagneriano" Giuseppe Martucci come il Lohengrin del 1881, Tannhäuser del 1889, Die Walküre del 1895, Tristano e Isotta (opera) del 1907 con Amelia Pinto e Giuseppe Borgatti ed Il crepuscolo degli dei del 1908, nonché opere di compositori del calibro di Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Cilea e Alfano.
Nel 1900 va in scena Tosca.


Nel 1909 avviene il successo della prima assoluta di La Perugina di Edoardo Mascheroni con Carlo Galeffi.


Dal 1911 al 1915 vi diresse Vittorio Gui.



Novecento e Duemila |




Scorcio dell'interno dal palco reale


L'attività del teatro nella prima metà del XX secolo, seppur fortemente segnata dai due conflitti bellici che causarono tra le altre cose anche diversi danni alla struttura, risulta risentire della tendenza che impazza nella scena musicale internazionale. Infatti, i grandi tenori, musicisti e i direttori d'orchestra, hanno nel tempo preso il posto alle composizioni.


Nella prima metà del secolo, su disegno di Michele Platania, fu creato un foyer sul lato che dà ai giardini del palazzo reale. Rifatto dopo la seconda guerra mondiale (in quanto distrutto durante i bombardamenti nel 1943), l'ambiente oltre ad accogliere gli spettatori durante gli intervalli delle opere, viene tutt'oggi utilizzato anche come sala in cui si tengono piccoli concerti musicali o vocali, riunioni, eventi o cene di gala.


Dopo la seconda guerra mondiale, il teatro fu il primo in Italia a riaprire[1].


Il 26 dicembre 1949 Karl Böhm dirige la prima di Wozzeck di Alban Berg con Tito Gobbi, Petre Munteanu e Mario Petri.


Nel 1960 avviene la prima italiana di Der Mond (La luna) di Carl Orff.



Dalla seconda metà del Novecento si registrano importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento dell'impianto avviati con il ripristino dei palchi e la posa in cotto levigato nel 1987,[10], seguiti dai lavori dell'89 che portarono il numero degli spettatori, fino ad allora 3285, a ridursi per rispettare le moderne norme sulla sicurezza. Il cantiere durò poco più di sei mesi e l'apertura del 19 aprile 1990 vide la rappresentazione della Carmina Burana di Carl Orff. I lavori del 2009[11] sono invece durati circa 5 mesi ed hanno avuto un costo complessivo di 50 milioni di euro.[12] Hanno visto il rifacimento di foyer, bagni, scale e vani ascensori e il supporto tecnologico della multinazionale Mapei.[10] L'opera andata in scena nel giorno di riapertura del teatro fu questa volta il Peter Grimes di Benjamin Britten, diretto da Paul Curran.[12]




Vista verso il palco reale


Tra i cantanti che sono andati in scena al San Carlo nell'ultimo secolo si ricordano i tenori Fernando De Lucia, Beniamino Gigli, Ferruccio Tagliavini, Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, José Carreras, Giacomo Lauri-Volpi, Tito Schipa, Enrico Caruso (che proprio al San Carlo tenne la sua ultima discussa esibizione napoletana), Giuseppe Di Stefano, Alfredo Kraus, Mario Del Monaco e Franco Corelli; i soprani Renata Tebaldi, Maria Callas, Magda Olivero, Maria Caniglia e Toti Dal Monte, Raina Kabaivanska, Leyla Gencer, Mirella Freni, Montserrat Caballé; i mezzosoprani Giulietta Simionato, Fiorenza Cossotto e Ebe Stignani; i baritoni Piero Cappuccilli, Renato Bruson, Leo Nucci.


Tra i musicisti che si sono esibiti al San Carlo vi sono: Jascha Heifetz, Fritz Kreisler, Arturo Benedetti Michelangeli, Maurizio Pollini, Salvatore Accardo, Gidon Kremer, Aldo Ciccolini, Mischa Maisky, Arthur Rubinstein, Jacqueline du Pré, Pau Casals, Claudio Arrau eccetera.


Tra i direttori d'orchestra invece figurano: Arturo Toscanini, Igor' Fëdorovič Stravinskij, Leonard Bernstein, Wolfgang Sawallisch, Ferenc Fricsay, Hermann Scherchen, André Cluytens, Dimitri Mitropoulos, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Ferruccio Busoni, Giuseppe Sinopoli, Carlo Maria Giulini, Sergiu Celibidache, Herbert von Karajan, Wilhelm Furtwängler, Karl Böhm, Zubin Mehta, Fabio luisi, Daniel Oren e Vincenzo Bellezza e diversi altri.



Architettura |




La facciata in un'antica stampa









«Finalmente un vero palco reale, più bello certamente di quello del Covent Garden[13]»


(Margaret d'Inghilterra, in una visita al Teatro in occasione del 250º anniversario dalla fondazione)


Il teatro, costruito su progetto di Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere spagnolo di stanza a Napoli ed Angelo Carasale, già direttore del teatro San Bartolomeo, sorge addossato al lato nord del palazzo reale col quale è comunicante mediante una porta che si apre proprio alle spalle del palco reale, in modo che il re potesse recarsi agli spettacoli senza dover scendere in strada. I lavori, ultimati in circa otto mesi ad un costo complessivo di 75 mila ducati, videro la realizzazione di una sala lunga 28,6 metri e larga 22,5 metri con 184 palchi disposti in sei ordini, più un palco reale capace di ospitare dieci persone, per una capienza complessiva all'epoca di 1379 posti.[1] Il progetto introduce la pianta a ferro di cavallo, la più antica del mondo, modello per il teatro all'italiana. Su questo modello furono costruiti i successivi teatri d'Italia e d'Europa, tra gli altri, il teatro di corte della reggia di Caserta che diventerà il modello di altri teatri italiani come il Teatro alla Scala di Milano.




Interno del teatro, la platea, i primi quattro ordini di palco ed il palco reale


Nel 1767 Ferdinando Fuga eseguì gli interventi di rinnovamento in occasione del matrimonio di Ferdinando IV con Maria Carolina e nel 1778 ridisegnò il boccascena.


Nel 1797 fu realizzato un restauro delle decorazioni della sala ad opera di Domenico Chelli.[14]





Gli specchi dei palchi[5]
Ogni palco del teatro ha in una delle pareti laterali uno specchio adeguatamente inclinato per riflettere il palco reale. Il motivo di ciò è che nessun spettatore poteva applaudire o chiedere un bis prima che lo facesse il re. Se non c'era il re allora il diritto di "primo applauso" spettava alla regina, poi al principe di Maddaloni, altrimenti al principe di Sirignano e così via secondo una rigida etichetta. Lo specchio dunque serviva proprio ad osservare cosa facessero le massime personalità presenti nel teatro.
Solo il loggione non aveva specchi; era quindi libero e privo di qualsiasi tipo di condizionamento.

Nel 1809 Gioacchino Murat incaricò l'architetto toscano Antonio Niccolini per il progetto della nuova facciata principale che fu eseguita in stile neoclassico traendo ispirazione dal disegno di Pasquale Poccianti per la villa di Poggio Imperiale di Firenze.[15]


Il teatro fu ricostruito in soli nove mesi su progetto dello stesso Niccolini, dopo un incendio che lo distrusse nella notte del 13 febbraio 1816. La ricostruzione lo restituì alla città nelle sembianze attuali, eccetto i colori che continuarono ad essere quelli originari del 1737. Questi, capaci di donargli un aspetto ancora più atipico di quello contemporaneo, vedevano le decorazioni in argento brunito con riporti in oro (oggi tutte in oro) mentre i palchi così come il velario e il sipario, in azzurro (oggi rossi); questi tutti colori ufficiali della Casa Borbonica. Solo il palco reale era rosso “pallido” (così lo definì Stendhal), prima che diventasse rosso fuoco tutta la tappezzeria del teatro. I cambiamenti avuti nel 1816 riguardarono: il palcoscenico, che fu ampliato fino a superare per grandezza la platea; il soffitto, che fu sollevato rispetto al velario del Cammarano eseguito nella stessa occasione; infine fu aggiunto il proscenio.




La grande tela del soffitto. Nella scena, Apollo indica ad Atena (rappresentata nel Sole) le arti. Tra le figure vi sono anche quella di Dante (in verde) con avanti a lui Beatrice, Virgilio ed infine Omero (OSSAS)


Nel 1834 fu avviato un nuovo restauro ad opera del medesimo Niccolini. Per scelta di Ferdinando II, nel 1844-45, i colori autentici in azzurro e argento-oro furono sostituiti con l'abbinamento rosso e oro, tipico dei teatri d'opera europei. Francesco Gavaudan e Pietro Gesuè, con la demolizione della Guardia Vecchia, realizzarono il prospetto occidentale, verso il palazzo veale.


Nel 1872, su suggerimento di Giuseppe Verdi, fu costruito il "golfo mistico" per l'orchestra; al 1937 invece risale il foyer collegato, tramite uno scalone monumentale a doppia rampa, ai giardini reali dell'adiacente palazzo. Distrutto durante i bombardamenti di Napoli del 1943, nell'immediato dopoguerra fu rifatto così com'era.


Il 27 marzo 1969 il gruppo scultoreo niccoliniano della Partenope, presente sull'acroterio centrale del frontone della facciata principale, si sgretolò a causa di un fulmine e delle infiltrazioni piovane: tale avvenimento rese necessario rimuoverne una parte. Nei primi anni settanta, dopo un incendio della copertura, fu rimosso anche quanto sopravvissuto dell'originale gruppo scultoreo in muratura e stucco.




Il foyer del 1937




Il nuovo foyer


Nel 1980, fu ripristinato lo stemma del Regno delle Due Sicilie sotto l'arco del proscenio, sostituendo così quello sabaudo voluto dai re del neonato regno d'Italia in seguito all'unità. In effetti, durante alcune operazioni di pulitura, si scoprì che lo stemma sabaudo era semplicemente sovrapposto allo stemma originale e distaccato da questo con apposito spessore.


L'11 giugno 2007, dopo otto lustri, la Triade della Partenope fu ristrutturata e pronta ad ergersi nuovamente sulla sommità dell'edificio, grazie all'iniziativa dell'associazione culturale Mario Brancaccio, su progetto di ripristino dell'architetto Luciano Raffin.


Il 23 gennaio 2009 il teatro di San Carlo è stato restituito alla città. I lavori di ristrutturazione e restauro, coordinati dall'architetto Elisabetta Fabbri, sono durati cinque mesi: da luglio 2008 a dicembre dello stesso anno. È stato costruito un nuovo foyer al di sotto della sala teatrale; la sala stessa è stata restaurata, con la completa pulizia di tutti i rilievi decorativi, gli ori, la cartapesta e le patine meccate. È stato inoltre aggiunto un impianto di climatizzazione per il quale il flusso dell'aria è immesso nella platea attraverso una bocca posizionata al di sotto di ognuna delle 580 poltrone ed in ogni singolo palco della sala. Il restauro della tela di 500 metri quadrati, posta a decoro del soffitto della sala, ha richiesto l'impiego di circa 1500 chiodi e 5000 siringate per il fissaggio della pellicola pittorica. Inoltre sono state interamente sostituite le poltrone della platea, la quale ha subito anche un intervento per il miglioramento della visuale degli spettatori e dell'acustica, già giudicata straordinaria prima dell'intervento.



Acustica |


L'acustica del San Carlo è stata considerata sin dalla sua edificazione, pressoché perfetta. L'evento che ha determinato più considerevolmente il raggiungimento di questo risultato tuttavia si ha nel 1816, quando il soffitto del teatro viene sollevato rispetto al passato.[5]


I lavori di Niccolini e di Cammarano quindi videro la creazione del velario (la tela di Cammarano) in una posizione sottoelevata rispetto al tetto. Questo meccanismo fa sì che si crei una sorta di camera acustica, come se ci fosse un enorme tamburo sopra la platea.[5]


L'acustica è stata inoltre considerata perfetta anche per il fatto che essa non si altera in base alla posizione degli spettatori (platea, palchi, loggione).[5]


Fattori determinanti nel risultato sono anche le balaustre, non lisce, e gli elementi decorativi interni, la serie di piccole increspature. I materiali e le tecniche di esecuzione di questi particolari donarono al teatro la capacità di assorbire il suono, senza che questo venisse riflesso con la conseguenza di avere un brutto riverbero.[5]



L'Orchestra sancarliana |




Il palcoscenico


L'Orchestra del San Carlo nasce insieme alla Fondazione nel 1737 per eseguire l'Achille in Sciro, opera inaugurale del teatro; negli anni ha sempre avuto un'impostazione teatrale, destinata a prime rappresentazioni di opere scritte, tra gli altri, da Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. In particolare il solo ed unico Quartetto d'archi di Verdi fu composto per l'Orchestra del Massimo napoletano, il cui manoscritto è ancora oggi conservato presso il conservatorio di San Pietro a Majella. Se fino alla fine dell'Ottocento al San Carlo si sono susseguiti ospiti solisti e complessi ospiti (spesso stranieri), è nel 1884 che comincia la tradizione sinfonica, con la direzione di un giovane Giuseppe Martucci che eseguì un programma composto da musiche di Weber, Saint-Saëns e Richard Wagner. Da Martucci si susseguono grandi direttori come Arturo Toscanini (1909), Victor De Sabata (1928), e compositori come Ildebrando Pizzetti e Pietro Mascagni. L'8 gennaio 1934 è Richard Strauss a dirigere l'ensemble del Teatro, con l'esecuzione di brani esclusivamente di propria composizione.


Dopo la seconda guerra mondiale, a dirigere l'Orchestra si susseguono assiduamente nomi quali Vittorio Gui, Tullio Serafin, Gabriele Santini, Gianandrea Gavazzeni fra gli italiani e Karl Böhm, Ferenc Fricsay, Hermann Scherchen, André Cluytens, Hans Knappertsbusch, Dimitri Mitropoulos fra gli stranieri, con Igor Stravinskij nell'ottobre del 1958. Il decennio successivo vede invece la direzione di due giovani emergenti: Claudio Abbado al suo esordio nel 1963 e Riccardo Muti nel 1967.




Particolare dell'architettura a ferro di cavallo (lato sinistro)




Uno dei corridoi che anticipa l'ingresso alla platea


Il San Carlo è il primo teatro italiano a recarsi all'estero, dopo la seconda guerra mondiale (la quale comunque lo lascia strutturalmente quasi intatto). Nel 1946 l'ensemble è al Covent Garden di Londra, nel 1951 al Festival di Strasburgo ed all'Opéra di Parigi per le celebrazioni dei 50 anni dalla morte di Verdi. Oltre a ciò, dopo il Festival delle Nazioni a Parigi nel 1956, e quello di Edimburgo nel 1963, il San Carlo inizia un tour brasiliano nel 1969; inoltre è a Budapest nel 1973, a Dortmund nel 1981, a Wiesbaden nel 1983, 1985 e 1987, oltre che con Il Flaminio di Giovanni Battista Pergolesi a Charleston ed a New York, negli Stati Uniti.


Dopo la lunga, prestigiosa sovrintendenza del Comm.Pasquale di Costanzo, conclusasi nel 1973, il Teatro visse un periodo di declino,terminato alla fine del 1978, con la chiusura temporanea di due settimane e commissariamento.


Reparti come scenografia, sartoria, ballo, non funzionavano più; l’orchestra era sotto organico e neanche funzionava bene; il coro, dignitosamente. Il commissario Carlo Lessona, nominò Direttore Artistico e Direttore Musicale della orchestra il Maestro Elio Boncompagni, allora direttore alla Opera Reale di Stoccolma. L’orchestra fu riportata al suo organico di base, aumentandolo a 107 unità, organico che ha ancora oggi. Tutti i reparti del Teatro furono riattivati: un impegno fondamentale fu la realizzazione di una nuova Tetralogia di Wagner col più famoso scenografo di allora, Günter Schneider-Siemssen. Nonostante il terremoto dell’ottobre 1980, il Teatro rimase in funzione con due spettacoli per Napoli del Ballet du XXème Siècle di Maurice Béjart dal 29 novembre al 5 dicembre 1980. In questo periodo che va fino alla metà del 1982, furono prodotte delle “prime” per il Teatro San Carlo, (Jenufa di Janàcec, La Clemenza di Tito di Mozart, The Rake’s progress di Strawinskj), la “prima mondiale” del Te Deum per Papa Voityla di Penderecki, tre concerti col mitico Mitislav Rostropovič. Celebrità come Muti, Abbado, Domingo, Patané, tornarono al San Carlo. Nel 1981 Il Teatro San Carlo fu per la prima volta in Germania, a Dortmund, con Il Trovatore nuova produzione, con la direzione musicale di Elio Boncompagni. Questo evento aprì poi la strada per il Festival di Wiesbaden.


L'Orchestra ha poi Daniel Oren come direttore stabile, specie per quanto riguarda il comparto operistico; dal 1982 al 1987 ne è sovrintendente Francesco Canessa. Nel decennio successivo si assiste ad una ripresa dell'attività sinfonica, in collaborazione con Salvatore Accardo, testimoniata da presenze, tra gli altri, come Giuseppe Sinopoli nel 1998, e Lorin Maazel nel 1999 per una Nona di Beethoven particolarmente apprezzata ed applaudita.


Negli ultimi dieci anni inoltre si susseguono sul podio direzioni quali quelle di Georges Prêtre, Rafael Frühbeck de Burgos, Mstislav Rostropovic, Gary Bertini, Djansug Khakidze e Jeffrey Tate (che ha assunto la carica di direttore musicale del teatro dal maggio 2005). Oltre a Tate, il San Carlo ha visto la direzione musicale di Bertini nella stagione 2004-2005, e di Gabriele Ferro dal 1999 al 2004. Con lo stesso Ferro il San Carlo porta il dittico stravinskiano Perséphone-Œdipus Rex nell'antico teatro di Epidauro in Grecia, esibendosi con un casti composto tra gli altri da Gérard Depardieu e Isabella Rossellini. Nel giugno 2005 è in Giappone, a Tokyo e Ōtsu, con Luisa Miller e Il Trovatore di Verdi, e nell'ottobre dello stesso anno a Pisa con le Cantate per San Gennaro (con la revisione musicale di Roberto De Simone e la direzione musicale di Michael Güttler), ospite del Festival Internazionale della Musica Sacra "Anima Mundi".
L'Orchestra ha inoltre contribuito alla doppia vittoria, nel 2002 e nel 2004, del prestigioso Premio Abbiati assegnato dalla critica musicale italiana.



Il corpo di ballo |




Il teatro visto da est


Già da prima della costruzione del nuovo Teatro, tra le disposizioni del re Carlo I di Borbone ci fu quella di limitare gli "intermezzi buffi" negli intermezzi di opera seria, a favore di una coreografia che riprendesse i temi principali dell'opera rappresentata. All'apertura del San Carlo tale disposizione venne mantenuta, allargandosi successivamente ad interi spettacoli di danza, che portarono alla costituzione di una vera e propria "scuola napoletana" che andava via via affermandosi con la fama che il Teatro riscosse via via in Europa.


Gaetano Grossatesta fu il primo coreografo del nuovo Teatro, e fu l'autore dei tre balli che accompagnarono l'opera inaugurale del San Carlo, l'Achille in Sciro di Domenico Sarro: uno venne eseguito prima dell'inizio dell'opera, un altro nell'intervallo e l'ultimo dopo la conclusione; i titoli erano: Marinai e Zingari, Quattro Stagioni, I Credenzieri). Il Grossatesta rimase attivo al San Carlo per oltre trent'anni, componendo regolarmente tutte le musiche dei propri balletti. La tradizione di far coincidere le figure di coreografo e compositore fu interrotta da Salvatore Viganò, napoletano molto attivo al San Carlo e nei Teatri delle maggiori capitali europee (Parigi, Londra, Vienna), che impose un'evoluzione drammaturgica dello spettacolo di danza, approdando poi al "balletto d'azione" ed al "coreodramma". Da ricordare altri celebri coreografi formatisi al San Carlo: Carlo Le Picq, Gaetano Gioia, Antonio Guerra e Carlo Blasis, che con la moglie Annunziata Ramazzini insegnò successivamente alla nascente Scuola del Bol'šoj a Mosca.




Il porticato esterno


Nel 1812 nasce al San Carlo la Scuola di Danza più antica d'Italia.


Tra le danzatrici si ricorda Amelia Brugnoli, Fanny Cerrito e Fanny Elssler che con Maria Taglioni formò la leggendaria terna del balletto romantico francese. Tra i coreografi inoltre si ricorda Salvatore Taglioni (zio di Maria), direttore dei balli al San Carlo dal 1817 al 1860, e tra le ballerine Carlotta Grisi ed Elisa Vaquemoulin.


La danza al San Carlo subisce il mutamento dei gusti della società, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Viene superata la crisi estetica del romanticismo, pur tuttavia senza trovare una propria identità, ma affidandosi alla moda nazionale dei festosi polpettoni alla Manzotti, tra Ballo Excelsior e Pietro Micca. La grande "star" internazionale Ettorina Mazzucchelli muove i suoi passi.


Al termine della guerra, la Compagnia del Teatro di San Carlo riacquista prestigio, ospitando tra gli altri: Margot Fonteyn, Carla Fracci, Ekaterina Maximova, Rudolf Nureyev, Vladimir Vassiliev, e a quest'ultimo sono affidate molte coreografie degli spettacoli rappresentati in Teatro. Tra i danzatori ricordiamo Antonio Vitale. Più di recente hanno danzato come ospiti Roberto Bolle, Ambra Vallo, Eleonora Abbagnato. Negli ultimi anni è da sottolineare poi il contributo di Roland Petit: Il pipistrello e Duke Ellington Ballet. Susseguirono le direzioni di Luciano Cannito, Elisabetta Terabust, Anna Razzi, Giuseppe Carbone, Alessandra Penzavolta e Chang Lienz, quest'ultimo l'attuale direttore.[16]



Direttori musicali |




  • Elio Boncompagni (1979-1982)


  • Salvatore Accardo (1993-1995)


  • Gabriele Ferro (1999-2004)


  • Gary Bertini (2004-2005)


  • Jeffrey Tate (2005-2010)


  • Maurizio Benini (2010-2011; come direttore principale ospite)


  • Nicola Luisotti (2012-2014)


  • Juraj Valcuha (2016-) Zubin Mehta (2016-; come direttore onorario)



Prime assolute |












Particolare dell'interno




  • Achille in Sciro di Domenico Sarro (4 novembre 1737)


  • L'Olimpiade di Leonardo Leo (19 dicembre 1737)


  • Le nozze di Psiche con Amore di Leo (23 giugno 1738)


  • La locandiera di Pietro Auletta (10 luglio 1738 con Francesco Ciampi)


  • Le nozze di Teti e Peleo di Sarro (1738 con Francesco Bernardi)


  • Temistocle di Giovanni Alberto Ristori (1738 con Gaetano Majorano)


  • Adriano in Siria di Ristori (1739 con Anna Maria Strada)


  • Il trionfo di Camilla di Nicola Porpora (1740)


  • Siroe, re di Persia di Davide Perez (1740)


  • Tiridate di Porpora (1740)


  • Ezio di Sarro (1741 con Giovanna Astrua)


  • Demofoonte di Leo (1741)


  • Andromaca di Leo (1742)


  • Semiramide riconosciuta di Johann Adolf Hasse (1744)


  • Achille in Sciro di Gennaro Manna (1745)


  • Lucio Vero ossia il Vologeso di Manno (1745 con Annibale Pio Fabri)


  • Arianna e Teseo di Giuseppe de Majo (1747)


  • Artemisia di Niccolò Jommelli con (1747 con Gioacchino Conti)


  • Adriano in Siria di Gaetano Latilla (1747)


  • Merope di Gioacchino Cocchi (1748)


  • Siface re di Numidia di Cocchi (1748)


  • Olimpia di Baldassarre Galuppi (1749)


  • Antigono di Nicola Conforto (1750)


  • Semiramide riconosciuta di de Majo (1751)


  • Tito Manlio di Girolamo Abos (1751)


  • Il Farnace di Tommaso Traetta (1751)


  • Ipermestra di Pasquale Cafaro (1751)


  • Sesostri, re d'Egitto di Cocchi (1752)


  • La clemenza di Tito di Christoph Willibald Gluck (1752)


  • Lucio Vero o sia Il Vologeso di Abos (1752)


  • Adriano in Siria di Conforto (1754)


  • Issipile di Pasquale Errichelli (1754)


  • Cajo Mario di Giuseppe Scarlatti (1755)


  • La disfatta di Dario di Cafaro (1756)


  • Zenobia di Niccolò Piccinni (1756)


  • L'incendio di Troia di Cafaro (1757)


  • Temistocle di Jommelli (1757)


  • Arianna e Teseo di Antonio Maria Mazzoni (1758 con Giusto Fernando Tenducci)


  • Siroe di Errichelli (1758 con Caterina Gabrielli)


  • La clemenza di Tito di Hasse (1759 con Giovanni Carestini)


  • Achille in Sciro di Hasse (1759)


  • Ciro riconosciuto di Piccinni (1759)


  • Astrea placata di Gian Francesco de Majo (1760 con Gaetano Guadagni ed Anton Raaff)


  • Cajo Fabricio di de Majo (1760)


  • Zenobia di Nicola Sala (1761)


  • Andromaca (1761)


  • Catone in Utica (1761)


  • Alessandro nell'Indie (1762)


  • Antigone di Piccinni (1762 con Diamante Maria Scarabelli)


  • Demetrio di Sala (1762)


  • L'Olimpiade di Pietro Alessandro Guglielmi (1763)


  • Prologo e Cantata per tre voci e orchestra di Cafaro (1764)


  • Nitteti di Mazzoni (1764)


  • Lucio Vero di Sacchini (1764)


  • Il Creso di Sacchini (1765)


  • Peleo, Giasone e Pallade di Cafaro e Sorgi, figlia d'Eumalo di Pasquale Fago (1766)


  • Arianna e Teseo di Cafaro (1766 con Giuseppe Aprile)


  • Antigono di Giuseppe Scolari (1766)


  • Il gran Cid di Piccinni (1766)


  • Il Bellerofonte di Josef Mysliveček (1767)


  • Lucio Papirio dittatore di Giovanni Paisiello (1767)


  • Semiramide riconosciuta di Ferdinando Bertoni (1767)


  • Farnace di Mysliveček (1767)


  • Cantata in re maggiore per 3 voci e orchestra di Fedele Fenaroli (1768)


  • Ebone e Ebuda ovvero Olimpia di Paisiello (1768 con Anna Maria Strada)


  • Il giudizio d'Apollo di Sala (1768 con Lucrezia Agujari)


  • Demetrio di Piccinni (1769)


  • Adriano in Siria di Carlo Monza (1769)


  • La bella eroina e Merope di Sala (1769 con Pietro Benedetti)


  • Armida abbandonata di Jommelli (1770)


  • La Didone abbandonata di Giacomo Insanguine (1770)


  • Antigono di Cafaro (1770)


  • Ifigenia in Tauride (1771 con Gaspare Pacchierotti)


  • Ezio di Sacchini (1771)


  • Nitteti ed I dioscuri di Pasquale Anfossi (1771)


  • Ipermestra di Piccinni (1772 con Antonia Bernasconi)


  • Arianna e Teseo di Giacomo Insanguine (1773)


  • Il trionfo di Clelia di Giovanni Battista Borghi (1773)


  • Adriano in Siria di Insanguine (1773)


  • Romolo ed Ersilia di Mysliveček (1773)


  • Orfeo ed Euridice nella seconda versione con musiche di Johann Christian Bach (1774)


  • Artaserse di Mysliveček (1774)


  • Il Natale di Apollo di Cafaro (1775)


  • Ezio di Mysliveček (1775)


  • La Nitteti nella seconda versione di Domenico Fischietti (1775)


  • Didone abbandonata di Joseph Schuster (1776)


  • La Semiramide riconosciuta di Guglielmi (1776 con Giovanni Ansani)


  • Arianna e Teseo di Fischietti (1777)


  • Ricimero di Guglielmi (1777)


  • Catone in Utica di Bernardo Ottani (1777)


  • La Calliroe di Mysliveček (1778 con Luigi Marchesi)


  • L'Olimpiade di Mysliveček (1778)


  • Ifigenia in Aulide di Vicente Martín y Soler (1779)


  • Medonte di Insanguine (1779)


  • Creso in Media di Schuster (1779)


  • Ipermestra di Martín y Soler (1780)


  • Psyche di Schuster (1780)


  • Arbace di Francesco Bianchi (1781)


  • Antigona di Giuseppe Gazzaniga (1781)


  • La Zemira di Bianchi (1781)


  • Montezuma di Nicola Antonio Zingarelli (1781)


  • Calipso di Insanguine (1782)


  • La Zulima di Bianchi (1782 con Domenico Bruni (cantante))


  • L'eroe cinese di Domenico Cimarosa (1782)


  • La Nitteti di Giuseppe Curcio (1783)


  • La felicità dell'Anfriso di Guglielmi (1783)


  • Oreste (1783)


  • Adone e Venere di Gaetano Pugnani (1784)


  • Cajo Mario di Bianchi (1784 con Giacomo David)


  • Artenice di Giacomo Tritto (1784)


  • Antigono di Paisiello (1785)


  • Enea e Lavinia di Guglielmi (1785)


  • Olimpiade di Paisiello (1786)


  • Pallade di Guglielmi (1786)


  • Mesenzio, re d'Etruria di Bianchi (1786)


  • La distruzione di Gerusalemme di Giuseppe Giordani (1787)


  • Pirro di Paisiello (1787)


  • Laocoonte di Guglielmi (1787)


  • Scipione Africano di Bianchi (1787 con Girolamo Crescentini)


  • Giunone e Lucina di Paisiello (1787)


  • Debora e Sisara di Guglielmi (1788)


  • Fedra di Paisiello (1788 con Brigida Giorgi Banti)


  • Rinaldo (versione italiana di Renaud (opera)) di Sacchini (1788)


  • Catone in Utica di Paisiello (1789)


  • Ademira di Guglielmi (1789)


  • Alessandro nell'Indie di Guglielmi (1789 con David e Gennaro Luzio)


  • Zenobia in Palmira di Paisiello (1790)


  • La vendetta di Nino di Bianchi (1790)


  • Pizzarro nelle Indie di Marcello Bernardini con Brigida Giorgi Banti (1791)


  • Lucio Papirio di Gaetano Marinelli (1791)


  • Antigona di Peter Winter (1791)


  • Armimio di Marinelli (1792)


  • Elfrida di Paisiello (1792)


  • Ercole al Termodonte di Piccinni (1793)


  • Olindo e Sofronia di Gaetano Andreozzi (1793)


  • Attalo re di Bitinia di Marinelli (1793)


  • Elvira di Paisiello (1794)


  • Ines de Castro di Bianchi (1794)


  • Ero e Leandro di Ferdinando Paër (1794)


  • Didone abbandonata di Paisiello (1794)


  • Il trionfo di Camilla di Guglielmi (1795)


  • Arsinoe di Andreozzi (1795)


  • Gli Orazi e i Curiazi di Zingarelli (1795)


  • La morte di Cleopatra di Guglielmi (1796)


  • Artemisia regina di Caria di Cimarosa (1797 con Giuseppina Grassini)


  • Consalvo di Cordova di Curcio (1797)


  • Andromaca (1797)


  • Gionata Maccabeo di Guglielmi (1798)


  • La vendetta di Medea di Francesco Piticchio (1798 con Luísa Todi)


  • Nicaboro in Yucatan di Tritto (1799)


  • Enea in Cartagine di Luigi Capotorti (1799)


  • Ginevra e Ariodante di Tritto (1801)


  • Siface e Sofonisba di Guglielmi (1802)


  • Armida e Rinaldo di Andreozzi (1802)


  • Gli americani di Tritto (1802)


  • Piramo e Tisbe di Andreozzi (1803 con Giovanni Battista Velluti e Gaetano Crivelli)


  • Asteria e Teseo di Pietro Carlo Guglielmi (1803)


  • Obeide e Atamare di Capotorti (1803)


  • Peribea e Telamone di Giuseppe Nicolini (1804)


  • Ciro riconosciuto di Capotorti (1805)


  • Il trionfo di Tomiri di Andreozzi (1807)


  • Climene di Giuseppe Farinelli (1807)


  • L'albergatrice scaltra di Giacomo Cordella (1807)


  • Aristodemo di Stefano Pavesi (1807)


  • I Pittagorici di Paisiello (1808)


  • Argete di Francesco Gnecco (1808)


  • Annibale in Capua di Cordella (1809)


  • Marco Albino in Siria di Tritto (1810 con Teresa Belloc-Giorgi e Michele Benedetti (basso))


  • Odoardo e Cristina di Pavesi (1810 con Andrea Nozzari)


  • L'oracolo di Delfo di Pietro Raimondi (1811 con Isabella Colbran)


  • Ecuba (1812)


  • Il salto di Leucade di Luigi Mosca (1812)


  • Gli amori e l'armi di Giuseppe Mosca (1812)


  • Gaulo ed Oitona di Pietro Generali (1813 con Manuel Gargía)


  • Marco Curzio di Capotorti (1813)


  • Medea in Corinto di Johann Simon Mayr (28 novembre 1813)


  • Diana ed Endimione di Manuel del Pópulo Vicente Rodríguez (1814)


  • La donzella di Raab di Manuel García (1814)


  • Arianna in Nasso di Mayr (1815)


  • Elisabetta, regina d'Inghilterra di Gioachino Rossini (4 ottobre 1815)


  • Il sogno di Partenope di Mayr (1817 con Giovanni Battista Rubini)


  • Ifigenia in Tauride (1817)


  • Mennone e Zemira ossia La figlia dell'aria di Mayr (1817)


  • Elena di Johann Simon Mayr (1817)


  • Armida di Rossini (11 novembre 1817)


  • Boadicea di Francesco Morlacchi (1818)


  • Il servo balordo o La disperazione di Gilotto di Saverio Mercadante (1818)


  • Mosè in Egitto di Rossini (5 marzo 1818)


  • Il flauto incantato o Le convulsioni musicali di Mercadante (1818)


  • Ricciardo e Zoraide di Rossini (3 dicembre 1818)


  • Omaggio umiliato a Sua Maestà degli artisti del Real Teatro San Carlo di Rossini (1819)


  • Ermione di Rossini (27 marzo 1819)


  • In occasione che Sua Maestà Cesarea Reale ed Apostolica Francesco Imperatore d'Austria onora per la prima volta di sua augusta presenza il Teatro di Rossini (1819)


  • I portoghesi nelle Indie o La conquista di Malacca di Mercadante (1819)


  • L'apoteosi d'Ercole di Mercadante (1819)


  • La donna del lago di Rossini (24 ottobre 1819)


  • Ciro in Babilonia di Raimondi (1820)


  • Anacreonte in Samo di Mercadante (1820)


  • Maometto II di Rossini (3 dicembre 1820)


  • La riconoscenza di Rossini (1821)


  • Elena ed Olfredo di Generali (1821)


  • La sposa indiana di Generali (1822)


  • Zelmira di Rossini (16 febbraio 1822)


  • Atalia (1822)


  • Ines d'Almeida di Pavesi (1822)


  • Argene e Alsindo di Generali (1822)


  • Gli sciti di Mercadante (1823)


  • Alfredo il Grande di Gaetano Donizetti (2 luglio 1823)


  • Argia di Raimondi (1823)


  • Costanzo ed Almeriska di Mercadante (1823)


  • Le nozze dei sanniti di Raimondi (1824)


  • Sansone di Francesco Basili (1824 con Luigi Lablache)


  • Alessandro nelle Indie di Giovanni Pacini (1824 con Adelaide Tosi)


  • Berenice in Roma di Raimondi (1824)


  • Zadig e Astartea ovvero L'esiliato in Babilonia di Nicola Vaccai (1825)


  • Amazilia di Pacini (1825)


  • L'ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini, (19 novembre 1825)


  • Ipermestra (1825)


  • Il solitario ed Elodia di Pavesi (1826 con Henriette Méric-Lalande)


  • Bianca e Gernando di Vincenzo Bellini (30 maggio 1826)


  • L'abate de l'épée di Giuseppe Mosca (1826)


  • Elvida di Donizetti (6 luglio 1826)


  • Zelmira e Zamori (Zelmira nella terza versione) di Rossini, Nicolini e Valentino Fioravanti (1826)


  • Niobe di Pacini (1826 con Giuditta Pasta e Carolina Ungher)


  • Giuditta di Raimondi (1827)


  • Margherita regina d'Inghilterra di Pacini (1827)


  • L'esule di Roma di Donizetti (1º gennaio 1828)


  • Ulisse in Itaca di Luigi Ricci (1828)


  • Saul di Vaccai (1829)


  • Il paria di Donizetti (12 gennaio 1829)


  • Elisabetta al castello di Kenilworth di Donizetti (6 luglio 1829)


  • I fidanzati ossia Il connestabile di Chester di Pacini (1829)


  • Il paria di Donizetti (1829)


  • portoghesi in Goa di Julius Benedict (1830)


  • I pazzi per progetto di Donizetti (6 febbraio 1830)


  • Il diluvio universale di Donizetti (6 marzo 1830)


  • Costanza ed Origaldo di Lauro Rossi e Raimondi (1830 con Antonio Tamburini)


  • Imelda de' Lambertazzi di Donizetti (23 agosto 1830)


  • Il Giulio Sabino di Raimondi (1831)


  • Edoardo in Iscozia di Carlo Coccia (1831)


  • Francesca di Foix di Donizetti (30 maggio 1831)


  • Zaira (1831)


  • Fausta di Donizetti (12 gennaio 1832)


  • Argene di Placido Mandanici (1832 con Luigia Boccabadati)


  • Sancia di Castiglia di Donizetti (4 novembre 1832)


  • Clato di Raimondi (1832)


  • Gli elvezi ovvero Corrado di Tochemburgo di Pacini (1833 con Giuseppina Ronzi de Begnis)


  • Fernando duca di Valenza di Pacini (1833)


  • Irene ossia L'assedio di Messina di Pacini (1833 con Maria Malibran e Domenico Reina)


  • Buondelmonte di Donizetti (1834)


  • Amelia ovvero Otto anni di costanza di Rossi (1834)


  • Ines de Castro di Giuseppe Persiani (1835 con la Malibran e Gilbert Duprez)


  • Marsa di Coccia (1835)


  • Lucia di Lammermoor di Donizetti (26 settembre 1835)


  • Isabella degli Abenanti di Raimondi (1836)


  • L'assedio di Calais di Donizetti (19 novembre 1836)


  • Viclinda di Raimondi (1837 con Paul Barroilhet)


  • Roberto Devereux di Donizetti (28 ottobre 1837)


  • Elena da Feltre di Saverio Mercadante (1º gennaio 1839)


  • Il conte di Chalais di Giuseppe Lillo (1839)


  • La Vestale di Saverio Mercadante (10 marzo 1840)


  • Il dono a Partenope di Cordella (1840)


  • L'osteria di Andujar di Lillo (1840)


  • Saffo (1840)


  • Cristina di Svezia di Lillo (1841)


  • Il proscritto di Mercadante (1842)


  • Lara di Lillo (1842 con Eugenia Tadolini)


  • La fidanzata corsa di Pacini (1842)


  • Caterina Cornaro di Donizetti (18 gennaio 1844)


  • Il Vascello de Gama di Mercadante (1845)


  • Alzira di Giuseppe Verdi (12 agosto 1845)


  • Mortedo di Vincenzo Capecelatro (1845 con Gaetano Fraschini)


  • Stella di Napoli di Pacini (1845)


  • La sirena di Normandia di Pietro Torregiani (1846)


  • Orazi e Curiazi di Mercadante (1846)


  • Merope di Pacini (1847)


  • Poliuto di Donizetti (30 novembre 1848)


  • Luisa Miller di Verdi (8 dicembre 1849)


  • Don Checco di Nicola De Giosa (1850)


  • Caterina Howard di Lillo (1850 con Achille De Bassini)


  • Folco d'Arles di De Giosa (1851)


  • Medea di Saverio Mercadante (1º marzo 1851)


  • Malvina di Scozia di Pacini (1851 con Adelaide Borghi-Mamo)


  • Guido Colmar di De Giosa (1852 con Raffaele Mirate)


  • Statira di Mercadante (1853)


  • Romilda di Provenza di Pacini (1853)


  • Marco Visconti di Errico Petrella (1854 con Rosina Penco)


  • Ettore Fieramosca di De Giosa (1855)


  • Margherita Pusterla di Pacini (1856)


  • Pelagio di Mercadante (1857)


  • Morosina ovvero L'ultimo de' Falieri di Petrella (1860)


  • Mirinda di Salvatore Pappalardo (compositore) (1860)


  • Virginia di Petrella (1861)


  • Caterina Blum di Enrico Bevignani (1862 con Maria Spezia Aldighieri)


  • Il bosco di Dafne di De Giosa (1864)


  • Celinda di Petrella (1865)


  • La duchessa di Guisa di Paolo Serrao (1865)


  • Virginia di Mercadante (1866)


  • Berta di Varnol di Pacini (1867 con Luigia Bendazzi)


  • Il figliuol prodigo di Serrao (1868)


  • Giovanna di Napoli di Petrella (1869 con Giuseppina Pasqua)


  • Gabriella di Vergy di Donizetti (29 novembre 1869)


  • Manfredo di Petrella (1872 con Victor Maurel)


  • Bianca Orsini di Petrella (1874)


  • L'alba sul Bosforo di Giovanni Bottesini (1881)


  • Spartaco di Pietro Platania (1891)


  • La Perugina di Edoardo Mascheroni (1909 con Carlo Galeffi)


  • In patris memoriam di don Lorenzo Perosi (1910 diretta da Cleofonte Campanini)


  • La favola di Helga di Francesco Santoliquido (1911 diretta da Vittorio Gui)


  • La Pisanella o La morte profumata di Ildebrando Pizzetti (1919)


  • Glauco di Alberto Franchetti (1922)


  • Il canto del lavoro di Pietro Mascagni (1928)


  • Giuliano di Riccardo Zandonai (1928)


  • Don Giovanni di Felice Lattuada (1929)


  • L'ultimo Lord di Franco Alfano (1930 diretta da Franco Capuana con Mafalda Favero, Aureliano Pertile e Riccardo Stracciari)


  • Maristella di Giuseppe Pietri (1934 diretta da Ettore Panizza con Adelaide Saraceni)


  • Beatrice Cenci di Guido Pannain (1942 diretta da Gabriele Santini con Margherita Carosio ed Antenore Reali)


  • Miseria e nobiltà di Jacopo Napoli (1946 diretta da Capuana con Adriana Guerrini, Paolo Silveri e Melchiorre Luise)


  • Il borghese gentiluomo di Terenzio Gargiulo (1947)


  • La Bardana di Alfredo Sangiorgi (1950)


  • La passione di Cristo di Jacopo Napoli (1950)


  • Maria Antonietta di Gargiulo (1952 diretta da Nino Sanzogno con Elisabetta Barbato ed Anselmo Colzani)


  • La figlia di Jorio (1954)


  • Madame Bovary di Pannain (1955 diretta da Santini con Clara Petrella, Rina Cavallari, Gianni Raimondi e Saturno Meletti


  • La guerra di Renzo Rossellini (1956 diretta da Oliviero De Fabritiis, con Marcella Pobbe, Magda Olivero, Piero De Palma, Nicola Filacuridi, Plinio Clabassi, Giangiacomo Guelfi e Meletti)


  • Vivì di Franco Mannino (1957 diretta da Tullio Serafin con Rosanna Carteri)


  • Il vortice di Rossellini (1958 diretta da De Fabritiis con la Petrella, Pia Tassinari e De Palma)


  • La Jura di Gavino Gabriel (13 aprile 1958)


  • I Shardana di Ennio Porrino (21 marzo 1959)


  • Don Giovanni di Gian Francesco Malipiero (1963 diretta da Bruno Maderna con Silvano Carroli)


  • Aladino e la lampada magica di Nino Rota (1968 diretta da Carlo Franci con Franco Bonisolli)


  • Maria Stuart di Enzo de Bellis (10 aprile 1974)


  • Torquemada, seconda versione (1976 con Maurizio Arena, Meletti, Carlo Cava ed Agostino Ferrin)


  • Salammbô (1983)



Prime delle stagioni operistiche |




Particolare del palco reale. In primo piano lo stemma sabaudo voluto dai Savoia dopo l'unità d'Italia, in sostituzione del preesistente stemma del Regno delle Due Sicilie.



  • 1952/53: Otello di Giuseppe Verdi; direttore Gabriele Santini

  • 1971/72: Il Convento,Veneziano, La Favola di Orfeo, La Giara di Alfredo Casella; direttore Elio Boncompagni

  • 1972/73: La cena delle beffe, di Umberto Giordano; direttore Elio Boncompagni

  • 1979/80: Die Walküre di Richard Wagner; direttore Elio Boncompagni

  • 1979/80: Aida di Giuseppe Verdi; direttore Elio Boncompagni

  • 1980/81: Siegfried di Richard Wagner; direttore Elio Boncompagni

  • 1980/81: Tosca di Giacomo Puccini; direttore Giuseppe Patané

  • 1980/81: Il trovatore di Giuseppe Verdi; direttore Elio Boncompagni

  • 1981/82: Götterdammerung di Richard Wagner; direttore Elio Boncompagni

  • 1981/82: Jenůfa di Leoš Janáček; direttore Ondrej Lenard

  • 1981/82: Ernani di Giuseppe Verdi; direttore Elio Boncompagni

  • 1984/85: Macbeth di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti

  • 1985/86: Falstaff di Giuseppe Verdi; direttore Daniel Oren

  • 1986/87: Carmen di Georges Bizet; direttore: Emil Tchakarov

  • 1987/88: Festa Teatrale per il 250º Anniversario del Teatro di San Carlo; direttore: Gustav Kuhn

  • 1989/90: Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti; direttore: Massimo de Bernart

  • 1990: The Rape of Lucretia di Benjamin Britten; direttore: Daniel Nazareth

  • 1990/91: Cavalleria rusticana e Rapsodia satanica di Pietro Mascagni; direttore: Vjekoslav Sutej

  • 1991/92: Elisabetta, regina d'Inghilterra di Gioachino Rossini; direttore: Alberto Zedda

  • 1992/93: Otello di Giuseppe Verdi; direttore: Daniel Oren

  • 1993/94: Mosè in Egitto di Gioachino Rossini; direttore: Salvatore Accardo

  • 1994/95: Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi; direttore: Daniel Oren

  • 1995/96: Lohengrin di Richard Wagner; direttore: Gustav Kuhn

  • 1996/97: Tosca di Giacomo Puccini; direttore: Daniel Oren

  • 1998: Tannhäuser di Richard Wagner; direttore: Gustav Kuhn

  • 1999: Eleonora di Roberto De Simone; direttore: Stefan Anton Reck

  • 2000: La bohème di Giacomo Puccini; direttore: Enrique Mazzola

  • 2001: Perséphone e Oedipus Rex di Igor Stravinskij; direttore Gabriele Ferro

  • 2002: Turandot di Giacomo Puccini; direttore Gabriele Ferro

  • 2002/03: Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Gabriele Ferro

  • 2003/04: Elektra di Richard Strauss; direttore Gabriele Ferro

  • 2004/05: Tristano e Isotta di Richard Wagner; direttore Gary Bertini

  • 2005/06: Fidelio di Ludwig van Beethoven; direttore: Tomas Netopil

  • 2006/07: Falstaff di Giuseppe Verdi; direttore Jeffrey Tate

  • 2007/08: Parsifal di Richard Wagner; direttore Asher Fisch

  • 2008/09: Peter Grimes di Benjamin Britten; direttore Jeffrey Tate

  • 2009/10: La clemenza di Tito di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Jeffrey Tate

  • 2010/11: Pergolesi in Olimpiade di Giovan Battista Pergolesi; direttore Alessandro De Marchi

  • 2011/12: Semiramide di Gioachino Rossini; direttore Gabriele Ferro

  • 2012/13: La Traviata di Giuseppe Verdi; direttore Michele Mariotti

  • 2013/14: Aida di Giuseppe Verdi; direttore Nicola Luisotti, regia di Franco Dragone

  • 2014/15: Il trovatore di Giuseppe Verdi; direttore Nicola Luisotti

  • 2015/2016: Carmen di Georges Bizet; direttore Zubin Mehta

  • 2016/2017: Otello di Gioachino Rossini; direttore Gabriele Ferro

  • 2017/2018: La fanciulla del West di Giacomo Puccini; direttore Juraj Valčuha


Al San Carlo si sono svolte inoltre anche alcune prime di teatro di prosa, tra cui Tre pecore viziose di Eduardo Scarpetta (1881) e Napoli milionaria di Eduardo De Filippo (1945); ed alcune prime cinematografiche, come La Bibbia di John Huston (1966).



Museo |


Dal 1º ottobre 2011 adiacente al real teatro vi è il MEMUS (acronimo di "memoria" e "museo"), museo storico che ripercorre la storia del San Carlo stesso e dell'opera italiana in generale attraverso l'esposizione di quadri, fotografie, strumenti musicali, costumi e documenti d'epoca, con l'ausilio anche di un archivio musicale audio ed anche uno delle immagini video.[17] L'accesso al museo avviene dai giardini dell'adiacente residenza reale ed il percorso interno, voluto da Carlo di Borbone per accedere al teatro senza scendere in strada, permette anche di visitare storici ambienti del palazzo.



Note |




  1. ^ abcdef La storia del San Carlo dal sito ufficiale, su teatrosancarlo.it. URL consultato il 13 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2012).


  2. ^ Guida di Napoli su Travelitalia


  3. ^ F. Mancini, Il teatro San Carlo 1737-1987, Electa 1991


  4. ^ Progetto di ristrutturazione del Teatro San Carlo e rifacimento impianti di sicurezza antincendio e rilevazione fumi, su vvfnapoli.it. URL consultato il 22 settembre 2011.


  5. ^ abcdef Guida


  6. ^ ab Storia e vicende edilizie del Teatro di San Carlo di Napoli (PDF), su aising.it. URL consultato il 14 ottobre 2012.


  7. ^ Sforza F., I Grandi teatri italiani, Editalia (1993) ISBN 88-7060-259-1.


  8. ^ Luigi del Pozzo, Cronaca civile e militare delle Due Sicilie sotto la dinastia borbonica dall'anno 1734 in poi, Napoli, Stamperia Reale, 1857. URL consultato il 2-21-2008.


  9. ^ Eduardo Rescigno, Dizionario verdiano, BUR Dizionari, Rizzoli, Milano, 2001, ISBN 88-1786628-8


  10. ^ ab Ripristino Teatro San Carlo di Napoli, in La Chimica & l'Industria, nº 2, Società Chimica Italiana, marzo 2010, p. 12.


  11. ^ Ecco com’è ridotto il San Carlo dopo i lavori di ristrutturazione, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 5 settembre 2015.


  12. ^ ab Si alza il sipario sul San Carlo restaurato - Articolo su "Repubblica" del 25 gennaio 2009, su napoli.repubblica.it. URL consultato il 12 novembre 2012.


  13. ^ Luigi Necco, Un Teatro Per Il Re, RAI.


  14. ^ Scenografo fiorentino (1746-1820), attivo al San Carlo dal 1782. Sue anche le decorazioni del Teatro San Ferdinando, costruito in via Foria nel 1790-91.


  15. ^ R. Middleton, D. Watkin, Architettura. Ottocento, Martellago (Venezia) 2001, p. 391.


  16. ^ [1] Sito istituzionale della Fondazione Teatro di San Carlo.


  17. ^ TeatroSanCarlo.it - il MEMUS, su teatrosancarlo.it. URL consultato il 5 novembre 2011.



Bibliografia |



  • Carlo Marinelli Roscioni, Il Teatro di San Carlo, Guida, Napoli 1987, 2 volumi. Il secondo volume contiene la cronologia degli spettacoli dal 1737 al 1987. ISBN 978-88-7042-731-8.

  • Carlo Raso, Napoli, Guida musicale, Napoli 2004 - cap. V.

  • AA. VV., Il Teatro San Carlo, Editrice Electa (1998) ISBN 978-88-435-8761-2.



Voci correlate |



  • Teatro d'opera

  • Lista di teatri d'opera

  • Teatro all'italiana

  • Musei di Napoli

  • Architettura neoclassica in Italia

  • Scuola musicale napoletana



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Collegamenti esterni |


  • (ENIT) Il sito ufficiale, su teatrosancarlo.it.

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